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ESORDI DEL COLONIALISMO E AZIONE DELLA CHIESA

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ESORDI DEL COLONIALISMO E AZIONE DELLA CHIESA
Author(s): TEOBALDO FILESI
Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell'Istituto italiano per
l'Africa e l'Oriente, Anno 20, No. 4 (DICEMBRE 1965), pp. 370-403
Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/41852346
Accessed: 05-06-2019 09:04 UTC
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ESORDI DEL COLONIALISMO E AZIONE DELLA CHIESA
TEOBALDO HLESI
3.
X. - Perchè fu emanata la Eximiae devoùonis e quale il significato che
ad essa può attribuirsi?
La Bolla porta la data del 3 maggio 1493, cioè la stessa data della Inter
cetera I; in effetti essa fu spedita solo nel luglio successivo (122) e deve considerarsi un completamento di questa, così come la Inter cetera II può considerarsi una messa a punto e uno sviluppo naturale della stessa Inter cetera I.
La novità, rispetto a quest'ultima Bolla, sta nel fatto che la Eximiae devoùonis
definisce in termini esatti la estensione ai re Cattolici di Spagna dei privilegi
già accordati da Niccolò V e da Calisto III ai re di Portogallo per le loro
scoperte.
« Come ad alcuni re di Portogallo - dice la Bolla - furono per le loro
terre ed isole in Africa, in Guinea e nella Miniera d'Oro ( Africe , Guinee, et
Minere Auri) concessi varí privilegi, grazie, libertà, immunità, esenzioni, indulti, ecc., così noi vogliamo concedere motu proprio a voi e ai vostri eredi e successori non minori liberalità « ut in insulis et terris per vos seu nomine vestro
hactenus repertis hujusmodi et reperiendis imposterum, omnibus et singulis
gratiis et privilegiis, exemptionibus, libertatibus, facultatibus, immunitatibus,
litteris, et indultis regibus Portugallie concessis hujusmodi, quorum omnium
tenores, ac si de verbo ad verbum presentibus insererentur, haberi volumus pro
sufticienter expressis et insertis, uti, potiri, et gaudere libere et licite possitis et
debeatis in omnibus et per omnia perinde ac si illa omnia vobis ac heredibus
et successoribus vestris prefatis specialiter concessa fuissent, auctoritate apostolica, tenore presentium de specialis dono gratie indulgemus, iliaque in
omnibus et per omnia ad vos heredesque ac successores vestros predictos extendimus pariter et ampliamus, ac eisdem modo et forma perpetuo concedimus, non obstantibus constitutionibus et ordinationibus apostolicis, nec non
omnibus Ulis que in litteris Portugallie regibus concessis hujusmodi concessa sunt, non obstare ceterisque contrariis quibuscunque ».
(122) Circa la data di spedizione ed ogni al-
tro particolare di carattere formale e giuridico
potrà consultarsi, M. Giménez Fernández, Nuevas consideraciones sobre la historia, sentido y
valor de las Bulas Alejandrinas de 1493, Siviglia,
Scuola di Studi Ispano-Americani dell'Università
di Siviglia, 1944, pp. 36-37.
Per le notizie biografiche sull'Autore vedasi € Africa», marzo 1965, n. 1, p. 40.
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ESORDI DEL COLONIALISMO 371
TESTO DELLA BOLLA "EXIMIAE DEVOTIONIS"
DEL 3 MAGGIO 1493
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372 TEOBALDO FILESI
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ESORDI DEL COLONIALISMO 373
Secondo il Dawson la Eximìae devotionis e la Inter cetera
derate congiuntamente, testimonierebbero che nessuna ingius
ai danni del Portogallo, in quanto tali Bolle non fanno che c
Spagna quegli stessi diritti e privilegi già accordati al Portoga
le quelle terre da essa già scoperte (,23). Interpretazione, ques
trovarci consenzienti a meno che non si voglia tradire il pre
testo, il quale va al di là della estensione pura e semplice am
ziosamente i termini (extendimus pariter et ampliamus ) e pr
plicazione non solo alle terre ed isole scoperte ma anche a qu
no scoperte in avvenire (reperiendis imposterutn).
Non v'è dubbio che le intenzioni di Alessandro VI nei con
Spagna incominciano, con questa Bolla, a farsi manifeste risp
destina» Inter cetera I (124); si capisce già che Egli non si acc
ticare a favore dei sovrani spagnoli lo stesso trattamento che
sori hanno praticato a favore dei sovrani portoghesi, ma che
più generoso e liberale.
La Eximìae devotionis non è che la prima tangibile tes
tale predisposizione; le successive accentueranno via via quest
scriminatorio portandolo, come s'è in altra parte osservato
modo di ribadire più avanti, ai limiti estremi. Ne sono prov
Inter cetera II del 4 maggio e la Dudum siquidem del 26 sette
XI. - La Inter cetera II è senza dubbio la più nota e la più
delle Bolle alessandrine ('25). Trattasi, infatti, della Bolla ch
(123) Cfr. Dawson S. E., Lines of rica,
demarcaLondra, 1897; Tacher J. B., Christof er Cotion of Pope Alexander VI, ecc., in lumbus,
« TransacNew York, Putnam, 1903, tomo II; Llotions of the Royal Society of Canada rens
», 2a
serie,V., Dos bulas de Alejandro VI,
Asencio
vol. V, 1899, p. 489.
Siviglia, B.C.E.A., 191 5; Vander Linden H.,
VI and the demarcation of the ma(124) Cfr. al riguardo, Sierra D.Alexander
Vicente,
ritime
and colonial
Domains of Spain and PorEn torno a las Bulas Alejandrinas de
1493,
in
tugal,
in « American Historical Re« Missionalia Hispanica », Madrid, anno
X,1493-1494,
n. 28,
wiew», dalla
Londra, vol. XXII, ottobre 1916, n. 1,
*953» P» 79» La Bolla fu tenuta segreta
pp. 1-20;
Ruge Sophus, in «Historia UniverCuria Romana e dai sovrani di Spagna,
tanto
che essa rimase sconosciuta nel suo sal
testo
fino
», tomo
XIX, Barcellona, Montmer, 191 9, p.
alla metà del secolo scorso.
205: Gottschalk P., The earliest diplomatic
(125) Oltre alle opere e agli scritti dello Staedocuments of America, Berlino, Gottschalk, 1927;
dler, del Giménez, del Dawson, del Sierra e Ferrara O., Le Pape Borgia, Parigi, Champion,
1939; Weckmann, Las bulas alejandrinas de
di altri Autori già citati, una particolare menzione meritano, in materia, anche quelli di: Hum¡493 y la teoria politica del papado medieval,
boldt A. (Dď), Examen critique de l'Histoire Messico, 1949; Gallo A. Garcia, Las Bulas de
et de la Géographie du Nouveau Continent, PaAlejandro VI y el Ordenamiento Jurídico de la
rigi, 1814, vol. I, pp. 219-20; Navarrete M. F., Expansion Portuguesa y Castellana en Africa e
Colección de los viajes y descubrimientos que Indias, Madrid, 1958; Mateos F., Bulas portuhicieron por mar los españoles desde fines del guesas y españolas sobre descubrimientos geosiglo XV, Madrid, 1825, tomo II; Leonetti A., gráficos, in « Missionalia Hispanica », Madrid,
Papa Alessandro VI secondo documenti e carteg- anno XIX, 1962, n. 55, pp. 1-34 e n. 56, pp.
gi del tempo, Bologna, Mareggiani, 1880, vol. I,
129-168; Washburn W. E., The Meaning of
pp. 341-52; Bourne E. G., The demarcation li" Discovery " in the Fifteenth and Sixteenth Cenne of Alexander VI, in « Yale Review », maggio turies, in « The American Historical Review »,
1892, pp. 35-55; Nys E., Études de Droit intervol. LXVIII, n. i, ottobre 1962, pp. 1-21. Molnational et de Droit politique, Bruxelles-Parigi, to interessante - anche per le polemiche fin
1896; Harrisse H., Diplomatic History of Ametroppo vivaci cui d-ette origine - è da conside-
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374 TEOBALDO FILESI
sidetta linea di demarcazione o rraya; quell
parlare ďuna divisione del mondo tra Spagna e
talità e saggezza salomoniche dal pontefice rom
La Inter cetera II, che reca la data del 4 mag
vrebbe, secondo alcuni commentatori, recare
stessa data della Inter cetera I in quanto tratta
plice di quest'ultima e quindi, in pratica, d'un
aggiunta (peraltro sostanziale) del passo relat
e di qualche altra modifica (d'importanza non
Non siamo d'accordo su questa retrodatazion
rebbe dimostrare - e non se ne vede la necess
cetera I non fu neppure resa pubblica - ch
pieno la prima togliendole qualsiasi effetto gi
In realtà tra la emanazione, la spedizione e
menti intercorre un lasso di tempo assai mag
3 e del 4 maggio lascerebbero supporre. La Int
mente registrata e collazionata - operazione,
una dozzina di giorni - per essere poi spedita
corrente per far giungere il documento da R
durne che non prima della fine di maggio o
di Spagna venissero a conoscenza del testo de
impegni d'ordine spirituale e religioso in essa
rare l'opera di Manuel Giménez Fernández
sopra citata. Opera che insieme a quella del Gallo dà un inquadramento organico ed approfondito di tutta la materia, ma che, tuttavia, per
l'arditezza e lo spregiudicato anticonformismo
delle tesi esposte dall'Autore, sia in merito ai
moventi che sarebbero stati alla base dell'im-
presa spagnola nel Nuovo Mondo sia in merito
alla validità giuridica delle Bolle alessandrine sia
in merito alla crociata missionaria affidata a Ber-
nardo Boil, suscitarono reazioni vigorose soprattutto negli ambienti missionari, col vantaggio di
assicurare contributi di idee nuove alla dibattuta materia. Ricorderemo tra questi i due del reverendo Padre Vicente Sierra in « Missionalia
Hispanica», n. 28, 1953 già citato e, Y nada
mas sobre las Bulas Alejandrinas de 1493, anno
XII, n. 36, 1955, pp. 401-428. In essi sono confutate le tesi che M. Giménez Fernández aveva
ribadito anche in un articolo apparso negli « A-
nales de la Universidad Hispalense», vol. XIV,
1953» col titolo Todovia mas sobre las letras
alejandrinas de 1493 referentes a las Indias.
(126) D importanza non secondaria (poiché
non è pensabile che il pontefice o, per esso, il
redattore della Bolla avessero indifferentemente
usato terminologie e formule diverse) deve ritenersi l'abbandono nella Inter cetera II della for-
ma feudale dell'investitura con la quale Alessandro VI concedeva ai re di Spagna le isole
e terre ferme scoperte da Colombo; formula che
ricorreva invece per tre volte nella Inter cetera I
(de Ulis investimus nel preambolo, investiturám
nella parte centrale del dispositivo, investiturae
nel codicillo finale) e che ricomparirà una sola
volta nella Dudum siquidem. Questo è rilevato,
tra gli altri, dal Giménez, op. cit., pp. 29-39 c
84, dal Mateos, cit., n. 56, p. 150, e dal Sierra,
I953» n* *8, in nota alla p. 80.
Secondo il Mateos, in conseguenza della richie-
sta di Ferdinando ed Isabella di ottenere la concessione di privilegi ampì e precisi, la Inter cete-
ra I si sarebbe sdoppiata dando vita da un lato
alla Inter cetera II (che fissava i limiti della
donazione - e non più investitura - pontifi-
cia, mediante la rraya) e dall'altro alla Eximiae
devotionis, afferente in modo particolare alla e-
stensione alla Spagna dei privilegi già concessi
da precedenti pontefici al Portogallo.
