NASCITA DELLA MEDICINA Medicina deriva dal latino médeor, mederi = curare, apportare le cure a qualcuno. Tale sostantivo viene tuttora usato per intendere tutto ciò che reca sollievo,conforto, consolazione. A. Castiglioni nell’Enciclopedia Italiana ha definito la medicina come “Ogni tentativo di rimediare con le proprie forze o con l’aiuto di altri al dolore, al danno o al pericolo causato da infermità sopravvenuta per varie cause visibili o invisibili, note o ignote, rientra nell’ambito della Medicina”. Nella storia della medicina sono stati affrontati spesso, i temi fondamentali dell’umanità collegati al dualismo e alle gerarchie tra anima e corpo, tra psiche e soma. La storia della medicina si divide in: Storia interna = aspetto tecnico – scientifico Storia esterna = aspetto assistenziale La storia della medicina è la storia dei luoghi, degli ambienti, delle strutture, delle persone che hanno operato, dei loro percorsi di formazione, della loro collocazione nella società, del loro rapporto con le istituzioni e con i malati e naturalmente è la storia dei malati.. Questa si occupa di ricostruire lo svolgimento delle malattie nel corso dei tempi e dei mezzi posti in opera per lo studio di esse e per la loro cura La malattia nel mondo antico: Nella eziologia e nella patogenesi delle malattie predominano: Elemento soprannaturale o Medicina teurgica = secondo questa “medicina” la salute e la malattia provengono dalla divinità. Il sacerdote, è quindi, il tramite tra uomo e la divinità; inoltre, questa medicina veniva svolta nei templi o Medicina magica = secondo questa medicina il Dio è lo spirito maligno e lo stregonemago è il suo sacerdote, capace di conferire salute e malattia per mezzo della magia Elemento naturale o Medicina istintiva = sono esempi di questa medicina: leccarsi e pulirsi le ferite; proteggersi dagli insetti, cercare erbe e radici toniche, cercare bevande refrigeranti, lenire il dolore con impacchi o Medicina empirica = questo tipo di medicina si basa sull’osservazione dei fenomeni, come ad esempio gli effetti curativi delle piante, la conoscenza dei veleni ecc. La vera scienza nasce quando l’uomo non si accontenta più di semplici constatazioni di fatti (osservazioni, intuizioni nate dall’esperienza) ma vuole spiegarli, descriverli. IL MONDO CLASSICO GRECO-ROMANO La tappa più importante della storia della medicina antica si colloca nel V secolo a.C. In questo periodo la medicina andò costituendosi nelle conoscenze delle tecniche, nella quale si trovano riuniti i cardini dell’arte e della scienza. La medicina si collocava così tra le arti applicate all’uomo e già nei primi scritti si avvertiva il precetto di legarla necessariamente a un metodo; il metodo serve perché insegna ai singoli medici il miglior modo di avvicinarsi alla malattia e consegna loro le sicurezze delle procedure. La prassi medico-chirurgica delle epoche pre-classica e classica, era intrecciata con la mitologia e il mondo religioso. Asclepi era il mitico eroe geco che fu accolto dagli dei come dio della medicina. Sia in Grecia, sia in Roma la medicina organizzata aveva avuto per lungo tempo un carattere teurgico, con sacerdoti che si facevano interpreti dei sego ed erano intermediari del rapporto con gli dei nel tempio, luogo delle loro azioni curative. Negli Asclepiei (tempi consacrati ad Asclepio) si praticava il metodo di cura dell’incubazione. I malati vi si recavano per dormire in luoghi appositi e durante il sonno il dio appariva loro in sogno; questo costituiva l’indicazione terapeutica. A partire dalla seconda metà del V secolo a.C / VI a.C la medicina esce dal tempio e diventa razionale; questo fu possibile grazie al contributo dato da quello che viene considerato il padre della medicina: Ippocrate. Secondo Ippocrate la malattia è un processo naturale, e la salute è una condizione di perfetto equilibrio che cause esogene, disordini dietetici, abitudini di vita o altri fattori possono turbare. La 1 malattia si può presentare come tumefazione, dolore, anuria, stipsi ecc. e la salute spesso ricompare dopo l’eliminazione di “umori corrotti”. L’organismo vivente era visto come una miscela armonica di quattro umori Sangue Flegma o muco Bile gialla Bile nera che si trova in equilibrio anche con l’ambiente esterno. Il microcosmo del’organismo si doveva adattare anche agli stimoli che venivano dal macrocosmo, con l’alternanza dei ritmi di giorni e stagioni e l’influenza dei fattori naturali. Infatti, se la patogenesi era principalmente umorale, l’eziologia doveva essere in gran parte legata a fattori cosmici o ambientali, come quelli climatici, determinati dalle caratteristiche del luogo, delle acque, dell’aria ecc. Il cosmo penetra nell’uomo con l’aria, i cibi e le bevande destinati a trasformarsi in umori. La predisposizione degli individui a certe malattie era data dalla costituzione umorale diversa in ognuno; una distribuzione equa degli umori crea una buona salute (eucrasia). La rottura dell’equilibrio (discrasia) egli umori era nociva per la salute e causa della malattia. Guidato dalla forza medicatrice della natura, l’organismo rispondeva con una reazione generale, espressa dalla febbre, o con una reazione locale, espressa dall’infiammazione. L’umore corrotto in eccesso doveva essere eliminato per ottenere il recupero della salute, attraverso l’espettorato, l’urina, le feci; un'altra metodologia era rappresentata da mezzi quali il salasso e i cauteri, che aprivano fontanelle per lo spurgo. La guarigione subentrava dopo l’eliminazione di questa materia alterata. Ippocrate ammetteva a procedura intellettuale che portava alla diagnosi e l’uso tecnico dei nomi delle malattie, ma in genere il racconto era anamnestico, oggettivo e documentaristico, concentrandosi sulla descrizione della realtà clinica, senza tropo soffermarsi sull’analisi concettuale e sulla designazione diagnostica. Secondo Ippocrate un vero e proprio metodo di indagine nell’esercizio clinico: osservare metodicamente e scrupolosamente l’ammalato (ispezione) interrogare direttamente per la raccolta dei dati (anamnesi) affinare l’uso di tutti i sensi e imparare a servirsene (palpazione, ascoltazione) La terapia, invece, è piuttosto limitata: concetto di vis naturae adiuvatrix (una forza innata che tende a ristabilire l’equilibrio alterato) primum non nocere! Dieta, cure idroterapiche, massaggi, suffumigi, ginnastica, salassi e pochi farmaci Tra le opere del corpo ippocratico, il Giuramento ha collocazione e un significato particolare perché conserva una caratteristica di autorevolezza e ruoli di validità generale. Il giuramento di Ippocrate presenta una elevata concezione etica della professione medica. Nella prima parte è presa in considerazione la posizione del medico nella comunità professionale; mentre, nella seconda