ITALIA CRIMINALE DEI MISTERI - Professione detective Criminal and Private Investigations ANTEPRIMA ITALIA CRIMINALE DEI MISTERI “PROFESSIONE DETECTIVE” Premessa – Introduzione e un Capitolo del libro Fabio A. Miller Dondi Italia Criminale dei Misteri “PROFESSIONE DETECTIVE” “Criminal and Private Investigations” Un ex Agente della Criminalpol racconta… Casi aperti e fatti di Cronaca degli ultimi cinquant’anni L’esperienza con TOM PONZI, il più celebre detective italiano e quella con i Commissari Nardone, Montesano, gli Isp. Petronella, Daugenti e altri ANTEPRIMA ITALIA CRIMINALE DEI MISTERI “PROFESSIONE DETECTIVE” Collana Vita Vissuta Avvertenza Avvertiamo i gentili lettori che per ragioni di ottimizzazione editoriale, il progetto digitale “Italia Criminale dei Misteri” è diviso in tre distinti volumi. In questa anteprima che offriamo gratuitamente ai lettori per far capire meglio come è strutturato il libro che è costato più di due anni di studio e ricerca all’autore e al curatore, illustreremo il contenuto delle tre diverse parti dell’opera con dettagli e riferimenti. Al termine di questa nota editoriale proporremo la Premessa, l’Introduzione e due capitoli del libro che riteniamo tra i più interessanti ed avvincenti, quello dedicato al noto investigatore italiano Tom Ponzi che parla delle sue tecniche di investigazione e svela alcuni segreti della sua professione e la pagina relativa alle vicende di Terrazzano che videro coinvolto il celebre detective in prima persona in occasione della liberazione di un’intera scolaresca sequestrata da due pazzi criminali. Fatto di cronaca che riempì le pagine d tutti i giornali negli anni ’60 e fece molto scalpore all’epoca. °°° La prima parte del libro “Italia Criminale dei Misteri – Professione detective” riguarda gli aspetti puramente didattici della professione di investigatore privato. Pertanto è particolarmente consigliato a tutti coloro che sono più direttamente attratti e interessati al misterioso e affascinante mondo dell’investigazione e all’esercizio dell’attività di detective privato. Si tratta di circa 200 pagine in cui l’autore racconta la sua esperienza professionale come agente della Criminalpol nel capoluogo lombardo all’inizio degli anni ’70 e la sua successiva attività di investigazione come detective privato con le sue agenzie di Milano, Forlì, Ravenna e Ferrara. Nel corso della presentazione delle sue esperienze in Polizia e come investigatore, Fabio Miller Dondi, dedica un'ampia sezione di questa prima parte del libro ai consigli, ai suggerimenti e fornisce anche qualche utile segreto ai lettori per svolgere professionalmente l’attività di investigatore privato. La seconda parte del libro “Italia Criminale dei Misteri – Professione detective” e riguarda invece i fatti di cronaca più eclatanti degli ultimi cinquant’anni. Nel primo volume del trittico dedicato alle nostre investigazioni criminali, l’autore ha presentato, attraverso episodi chiave della sua professione vissuti in prima persona alla Criminalpol e come detective privato, i momenti più significativi della sua carriera di investigatore. Nella seconda parte l’attenzione del lettore viene dirottata sui numerosi casi di nera, molti dei quali irrisolti, che hanno riempito le pagine dei quotidiani e dei rotocalchi. In particolare, l’autore Fabio A. Miller Dondi, ha dedicato alcuni capitoli ad episodi di cronaca giudiziaria di grande risonanza come ad esempio, la Rapina di Via Osoppo avvenuta a Milano nel 1958 e quella di Via Montenapoleone sempre nel capoluogo lombardo nel 1964, che vennero definite le “rapine del secolo”. Tra gli altri casi citiamo, quello che riguarda i più significativi interventi della Squadra Mobile milanese, che negli anni ’70-80 ha messo in campo le sue migliori forze per la cattura della spietata Banda Vallanzasca che in quell’epoca ha dominato la scena del crimine lombardo in concerto con l’eterno rivale Francis Turatello, leader della omonima gang. Parleremo anche della rocambolesca cattura della Banda Cavallero che aveva compiuto una lunga serie di rapine in Banca nelle province di Milano e Torino, dei drammatici eventi di Terrazzano avvenuti nel lontano ’56, che coinvolsero anche il celebre detective privato Tom Ponzi che contribuì in prima persona alla risoluzione del caso, che vide un’intera scolaresca sequestrata per ore da due pazzi criminali: i fratelli Arturo ed Egidio Santato, del delitto della Cattolica, che l’autore analizza approfonditamente con le opportune citazioni di fatti, eventi, immagini ed altra esclusiva documentazione e che ritiene possa verosimilmente ricondursi ai delitti del cosiddetto “Mostro della Stazione”. Vale la pena di ricordare anche quello i casi di Simonetta Cesaroni e prima ancora quelli della prostituta Martine Beauregard, detta la “bella parigina” uccisa a Torino nel 1969 e recentemente tornato agli onori delle cronache con un colpo di scena che riguarda i presunti autori di quel terribile delitto. Ampio spazio è dedicato anche ai casi del Commissario Calabresi ucciso da esponenti di “Lotta Continua” nel 1972, al misterioso e controverso caso della sparizione di Ylenia Carrisi, figlia di Albano e Romina Power, del cantautore Luigi Tenco che pare si sia suicidato in circostanze misteriose all’Hotel Savoy durante i giorni dedicati al Festival di Sanremo, edizione del ’67 e del quale si di nuovo recentemente parlato in molte trasmissioni TV. Informiamo i lettori che questa seconda parte del libro “Italia Criminale – Professione detective” è stata particolarmente arricchita con una serie di immagini e fotografie inedite mai pubblicate da nessuna fonte giornalistica che costituiscono un’esclusiva rilevante che aggiunge ulteriore valore storico e documentale all’intera opera. Si tratta di circa 300 pagine in cui l’autore racconta la sua esperienza professionale come agente della Criminalpol nel capoluogo lombardo all’inizio degli anni ’70 e la sua successiva attività di investigazione come detective privato con le sue agenzie di Milano, Forlì, Ravenna e Ferrara. Nel corso della presentazione dei vari fatti di cronaca, Fabio Miller Dondi, dedica un'ampia sezione di questa seconda parte del libro ai casi a cui egli stesso ha collaborato in prima persona con i colleghi della Criminalpol milanese e successivamente come investigatore privato. Annotiamo che l’autore, in particolare nei fatti di cronaca occorsi nel primo quinquennio degli anni ’70, presume di aver scoperto l’esistenza di un probabile omicida seriale che lui stesso ha definito “Il mostro della stazione” ritenuto responsabile di una decina di cruenti omicidi avvenuti nella zona della Stazione centrale di Milano. Tra questi, vale la pena di ricordare l’assassinio di Adele Margherita Dossena, madre della nota attrice Agostina Belli, uccisa nel febbraio del ‘70. La terza parte del libro “Italia Criminale dei Misteri …” riguarda invece la descrizione dei profili dei più celebri poliziotti italiani, dei nostri più noti investigatori e di alcuni conosciutissimi ispettori delle Polizie straniere. In particolare, l’autore Fabio A. Miller Dondi, ha dedicato alcuni capitoli al noto investigatore Tom Ponzi, considerato il detective n. 1 in Italia e ad altri celebri poliziotti stranieri tra cui l’ispettore Thomas Butler e Anna Maria Albert Labro. Tra le figure di Commissari presenti nell’opera spicca quella di Mario Nardone che negli anni ’60 ha creato la Criminalpol italiana, Giuseppe Montesano, l’indimenticabile Commissario di Torino, Achille Serra, l’irripetibile “superpoliziotto” di Milano, che ha contribuito in prima persona a smantellare la famigerata “Banda Vallanzasca”. Ampio spazio è dedicato anche ad alcuni fra i più celebri marescialli che la Polizia italiana ricordi. Ne citiamo alcuni: Arnaldo Petronella, Ferdinando Oscuri, Nino Giannatasio, Renato D. Blasina, Sergio Bazzega e Domenico Daugenti. Informiamo i lettori che la terza parte del libro “Italia Criminale dei Misteri – Professione detective” è stata particolarmente arricchita con la citazione di una serie di episodi, alcuni dei quali esclusivi e provenienti da attendibili e riservate fonti confidenziali, che non sono mai stati pubblicati da nessuna testata giornalistica e quindi costituiscono un’esclusiva rilevante che aggiunge ulteriore valore storico e documentale all’intera opera. Si tratta di circa 400 pagine in cui l’autore racconta la sua esperienza professionale come agente della Criminalpol nel capoluogo lombardo all’inizio degli anni ’70 e la sua successiva attività di investigazione come detective privato con le sue agenzie di Milano, Forlì, Ravenna e Ferrara. Nel corso della presentazione delle numerose figure di personaggi della nostra Polizia e dell’investigazione italiana, Fabio Miller Dondi, dedica un'ampia sezione della terza parte del libro a due esclusivi Memoriali concessi all’autore da due stimatissimi colleghi, i marescialli Petronella e Daugenti, che descrivono tanti aspetti della loro straordinaria carriera nella Polizia italiana e le numerose esperienze vissute direttamente sul campo e per le quali hanno fornito un prezioso contributo professionale. Un capitolo è infine dedicato ad alcune tra le migliori donne poliziotto italiane degli ultimi 30 anni, che al pari degli uomini, hanno dato prova di grande capacità investigativa e serietà