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Utilizzo delle tecnologie di comunicazione per il miglioramento della ZSP

UNIVERSITA’ TELEMATICA “e-Campus”
METODOLOGIE DELL’INSEGNAMENTO E DIDATTICA MULTIMEDIALE PER
L’APPRENDIMENTO ATTIVO
Utilizzo delle tecnologie di comunicazione per il
miglioramento della ZSP
Corsista:
Corrado Corradini
Anno Accademico 2018/19
Sommario
1 - Rete e società ........................................................................................................................................... 2
2 - La formazione e l’ergonomia dei processi ................................................................................................ 4
3 – Dalla rete per educare alla formazione nella rete ................................................................................. 12
4 - La relazione tra gli agenti e la didattica nell’epoca dei new media. ...................................................... 21
5 – Learning by doing .................................................................................................................................. 24
Premessa ................................................................................................................................................. 24
L’apprendimento imitativo online ........................................................................................................... 26
Conclusioni .................................................................................................................................................. 32
Blended learning...................................................................................................................................... 32
Lo smartphone e lo Zsp ........................................................................................................................... 33
Indice ........................................................................................................................................................... 36
Bibliografia ....................................................................................................................................................... 38
Sitografia.......................................................................................................................................................... 39
1
1 - Rete e società
Con l’avvento del web 2.01 Internet (nasce nel 1957 da parte di ARPA - Advanced Research
Project Agency) assume un nuovo modo di utilizzo che ha permesso e permette a miliardi di
persone di comunicare tra di loro non solo con la modalità face to face, ma anche e per mezzo di
desktop publishing of line e online trasformando gli utenti in editori. Ciò che prima nel web era
facoltà di pochi, con la diffusione delle tecnologie elettroniche2 online chiunque può aprire una
propria “testata” e pubblicare contenuti che spaziano tra le varie categorie d’interesse generale:
sport, politica, cucina, fai da te, ecc. Il carattere saliente di questa nuova forma di comunicazione è
la trasmissione di conoscenza o di know-how, a volte suffragata da un’adeguata preparazione
personale, sia in termini di titoli accademici sia frutto di corsi attestati dall’ente formatore, e a
volte frutto esclusivamente di esperienza accumulata nella professione. Il web è quindi luogo di
incontro e di scambio di conoscenze e opinioni che possono assumere forme diverse utilizzando
piattaforme diverse.
A questo panorama informale di comunicazione di conoscenza esiste un altro ambito che
va sotto il nome di FaD o Formazione a Distanza, ovvero formazione online erogata da istituzioni di
formazione riconosciute dagli enti pubblici o che hanno sufficiente autorevolezza per essere
pubblicamente riconosciute come scuole di formazione3. Queste istituzioni hanno come scopo la
formazione e l’istruzione di persone che si trovano nell’impossibilità a frequentare le lezioni in aula
e che grazie all’erogazione di corsi online possono conseguire un titolo di studio. Lo sviluppo di
queste forme di trasmissione di sapere è frutto della società attuale che si sta caratterizzando
sempre più come “società della conoscenza”4, che utilizza la rete come strumento di propagazione
1
Termine apparso nel 2005 caratterizzato dalla maggiore partecipazione dei fruitori come autori: blog, pagine FB,
wiki, forum, chat, ecc. http://www.treccani.it/enciclopedia/web-2-0/
2
La piattaforma Wordpress è l’esempio più importante.
3
È il caso di scuole di alta formazione artistica o economica che fondano la loro credibilità sulla presenza di personaggi
di spicco e universalmente riconosciuti per la loro autorevolezza.
4
“Didattica e new media”, pp.3. Dispensa e-Campus. Angelo Romeo.
2
di sapere, esperienza con un forte spirito di confronto. Un confronto che porta l’individuo e i
gruppi a riflette sulla qualità e la quantità di materiale intellettuale prodotto, ponendo attenzione
anche alla possibilità di diffusione incontrollata di idee e contenuti e che molti di questi sono stati
classificati come “fake news”5. Se è vero che “l’essere umano potrà crescere da un punto di vista
formativo e riuscire ad affrontare anche l’utilizzo di nuove metodologie come l’e-learning”6 è
altrettanto vero che la democrazia del web e nel web impone una sensibilizzazione verso una
formazione informale sul rispetto verso quei valori che permettono alla nostra società di
prosperare nella pace e nel libero scambio di idee. Quindi se da una parte abbiamo una
formazione formale-non formale, in modo controllato e ufficiale dall’altra assistiamo ad una
propagazione di sapere incontrollato che potremmo definire formazione informale online che può
contenere saperi utili ma anche saperi inutili se non dannosi.
I formatori e i professionisti dell’istruzione operano in condizioni a volte difficili vista la
velocità di trasformazione dei mezzi di comunicazione e l’alta propagazione dei contenuti online.
Ciò può portare ad atteggiamenti di completa chiusura usando metodi coercitivi quali il sequestro
degli smartphone all’inizio delle lezioni, o impedendo il libero accesso alle informazioni nei gruppi
di lavoro7. Se il punto di partenza della formazione è l’esperienza, cioè il cosa, oltre al sapere
teorico acquisito personalmente o in gruppo, credo che possa essere importante anche il modo, in
cui si apprende, cioè il come. Oggi gli strumenti elettronici e la rete riducono sempre di più i tempi
di ricerca ed elaborazione permettendo alle persone di trovare soluzioni efficaci in minor tempo,
perciò la formazione a distanza e l’uso delle applicazioni online sono già parte di quella mente
5
Al di là della definizione (le fonti sono innumerevoli: Treccani, wikipedia, studenti.it, corriere.it, ecc.) i gestori delle
piattaforme sono sempre più impegnati sia nel controllo sia nella diffusione di linee guida netiquette.
6
Angelo Romeo. Op. cit, p.4.
7
In molti istituti d’istruzione è prassi consolidata il sequestro degli smartphone all’inizio delle lezioni e a volte al
divieto di utilizzo tout court.
3
globale8 che via via plasma indirettamente le personalità dei nuovi agenti sociali9. In questa
dialettica tra l’organismo e il suo ambiente, dove la relazione non è sempre armonica, l’esperienza
come frutto di opera in atto per la formazione del “saper fare” attinge a tutte le possibilità e le
“cose”10 che l’ambiente offre, tra cui gli strumenti di comunicazione ad uso personale e il loro
divieto d’uso rappresenta la paura del cambiamento e la paura di non avere il controllo dei
processi.
2 - La formazione e l’ergonomia dei processi
Dewey, forte difensore della democrazia, afferma che l’individuo è in continua interazione
con l’ambiente e che direttamente o indirettamente è agente collaborativo allo sviluppo11 della
totalità, seguendo poi l’approfondimento di Bruner è possibile seguire quattro livelli o piani di
sviluppo di interazione sociale a fini educativi e didattici:
-
Capacità d’azione o provare a fare (per imparare a “saper fare”)
-
Riflessione o ripercorrere le tappe per dare senso a quello che si fa come
consapevolezza del “saper fare”
-
Capacità di collaborare in ottica di condivisione delle esperienze e risorse nell’ottica
collettiva del “saper far fare” sia come insegnamento (anche il docente apprende
nell’atto della trasmissione di conoscenza) sia come apprendimento e condivisione
delle esperienze e conoscenze.
8
Sinonimo di Cloud, luogo ove è possibile recuperare la quasi totalità delle informazioni.
“Antropolgia Culturale”: agente come sinonimo di persona sociale – Dispensa e-Campus. Andrea Guasparri.
10
In senso di cosalità così come è intesa da Heidegger in “Essere e tempo”.
http://www.filosofico.net/esteticaheideggerrr.htm
11
Per sviluppo si intende, in senso antropologico, la capacità della società di trasformarsi e non di passare da un livello
più basso ad uno più alto, casomai dall’affrancarsi del timore della natura come elemento terrifico.
9
4
-
Affermazione della cultura12 come stile di vita e costrutto della realtà.13 (Saper dire di
saper fare.)
L’affermarsi di una formazione/istruzione che pone al centro la scoperta che non esiste un
limite all’apprendimento impone una scelta didattica e pedagogica che allontana la visione dove
l’insegnante è al centro per adottare una diversa concezione dell’istruzione: “al maestro il compito
di motivare e interessare i discenti lavorando sull’esperienza e sulla rielaborazione da parte loro di
nozioni e concetti”14. Quindi riprendendo il Bruner questo processo porta lo studente alla scoperta
di:
•
aumentare i propri poteri intellettivi,
•
attivare il processo di ricompense intrinseche,
•
formazione dell’euristica della scoperta, e infine
•
accedere al materiale più disponibile nella memoria.