(127) Il Gimenez giunge alla conclusione che
la Bolla partita da Roma il 7 maggio sia giunta
tra le mani dei re Cattolici nella serata del 28
maggio. Delle due Inter cetera trattano in maniera diffusa anche l'Harrisse e il Dawson; que-
st'ultimo riferisce sul documento rinvenuto nel
1797 da Juan Baptista Muñoz negli Archivi del-
la Corte spagnola a Simancas; documento che
era poi la minuta della Inter cetera del 3 maggio (la quale non sarebbe poi stata mai pubblicata come abbiamo già accennato) e della Inter
cetera del 4 maggio, cioè della vera Bolla storica che Alessandro VI avrebbe emanato nelle ventiquattro ore successive (?). (Cfr. Dawson, cit.,
pp. 485-489).
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ESORDI DEL COLONIALISMO 375
zioni, concessioni e assegnazioni papali delle terre e delle
da scoprire.
Poiché nessuna riserva poteva essere avanzata da Ferdinando ed Isabella
in merito al disegno della propagazione della fede Cristiana da essi stessi sollecitato, i sovrani cattolici si premurarono di far pervenire immediate e detta-
gliate istruzioni al loro ambasciatore perchè ottenesse da parte del Santo Pa-
dre la formulazione d'un testo più preciso - nello spazio e nel tempo - a
garanzia dei diritti di possesso della Spagna; in ciò stimolati anche dal timore che Giovanni II di Portogallo, che già aveva manifestato l'intenzione
di avanzare pretese sulle scoperte spagnole, potesse inviare una sua flotta lungo la rotta seguita da Colombo (,i8).
Si sa, infatti, che, di ritorno dal suo primo viaggio, Cristoforo Colombo
era sbarcato in Portogallo e che, nell'occasione, Giovanni II non aveva mancato di far rilevare al navigatore genovese com'egli avesse operato « nei mari
ed entro i confini dei suoi dominii di Guinea»; quei dominii, cioè, che le
Bolle di Niccolò V e di Calisto III avevano attribuito al re di Portogallo e
all'Ordine di Cristo.
Giovanni II invierà il 5 aprile 1493 Ruy de Sande e successivamente Duarte da Gama presso Ferdinando ed Isabella perchè nel presentare le sue felicitazioni per le scoperte effettuate a loro nome da Cristoforo Colombo sollevassero anche l'argomento della legittimità e dei limiti di tali scoperte. Dal
canto loro i sovrani spagnoli avevano il 22 aprile incaricato Lope de Herrera
di portarsi alla Corte portoghese per annunciare a Giovanni II l'esito della
impresa di Colombo; sicché le due ambascerie si erano incrociate per via.
Altra missione era successivamente affidata dal re di Portogallo a Pero
Dias e Ruy de Pina, i quali il 14 agosto presentavano a Barcellona un memoriale in cui si proponeva di tracciare una linea di demarcazione passante
per il parallelo delle Canarie: tutto quanto situato a sud di tale linea sarebbe
caduto sotto l'influenza portoghese, tutto quanto a nord sotto l'influenza spagnola f29). Come si vede le due potenze cattoliche erano entrate immediatamente in concorrenza; ma per quanto preoccupata di trovare una via di soluzione soddisfacente per entrambe, non v'era la minima intenzione da parte della Spagna di accedere alle pretese del Portogallo.
Nel frattempo era intervenuto, del resto, con Vinter Cetera I, l'assenso
papale alla richiesta dell'ambasciatore spagnolo (e la richiesta c'era stata,
nonostante che questa Bolla fosse stata concessa motu proprio ); e poiché
è da presumere che tutta l'operazione avesse richiesto alcune settimane di
tempo, si può verosimilmente ritenere che la Inter cetera II destinata a rim(128) Sull'approdo di Colombo in Portogallo,
sui suoi contatti con Giovanni li e sulle vicende
che precedettero l'emanazione della Inter cet<era
I e la successiva trasformazione di questa nella
Inter cetera II si sofferma il Giménez, cit., pp.
71-118, e (anno cenno il Dawson, cit., pp. 49293, e il Vander Linden, cit., pp. 10-12. Interes-
santi documenti trovansi poi in Navarrete, op.
cit., tomo II, pp. 61 e segg.
(129) Cfr. Navarrete, op. cit., tomo I, pp.
366 e segg.; Mateos, cit., n. 56, pag. 144. La
linea di demarcazione proposta da Giovanni II
è riprodotta dal Giménez in una carta, in appendice alla sua opera, p. 253.
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376 TEOBALDO FILESI
piazzare la Inter cetera I lasciasse Roma nella
raggiungere la Corte spagnola verso la metà d
La risposta del pontefice ai desiderata di Fe
poteva non corrispondere esattamente a quant
con Cristoforo Colombo, avevano di proprio p
vano (la parola non sembri irriverente) che Al
cisse una non equivoca zona d'influenza e di d
i limiti da essi stessi precisati; e Alessandro V
la linea di demarcazione indicata.
«...Tutte le isole e terre ferme - dice testualmente il passo della Bolla
- scoperte e da scoprire verso occidente e mezzogiorno, tirando e disegnando una linea dal polo artico, cioè da settentrione, al polo antartico, cioè a
mezzogiorno, sia che le terre ferme e le isole trovate o da trovare siano verso le Indie o verso qualsiasi altra parte, la quale linea disti dal gruppo delle
isole generalmente note col nome di Azzorre e del Capo Verde, cento leghe
verso occidente e mezzogiorno (e che da qualche altro re o principe Cristiano non siano venute in possesso dal dì del Natale di Cristo dell'altro anno,
quando esse vennero scoperte), Noi per l'autorità concessaci dall'Onnipotente
Dio nella persona di Pietro, e per il nostro ufficio di Vicario di Gesù Cristo
su questa terra, tutti quei dominii e città e castelli e borgate e villaggi e diritti e giurisdizioni e pertinenze tutte, in virtù di questa lettera li doniamo,
concediamo ed assegniamo a voi e ai vostri eredi e successori, re di Castiglia
e di Leone...» (,31).
Si è molto dissertato su questa famosa linea di demarcazione (o di spar(130) Date approssimative sulla partenza e arrivo a destinazione della Bolla, indica il Vander
Linden, cit., pp. 7-8; date più precise cerca di
ricostruire il Giménez (cit., pp. 33-34) per il
quale Vinter cetera II stesa tra il 26 e il 28 giugno avrebbe lasciato Roma il 28 stesso e sarebbe
arrivata a Barcellona certamente dopo il i° agosto (forse il 3 agosto, dal momento che il 4 es-
versus occidentem et meridiem, ita quod omnes
insule et terre firme reperte et reperiende, detecte et detegende, a prefata linea versus occidentem et meridiem, per alium regem aut principem Christianům non fuerint actualiter possesse... vobis heredibusque et successoribus vestris,
Castelle et Legionis regibus, in perpetuum tenore presentium donamus, concedimus, et assigna -
sa fu spedita da Barcellona a Colombo). Il Gi-
mus ...
loro una data anteriore a quella in cui erano
perchè dalle nostre ricerche non è risultato che
studiosi italiani abbiano mai trattato in forma
organica l'argomento ed abbiano, di conseguenza, curato una traduzione di così importanti documenti storici. Solo nel Leonetti, op. cit., pp.
341-352, si trova tradotto il passo relativo alla
rraya; mentre il testo latino a stampa delle cin-
ménez rileva poi come l'usanza di antedatare le
Lettere o Bolle Apostoliche (vale a dire di dar
realmente spedite), costituì un abuso assai esteso
della Curia pontifìcia a partire dal periodo della
cattività di Avignone; abuso motivato dalla utilizzazione del principio « prior titulus potior iu-
re » (p. 25).
(131) Omnes insulas et terras firmas - detta
la Bolla - inventas et inveniendas, detectas et
detegendas versus occidentem et meridiem, fa-
bricando et constituendo unam lineám a polo
Arctico sciliscet septentrione aã polum Antarcticum sciliscet meridiem, sive terre firme et insule
invente et inveniende sint versus Indiam aut ver -
sus aliam quancunque partem, que linea distet
a qualibet insularum, que vulgariter nuncupantur de los Azores et Caboverde, centum leucis
Ci siamo adoperati di rendere in italiano i
passi principali delle Bolle alessandrine anche
que Bolle è riprodotto in, Berchet G., Fonti
italiane per la Storia della scoperta del Nuovo
Mondo, I. Carteggi diplomatici, pp. 3-16, Roma,
Min. della Pubblica Istruz., 1892.
Tra gli Autori stranieri anche il Giménez e il
Weckmann (oltre a quelli già da noi citati in
«Africa», n. 3, 1965, nota no alla p. 283)
riproducono in tutto o in parte i testi, in facsimile o a stampa, delle bolle alessandrine, in ap-
pendice alle loro opere più volte menzionate.
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TESTO DELLA BOLLA "INTER CETERA"
DEL 4 MAGGIO 1493
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ESORDI DEL COLONIALISMO 377
tizione, come impropriamente è stata chiamata dai p
sotto il profilo puramente geografico, e quindi su come
creto individuarsi nel suo intero tracciato di «linea scie
scusso sotto il profilo politico, sotto l'aspetto etico, sotto il
si è cercato di individuare chi ne avesse suggerito i lim
spagnoli e quindi al pontefice.
Commentatori di peso come il Dawson e il Vander L
no diffusamente (il primo in particolare) sugli aspetti st
geografici della rraya (,32), la quale sarebbe stata sugger
vrani spagnoli dallo stesso Cristoforo Colombo sulla scor
dirette e dei rilievi effettuati durante il suo viaggio di s
delle deduzioni ricavate dall'incontro con Giovanni II di
condo il Giménez, Colombo avrebbe addirittura redatto,
della Inter cetera II e ciò perchè la maggior parte delle
presenta rispetto al testo della Inter cetera I rispondeva
occupazioni e alle raccomandazioni espresse dal navigator
La critica storica non ha mancato di dare interpretaz
rado acute e suggestive a questo importante atto di Ale
di tante conseguenze e di tanti imprevedibili sviluppl. Co
drà nell'iniziativa del pontefice (se di iniziativa si può p
d'un arbitro scelto per la bisogna da spagnoli e da port
tilos arbiter ); e a questa tesi sembrano avere acceduto n
anche in tempi a noi più vicini, come ad esempio il car
e il Feller. « La Bolla Inter cetera - scriverà quest'ult
terre nuovamente scoperte fra re di Spagna e di Portog
molte goffe declamazioni sul potere temporale del Papa.
tale potere dovesse considerarsi opinione acquisita, è ben
der altro in questa Bolla che una decisione conciliatoria,
spute e guerre fra due principi potenti. Quel che sembr
una vera concessione non è che il linguaggio di un arbit
fissando le rispettive parti ai contendenti » (,37).
(135)
Grotius Hugo, De Mart libero,
(132) C£r. Vander Lindem, cit., p.
9, Cfr.
e, DawcaP- HIson, cit., pp. 500-526. Anche il 1633,
Giménez,
op.
CI 36) «Con gli occhi rivolti tanto attentamencit., tratta dell'argomento alle pp. 87-95.
te quanto rispettosamente verso la mano che se-
gnava
sopra
sconosciuti una linea di con(133) Cfr. Vander Linden, cit., p.
17,
e, mari
Dawfine alle loro rispettive speranze - scriverà il
son, cit., p. 493.
cardinale Mathieu - gli Spagnoli e i Portoghesi ricevettero
obbedienza la Bolla di Ales(134) Cfr. Giménez, op. cit., pp.
82-84. con
Che
nella formulazione ed emanazione delle Bolle
sandro VI e credettero di ricevere dalle mani
medesime di Dio, gli uni l'impero d'Oriente,
alessandrine vi sia stata l'ispirazione e la longa
manus di Colombo, basterebbe a dimostrarlogli
il altri quello d'Occidente. Un Papa di natura
esecrabile
e di moralità mortificante avrebbe pofatto, rilevato dallo stesso Giménez, che tutti
e
cinque i documenti papali furono licenziatituto
da dunque elevarsi ad arbitro di due grandi
nazioni?...» (Mathieu J. M., Le pouvoir temAlessandro VI nel periodo compreso tra il ritorporel des Papes, ecc., Parigi, Le Clere, 1863,
no di Colombo dal suo primo viaggio (marzo
*493) e Ia partenza per il secondo viaggio (25
p. 456).