professionale. Afferma l’autore: “ho voluto dare risalto alla nostra Polizia Femminile citando alcuni personaggi che non dimenticherò mai. Tra questi i Commissari Daniela Stradiotto e Alessandra Bucci e poi le Ispettrici Stefania De Bellis e Silvia Fabi che si sono particolarmente distinte per innumerevoli e brillanti operazioni di P.G. Nulla da invidiare ai colleghi maschi! Nelle prossime pagine riportiamo l’indice dell’opera che darà modo ai lettori di capire come è strutturato l’intero progetto editoriale. Ringraziamenti Un particolare ringraziamento va al curatore del libro, il giornalista pubblicista ferrarese Beppe Amico, che grazie alla sua vasta esperienza nel campo editoriale, alla sua competenza e alla sua professionalità, mi ha seguito in tutte le fasi del processo di produzione e mi ha consigliato come organizzare l’iter di pubblicazione dall’idea creativa, fino alla distribuzione finale dell’opera sul mercato. Essendo io alla mia prima esperienza come autore, i suoi consigli mi sono stati utilissimi, l’assistenza prestata si è rivelata davvero preziosa, soprattutto riguardo alle numerose tematiche editoriali e alle strategie editoriali che sono state curate con grande competenza e preparazione. Alcune sue idee tecnologicamente innovative, hanno sicuramente arricchito di un valore aggiunto l’intera opera che vi propongo con comprensibile orgoglio. Fabio A. Miller Dondi Ferrara, gennaio 2018 Note editoriali “Viviamo in un mondo malvagio, e quando un individuo intelligente decide di dedicarsi al crimine, è davvero la cosa peggiore” (Arthur Conan Doyle), Le avventure di Sherlock Holmes, 1892. Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare (Sherlock Holmes). Autore: Fabio A. Miller Dondi Edizione stampata: Lulu Enterprise America – StreetLib Edizione e-book: StreetLib Copertina: Beppe Amico per Ega web design Immagini: pixabay.com – archivio privato dell’autore Pagina Facebook: www.facebook.com/fabiomillerdondi Email: [email protected] © Copyright 2018: Proprietà letteraria riservata Indice Dedica ................................................................................. Ringraziamenti ................................................................ Note editoriali .................................................................. Disclaimer ......................................................................... Indice................................................................................... Premessa............................................................................ Introduzione ..................................................................... 2 AGOSTO 1980 ORE 10,25 – STRAGE ALLA STAZIONE ...... Una spirale di violenza si spandeva incontrollata ..... Prima parte ....................................................................... PROFESSIONE DETECTIVE ............................................................ Capitolo 1° - Oppio nella stiva ..................................... IL COMMISSARIO BENEFORTI E IL MARESCIALLO BLASINA SVENTANO UN TRAFFICO DI DROGA INTERNAZIONALE ................. Capitolo 2° - Detective Story ........................................ UN EX AGENTE DELLA CRIMINALPOL RACCONTA .................... Chi è Fabio Miller Dondi ........................................................ Novità nel campo investigativo .......................................... Impronte digitali e tecniche di rilevamento della Polizia Scientifica ........................................................................... Ritrovamento di una ragazza scomparsa Cos’era la Criminalpol? Sciolta la Criminalpol ............................................................. Che altro troverete in questo libro .................................... Capitolo 3° - Professione Detective ........................... QUALITÀ, ATTITUDINI, CARATTERISTICHE DELL’INVESTIGATORE PRIVATO ........................................................ I settori di intervento dell’investigazione privata ..... Servizi di osservazione, controllo dinamico e sicurezza personale ....................................................................... Obiettivi fissi................................................................................ Obiettivi in movimento ........................................................... Le nuove normative nella professione di detective privato ................................................................................................. Capitolo 4° - Codice deontologico PROFESSIONE INVESTIGATORE PRIVATO ................................... Codice deontologico dell’investigatore privato........... Umberto Rocca .......................................................................... Capitolo 5° - Agente di P.S. ............................................ CARATTERISTICHE DEL BUON AGENTE DI POLIZIA .................. La Relazione di Servizio I rilievi tecnici sul luogo del reato Capitolo 6° - Omicidio .................................................... ART. 575 DEL CODICE PENALE. OMICIDIO Capitolo 7° - Bruno Argentini ...................................... UN ESPERTO DI SICUREZZA .......................................................... Un seminario per aspiranti detectives Le motivazioni del Seminario.............................................. Seconda parte ................................................................... INVESTIGAZIONI CRIMINALI ......................................................... Capitolo 8° - Torino nera L’OMICIDIO DI MARTINE BEAUREGARD, DETTA LA “BELLA PARIGINA”, UN CASO IRRISOLTO I giornali di allora titolarono: “Nuda in un fosso” ..... Il personaggio Carlo Campagna ........................................ L'insospettabile assassino ..................................................... Gli sviluppi del caso “Martine” dell’ultima ora Capitolo 9° - La prostituzione in Italia MILANO E TORINO: UN VERO AFFARE PER LA CRIMINALITÀ .. Una delle tante ragazze racconta ..................................... Ugo Brignoli ................................................................................ Un'altra ragazza racconta ................................................... La morte cammina con i tacchi a spillo La bella di notte in pelliccia Il fenomeno delle “baby gang” ............................................ Capitolo 10° - La dama in rosso .................................. L'ASSASSINO NON SEMPRE È IL MAGGIORDOMO ....................... IL DELITTO DI FRANCA DEMICHELA ........................................... Torino 14 settembre 1991 .................................................... Capitolo 11° - Il delitto di Olga Julia Calzoni UN CASO RISOLTO A TEMPO DI RECORD ..................................... I compagni di classe di Julia raccontano Capitolo 12° - Salvina Rota ........................................... IL GIALLO IRRISOLTO DI UNA GIOVANE COMMESSA MILANESE La triste storia di Salvina Capitolo 13° - Jo le Maire............................................... LA MENTE DELLA CELEBRE RAPINA DEL SECOLO .................... Ancora su Jo le Maire Capitolo 14° - Via Montenapoleone ........................... LA RAPINA DEL SECOLO ............................................................... Alcuni interessanti dettagli sulla rapina in Via Montenapoleone ............................................................................. Foto esclusiva della Rapina del Secolo Capitolo 15° - Christa Wanninger .............................. LA BELLA TEDESCHINA ................................................................. Il caso di Christa Wanninger Chi era Christa Wanninger ................................................... Capitolo 16° - Delitto Mancini ..................................... LA STORIA ORMAI DIMENTICATA DI UN BRIGADIERE DI POLIZIA Nota informativa Capitolo 17° - Omicidio Martirano ............................. FORSE, UN CLAMOROSO ERRORE GIUDIZIARIO? ........................ L’iter d’indagine ........................................................................ Capitolo 18° - Assassinio all’Università.................... IL DELITTO DELLA CATTOLICA .................................................... Il delitto Dossena ...................................................................... Un Serial Killer a Milano, oppure un “mostro” occasionale?...................................................................................... La vicenda di Valentina Masneri Tribolati Omicida seriale a Milano (1970-1975) ........................... Innovativi metodi investigativi degli anni ‘70 Capitolo 19° - Rosso come il sangue .......................... ALTRI CASI IRRISOLTI DEGLI ULTIMI 30 ANNI .......................... Il delitto di Via Poma............................................................... Due misteri di quell’intricato giallo Katharina Miroslawa, la ballerina polacca – Delitto Carlo Mazza ...................................................................................... Il delitto di Margherita Magello......................................... L’omicidio di Cinzia Sistopaoli Casi irrisolti di cui mi sono occupato come detectiv . Il delitto di Misano Adriatico Capitolo 20° - 1991 - Il Giallo dell’Olgiata ............... L’OMICIDIO DELLA CONTESSA ALBERICA FILO DELLA TORRE Capitolo 21° - Il gobbo dell’Ortica IL NANO RIPUGNANTE ................................................................... Capitolo 22 – Renato Vallanzasca .............................. DETTO IL BEL RENÈ ...................................................................... Vallanzasca e l’ennesimo tentativo di fuga................... Arresto di Roberto Vallanzasca.......................................... Paura dei criminali. Testimonianza di uno sfortunato negoziante ......................................................................................... Capitolo 23° – Ylenia Carrisi ........................................ MISSING GIRL IN USA '94 ........................................................... La tragica e misteriosa sparizione di Ylenia Carrisi, il caso che tutti gli investigatori del mondo avrebbero voluto risolvere................................................................................ La tragica scomparsa dell’attrice Natalie Wood ....... Capitolo 24 – Le rose insanguinate di Lolita........... IL DELITTO DI GRAZIELLA FRANCHINI ....................................... Capitolo 25 – Ciao, amore, ciao LUIGI TENCO – MORTE ALLA STANZA 219................................ Terza parte ........................................................................ I GRANDI NOMI DELL’INVESTIGAZIONE ...................................... Capitolo 26° ....................................................................... AGENTI DI POLIZIA, INVESTIGATORI E DETECTIVE PRIVATI .. Capitolo 27° - Tom Ponzi LO SHERLOCK HOLMES ITALIANO .............................................. A tu per tu con Tom Ponzi .................................................... Le principali tappe della sua carriera ............................. Il pedinamento secondo Tom Ponzi Il pedinamento all’americana ............................................. Capitolo 28° - Le vicende di Terrazzano .................. UN GRANDE ATTO EROICO CHE GLI VALSE UNA FAMA MONDIALE ............................................................................................ Una domenica autunnale a Venezia - un caso di infedeltà coniugale ........................................................................ In piazza S. Marco a Venezia per conto di Tom Ponzi Capitolo 29° - Giuseppe Montesano........................... C’ERA UNA VOLTA UN COMMISSARIO ......................................... Capitolo 30° - Mario Nardone ...................................... IL COMMISSARIO CHE FONDÒ LA CRIMINALPOL........................ Luciano Lutring ......................................................................... Capitolo 31° - “Dal Gin la verità”................................. MEMORIE E RACCONTI DEL COMMISSARIO NARDONE Capitolo 32° - Guerra ai Kidnappers ......................... I RAPITORI DI BAMBINI Capitolo 33° - La lunga notte di Nardone ................. LA BANDA DEL LUNEDÌ Capitolo 34° - Arnaldo Petronella e Ferdinando Oscuri....................................................................................... RIUNITI DA UNO STESSO DESTINO ............................................... Riuniti da uno stesso destino ............................................... Ferdinando Oscuri – “Il Maresciallo d’acciaio” ........... Anniversario della morte del Commissario Calabresi Come si può rubare un’opera di Leonardo Da Vinci? Capitolo 35° - Arnaldo Petronella IL CACCIATORE DI FALSARI E TRUFFATORI ................................ Arnaldo Petronella, la mia storia ...................................... Rapina di via Montenapoleone. Quelli della “Mobile” Falsificazione franchi svizzeri Falsificazione obbligazioni IRI ........................................... Capitolo 36° - Antonio Scorpaniti............................... SQUADRA MOBILE – 1° SEZIONE OMICIDI - QUESTURA DI MILANO ................................................................................................ La sua straordinaria carriera Capitolo 37° - I Commissari della Mobile................. NOMI ILLUSTRI DELL’INVESTIGAZIONE ...................................... Milano: “la gente ci chiami anche soltanto per un sospetto” ............................................................................................. Il Commissario Achille Serra, dirigente della Squadra Mobile di Milano La Sindrome di Stoccolma - Il caso Gaby Kiss Maerth Antonio Fariello ........................................................................ Capitolo 38° - Renato Dusan Blasina ......................... IL MARESCIALLO CHE AGIVA SOTTO MENTITE SPOGLIE ........... "Gli 007 della Criminalpol hanno colpito ancora" Errore. Il segnalibro non è definito. Il Giallo “Reverberi” ................................................................. La bisca clandestina ................................................................ Sgominata una banda di falsari......................................... Il fabbricatore di lingotti d’oro: episodio vissuto dall’ag. Dondi ................................................................................... “Il sergente spagnolo” Capitolo 39° - Nicola Longo .......................................... A CACCIA DI DROGA TRAVESTITO DA HIPPY ............................... "A caccia di droga travestito da hippy" Capitolo 40° - Pietro Sgarra ......................................... IL SUPERCOMMISSARIO ................................................................ Pietro Sgarra "un vero gentlemen" .................................. Capitolo 41° - La cattura di Cavallero ....................... ATTO EROICO DEL GIOVANE CARABINIERE GIUSEPPE GIORDANO ............................................................................................ Cattura della Banda Cavallero e morte di Giorgio Grossi ................................................................................................... Capitolo 42° - Sergio Bazzega ...................................... “IL SERPICO” DELLA CRIMINALPOL Ennio Gregolin – il Maciste della “Mobile” Capitolo 43° - Domenico Daugenti ............................. LO 007 DELLA “CRIMINALPOL” HA COLPITO ANCORA Domenico Daugenti, detto “Mani d’acciaio” ................. MEMORIALE ............................................................................... DOMENICO DAUGENTI MARESCIALLO DI I° CLASSE SCELTO DELLA POLIZIA DI STATO Giugno 1967: Arresto di un evaso con il quale ebbi una violenta colluttazione. Giugno 1968: arresto di una banda di falsari. Estate 1968: Arresto di un noto mafioso........................ Giugno 1969: Arresto di un ex poliziotto degli Stati Uniti su cui pendeva una taglia di 2.500 dollari. Dicembre 1969: Omicidio premeditato. ......................... Giugno 1970: Arresto di una banda di falsari.............. Giugno 1970: Arresto di tre cittadini stranieri per commercio di droga. ..................................................................... Settembre 1970: Arresto di una banda di falsari. ...... Inverno 1970: arresto di un trafficante di droga. ...... Inverno 1970: Arresto di un omicida, a scopo di rapina .................................................................................................. Marzo 1971: Arresto di una banda di rapinatori....... Primavera 1971: Arresto di un evaso. Settembre 1971: Arresto di tre grossi pregiudicati... Febbraio 1972: Arresto di un estorsore che ricattava una coppia di coniugi molto noti a Milano. ........................ Ottobre 1972: Arresto di un ricercato per omicidio. Anno 1973 - altri arresti per droga e falsificazione di franchi svizzeri. ............................................................................... 2 dicembre 1974: la fine della carriera. Milano, P.zza Duomo. ................................................................................................ Capitolo 44 - Racconti di un Commissario .............. “LA RAGAZZA BIONDA DEL LAGO" ............................................... Capitolo 45° - Luigi Calabresi ...................................... "MORTE DI UN COMMISSARIO" GIUSTO E RESPONSABILE ....... Una morte annunciata ........................................................... Le squallide e minacciose scritte sui muri ..................... Capitolo 46° - Thomas Butler ...................................... IL NARDONE LONDINESE .............................................................. UN DETECTIVE STRAORDINARIO DI SCOTLAND YARD ............. Capitolo 47° Annamaria Albert-Labro...................... LA 007 PARIGINA IN GONNELLA ................................................. Capitolo 48° – 113 – Servizio “Volanti” ..................... IL PRONTO INTERVENTO DELLA POLIZIA DI STATO Capitolo 49° - Commissari di Polizia I CAPI DELLE PIÙ IMPORTANTI SQUADRE MOBILI ITALIANE .. Mario Nardone........................................................................... Giuseppe Montesano Enzo Caracciolo ......................................................................... Achille Serra ................................................................................ Salvatore Palmeri ..................................................................... Ugo Macera ................................................................................. Nicola Scirè .................................................................................. Alberto De Luca ......................................................................... Angelo Costa ............................................................................... Nicola Cavaliere Michele Giuttari Capitolo 50° – Le donne Poliziotto ............................. DETERMINATE, SICURE E SUPER EFFICIENTI Silvia Fabi: il tragico destino di “Miss Polizia Italiana” Milena Costa................................................................................ Conclusione ....................................................................... Web grafia ......................................................................... Colonna Sonora “Italia Criminale” ............................. Bibliografia........................................................................ Altri libri che potrebbero interessarti ..................... Premessa "Ogni società ha il tipo di criminali che si merita", affermava nel 1964 Robert Kennedy in "The Pursuit of Justice". Ed è proprio così. La criminalità e coloro che la praticano sembrano essersi evoluti al punto che non possiamo fare a meno di constatare che i fatti delittuosi commessi fin dalla notte dei tempi, hanno una loro radice in ciò che l'uomo è in quel preciso momento storico nel quale è inserito. Fronte di un biglietto di auguri che È un'evidenza che sta ricevetti alla Scuola di Polizia negli sotto gli occhi di tutti e anni ‘70. che domina la scena del mondo. Una cosa erano i crimini commessi dai nostri progenitori, altra invece quelli compiuti dalle ultime generazioni. Eppure qualunque delitto, qualsiasi reato che infranga i codici legislativi di uno Stato ha indubbiamente una matrice comune: il desiderio di potere e di dominio, la sete di denaro e ricchezze (poi ci sono anche i delitti passionali e vendicativi che ledono il prestigio e l'onore delle persone). Ricercare le cause che portano a commettere un crimine non è lo scopo che ci prefiggiamo di raggiungere con questo libro. Ci limiteremo a narrare fatti di cronaca, episodi delittuosi legati al crimine, casi che hanno dominato la scena per molti anni destando grande interesse e morbosità. Tanti di essi restano ancora oggi irrisolti. Ma non faremo solo questo. Nel nostro viaggio nel mondo del crimine, cercheremo anche di raccontare le esperienze e i ricordi di un ex agente della Criminalpol di Milano, un importantissimo ufficio investigativo creato negli anni '60 dal famoso Commissario Mario Nardone, il più celebre "Poliziotto" che l'Italia abbia mai avuto dagli anni '50 fino ai giorni nostri e anche delle tante vicende vissute con i molti colleghi che ogni giorno lavoravano al suo fianco. Parleremo anche del Commissario Giuseppe Montesano, ricordato dagli addetti ai lavori per la risoluzione di tanti casi e personaggio molto conosciuto soprattutto a Torino dove ha svolto una significativa attività investigativa come Capo della “Squadra Mobile” e di Tom Ponzi, forse il più celebre detective privato del nostro Paese, chiamato dagli addetti ai lavori “lo Sherlock Holmes italiano”. In questo libro parleremo oltre che dell’uomo che ha creato la Criminalpol, anche di un altro pezzo da novanta nel campo dell’investigazione, l’ispettore Arnaldo Petronella, personaggio molto noto negli ambienti della Questura di Milano. Per ciò che riguarda Nardone, chi non ricorda i casi più eclatanti da lui Una vecchia foto del 1919 di mio risolti? Quello della banda nonno materno Ildebrando G. Dardi maresciallo dei Carabinieri, di via Osoppo, ad esempio, deceduto in Africa nel 1930 a che nel lontano 1958 mise causa della malaria. a segno la rapina del secolo, con un bottino di oltre 114 milioni di lire quasi interamente recuperati (oggi sarebbero miliardi) e che assicurò alla Giustizia tutti e sette gli esecutori. La rapina fu commessa ai danni di un furgone portavalori della Banca Popolare di Milano il 28 febbraio '58 e suscitò grande clamore. Fu un vero capolavoro della "Mobile" milanese. Nel corso della rapina, i banditi non spararono un solo colpo. I sette esecutori vennero arrestati nel giro di pochi mesi. Il capo banda e la mente del colpo fu Enrico Cesaroni poi catturato in Venezuela a Caracas, dove si era rifugiato con parte del malloppo. La “gang” aveva affittato un box a Milano in Via Chinotto 40 dove aveva nascosto una parte del denaro e una vettura utilizzata per la fuga. Qualcuno di voi forse ricorderà anche il caso di Rina Fort, una donna friulana che lavorava a Milano negli anni '40, la quale si rese responsabile di uno dei più efferati delitti che la nostra storia criminale ricordi. Per questioni di gelosia massacrò a sprangate la Foto di Mario Dondi, padre dell’autore, quando prestava moglie del suo amante e i servizio nella “Fanteria” suoi tre bambini, in un dell’esercito italiano. appartamento di via S. Gregorio a Milano, dalle parti della stazione centrale. Le indagini e gli interrogatori furono condotti magistralmente da colui che tutti chiamavano "Il Maigret Italiano", Mario Nardone, capo della “Mobile” milanese. Ma prima di tutto, all’inizio della nostra analisi nel mondo del crimine degli ultimi cinquant’anni, dobbiamo imparare a conoscere l’autore Fabio Miller Dondi, che ha vissuto alcuni di questi casi scottanti di cui si parlerà in questo libro. Dondi ricorda che fu il padre Mario ad incoraggiarlo ad arruolarsi nella Polizia. “Papà era un militare di stanza a Palermo e quindi anche per lui come lo fu per me, servire il proprio paese prestando servizio Bellissimo profilo del mio indimenticabile pastore nell’esercito o in qualche corpo tedesco Rox che ha vissuto di Polizia era un grande onore. con me per oltre 14 anni. Ricordo anche che fu molto Tante volte mi ha accompagnato nella mia fiero di me quando entrai nella attività e mi manca Criminalpol come tantissimo. giovanissimo agente”. Dondi afferma di essersi arruolato nella P. S. nel 1969 e di aver successivamente frequentato una Scuola di Polizia giudiziaria investigativa a Peschiera del Garda fondata da Mario Nardone che poi divenne il dirigente della Criminalpol di Milano. L’autore dice di aver avuto alcune esperienze molto significative all’inizio della sua breve carriera che gli sarebbero servite tantissimo nel settore investigativo privato per svolgere la sua attività. “Successivamente, dopo aver frequentato la Scuola “Pol.G.A.I.” a Roma – ricorda – sono arrivato alla Criminalpol lombarda. Ai quei tempi, il dirigente era il vice-questore Bruno Gandolfo che già conoscevo. Tra i funzionari di quel periodo ricordo molto bene i commissari Romeo Viola e Ulderico Rainone. Naturalmente anche tutti gli altri dirigenti che si susseguirono nel corso degli anni, come ad esempio il già citato Gandolfo, poi il vice questore Pietro Sgarra che veniva dalla “Squadra Mobile” di Torino e i tantissimi agenti e sottufficiali che ho conosciuto e con i quali ho condotto diverse operazioni di P. G.”. In questo libro tratteremo fatti di cronaca, rivolgeremo la nostra attenzione a casi clamorosi e ormai dimenticati nella convinzione che possano essere un utile strumento per le nuove generazioni che si apprestano ad interessarsi di criminologia e investigazioni. A vantaggio di questi ultimi abbiamo pensato di dedicare anche ampio spazio alla professione di detective privato, mestiere affascinante che il protagonista di questo libro ha esercitato con dedizione e grande passione. Fin qui abbiamo dato Un’immagine di Fabio Miller Dondi a cinque anni, ritratto solo un cenno di ciò che i con la madre in una vecchia lettori troveranno in questa foto degli anni '50. analisi dedicata al crimine e alla cronaca nera dell’ultimo cinquantennio, ma ci teniamo a dire che Dondi ha svolto soprattutto la professione di investigatore privato della quale cercheremo di capire qualcosa di più, soprattutto riguardo all’attività da lui svolta nel corso degli anni in cui ha affrontato e risolto con successo, anche con il supporto di uno staff di colleghi d’eccezione, numerosi casi giudiziari. Rispetto al passato però le cose sono cambiate. Fare il detective ora è molto diverso che negli anni scorsi. Abbiamo chiesto all’autore cosa è cambiato esattamente rispetto agli anni scorsi e come si è sviluppato il suo lavoro successivo nell’ambito delle investigazioni dopo l’esperienza alla Criminalpol. Ecco cosa ci ha risposto: “Alla fine del mio periodo nella Polizia di Stato come agente, vinsi un Concorso per sottufficiali di P. S. e fui destinato alla Scuola di Polizia di Nettuno in provincia di Roma. Dopo un anno si diventava vicebrigadieri. Alla fine della mia esperienza in Polizia ebbi l’occasione di far parte di un ufficio di sicurezza di una famosa banca italo-americana, una filiale della Bank of America di San Francisco che aveva la propria sede a Milano in Via Manzoni. L'ex Agente Dondi al Servizio di L’Istituto stava Sicurezza della Bank of America di cercando degli addetti Milano. alla sicurezza interna che si occupassero delle varie problematiche, come ad esempio le truffe bancarie, le falsificazioni di titoli di credito e travel cheque rubati, i sistemi di allarme, la protezione di alcune sezioni dell’Istituto come i caveaux sotterranei, i furti di titoli e altri valori contenuti nelle cassette di sicurezza, le contraffazioni di documenti bancari, ecc. Furono creati dei veri e propri uffici investigativi interni destinati alla sicurezza bancaria. Allora, non solo la Bank of America sentiva l’esigenza di introdurre all’interno del proprio organico delle figure