In questa linea di azione il docente propone soluzioni didattiche che accelerano il senso di
piacere della scoperta e conseguentemente l’innalzamento del desiderio di sapere e concludere la
ricerca in modo entusiastico stimolando gli studenti ad esprimersi nel migliore dei modi.
L’interazione è la base per arrivare a risultati ampiamente soddisfacenti così da poter “giudicare la
qualità, la precisione o la rilevanza delle varie idee”.15
Un punto su cui ci si dovrebbe soffermare è la gradualità di ricompense e punizioni nel
processo di apprendimento e insegnamento. In base al rapporto di collaborazione tra docente e
discente e in virtù di quanto affermato, la collaborazione dovrebbe fondarsi sulla creatività
12
Qui ci si riferisce al concetto di cultura sviluppato dall’antropologia: “Il concetto di cultura”, Pietro Rossi, a cura di,
Enaudi Paperbacks. 1970. Torino.
13
Jerome Bruner in Angelo Romeo. Op. Cit. p. 7.
14
“Pedagogia della scuola”, p. 96. Dispensa e-Campus. Angela Muscitello.
15
Angelo Romeo, op. cit, p. 8.
5
reciproca tra studenti e docente al fine di aumentare le performance di apprendimento del
discente e quindi: che spazio dare alle punizioni e al voto in base ai risultati? Le ricompense
intrinseche dovrebbero essere il vero scopo della collaborazione, dove il discente per sua stessa
ammissione dovrebbe valutarsi in base anche ai risultati degli altri discenti o al grado di
partecipazione al proprio gruppo. Il discente che ha un basso livello di apprendimento è un
problema da affrontare utilizzando la maieutica e la paideia al fine di sviluppare la consapevolezza
della propria (sua) situazione di apprendimento e motivazione al raggiungimento dei risultati,
l’apprendimento è solo un processo, l’esperienza consolidata è il risultato del processo dove la
memoria profonda conserva sia gli oggetti di apprendimento sia gli stati d’animo generati positivi
e negativi, perché come diceva Don Milani “bocciare un discente è bocciare se stessi”.
Al fine di formare studenti o cittadini della “società della conoscenza” l’opera educativa e
formativa deve mirare a quello spazio molto spesso trascurato che ognuno di noi possiede e che
Lev Semënovič Vygotskij ha definito come Zona di sviluppo prossimale o ZSP. Quando l’opera
dell’educatore si svolge in un clima collaborativo in cui l’apprendimento utilizza anche forme di
“apprendimento sociale” o “cooperative learning”, i discenti sono stimolati verso quella zona che
gli psicologi hanno definito come Zona di Sviluppo potenziale da cui il discente partendo dalla Zona
di sviluppo attuale tende a migliorare le sue performance spingendosi oltre, al di là di quanto egli
può immaginare, cioè, la Zona di sviluppo prossimale. Questo processo potrebbe costituire la base
per quella che Morin definisce “una testa ben fatta”. Di che cosa è riempita la testa cui allude
Morin, di tanti saperi frazionati, settoriali, parcellizzati o di saperi frutto di interdisciplinarietà. Una
buona testa deve avere un’attitudine generale a porre e a trattare problemi (problem solving),
ovvero definire quei presupposti organizzatori che sappiano collegare le conoscenze e darne un
senso verso l’interconnessione e non verso la separazione, anche se la nostra società premia la
6
specializzazione, la separazione dei saperi in virtù di approfondimenti che necessitano di team a
volte molto complessi.
Vero è che la separazione e la specializzazione del sapere in tanti ambiti settoriali, in
concomitanza della diffusione dei mezzi di comunicazione, comporta il miglioramento della
comprensione in tutti i settori della vita quotidiana, compreso quello della formazione/istruzione,
tuttavia si deve anche constatare che parimenti abbiamo una diffusione dilagante di saperi
preconfezionati sotto forma di aneddotica e prese di posizione per slogan. Il formatore ha quindi il
compito di introdurre argomentazioni che offrano la possibilità al discente di conoscere le
condizioni oggettive e soggettive dei propri e altrui comportamenti, attivando un esame
autocritico cercando di abbattere, là dove possibile il nostro egocentrismo. L’interdisciplinarietà
potrebbe essere d’ausilio: “… mezzo attraverso cui la formazione dell’individuo, può essere
considerata valida e utile alla sua persona, al rapporto con i suoi simili e con il contesto in cui
vive.”16
Ed è proprio sul concetto di interdisciplinarietà che la formazione deve la sua vocazione
anche in visione di una maggiore ergonomia di erogazione dei corsi e degli incontri con i discenti.
Il termine ergonomia nasce sul finire della Seconda guerra mondiale e negli anni ’50 e ’60 del secolo
scorso vede la sua ufficializzazione come disciplina con la fondazione della Human Factors and
Ergonomics Society. Ma è grazie ai contributi di Alphonse Chapanis (considerato il padre
dell’ergonomia) che il” fattore umano” nell’organizzazione del lavoro è da intendersi come sfida di
stimoli per la persona.
In un ambiente di lavoro dove la qualità è il valore fondante, tutto il processo produttivo:
ideazione, progettazione, produzione e distribuzione deve misurarsi con l’aumentata domanda di
salute e benessere. Se Murrel definisce l’ergonomia come “fitting the job to the worker”
(adattamento del lavoro all’uomo) allora si dovrebbero adattare i sistemi di formazione alle
16
Angelo Romeo. Op. cit. p. 12
7
esigenze dei discenti sia come logistica sia come didattica. La formazione all’interno dei sistemi
produttivi e per i sistemi produttivi sancisce il passaggio dalla triade M-A-U
(Macchia>Uomo>Ambiente) alla triade U-M-A (Uomo>Macchina>Ambiente) U= area biomedica;
M= area politecnica; A= area psicosociale. Se il taylorismo mette al centro la macchina l’ergonomia
parte da un principio antropocentrico salvaguardando l’essere umano da inutili quanto dannose
performance produttive che come fine si propongono di generare profitto abbattendo i costi di
sicurezza e benessere. Il principio antropocentrico mette in risalto l’aspetto partecipativo, accanto
a quello pluridisciplinare e di conseguenza la visione si amplia verso la globalità e la globalizzazione
della ricerca e dello sviluppo in chiave problem solving. Le metodologie si confrontano sia sui
metodi sia sui contenuti confrontando i reciproci obiettivi al fine di valutare le performance
migliori, si deliano così nuovi standard e modelli definendo una nuova metodologia del
cambiamento che non è fine a sé stessa ma è sempre riconducibile al miglioramento della qualità
della vita dell’individuo e del suo ambiente.
Lo scambio globale di informazioni e le esperienze dell’apprendimento organizzativo
statunitense17 conducono alla necessità di dare un corpus alla metodologia del cambiamento, ciò
implica che i canoni tradizionale della formazione devono essere necessariamente rivisti.
All’interno dell’organizzazione del lavoro sono delineabili due nuove prospettive di azione:
a) Le persone diventano l’asset più importante e si trasformano in risorse su cui contare
b) Lo sforzo collettivo punta al raggiungimento dell’obiettivo.
Il cambiamento organizzativo si basa sulla partecipazione di tutti e per essere accettato e
condiviso la formazione è il cardine della nuova filosofia aziendale e produttiva, l’individuo e il
gruppo di lavoro sono sempre più impegnati a crescere sia come individui sia come collettivo. Non
17
A. Romeo. Op.cit. pag. 20
8
più formazione unidirezionale tra docente e discenti dove l’obiettivo era solo l’apprendimento
lasciando irrisolto il problema dell’inserimento nella realtà produttiva o nella società in generale.
Il percorso formativo tradizionale non risolve alcuni nodi quali:
-
qualità del progetto che non sviluppa aspettative elevate,
-
disomogeneità di performance degli allievi tale da non coprire pienamente il ruolo
d’arrivo,
-
mancanza di finalizzazione dei contenuti rispetto ai progetti affidati ai discenti e
stagisti,
-
non coinvolgimento della struttura formativa e mancato sviluppo delle competenze per
il miglioramento dell’organizzazione della realtà ospitante.18
La figura del docente è messa in discussione e si delinea una nuova figura che è il
formatore/motivatore, da un atteggiamento di trasmissione del sapere o di quali contenuti
trasmettere si aggiunge un nuovo modello che punta anche sulla metodologia di trasferimento del
sapere. Il docente aiuta le persone a sviluppare un loro e proprio modello di elaborazione al fine di
migliorare la comprensione degli argomenti e di come trasformarli in operatività, poiché il vero
obiettivo è soddisfare il cliente o il committente che può essere il discente, la famiglia, la comunità
o il datore di lavoro-azienda-ente pubblico. In questo processo di trasformazione intrinseco
(dall’insegnamento alla formazione-intervento) ed estrinseco (qualità del cambiamento
sull’individuo-gruppo) si delinea una nuova figura di affiancamento che è il tutor, figura
preminente per aiutare i discenti a esercitarsi in modo efficace sugli argomenti trattati. Il tutor è il
punto di riferimento per tutto il tempo previsto dalla durata del corso, è a disposizione e
18
Angelo Romeo. Op. cit. p. 22
9
interviene per aumentare quei momenti di esperienza concreta che contraddistinguono il
processo di formazione:
-
analisi
-
benchmarking
-
progettazione
Analisi - Dalla teoria alla pratica il processo di formazione vede nell’analisi la conoscenza della
situazione, il contesto, i soggetti e i ruoli. È una pratica che aiuta l’interrelazione delle persone con
l’organizzazione. L’analisi prima, durante e dopo permette di capire se il processo formativo
assolve ai criteri iniziali.