(137) Cfr. Feller F. X. (De), Biographie
settembre 1493), destinato a rendere effettivo il
Universelle, Parigi, Fourne, 1841, I, 112.
possesso delle isole scoperte.
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378 TEOBALDO FILESI
Nè mostrano di allontanarsi troppo da quest
l'Harrisse e il Bourne per i quali il pontefice
arbitro quanto un supremo giudice della Crist
solerte custode di pace; il Weckmann farà inv
ria giuridica della fine dell'XI secolo per forni
di Alessandro VI (,38); il Nys non riconoscerà
e negherà alle Bolle alessandrine il valore d'u
attribuzione di sovranità; il Giménez sarà anc
persona del pontefice spagnolo e la validità gi
nella circostanza.
Tutte queste tesi e le molte altre variazioni
hanno i loro lati validi e le loro accentuazioni
male la Inter cetera II ci pone, con la sua line
una assegnazione piena e geograficamente ben
assegnazione, si badi bene, unilaterale e non d
lo. Ci sembra che Grotius sia lontano dalla re
tefice scelto come arbitro dagli spagnoli e da
quale il Portogallo non è neppure menzionato
tera II. Il solo accenno indiretto ai diritti porto
cordata formula della salvaguardia dello « jus q
stiano « qui actuditer prefatas insulas aut terr
Alessandro VI compì nel fissare la rraya un
sollevare l'indignazione di alcuno) definire di
anche se i tempi stavano ormai cambiando. Eg
va anche il Dawson - « drew a line on the At
tions a fair start, as it were bac' to bac ^... P
si sforza,
(138) Il Weckmann vedeil Weckmann
nel Papa
laattraverso
fonsun elaborato
juris che opera « una concesión,
una donación,
studio, di collegare
giuridicamente le Bolle di
una investidura de tierras », per quanto una
concessione o donazione, emanate prima a favoinvestitura, alla fine del XV secolo dovesse apre del Portogallo, a partire soprattutto da Niccoparire piuttosto anacronistica e quindi non del
lò V, e poi a favore della Spagna con Alessantutto gradita ai re di Spagna anche per gli obdro VI. La teoria onni-insulare acquisterebbe nablighi che tale sistema tradizionalmente comturalmente un valore estensivo fino a comprenportava (prova ne sia che essa scompare nella
dere anche tutte le nuove terre scoperte o da
Inter cetera II {op. cit., p. 29 e nota 937 alla
scoprire.
p- 254).
Le Bolle alessandrine del 1493 costituiscono
(139) Il Mateos («/., 1962, n. 56, p. 149)
per il Weckmann una delle ultime applicazioni
dissente da questa interpretazione dell'atto unilapratiche di una antica e singolare teoria giuriterale a favore della Spagna; ma, in realtà, pur
ammettendo che le concessioni di Alessandro VI
dica, esplicitamente elaborata in seno alla Curia
papale verso la fine dell'XI secolo, ed enunciata
a favore della Spagna non differivano da quelle
per la prima volta nel 1091 da Papa Urbano II.
dei pontefici precedenti a favore del Portogallo
In base a tale teoria tutte le isole appartenevano
e che i diritti di quest'ultimo furono salvaguaralla speciale giurisdizione di S. Pietro e dei
dati dal riconoscimento dello jus quesitum, l'atsuoi successori, i pontefici romani, i quali poto resta sempre di natura unilaterale dal momentevano disporre liberamente di esse. La teoria
to che in esso non si fa menzione specifica del
prese il nome di « dottrina onni-insulare » {docPortogallo cioè dall'altra parte direttamente interessata.
trina omni-insular, per gli spagnoli) e ad essa
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ESORDI DEL COLONIALISMO 379
TESTO DELLA BOLLA "PUS FIDELIUM"
DEL 25 GIUGNO 1493
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ESORDI DEL COLONIALISMO 381
tempted to divide the world; the doctrine of right by discovery
vailing doctrine of international law then » (uo).
Prova ne sia che quando il buon senso e la ragion di Stato
i sovrani di Spagna e di Portogallo a cercare una via d'intesa
più a livello della suprema gerarchia religiosa ma a livello p
rale, il trattato di Tordesillas, che ne scaturirà, sarà una m
volontà ben determinata con la quale i firmatari si impegner
varne il contenuto anche contro « ogni arbitraria azione della
sale del sovrano pontefice» (,41). Il Portogallo che in maniera
aveva subito le conseguenze dei generosi donativi del pontefic
Spagna, «chiaramente ripudiò l'eventuale arbitrato del Papa
altra autorità» (,42) nei negoziati di Tordesillas (,43).
Che un trattato internazionale di tanto peso fosse per la pr
cluso senza il patrocinio e il crisma del pontefice romano, no
nare gradito ad Alessandro VI. Ciò è dimostrato dal fatto ch
papale di tale trattato venne soltanto dodici anni dopo (il 24
ad opera di Giulio II, con la Bolla Ea quae pro bono pads (
Qualora una conclusione volesse formularsi in merito alla
ra II, quella più semplice e quindi anche più logica ci sem
se è vero che Alessandro VI si rese autore di molti importan
te discutibili iniziative, è altrettanto vero che egli non operò
alcuna divisione del mondo all'alba prodigiosa delle grandi scop
bero inaugurato l'Evo Moderno. Il gesto che egli compì fu la
una sollecitazione spagnola e non anche di una richiesta d'inte
portoghese.
Che poi in pratica questa solenne decisione si sia automaticamente risolta in una vera e propria spartizione delle grandi zone d'influenza ad Occidente e ad Oriente dando origine ai due grandi imperi spagnolo e portoghese, è una realtà storica della quale la Chiesa sembra essere però - in questo particolare e cruciale momento - agente passivo più che agente attivo.
(140) Cfr. Dawson, cit., pp. 495 e 500. Che
i tempi stessero cambiando traspare anche dal
pensiero del Gregorovius, il quale non tralascia d'altra parte l'occasione per accennare polemicamente al declino del potere temporale dei
Papi, allorché scrive: «Quando Alessandro tracciò l'audace linea intorno al globo, da un polo
all'altro, quel Pontefice in vero si levò ad un
fastigio di podestà morale, con cui la sua miserabile politica famigliare formava il più acerbo
contrasto. Quel tratto di penna fu l'ultima reminiscenza dell'autorità mondiale del Papato roma-
cit., p. 136.
(143) Sui negoziati di Tordesillas vedansi, tra
gli altri: Navarrete, op. cit., tomi I e II; García Gallo, op. cit,, pp. 85 e segg.; Zurita
G., Historia del Rey Don Hernando, Saragozza,
1580, cap. XXV, pp. 30-32 {De la différencia
che se movìo entre los Reyes de Castilla, y Portugal, sobre el nuevo descubrimiento y conquista
de las Has y tierra firme del Mar Oceano del
Ocidente).
(144) Questa Bolla, diretta all'arcivescovo di
Braga e al vescovo di Viseu, fu dal Portogallo
sollecitata in conseguenza della scoperta del Bra-
no » (Gregorovius F., Storia della Città di Roma nel Medio Evo, Venezia, Antonelli, 1872-76,
vol. IV, pag. 30).
con notevole ritardo, venne a sanzionare, come
scrive testualmente il Vander Linden {cit., p.
20) - the incidental arbitration of the Pope or
of any other authority ». Cfr. anche Giménez,
Tordesillas.
(141) Cfr. Vander Linden, cit., p. 19.
(142) « {Portugal) distinctly repudiated -
sile da parte di Cabrai nel 1500. Essa, seppure
rileva anche il Mateos {cit., p. 164), il riconoscimento della nuova scoperta dei marinai
di Emanuele I di Portogallo e, cosa non meno
importante, venne a sanzionare il trattato di
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382 TEOBALDO FILESI
Essa, in definitiva, riuscirà a conservare il suo
librare le mire di gloria e le avidità terrene d
tori cattolici attraverso una obbligazione d'ord
sti ultimi.
E' tutto quello che potrà chiedere, ed è tutto quello che, sia pure in misura spesso inadeguata, permetterà di mitigare le asprezze di un sistema che
diverrà regola sempre più cinica e diffusa nei secoli seguenti, quando invano
si cercherà di rivestire la crudezza della conquista con i veli della moralità.
XII. - La Bolla Piis fidelium, che porta la data del 25 giugno 1493,
segna veramente l'inizio di un nuovo importante capitolo nella storia della
Chiesa di Roma.
Alessandro VI, preoccupato di far seguire alle esortazioni e alle solenni
richieste di impegni, contenute nelle precedenti Bolle di donazione 0 di investitura, iniziative concrete circa l'invio di missionari nelle isole e terre del
Nuovo Mondo, stabilirà, infatti, nella Piis fidelium i principi e le istruzioni
per la propagazione del Cristianesimo in quelle remote contrade. La Bolla
non è questa volta indirizzata a Ferdinando e ad Isabella ma direttamente
al prelato che i sovrani spagnoli hanno prescelto - quale guida nella delicata e difficile opera di predicazione e di evangelizzazione - nella persona
di Bernardo Boil, vicario dell'ordine dei frati Minori nel regno di Spagna,
religioso di grande prestigio e amico di S. Francesco di Paola (us).
Quali, in concreto, le direttive di Alessandro VI al condottiero di questa
prima pacifica Crociata di conquista delle anime nelle terre scoperte da Cristoforo Colombo? In sintesi queste:
andare insieme con altri religiosi, del proprio o di altri ordini, scelti da
lui stesso o dal re e dalla regina (cum aliquibus sociis tui vel alterius ordinis,
per te aut eosdem regem et reginam eligendi/), e restare fin tanto che vorrà,
senza dover sottostare all'autorità di superiori diretti o di chicchessia (superiorum vestrorum vel cuiusvis càterius super hoc licentia minime requisita );
predicare e seminare la parola di Dio ed addurre gli abitanti di quelle
isole e di quelle terre alla religione Cristiana, istruendoli nella volontà del
Signore {verbum Dei predicetis et seminetis oc incolas et hàbitatores insularum et terrarum predictarum... ad fidem ipsam ac religionem Christianam
reducatis et in mandatis Domini eos ambulare doceatis et instruatis );
battezzare e amministrare i sacramenti, confessare ed assolvere anche in
quei casi nei quali sarebbe necessario consultare la Sede Apostolica (etiam
si tali fuerint 'délicta' propter que sedes apostolica quovis modo fuerit consulenda);
costruire chiese, cappelle, monasteri, case di qualsivoglia ordine (ecclesias, capellas, monasteria, domus ordinum quorumcunque... erigendi, con(145) Un valido inquadramento della figura
e dell'opera di Bernardo Boil ci sembra sia stato
dato da Fita y Colome F. nella monografìa,
Fray Bernal Buyl, 6 el primer apóstol del Nuevo Mundo , Madrid, De Fuentenebro, 1884.
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ESORDI DEL COLONIALISMO 383
struendi et edificandi) con quanto ad esse connesso, e decide
libertà circa l'osservanza del digiuno e di altre norme consim
infine, allo scopo di promuovere al massimo la diffusion
concedere ogni agevolazione e privilegio in tema di scelta del
assoluzione dei peccati e di concessione dell'indulgenza plena
articulo mortis (U4).
Una specie di mandato fiduciario, insomma; una delega illi
teri che potrà, a prima vista, apparire insolita in un campo tant
goroso come quello ecclesiastico. Da ciò, forse, le interpretazio
diosi, come il Giménez, i quali hanno creduto di ravvisare ne
dato al Boil non soltanto gli estremi di una missione religio
soprattutto, quelli di una missione politica. Il Boil sarebbe sta
mini, inviato nelle Indie come persona di fiducia del re e qu
zioni e poteri tali da potere all'occorrenza infrenare l'autor
Colombo; impresa, dunque, - sempre secondo il Giménez
senzialmente utilitaristico e priva di tutti quegli orpelli spiritua
sotto i quali per vari secoli essa è stata presentata (,47).