destinate alla security, ma anche altri Istituti di Credito fecero altrettanto ed io collaborai pure per altre banche oltre che per la filiale italiana della Bank of America. L’autore, nella sua “Centrale operativa” mentre impartisce ai suoi collaboratori, istruzioni inerenti ad alcuni casi trattati. All’epoca l’ufficio di sicurezza di Milano della Banca d’America di Italia, affiliata alla Bank of America, era diretto da Umberto Bartoletti, ex commissario presso le Squadre Mobili di Genova e Milano. I casi che venivano assegnati riguardavano soprattutto falsificazioni di titoli e carte di credito “BankAmericard” indebitamente utilizzate da vere e proprie bande criminali che all’epoca erano sempre più diffuse, nonché il rintraccio di debitori della banca scomparsi e truffatori già noti alle forze dell’ordine. A quei tempi, ricordo che ci occupavamo anche di fornire alla Polizia di Stato informazioni relative a furti che avvenivano ai danni di possessori di cassette di sicurezza manomesse e forzate all’interno dei caveaux sotterranei della banca. Risalivano a quei tempi i primi furti operati con la “lancia termica” che aveva un altissimo potenziale di perforazione delle pareti metalliche delle casseforti. Negli Stati Uniti questa formula criminale era già diffusa e in Italia invece stava per venire introdotta dalla malavita. Infatti, come già detto, le banche assumevano ex poliziotti, carabinieri o finanzieri per occuparsi dei problemi legati alla sicurezza della banca. Prestai il mio servizio presso vari Istituti di credito milanesi per più di otto anni. Con il senno di poi forse sbagliai ad abbandonare quel posto di lavoro ma la fortuna mi assistette anche allora e così cominciai un altro interessante periodo professionale, quello legato alla mia attività di investigazioni private. Coronai perciò quel sogno che avevo avuto fin da bambino, quello di diventare un detective. Prima di entrare nel vivo della narrazione dei tanti episodi che mi hanno visto partecipe in molte operazioni di P. G. è giusto sottolineare che gli episodi accaduti sono frutto di mie dirette esperienze e pure di confidenze professionali dei miei ex colleghi del Nucleo Criminalpol con i quali sono rimasto in contatto anche negli anni successivi. Non credo di sbagliare, affermando che certi particolari che qui esporrò, non sono mai stati resi pubblici da nessuno”. Ed ora entriamo nel vivo dell’argomento di questo libro. Apriremo le “nostre indagini” con un orario e una data molto importanti: 10,25 del 02 agosto 1980, tristemente nota per la terribile strage alla Stazione di Bologna da parte di un gruppo di criminali terroristi della destra extra-parlamentare. Seguirà subito dopo un appassionante caso degli anni ’50 che riguarda un traffico di droga internazionale; vi presenteremo gli avvenimenti di cronaca di quel particolare evento criminoso e, strada facendo, potrete leggere anche il parere dell’autore sui tanti casi raccontati in questo libro e dei quali, in alcune occasioni, fu protagonista insieme ai suoi colleghi. Il Curatore Beppe Amico Ferrara, gennaio 2018 Introduzione 2 agosto 1980 ORE 10,25 – Strage alla Stazione Quasi al termine della revisione delle bozze di questo libro, ho avuto come una folgorazione. Sfogliando il nutrito materiale di cronaca di quegli anni che conservo nel mio archivio privato, ho notato un’immagine che ridestò in me sensazioni terribili che parevano ormai sopite e sepolte nella memoria. Ho avuto il desiderio di pubblicarla insieme ad un breve racconto di ciò che accadde in quella terribile mattina di agosto di quasi quarant’anni fa. Nell’immagine del bambino pubblicata nelle pagine seguenti, che rimarrà per sempre nella memoria degli italiani, tratta dal libro “2 agosto 1980, ore 10,25”, pubblicato all’inizio degli anni ‘80, dal Comune di Bologna, dal sindaco di allora Renato Zangheri e con le prefazioni dello scrittore Alberto Moravia e del regista Michelangelo Antonioni, si può toccare tutta la drammaticità, l’efferatezza e la mostruosità di quella strage che fu compiuta da un’ignota mano assassina. Alcuni fra i presunti autori di questo terribile crimine che per diversi anni rimase senza colpevoli, furono poi assicurati alla giustizia. Resta il fatto che la strage alla Stazione di Bologna, rimane il fatto criminale più grave mai accaduto nel nostro Paese. Come hanno ricordato i L'allora sindaco di Bologna, Renato giornali dell’epoca, Zangheri, mentre consegna al Presidente fu un fatto di Pertini una copia del libro sulla strage alla proporzioni enormi, stazione di Bologna. un atto terroristico inaspettato e così grave, che sconvolse la mente di tutti i cittadini italiani. In molti casi con conseguenze devastanti, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Fu un vile attentato dove trovarono la morte 85 persone, senza contare l’elevatissimo numero di feriti rimasti a terra che invocavano aiuto, sepolti sotto le macerie, in mezzo ai detriti e alla polvere. Una scena agghiacciante che nessuno potrà mai dimenticare. Alle ore 10,25 di quella tragica e sconcertante mattina, all’interno della sala d’attesa di 2° classe, improvvisamente esplose un ordigno ad alto potenziale. I testimoni affermarono di aver udito un tremendo boato. Fu qualcosa di terribile, una strage di proporzioni indescrivibili. Come già detto, resterà l’atto criminale più doloroso e sconvolgente della nostra Repubblica. A ricordo di questo tragico avvenimento, il Comune di Bologna ha fatto apporre sul luogo della strage, nella parte che poi verrà ricostruita in tempi successivi, una grande targa con incisi tutti i nomi delle vittime di quel vile attentato. Ancora oggi, questo atto terroristico, è rimasto la strage dei misteri per la quale si ha ragione di ritenere, quasi certamente, che non tutti i veri responsabili siano stati assicurati alla giustizia. Lo stesso Michelangelo Antonioni scrisse sul libro dedicato alla strage di Bologna, queste commoventi parole: “Scorrendo questo album di centinaia di foto scattate dai giornali dell’epoca, sapientemente raccolte, si rimane senza parole e senza gesti. Impietriti. L’emozione che si prova di fronte a queste immagini è qualcosa che colpisce e ferisce nel profondo di noi e che è difficile definire con sole parole”. La foto eccezionale del bambino gravemente ferito al volto e alle piccole braccia, che si vede steso su un lettino del Policlinico bolognese, mentre sta lottando per sopravvivere, sotto lo sguardo dolce e protettivo di una giovane infermiera che lo assiste amorevolmente giorno e notte, è davvero impressionante e commovente, quasi fino al punto da toglierti il respiro. Ricordo che quando la vidi ne rimasi profondamente turbato. Appresi attraverso la stampa che questa dolorosa immagine, così eloquente, venne esposta per lungo tempo a New York, presso una importante e frequentatissima “mostra fotografica e libraria”, una delle più rinomate al mondo. Il Presidente della Repubblica Pertini in visita a Bologna subito dopo l'attentato alla stazione. Quando si parla di destino o di strane coincidenze della vita, vorrei citare, a ragion veduta che proprio quel maledetto 2 agosto, stavo viaggiando con un treno proveniente da Milano per raggiungere la stazione di Rimini, per ragioni professionali. A quei tempi prestavo servizio presso l’Ufficio Sicurezza e Antifrodi Bancarie di un noto Istituto italoamericano che aveva sede in via Manzoni, nel capoluogo lombardo e in quel periodo fui inviato nella zona di Rimini-Riccione e Cattolica per esperire degli accertamenti riservati su una serie piuttosto consistente di truffe commesse da alcuni esercenti infedeli di quei luoghi, i quali, con l’utilizzo fraudolento di Carte di Credito si autofinanziavano abusivamente con grave danno per la banca milanese con la quale collaboravo. Se ricordo bene, alla stazione di Bologna, il treno rimase fermo per qualche minuto e poi proseguì in direzione di Ancona. Se ci penso, ancora oggi mi vengono i brividi per ciò che accadde quel giorno. Poco prima di mezzogiorno giunsi all’Hotel Adriatica di Riccione dove avevo trovato alloggio in occasione di quella missione investigativa e dove erano ad attendermi due funzionari di una Banca locale associata al Servizio Carte di Credito che si erano messi a disposizione per stroncare in breve tempo quel fenomeno truffaldino che stava creando non pochi problemi alle banche coinvolte in quelle zone. Ricordo che mi chiesero se ero transitato da Bologna perché già correva notizia dello scoppio di una bomba alla stazione del capoluogo emiliano. Poi nella sala TV dell’albergo apparvero ai telegiornali RAI di allora le prime notizie e conferme della drammatica strage. Per qualche notte non riuscii a prendere sonno al pensiero dello scampato pericolo. Fatalità volle che il tremendo scoppio avvenne circa due ore dopo che ero transitato da Bologna. Quell’attentato, come ben si sa, provocò un numero impressionante di vittime. Una spirale incontrollata di violenza si spandeva Ho potuto constatare, forse anche per la mia attività di investigatore, che la spirale di violenza intorno alla metà degli anni ’70, periodo in cui prestavo servizio nella Polizia aveva cominciato ad espandersi in maniera incontrollata. Ricordo perfettamente che sia a Milano che a Torino, quasi non passava giorno senza che si registrasse qualche assalto