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Riassunto capitolo 1
Psicologia generale (Università degli Studi di Verona)
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CAPITOLO 1
LA PSICOLOGIA COME SCIENZA
Gli psicologi si occupano di ricerca, di insegnamento, di counseling e di psicoterapia; sono
consulenti delle aziende e delle agenzie governative per la gestione delle risorse umane, per la
progettazione di prodotti, per la pubblicità e il marketing e per gli aspetti legali; realizzano e
somministrano test di personalità, di profitto e di abilità.
Gli psicologi studiano molti fenomeni, tra cui i processi fisiologici del sistema nervoso centrale, la
genetica, gli eventi ambientali, le caratteristiche di personalità, le capacità mentali e le interazioni
sociali.
Tuttavia, la psicologia è una disciplina nuova.
COS’E’ LA PSICOLOGIA?
La psicologia è una scienza che pone l’attenzione al comportamento e la sua attenzione
principale è sulla spiegazione delle cause del comportamento.
Il termine psicologia deriva da due parole greche:
- psiche: “anima”
- logos: “discorso”
Quindi il termine psicologia significa: discorso meditato e razionale sull’anima; “la scienza della
mente”.
Agli arbori della psicologia si pensava che la mente fosse costituita da uno spirito libero e
indipendente. In seguito è stata descritta come una qualità del cervello funzionante il cui ruolo è
quello di controllare il comportamento. Così l’attenzione si è spostata dalla mente (non
direttamente osservabile) al comportamento (osservabile).
La spiegazione del comportamento
L’obbiettivo finale della ricerca psicologica è quello di comprendere il comportamento umano.
Alcuni psicologi studiano gli esseri umani; altri conducono ricerche utilizzando animali di
laboratorio.
Gli psicologi per spiegare un comportamento devono, prima di tutto, descriverlo.
Successivamente classificare e misurare il comportamento in modo da essere sicuri che differenti
psicologi in osti differenti stiano osservando lo stesso fenomeno. In seguito, scoprire le cause del
comportamento, cioè gli eventi responsabili del suo verificarsi. Gli eventi che causano altri eventi
si definiscono eventi causali.
Gli obiettivi della ricerca psicologica
Oltre alla curiosità intellettuale, lo scopo della ricerca psicologica è la promessa di riuscire a
mostrare a tutti come risolvere i nostri problemi più importanti.
Gli ambiti della psicologia
Ambiti della ricerca psicologica:
- La psicologia fisiologica: studia la fisiologia del comportamento; la fisiologia dell’organismo, in
particolare quella del sistema nervoso; coloro che si occupano di psicologia fisiologica
studiano tutti i fenomeni comportamentali che si possono osservare negli animali
(apprendimento, memoria, … ), ciò che accade negli animali è utile alla comprensione degli
eventi casuali del comportamento umano.
- La psicologia comparata: studia i comportamenti dei membri di numerose specie nel tentativo
di trovare una spiegazione in termini di adattamento evolutivo nell’ambiente. Si studiano i
fenomeni comportamentali simili a quelli della psicologia fisiologica e si occupano di pattern
comportamentali ereditari (corteggiamenti, accoppiamento, … ).
- L’analisi del comportamento: studia gli effetti degli eventi ambientali sul comportamento; si
interessano principalmente di apprendimento e motivazione e credono che una causa
importante di ogni comportamento sia la relazione fra il comportamento stesso e un evento
conseguente. I comportamenti che producono conseguenze positive tendono a essere ripetuti,
mentre quelli che producono conseguenze negative tenendo a estinguersi.
- Gli analisti del comportamento: hanno sviluppato metodologie per studiare il metodo in cui
eventi piacevoli inducono le persone a ripetere determinati comportamenti.
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- La genetica del comportamento: studia il ruolo della genetica nel comportamento; i geni che
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ereditiamo dai nostri genitori sono portatori di un piano di sviluppo cerebrale e ogni progetto è
lievemente diverso, nessun cervello è esattamente uguale all’altro. I genetisti del
comportamento analizzano le similitudini nelle caratteristiche fisiche e comportamentali di
parenti di sangue, i cui geni sono più simili di quelli di individui non imparentati fra loro.