Benchmarking – il processo di analisi necessita di confrontare gli obiettivi prefissati dall’analisi con
i processi e le metriche di prestazione sia all’interno del processo sia verso l’esterno, puntando più
sul consenso che sullo sviluppo dei contenuti. Più è alto è il consenso dei partecipanti più sarà
garantito il successo su tutti i piani: acquisizione di informazioni, propensione al cambiamento e
all’innovazione.
Progettazione – è il risultato finale che conta, la capacità di progettare soluzioni innovative è il
vero scopo del corso. La parola chiave è “coinvolgimento”. Coinvolgere le varie parti
dell’organizzazione al fine di verificare e valutare i cambiamenti, coinvolgere al fine di individuare
le risorse necessarie per attuare il processo di cambiamento, coinvolgere al fine di attivare la
politica di ergonomia di gruppo e aziendale per supportare i processi di sviluppo.
In una situazione di formazione-intervento la multidisciplinarietà dei saperi, l’interrelazione
dei soggetti, l’ergonomia della logistica e l’individuazione delle risorse per l’avvio del processo di
sviluppo costituiscono la struttura portante per avviare processi di cambiamento con successo, ma
accanto a questa struttura non va dimenticato il ruolo fondamentale della “motivazione”, motore
10
principe di ogni trasformazione che sa abbattere le barriere dell’egoismo individuale privilegiando
il lavoro collettivo per il benessere della collettività.
Quindi in un’ottica di ergonomia dell’organizzazione di corsi di formazione-intervento è
fondamentale la triade analisi-benchmarking-progettazione, traducibile in project management19
che quasi sempre è di approccio organizzativo. Gli approcci e le tecniche variano ma il ciclo di
monitoraggio è conforme a tutte le pratiche: misurazione, valutazione, correzione.
Progettazione
Avviamento
Esecuzione
Pianificazione
Allestimento
Monitoraggio e
controllo
Completamento
La ricerca dei fabbisogni del committente, l’analisi dei fabbisogni e la corretta
progettazione sono fattori indispensabili per la buona riuscita del progetto di formazione, sono le
persone la vera risorsa del progetto, sia che si tratti di discenti adulti in condizioni di formazioneintervento non formale sia che si tratti di formazione in aula con un percorso strutturato al fine
dell’istruzione formale. Mettendo al centro il discente i ruoli vanno ridefiniti e condivisi in ottica di
cooperative learning20:
-
ruoli di gestione
19
Nell'anno 2012 è stata pubblicata la norma internazionale ISO 21500:2012 "Guidance on project management"
pubblicata in Italia come UNI ISO 21500:2013 "Guida alla gestione dei progetti (project management)" destinata ad
essere utilizzata in qualsiasi tipo di organizzazione, pubblica, privata o comunitaria, e per qualsiasi tipo di progetto,
indipendentemente dalla complessità, dimensione o durata.
http://www.uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=6371:uni-iso-21500-2013-guida-alla-gestioneprogetti&catid=170&Itemid=2612
20
http://www.apprendimentocooperativo.it/Il-coop-learning/approfondimenti/Differenze-tra-lavoro-di-gruppo-elavoro-in--apprendimento-cooperativo/ca_12396.html
11
-
ruoli di funzionamento
-
ruoli di apprendimento
-
ruoli di stimolo
Il confronto continuo e il mettere in discussione il sapere acquisito porta il gruppo verso un
continuo dibattito aiutando la comunicazione tra i soggetti coinvolti. Nel lavoro di apprendimento
cooperativo in situazione di formazione-intervento la comunicazione assume un ruolo primario di
scambio per l’assimilazione degli obiettivi e la ricerca di soluzioni ottimali, in questo continuo
processo di trasformazione il cambiamento non è più il fine ma la regola, mai fine a sé stessa,
come già accennato.
Quindi una progettazione che si affida ai criteri dell’ergonomia può essere utilizzata in
qualsiasi ambito formativo: formale, non-formale e informale. Si pensi alla quantità ormai
incalcolabile di contenuti online di corsi di ogni tipo pubblicati sulle più diverse piattaforme e, qui
ci si riferisce perlopiù a YouTube, dove è possibile rintracciare qualsiasi tipo di consiglio,
spiegazione, tutorial, corsi ed esercitazioni. Nell’ampia gamma di proposte è facilmente
identificabile il contenuto progettato secondo criteri di qualità ed ergonomicità.
3 – Dalla rete per educare alla formazione nella rete
La progettazione di corsi online prevede un ampio utilizzo di tecnologie hardware e
software e ciò ha permesso l’abbattimento delle barriere comunicative aumentando così la
fruibilità dei contenuti a un enorme bacino di utenti, ma proprio per questo motivo si deve
riconsiderare la “persona” e sua la centralità nell’esperienza relazionale. Fare rete è prima di tutto
creare relazioni tra individui e facilitarne lo scambio di contenuti materiali e immateriali, non solo,
ma creare i presupposti al fine di soddisfare quelle aspettative generate dall’ambiente virtuale,
poiché nel virtuale ritroviamo le dinamiche tipiche del mondo reale: inserimento e accettazione.
12
Tuttavia, va sottolineato che le modalità del mondo virtuale “sono più flessibili e semplici di quelle
attuate nel mondo reale”21.
La rete (non necessariamente elettronica) è un’opportunità preziosa per educare e per
utilizzare tutte le tecnologie a disposizione per creare contenuti formativi che possono essere
condivisi nelle modalità e nei tempi scelti sia da chi li eroga sia da chi ne usufruisce. La FaD nasce
con la necessità di istruire e formare persone al fine di aumentare la qualità della cultura di
produzione. Il suo inizio coincide con l’avvento della produzione industriale, soprattutto nei paesi
e continenti in forte sviluppo, come: Europa, America e Australia. La storia della FaD può essere
suddivisa in tre fasi:
-
distribuzione per mezzo della posta di materiale cartaceo, fine ‘800/anni Sessanta del
‘900,
-
distribuzione per mezzo posta di materiale cartaceo e audiovisivo, dagli anni 60 agli
anni 90 del ‘900,
-
distribuzione per mezzo Internet, dagli anni 90 del ‘900 ad oggi.
Va aggiunta anche la formazione a distanza per mezzo di corsi gratuiti via tv22, molto in auge negli
anni tra gli anni ‘50 e la fine degli anni ’70 del ‘900. Per oltre un secolo la FaD si è avvalsa delle
tecnologie di distribuzione che non permettevano l’interazione docente/discente ed è solo dopo
gli anni ’80 che inizia la rivoluzione informatica portatrice di cambiamenti socioeconomici per
mezzo delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione o TIC. I vantaggi sono
individuabili in tre fattori: anywhere, anytime, anyplace – dovunque sempre e ovunque23. Più
21
Angelo Romeo, op. cit. p. 30.
L’esempio più autorevole in Italia è stato il programma “Non è mai troppo tardi” condotto da Alberto Manzi. Il titolo
completo “Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta”, in onda dal
1960 al 1968 sulla RAI. Il corso ebbe un enorme successo a tal punto che ben 72 replicarono il format.
22
23
Nella lingua italiana è una ridondanza. N.d.a.
13
semplicemente si può dire che l’utente in qualsiasi posto si trovi può accedere in tempo reale ai
contenuti messi a disposizione decidendone i tempi e i modi. L’acquisizione del materiale didattico
può avvenire in due modalità:
-
online, cioè in tempo reale con la possibilità di interazione con il docente e i membri del
gruppo di lezione o discussione;
-
offline, cioè con la possibilità di scaricare i materiali didattici sul proprio personal
computer e di poterli utilizzare in un secondo momento.