il comportamento del medico verso il malato. Nel giuramento, inoltre, c’è un profondo rispetto per i valori della vita, la condanna del suicidio, dell’aborto e di ogni azione che può violare la sacralità della vita. Il pensiero scientifico: prova fatta con metodo, condotta su materia vivente, allo scopo di accertare e studiare i fenomeni vitali. inizia con ARISTOTELE (IV sec. a. C.) massimo splendore nelle SCUOLE ALESSANDRINE (III sec. a. C.) Quando dalla Grecia classica il centro del pensiero e della produzione intellettuale si spostò ad Alessandria (Egitto), portò con se anche le maggiori competenze mediche. Nel III secolo a.C si era formata la grande biblioteca che raccoglieva anche il corpo di tutte le opere note di interesse medico, ed Alessandria fu, il punto di riferimento maggiore della cultura e della formazione in medicina. Con la cultura egizia, a causa delle esigenze religiose, abbiamo gli inizi della dissezione anatomica. Con la dissezione anatomica si iniziano ad avere le prime descrizioni cadaveriche umane e inizia a svilupparsi un interesse scientifico della conoscenza del corpo umano e delle funzioni dei vari organi. Due grandi personaggi egizi vengono considerati i “fondatori” dell’anatomia: 2 Erofilo: o è il primo a sezionare corpi umani e animali o è considerato il padre dell’anatomia o ricerche sul sistema digerente e vascolare o riconosce il cervello come sede dell’intelligenza Erasistrato: o si avvicina alla scoperta della circolazione del sangue o cuore come fonte dei vasi o intravede esistenza dei capillari o descrive tre vasi: arterie, vene, nervi La figura centrale della medicina dell’età romana è rappresentata da Galeno. Galeno divide con Ippocrate il ruolo di padre fondatore del sistema di medicina che dalla classicità giunse rispettato e potente fino all’Età Moderna. Il sistema anatomo-fisiologico di Galeno, si fondava sulla sintesi che egli seppe proporre tra le conoscenze anteriori e le sue personali osservazione. Egli ebbe ad oggetto delle sue ricerche, non tanto il corpo umano, ma piuttosto l’animale. Egli esaminò le ossa, i muscoli, i vasi, il sistema nervoso e gli organi interni, osservò e compì esperimenti anche su animali vivi per giungere alla descrizione delle forme anatomiche alla interpretazione funzionale. Giunse a proporre una concezione fisiologica nella quale intese conservare la dottrina degli umori. Egli, affermava che in ogni essere viventi sono presenti quattro umori: sangue, flemma, bile gialla e bile nera, corrispondenti ai quattro elementi fondamentali: aria, acqua, fuoco e terra e caratterizzati ciascuno da una qualità. Il sangue è umido e caldo come l’aria, il flemma è freddo e umido come l’acqua, la bile gialla è secca come il fuoco, la bile nera è fredda e secca come la terra. In ciascuna persona i quattro umori sono tra loro combinati in modo che uno possa prevalere sugli altri. Lo stato di salute dell’individuo presupponeva comunque un sostanziale equilibrio tra questi umori; invece, la loro disarmonia, si in eccesso sia in difetto, era base della malattia. Di conseguenza, l’atto terapeutico doveva essere quello teso a ripristinare l’armonia e l’equilibrio tra questi umori. Galeno, introdusse anche, la teoria dei tre spiriti: spirito animale : sede nel cervello e regolava il sistema nervoso spirito vitale : regolava il cuore, il sistema arterioso e il calore del corpo spirito naturale : regolava il fegato, centro della nutrizione. IL MEDIOEVO Periodo compreso tra caduta Impero Romano d’Occidente (476) e la scoperta dell’America (1492). In questo periodo assistiamo alla nascita della: medicina araba medicina monastica medicina salernitana università (luoghi in cui si sviluppa l’istruzione) La medicina araba: Gli arabi danno un grande apporto perché erano eruditi(conoscevano lingue ecc). Dalla lezione araba sono derivati molti dei nome entrati poi nell’uso del linguaggio comune e medico della latinità medioevale, come sciroppo, alchimia o alcol. Grazie a questa cultura si affermano metodi come quello dell’uroscopia. I medici dell’Islam non rifiutavamo le concezioni astrologiche e accoglievano il principio delle malattie regolate dalle orbite astrali. Il punto centrale della loro manualità era la cauterizzazione, ma gli arabi conoscevano e sapevano applicare tecniche precise di emostasi per compressione, sezione di vasi fra legature, suture con catug e seta. Le conoscenze organizzative si estendevano anche a campo dell’ostetricia. Una caratteristica importante della medicina del mondo arabo si legava ai luoghi delle cure. I centri dove si ricoveravano i malati e dove i maestri impartivano un’istruzione medica erano notevoli esempi di modelli organizzativi complessi, veri ospedali, con sale di degenza, ambienti differenziati per patologie e biblioteche. Riassumendo, i punti principali della medicina araba erano: 3 interessi astrologici predilezione per il cauterio Superiore erudizione Medicina monastica: Nell’occidente medioevale, la malattia veniva intesa come una connotazione che la legava alla rappresentazione dei servi di Dio, sia dei segni di punizione, sia di quelli di misericordia; e l’aiuto poteva venire dal Signore. Gli uomini prescelti dal Signore erano i monaci; possiamo quindi dire, che la medicina di questo periodo aveva un’impostazione etico-religiosa data dal cristianesimo. Annesso al monastero, troviamo l’ospizio, luogo di carità verso i miseri e i malati, così come verso i pellegrini. Il compito di assistere e curare le persone portatrici di malattia e miseria era stato assolto dai monaci. In questi luoghi, ci si avvicinava al malato con spirito di carità, offrendo luogo di riposo,protezione, vitto con diete opportune, insieme alle cure delle ferite o delle piaghe e ai farmaci. Nei monasteri, si creavano anche, speciali infermierie, articolate in locali per i bagni, per i salassi, destinate a distinguere ed accogliere i monaci ammalati per il periodo in cui il loro stato morboso li sottraeva agli obblighi della regola. Nell’alto medioevo, l’ideologia cristiana, attenta alle realtà dei bisognosi, dei poveri e dei pellegrini permise iniziative di soccorso organizzato ad infermi e malati, in un contest di approccio spirituale e medico. Il termine xenodochium, viene usato per indicare una tipologia che comprende sorte di ospedali, ospizi per poveri, per pellegrini, per vecchi o bambini. Dalla Chiesa veniva la raccomandazione di allestire spazi per provvedere ai bisogno di quelle categorie di sofferenti e solo verso il IX secolo diventerò comune il termine hospitale. Un altro sostegno importante si ebbe nella creazione degli Ordini ospedalieri. Riassumendo, i punti salienti di questo periodo sono: Il malato è un prediletto Impostazione etico-religiosa data dal cristianesimo attorno ai conventi sorgono