In verità ci sembra che questo studioso sull'abbrivo del su
tradizionalista abbia superato i limiti d'ogni obiettivo giudi
dizio che, come sempre, non è da ricercarsi nè entro i confi
tradizionalismo nè entro i confini del più spregiudicato ant
ma nella realtà stessa delle cose e dei templ.
Non si può negare, a nostro avviso, che nei re Cattolici di
gassero le più ispirate intenzioni e il più genuino fervore qua
raccomandavano a Colombo, in partenza per il secondo viag
sione delle nuove terre al Cristianesimo come «primo e più
zio » f48), e quando, per assicurare una tale conversione, affianc
scopritore il grande missionario nella persona di Bernardo
può neppure negare che sono i moventi pratici e gli obietti
spingono contemporaneamente gli stessi sovrani a sollecitare
compiacente riconoscimenti ed avalli sempre più generosi. Se
siderata di alcuna utilità - afferma il Sierra nella sua serrat
Giménez - (il re) non avrebbe chiesto la Bolla. Se avesse r
averne bisogno non avrebbe incomodato il Pontefice»; ma d
fermare che vi fu una «falsa manifestazione di intenzioni m
passo è tanto arbitrario da falsare la realtà storica (,49).
Il Mateos vede molte affinità tra questa Piis fidelium e le
te il Gimenez
(146) Per la Piis fidelium, in particolare,
po- - ha destruído las candorosas
tranno consultarsi: Leturia P., Las grandes
afirmaciones
bu- de historiadores religiosos, celosos
defensores de los prestigios de sus Ordenes relas misionales de Alejandro VI, in « Bibliotheca
spectivos...
(p. 56). La empresa no es religiosa,
Hispana Missionum», Barcellona, 1930,
tomo I;
Sierra, cit., 1953, n. 28, pp. 96-122ni
c imperici,
1955, n.ni científica ; es pura y simplemen36, pp. 422-26; Mateos, cit., 1962, te
n. econòmica
56, pp. ... (p. 64).
151-54, oltre, naturalmente al Giménez, op.
(148) Cfr. Pastor, op. cit., vol. III, p. 604.
cit., pp. 31-33 e 92-96.
(149) Cfr. Sierra, cit., 1953, n. 28, p. 92.
(147) « La critica moderna - cosi testualmen-
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384 TEOBALDO FILESI
un trentennio prima da Pio II: in particolare la P
indirizzata al vescovo di Rubicon, e la Ex assuetae
indirizzata a Fra Alfonso da Bolano, e aventi a
zione religiosa e all'evangelizzazione delle Canar
Alessandro VI sottoscrive con la Pits fideliu
operata da Ferdinando e da Elisabetta, senza fo
di sorta circa le modalità di espletamento del m
ad esercitare con l'aiuto dei religiosi che vorrà
fonti accreditate concordano sulla composizio
spedizione missionaria nel Nuovo Mondo: il
dodici sacerdoti che accompagneranno il Boil n
(rmssum ab Alexandro in novum orbem fuisse
rum genere Catalanum una cum duodecim
a sua volta, riporta che « missi sunt viri duodeci
ex utroque statu saeculari et regulari... His p
Apostolicus cum necessariis facultatibus rei eccle
Una nuova pagina - tormentata e gloriosa stianesimo si sta per aprire in seno a questa
XVI secolo.
XIII. - La Bolla Dudum siquidem è - com
stimonianza eloquente e, sotto un certo profilo s
di Alessandro VI Dalla Inter cetera I, alla In
votionis si giunge per gradi alla Dudum siquid
settembre 1493: poco meno di cinque mesi sono t
Inter cetera I, ma la Spagna sembra aver com
breve lasso di tempo il Portogallo dal cuore de
recita la Bolla - di nostra spontanea volontà...
assegnato tutte e singole le isole e terre scop
dente e mezzogiorno... (,53). Poiché tuttavia pu
capitani o vassalli navigando verso occidente o
care le parti orientali e scoprano terre e isole
tengono alle Indie, noi desiderando concederv
la data di n.
dicembre.
sa con esattezza
(150) Cfr. Mateos, cit.. 1962,.
56, Non
p. si154.
(151) Cfr. Ra YN aldo O., Annales
quando essaEcclesiastici,
giunse nelle mani dei re Cattolici.
Tomo XIX, 1663, parag. 24 (anno
1493);
(Cfr. Mateos,
cit., n.Wad56, p. 143). In questa
ding Hiberno L., Annales Minorum
seu
Triům
Bolla ricompare
la formula
feudale dell'investiOrdinum a S . Francisco institutorum,
Firenze,
tura (de Ulis investivimus) soppressa nella Inter
II.
Quaracchi, 1933, Tomo XVcetera
(1492-15
15), p. 34
(già 30), parag. VI.
(153) « Dudum siquidem - suona testual(152) Della Dudum siquidem non abbiamo
mente la Bolla - omnes et singulas insulas et
potuto, come già osservato (in « Africa », n. terras
3,
firmas, inventas et inveniendas versus oc1965, p. 282, nota 109), trovare la copia di socidentem et meridiem, que sub actuali dominio
lito conservata nei Registri dei pontefici nell'Artemporali aliquorum dominorum Christianorum
chivio Vaticano. Di essa esistono però due esemconstitute non essent, vobis heredibusque et subplari autentici, l'originale e un duplicato, nelcessoribus vestris Cas teli e et Legionis regibus,
l'Archivio delle Indie di Siviglia; la cosa strana
imperpetuum, motu proprio et ex certa scientia
è che mentre uno porta in margine la dataac
dide apostolice potestatis plenitudine donavimus,
settembre, come data di spedizione, l'altro porta
concessimus, et assignavimus... ».
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ESORDI DEL COLONIALISMO 385
TESTO DELLA BOLLA "DUDUM SIQUIDEM"
DEL 26 SETTEMBRE 1493
Alexander episcopi», servus servorum Dei: carissimo in Christo filio
Ferdinando regi et carissime in Christo filie Elisabeth redine Castdle,
Legionis, Aragonum, et Granate, illustribus, salutem et apostohcam benedic-
tionem.
Dudum siquidem omnes et singulas insulas et terras firmas, inventas et
inveniendas versus occidentem et meridiem, que sub actuali dominio temporali
aliquorum dominorum Christianorum constitute non essent, vobis heredibusque et subcessoribus vestris Castelle et Legionis regibus, imperpetuum,
motu proprio et ex certa scientia ac de apostolice potestatis plenitudine donavi?
mus, concessimus, et assigna vimus, vosque ac heredes et successores prefatos
de illis in vesti vimus, illarumque dominos cum plena, libera, et omnimoda
potestate, auctoritate, et jurisdictione, constituimus et deputavimus, prout
in nostris inde confectis litteris, quarum tenores, ac si de verbo ad verbum,
presentibus insererentur haberi volumus pro sufficiente« ; express», plenius
continetur.* Cum autem- contingere posset quod nuntii et capitanei aut
vassalli vestri, versus occidentem aut meridiem navigantes, ad partes orientales
applicarent, ac insulas et terras firmas que Indie fuissent vel essent, repperirent, nos, volentes etiam vos favoribus prosequi gratiosis, motu et scientia ac
potestatis plenitudine similibus, donationem, concessionem, assignationem,
et litteras predictas, cum omnibus et singulis in eisdem litteris contentis
clausulis, ad omnes et singulas insulas et terras firmas, inventas et inveniendas
ac detectas et detegendas, que navigando aut itinerando versus occidentem
aut meridiem hujusmodi sint vel fuerint aut apparuerint, sive in paribus
occidentalibus vel meridionalibus et orientalibus et Indie existant, auctoritate
apostolica, tenore presentium, in omnibus et per omnia, perinde ac si in
litteris predictis de eis plena et expressa mentio facta fuisset, extendimus
pariter et ampliamus, vobis ac heredibus et successoribus vestris predictis,
per vos vel alium seu alios, corporalem insularam ac terrarum predictarum
possessionem, pròpria auctoritate libere apprehendendi ac perpetuo retinendi,
illasque adversus quoscunque impedientes etiam defendendi, plenam et
liberam facultatem concedentes, ac quibuscunque personis etiam cujuscunque
dignitatis, status, gradus, ordinis, vel condicionis, sub excommunicationis
late sententie pena, quam contrafadentes eo ipso incurrant, district^ in-
hibentes, ne ad partes predictas ad navigandum, piscandum,' vel inquirendum
insulas vel terraß firmas aut quovis alio respecto seu colore ire vel mittere
quoquo modo présumant absque expressa et spedali vestra ac heredum et
successorum predictorum licentia, Non obstantibus constitutionibus et ordinationibus apostolicis, ac quibusvis donationibus, concessionibus, facultatibus,
et assignationibus per nos vel predecessores nostros quibuscunque regibus,
principibus, infantibus, aut quibusvis aliis personis aut ordinibus et miliciis,*
de predictis partibus, maribus, insulis, atque terris, vel àliqua eorum parte,
etiam ex quibusvis causis, etiam pietatis vel fidei aut redemption» captivorum,
et aliis quantuncunque urgentissimis, et cum quibusvis clausulis etiam derogatoriarum derogatori», fortioribus, efficacioribus, et insolitis, etiam quascunque
sententias, censuras, et penas in se continentibus, que suum per actualem
et realem possessionem non essent sortite effectum, licet forsan aliquando
illi quibus donationes et concessiones hujusmodi facte fuissent, aut eorum
nuntii, ibidem navigassent, quas tenores illarum etiam presentibus pio sufficienter expressis et insertis habentes, motu, scientia, et potestatis plenitudine
similibus, omnino revocamus, ac quo ad terras et insulas per eoa actualiter
non possessas pro inf ectis haberi volumus, nec non omnibus illis que in litteris
predictis voluimus non obstare, ceterisque contrari» quibuscunque. Datum
Rome apud Sanctum Petrům, anno Incarnationis Dominice millesimo quadringentesimo nonagésimo tertio, sexto kalendas Octobris, pontificatus nostri
anno secundo. Gratis de mandato sanctissimi domini nostri pape.
Jo[hannès] Nilis. P.Goemax."
Sept[embri].
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386 TEOBALDO FILESI
estendiamo del pari e ampliamo {extendimus
nazione, concessione, assegnazione e le lettere
clausole contenute nelle lettere stesse, a tutte e s
o da trovare, scoperte 0 da scoprire che navig
dente siano o fossero o possano essere appars
nelle regioni occidentali o meridionali e in qu
omnes et singulas insulas et terras firmas, inven
et detegendas, que navigando aut itinerando ve
hujusmodi sint vel fuerint aut apparuerint, s
vel meridionaltbus et orientalibus et Indie exista
Il seguito della Bolla definisce la pienezza e
tata concessione, che potrebbe definirsi una at
scoperte e delle conquiste a favore della Spagn
siasi possibile concorrente per ogni e qualsiasi
zionata dell'esercizio della Fede e della redenz
tatis vel fidei aut redemptionis captivorum).
La Dudum siquidem sta a testimoniare in
nessuna divisione del mondo tra Spagna e Por
demarcazione fissata dalla Inter cetera II. Que
zione del Portogallo pur salvaguardandone in
la Dudum siquidem non fa egualmente menzi
neppure menzione esplicita di quegli stessi diri
può definirsi senz'altro - come s'è già in altra
di schietto tenore antiportoghese. ,
Se, in altri termini, la Inter cetera II poteva far ri
tefice avesse inteso - assegnando alla Spagna le terre e
go le rotte d'occidente e di mezzogiorno - riservare al
ste lungo le rotte orientali, la Dudum siquidem togl
questo equilibrio d'influenze, riconoscendo agli spagnol
nire attraverso le predette rotte occidentali fino alle re
l'India. Essi avrebbero potuto compiere, in teoria, l'inte
del globo terrestre e stabilire il loro dominio su tutte l
vate sul loro cammino che non fossero sotto l'effettivo po
cristiani {...que suum per actualem et realem possessio
tite effectum, licet forsan diquando Uli quibus donat
hujusmodi facte fuissent, aut eorum nuntii, ibidem n
nores illarum etiam presentibus pro sufficienter expressis
motu, scientia, et potestatis plenitudine similibus, omn
ad terras et insulas per eos actualiter non possessas pro
mus, nec non omnibus Ulis que in litteris predictis vo
ceterisque contrariis quibuscunque .)