Accanto a queste possibilità esiste anche la formazione on-demand per mezzi di video o
programmi televisivi che possono essere richiesti per mezzo di un palinsesto personalizzabile. Il
servizio on-demand commerciale è quello fornito dai provider web o tv24. La vasta proliferazione di
piattaforme e di tecnologie non può comunque prescindere dalla diffusione di un e-learning
progettato secondo criteri di qualità e eccellente fruibilità. In tutti i casi di formazione online è
comunque necessaria la presenza di un tutor come guida per la maggior fruizione del materiale in
rete e per permettere all’utente di formulare domande su come approntare il corso, risolvere
dubbi sulla fruizione dei materiali, approfondire argomenti per mezzo di letture parallele e per
indicare le criticità della progettazione del corso qualora vene fossero. Il tutor è anche suggeritore
o facilitatore di quel processo che va sotto la denominazione di “blended learning”, ovvero la
possibilità di procedere a incontri di presenza tra i membri del corso e il docente. Il vantaggio degli
24
IL video on-demand in Italia è fornito da Infostrada TV, TV di Fastweb, Alice Home TV, Mediaset Premium, Sky On
Demand, Rai.tv.
14
Blended Learning
Vantaggi
Criticità
Il contenuto può essere personalizzato in base
alle esigenze degli studenti
richiede agli alunni di spostarsi tra le attività
cartacee e quelle che coinvolgono la tecnologia
Le risorse elettroniche possono essere utilizzate
per fornire ulteriore supporto agli alunni
può significare che aumenta il tempo di
permanenza davanti allo schermo dei discenti
gli alunni possono completare le attività
indipendentemente dal proprio ritmo
la tecnologia richiesta potrebbe non essere
prontamente disponibile in classe
il lavoro dei discenti viene automaticamente
salvato e può essere contrassegnato online
il carico di lavoro degli insegnanti potrebbe
aumentare a causa della necessità di produrre
risorse aggiuntive
incontri è la possibilità di confronto sulle modalità di erogazione, sulla qualità dei contenuti, sulla
verifica e condivisione delle esperienze.
Il fine della formazione online per mezzo di gruppi di discussione è il modello di
cooperazione per la definizione e il raggiungimento di un obiettivo comune. Quindi la formazione
in rete può essere divisa in due modalità:
-
formazione individuale
-
formazione in gruppo collaborativo
Ambedue le formazioni puntano comunque sull’adozione di nuove metodologie e sulla capacità
della persona di assumere un atteggiamento positivo al cambiamento, piuttosto che sulla capacità
di gestire le tecnologie. La rete è sinonimo di cooperazione, anche nei casi peer to peer, poiché è
necessaria comunque la volontà di scambiarsi contenuti ed esperienze. La formazione in rete basa
la propria esistenza su un requisito fondamentale che è la comunicazione. Ogni atto formativo
deve la propria esistenza alla comunicazione in tutti tre gli ambiti già accennati: formazione
formale, non formale e informale. Nella formazione formale e non formale la presenza del
docente è fondamentale e richiesta al fine di garantire la corretta valutazione del discente o del
15
gruppo di lavoro, poiché il fine è il conseguimento di un attestato o diploma che certifichi
l’avvenuta formazione.25 Nella formazione informale stiamo assistendo alla diffusione di un
fenomeno che può essere definito e-learning community, che si fonda sulla trasmissione di
esperienze per mezzo di strumenti online. Si passa da una trasmissione del sapere in forma parlata
e scritta ad una trasmissione di sapere per mezzo del web, utilizzando tutti gli strumenti che la
tecnologia mette a disposizione. Le comunità che prima vedevano nell’esperienza dei più vecchi
una fonte di sapere oggi si sono trasformate in comunità virtuali dove ognuno può contribuire in
modo egualitario in base alla propria esperienza; si pensi all’azione informativa e formativa dei
forum che a tutti gli effetti si possono definire e-learnig community, queste comunità che variano
nel tempo e nella dimensione dei partecipanti possono essere un modello riconducibile ad alcune
caratteristiche generali:
-
avere un fine comune,
-
avere uno spazio condiviso
-
avere un’identità, a volte più marcata a volte solo in base alla tipologia di argomenti
trattati
-
permettere al partecipante di definire una propria identità per avviare una profilazione
per interessi
-
condividere una stessa tipologia di cultura
-
avere una autoregolamentazione, molto spesso per mezzo di un moderatore
-
sviluppare feedback sulle tematiche e sulle modalità
-
utilizzare una tecnologia condivisa.
25
Nella formazione formale on-line il titolo è il diploma o l’attestato di partecipazione, nella formazione non-formale è
l’acquisizione di esperienza come lifelong learning. Oggi si tende a parlare anche di lifewide learnig, riferimento a tutti
gli ambiti della vita e alla valorizzazione di ogni esperienza del soggetto.
16
Una comunità online ha il fine di socializzare le persone su argomenti specifici o anche più
semplicemente a fini ludici o ricreativi, che lo vogliano o meno, che ne siano consapevoli o meno,
la trasmissione di esperienza è e resta il motore ultimo della community e nel momento in cui la
comunità si fonda sulla consapevole trasmissione di esperienza e di sapere la si può definire elearning community. La modalità della trasmissione di sapere all’interno di una e-learning
community può essere sincrona o asincrona.
Modalità sincrona. La modalità di comunicazione sincrona è un’interazione che si svolge in
tempo reale e quindi di presenza on-line e si svolge quando due o più interlocutori sono collegati
contemporaneamente per mezzo di uno o più server ed i mezzi più utilizzati sono:
-
telefono
-
chat
-
IM (Istant Messagging)
-
Video
Modalità asincrona. La modalità di comunicazione asincrona è una comunicazione che non
esige la presenza on-line dei partecipanti e il collegamento simultaneo. I messaggi e i contenuti
possono essere letti e scritti off-line e successivamente scaricati e ricevuti, gli strumenti utilizzati
sono:
-
E-mail
-
Voice mail
-
Forum
-
Fax
17
Tuttavia, queste modalità sono state superate da ciò che Brandon Hall definisce come live
e-learning, ovvero integrando le due modalità tra le lezioni dal vivo e la possibilità di Broadcasting
via web.26 La possibilità di avere momenti di alternanza e interazione tra gli agenti in un processo
didattico dove le discussioni e gli apprendimenti dal vivo possono essere integrate da consultazioni
offline, permettono agli studenti di sfruttare meglio le piattaforme tecnologiche messe a
disposizione dalla struttura formativa.
Sono molteplici le attività che si possono svolgere in rete:
-
Gestione di messaggistica online e offline;
-
Gestione di dati e informazioni per mezzo di piattaforme CRM27;
-
Erogazione di materiali didattici;
-
Gestione di attività teamwork in ottica cooperative learning;
-
Simulazioni per determinare gli stati di apprendimento;
-
Management della classe;
-
Gestione delle statistiche e monitoraggio del sistema;
-
Verifiche.
In questo ampio panorama in cui si possono identificare molti modelli di apprendimento
con altrettante piattaforme, i modelli più caratterizzanti si possono riassumere in quattro modelli
di sintesi:
1) Modello time indipendent, che si caratterizza per l’asincronicità nell’organizzazione
dell’apprendimento.
26
27
Angelo Romeo, op. cit. p. 51.
Tecnologie Customer Relationship Management.
18
2) Modello simultaneo, tipica lezione frontale sincrona con il docente, caratterizzata dalla
possibilità di utilizzare gli strumenti di scrittura e disegno come la lavagna e altre
informazioni digitali.
3) Modello di studio autonomo, basato sulla libertà d’azione dello studente che decide sia i
modi sia i tempi ed è asincrona.
4) Modello di apprendimento/insegnamento real-time. Questo è il modello che interessa di
più in questo studio, poiché gioca sull’interazione in tempo reale tra docente e studente. In
questo modello l’uso della rete è supporto all’apprendimento pilotato dall’insegnante e
mediato dalle potenzialità della Information Tecnology, fino a spingersi verso gli ambienti
di simulazione e i mondi virtuali.
La presenza in simultanea del docente e del discente, che operano in uno stesso scenario,
dove la tecnologia è il supporto per lo sviluppo di un apprendimento significativo, può
essere illustrata nel seguente schema28.
Apprendimento
È una combinazione di
due paradigmi psicologici
Trasmissione di
Conoscenza
Creazione di una
nuova conoscenza
Teoria
Comportamentista
Approccio
Istruzionista
Teoria Costruttivista
Apprendimento
Meccanico
Apprendimento
Significativo
Allievo
Insegnante
Conoscenza
Oggettiva
28
Approccio
Costruttivista
Conoscenza
Soggettiva
http://www.pensierocritico.eu/apprendimento-significativo.html
19
Nel modello sopraesposto l’insegnamento e l’apprendimento possono essere considerati due fattori di
una dialettica dove è possibile applicare il principio della personalizzazione della
formazione/insegnamento. In questo caso il docente svolge un lavoro specifico e particolare per uno
studente o un gruppo di studenti, mentre il resto della classe è impegnato in altra attività.29 La lezione
frontale è quindi del tutto superata, e l’utilizzo delle ITC permette la consultazione in real-time di
contenuti, tecniche, esempi, tutorial che possono aiutare il docente allo sviluppo della ZSP dello
studente.