La psicologia cognitiva: studia i processi mentali e le relative manifestazioni sul piano
comportamentale come la percezione, l’attenzione, l’apprendimento e la memoria; per gli
psicologi cognitivisti, gli eventi che causano il comportamento sono processi del cervello
umano che si verificano in risposta a determinati eventi ambientali.
Le neuroscienze cognitive: sono collegate sia con la psicologia cognitiva sia con a psicologia
fisiologica; una delle principali tecniche di ricerca delle neuroscienze cognitive è lo studio del
comportamento di soggetti con lesioni cerebrali avvenute per cause naturali; hanno costruito
numerosi test utili nella valutazione dei deficit cognitivi e comportamentali.
La psicologia dello sviluppo: studia lo sviluppo fisico, cognitivo, emotivo e sociale dei bambini;
le ricerche sullo sviluppo dei bambini hanno reso possibile identificare l’età in cui inizia a essere
presente una determinata capacità cognitiva (come la memoria).
La psicologia sociale: studia gli effetti che le persone hanno su altre persone; indagano
fenomeni come la percezione, gli atteggiamenti e le dinamiche di gruppo e i comportamenti
emotivi.
La psicologia della personalità: studia le differenze individuali nel temperamento e nelle forme
di comportamento.
La psicologia evoluzionistica: studia l’evoluzione delle specie moderne cercando di spiegare gli
aspetti cognitivi, sociali e di personalità in termini di adattamento. Gli psicologi evoluzionisti
hanno come principale guida la teoria evoluzionistica e la selezione naturale. Il compito della
psicologia evoluzionistica è quello di ricostruire le fasi di sviluppo di queste differenze e
analizzare in che modo i vantaggi adattivi che ne derivano possono spiegare il comportamento
degli esseri umani moderni.
La psicologia transculturale: studia l’impatto della cultura sul comportamento
La psicologia clinica: si occupa dei disturbi mentali e delle difficoltà di adattamento; cercano di
autore le persone e risolvere i problemi, indipendentemente dalle cause.
Ambiti della psicologia applicata:
Non tutti gli psicologi si occupano di ricerca; la maggior parte lavora al di fuori dei laboratori,
applicando i risultati delle ricerche ai problemi relativi al comportamento delle persone.
L’obbiettivo è di migliorare il funzionamento umano, soprattutto di soggetti in condizioni di stress.
- Gli neuropsicologi clinici: specializzati nell’identificazione e nel trattamento delle conseguenze
comportamentali dei disturbi e delle lesioni del sistema nervoso.
- Gli psicologi della salute: utilizzano le proprie competenze per promuovere comportamenti e
stili di vita che garantiscono la salute e per prevenire le malattie
- Gli psicologi scolastici: questi psicologi cercano di risolvere i problemi di comportamento che i
ragazzi presentano a scuola.
- Gli psicologi commerciali: aiutano le aziende che realizzano o comprano prodotti o servizi
- Gli psicologi di comunità: si occupano del benessere degli individui, persone disagiate,
all’interno del sistema sociale; cercano di promuovere un miglioramento e un cambiamento del
sistema piuttosto che esaminare il singolo individuo come un problema di per se.
- Gli psicologi delle organizzazioni: si occupano dell’ambiente di lavoro
- Gli aspetti di psicologia ingegneristica: si focalizzano sull’interazione fra persone e macchine,
studiano i macchinari più vari e usano la loro conoscenza del comportamento e delle sue cause
per aiutare i designer e gli ingegneri a progettare macchine migliori.
- Gli psicologi forensi: sono i consulenti del sistema legale e giudiziario per gli aspetti psicologici.
