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L'Internazionale di Roberto Bracco nella regia di Giovanni Meola

Armando Rotondi
Recensione: L’internazionale
INIT 27 luglio 2016
Recensione
L’internazionale
Atto unico di Roberto Bracco
Adattamento-regia di Giovanni Meola
Produzione Virus Teatrali
Con Sara Missaglia, Luca Di Tommaso, Luigi Credendino, Simona Pipolo
Costumi Annalisa Ciaramella
Scene Armando Alovisi
Ass.te alla regia Serena Russo
Fotografia di scena Alessandro Pone
Progetto grafico Irene Petagna
Debutto
29 ottobre 2014
Teatro Galleria Toledo – Napoli
Scritto nel 1914, L’internazionale1 di Roberto Bracco2 è un testo in cui sono presenti due drammi e due
realtà che vanno di pari passo. Un dramma esteriore, quello della guerra che coinvolge gran parte
d’Europa, anche se non ancora direttamente l’Italia, che si rispecchia nel dramma interiore della
protagonista, la bella attrice Mignon che ha girato tutto il continente e ha avuto tanti amanti, e
viceversa. Ma, allo stesso tempo, sono presenti due realtà: quella consapevole della tragedia che si è
scatenata nel continente e che non renderà mai più nulla come prima, realtà di cui è consapevole la sola
Mignon, e quella degli altri tre personaggi: la cameriera (noncurante), l’amante Renzo (annoiato) e il
Commissario, cui interessa il versante politico, ma che non riesce a comprendere il dramma umano.
Mignon, da annoverare tra i grandi personaggi femminili bracchiani,3 ha una consapevolezza forte, una
coscienza “politica”, come l’ha definita il regista Giovanni Meola che ha riproposto il testo dopo un
Il testo fu rappresentata nel febbraio del 195 al Teatro Carignano di Torino dalla Compagnia di Tina Di Lorenzo.
Su Roberto Bracco si vedano: Antonella Di Nallo, Roberto Bracco e la società teatrale fra Ottocento e Novecento, Lanciano, Carabba
2003; Pasquale Iaccio, L’intellettuale intransigente. Il fascismo e Roberto Bracco, Napoli, Guida, 1992; Mario Prisco, L’alfiere della
scena. Il teatro di Roberto Bracco, Salerno-Milano, Oèdipus, 2011; Armando Rotondi, Roberto Bracco giornalista e critico teatrale: 18881893, in Giuseppina Scognamiglio (a cura di), La scrittura che accende la scena – Studi e testi teatrali da Bracco a Troisi, Napoli,
Edizioni Scientifiche Italiane 2007, pp. 53-69; Armando Rotondi, Roberto Bracco e gli “-ismi” del suo tempo. Dal Wagnerismo al
Simbolismo, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane 2010; Roberto Salsano, Intrighi e dissonanze: sondaggi critici e percorsi di lettura in
Bracco novelliere, Città di Castello, Edimond.2002.
3 Sul rapporto tra Bracco e il mondo femminile si veda Roberto Bracco, Nel mondo della donna. Conversazioni femministe,
prefazione di Armando Rotondi, Catania, Antonio Tombolini Editore 2016.
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Armando Rotondi
Recensione: L’internazionale
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secolo esatto dalla sua stesura, presso il Teatro Galleria Toledo di Napoli e primo tassello di un
“progetto-Bracco”, inteso alla riscoperta e al rilancio del dimenticato drammaturgo napoletano.4
È, come la definisce il regista, una consapevolezza che nasce dall’epidermide, dal suo vissuto
personale e che esplode nella mente e nel corpo della donna, dopo che ella ha avuto una “visione”.
Questa visione si palesa nella carta geografica dell’Europa che rappresenta uno degli elementi di scena
fondamentali dell’atto unico. La carta geografica che Mignon, aiutata dalla cameriera, srotola ad inizio
dell’opera e su cui posiziona delle bandierine o dei segnali indicanti le ubicazioni dei suoi amanti ora al
fronte è l’immagine di insieme, la grande visione della tragedia europea che si palesa davanti agli occhi
della donna. Una tragedia della Storia che contiene al suo interno il dramma della storia di Mignon, il
suo essere “internazionale”, da suo aver avuto contatti, fisici e personali, con persone di ogni parte di
Europa e con cui ha condiviso sentimenti, amori e passioni. Parimenti allo stesso Bracco, la cui fama
estera era davvero notevole.
Da un punto di vista scenico, appare di grande interesse il lavoro effettuato da Giovanni Meola.
Egli lascia intatta la struttura costruita da Bracco, ma agisce, sapientemente, su alcuni aspetti del
linguaggio, su alcuni scambi di battute.
Si tratta di modifiche sintomatiche del modo che ha Meola di affrontare il testo da un punto di
vista registico, optando per un allestimento antinaturalistico, che ricrei un’epoca attraverso elementi di
scena e un uso dell’illuminazione e dei colori molto precisa.
Il taglio di alcune battute iniziali, ad esempio, sta a dimostrare anche come egli intenda creare un
tipo di comunicazione, oltre che tra i personaggi anche con il pubblico, e che guardi non solo all’aspetto
verbale, ma anche fisico-corporeo. I movimenti degli attori sono spesso lenti, stilizzati, quasi
coreografati, in particolar modo quelli Mignon. Tra lei e gli elementi di scena si va a definire un
rapporto carnale, fisico, viscerale che si palesa con grande forza negli elementi scenici della carta
geografica dell’Europa e quindi delle lettere degli amanti, che, dal cassetto in cui erano gelosamente
custodite, si spargono per tutto il palcoscenico e si fanno, in tal modo, personaggi e voci lontane
fuoricampo, quasi interlocutori di Mignon.
Armando Rotondi
(Università di Napoli “L’Orientale”)
Sulla versione di Meola de L’Internazionale e sul testo di Bracco si veda Armando Rotondi, Prevedere il trauma di una
guerra: “L’internazionale” (1914) di Roberto Bracco e la messa in scena di Giovanni Meola con in appendice una conversazione con il regista, in
“Mise en Abyme. International Journal of Comparative Literature and Arts”, Vol. II, Issue 1, Jan-June 2015, pp. 61-77.
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