ospedali assistenza agli infermi, a chi soffre ospizi per poveri e stranieri (xenodochi), dove si curano anche i malati nascita “Orti dei semplici” (piante di medicinali) che portano alla nascita di farmacie conventuali Monacus infirmarius: addetto alla cura dei malati e all’istruzione dei giovani La scuola di salernitana: la scuola di Salerno fu il centro di maggiore celebrità per l’insegnamento ella medicina nei secoli intorno al 1000. Questa scuola è la prima vera scuola di anatomia con sede in Salerno. Salerno, quindi, può essere intesa come la realtà principale nella didattica e nella formazione medica nel periodo che precedette la nascita delle università. Il modello di insegnamento salernitano, con il metodo del commento e dell’interpretazione dei testi e con quello della quesito, usata per presentare e discutere argomenti irti di difficoltà interpretative, preparò l’ingresso della medicina nelle università. L’opera della scuola salernitana che ebbe larghissima diffusione e la maggiore notorietà fu il “Regimen Sanitatis Salernitanum”; questa raccolta testimonia una derivazione della classicità e da Ippocrate, con le indicazioni dei modelli di vita sobria e morigerata da osservare rigorosamente per conservare la salute. Un punto fondamentale di questa scuola è che Al medico bisogna insegnare le regole da seguire nel colloquio e nel contatto con il malato. TRA IL 1100 E IL 1300 La tecnica operatoria è discretamente evoluta: o narcosi tramite spugne imbevute di sostanze vegetali ipnotico-sedative o emostasi con legature, ferro rovente, trapanazione cranio, asportazione tiroide La semeiotica è ippocratica; viene valutato lo stato generale del paziente Si pratica l’uroscopia (esame urina) L’uroscopia era un vero e proprio rituale fondamentale dell’atto medico. L’esame delle urine veniva praticato con canoni minuziosi e complessi, che concorrevano a individuare e definire il carattere delle alterazioni morbose e il giudizio prognostico. L’esame era svolto secondo un preciso rituale: il medico 4 osserva contro luce il vaso di vetro, con strozzatura verso l’alto, che serviva a contenere l’urina del paziente. Il vaso veniva trasportato in una specie di sporta di protezione, fatta di giunco; i canoni minuziosi, codificati nel dettaglio, secondo i quali agiva il medico si fondavano su alcuni presupposti razionali. In quel periodo, la concezione generale vigente, era quella umorale; in presenza di una malattia, la discrasia degli umore agiva sulla sierosità superflua e quindi poteva indurre caratteristiche particolari anche alle urine eliminate. Potevano, cioè, osservarsi variazioni della quantità, dei contenuti, del colore e della consistenza. Il sapere anatomico si basava sulla lettura di tre grandi libri: Aforismi di Ippocrate Opere Galeno Canone Avicenna In questo periodo, delle università si ha un uso della stessa lingua (il latino) che assumono quindi carattere internazionale. Il metodo di insegnamento tradizionale era basato sulla lettura cattedratica del testo; tre erano i personaggi che svolgevano le lezioni di anatomia: Lettore ( o maestro) : leggeva i testi classici (citati precedentemente) Incisore : effettuava la dissezione anatomica Ostensore : con una bacchetta indicava quello che il lettore leggeva sui testi Le grandi novità di questo periodo sono: Scoperta dell’America Scoperta nel campo di botanica, zoologia, minerologia e farmacologia Droghe da terre lontane Nuove patologie: es. scorbuto (contratto durante i viaggi di esplorazione) Invenzione della stampa da parte di Guttemberg (metà ‘400) UMANESIMO E PRIMO RINASCIMENTO In quest’epoca assistiamo alla nascita dei comuni, delle signorie e alla rinascita dell’arte. Personaggio portante di questo periodo è Leonardo Da Vinci. Leonardo Da Vinci ha un posto di rilievo nella storia del metodo sperimentale osservazione, esperimento, dimostrazione dissezioni su cadaveri di ogni età e su animali l’anatomia con il “disegno dal vero” Assistiamo alla rinascita degli studi anatomici grazie ad Andrea Vesalio: scrisse “de Humani corporis fabrica” insegna anatomia all’università di Padova prende in mano il coltello e procede alla dissezione, illustrando agli allievi come è composto il corpo umano. Questo ultimo punto, segnala la nascita della medicina moderna, poiché l’anatomia studiata su un corpo umano apre nuove realtà L’età moderna ha visto l’introduzione di qualche strumento nuovo o differenziato, in chirurgia. L’opera del chirurgo, in quei secoli restava però strettamente vincolata al persistere di problemi da sempre immutati, che si ponevano come forti ostacoli al suo progredire. Per la sutura delle ferite con l’ago si usavano fili di lino e seta, ma spesso si preferiva la sutura “secca”, con fasciature, meno fiorente di fatti settici. Nella casistica del chirurgo, uno degli interventi più praticati era quello dell’amputazione delle membra, largamente eseguito sui feriti in battaglia. La discussione era sul tipo di taglio muscolare da eseguire sulla sede, sulla sutura da applicare ai moncherini. Altri fattori principali per la chirurgia di questo secolo sono: metodo di cura delle ferite e di legatura dei grossi vasi una veste scientifica alla chirurgia plastica (soprattutto rinoplastica: G. Tagliacozzi) viene introdotto il taglio cesareo In questi anni, Galileo Galilei, sosteneva la necessità di esaminare i fatti liberando il pensiero dagli impaccio del principio di autorità scolastica e di studiare i fenomeni mediante l’osservazione e 5 l’esperimento, possiamo quindi dire, che Galieli inventò il metodo sperimentale (in biologia). La sperimentazione galileana è metodica, razionale, quantitativa e causale: Metodica = poiché è basata su un metodo ben preciso Razionale = basata su ragionamento Quantitativa = si avvale del calcolo numerico Causale = indaga le cause Essendo la sperimentazione quantitativa, nasce l’esigenza di creare unità di misura, in quanto pesare e misurare sono due elementi importanti. Con il metodo galileano, nasce lo strumentario scientifico Il microscopio allargherà gli orizzonti dell’anatomia (Malpighi) la bilancia nello studio dell’uomo il telescopio allargherà gli orizzonti dei cieli Il 1600 è anche l’epoca in cui avvengono grossi passi nel campo dell’anatomia; in quanto il ricercatore del ‘600 esamina l’uomo dal punto di vista del vivente, della funzione, in fase di movimento, da un punto di vista dinamico e alla luce della fisiologia (anatomia animata). I dato descrittivo morfologico consente e promuove esperimenti ( ablazioni organi, resezione nervi, allacciatura vasi ecc); inoltre, dalle modificazione insorte nell’animale dopo asportazione di un organo o recisione di un nervo si deduce la funzione di quell’organo o di quel nervo. Nel 1628 William Harvey, chiarì i meccanismi della circolazione. Gerolamo