Secondo il Sierra « la ragion d'essere della Dudum si
nell'evitare che i portoghesi giungessero alle zone con
stiglia navigando verso Levante, vale a dire lungo la
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ESORDI DEL COLONIALISMO 387
concessa a Castiglia stessa» (,54). Ma l'argomentazione ci s
reale consistenza. Qui si superano i limiti stessi di quello che
derarsi un atto di legittima difesa, e si tenta di sopprimere
perchè si è attaccati, ma solo perchè si concepisce la remota
essere attaccati o minacciati.
Per il Vander Linden, poi, la Dudum siquidem non annul
nea di demarcazione, ma mirerebbe unicamente ad ampliare i
dalla Inter cetera II; anche questa interpretazione è però po
La Inter cetera II si proponeva, infatti, di determinare una «l
di demarcazione i cui limiti, almeno nelle intenzioni dei red
parti interessate, avrebbero dovuto essere precisi; ma ampliar
cisi ci sembra una vera e propria contraddizione in termini (
Non del tutto priva di fondamento deve considerarsi inve
a sollecitare questo ampliamento presso il pontefice siano stat
dati da Colombo a Ferdinando il Cattolico, desideroso, dal can
mano pienamente libera nella sempre più affascinante e lucr
delle nuove scoperte (,5é). Il dettato della Dudum siquidem ri
chiaramente - nota il Mateos - la concezione colombiana,
teoria copernicana della sfericità della terra, per cui navigand
cidente verso oriente si sarebbe arrivati all'India (,57).
Per i re Cattolici di Spagna tutti gli orizzonti, tutte le mèt
vilegi connessi all'acquisto sono, insomma, possibili e realizz
Cattolici di Portogallo non resta invece che la ristretta sfera di
stituita dal principio giuridico dell'effettivo possesso, con facolt
caso che l'effettivo possesso non sia o non sia stato esercitato.
Siamo nella fase in cui le fortune portoghesi appaiono off
specie di eclisse, corrispondente agli ultimi anni del regno
La Dudum siquidem può considerarsi l'inizio di tale eclissi c
in maniera preoccupante un anno e mezzo più tardi con la g
Ineflabilis et summi (13 febbraio 1495), la quale attribuirà i
Ferdinando e ad Isabella l'Africa, col titolo di re, e si attenue
vento al trono di Portogallo di Emanuele I.
La circumnavigazione dell'Africa e la contemporanea aper
gatori e ai conquistatori portoghesi dei vasti campi di espans
e dell'India ristabiliranno ben presto una situazione di equil
la nascita dei primi due grandi imperi coloniali d'oltremare.
XIV. - Cosa dire ancora sulle Bolle alessandrine che no
detto e ribadito in questa e in altre sedi? Il Dawson non ma
di chiarezza e di senso realistico quando afferma che se si p
forma e si ricerca invece la vera natura di queste Bolle essa p
in un atto di assegnazione più che in un atto di donazione, d
(156)
(154) C£r. Sierra, cit., 1955, n. 36, p.
420. Cfr. anche Vander Linden, cit., p. 1
(157) Cfr. Mateos, cit., 1962, n. 56, p. 156
(155) Cfr. Vander Linden, cit., pp. 9-10.
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388 TEOBALDO FI LESI
tutte le Bolle sono formulate subordinatament
dall'avvenuta scoperta. In altri termini, anche s
nazione, il vero titolo è quello che trae validità
perta; sicché potrebbe sembrare addirittura pla
sione di un territorio del quale si ha già il posse
prassi internazionale del tempo esigeva questa
resto, « nessun'altra decisione si presentava al P
gna adduceva prove evidenti e della scoperta e di
Un accenno sia pure sommario agli aspetti giu
ci condurrebbe su un terreno piuttosto comples
visto non poche esercitazioni ed attacchi di note
sultati sempre incerti.
Studiosi come il Weckmann sono partiti molt
indubbiamente ingegnosi, ma anche del tutto an
damento giuridico agli atti di Alessandro VI. A
soffermati ad ordinare una vera e propria casist
tempo sulle Bolle: tesi missionaria, assolutista,
riale, regalista, internazionalista (,59); per poi
giuridica, per difetti di procedura o di sostanz
Dudum siquidem f60). Altri, infine, come il Si
mente alla sostanza deducendone che, pur con t
ridici, la realtà storica ci dice che essi furono
tali, osservati e resi esecutivi dalla società intern
Tenuto poi conto dell 'animus pius col quale le
emanate e delle realtà storiche del momento, si
esse non rappresentarono nè un monumento di ini
semplicemente negativa della Chiesa di Roma. S
di taluni studiosi la sostanza dell' animus pius di
sti, moventi più prosaici che pii avrebbero in effe
re così importanti documenti. Per il Giménez «
l'animo del concessionario, che mère contropartite
per altre prestazioni politiche e soprattutto eco
figli e in particolare di Giovanni, duca di Gandi
den, accennando a questa specie di collusione tr
ria Romana scriverà testualmente: « Era evident
teva rifiutare nulla a Ferdinando e ad Isabella;
monianza della sua buona volontà, egli non esit
riserve alle richieste relative alle scoperte fatte
se le loro pretese minacciavano i diritti di al
avanti con questo atteggiamento di favore fino a
(158) Cfr. Dawson, cit., pp.
a 477-78.
los monarcas el dominio sobre pe
(159) Cfr. Gimenez, op. ctt.,
pp.
La
sas
de142-156.
que él carecia
».
tesi internazionalista di Domingo
Soto,
svi(160)de
Cfr.
Giménez,
op. cit., pp. 1
luppata e fatta propria dal de (161)
Vitoria,
sosteneva
Crr. Sierra,
ctt., 1955, n. 36, p. 419.
che « el pontífice ní concedió (162)
ni Cfr.
podia
conceder
Gimenez,
op. ctt., p. 117.
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ESORDI DEL COLONIALISMO 389
fluenza del suo figlio Cesare, vale a dire dopo la morte di Gi
Gandia, nel 1497 » (,43).
Queste gravi accuse che investono la figura di Alessandro
quadrano nell'atmosfera di malcostume e di ripugnante nep
instaurata intorno al trono di Pietro, non riescono tuttavia a tog
etico e spirituale che - al di fuori della figura fisica e tempo
fice Borgia - quei documenti intendevano avere ed avevano.
si vuol parlare, nel caso concreto, essa deve ravvisarsi piutto
trattamento di favore usato nei confronti della Spagna a tut
un'altra nazione cattolica come il Portogallo, specie nel primo
pontificato di Alessandro VI. Ma qui siamo sul piano dei rap
internazionali, e su questo piano il metro per giudicare e co
natura e di misura diverse.
Ci sembra, in definitiva, - senza avere con questo la p
concludere e di chiudere questo appassionante e dibattuto ar
non sia corretto nè equo attribuire a queste Bolle la paternità
colonialismo. Chi è per questa interpretazione mostra di igno
il contenuto di siffatti documenti e le circostanze e i tempi n
rono concepiti ed emanati.
Senza di essi le scoperte, le conquiste e la soggezione di ter
d'oltremare (con tutti gli abusi che ne seguirono) si sarebbero ve
mente e il colonialismo avrebbe puntualmente preso corpo,
giore e non con minore asprezza. Le Bolle alessandrine, come
tefici precedenti e successivi, non sono che una sanzione giur
to di fatto, con in più l'elemento positivo della propagazion
quindi della diffusione della Fede cristiana. Il che, tutto som
bile ed apprezzabile quanto il porre un balsamo su una piaga
alleviarne il dolore, anche se il balsamo non sortirà sempre gl
rati o sperati.
XV. - Al programma di evangelizzazione delle terre scoperte o conquistate nelle Americhe, in Africa e in Asia, saranno, infatti, legati i nomi di
apostoli ardenti ed illuminati, quali Antonio da Montesinos, Bartolomeo de
Las Casas, il Beato Giovanni Albuquerque, S. Francesco Saverio, Giovanni
Zumaraga e tanti altri, propugnatori decisi dei diritti di genti libere e inermi
cui i conquistatori - accantonato ben presto ogni edificante proposito - finiranno per apportare non tanto la luce d'una Fede che redime ed eleva quanto un dominio aspro ed avvilente, esercitato all'ombra della Croce di Cristo.
E' da escludere che i pontefici, i quali avevano rimesso nelle mani delle
potenze coloniali anche l'esercizio effettivo degli affari ecclesiastici, prevedes-
sero sviluppi così deteriori e preoccupanti. Eppure questa sorta di cessione o
(163) Cfr. Vander Linden, cit., pp. 13-14.
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390 TEOBALDO FI LESI
di delega di poteri tenderà vieppiù ad accentuarsi
fine del XV e l'inizio del XVI secolo.
Almeno sei importanti Bolle pontificie ribadiranno, tra il 1493 e il 1514,
gli orientamenti tracciati per primo da Niccolò V d'una larga - e in pratica
incontrollata - autonomia ecclesiastica di marca nazionale sulle terre sco-
perte e possedute. Intendiamo riferirci alle già citate Eximtae devo-
tionis e Piis fidelium del 1493 e alla Eximtae devotionis sinceritas del 16 no-
vembre 1501 con le quali Alessandro VI attribuiva alla Spagna, nei possedimenti del Nuovo Mondo, gli stessi privilegi ed immunità goduti dal Portogallo e le affidava l'opera di evangelizzazione; alla Universalis Ecclesiae regimini di Giulio II del 28 luglio 1508 e alle Dum Videi constantiam del 7 giugno 1514 e Praecelsae devotionis del 3 novembre 1514 di Leone X con le quali
si creavano rispettivamente il Patronato d'Occidente e il Patronato d'Oriente
che ponevano completamente nelle mani degli spagnoli e dei portoghesi anche il governo ecclesiastico dei Paesi e delle genti al di qua e al di là della
linea di demarcazione alessandrina, rettificata poi dal trattato di Tordesillas (,é4).
Ciò non vuol dire che la Chiesa di Roma, nella persona dei pontefici,
potesse approvare o quanto meno tollerare l'inosservanza da parte dei conquistatori di quei principii evangelici e di quei precetti morali, ai quali appunto era stata subordinata la concessione delle Bolle di donazione o di investitura. Ma ciò che la Curia Romana disponeva, raramente era osservato e seguito lontano da Roma.
Certo si è che le ferme minaccie di inappellabili sanzioni formulate nel
1434 da Eugenio IV nei confronti degli spagnoli delle Canarie che riducevano
in schiavitù i nativi convertiti al Cristianesimo, saranno via via rinnovate da
altri pontefici anche dopo che - con le scoperte colombiane e con l'espansione
portoghese verso l'Asia e verso il Brasile - il colonialismo e l'esercizio della
schiavitù assumeranno aspetti sempre più netti e letali.