a mano armata a banche e oreficerie ad opera, per lo più, delle ormai note “gang” di rapinatori capeggiate da Renato Vallanzasca e Francis Turatello, veri professionisti della “mala”. Ma non solo; sempre più frequenti anche le rapine ad opera di dilettanti e banditi improvvisati, conflitti a fuoco tra bande rivali con le Forze dell’Ordine, persone prese in ostaggio, intimidazioni, assalti a case da gioco clandestine. E, in questo già pesante scenario, stava emergendo in quel periodo, un fenomeno alquanto inusuale, quello dei “banditi alla droga”, che narcotizzavano le loro vittime nel corso delle loro azioni criminali utilizzando loro stessi, per darsi coraggio, sostanze stupefacenti, quasi sempre cocaina pura. Spesso rapinavano valigette piene di gioielli quando prendevano di mira gli inermi rappresentanti che si aggiravano nei pressi delle oreficerie. Qui i banditi si appostavano per attendere le loro vittime occasionali. Erano in forte aumento anche gli assalti alle agenzie bancarie della città. Viene spontaneo chiedersi: “Chi erano questi nuovi protagonisti della cronaca nera, questi eredi di via Osoppo, di via Montenapoleone e di Cavallero? La risposta a queste domande ce l’hanno data i più importanti uffici investigativi della Polizia milanese e torinese e cioè, la “Squadra Mobile”, le “Volanti” e la “Criminalpol”, che hanno compiuto il massimo sforzo per merito soprattutto dei loro dirigenti, dei commissari responsabili delle varie sezioni, dei sottufficiali e degli agenti. Ogni giorno rischiavano la vita per affrontare questo fenomeno criminale che ha visto dilagare in maniera preoccupante un fenomeno malavitoso che si stava diffondendo soprattutto nel Nord-Italia. Ecco il commento del Vice-Questore Mario Nardone, allora capo del Nucleo Criminalpol Nord: “il problema ormai si è fatto vasto. Milano è un grosso boccone che ingolosisce la malavita internazionale. Ed è così che in sottofondo ad una civiltà del benessere in continua espansione, si creavano i “racket” della prostituzione, del gioco d’azzardo, della droga, dei cantieri edili”. E a Torino, si diceva a quei tempi, che le due grandi risorse economiche fossero la FIAT e la prostituzione. Lo scopriremo strada facendo, durante la narrazione delle straordinarie inchieste che abbiamo preparato per i lettori e leggendo i racconti dei numerosi testimoni che hanno vissuto in prima persona quei terribili momenti di cui forniremo molti dettagli nei capitoli che seguiranno. Ci sono fatti di cronaca giudiziaria che hanno profondamente colpito l’opinione pubblica per moltissimi anni e sono rimasti indelebilmente impressi nella mente della gente, soprattutto quelli che riguardano delitti irrisolti. Ognuno di noi dà una propria interpretazione e s’improvvisa immancabilmente “detective”. Si è constatato purtroppo, che in molti casi l’opinione pubblica, anche per il condizionamento mediatico di certi casi, è stata determinante, spesso divisa tra innocentisti e colpevolisti. Accanto a questi “gialli”, spesso intriganti, vanno ricordate indagini e inchieste molto avvincenti che hanno riempito le pagine dei giornali per decenni, come il caso di Simonetta Ferrero della “Cattolica” di Milano, quello di Martine Beauregard a Torino o Simonetta Cesaroni a Roma e tanti altri. Questo libro di memorie e racconti, alcuni da me vissuti, ripercorre puntualmente le storie e le cronache di grandi delitti, nonché di stupefacenti investigazioni ad opera di indimenticabili “superpoliziotti” che ricorderò per sempre. Coloro che hanno appassionato generazioni intere per tantissimi anni. I loro nomi li troverete, strada facendo, leggendo questo libro che ho scritto con il cuore. Fabio A. Miller Dondi Ferrara, gennaio 2018 Capitolo 27° - Tom Ponzi Lo Sherlock Holmes italiano Apriamo questo capitolo dedicato a Tom Ponzi con una breve memoria che avevo scritto qualche tempo fa in occasione della stesura della griglia di argomenti di questo libro. Le note che mi ero appuntato erano brevi e concise. Di Ponzi si è scritto tantissimo su giornali e riviste di ogni tipo. È stato un grande personaggio, molto umano, dal cuore d'oro, intelligentissimo, dotato di qualità professionali ineguagliabili. È venuto a mancare a Milano nel maggio del 1997 ma rimane a mio avviso il miglior detective privato italiano di tutti i tempi. Tom Ponzi mentre al lavoro con il suo periscopio che aveva lui stesso personalizzato con un potente teleobiettivo. Investigations”. Conosciutissimo anche all'Estero, Ponzi è stato l'unico investigatore privato italiano ad avere in America un Ufficio di Corrispondenza nella città di New York negli anni '60, denominato “Peeping - Tom Aveva tre figli, due dei quali, Miky e Miriam hanno proseguito l'attività investigativa privata negli anni successivi ma a mio modesto parere erano ben lontani dalle ineguagliabili doti del padre. Per mia fortuna l'ho conosciuto molto bene e dopo aver frequentato un Corso presso la sua "DETECTIVES SCHOOL" di Milano negli anni '70 ed in qualità di ex agente Criminalpol, per diversi anni ho collaborato con la sua Agenzia, la "Tom Ponzi Investigation" acquisendo una notevole esperienza nel ramo investigativo privato che si e rivelata molto utile successivamente e nel 1982 ho finalmente ottenuto da parte della Autorità di P.S. la licenza per poter esercitare in prima persona l'attività di detective privato, coronando così il sogno della mia vita. Voglio raccontarvi qualche episodio di Ponzi e della nostra collaborazione professionale. Quando ero in servizio nella Criminalpol, venni a sapere che a Milano operava già da molti anni Tom Ponzi con la sua nota agenzia. Qualcuno mi aveva informato che Ponzi stava organizzando dei corsi destinati agli aspiranti detective in un prestigioso edificio di Corso Sempione a Milano dove aveva sede la sua Agenzia. La scuola era finalizzata alla formazione di nuovi allievi aspiranti investigatori privati, che naturalmente in seguito dovevano poi essere autorizzati dalle competenti Autorità di Pubblica Sicurezza. Tom Ponzi addestrava gli allievi in prima persona ed In questo palazzo di New York insegnava loro come aveva sede l'Ufficio di questa delicata Corrispondenza "Peeping svolgere Tom" di Ponzi negli anni '60. professione, spiegando che per poter operare con una propria agenzia investigativa e svolgere l’attività di detective, oltre al corso erano necessarie anche altre caratteristiche come ad esempio aver prestato servizio per almeno tre anni nelle forze dell’ordine e avere una certa predisposizione naturale. Io mi iscrissi a uno di questi corsi e dopo qualche mese di esperienza sul campo, diventai un suo collaboratore. Lui infatti, solitamente i migliori allievi se li teneva per la propria Agenzia. Ponzi era uno dei docenti della scuola e spiegava in maniera molto particolareggiata la sua materia che era “tecnica di investigazione” e “servizi di osservazione”. Ci sapeva fare ed era molto simpatico ed esaudiente nel modo di condurre le lezioni. Naturalmente era supportato da un pool di docenti tra i quali alcuni ex ufficiali dei Carabinieri ed ex funzionari di P.S. in pensione che venivano tutti da esperienze investigative nelle forze dell’ordine. Le materie di insegnamento erano oltre a “tecnica di investigazione”, anche, nozioni di polizia scientifica (rilevamento impronte dattiloscopiche), tecnica di controllo dinamico (pedinamento), diritto penale, civile, commerciale e privato. Tom Ponzi sosteneva che “pedinare” o osservare a distanza era un’arte che non tutti erano adatti a svolgere. Le materie di studio della “Detective School” non erano soltanto teoriche ma anche pratiche. Ricordo che a ciascuno degli allievi aveva consegnato un tesserino della metropolitana di Milano e ogni giorno tre o quattro persone andavano con lui o con uno dei suoi collaboratori per imparare le tecniche di “pedinamento” o altri tipi di servizi, ad esempio su come ci si mimetizza, su quale atteggiamento da adottare durante l’azione e sul tipo di comportamento che bisogna mantenere nel corso dei cosiddetti controlli dinamici. La scuola di Ponzi era molto ferrea su un punto, quello relativo al “pedinamento” che secondo il noto detective non doveva essere mai eseguito da una sola persona perché il rischio era quello di “bruciarsi” in breve tempo. Quindi il servizio a piedi solitamente si faceva in due o tre persone tutte vestite con abiti di colori diversi, con vari accessori come occhiali, berretti, sciarpe o con connotati del volto diversificati (ad esempio baffi o barba, spesso finti). A questo proposito possiamo mostrarvi un disegno della Scuola che mette in risalto la corretta tecnica di pedinamento secondo Tom Ponzi. Esempio di pedinamento all'americana, a triangolo con tre operatori. Collaborai con lui per alcuni anni durante la mia attività come investigatore privato, subito dopo essermi congedato dalla Polizia di Stato dove rimasi per un certo tempo durante il quale gettai le basi della mia futura attività che avevo sognato fin da ragazzo. Credo che la “Detective School” sia stato in Italia l’unico esempio di scuola veramente professionale per la preparazione degli allievi investigatori privati che non si è più ripetuta in Italia. Ora anche la Scuola di Ponzi non esiste più. Lui è scomparso nel ’97 ma già dagli anni precedenti non aveva più proposto corsi per aspiranti