8 AMBITI PRINCIPALI DELLA PSICOLOGIA:
1. Psicologia generale
2. Neuropsicologia
3. Psicologia dello sviluppo e dell’educazione
4. Psicologia sociale PSICOLOGIA SOCIALE
5. psicologia del lavoro e delle organizzazioni
6. Psicologia dinamica
7. Psicologia clinica
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LA NASCITA DELLA PSICOLOGIA COME SCIENZA
La psicologia è una scienza giovane e ha visto i propri albori negli ultimi anni dell’800 in Germania.
Per capire come la scienza psicologica si è evoluta, dobbiamo rintracciare le radici nelle filosofia e nelle scienza naturali
perché questo discipline hanno fornito i metodi per studiare il comportamento umano.
Le ricerca fisiologiche della psicologia
Ognuno di noi è cosciente di esistere e siamo consapevoli di questa coscienza e tendiamo a metterla in relazione con i
nostri comportamenti.
Anche se la coscienza è un’esperienza privata, le diamo importanza nella nostra vita pubblica.
Agli arbori era consuetudine attribuire uno spirito vitale o un’anima a qualunque cosa che sembrasse muoversi o
crescere —> animismo (filosofia primitiva).
Una psicologia come scienza deve partire dalla premessa che il comportamento è strettamente governato da leggi
fisiche.
La ricerca scientifica impone dei canoni che ogni ricercatore deve seguire per contrastare interpretazioni soggettive che
porterebbero a conclusioni errate.
1. Cartesio era un filosofo e matematico francese, ritenuto il padre della filosofia moderna e della tradizione biologica
che ha portato ala moderna psicologia fisiologica; fu sostenitore di un approccio razionale inteso come un’indagine
oggettiva.
Secondo lui il mondo era un’entità
puramente meccanica che seguiva il suo corso senza alcuna interferenza divina; per comprendere l mondo, le
persone dovevano solo capire come fosse stato costruito.
Per
Cartesio gli animali erano solo creature del mondo naturale e il loro comportamento era controllato da cause
naturali e poteva essere compreso attraverso i metodi della scienza.
L’idea che aveva del corpo umano era più o meno quella di una macchina guidata da cause naturali che
producevano effetti naturali, come i riflessi: reazioni che non necessitano della partecipazione della mente ma si
verificano automaticamente.
Gli essere umani hanno una mente e quindi si distinguono dal resto del mondo; la
mente non è parte del mondo naturale e quindi obbedisce a leggi differenti.
Carteggio è un grande sostenitore
del dualismo: era convinto che tutta la realtà potesse essere ricondotta a due distinte entità, mente e materia ;
distingueva fra “sostanza estesa”, ossia i capi fisici e “sostanze pesante”, ossia la mente.
Il suo
pensiero differiva da quello dei predecessori in un aspetto importante: ipotizzava l’esistenza di un collegamento
casuale fra la mente e la sua collocazione fisica.
Cartesio sosteneva che la mente controllasse i movimenti del corpo e che il corpo attraverso gli organi di senso
fornisse alla mente informazioni su cosa stesse succedendo nell’ambiente: questa interazione, secondo lui, si attua
nella ghiandola pineale, un piccolo organo situato al centro del cervello che può essere attivata direttamente dalla
volontà.
Nella scienza, un modello è un sistema
relativamente semplice che funziona sulla base di principi noti e che è in grado di compiere almeno alcune delle
cose che un sistema più complessivo riesce a fare; il modello che utilizza Cartesio per il corpo umano è di tipo
meccanico ma, nonostante ciò, era controllato da un’entità non meccanica: la mente.
2. John Locke era un filosofo inglese e non dispensava la mente dalle leggi dell’universo materiale: al posto del
razionalismo di Cartesio promuoveva l’empirismo —> la ricerca della verità attraverso l’osservazione e l’esperienza
e rifiutava la convinzione che le idee fossero innate nella mente di un neonato; era convinto che tutta la scienza
derivasse dall’esperienza e aveva un modello o concetto della mente come tabula rasa, cioè che alla nascita le
nostre menti sono vuote e pronte per essere scritte dall’esperienza.