Vogliamo, a titolo semplicemente esemplificativo, ricordare come Pao(164) I successori di Alessandro VI appaiono litteris contenta , oc quecumque alia imperia, retalmente ben disposti verso Emanuele I di Por- gna, principatus, ducatus, provincias, terras, citogallo che, ad un determinato momento, la si- vitates, opida, castra, dominia, insulas, portus,
tuazione creata dal pontefice spagnolo a favore maria, littora et bona quecumque mobilia et imdi Ferdinando il Cattolico, si può dire venga a mobilia, ubicumque consistentia, per eundem Ecapovolgersi a favore del sovrano portoghese. A manuelem Regem et predecessores suos a dictis
parte, infatti, la già citata Bolla Ea quae pro
bono pads con la quale Giulio II appone il cri-
sma papale al trattato di Tordesillas e alla conquista del Brasile, la Bolla Praecelsae devotionis
di Leone X, anch'essa citata, sembra una risposta precisa alla Dudum siquidem alessandrina di
un ventennio prima. Alessandro VI aveva con
questa aperto la via agli spagnoli verso occiden-
te senza limiti di sorta; Leone X apre con la
Praecelsae devotionis la via ai portoghesi verso
oriente senza limitazioni di alcun genere (e quin-
di anche nel caso che le terre scoperte fossero
venute a trovarsi oltre metà strada, nel giro intorno al globo. « Et pro potiori cautela - detta
la Bolla leonina - omnia et singula in eisdem
tn fid elibus, etiam solitaria quecumque recupera-
ta, detecta, inventa, et acquisita, ac per ipsum
Emanuelem Regem et successores suos in posterum recuperanda, acquirenda, detegenda, et in-
V emenda, tam a capitibus de Bogiador et de
Naon usque ad Indos quam etiam ubicumque
et in quibuscumque partibus, etiam no stris temporibus forsan ignotis, eisdem auctoritate et te-
nore de novo concedimus ... ». (L'originale della
Bolla trovasi presso l'Archivio Nazionale di Lisbona, Coli . de Bullas, maço 29, n. 6; il testo
latino a stampa è riprodotto in Rebello da Silva L. A., Corpo Diplomatico Portuguez, Acad.
Real das Sciencias, Lisbona, 1862, I, pp. 275-298.
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ESORDI DEL COLONIALISMO 391
10 III, dopo aver stilato nel 1537 le istruzioni per i vescovi d
cini delle Indie occidentali e meridionali ( Venerabilibus fra
Eptscopis Occidentcãis et Meridionalis Indine ) non mancasse
11 suo rammarico per il duro trattamento al quale i conquis
testo di sradicare un intollerabile stato di barbarie - soleva
popolazioni autoctone, impedendo in tal modo ai religios
loro ministerio (,4S).
Per ovviare a queste ingiustificate vessazioni, Paolo III n
emanare un « breve » tra i più fermi e concisi (huic tyrann
modo cum hominibus agendi obviare volens Paulus, ita decretav
a tutti i cristiani delle Indie, e inteso a condannare la schiav
la libertà. « Noi dichiariamo e decidiamo - dice in sintesi il
ficio - che non siano privati della loro libertà e del godimen
nè gli Indiani nè qualunque altro popolo venga in avvenire
cristiani, anche se vivano al di fuori della fede; essi dovrann
usare e godere della libertà e d'ogni loro proprietà nè potran
in schiavitù. E tutto quello che si farà contro il presente decret
come nullo e privo di fondamento, poiché gli Indiani e le alt
essere addotti alla Fede di Cristo colla predicazione della par
l'esempio d'una vita corretta» f64).
Purtroppo lo stato di cose instaurato dai conquistatori sp
ghesi - forti di quel diritto di Patronato che la Chiesa, nelle
lio II e di Leone X aveva loro attribuito - non renderà che minimamente
operanti queste salutari istruzioni. L'azione missionaria si estrinsecava in un
vero e proprio monopolio nazionale: religiosi di altre nazioni non erano ammessi a prestar la loro opera di bene nelle colonie spagnole o portoghesi; e se
per eccezione lo fossero, dovevano recarsi nei luoghi destinati per le uniche
(165) Cfr. Wadding H. L., op . cit., Tomo
XVI (1516-1540), pp. 480-82.
(166) Il testo latino integrale di questo «bre-
ve» (da taluni indicato anche come Bolla dal-
V incipit « Veritas ipsa ») è il seguente: « Uni-
versis Christi fidélibus praesentes litteras inspecturis, salutem et Apostolicam benedictionem-.
Veritas ipsa, quae nec falli nec fallere potest,
cum praedicatores fidei ad officium praedicationis destinar et, dixisse dignoscitur : Euntes docete
omnes gentes. Omnes dixit, absque omni delec-
ejusdem Domini nostri vices, licet indigni, geri mus in terris, et oves gregis sui nobis commissas,
quae extra ejus ovile sunt, ad ipsum ovile toto
nisu exquirimus, attendentes Indos ipsos, utpote
veros homines, non solum christianae Fidei capaces existere, sed, ut nobis innotuit, ad fidem
ipsam promptissime currere, ac volefites super
his congruis remediis providere, praedictos Indos, et omnes alias gentes ad notitiam christianorum in posterům deventuras, licet extra fidem
existant, sua libertate, ac rerum suarum dominio
privatos, seu privandos non esse, imo libertate
et dominio hujusmodi uti et potiri et gaudere
Quod videns, et invidens ipsius humani generis libere et licite posse, nec in servitutem redigi
to, cum omnes fidei disci plinae capaces existant.
aemulus, qui humanis operibus, ut pereant, semper adversatur, modum excogitavit hactenus inau-
debere ; ac quidquid secus fieri contigerit, irritum
malia Ulis servientia urgeant. Nos igitur, qui
vol. XVI, pp. 482-83.
et inane, ipsos que Indos, et alias gentes verbi
ditum, quo impedirei , ne verbum Dei gentibus, Dei praedicatione, et exemplo bonae vitae ad dieut salvae fierent, praedicaretur , ac quosdam suos tám fidem Christi invitandos fore, auctoritate Apostolica per praesentes litteras decernimus et
satellites commovit, qui suam cupiditatem adempiere cupientes, Occidentales et Meridionales In- declaramus, non ob stantibus praemissis, ceterisque contrariis quibuscumque. Datum Romae, andos , et alias gentes quae temporibus istis ad nostram notitiam pervenerunt, sub praetextu, quod no MDXXXVII, IV Nonas funii, Pontificatus nosfidei Catholicae expertes existant, uti bruta ani- tri anno III». Il testo trovasi in Wadding, cit.,
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392 TEOBALDO FI LESI
vie di Madrid e di Lisbona per ivi ricevere, prim
Consigli, una specie d'investitura religiosa e civ
«Difficilmente - scriverà il Crivelli a prop
immaginare un sistema di controllo più assoluto
o in persona o mediante il Consiglio delle Indie,
citano in tutti gli affari ecclesiastici» (,48).
Una situazione siffatta non poteva essere supina
tefice come San Pio V, soprattutto per gli abusi
riflessi nefasti ch'essa produceva presso le pop
decisione di dar vita a due Commissioni cardin
prefigurarsi la matrice della Sacra Congregaz
seconda di tali Commissioni, composta dai cardi
e Sirleto stilava, e trasmetteva il 19 agosto 1568 al
Castagna, una Istruzione sopra il modo di tratta
Intento di questo elaborato ed elevato docum
era quello di ricordare al potente e cattolico Fi
tenza non può e non deve far negligere la prat
«tra i principali ricordi ha da essere che si atte
fideli, essendo questo stato il fine per il quale
concessa la conquista di quei paesi, et però si ha
e sacerdoti, che sappiano predicar l'evangelio, et
(Né) si lasci, che alcuno tanto de' signori partico
o altri christiani si serva in luogo di schiavi deg
ma urbanamente di quei soli, che spontaneament
questi de loro servitù della mercè tra loro conv
et giustamente satisfarsi. Di più, che non siano g
et che tanto tra loro, quanto con li sopradetti si
strata la giustizia, come si conviene, acciocché
fussero da loro particolari signori o altre person
sero alcun torto possano confidentemente ricor
(167) Cfr. Castelucci A., Il risveglio
delle
atampiamente questo
diritto
ai Re Cattolici. Il rifu chedella
nel giroS.C.
di due di
decenni dalla scotività missionarie e le prime sultato
origini
Propaganda Fide , in « Le Conferenze
al Later
- Corona sull'orperta dell'America
l'autoritàadella
no » (marzo-aprile 1923), Roma,
ganizzazione
Tip.
dellaIstituto
Chiesa era completa. Di conPio IX, pp. 144; Cfr. anche seguenza
Hanke
il re
L.,
aveva
Coloniil diritto di nominare agli
sation et conscience chrétienne
auecclesiastici,
XVI siècle
, Pauffici
di regolare
la condotta del cle-
rigi, Pion, 1957; Pastor, op. cit., vol. VIII,
pp. 497 e s egg.
ro, e di disporre delle proprietà e delle entrate ec-
clesiastiche a suo piacimento. Questo sistema fu
conosciuto col nome di real patronato (patronato
(168) C£r. Crivelli in « The Catholic Ency-reale). Una disposizione del 1574 stabiliva che
clopaedic *», New York, 191 1, vol. X, p. 260.« il diritto di patronato delle Indie è unico e in-
Non meno incisivo e fermo nella denuncia
divisibile e per sempre riservato a noi e alla nol'Hackett, il quale scriverà, tra l'altro: « Dal stra
lato Corona reale ». Così assoluto era questo conecclesiastico la Corona (di Spagna), attraverso
trollo
il che il Consiglio delle Indie aveva il diritto
Consiglio delle Indie, esercitava la sua giurisdidi proibire la pubblicazione delle Bolle papali nel-
zione sulla Chiesa e sull'organizzazione ecclele Indie e di inibire ogni ricorso al Papa. (Hackett Ch. W., Historical documents relating to
l'amministrazione civile. Varie Bolle papali, come New Mexico, Nueva Vizcaya, and approaches
la famosa Bolla di demarcazione del 1493 e la thereto, to 1733, Washington, Carnegie Institution
Bolla di Giulio II emanata nel 1508, concedevano of Washington, 1923, vol. I, pp. 25-26).
siastica allo stesso modo in cui l'esercitava sul-
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ESORDI DEL COLONIALISMO 393
vedendo ch'ella è amministrata così per loro come per i Ch
Sì come il contrario delle cose sopradette harà facilmente potut
no in quelle provincie contro l'honor di Dio et della Sua san
ben comune de' popoli, con gran dispiacere di tutti i buoni,
forse di nessun altro, per toccar tanto alla conscentia et suo
l'osservanza diligente di dette cose pèr l'avvenire sarà gran
sato, et causerà da hor innanti ottimi effetti con l'aiuto del Sig
L'Istruzione era accompagnata da sei « brevi » apostolici
del 17 e del 18 agosto e indirizzati al Re, al cardinale Spinosa
Consiglio delle Indie e ai viceré del Perù, del Messico e dell
L'iniziativa di Pio V era quanto mai opportuna e sentita,
papismo di Filippo II non lasciava sperare in alcuna reazion
fatto che sia l'Istruzione che i « brevi » rimasero senza rispos
effetti pratici, se si eccettua il caso del viceré del Perù, Fran
raccolse con rispetto e cercò di dare un seguito pratico alle
pontefice.
Anche al re Sebastiano di Portogallo, Pio V indirizzerà una serie di
« brevi » - che non trovarono peraltro accoglienza più calorosa di quella incontrata presso la Corte spagnola - allo scopo di assicurare una migliore protezione ai missionari e di ottenere un trattamento più amichevole per i neoconvertiti e l'ammissione di questi negli uffici e nelle cariche pubbliche. La
raccomandazione di immettere i nativi negli impieghi è ribadita in un altro
« breve » del 4 gennaio 1571 « nel quale il papa, precorrendo il suo tempo,
raccomanda anche di lavorare per la formazione di un clero indigeno perché l'Europa non potrebbe alla lunga procurare le forze necessarie per le
missioni» (,70).
La mente straordinaria e il cuore generoso di questo venerabile pontefice affrontano le realtà del presente e scrutano già con sorprendente chiarezza
i problemi dell'avvenire. Se è vero infatti che già nel suo predecessore Pio IV
era nata l'idea di assicurare un organico e libero sviluppo dell'azione e della
organizzazione missionaria, sarà solo con Pio V che prenderà corpo il grandioso disegno d'un « superiore Dicastero ecclesiastico che, indipendentemente
dalle mire imperialiste delle potenze europee, mantenesse le missioni al di
sopra e al di fuori degli interessi egoistici dei particolari governi » (,71).
Ma un accenno sia pure fugace all'argomento ed ai suoi sviluppi nel
tempo ci porterebbe ad esorbitare dai limiti molto ristretti che ci siamo imposti.