Fabrizi D’Acquapendente, aveva già scritto nel 1603 le valvole venose e la loro sistematica distribuzione nell’albero vasale senza individuarne il meccanismo di funzione. Infatti pensava che le valvole servissero a rallentare il flusso centrifugo del sangue per assicurare un’equa ripartizione a tutto l’organismo. Le osservazioni sulla struttura delle valvole, furono un passo fondamentale verso la compiuta scoperta dei meccanismi di circolazione. William Harvey, seppe trarre profitto dalla scoperta di D’Acquapendente. Dimostrò la circolazione del sangue con calcoli ed esperimenti, ispirandosi al metodo galileiano. Questa scoperta sgretolava il sistema di Galeno, e proponeva un modello meccanicistico di lettura del funzionamento dell’organismo umano secondo il quale al cuore veniva riconosciuta una natura muscolare e la capacità di produrre la propulsione del sangue nell’albero vasale. Questa teoria non venne subito accolta favorevolmente; solo nella seconda metà del Seicento, le osservazioni di Harvey vennero generalmente conosciute ed accettate dalla medicina senza più dubbi. Si vide la forza muscolare del cuore, che funzionava come una pompa regolata in modo meccanico, e si capì la dinamica dei movimenti circolatori del sangue. Tramontava definitivamente ogni precedente concezione sul moto alternante della massa sanguigna e si inserirono le funzioni delle arterie e delle vene, il ruolo del cuore destro e del cuore sinistro, di atri e ventricoli, in rapporto con la circolazione polmonare, la grande circolazione, la sistole e la diastole. Possiamo così riassumere i punti principali della scoperta di Harvey: Nel 1628 dimostra che il sangue “circola” getta le basi del pensiero fisiologico moderno => sviluppo della fisiologia e medicina clinica abbattimento della dottrina di Galeno esperimenti vivisettori e autopsie calcoli matematici per giungere a dimostrare dimostra il moto centripeto del sangue metodo quantitativo e matematico Fino a questo periodo, nel mondo domina la teoria umorale, finchè nel XVII secolo inizia a cambiare la situazione grazie a nuove scoperte: Scoperta dei primi infusori Viene descritto l’acaro come agente eziologico della scabbia Viene introdotta in Europa la corteccia di china, utile per curare le febbri malariche. Tra i protagonisti di questo secolo, assunse un ruolo di massimo rilievo Marcello Malpighi; dobbiamo dire, che nella concezione tradizionale i polmoni erano intesi come visceri carnosi, di natura sanguigna e di temperamento caldo – umido. All’indagine anatomica microscopica, compiuta sulla rana, Malpighi si accorse che questi si mostravano come un aggregato di alveoli membranosi e svelavano l’esistenza di una rete capillare che li abbracciava e che era la prova della comunicazione tra vene e arterie. Malpighi 6 definì così, la struttura di un parenchima e colmava l’ultima mancanza dell’impianto della circolazione sanguigna; possiamo quindi attribuire a Malpighi la scoperta di una rete anastomotica tra arteriole e venule polmonari e la scoperta dei capillari sanguigni. Altra figura di studioso, fu Antonin Van Leeuwenhoek; egli ebbe l’idea di costruire celebri microscopi a perlina (infusori) ponendo la lente tra due lamine metalliche forate; con questi suoi strumenti compì molte osservazioni, di liquidi organici dell’acqua ecc; aveva riconosciuto una struttura a fibre nel miocardio e aveva scoperto certi “animalcula” non visibili ad occhio nudo delle acque e nello sperma. In questo secolo, nascono le scuole di : Iatromeccanica (o iatrofisica) : in questa scuola, il corpo umano veniva considerato come una macchina, un ordigno meccanico. Se le parti del corpo venivano concepite come delle macchine, lo scienziato doveva cercare di comprendere il loro funzionamento usando leggi della matematica e della fisica. Ad esempio, i muscoli, studiati singolarmente e per gruppi, come parte attiva del movimento, permettevano di capire che il fondamento dell’azione è la loro contrazione Iatrochimica :l’uomo veniva considerato come un laboratorio di chimica, in quanto nel corpo umano avvengono numerose reazioni chimiche. ILLUMINISMO Il XVIII secolo, è il secolo dell’illuminismo: Nascono nuovi modelli sociali che permeano ogni settore della convivenza e dei rapporti umani L’uomo, biologicamente inteso, esige nuove valutazioni e nuove attenzioni Nasce l’esigenza di proteggere e rendere sano l’individuo I progressi vengono messi al servizio del bene collettivo Nascono nuove idee/concetti sociali importanti per la medicina: o Idea di profilassi : Jenner introduce la vaccinazione contro il vaiolo o Tutela preventiva dei lavoratori : Ramazzini (padre della medicina del lavoro) o Psichiatria : nuovo approccio alla malattia mentale (Pinel, Chiarugi) o Ortopedia : Andry o Igiene pubblica : Frank B. Ramazzini: Ramazzini, viene considerato il fondatore della medicina del lavoro. All’esordio del secolo pubblica il “De morbis artificum”, primo libro sulle malattie professionali dei lavoratori. Ramazzini va a cercare le cause delle malattie correlandole con l’attività lavorativa, in altre parole, ricerca i fattori morbigeni insiti nelle varie attività lavorative N. Andry: Ha interesse per la correzione delle deformità scheletriche. Il termine ortopedia (dal greco Orthòs =diritto e Paidés = bambino ; quindi “raddrizzare il bambino”) nasce per studiare e trattare le deformità scheletriche dei bambini; questo, in quegli anni, numerosi bambini erano affetti da malformità, sia congenite, sia acquisite. J.P. Frank : Frank viene considerato il pioniere della sanità pubblica. Scrisse un trattato in 6 volumi “sistema completo di polizia medica”(nel titolo si utilizza il termine polizia perché vengono date delle regole riguardanti l’igiene). Con questo suo trattato Frank inaugura l’igiene e la medicina preventiva V. Chiarurgi e P.Pinel: In questi anni i pazzi venivano incatenati, questi due protagonisti decisero di attuare un trattamento umanitario dei pazzi. Questi due personaggi furono favoriti dal clima illuminista, alzarono le loro voci, stimolate da principi umanitari, oltre che da convinzioni scientifiche. E. Jenner : Jenner, nel 1789 diffonde nel mondo il principio della vaccinazione. Fu il creatore della vaccinazione antivaiolosa. Jenner seppe trarre ammaestramento da ciò che aveva visto nelle campagne inglese. Un vaiolo delle vaccine, trasmesso casualmente all’uomo pareva provocare manifestazioni pustolose 7 modeste e localizzate, lasciando poi una sorta di immunità che proteggeva l’individuo dal contagio del vaiolo umano. Jenner prese ad eseguire delle prove che gli confermarono l’esattezza delle osservazioni. La vera figura centrare, però fu Luigi Sacco. Egli ebbe il merito di applicare per la prima volta la vaccinazione con materiale di un ceppo vaccino, che