Locke credeva che la conoscenza si sviluppasse da legami che hanno luogo tra sensazioni semplici e primarie:
idee semplici che si combinano per formare idee complesse.
3. George Berkeley era un arcivescovo irlandese, filosofo e matematico e aveva suggerito che la conoscenza degli
eventi del mondo richiedesse anche inferenze sulla base dell’accumulo di esperienze passate.
Locke e Berkeley rifiutavano una visione cartesiana della mente e cercano di far rientrare una variabile non quantitativa,
la ragione.
4. James Mill era un filosofo scozzese e con lui l’indagine speculativa sulla mente è arrivata all’estremo opposto
dell’animismo —> al materialismo: una mente costituita interamente da materia.
Il materialismo è la convinzione che la realtà possa essere conosciuta solo con la comprensione del mondo fisico,
di cui la mente è una parte.
La premessa fondamentali è che gli essere umani siano
fondamentalmente uguali agli altri animali.
Secondo Mill la mente è passiva proprio come il corpo e risponde all’ambiente nello stesso modo; la mente è una
macchina non meno del corpo.
Le radici biologiche della psicologia
Johannes Muller, fisiologo tedesco, ha dato un contributo importante con la dottrina dell’energia specifica dei nervi.
Aveva notato che il messaggio (un impulso elettrico) trasmesso attraverso i nervi era lo stesso indipendentemente dal
contenuto.
Secondo la sua teoria se il cervello riconosce la natura di un particolare input sensoriale sulla base del nervo specifico
che trasmette il messaggio, allora forse il cervello stesso è suddiviso in settori specializzati, in cui zone differenti hanno
diverse funzioni.
Pierre Flourens, fisiologo francese, intervenne chirurgicamente sugli animali e notò che rimuovendo parti cerebrali
specifiche venivano a mancare alcune capacità —> ablazione sperimentale.
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Grazie all’ablazione sperimentale, Flourens affermò di aver individuato le regioni del cervello che controllano il battito
cardiaco, il respiro, i movimenti volontari e i riflessi visivi e uditivi.
Paul Broca era un chirurgo francese e effettuò un’autopsia sul cercevello di un uomo che aveva subito una lesione molti
anni prima: la lesione aveva privato l’uomo della capacità di parlare e Broca aveva scoperto l’aerea necessaria alla
produzione linguistica, da qui il nome, area di Broca.
Nel 1870 due fisiologi tedeschi hanno introdotto l’uso della stimolazione elettrica come strumento per mappare le
funzioni delle aree cerebrali.
Hermann von Helmholtz, fisico e biologo tedesco, ha elaborato un’opera nella quale dimostra che i fenomeni mentali
possono essere spiegati attraverso meccanismi fisiologici.
Hermann riuscì a misurare con successo la velocità dell’impulso nervoso —> 30 metri al secondo.
La ricerca di Helmholtz è stata rivelante perché ha posto le basi di una psicologia come scienza.
Ernst Weber, anatomo-fisiologo, riscontrò che la capacita dei singolo soggetti di distinguere fra due stimoli simili
seguiva leggi precise.
PRINCIPALI CORRENTI NELLO SVILUPPO DELLA PSICOLOGIA
La psicologia come senza è nata in Germania alla fine del 19° secolo con Wilhelm Wundt (primo a definirsi psicologo).
Secondo Wundt tutti gli aspetti della natura, compresa la mente umana, potevano essere studiati scientificamente.
Il suo libro Fondamenti di Psicologia Fisiologica è stato il primo libro di psicologia.
Nel 1879 ha fondato il primo laboratorio dedicato allo studio di fenomeni psicologici in Germania, a Lipsia (parte alta
della Germania).
La psicologia è nata in Germania e fu influenzata dal clima sociale, politico ed economico.
Lo strutturalismo
Wundt definì la psicologia come la “scienza dell’esperienza immediata” —> questo approccio è definito strutturalismo.