detectives. A tu per tu con Tom Ponzi Nel maggio del 1992 partecipai ad un Convegno Nazionale della nostra Associazione investigatori privati italiani la "FEDERPOL-UND", Unione nazionale dei detectives. In quella occasione mi accompagnò un graditissimo ospite, il maresciallo Renato D. Blasina che era stato il mio comandante di sezione investigativa alla "Criminalpol" di Milano negli anni '70, da poco pensionato ma sempre interessato e partecipe a quel mondo affascinante che rappresenta l'attività investigativa sia nella Polizia di Stato che quella di natura privata. Devo molto a lui se per tanti anni ho fatto il "detective" con grandi soddisfazioni e anche per qualche discreto successo ottenuto con la mia Agenzia privata. Lettera di auguri speditami da Tom Ponzi nel maggio 1991. Renatone, come lo chiamavo io amichevolmente per la sua imponente stazza fisica (era stato anche un promettente pugile ai tempi del famoso Tiberio Mitri negli anni '50 a Trieste, sua città natale). Si era arruolato giovanissimo nella Polizia triestina (vedi cap. 1° “Oppio nella stiva”) poi, dopo alcuni anni alla Questura di Trieste, dove si distinse per alcune brillanti operazioni di polizia giudiziaria svolte con il commissario Walter Beneforti ed il maresciallo poliglotta Bruno Oropesa. Anni dopo venne trasferito al Nucleo Speciale Criminalpol di Milano, creato negli anni '60 dal famoso Mario Nardone, già commissario capo dirigente della "Squadra Tom Ponzi con la sua squadra Mobile" meneghina. di sub durante un'immersione. Il Convegno si tenne nella La fotografia è tratta dal suo periodico "Tom Ponzi città di San Remo e durò tre detective". giorni con ospiti molto importanti, tra i quali l'eterno amico di Blasina, il famoso ed affermatissimo Tom Ponzi, con il quale si conosceva fin dai tempi di Trieste. Ricordo perfettamente che i due si abbracciarono calorosamente e poi si misero a parlare delle difficoltà che gli investigatori privati incontravano spesso nel corso dell'attività. Da qui l'assoluta necessità di ottenere dal Ministero un "Albo Professionale" regolarmente riconosciuto al quale i titolari di Licenze di P.S. dovevano obbligatoriamente iscriversi, soprattutto per fini deontologici. La carismatica presenza di Tom Ponzi al Convegno non passava certo inosservata e tutti aspettavano con ansia un intervento dimostrativo delle sue capacità straordinarie. Nel pomeriggio del secondo giorno del Congresso prese la parola l'acclamato Tom Ponzi il quale fece un graditissimo intervento, rivolto soprattutto ai giovani investigatori italiani. In quell’occasione ricordò loro che era molto importante la professionalità e la preparazione per svolgere questo straordinario ed affascinante lavoro. Raccomandò ai presenti di riferire sempre la verità dei fatti e non farsi mai prendere Tom Ponzi in una delle dall'avidità del guadagno facile, ultime immagini. soprattutto nei casi di infedeltà dove la gente pur di scoprire eventuali tradimenti era disposta a sborsare cifre considerevoli. Nell'occasione, ricordo anche un importante ed efficace intervento del maresciallo Blasina che consigliava la massima prudenza operativa in certi casi piuttosto delicati come il rintraccio di persone scomparse, così come suggeriva l'assoluta collaborazione con le Forze dell'Ordine in casi dove emergevano chiaramente dei fatti che costituivano reato e che andavano prontamente riferiti alle competenti Autorità di P.S. Dopo questo indimenticabile Congresso, invece di ripartire per Milano, Tom Ponzi ci propose di andare almeno un giorno nella sua bellissima villa sul lungomare di Nizza, distante un centinaio di chilometri, ad appena un'ora di viaggio. Mai invito fu tanto gradito, mi sembrava di sognare! Microfono spia che Tom Ponzi denominò "Tommy". Fu lui ad importarla in Italia per la prima volta. La fotografia è tratta da una rivista pubblicata dal celebre detective. Arrivammo a Nizza, poco prima di sera, assistemmo ad un tramonto da favola su un mare di un azzurro straordinario. Blasina ed io avevamo per quel giorno un autista d'eccezione, nientemeno che il famosissimo Tom Ponzi! Guidava la sua potente BMW 3000 con rapidità e sicurezza sbalorditiva, evidentemente abituato ai tanti pedinamenti da lui eseguiti nel corso della sua lunga attività che lo aveva visto protagonista in numerosi casi che gli erano stati affidati anche da clienti molto importanti come Karim Aga Khan, l’avvocato Giovanni Agnelli, Grace e Ranieri di Monaco e Beatrice di Savoia ai tempi della relazione con l’attore Maurizio Arena. L'ineguagliabile Tom era un vero maestro del "pedinamento" o servizio di osservazione come amano chiamarlo quelli che parlano bene, sia di quello appiedato che quello automontato. “L'importante, diceva Ponzi, è mollare al momento giusto per non "bruciarsi", mai forzare il controllo e soprattutto mai impiegare una singola persona (tre o quattro sono l'ideale), così Fotografia scattata negli anni '80/90 in occasione della visita nella casa di come per il numero di Tom Ponzi a Nizza che ritrae lo storico automezzi da monumento dedicato a Giuseppe utilizzare. Il segreto Garibaldi. era mantenere sempre una giusta distanza dall'obiettivo e mai compiere azioni che possono costituire molestia o disturbo ai danni delle persone osservate”. Un bravo investigatore deve conoscere i propri limiti operativi, deve avere una adeguata preparazione ed essere dotato di un buon "selfcontrol". “Inutile e dannoso insistere una volta scoperti”, ripeteva sempre. Il giorno successivo alla nostra visita nella sua casa di Nizza, Tom Ponzi ci accompagnò a visitare il centro della città e in particolare ci mostrò il maestoso monumento di Garibaldi e altri palazzi storici famosi e quel meraviglioso lungomare unico al mondo. Alcune immagini di Tom Ponzi con la nota cantante ed amica Rosanna Fratello che gli punta scherzosamente una pistola finta. Le foto fanno parte dell’archivio riservato e personale di Ponzi. Tom ci teneva molto che i figli proseguissero la sua attività, però ricordo, che solamente la figlia Miriam dimostrò, seppur parzialmente, di aver ereditato le capacità investigative del padre. L’altro figlio Miky dopo alcuni anni di collaborazione con l’agenzia paterna, preferì poi dedicarsi ad altre attività, mentre il figlio maggiore Daniele scelse di intraprendere il lavoro della madre che era una nota commercialista milanese. Tra i più importanti clienti di Tom Ponzi, vale la pena di ricordare alcuni illustri personaggi tra cui il noto principe e magnate Karim Aga Khan, l’avvocato Gianni Agnelli, Porfirio Rubirosa e Odile Rodin, Maurizio Arena, Tamara Baroni, la principessa Beatrice di Savoia, più conosciuta come Titti e addirittura Grace Kelly di Monaco la celebre attrice di Hollywood e moglie dell’allora sovrano di Montecarlo Ranieri di Monaco. A proposito di Grace, Tom mi raccontò che la sua segretaria lo convocò nel Principato per assegnargli un incarico molto delicato nel quale avrebbe dovuto ritracciare una cugina irlandese della Principessa, trasferitasi negli USA alla fine degli anni ’50. Non sono però al corrente quale esito abbiano avuto quelle riservatissime indagini. Le principali tappe della sua carriera Con tutti coloro con cui si intratteneva a parlare ed anche con il sottoscritto, Tom ricordava che aveva appena venticinque anni quando iniziò a lavorare come detective. Diceva che i primi anni di attività erano stati durissimi ma poi le cose cominciarono a cambiare anche se i problemi dal punto di vista operativo negli anni successivi non mancarono mai. Ponzi mi raccontò di aver iniziato in modo modesto con una semplicissima Agenzia d’informazioni aziendali e di essere poi approdato alle investigazioni private vere e proprie solo dopo qualche anno. Ponzi durante una All’inizio si trattava di ricognizione in elicottero in “operazioni di un'immagine tratta dal suo semplici periodico "Tom Ponzi routine” ma con il passar del detective". tempo gli impegni professionali diventavano sempre più complessi e gravosi ma per fortuna numerosi. La sua schiettezza non gli giovava – ricorda Ponzi – perché era abituato a dire sempre quello che pensava e a non scendere mai a compromessi con nessuno. Ad esempio ebbe molte critiche quando decise di inserire il termine “pedinamento” nel suo volantino pubblicitario. Questo lo portò a difficoltà di gestione con le autorità di P.S. locali. Molte persone, tra le quali poliziotti, carabinieri ed anche avvocati, gli suggerivano di adottare la parola “appostamento” invece di utilizzare il termine “pedinamento”. Ma lui non voleva sentire ragioni e andava dritto per la sua strada senza accettare consigli da nessuno e faceva mettere in neretto e ben in evidenza la dicitura “pedinamento”. Infatti, dalle autorità, la parola pedinamento era assimilabile ad un vero e proprio illecito perché venivano ravvisati i reati di presunta molestia e/o di violazione della privacy. Il pedinamento secondo Tom Ponzi Foto di un giovane Tom Ponzi ritratto nella primavera del '73, nei pressi del suo ufficio milanese di Corso Sempione. Ma vediamo di che cosa si tratta esattamente. Che cosa significa “pedinare”, come si svolge un pedinamento? Tom Ponzi ricorda che alla maggior parte della gente questa parola appariva come qualcosa di fastidioso che quasi sfiorava l’illegalità. Secondo il suo pensiero i termini: pedinamento