inoculò su alcuni bambini di una famiglia contadina, riuscì poi a convincere molte persone a sottoporsi all’operazione. Il XVII secolo si chiude con la nascita dell’anatomia patologia, grazie a Giovan Battista Morgani, definito come il fondatore della patologia d’organo. Morgani diede sistemazione al metodo anatomo-clinico, insegnando a riconoscere la lesione locale per risalire da essa all’alterazione funzionale e quindi all’espressione fenomenologico clinica. La prima opera, “Adversaria anatomca prima”, fu una serie di minuziose ricerche di anatomia, ricche di osservazioni originali. Morgani indagò l’organismo umano come una complessa macchina in cui molte parti delicate e minute funzionavano in modo armonico. Attinse alle proprie osservazioni la continua comparazione tra sintomo clinico e reperti anatomici e raccolse la grande casistica di storie anatomico – mediche nella sua opera “De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis”. L’osservazione macrocopia al tavolo anatomico era sufficiente a riconoscere le caratteristiche patologiche degli organi, a descriverle e a confrontarle con le alterazioni funzionali e le manifestazioni cliniche che erano apparse nel vivente. I quadri morbosi potevano essere messi in evidenzia al tavolo anatomico e cessavano di essere considerati generalmente come alterazioni degli umori o del tono. Si scopriva che le malattie potevano avere una sede, localizzarsi in un determinato organo, dando lesioni precisabili. Dalla lesione locale dimostrata all’esame del cadavere, si poteva risalire quindi ai fenomeni e ai sintomi della malattia osservata e descritta in vita. Se l’autopsia permetteva di constatare il ripetersi di corrispondenza tra le lesioni strutturali e i sintomi osservati in vita, la regolarità della relazione doveva escludere l’ipotesi di semplici coincidenze. Con la correlazione tra dati autoptici e sintomi del vivente, costituiva un esempio di sintesi tra anatomia e clinica suggerendo la reale importanza delle osservazioni accurate sul corpo del malato. Evidenziando il rapporto causale tra le lesioni anatomiche degli organi affetti e le malattie, si insegnava che la patologia di un organo può manifestarsi dei sintomi morbosi, ma non sempre era possibile mettere in evidenza la causa della morte e restava coperta di mistero l’eziologia dei mali. L’anatomia patologica avrebbe costretto a pensare la malattia con idee nuove, perché permetteva di definire le entità morbose su basi differenti da quelle che avevano avuto valore fino ad allora, e suggeriva le strade da percorrere per riconoscere anche nel vivente le lesioni classificate al tavolo anatomico. Alla fine del 700 e nei primi decenni dell'Ottocento si consolidava il filone delle idee collegate al magistero significativo dell'opera di Morgani. A questo punto dell'evoluzione del pensiero medico si poteva compiere il passo verso le nuove manovre utili ad addentrarsi nell'esame del malato, rilevare i segni delle manifestazioni morbose e giungere ad un giudizio sulla sede e sulla natura della malattia, in altre parole in forza di questi convincimenti si avviava la costituzione di una branca speciale delle discipline mediche, ordinata giuridica alla raccolta dei dati ed alla interpretazione dei segni fisici che, corrono e aiutano formulare una giusta diagnosi. La storia della semeiotica, la disciplina che insegna a rilevare ed interpretare i segni delle malattie, trova le prime espressioni di attenzione in Auenbrugger, che aveva suggerito di sfruttare la percussione del torace per individuare, nelle differenze del suono, le alterazioni del polmone. vero simbolo della nuova clinica interna, fu lo stetoscopio proposto da Lannec. L'auscultazione mediata dallo stetoscopio si dimostrò molto superiore rispetto a quella “immediata”, a orecchio nudo, che Lannec giudicava scomoda e poco efficace. La stetoscopia permetteva di “vedere con l'udito” e finalmente individuare nel vivente quelle lesioni che potevano poi essere scoperte con l'autopsia. IL XIX SECOLO L'organo è la sede della malattia Bichat sposterà la sede della malattia dall'organo ai tessuti nasce la necessità di valutare clinicamente le modificazioni insorte negli organi nel corso della malattia si sviluppa la tecnologia 8 si inventano strumenti per l'esplorazione funzionale dei diversi apparati e per interventi terapeutici specialistici cresce la specializzazione medico chirurgica perfezionamento del microscopio maturità igienico – sociale lotta contro le epidemie scoperta dei microrganismi patogeni (nasce la batterologia) si mettono in atto idonee misure di profilassi Nei primi decenni dell'Ottocento, i mezzi perfezionati di ingrandimento ottico, i metodi di fissazione dei preparati e quelli di colorazione consentivano di conservare i pezzi e di aumentare le possibilità di osservazione. SI sviluppano nuove frontiere delle scienze biologiche e vie straordinarie per lo sviluppo della medicina nello studio dei tessuti e delle cellule. Nei primi anni dell'ottocento, Bicht aveva introdotto il termine di tessuto, osservando senza il microscopio le parti che hanno appartenenza e struttura specifica. La teoria cellulare (1838 - 1839) nacque come frutto degli studi di: Schleiden : in ogni cellula è sempre presente il nucleo, importante per la vita cellulare Schwann : tessuti animali e vegetai sono costituiti da cellule la teoria cellulare afferma che: le cellule sono gli elementi costitutivi universali di tutti i tessuti viventi tutte le cellule viventi si formano per divisione di atre cellule esistenti la teoria implicava che gli organismi viventi non si potessero generare spontaneamente, ma solo da altri organismi esistenti e fu duramente combattuta. Da questo periodo in avanti la medicina prese a concentrare la sua osservazione sul mondo sempre più piccolo e a sviluppare teorie fisiologiche e patologiche in questa direzione. Restava da applicare queste conoscenze al campo della patologia per cercare di ricavarne effetti utili alla medicina. Virchow, seppe portare a livello cellulare il problema della patologia per cui si riusciva finalmente ad indagare la malattia come alterazione della cellula; nella sua opera Virchow affermava che : la cellula è realmente l'elemento morfologico ultimo dei fenomeni vitali, così ne sano come nel malato, poiché la malattia non è altro che la vita in condizioni modificate. Nell'ospedale ottocentesco era nata la lezione clinica. Lo studio di una malattia non poteva fare a meno dell'osservazione dei malati della corsia ed era chiaro che si dovevano spogliare i pazienti per visitarli adeguatamente. Durante questo rinnovamento si comincia a distinguere una attenzione per la sintomatologia,effetti percepibili della sofferenza degli organi, e la semeiologia, studio dei segni cioè di tutti gli