L’oggetto di studio era la struttura della mente formata da elementi di coscienza (idee, sensazioni) e il materiale di
studio era fornito da osservatori addestrati che descrivevano le proprie eserienze.
Utilizzavano il metodo dell’introspezione: consisteva nell’osservare gli stimoli e verbalizzare i propri contenuti mentali.
Lo strutturalismo è scomparso nei primi anni del ventesimo secolo e il problema principale era la difficoltà di riferire dati
sensoriali grezzi, senza la meditazione dell’esperienza personale.
Il contributo di Wundt ha dato vita alla psicologia come scienza sperimentale.
Il funzionalismo
Il Funzionalismo fu la seconda grande corrente nella psicologia ed ebbe le sue radici nella prospettiva evoluzionistica di
Darwin, il quale sottolineava l’importanza biologica dei processi naturali.
L’attenzione era focalizzata sul comportamento manifesto, osservabili, non su eventi mentali privati.
Darwin elaborò la sua teoria dell’evoluzione: secondo il concetto di selezione naturale, le conseguenze delle
caratteristiche di un animale influenzano le capacità di sopravvivenza. I biologici hanno iniziato a ricercare il significato
adattivo delle differenze fra le specie piuttosto di descriverle e classificarle.
La teoria di Darwin è stata importante perché ha messo in evidenza che il comportamento possa essere meglio chiarito
comprendendo il ruolo che esso ha nell’adattamento dell’organismo all’ambiente. Quindi anche il comportamento viene
interpretato in funzione di un contesto biologico.
Lo psicologo più importante del funzionalismo è stato lo studioso americano William James, il quale sosteneva che la
funzione del pensiero è quella di generare comportamenti adeguati.
Principi fondamentali del funzionalismo sono:
- studia le operazioni mentali, non le strutture (non ciò che la mente fa, ma cerca di capire cosa cerca di raggiungere
attraverso queste operazioni)
- i processi mentali devono essere studiati non come eventi isolati e indipendenti, ma come parti dell’attività biologica
dell’organismo
- la psicologia funzionale studia la relazione fra l’ambiente e la risposta dell’organismo all’ambiente.
Quindi ci furono 2 tipi di cambiamento:
1. Cambio dell’oggetto: si inizia a concentrare sulla struttura della mente
2. Il metodo: metodo scientifico e metodo introspettivo.
La Teoria Psicodinamica di Freud
Sigmund Freud formulò una teoria del comportamento umano che influenzò la psicologia e la psichiatria.
Iniziò come neurologo poi si interessò ai problemi comportamentali ed emotivi e iniziò a formulare la propria teoria
psicodinamica sulla personalità.
Si basava sull’osservazione dei pazienti non su esperimenti scientifici.
Diversamente dallo strutturalismo, Freud enfatizzava la funzione; le strutture mentali soddisfacevano impulsi e istinti
biologici erano il riflesso della nostra natura.
Il comportamentismo
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Il comportamentismo si interessava proprio alle azioni; i comportamentisti negavano che gli eventi mentali avessero
natura particolare e rifiutavano l’idea che questi (non essendo osservabili) dovessero essere l’oggetto della psicologia.
Credevano che la psicologia dovesse studiare i comportamenti osservabili e quindi che gli eventi mentali fossero al di
fuori del campo di indagine psicologica.
Il comportamentismo, quindi, è lo studio della relazione fra i contesti in cui le persone si trovano a vivere e il loro
comportamento.
Uno dei primi comportamentismi fu Edward Thorndike, psicologo americano che studiava il comportamento degli
animali e che aveva condotto i primi test sull’intelligenza degli animali.
Egli enunciò la legge dell’effetto: le conseguenze di un comportamento agiscono di ritorno sull’organismo stesso,
influenzando sulla probabilità che il comportamento si verifichi di nuovo; quindi se un qualsiasi comportamento da
beneficio ad un persona, questo comportamento tenderà ad essere ripetuto.