e appostamento erano due cose ben distinte. Infatti, spiegava, “l’appostamento si svolge Nell’immagine, Tom Ponzi con il Maresciallo Blasina in stando fermi, ad esempio una foto scattata davanti ad un palazzo mentre dall’autore all’inizio degli si osserva tutto ciò che accade anni ’90 a Milano. nei paraggi, come si muovono le persone che si devono controllare, chi incontrano, in quali tempi, in quali situazioni specifiche. Si controllano i loro orari di uscita e di entrata e si raccolgono tutte le notizie utili ai fini dell’indagine anche da fonti attendibili del luogo”. Tutto ciò naturalmente si riferisce unicamente alle indagini di natura privata. Il celebre investigatore annotava che le tecniche di “appostamento” prevedono che, chi osserva, sia completamente occultato rispetto a chi viene osservato e nelle sue lezioni Tom alla “Detective School” citava sempre l’esempio del classico furgone spia dotato di vetri fumé o a specchio dal quale si poteva controllare tutto dall’interno senza essere notati da nessuno. Il “pedinamento” è cosa del diversa affermava Una simpatica ed eloquente tutto pubblicità di Tom Ponzi Ponzi, perché consiste invece apparsa sui giornali in un’azione dinamica. Chi lo quotidiani negli anni '60. esegue è sempre in movimento. Anche in questo caso l’investigatore segue la persona per capire quali ambienti frequenta, chi incontra, quali sono le sue abitudini. Tom raccomandava di prestare sempre molta attenzione quando si esegue un “pedinamento” perché spesso possono presentarsi imprevisti che potrebbero mandare all’aria un lavoro di ore e ore. Innanzitutto non bisogna mai perdere di vista chi si osserva, fare attenzione ai cambi di direzione, ai semafori, agli imprevisti di varia natura che possono capitare, per non correre il rischio di essere scoperti o ancor peggio perdere di vista quello che in termini tecnici per i detectives privati si chiama “obiettivo”. Ponzi ricordava di tenere in debito conto anche possibili colpi di sfortuna come un improvviso guasto all’automobile, gli impedimenti dovuti ad altri veicoli che circolano sulla medesima strada o semplicemente quelli imprevisti come un semaforo rosso o un passante che attraversa all’ultimo momento le strisce pedonali. Il pedinamento all’americana Vediamo di chiarire che cosa s’intende per “pedinamento all’americana”. Ponzi ammette di averlo sempre preferito rispetto agli altri metodi perché gli permetteva di svolgere un’attività dinamica e sempre in costante movimento. Secondo lui, valeva la pena di operare con questa tecnica anche se indubbiamente era complessa da organizzare e più costosa in termini economici perché prevedeva l’utilizzo di più mezzi e l’impiego di molte risorse umane sul campo, quelle che gli americani chiamano “investigative cells” che in italiano si traduce con il termine “cellule investigative”. Sono proprio loro che tracciano le varie tappe dell’investigazione e si occupano dell’obiettivo, il quale viene seguito nei suoi spostamenti e percorsi più probabili. La differenza quindi fra il semplice pedinamento tipico italiano e quello all’americana, consiste proprio nel fatto che nel primo caso è una sola persona a seguire chi deve essere osservato, mentre nel secondo caso si tratta di un vero e proprio staff di investigatori che operano in luoghi diversi uno dall’altro. Nel corso dell’azione è possibile seguire il soggetto anche con automobili o mezzi diversificati che cambiano ogni giorno, ad esempio un paio di moto di colore diverso che si districano più facilmente nel traffico intenso delle città. Tom, spiegava ai suoi corsisti, che erano necessarie attitudini del tutto particolari per eseguire correttamente questo tipo di “pedinamento” e di un addestramento accurato di coloro che poi avrebbero dovuto operare sul campo. Fra le doti più importanti ricordava sempre l’intraprendenza, la capacità di memorizzare una scena, la scaltrezza e naturalmente un’intelligenza sia pragmatica che operativa. Concludiamo questo lungo capitolo dedicato a Tom Ponzi con l’atto finale della sua vita terrena quando i giornali annunciarono la sua scomparsa. Ecco come titolava il “Corriere della Sera” la sua morte nell’edizione di sabato 10 maggio 1997. Il famoso Investigatore privato si è spento a 76 anni per cause naturali all'ospedale di Busto Arsizio È morto Tom Ponzi Io Sherlock Holmes italiano Migliaia di casi risolti nella sua lunga carriera “…Aveva 76 anni – scrive l’autore del pezzo - da molto tempo, dice il fratello Angelo, anche lui investigatore privato, soffriva di una grave forma di diabete. Da un anno Tom Ponzi aveva abbandonato il lavoro proprio per questi motivi di salute”. Ponzi, classe 1921, era nato in una piccola cittadina dell’Istria, Pola, quando la piccola regione faceva ancora parte dell’Italia. Le sue origini erano di sangue romagnolo ed era figlio del direttore del Dazio di Ravenna. Era il più grande di cinque fratelli e tutti avevano il pallino dell’investigazione. E così, grazie a questa loro passione e all’appoggio del padre, tutti i fratelli Ponzi diventarono investigatori privati ed il primo ad esserne felice fu proprio il capo famiglia. Questa passione non si è esaurita con Tom ma, come già detto nelle pagine precedenti, è stata tramandata anche ai figli. Infatti anche Miriam, ha seguito l’esempio del papà e si è fatta apprezzare con un’agenzia di investigazioni tutta sua a Roma e poi successivamente a Milano. Quella sopra riprodotta è una fotografia che mi aveva regalato Tom negli anni ’80 in occasione di una visita di cortesia che gli feci con il maresciallo Blasina. Lo vediamo nel salotto della sua casa di Milano con la madre alla quale era molto affezionato. Con lui due dei suoi tre figli, Miriam, allora poco più che diciottenne e Miky, quattordicenne. Come già è noto, Tom Ponzi, divenne famoso negli anni ’50 quando riuscì a liberare un’intera scolaresca a Terrazzano nei pressi di Milano, presa in ostaggio da due pazzi criminali, Arturo ed Egidio Santato, fuggiti da un manicomio giudiziario della zona. Ne riparleremo con dovizia di particolari nel prossimo capitolo. Nonostante quell’eroico gesto nel quale aveva dimostrato tanto coraggio mettendo a repentaglio persino la sua vita, non gli venne conferito alcun riconoscimento ufficiale. Ma la gente lo ha sempre associato a “quell’episodio, rimasto nella memoria di tutti”. Un'immagine di Tom Ponzi tratta da un giornale dell'epoca. Il Corriere della Sera ricorda che Tom Ponzi “negli anni '70 venne coinvolto nella vicenda delle intercettazioni telefoniche della quale si parlò per mesi”. Ma poi fu assolto con formula piena e in quell’occasione il Governo italiano “varò una legge” che è “in vigore ancora adesso” e “che consente solo intercettazioni autorizzate dalla Magistratura”. Negli ultimi anni Tom Ponzi, anche a causa della sua malattia, aveva dovuto sempre più diradare i suoi impegni professionali ma ha esercitato ancora caparbiamente l’attività di detective privato nella sua Agenzia di Milano fino all’ultimo respiro. Dedicando un intero capitolo di questo libro a Tom Ponzi, gli ho voluto manifestare tutta la mia riconoscenza e gratitudine che giustamente merita per tutto ciò che ha saputo trasmettermi nei meravigliosi anni in cui ho collaborato con lui. Professionalità, tenacia, senso pratico, determinazione e grande rispetto per coloro che si rivolgono a te per la risoluzione di problemi spesso molto seri ed importanti. Negli anni ’70-’80, periodo in cui ho collaborato con l’Agenzia “Tom Ponzi Investigation”, avevo notato che la figlia del celebre detective, di nome Myriam, allora poco più che ventenne, assomigliava fortemente all’attrice Liz Taylor, soprattutto nel medesimo colore viola-azzurro intenso degli occhi. Ricordo che lei lo considerava un bellissimo complimento. Me lo ripeteva continuamente anche il padre che ne andava piuttosto fiero. Myriam aveva seguito le orme paterne iniziando fin da giovanissima ad occuparsi di investigazioni private, collaborando fattivamente con l’agenzia della famiglia. Tom, mi diceva spesso che la ragazza aveva la cosiddetta “stoffa” del detective ed era particolarmente predisposta a questo genere di lavoro. Dopo la scomparsa del padre, avvenuta nel 1997, Myriam ha praticamente condotto lei personalmente le diverse agenzie del gruppo Tom Ponzi Investigation di Milano, Roma e Napoli. Il figlio Miky invece, con il tempo si è perso per strada e non ha voluto continuare più l’attività paterna e della sorella Myriam con grane dispiacere di Tom. ITALIA CRIMINALE DEI MISTERI “Professione Detective” FINE ANTEPRIMA When you decide to do something, never let anything intrude on your way Sei libero di distribuire gratuitamente questa anteprima ai tuoi amici o sui Social network a patto che non ne modifichi il contenuto Licenza Creative Commons – condividi allo stesso modo Permette che altri distribuiscano lavori derivati dall'opera Condividi allo solo con una licenza identica (non maggiormente restrittiva) SA stesso modo o compatibile con quella concessa con l'opera originale (vedi Share-Alike anche copyleft). Italia Criminale dei Misteri 1° parte Versione ebook 1° parte: www.amazon.it/Italia-CriminaleProfessione-detective-Criminalpol-ebook/dp/B07842NQZV/ Versione ebook edizione completa integrale (in vers. 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