Il modello apprendimento real-time è adatto al problem solving, perché permette allo
studente di trovare soluzioni a problemi che da solo difficilmente potrebbe arrivare a risolvere,
oppure la soluzione potrebbe arrivare secondo la teoria dell’aggiustamento per errore, cioè
secondo una prassi empirica che scarta gli errori fino ad arrivare al risultato soddisfacente secondo
le aspettative.
Una consultazione veloce e soddisfacente presuppone alcuni requisiti di base
indispensabili. Prima di tutto l’accesso alla rete immediato, una attrezzatura hardware adeguata,
un’interfaccia facilmente usabile (usabilità). Mentre per i primi due presupposti l’agente si deve
affidare alla tecnologia corrente, l’usabilità è un presupposto comunicativo di primaria
importanza. La rete e le sue infrastrutture sono diffuse in tutto il mondo e Internet è ormai una
struttura interculturale che supera tutte le barriere fisiche e politiche, ma i fruitori sono persone
radicate nel proprio tessuto culturale e vivono in un territorio specifico. Questi fattori devono
essere tenuti in considerazione per la progettazione di un’interfaccia usabile e fruibile, perché è
sempre la persona al centro degli scambi culturali, economici e sociali. Quindi una piattaforma che
29
https://www.slideshare.net/OrnellaCastellano/apprendimento-cooperativo-63284282
20
presuppone una vasta interazione da parte dei suoi fruitori deve tenere in considerazione
l’usabilità30 dell’interfaccia seguendo e soddisfacendo le necessità e i bisogni dei navigatori.
4 - La relazione tra gli agenti e la didattica nell’epoca dei new media.
La caratteristica principale della rete è permettere agli agenti di creare relazioni e quindi
socializzare, ma la rete è più un concetto che uno strumento, poiché per “rete” si intende un
insieme di interconnessioni di canali di comunicazione per lo scambio di dati e messaggi,
escludendo le reti per la fornitura di servizi di base si possono menzionare:
-
Rete dei mass media
o Rete radiofonica
o Rete televisiva
-
Rete di telecomunicazione
o Rete di accesso
o Rete di trasporto
o Rete telefonica
o Rete satellitare
-
Rete di computer
o Rete domestica
o Local area network
o Wireless local area network
o Metropolitan area network
o Wide area network
30
L’usabilità e definita dall’ISO 9241-11 che riguarda in particolare “Ergonomia e Interazione uomo-macchina”. È
gestito dal Comitato tecnico ISO 159 e che può essere definito come: Requisiti ergonomici per il lavoro d’ufficio con
terminali con display visivo. http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-en-iso-9241-11-2018.html
21
Tutte queste reti possono trasformarsi in piattaforme per l’erogazione di formazione, ma
come abbiamo visto per creare relazioni è necessaria la condivisione di valori e la scelta
consapevole di partecipare al gruppo, che si tratti di formazione formale, non formale o informale.
In questi ultimi decenni abbiamo visto diffondersi il fenomeno dei social network, alcuni
con caratteristiche più selettive e rigide altri più aperti e facilmente raggiungibili, non solo ma
l’utente può interlacciare e condividere contributi su più piattaforme e scegliere a chi e quando
inviare i contenuti. Inoltre, i social network offrono al singolo, al gruppo o all’azienda la possibilità
di creare una vetrina e di organizzare eventi. Ogni utente può pubblicare qualsiasi tipo di
contenuto che rientri nei parametri di etica31 del network o social media, tant’è che lo sviluppo
accelerato dell’interesse e dell’uso dei new media ha indotto i ricercatori delle scienze sociali a
riflettere sulle questioni di fondo della socializzazione e della trasmissione dei valori e dei
comportamenti e delle ripercussioni nella vita reale. Il fenomeno è biunivoco, si creano spazi e
tempi virtuali che possono influenzare la vita reale ma altrettanto la vita reale si propone come
insieme di paradigmi ed esperienze da trasmettere alla piattaforma. Questa osmosi si sta
caratterizzando e i ricercatori ipotizzano la nascita di una sociologia della comunicazione virtuale al
punto che Federico Casalegno parla di cyber socialità32. Le ricadute sono molteplici sia nelle
relazioni interne alla famiglia sia esterne nella formazione, anche aziendale, ma il concetto base è
e resta la condivisione, madiata sì dalla tecnologia ma che resta a disposizione in quell’ambito
virtuale della comunità e degli ambienti virtuali. La ricaduta non è solo di carattere sociologico ma
anche psicologico, cioè al modo in cui noi possiamo e vogliamo darci un’identità o un’immagine di
noi stessi. La costruzione di un’identità virtuale può indurre a credere che lo spazio virtuale sia un
31
In FB esiste lo Standard della community, uno standard di comportamenti che si rifanno ai Termini e normative di
Facebook.
32
Angelo Romeo, op. cit. p. 61.
22
nuovo spazio dove poter agire, conoscere, farsi conoscere per quello che non siamo nella realtà e
quindi creare una finzione scenica ed interpretativa che assomigli ad una nuova vita.
Abbiamo sottolineato più volte che un corso online (ma anche offline) senza un approccio
collaborativo non genera risultati soddisfacenti. Le condizioni di apprendimento senza un buon
clima collaborativo tra docente-studenti-tutor non sviluppano quei risultati tanto attesi come
qualità di apprendimento e quindi di elaborazione. A tal fine anche l’ergonomia della
progettazione della struttura di apprendimento se non assolve ai criteri di semplicità e navigabilità
crea disarmonia tra le aspettative dei clienti e l’erogazione della formazione. La disarmonia inficia
quel processo di interazione che è fondamentale per la buona riuscita del progetto, senza una
buona interazione la motivazione iniziale tende ad affievolirsi.
Keller ha sviluppato un modello efficace sul concetto di motivazione che riassume molti
principi educativi che gli insegnanti dovrebbero tenere in considerazione:
•
Attention – cioè tenere sempre alta l’attenzione dei discenti per mezzo della
curiosità sui contenuti;
•
Revelance – porre particolare attenzione ai bisogni e agli interessi dei discenti,
sviluppando familiarità e attivando l’apprendimento situato;
•
Confidence – fare in modo che il discente sviluppi attese positive verso gli scopi del
corso;
•
Satisfaction – arrivare al soddisfacimento delle attese del corsista, per mezzo di
ricompense estrinseche con un adeguata equità nella valutazione.
Per soddisfare questi criteri si deve partire da una didattica innovativa, che crei interesse,
curiosità e coinvolgimento. L’orientamento agli scopi è quindi indispensabile puntando alla
ricaduta pratica dell’apprendimento, sviluppando opportunità di successo interne al corso e
23
propedeutiche alla vita reale; raggiungendo quindi la soddisfazione del corsista. L’approccio
collaborativo è fondamentale e la presenza di un docente che si pone come coordinatore dei
gruppi di lavoro per mette ai corsisti di accelerare il processo di apprendimento surclassando la
modalità “one by one” dell’insegnamento tradizionale.
5 – Learning by doing
Premessa
Imparare facendo è lo scopo della didattica collaborativa, dove il docente dismette la figura
dell’insegnante che accentra in sé tutte le attenzioni e mette al centro le capacità performative
dell’allievo. Anzi mette al centro la persona dell’allievo o degli allievi. Il termine allievo33 si
contrappone al termine maestro34, o colui che è profondo conoscitore di una disciplina. Perché
parlare di allievo-maestro e non di discente-docente o studente-professore? Il maestro era
originariamente “chi operava nelle diverse attività artistiche e architettoniche” ed era a capo di
una bottega. Nella bottega il rapporto tra il maestro e gli allievi era sviluppato su base interattiva,
trasversale sulle mansioni ma piramidale sulla gestione dei ruoli. Il lavoro di gruppo era la regola
dove ogni ruolo svolgeva una funzione specifica al fine di arrivare al risultato finale, ovvero la
consegna del manufatto pittorico, scultoreo o architettonico. Oggi nell’epoca della “società della
conoscenza” si va via via sempre più diffondendo la filosofia della scuola-bottega, luogo in cui si
impara facendo.