I comportamentismi vivendo la psicologia in una schema di stimolo e risposta (SR). Esempio: ogni volta che schioccate
le dite vi arrivano 50 euro nel portafoglio —> tutto il giorno scrocchiamo le dite: c’è beneficio e quindi lo ripeto.
Una figura molto importante fu Ivan Pavlov, un russo che studiava la fisiologia della digestione; si rese conto che i cani
affamati producevano un riflesso di salivazione solo alla vista dell’inserviente che portava loro il cibo.
Scoprì che un cane avrebbe prodotto un riflesso di salivazione nei confronti di qualunque stimolo arbitrario, come il
suono di una campanella, se questo fosse stato seguito, per una serie di volte, dalla somministrazione di cibo.
Con Thorndike si dava una spiegazione dell’adattabilità del comportamento di un individuo al proprio specifico
ambiente; con Pavlov, si spiega come l’organismo è in grado di apprendere relazioni di causa effetto all’interno
dell’ambiente.
Il comportamentismo nasce ufficialmente nel 1913 con Watson, il quale definiva la psicologia come lo studio oggettivo
degli stimoli dei comportamenti da essi indotti.
Uno dei sostenitori più rinomati c’è Skinner.
La Psicologia Umanistica
Gli psicologi umanistici non ritengono che la coscienza e il comportamento umano debbano essere studiati attraverso
la ricerca scientifica.
Questo approccio non ha influenzato la scienza psicologica.
La reazione contro il Comportamentismo: la Rivoluzione Cognitivista
I comportamentismi avevano ristretto l’oggetto di studio della psicologia ai comportamenti osservabili e anche loro,
come gli strutturalisti, tendevano ad analizzare il comportamento scomponendolo in sotto-livelli.
Mentre il comportamentismo diventava l’approccio dominante in psicologia, una scuola opposta di pensiero viva
iniziato a sottolineare come alcuni fattori non osservabili fossero determinanti in molte attività.
Questa corrente di ricerca inizio quando Max Wertheimer (psicologo tedesco) scrisse un articolo in cui identificava un
processo percettivo unitario da lui definito “phi”: un particolare tipo di movimento chiamato apparente perché viene
percepito pur non essendo realtà.
Wertheimer e i suoi colleghi avevano suggerito che fossero i processi psicologici a dare il senso del movimento e
avevano cercato di scoprire l’organizzazione di tali processi; avevano chiamato il proprio approccio: psicologia della
Gastalt (forma unificata).
Gli psicologi della Gastalt erano convinti che la percezione scaturisse dall’integrazione di elementi singoli.
La psicologia cognitiva studia le attività mentali in termini di elaborazione delle informazioni: le informazioni ricevute
attraverso gli organi di senso vengono “elaborate” da diversi sistemi neuroni all’interno del cervello (i ricordi).
Gli psicologi cognitivisti studiano le strutture e le operazioni mentali, senza ricorrere al metodo introspettivo utilizzato
dagli strutturalisti; utilizzano le tecniche di ricerca oggettive (come i comportamentisti).
La Rivoluzione Biologica
Nei primi anni il comportamentismo spostò la sua attenzione dai fattori biologici allo studio del comportamento.
I comportamentismi ammettevano che il cervello fosse il centro di controllo del comportamento, ma dal momento ce
non si poteva osservare cosa succedeva all’interno, bisognava trattenersi dall’inventare spiegazioni fisiologiche che non
potevano essere verificate.
Successivamente gli psicologi cognitivisti avevano ereditato dai primi comportamentismi il dubbio sul valore della
biologia per spiegare i comportamenti, così la rivoluzione cognitiva non aveva indotto un nuovo interesse nella biologia.
I progressi neurobiologici hanno, però, rivoluzionato la psicologia.
I neurobiologi (biologi che studiano il sistema nervoso), gli scienziati e gli ingegneri hanno ideato metodologie per
studiare il cervello (avvento dell’informatica e delle tecniche di neuroimmagine).
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