indicatori che costituiscono gli argomenti per giungere alla diagnosi: successione dei sintomi e risposte provocate. All'ispezione, palpazione, percussione e auscultazione, si aggiungeva la misurazione di segni clinici. Si contavano le pulsazioni, gli atti respiratori, si pendevano misure e si cominciava a valutare la temperatura. La diagnostica affermava il suo fine, che era quello di distinguere le malattie, constatare quella che esisteva, sotto qualsiasi forma si presentasse, oppure riconoscere che non esisteva quando erano altre malattie a produrre segni simili che potevano ingannare. La medicina orientava il suo metodo di avvicinamento alla malattia sul processo diagnostico che, se da un lato si fondava sulla nuove lezione semeiotica nel'esame degli organi e degli apparati, non poteva rinunciare a completare le sue indagini con l'evidenziazione e la misurazione dei dati oggettivi e quantificabili degli strumenti e del laboratorio chimico. Vennero introdotte quindi nuove indagini, sia cliniche sia laboratoristiche: Roentgen, scopri l'azione dei raggi luminosi, che potevano attraversare i corpi opachi e proiettarsi su uno schermo fluorescente. I raggi X permettano di guardare all'interno del paziente e di aprire capitoli prima impensabili nelle immagini diagnostico Berger introdusse l'elettroencefalogramma Fehling scopre nell'urina dei diabetici lo zucchero Bright mette in relazione la presenza di albumina nell'urina con una determinata malattia reale 9 Nasce la batteriologia L'idea di un contagio vivo, dovuto ad esseri di minuscole dimensioni che entrano nell'organismo, con la capacità di produrre specifici quadri morbosi era stata avanzata da Plenciz. Agostino Bassi, riusci a dimostrare che la malattia devastante degli allevamenti del baco da seta era sempre causata da un essere organico vivente; questa scoperta, trasportata in campo umano, suggeriva di ristudiare l'eziologia e i meccanismi di diffusione di certe malattie. La dimostrazione della presenza dei microrganismi nei tessuti fu possibile però solo con l'apporto delle ricerche di laboratorio e della chimica che studiava la fermentazione.. Fu Pasteur a studiare le fermentazione e i suoi germi patogeni. Per quanto riguarda la nascita della batteriologia, dobbiamo dire che: Pacini scopre il vibrione del colera Pasteur studia la fermentazione e i germi patogeni Koch scopre il bacillo della tubercolosi e perfeziona la tecnica batteriologica. Le specializzazioni: Nel XIX secolo diventa necessaria una suddivisione secondo organi e apparati per limitare il raggio di azione dei medici alle specifiche competenze settoriali. L'invenzione di nuovi strumenti per esplorare le cavità dell'organismo contribuirono ulteriormente alla nascita di nuove sottospecialità : endoscopi, colposcopi, cistoscopi, laringoscopi richiedevano studi specifici per un uso appropriato. In questo periodo, quindi, nascono nuove branche specialistiche: psichiatria e neurologia oftalmologia otologia rinologia e laringologia dermatologia sifilogia (veneroogia) ginecologia urologia odontoiatria medicina legale geriatria cardiologia alla fine del XIX secolo cominciarono a svilupparsi: biochimica ematologia farmacologia: le tecniche di laboratorio, di isolamento e di purificazione dei farmaci naturali avevano permesso un perfezionamento del corredo di rimedi a disposizione. Già dall’inizio Ottocento gli estratti grezzi di certe sostanze, dimostravano buone capacità terapeutiche: la chinina, la morfina, l’oppio. La salicina (usata come antipiretico). La farmacologia, con una sua crescita parallela, nel campo chimico ed industriale, si metteva in condizioni di rispondere alle esigenze della terapia medica; questo filone di studi ripartiva su basi nuove dopo l’isolamento dei principi attivi allo stato pure, la determinazione della struttura chimica. Si valorizzavano la sperimentazione e il laboratorio, si metteva in evidenza l’importanza dell’indagine sui principi attivi, si concentrava la ricerca sull’azione dei farmaci nell’organismo. Questa nuova disciplina scientifica era impegnata nella ricerca sperimentale e di laboratorio; così, la farmacologia sperimentale, saldamente collegata alla fisiologia, si arricchì di laboratori nei quali si studiavano sistematicamente i farmaci e le loro applicazioni. I punti essenziali della nascita della farmacologia sono: o migliore comprensione dell’azione dei medicamenti o sostituzione dei principi attivi ai “semplici” o introduzione di nuovi mezzi di somministrazione di medicamenti o farmacologia sperimentale o 1806: morfina dall’oppio 10 1819: stricnina 1820: chinino studiati anche bromuro, iodio,nicotina, etere e curaro analisi farmacologiche di: digitale, istamina, nitrato di amile Negli anni ’80 del XIX secolo: medicinali di sintesi, prevalentemente antipiretici nel XX secolo: la scienza di farmaci specifici o chemioterapia I problemi della chirurgia: Durante il XIX secolo, la chirurgia si rinnova e rinnova i suoi strumenti. Emancipata ormai dalla medicina, l’opera del chirurgo si avviò nell’Ottocento. Chi era entrato in carriera agli inizi del secolo si era addestrato alla piccola chirurgia e a quelle operazioni più complesse che si sapevano eseguire da tradizione antica: i calcoli della vescica, l’ernia, la cataratta, la ricostruzione plastica delle parti lese, la legatura di vasi ecc. Nelle operazioni, l’abilità del chirurgo era legata alla sua capacità di manovrare i ferri con destrezza e rapidamente per ridurre il più possibile il dolore. Il paziente era tenuto saldamente fermo, ma i suoi contorcimenti potevano ostacolare le manovre dell’operatore. Le ferite erano seguite generalmente, dalla febbre irritativa, risultato dell’accumulo di pus nella sede dell’operazione. La guarigione avveniva raramente. Il dolore, l’emorragia, lo shock e l’infezione erano gli ostacoli più difficili che avevano sempre bloccato l’avanzata chirurgica. Quindi, le problematiche legate alla chirurgia erano: le infezioni: le infezioni post operatorie avevano spesso annullato i risultati positivi delle operazione, tecnicamente ben riuscite. Dato che gli antibiotici e i sulfamidici non erano ancora stati scoperti, venivano effettuate: o medicazioni con filacce o legature con corda comune o seta il dolore: inizialmente, contro il dolore causato da un trauma operatorio, veniva utilizzata una spugna sonnifera imbevuta di oppio o altre sostanze anestetiche, come ad esempio la mandragora Il dolore aveva limitato sempre l’azione del chirurgo. Erano noti da tempi remoti alcuni mezzi e manovre atti a diminuire la sensibilità del soggetto: l’uso dell’oppio, dell’alcol, della radice di mandragora, delle spugne soporifere e la riduzione del flusso ematico al cervello, erano noti come tentativi per ridurre la sensibilità del soggetto e la relazione