XVI. - L'atteggiamento partigiano del papa Borgia subisce come s'è detto,
una certa revisione con l'ascesa al trono di Portogallo di Emanuele I. Questi,
non appena assunte le sue responsabilità di sovrano, farà partecipe Alessandro VI del disegno di portarsi personalmente in Africa alla testa di un grande
esercito (et personaliter cum valido exercitu ad partes illas trasfretare...) per
(169) La minuta delle Istruzioni in A. V.,
Arm. II, vol. 82, fol. 432; ibid., vol. 34, fol. 37.
(170) Cfr. Pastor, cit., vol. VIII, p. 497.
(171) Cfr. Castelucci, op. cit., p. 138.
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394 TEOBALDO FILESI
combattere i secolari nemici della Cristianità
intento, il Pontefice emana da Roma, in dat
la Redemptor noster (,7J) e la Cogimur jube
contenuto le due in precedenza accordate a F
l'Africa; una terza Bolla, la Eximiae devotioni
due precitate, accorda al re Emanuele l'aut
commerciare coi Saraceni, fatte le solite eccezio
di carpenteria navale, ecc., che potranno esser
nea (,74).
Ed eccoci, infine, alla più importante delle Bolle concesse da Alessandro
VI al re di Portogallo: la Ineffabili; et stimmi, emanata a Roma il Io giugno 1497 (,75), con la quale il Pontefice, condividendo e approvando le in-
tenzioni manifestate da Emanuele I di muovere guerra agli infedeli e di
possedere le città, i castelli, i villaggi, le terre o le regioni che avesse potuto
conquistare o assoggettare a tributo, gli conferisce l'investitura di tali acquisti, salvi - secondo le formule già usate nelle Bolle a favore dei re cattolici
di Spagna - i diritti acquisiti di altri principi cristiani, in questo caso degli
spagnoli ( sine dicuius christiani principis preiudicio ). La Bolla termina con
le esortazioni di rito ad impiantare la Fede cristiana nelle nuove terre di
conquista.
Sia i re di Spagna che quello di Portogallo avevano, dunque, annunciato
tra il 1494 e il 1495 il proposito di sferrare un'offensiva contro i Mori in
Africa (l'una potenza sorveglia e cerca, naturalmente, di prevenire le mosse dell'altra); sicché il Pontefice si trova nella situazione davvero singolare di
dover significare il suo assenso e il suo plauso ad ambedue le iniziative, aventi
lo stesso obiettivo. Con la Ineffabilis et summi del 1495 Alessandro VI aveva,
come già visto, fatto donazione dell'Africa ai re di Spagna; ne consegue che
identica donazione non potrà fare due anni dopo, con la Bolla del medesimo
incipit, al re di Portogallo. Ecco perchè il documento papale del Io giugno 1497
a favore di Emanuele I non indica specificatamente l'Africa, anche se le città
e le regioni delle quali è concessa l'investitura sono senza ombra di dubbio
da considerare appartenenti a quel continente.
Si potrebbe anche pensare che la Bolla sia riferibile alla spedizione di
scoperta che proprio in quel momento Vasco da Gama si accingeva a guidare
verso l'India; ma questa ipotesi non si armonizzerebbe del tutto col contenuto della Bolla stessa, che ha per oggetto la conquista e l'assoggettamento di
terre e di forze ostili alla Chiesa, mentre l'impresa di Vasco da Gama non
ha i presupposti di un'azione bellicosa e di una offensiva militare. « Noi ritro-
viamo qui - osserva il De Witte a proposito della anodina Ineffabilis et
summi concessa ad Emanuele I - una procedura analoga a quella che
poteva cogliersi nella Dum diversas del 18 giugno 1452, nella quale il silenzio sul teatro delle future conquiste portoghesi è motivato dalla preoccupa(172) AV., Reg. Vat . 873, foil. 277V-284V.
(173) AV., Reg. Vat. 873, foil. 244V-248.
(174) AV., Reg. Vat. 873, fol. 182V.
(175) A.V., Reg. Vat. 873, foil. 362-363).
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ESORDI DEL COLONIALISMO 395
zione di evitare le proteste del rivale spagnolo » (,7é). Con qu
che nel 1452 l'iniziativa apparteneva al Portogallo ed una eve
della Casa di Castiglia non poteva andare oltre i limiti di un'a
tica sia pure imbarazzante per la Sede Apostolica, mentre ne
dro VI si trova di fronte alla temibile potenza d'una Spagna
aveva già preso l'iniziativa d'una campagna in Africa e che a
l'anno prima l'Italia dai soldati di Carlo Vili ('77).
Va anche osservato, d'altro canto, che, in pratica, nè la Spa
togallo realizzeranno contro l'Africa musulmana alcuna spediz
ponenza tale da corrispondere, sia pure in parte, alle intenzioni m
Dando credito ai disegni di Emanuele I, il Pontefice Aless
tuttavia cura di predisporre una più idonea organizzazione ec
regioni atlantiche del Marocco: con la In apostolice dignitati
gno 1499 il vescovo di Safi sarà, infatti, autorizzato a compre
risdizione episcopale omonima le località di Azemmour, d
Tit e di Mazagan (,79).
Agli inizi del XVI secolo l'annunciata offensiva portogh
teatro di operazioni si risolverà nella conquista di alcune pos
sta atlantica del Marocco; episodi invero modesti rispetto ag
segni enunciati. La realtà è che il mondo sta cambiando pr
di prospettive e di impostazioni nuove, fino allora inconcepib
ramente concepite. Gli obiettivi più prossimi - come quello
dell'Africa musulmana nord-occidentale, che avevano dato il
neroso impulso alle gesta portoghesi d'oltremare - si vanno
solo i più ostici ma anche i più angusti, i più onerosi e i meno va
Il Portogallo ha ormai conosciuto le terre del golfo di Guin
lito incoraggianti contatti col Congo, ha doppiato il Capo di
za, si è portato sulle coste orientali dell'Africa, ha sperimenta
Indie, ha scoperto o sta per scoprire il Brasile. I sovrani del P
che terre e paesi sempre più remoti dovranno, prima o poi, entr
d'influenza della potenza portoghese: sulle navi che salpano pe
viaggi essi faranno d'ora innanzi imbarcare la nuova insegna
dare il tempo: il padrão. Diogo Câo pianterà la prima di queste
(176) Cfr. De Witte, cit., vol. LUI, n.
i, p.
mana
nel452.
Marocco dopo la conquista di Ceuta,
di Alcacer, di Tangeri e di altre posizioni del lile aperte rivalità che dividono Francia e Spagna, torale atlantico. Al contrario le dinastie maroc(177) E questo un periodo molto delicato per
le cui lotte minacciarono la stabilità stessa del
chine troveranno in virtù di sultani volitivi e ca-
papato ed ebbero conseguenze dirette anche sullapaci, un amalgama sempre maggiore che consensituazione politica dell'I talia. Un accenno alla si- tirà loro di lottare con successo contro le forze
tuazione è contenuto anche nel De Witte, cit.
cristiane. Il Marocco risulterà, alla resa dei conti,
P. 453.
(i 78) Si ricorderà comunque che la Spagna si
un terreno nefasto per il Portogallo. Nel 1443
lo sfortunato Infante Fernando si era spento in
cattività, nel 1514 la località di Larache dovrà
essere di nuovo abbandonata ai Mori, nel 1537
ricordare anche il successivo « breve » Cum sicut
sarà la volta di Agadir e nel 1549 di Safì, Azzenobis del 23 agosto 1499 sul patronato porto- mour, Alcazarquivir e Arcila; nel 1578 in una
impadronì di Melilla nel 1497.
(179) AV., Reg. Lat., 1042, foil. 67V-68. Da
fatale spedizione guidata dal re Sebastiano, l'eserghese in Africa.
(180) In effetti il Portogallo non riuscirà a pro- cito portoghese subirà una irreparabile disfatta e
vocare uno sfaldamento della potenza musul- lo stesso Sovrano troverà la morte sul campo.
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396 TEOBALDO FILESI
foce del fiume Congo e, sedici anni dopo, nella su
l'India, Vasco da Gama ne erigerà ben cinque
occidentale ed orientale; con questi cinque pad
« Crónica do felicissimo rei D. Manuel » - in v
lò V e Sisto IV, concesse all'Infante don Enrico, f
Alfonso V, figlio del re don Duarte, egli prend
la Corona del suo reame, di tutto ciò che avev
Calicut O8')-
Il XV secolo è finito, ma la spinta espansionistica delle due grandi po-
tenze cattoliche - Spagna e Portogallo - è appena cominciata. Siamo veramente agli albori del colonialismo, cioè delle grandi glorie e delle grandi
miserie, delle epiche imprese e delle incancellabili iniquità.
XVII. - Dai portoghesi, come già dagli spagnoli, Alessandro VI cercherà di sollecitare le stesse opere e gli stessi impegni perchè la Fede sia portata
e propagata sui nuovi vasti territori che i marinai e i soldati di Emanuele I
stanno assicurando al loro sovrano e al loro Paese. La Cathólice fidei propagationem (,82) del 1501 può considerarsi la corrispondente della Piis fidelium
indirizzata nel 1493 a Ferdinando e ad Isabella di Spagna.
Le premesse appaiono, del resto, incoraggianti: agli appelli dei pontefici
sembrano corrispondere da parte dei sovrani cattolici ardore e intenti genuini.
Immensi terreni vergini, in Africa e nelle Americhe, attendono d'essere aperti
alla Fede cristiana; si tratta solo di dare inizio e di assicurare una prima organizzazione a questa grande opera missionaria. Ceuta - che pure era stata all'ori-
gine di questo nuovo vigoroso slancio della Chiesa universale di Roma - e le
altre città che i portoghesi riusciranno a strappare ai musulmani nell'Africa
nord-occidentale, finiranno per avere una importanza relativa nel quadro
della più vasta crociata di evangelizzazione. La conquista delle località marocchine risulterà, infatti, molto ardua e piuttosto limitata sia come numero
ed ampiezza sia come durata di possesso (fatta eccezione per Ceuta, per Tangen e per Mazagan, che sarà però abbandonata nel 1769). I portoghesi, e gli
spagnoli successivamente, cercheranno, è vero, di stabilire sedi vescovili, di
inviare sacerdoti e di fondare chiese, conventi e santuari in tali località; ma
l'Africa del Nord resterà nei secoli sostanzialmente e profondamente musulmana (,83).
Negli arcipelaghi e nelle regioni dell'Africa nera, che i portoghesi (e
gli spagnoli per quanto si riferisce alle Canarie) andavano via via scoprendo,
le prime iniziative appariranno invece destinate a confortare le speranze e i
(i8i) Cfr. De Gois D., Cronica do felicissimo
rei D. Manuel, Coimbra, 1449, cap. 44, p. 107;
ciò, naturalmente, oltre alle cronache portoghesi
già più volte citate.
(182) AV., Reg. Vat. 863, fol. 117.
(183) Cfr. tra gli altri: Rocard E., L'expan-
sion missionnaire du Portugal et de l'Espagne aux
XVe e XVIe siècles, pp. 223-269, in « Histoire
Universelle des Missions Catholiques », pubblicato sotto la direzione di Möns. S. Delacroix, Parigi, Grund, vol. I, 1956. L'opera comprende altri tre volumi editi rispettivamente nel 1957, 1958
e 1959.
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ESORDI DEL COLONIALISMO 397
piani formulati. Lanzarote e in seguito Fuerteventura, Hierro
ranno le prime isole del gruppo delle Canarie ad essere cr
diocesi di Rubicon, istituita appunto a Lanzarote nel 1404, di
tica diocesi africana (,84). Nell'isola di Gomera il capo indige
convertito alla Fede cristiana (da quando, a partire dal 1434,
località avrà inizio l'opera di evangelizzazione) sarà considera
della Santa Sede. Nel XV secolo i francescani prima e i domen
stiniani successivamente furono gli artefici della conversione
Il Rocard ricorda tra le figure più eminenti di queste schier
S. Diego d'Alcalá (guardiano del convento francescano di Lan
1449), morto nel 1463; e i due domenicani Diego de la Cañas
brija, messi a morte dai pagani della Gran Canaria (,8S).