Da molti anni tutte le strutture formative devono adeguarsi alla disposizione di facilitare
l’apprendimento35 anche per mezzo dello stage, gratuito o retribuito, o “tirocinio formativo”,36
33
Allievo: chi è allevato, in riferimento all’allevare in quanto educazione, istruzione:
http://www.treccani.it/vocabolario/allievo1/
34
http://www.treccani.it/enciclopedia/maestro/
L’apprendimento è il modo in cui l’adulto acquisisce, interpreta, organizza, modifica o assimila e costruisce
significati.
36
Tirocinio formativo, riferimenti normativi: Legge 28/06/2012, n. 92 - Art. 1 Legge 24/06/1997, n. 196 - Art. 18 D.M.
25/03/1998, n. 142 - Artt. 1-9 D.M. 22/03/2006.
35
24
queste disposizioni di legge normano una tradizione secolare che nelle scuole-botteghe è sempre
esistito, cioè: formare i discenti secondo la regola dell’imparare facendo. Imparare facendo è un
processo complesso che mete in atto una serie di dispositivi organizzativi e didattici che mettono
al centro la formazione del discente al fine di trasferire la conoscenza per mezzo dell’esperienza,
ciò che Popper definisce il metodo per prove ed errori, soltanto che nella scuola-bottega è
mitigato dalla presenza di una o più persone con una esperienza che garantisce la correzione
dell’errore in tempo reale. Il docente non è solo un erogatore di conoscenze ma assume anche il
ruolo di facilitatore nell’assimilazione di contenuti che grazie all’esperienza sono costruiti insieme.
Si tratta di un ambito che si definisce come apprendimento situato37 in una classe che si
trasforma in una comunità di pratica. Siamo nell’ambito dell’apprendimento esperienziale che si
può suddividere in:
-
Modelli di apprendimento esperienziale
-
Pratiche riflessive
-
Apprendimento situato
La formazione, l’insegnamento, l’apprendimento visti dalla parte del discente sono interconnesse
e rappresentano esperienze di vita che si definiscono processi di apprendimento. Queste
connessioni sono rappresentabili all’interno del processo di educazione che avviene attraverso
l’esperienza, che a sua volta si manifesta per mezzo di principi di continuità ed interazione;
continuità nell’esperienza che assorbe qualcosa di ciò che è stato e modifica ciò che verrà in
37
Metodologie e tecniche didattiche. Lezione n° 9, p. 4. Raviolo Paolo. Dispensa eCampus.
25
seguito38. L’apprendimento esperienziale assume le caratteristiche di formazione olistica ed è
socialmente e culturalmente costruito ed è influenzato dal contesto socio-emotivo in cui accade39.
Le lezioni online o offline, ma che utilizzano contenuti online, non possono prescindere
dalla realtà socioculturale in cui avvengono. Possono essere corsi firmali o non formali, tuttavia
l’utilizzo di contenuti online, frutto di una ricerca non precedentemente concordata con il
docente, possono essere considerati contenuti frutto di formazione informale.
L’apprendimento imitativo online
“L’azione di imitare i gesti di qualcun altro è un atto fondamentale della crescita personale
e nell’evoluzione della specie perché offre netti vantaggi in termini di tempo ed energie”40. La
presenza sempre più massiccia di video-tutorial nel web pone il docente a rivedere le modalità di
trasmissione di conoscenza e di interazione con la classe. Durante le lezioni in aula l’uso della
LIM41 si sta rivelando sempre più indispensabile al fine di velocizzare il processo di assimilazione di
contenuti complessi aumentandone l’interesse e sviluppando curiosità negli studenti. In un ciclo di
lezioni, tenute presso l’Istituto Comprensivo di Vobarno in provincia di Brescia, con un prima
media42 durante l’anno scolastico 2018/19 (le lezioni si sono tenute tra ottobre e dicembre 2018),
è stata utilizzata la LIM per spiegare agli alunni la teoria dei colori di J. Itten. Le lezioni
prevedevano la formazione di gruppi di lavoro liberamente scelti dagli alunni, in cui ci si proponeva
di verificare la capacità di ognuno di collaborare con gli altri al fine di preparare gli elaborati
artistici più corrispondenti alla tavola dei colori originale. Il lavoro si è protratto per alcune lezioni
38
Note sul principio di indeterminazione nelle scienze sociali; Marco Bergamaschi; Paper numero 58; Università degli
studi di Brescia. 2006
39
Op. cit. Raviolo Paolo. Lezione n° 5, p. 7.
40
“L’apprendimento per imitazione: modelli generali e specificità”, p. 9. G. Ottoboni, I, Sciulli, A. Tessari. Università di
Bologna – Dipartimento di Psicologia.
41
LIM – Lavagna Interattiva Multimediale. Domenica Lacquaniti, Carmelo Iacopino. Dispensa eCampus.
42
Per motivi di privacy non è possibile menzionare né la classe né il nome dello studente.
26
e i risultati si sono dimostrati al di sopra delle aspettative, sia in termini di collaborazione sia in
termini di capacità di padroneggiare i colori e le geometrie.
In particolare, un alunno è arrivato a realizzare un’opera che è andata ben oltre il tema
indicato, evidentemente colpito da alcune immagini di pittori contemporanei è riuscito in piena
autonomia a realizzare l’elaborato sotto stante, che richiama il pittore americano Mark Rothko.
Figura 1- Tempera diluita su foglio liscio a grammatura
220.
Dalla scuola media al liceo artistico la sperimentazione si è avvalsa dell’uso di strumenti
individuali piuttosto che collettivi. Dalla LIM allo smartphone la sperimentazione ha proposto lo
stesso tema (la teoria dei colori di J. Itten) per verificare se l’uso di strumenti multimediali
aiutavano gli studenti a produrre opere e sperimentazioni di profilo più elevato.
Si è partiti con due classi, una prima e una terza del Liceo Artistico Olivieri di Brescia, e
durante le lezioni è stato proposto un uso intensivo dello smartphone al fine di sviluppare una
libera ricerca sulle immagini e i tutorial online. Inizialmente gli studenti erano piuttosto dubbiosi
27
sulla possibilità di utilizzo visti i vari divieti del corpo docente, ma in virtù della buona riuscita della
sperimentazione e sull’uso limitato degli strumenti multimediali solamente durante le lezioni
laboratoriali la sperimentazione ha dato esiti molto positivi.
In particolare, una studentessa (prima classe), senza che le fosse data indicazione, ha
preparato una tavola in legno su cui ha realizzato un’opera pittorica che si rifaceva espressamente
a Rothko.
Figura 2 - Opera originale di Rothko cui si è ispirata la
studentessa.
Figura 3- Tempera su legno trattato a
cementite - Opera di una studentessa del
Liceo Olivieri
La sperimentazione prevedeva che al termine della ricerca sulla teoria dei colori gli studenti
preparassero a libera scelta uno o più elaborati rifacendosi al pittore Rothko. L’esempio riportato è
andato oltre le aspettative perché la studentessa ha attivato una ricerca su come si prepara un
dipinto su tavola, rifacendosi alla tradizione rinascimentale della preparazione del fondo con
stucco di Bologna e colla a caldo. Dato che una simile tecnica è molto laboriosa ha optato per una
28
preparazione con un fondo su base tecnologica contemporanea: vernice a stucco cementizio. Il
risultato finale è molto gradevole sia nella stesura dei colori sia nell’interpretazione che non si rifà
ad una visione filologica ma ad una reinterpretazione emozionale.
Stessa tematica (terza classe) con la variante d’utilizzo di miscela preparata in loco e un
tempo prefissato di tre ore per la consegna degli elaborati. In queste tre ore gli studenti dovevano
attivare la ricerca dell’opera cui fare riferimento e miscelare i colori con polveri e acrilico neutro.
L’uso dello smartphone è stato determinante per la velocizzazione del processo, con risultati
molto apprezzabili.
Figura 5 - Ossidi e acrilico su carta ruvida 220
Figura 4 - Opera originale di Rothko
L’uso dello smartphone e del proiettore con il pc è proseguito anche in altre
sperimentazioni con altre classi su altri temi. In particolare, due studenti con caratteristiche
completamente diverse sono arrivati a risultati eccellenti. Il primo è un tema classico di ornato,
sviluppato da una studentessa di alto profilo artistico, cui è stata affidata una sperimentazione
pittorica senza l’ausilio del disegno a grafite (matita), cioè la studentessa doveva trovare in
internet una riproduzione di una foglia d’acanto e riprodurla su foglio grigio senza disegnare la
29
forma, ma partendo direttamente con il pennellino e la china diluita. Anche in questo caso l’opera
e la relativa ricerca dovevano concludersi in tre ore.
Figura 6 - Foglia d'acanto realizzata su foglio grigio grammatura
110, tecnica mista, china e bianco litopone.
L’opera è frutto di sintesi di più opera rinvenute in Internet utilizzando Google immagini.
Inoltre, la studentessa ha consultato alcuni tutorial pubblicati in YouTube per apprendere la
tecnica indicata dal docente. In questo caso il docente ha ritenuto interessante vedere come
30
l’allieva riusciva a sviluppare l’opera senza l’intervento diretto, ma lasciando libera la
consultazione delle tecniche, assumendo solamente il ruolo di facilitatore.
L’ultimo esempio riguarda uno studente scarsamente dotato e la sperimentazione voleva
dimostrare che se ben indirizzato anche lo studente meno incline alle tecniche artistiche avere
potuto creare un’opera interessante. Si è partiti con un colloquio per capire quali fossero le
potenzialità dello studente e per stuzzicarne le capacità si è scelto un tema classico ma con taglio
moderno, un nudo a disegno con tratti semplici. La ricerca è stata coordinata in ottica
collaborativa e le opere sono state scelte di comune accordo. Il disegno è quindi una sintesi di più
opere da cui sono state estrapolate parti per la costruzione dell’insieme, la tecnica è mista: grafite,
china e bianchetto.
Figura 7 - disegno su carta folgio liscio 110. Tecnica mista.
L’opera è stata realizzata da uno studente del secondo corso, la valutazione è stata
collettiva del gruppo che ha partecipato alla scelta e realizzazione dei disegni. Lo studente ha
31
dichiarato che da solo non sarebbe mai riuscito nell’intento, ma va sottolineato che la mia
presenza è stata solo di motivatore e facilitatore. Sono intervenuto solo con suggerimenti
portando lo studente ad auto correggersi.
Conclusioni
La sperimentazione avviata nella scuola media e nel liceo artistico si presupponeva di
dimostrare che l’utilizzo degli strumenti multimediali in classe, in gruppo o individualmente,
portano a risultati eccellenti sia per la velocità di elaborazione sia per gli stimoli che si sviluppano
nella consultazione online.
Blended learning
Il rapido progresso della tecnologia non può essere non considerato nella didattica face to
face della scuola italiana. La sperimentazione ha dimostrato che la tecnologia in classe in un
contesto di apprendimento misto, può generare metodi e pratiche innovativi al fine di migliorare
le didattiche attuali, o quantomeno quelle del passato.
Blended
Learning
Figura 8 - https://www.viewsonic.com/library/education/what-is-blended-learning
32
Si sta aprendo la possibilità di adottare metodologie di apprendimento misto che fanno da
mediazione tra la FaD e il face to face. L’utilizzo di pc collegati al video proiettore, la LIM, gli
smartphone e i tablet possono aiutare la didattica anche per mezzo del team building o
dell’apprendimento collaborativo e cooperativo.
Accettando le difficoltà di introdurre queste metodologie si deve tenere presente che:
•
Gli alunni e gli studenti devono essere formati e preparati ad un uso “intelligente”
delle tecnologie
•
La rete deve essere vista come opportunità di acquisizione di conoscenza anche nei
momenti ludici e ricreativi
•
Gli alunni e gli studenti devono maturare una consapevolezza del mezzo in modo
da non perdere tempo in altre attività online
•
Si deve saper distinguere il contenuto coerente con la ricerca da contenuti “civetta”
che sviano il tema della stessa
•
Che deve esserci una fiducia reciproca tra studente/docente come tra
figlio/genitore nell’uso dello strumento.
Lo smartphone e lo Zsp
La tesi ha cercato di dimostrare come le TIC stanno cambiando il modo di fare didattica,
forse si dovrebbe dire che stanno cambiando la società. Le tecnologie dell’informazione sono una
risorsa essenziale per tutte le organizzazioni che operano a fini sociali, la crescente mole di
informazioni necessitano di una sempre più crescente regolamentazione al fine di recuperare le
informazioni in tempi sempre più brevi con filtri che permettano di accedere a contenuti coerenti
con le ricerche. Ma tutto questo sta aiutando il discente a migliorare le sue prestazioni di
apprendimento?
33
La teoria costruttivista pone l’enfasi su un rapporto rinnovato tra docente/discente dove la
funzione del primo è di coadiuvatore alla scoperta delle capacità non ancora espresse del secondo.
La ricerca effettuata nell’anno scolastico 2018/2019 nelle materie artistiche ha indicato che ciò è
possibile.
In tutti gli esempi riportati gli studenti/scolari alla fine della sperimentazione hanno
dichiarato che senza l’ausilio della tecnologia online e della presenza motivatrice/formatrice del
docente non sarebbero mai arrivati a produrre tali opere. Ciò non vuol dire che in assoluto non si
sarebbe potuto arrivare comunque a quei risultati, ma che i tempi sono stati ridotti e che i modi
sono stati appresi molto più velocemente e con una facilità operativa non immaginabile con una
didattica tradizionale. L’utilizzo dello smartphone nel liceo e della LIM e del video proiettore nella
scuola media sono ormai imprescindibili strumenti di crescita culturale e di apprendimento a tal
punto che risulta anacronistico escluderne la presenza. Resta comunque una scelta a carico del
docente e dei genitori l’uso dello smartphone (scuola media superiore) nelle attività didattiche sia
in classe sia a casa, scelta che deve essere concordata con gli studenti.
La ZSP trova ausilio nell’uso delle tecnologie, almeno nelle materie artistiche e
laboratoriali. Il tipo di apprendimento illustrato si realizza con l’aiuto degli altri e non in solitudine.
In un colloquio con un genitore mi è stato riferito che uno studente passava la maggior parte del
suo tempo utilizzando lo smartphone a fini ludici; la sua prestazione artistica era del tutto
discutibile e a seguito di un colloquio è stato deciso di comune accordo di utilizzare la tecnologia di
rete solo a fini didattici, il risultato si è poi visto nella prestazione che da una valutazione molto
scarsa si è passato, nel giro di un mese, ad una valutazione tra il discreto e l’ottimo, nonostante
che il corpo docente avesse molte perplessità sullo studente, egli ha migliorato sensibilmente la
sua prestazione, evitando così la bocciatura.
34
In tutti i casi (alcuni con problemi di disagio familiare) la sperimentazione ha messo in
evidenza che se l’allievo è seguito con una formazione personalizzata, in chiave di motivazione al
miglioramento, utilizzando ina didattica innovativa basata sulla novità e sulla curiosità e
utilizzando gli strumenti di rete si è notato un miglioramento sostanziale, passando dalla Zona di
sviluppo attuale, condizionando la Zona di sviluppo prossimale per arrivare, almeno in due casi, ad
avvicinarsi alla Zona di sviluppo potenziale, soprattutto nel caso dello scolaro della scuola media.
Scolaro che originario del Marocco con problemi di inserimento nella classe (classe con un’alta
percentuale di figli di immigrati) era deficitario in riferimento al contesto educativo. Alla fine della
sperimentazione la sua opera, insieme ad altre, è stata esposta nello spazio riservato alla classe nei
corridoi della scuola, aumentando l’autogratificazione dello scolaro che ha voluto un voto da
presentare ai genitori nonostante che avesse riconosciuto la mancanza delle conoscenze e delle
abilità specifiche per svolgere in autonomia il compito prefissato.
Il processo interattivo e intermediale ha permesso allo scolaro (e agli studenti) di acquisire
nuove capacità senza sperimentare la frustrazione del fallimento.
35
Indice
agenti sociali; 4
allievo; 27
ambiente; 4; 9
Analisi; 11
anywhere, anytime, anyplace; 15
apprendimento; 5; 6; 10; 13; 25; 26; 27; 28; 37
apprendimento collaborativo; 36
apprendimento cooperativo; 13
apprendimento organizzativo; 9
apprendimento situato; 28
approccio collaborativo; 26
ARPA; 2
asincrona; 21
asset; 9
attenzione; 26
autogratificazione; 38
autoregolamentazione; 19
benchmarking; 12
Benchmarking; 11
bisogni; 26
blended learning; 16
bottega; 27
Brandon Hall; 20
Broadcasting; 20
Bruner; 4; 5
cambiamento; 4; 9; 11; 17
coinvolgimento; 11; 26
collaborazione; 6
collettività; 12
comprensione; 7
comunicazione; 13; 17; 19
comunità; 19; 25
comunità di pratica; 28
comunità online; 19
comunità virtuali; 18
condivisione; 5; 17; 25
conoscenza; 2; 5; 28
consapevolezza; 36
contenuti; 10; 11; 14; 26; 29
contesto educativo; 38
contributi; 24
controllo; 4
cooperative learning; 7; 13; 20
cooperazione; 17
coordinatore; 26
corso; 11; 14; 16; 26
creatività; 6
cultura; 5; 14; 19
curiosità; 29; 38
democrazia; 4
Dewey; 4
didattica; 8; 36
didattica collaborativa; 27
didattica innovativa; 26; 38
didattica tradizionale; 37
disagio familiare; 38
discente; 6; 10; 15; 18; 21; 28; 37
disciplina; 27
docente; 5; 6; 10; 15; 16; 18; 27; 28; 29; 37
Don Milani; 7
educatore; 7
egocentrismo; 8
egoismo; 12
e-learnig community; 18
e-learning; 3
e-learning community; 18; 19
ergonomia; 8; 11; 12; 13; 14; 25
erogazione; 17
erogazione della formazione; 25
esperienza; 3; 4; 5; 14; 18; 28
etica; 24
euristica; 5
fabbisogni; 13
face to face; 2; 35
FaD; 2; 14; 36
fake news; 3
famiglia; 25
Federico Casalegno; 25
feedback; 19
formale; 13; 18; 24
formazione; 2; 4; 8; 10; 12; 13; 18; 25; 28
formazione a distanza; 4; 15
formazione formale; 3
formazione in gruppo; 17
formazione in rete; 17
formazione individuale; 17
formazione informale; 3; 18
formazione olistica; 29
formazione on-demand; 16
formazione online; 16; 17
formazione personalizzata; 38
forum; 18
frustrazione del fallimento; 38
globalità; 9
gruppi di lavoro; 4
gruppo; 6
36
gruppo di lavoro; 18
hardware; 14; 22
identità; 18
identità virtuale; 25
Imparare facendo; 27
individuo; 4
informale; 2; 18; 24
Information Tecnology; 21
informazione; 36
informazioni; 4; 36
insegnamento tradizionale; 26
insegnante; 5; 27
inserimento; 14
interazione; 6; 20; 28
interazione sociale; 4
interconnessione; 7
interdisciplinarietà; 7; 8
Internet; 15; 23
istruzione; 5; 8
ITC; 22
Itten; 29
Keller; 26
lavoro di gruppo; 27
Lev Semënovič Vygotskij; 7
lezione frontale; 21
lezioni; 3; 29
LIM; 29; 30; 36; 37
logistica; 8
maestro; 27
maieutica; 6
Mark Rothko; 30
mass media; 23
M-A-U; 9
memoria; 6
mente globale; 4
metodologie; 9
mezzi di comunicazione; 7
Modalità asincrona; 19
Modalità sincrona; 19
modello apprendimento; 22
modello di elaborazione; 10
monitoraggio del sistema; 21
Morin; 7
motivazione; 6; 12; 26; 38
multidisciplinarietà; 12
Murrel; 8
network; 24
new media; 24
non formale; 3; 13; 18; 24
nuova vita; 25
nuove metodologie; 3; 17
obiettivi; 13
obiettivo; 9
offline; 15; 20; 29
online; 3; 13; 14; 15; 25; 29; 35; 36; 37
organismo; 4
paideia; 6
palinsesto; 16
paura; 4
peer to peer; 17
performance; 7; 10
persona; 14; 17; 23
personal computer; 15
Popper; 28
posta; 15
poteri intellettivi; 5
pratiche; 35
principio antropocentrico; 9
problem solving; 7; 9; 22
processo; 6; 11
processo di educazione; 28
profitto; 9
progettazione; 8; 13; 16; 23; 25
Progettazione; 11
progetto di formazione; 13
project management; 12
punizioni; 6
qualità; 6; 8; 9; 10; 14; 16; 25
regola; 13
reinterpretazione emozionale; 32
rete; 4; 14; 17; 21; 22; 23; 36
ricerca; 6; 9
ricompense; 6
ricompense estrinseche; 26
ricompense intrinseche; 5; 6
Riflessione; 5
ruoli; 27
Saper dire di saper fare; 5
saper far fare; 5
saper fare; 4; 5
sapere; 4; 6; 13
scambio di contenuti; 14
scienze sociali; 24
scuola-bottega; 27; 28
separazione; 7
sicurezza; 9
smartphone; 3; 30; 32; 37
social network; 24
socializzare; 19
società; 10
società della conoscenza; 3; 7; 27
sociologia della comunicazione; 25
software; 14
spazio; 7
37
spazio condiviso; 18
specializzazione; 7
sperimentazione; 30; 31; 35
stage; 27
stati di apprendimento; 20
statistiche; 21
stimolo; 13
struttura formativa; 10
studente; 21; 34
studenti; 20
successo; 26
taylorismo; 9
tecnologia; 14; 18; 21; 35; 37
tecnologia di rete; 37
tecnologie; 17; 36
telecomunicazione; 23
tempo reale; 15
teoria costruttivista; 37
TIC; 15; 36
tirocinio formativo; 27
totalità; 4
trasformazione; 12
trasmissione dei valori; 24
trasmissione del sapere; 10
trasmissione di esperienze; 18
trasmissione di sapere; 19
tutor; 11; 16; 25
tutorial; 14
tv; 15
U-M-A; 9
usabilità; 22
valore; 8
valori; 3
valutazione; 12; 26
video-tutorial; 29
virtuale; 14
web; 3
YouTube; 13
Zona di sviluppo attuale; 7; 38
Zona di sviluppo potenziale; 7; 38
Zona di sviluppo prossimale; 7; 38
ZSP; 7; 22; 37
Bibliografia
Didattica e new media; Angelo Romeo; dispensa e-Campus Università. 2009
Diritto scolastico; Caterina Gatto; dispensa e-Campus Università. 2009
Lavagna interattiva multimediale; Domenica Lacquaniti, Iacopino Carmelo; dispensa e-Campus Università.
2009
Pedagogia della scuola; Angela Muscitiello; dispensa e-Campus Università. 2009
Pedagogia speciale; Fabiana Canarini; dispensa e-Campus Università. 2009
Psicopedagogia; Letizia Carruba; dispensa e-Campus Università. 2009
Strumenti multimediali a supporto della didattica; Domenica Laquaniti; dispensa e-Campus Università. 2009
Introduzione al corso di discipline demo-etnoantropologiche; Andrea Guasparri; dispensa e-Campus
Università. 2016
Metodologie e tecnologie didattiche; Raviolo Paolo; dispensa e-Campus Università. 2016
Pedagogia generale sociale; Riccardo Mancini; dispensa e-Campus Università. 2017
Psicologia dell’educazione; Letizia Della Zoppa; dispensa e-Campus Università. 2016
Il concetto di cultura; Pietro Rossi, a cura di, Enaudi Paperbacks. 1970. Torino.
38
Note sul principio di indeterminazione nelle scienze sociali; Marco Bergamaschi; Paper numero 58;
Università degli studi di Brescia. 2006
Laboratorio digital e social media marketing presentazione n° #4; Francesca Arenzio; Unimc. 2017
Le aziende e i social media, il social media business, il piano di comunicazione; Francesca Arenzio; Unimc,
2015
L’apprendimento per imitazione: modelli generali e specificita’; G. Ottoboni, I. Sciulli, A. Tessari, Unibo.
2016.
Apprendimento Cooperativo; Ornella Castellano; dispensa, http://ornellacastellano.blogspot.com/
I social network nella didattica; Andreas Robert Formiconi; Ed. Erickson. Trento
Dalla Media Education alle New Media Education; Teresa Doni; Cinema e dintorni n° 13. 2015
Social network come strumenti didattici: percezioni e atteggiamenti di insegnanti e studenti; Valentina
Grion, Stefania Bianco; TD Tecnologie Didattiche, 24 (3) 2016
Social Media: nuove strategie per l’apprendimento nell’era del web 2.0; Serenella Silenzi; Eum x diadttica;
Università di Macerata. 2013
La storia dell’ergonomia; Società Italiana di Ergonomia; 2014
Sitografia
http://www.treccani.it/enciclopedia/web-2-0/
http://www.filosofico.net/esteticaheideggerrr.htm
http://www.uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=6371:uni-iso-21500-2013-guidaalla-gestione-progetti&catid=170&Itemid=2612
http://www.apprendimentocooperativo.it/Il-coop-learning/approfondimenti/Differenze-tra-lavoro-digruppo-e-lavoro-in--apprendimento-cooperativo/ca_12396.html
http://www.pensierocritico.eu/apprendimento-significativo.html
https://www.slideshare.net/OrnellaCastellano/apprendimento-cooperativo-63284282
http://store.uni.com/catalogo/index.php/uni-en-iso-9241-11-2018.html
https://www.facebook.com/communitystandards/
http://www.treccani.it/vocabolario/allievo1/
http://www.treccani.it/enciclopedia/maestro/
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