al dolore, ma non avevano potuto dimostrarsi di grande efficacia. A partire dal XIX secolo, nuovi strumenti, portarono alla soluzione di questo problema. L’anestesia, indotta con sostanze gassose “esilaranti”, fu la scoperta che costituì una prima e vera rivoluzione nella chirurgia. Attraverso diversi esperimenti ed osservazioni, si capì che l’inalazione dell’etere provocava un’intossicazione capace di alterare la coscienza e la sensibilità dei soggetti. Il metodo con l’etere solforico, fu introdotto da Morton e, una volta accettato l’etere come anestetico e diffusane la conoscenza anche in Europa, ci si rivolse alla ricerca di altri gas che potevano agire con gli stessi risultati. Nel 1874, Simpson, iniziò ad utilizzare l’etere in ostetricia; successivamente, introduce nella pratica anestesiologica il cloroformio. Gli studi successivi, si rivolsero all’individuazione di nuove sostanze e di nuove vie di somministrazione; principalmente si voleva trovare una sostanza in grado di abbassare il dolore senza determinare la perdita di coscienza. Nel 1884, Froid e Koller, introdussero l’anestesia locale: comunicarono che le instillazioni di cocaina in soluzione acquosa nel sacco congiuntivale, poteva sollevare dal dolore nelle operazioni dell’occhio. Altro problema del XIX era legato alle infezioni. Nelle prime vicende verso la conquista dell’antisepsi chirurgica, era stato un ostetrico a intuire la reale importanza di certi fattori, dimostrando capacità di osservazione nel cogliere con sicurezza il problema fondamentale della febbre puerperale, che era il più tragico flagello delle maternità ospedaliere del tempo. Con intuizione, Semmelweis aveva dato a Vienna, il suggerimento di lavare le mani con acqua di cloro (soluzione di cloruro di calce) prima di accingersi ad operare; questo semplice consiglio ridusse il rischio delle febbri puerperali. Nel 1865, Lister, scoprì l’ infezione delle ferite causata da germi sospesi nell’aria che inquinavano le ferite, inoltre, adottò il trattamento antisettico delle ferite con acido fenico in soluzioni acquose al 5% o o o o o o 11 per disinfettare la cute e in soluzione oleosa per la medicazione delle ferità. Trattò con la stessa sostanza le mani del chirurgo, lo strumentario e tutto quanto poteva venire a contatto col campo operatorio, senza escludere l’aria atmosferica, attraverso un’irrorazione continua di acido fenico attuata mediante uno spruzzatore; questo metodo però, fu reso noto solo nel 1867. In Italia, intanto, Bottini sostenne un’attività disinfettante dell’acqua fenicata. Nel 1908 A. Grossich, introdusse nella pratica chirurgica la sterilizzazione del campo operatorio con pennellature a base di tintura di iodio. L’antisepsi e l’asepsi si aggiunsero all’anestesia per rivoluzionare le possibilità della chirurgia, allontanando le conseguenze delle infezioni che ne avevano sempre limitato l’azione. SI poterono finalmente affrontare le grandi operazioni con minor timore del dolore, delle infezioni e delle gravi conseguenze. IL XX SECOLO Nuovi concetti: lotta contro le malattie infettive nuove tecniche di diagnosi e terapia ricerca nuovi rimedi terapeutici (sonniferi, vitamine, ormoni, psicofarmaci) sviluppo tecniche chirurgiche trapianti d’organo nuove epidemie (AIDS) tecnologie del DNA cellule staminali le medicine complementari Lotta contro le malattie infettive: Nel primo Novecento, nasce la batteriologia, come una nuova disciplina capace di definire la malattia con la sua causa. La batteriologia, attraversò le principali attenzioni scientifiche, anche per i riflessi che aveva nel campo della clinica. SI era cominciato, a scoprire le vere cause di molte delle malattie che allora avevano maggiore diffusione; si comprendevano le modalità della trasmissione delle malattie infettive e ci si poteva dedicare con concretezza di risultati all’indagine sui rimedi che potevano permettere di prevenire la diffusione o consentire la cura dei soggetti colpiti. Dopo la scoperta del vaccino del vaiolo, molti scienziati indirizzarono i loro studi lungo la strada della ricerca di efficaci meccanismi di protezione naturali dell’organismo. Si intuì la presenza di “anticorpi” nel sangue che dopo l’inoculazione dei vaccini riuscivano ad aumentare la loro efficacia. Ormai si conoscevano le caratteristiche di aggressività di molte malattie infettive e si erano gettate le fondamenta delle strategie di difesa. I vaccini procuravano un’immunità acquisita per i soggetti esposti al rischio. Il corpo dell’igiene, dettava le norme generali e particolari tese a contrastare i meccanismi di trasporto e di diffusione dei germi. La sfida successiva, era quella di mettere a punto i rimedi terapeutici per combattere la malattia nell’uomo; dai progressi recenti della batteriologia venivano i suggerimenti sulla direzione verso la quale volgere le ricerche. Si sapeva già che certe sostanze chimiche, usate come coloranti, riuscivano a legarsi ai microrganismi senza danneggiare i tessuti in cui essi si annidavano; si doveva quindi cercare di preparare dei farmaci dotati delle stesse capacità di colpire selettivamente i microbi presenti in un organismo, senza agire negativamente sull’ospite. Ehrlich, fu il primo che riuscì ad ottenere risultati di successo in questo campo: egli aveva messo a punto una speciale combinazione chimica, chiamata Salvarsan, capace di legare e distruggere l’agente della sifilide senza nuocere al paziente. Negli anni trenta, vennero sperimentati ed introdotti i sulfamidici utilizzati contro le infezioni; sempre in questo periodo, Fleming aveva osservato che una certa muffa, cadendo su una piastra, distruggeva le colonie di stafilococchi. Il vero trionfo, si ebbe quindi, con la preparazione degli antibiotici che, introdotti nella clinica dopo il 1940, hanno rappresentato il più importante e potente strumento offerto alla medicina per controllare la malattia. Riassumendo, gli eventi principali della lotta contro le malattie infettive sono: 12 Introduzione antibiotici e chemioterapici 1909: Ehrlich e Hata “606 o Salvarsan” 1906: test sierologico per la sifilide (Wassermann) 1935: sulfamidici (Domagk) per terapia infezioni batteriche Agli inizi degli anni ’40: penicilline e altri antibiotici 1929 Fleming: alcune colonie batteriche erano bloccate nella loro crescita dallo sviluppo di una muffe 1939: applicazione pratica clinica del preparato (Penicillina) condotta da Florey- Chain e altri sulfamidici e penicillina permisero di combattere infezioni da streptococco (sepsi e febbre puerperale), stafilo e meningococco, gono e pneumococco Ampiamente sviluppate le vaccinazioni: contro difterite, pertosse, tetano, polio, Efficace battaglia contro: febbre gialla, malaria, Durante al II G.M.: uso del DDT per la profilassi di malaria e tifo petecchiale nuovi