Nel territorio cosiddetto di Guinea gli esperimenti furono
rati nel tempo, anche se non sempre ad essi arrisero le fortu
un punto fermo - anche se piuttosto limitato come raggio d
- i portoghesi poterono stabilire sulla Costa d'Oro, a part
quando, cioè, Diego ď Azambuja costruì nella località deno
(la Mina do ouro) il castello battezzato col nome di San Gior
Il primo vero, fecondo terreno di evangelizzazione nell'A
rà tuttavia costituito dal reame del Congo. La buona pred
Manicongo e la favorevole impressione suscitata in Diogo Câ
zione, faranno maturare nella mente di Giovanni II il disegno
crociata di evangelizzazione su queste terre; crociata che avre
lizzarsi con la conversione dello stesso Manicongo, il cui rea
così automaticamente posto sotto la protezione del Portogallo,
vassallo, ma come Stato alleato del Portogallo in virtù dei le
tra sovrani cristiani.
Siamo di fronte al primo tentativo di colonizzazione - in
soggezione ma come collaborazione - dell'Europa in Africa
presenterà aspetti del tutto nuovi nella storia dei rapporti tra
tinenti e che aprirà vasti orizzonti di speranza - che il temp
incaricherà di deludere - anche sul piano della propagazi
cristiana.
Già nel secondo viaggio verso questo territorio Diogo Câo
lasciato padre Giovanni da Costa e qualche altro terziario fra
la corte del Manicongo, Nzinga Nkuwu; e lo stesso padre Gio
(184) La sede della diocesi sarà trasferita
a Las
F., cit.,
1962, n. 56, pp. 132-33.
Cfr. Rocard E., op. cit., p. 228.
Palmas, capoluogo della Gran Canarie, (185)
nel 1485,
cioè dopo la sottomissione di quest'isola.
(186)
QuanVedansi, a questo riguardo, alcuni rif
contenuti in: Filesi T., Di una breve
to alle diocesi istituite ad iniziativa deirimenti
portogherelazione
sulle Missioni in terra di Guinea all'inisi a Madeira e nelle Azzorre, esse non
possono
zio del
n. i, marzo 1965, pp. 40-53 della
definirsi « missionarie » in senso stretto,
in 1600,
quanto dette isole non erano, al momento della
rivista loro
« Africa ». Confrontare in particolare: Ma-
teo de Anguiano
scoperta, abitate da popolazioni autoctone
e fu- O.F.M. cap., Misiones capurono in seguito popolate esclusivamente
chinas
daeneuroAfrica. II. Misiones al Reino de la Zinpei, sulla scorta dei programmi formulati
ga, Bénin,e Arda,
in- Guinea, y Sierra Leone, Madrid,
coraggiati da Enrico il Navigatore. Cfr.
1952. Mateos
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398 TEOBALDO FILES!
stato eletto nel 1490 superiore dei missionari
saranno quindi ospiti del Portogallo ed una am
si dirigerà all'inizio del 1489 alla volta di Lis
ni II l'invio di sacerdoti che iniziassero alla re
lazioni congolesi e, con l'ausilio di muratori e
sero chiese nel Paese.
L'ambasceria rientrerà nel Congo dopo più di due anni di permanenza
nel Portogallo portando al suo seguito una schiera di preti secolari e di religiosi di vari ordini, o, secondo altre fonti, un gruppo di canonici di San
Giovanni Evangelista, provenienti dal convento di Sant'Eligio a Lisbona (,87).
Una moltitudine di negri affiancherà con commovente entusiasmo le maestranze portoghesi nella costruzione della prima chiesa nel Congo che, iniziata il 6 maggio 1491, sarà portata a termine il Io luglio successivo e dedicata
al nome di Santa Maria Nostra Signora (,88).
In realtà questa prima spedizione - dopo un così lusinghiero esordio e
dopo la conversione dello stesso Manicongo Nzinga Nkuwu, al quale padre
Giovanni da Costa impartirà il battesimo nel 1491 imponendogli il nome di
Giovanni, in onore del re di Portogallo - non ebbe sviluppi adeguati, sia
per la scarsa costanza dei convertiti sia perchè la gran parte dei missionari
perirono in breve, falcidiati dalle malattie o da altri incidenti.
Non così sarà dopo la morte di Nzinga Nkuwu. Il principe Nzinga
Mvemba, battezzato (anch'egli nel 1491) col nome di Alfonso, riuscirà infatti
ad eludere le pretese del fratello pagano Mpanzu e a farsi proclamare re
nel 1507, assumendo il nome di Alfonso I. Nel suo lungo periodo di regno
(1507-1543) egli darà prova di ardente ed illuminata fede e si mostrerà desideroso di adottare metodi e di realizzare programmi atti a trasformare la
vita del suo paese, avendo ad esempio lo stesso Portogallo. Così molti giovani della nobiltà congolese «e oltre venti tra figli, nipoti e nipotini propri» saranno da Alfonso I inviati a Lisbona per acquisire una idonea formazione, e donne portoghesi saranno, a loro volta, inviate nel Congo per
educare le dame di corte africane alle arti dell'economia domestica (,89).
La stessa capitale del Congo, Mbanza o Mbali (= tribunale), sarà ulteriormente ingrandita ed ammodernata con costruzioni esclusivamente in pietra e con numerose chiese; il suo nome sarà poi cambiato in quello di San
Salvador.
Re cristiano, Alfonso I si sentirà elevato allo stesso rango del re di Portogallo, col quale stabilirà stretti rapporti diplomatici su un piano assoluta(187) Cfr. Rocard, op. cit., p. 228 e Cuvelier
J. e Jadin L., L'Ancien Congo d'après les archives romaines (1518-1640), Bruxelles, 1954, p. 16;
Mateo de Anguiano O.F.M. cap., Misiones capuchinas en Africa. I. La Misión del Congo, Madrid, 1950.
(188) Sulla costruzione della prima chiesa cristiana nel Congo esistono descrizioni nelle Cronache portoghesi del tempo; un accenno, anche
di carattere bibliografico, può trovarsi in Filesi
T., Di una breve relazione ecc., « Africa », n. 1,
marzo 1965, p. 41.
(189) Tra la letteratura moderna sulla storia
dell'antico reame del Congo si raccomanda, oltre all'opera già citata di Cuvelier e Jadin, quella dello stesso Cuvelier, L'ancien royaume de Congo, Bruxelles, Descleé, 1946. Una buona sintesi
trovasi anche in Cornevin R., Histoire du Congo - Leopoldville, Parigi, Berger, Levrault, 1963,
pp. 30-39.
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ESORDI DEL COLONIALISMO 399
mente paritetico; prova ne sia che egli - senza far rico
portoghese - prenderà l'iniziativa di stabilire relazion
Apostolica, presso la quale invierà nel 1513 una ambasc
giata dal suo stesso figlio, principe Enrico, educato a
Questi, appena diciottenne, pronuncerà un forbito disco
lingua latina dinanzi al Concistoro, e sarà, cinque anni
scovo titolare di Utica, nonostante la giovanissima età, ch
speciale dispensa papale. Realizzando un suo vivissimo d
don Enrico potrà nel 1521 far ritorno nel Congo con l'i
Vicario apostolico del regno paterno. Egli porterà con sè
cercherà di profondere tutte le sue energie e le sue virt
dell'elevato ufficio. Purtroppo non riuscirà, nonostante
tenzioni, a svolgere un'azione molto efficace, e passerà i
glior vita.
Del resto i benèfici effetti derivanti dalle cordiali relazioni stabilite col
Portogallo e con la Santa Sede, e la professione di fede cristiana sinceramente
rinnovata anche dai successori di Alfonso I (in particolare da Diego I, da
Alvaro I, da Alvaro II e da Alvaro III, cioè fino al 1622) furono spesso compromessi in misura non trascurabile dall'avversione di capi indigeni disturbati
nell'esercizio di talune pratiche e di taluni istituti (come quello della poligamìa), e, in misura ancor più sostanziale, dal malgoverno dei funzionari portoghesi, dal cattivo esempio di alti prelati o di religiosi inviati nel Congo, e
dal sorgere e dall'intensificarsi della tratta degli schiavi.
L'offerta di schiavi da parte del Manicongo nella fase iniziale dei contatti coi portoghesi era stata un semplice gesto di cortesia, col quale il re
congolese aveva inteso contraccambiare la presentazione di doni e l'invio di
artigiani e di missionari da parte del Portogallo. Tali schiavi, spediti tra l'altro nelle piantagioni di canna da zucchero dell'isola di San Tomé (scoperta,
come s'è detto, dai marinai di Fernando Gomes e concessa nel 1485 da Gio-
vanni II a João de Paiva e a Mecia Paes coll'impegno di popolarla) dovevano
essere all'origine di una delle piaghe più inumane, destinate ad affliggere per
alcuni secoli anche il Congo.
L'isola di San Tomé si trasformò ben presto in un ricettacolo di negrieri:
il governatore Fernando de Mello, cui era stato attribuito nel 1500 il diritto
di esercitare la tratta lungo il fiume Zaire, si sottrasse in breve ad ogni interferenza da parte di Lisbona al punto da intercettare perfino le lettere inviate
dal Manicongo Alfonso al re Emanuele, succeduto, com'è noto, a Giovanni II
sul trono del Portogallo nel 1495.
La richiesta sempre più imponente di schiavi, specie dopo la creazione
di vaste piantagioni di canna da zucchero anche nelle terre dell'America spagnola e nel Brasile, e gli ingenti guadagni che la tratta assicurava, spinsero
gli schiavisti di San Tomé ad effettuare anche all'interno del regno del Congo razzie indiscriminate, nelle quali furono coinvolti perfino membri della
famiglia reale congolese ("°).
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400 TEOBALDO FILESI
Purtroppo nè le rimostranze, nè le propost
Alfonso I riuscirono ad eliminare o, quanto m
anzi la reazione dei trafficanti portoghesi sar
sua stessa esistenza. I portoghesi di San Tom
un ruolo di primo piano anche nelle contese
congo e il sovrano del regno di Ngola, situat
e formalmente tributario di quest'ultimo.
Allorché, nei primi decenni del 1500, i com
Tomé cominciarono, infatti, ad intrattenere rap
(donde poi l'Angola dei portoghesi), suscitand
go, le relazioni tra i due reami africani si faran
più tardi essi si troveranno su un piano di a
sorretto dai portoghesi di Lisbona, l'altro dai
uno scontro a Caxito, nel 1556, risoltosi in f
sterà la sua piena autonomia e stabilirà rapporti
che, sotto la reggente Caterina, ne riconoscer
Nonostante che nel 1570 il re Sebastiano d
pello del Manicongo Alvaro I, inviasse una
per salvare la capitale San Salvador e il territ
delle tribù cannibali Jaga, era evidente che il
denunciare i primi sintomi d'un declino che
il successivo Manicongo Alvaro II (1574-1614).
con la Sede Apostolica e la missione d'obbe
primi anni del 1600, costituiscono una intere
sentimenti cristiani e del livello di vita di qu
piuttosto remota (,91).
Duarte Lopez, nella Descrizione del Regn
vicine, stilata da Filippo Pigafetta e apparsa n
con entusiasmo dei costumi di foggia portogh
corte reale e, della posizione e grandezza del
dieci miglia di perimetro e nella quale abitan
sone ». In realtà, dinanzi alle resistenze più o
manifestate dai vari Manicongo nei confron
della tratta, i portoghesi avevano, già dal 15
spostato il loro campo d'azione nel reame di
(190) Per ogni più preciso
dettaglio
le
521-523).
Il circa
manoscritto
della rel
vicende remote del Congo e circa
il Confalonieri,
complesso ca- vol. 33, fol.
Fondo
pitolo della tratta ivi operata
daiparte
mercanti
di
(191) Gran
di questa documentazione,
schiavi di San Tomé, potranno
consultarsi,
oltre
compresa
quella relativa alla missione
congolese a
alle opere precitate: Paiva Roma,
Manso,
Historia
do
guidata da
Antonio Manuel,
al suo comCongo . Documentos , