caricato da Isabella Tokos

La cinematografia del Neolitico - articolo di Isabella Tokos per giornalino (Articolo 21, gennaio 2018) - Liceo classico T.Tasso Roma

LA CINEMATOGRAFIA DEL... NEOLITICO
I disegni dell'uomo della pietra si muovono alla luce del sole!
Nel nord-ovest della Russia, a Bessov-Noss (un promontorio sulla costa
orientale del lago Onega) nel XVI secolo sono stati scoperti una serie di
petroglifi a decorazione del promontorio, risalenti a circa 5000-6000 a.C.
Alcuni monaci ortodossi erano arrivati lì, dove si fermarono colpiti da un'
immagine; gigantesca. Quell'immagine raffigurava ai loro occhi un demone
dalla testa quadrata e dal corpo antropomorfo, diviso in due da una spaccatura
nella pietra; li spaventò così tanto da far loro incidere una croce accanto come
per chiedere la protezione divina. Ma loro non rimasero ad approfondire quella
scoperta, nemmeno per osservare gli altri disegni più piccoli nei dintorni.
E proprio quei disegni avrebbero suscitato ulteriormente l'interesse, fino
all'ossessione, di molti studiosi.
Le prime incisioni furono (ri)scoperte e studiate dal curatore del Museo di
Mineralogia di San Pietroburgo, Konstantin Grevingk, nel 1848, e poi, all'inizio
del XX secolo, dal ricercatore svedese Guastaf Halström.
Era interessante constatare che su una cresta non molto alta del lago di Onega ci
fosse un così esteso sito archeologico, lungo 20 km. Ma un quesito intrigò tanti e
per tanto tempo.
Le rive del lago sono tuttora rivestite di lastre di granito che l'acqua ha lucidato
offrendo vaste superfici adatte alle incisioni. Tuttavia, nessuna di queste lastre è
incisa, al contrario di quelle situate sulla battigia. Perciò, i petroglifi sono coperti
quasi sempre da una pellicola di acqua. Tale scelta sembrava però illogica. Ci
sarebbe dovuto essere un motivo valido nello scalfire le lastre bagnate e non
quelle asciutte, rendendo in questa maniera il lavoro più difficile; ma la ragione
non si trovava.
La stessa domanda si era posto anche un giovane storico russo, Laușkin. Giorni
e giorni rimaneva lì a osservare, con l'unico scopo di trovare una spiegazione,
fin quando, a un certo punto, trovò la risposta. Una sera, proprio quando stava
per andarsene, al tramonto, i petroglifi presero vita. Il cacciatore colpiva con la
sua lancia il lupo, senza sbagliare mira. Il mago cavalcava un cigno partendo per
il suo viaggio. Le giraffe incominciavano a correre, le barche prendevano a
dondolare, i pesci a nuotare nei fiumi... Ma lo spettacolo non durò a lungo, e
ogni personaggio tornò alla sua immobilità iniziale. Il giorno seguente, alla
stessa ora del tramonto, le figure incise ricominciarono a muoversi. L'incisore
del Neolitico non avrebbe potuto spiegare meglio ciò che oggigiorno si sa circa
la proprietà rifrangente dell'acqua oppure riguardo al ruolo di riflettore oscillante
che essa assume in movimento. La spiegazione non avrebbe saputo darla, ma la
sua osservazione non poteva essere altro che giusta. Quanto tempo gli era
servito per arrivare a una tale conclusione? Poiché solo in un momento preciso
della giornata si può ottenere l'effetto desiderato. Quel momento poco prima del
tramonto, in cui un raggio di Sole incontra un altro raggio di luce riflesso nel
lago. E per far sì che le figure prendano vita, bisogna inoltre guardare il tutto da
un'angolazione precisa per cogliere l'incontro dei raggi che crea l'illusione del
movimento. Un'intelligenza tecnica e artistica nella realizzazione di questi
petroglifi, in cui la distanza tra il gesto fisso e quello che si deve animare è stata
calcolata con una precisione tale che il cacciatore non manca il suo bersaglio o
che il mago riesce a volare sul cigno! Una tecnica arrivata alla perfezione.
Pertanto, la cinematografia è nata dall'acqua e i primi cartoni animati risalgono
all'Età della Pietra! A Bessov-Noss sono stati trovati all'incirca 600 “nastri”,
ognuno con il suo cortometraggio. Uno di essi, con non meno di 58 disegni, o
meglio dire sequenze, è stato presentato al Museo statale Ermitage di San
Pietroburgo.
Il Neolitico si presenta senza dubbio come un' era della scienza, un periodo in
cui l'uomo e l'innovazione si incontrano.
Isabella Tokos