progetti di ricerca per meglio comprendere le infezioni virali e i problemi epidemiologici Nuove tecniche per diagnosi e terapia: la scoperta dei raggi roentgen e l’impiego della radioterapia nelle patologie cutanee: Il radio fu presto impiegato in ginecologia per la terapia del cancro => uso degli isotopi radioattivi Attraverso la rappresentazione grafica ottenuta con l’analisi dei tracciati si individuarono modifiche patologiche: Elettrocardiografo (1903 Einthoven) per registrare le correnti bioelettriche del cuore Nel 1933 Berger riuscirà a visualizzare attraverso l’elettroencefalogramma i fenomeni bioelettrici che si producono nel cervello umano apparecchi per la misura della pressione sanguigna (sfigmomanometri) nuove apparecchiature mediche ( a ultrasuoni, pacemaker, apparecchi per dialisi, per endoscopia) sviluppo di una branca dell’Ingegneria applicata alla medicina => ingegneria biomedica La computerizzazione ha svolto fin dagli anni ’70 un ruolo importante La TAC : procedimento per riprendere trasversalmente a varie profondità l’organo interessato e attraverso l’elaborazione elettronica ricostruire la mappa dettagliata degli strati esplorati Ricerca di nuovi rimedi terapeutici: 1903 (Fischer e Behring) un preparato a base di ac. Barbiturico: il Veronal (primo sonnifero sintetico) Ricerche nel campo della nutrizione che portarono una delle più importanti scoperte: Vitamine => nelle diete carenti, marinai etc. Concetto di sostanze nutritive “supplementari” (1906 Hopkins) 1912: Funk le chiamò vitamine 1913 vit.A; 1916 vit. B; 1926 pellagra da carenza vit.; 1919: effetto antirachiticho della luce U.V; 1924: provitamina; i raggi U.V. trasformavano questa provitamina in vit. D 1927: questa vitamina era l’ergosterolo => riduzione del rachitismo e del tasso mortalità infantile La vit. B fu suddivisa in elementi di un complesso vitaminico scoperte le vitamine C, K, E : vantaggio soprattutto per la Pediatria conoscenze della nutrizione, oltre alla scoperta di nuove sostanze e microelementi anticoagulanti (1941); psicofarmaci (dal 1952) Isolamento dell’insulina nel 1921 (Banting e Best) Isolamento del cortisone nel 1934 nella sua forma cristallinaa , come cortina ; dal 1949 impiegato nella cura di malattie reumatologiche insieme all’ACTH 13 “Pillola” estro-progestinica prodotta per la prima volta nel 1954 (Djerassi) come noretisterone e sperimentato come contraccettivo da Pincus Nel 1960: I° anticoncezionale per via orale “pillola” La terapia chirurgica: • Isolare organi durante l’intervento • Assicurare tecniche di circolazione extracorporea • Emodialisi, antishock, centri di cura intensiva e rianimazione • Cardiochirurgia,pacemaker, protesi valvolari e vascolari • Trapianti di cuore e polmone (anni ‘60) Nuove epidemie: • Agli inizi degli anni’80 si è presentata l’aggressività epidemica dell’AIDS • Nel 1984 è stato ammesso il ruolo eziologico del virus riconosciuto responsabile della malattia (HIV) Medicine complementari: • Il medico contemporaneo, fortemente orientato alla malattia • troppo interessato allo specifico fenomeno patologico che osserva e manca di una visione globale dei problemi del malato • Il paziente lamenta questa carenza • È aumentato il numero dei sintomi di cui le persone vogliono liberarsi Oggi: • infallibilità degli strumenti diagnostici e sicurezza della chirurgia • capacità di curare e di far guarire • difficoltà nel capire e riuscire a combattere ancora tanti quadri patologici che resistono alle indagini della scienza • malattie cardiovascolari e tumori occupano i primi posti fra le cause di morte anche nelle giovani età • aumento delle malattie degenerative e dell’età media comportano fenomeni inattesi • Fattori di rischio: modalità di comportamento individuali e sociali influiscono sul prevalere di certi quadri patologici • Nuove epidemie: diabete, obesità, ipertensione • Importanza della prevenzione: stili di vita (alimentazione, attività fisica, etc.) LA PROFESSIONE INFERMIERISTICA La professione infermieristica, è una professione “giovane” in quanto sorta solamente nel 1800; ciò avviene perché ci si pone il problema di capire qual è il miglior trattamento di malati e chi può dargli questo trattamento: si comincia a considerare un servizio pensato sulle esigenze del malato. Dopo i moti del 1848, venne effettuata, dal personale medico, una riunione per riorganizzare la situazione ospedaliera. Il primario Triberti (primario che presiedeva questa riunione), pose come problema la questione infermieristica: - Problema del salario - Problema delle ore lavorative - Problema di distinguere tra infermiere laico e religioso - Problema di formazione necessità di un’istruzione e formazione adeguata, fornita dai medici, in ospedale con un corso teorico e pratico e con un esame finale abilitante alla professione Queste proposte però non vennero accolte dai professionisti medici. Verso la fine del 1800 si iniziarono ad elaborare delle strutture di formazione infermieristica. In Italia, Grace Baxter fondò la prima scuola di infermieri: la Croce Azzurra di Napoli. Nel 1901, assistiamo alla presenza di un’altra figura fondamentale: Anna Celli, la quale inizia ad organizzare dei corsi di infermieristica a Roma. • Fine 1800 inzio 1900 inizia a delinearsi il problema dell’associazionismo, per la difesa dei diritti degli infermieri inizio di rivendicazioni, ad esempio salariali 14 1915 prima guerra mondiale: in questi anni, la Croce Rossa Italiana, inizia ad occuparsi della formazione infermieristica. L’ospedale “Principessa Jolanda”, nasce come scuola convitto per infermieri, fondato e gestito dalla C.R.I • Inizi 1900 all’interno della professione infermieristica iniziano a crearsi diverse specialità. EVOLUZIONE DEI LUOGHI DI CURA • Templi • Ospedali monastici medievali : l’architettura monastica prevedeva, un impianto a chiostro (un'area centrale scoperta circondata da corridoi coperti, da cui si accede ai principali locali) e il modello della basilica, ovvero una navata centrale con un altare al centro • I grandi edifici rinascimentali : esempio eclatante è l’ Ospedale Maggiore di Milano. Questo ospedale era strutturato su due grandi crociere (formando 4 infermerie), al centro delle crociere, e quindi delle corsie di degenza, si trovava un altare per la partecipazione dei malati ai riti religiosi. Ogni crociera era costituita in modo di tenere conto delle indicazioni ambientali utili al controllo della malattia, con l’attenzione alle esigenze di circolazione dell’aria e degli impianti per i servizi igienici • Il settecento e l’ottocento : strutture ospedaliere enormi, a causa delle epidemie di questo periodo. • Ospedali a padiglioni • Monoblocchi • Ospedali specialistici • Ospedali nei contri storici della città • Ospedali decentrati • Nuovi ospedali oggi • 15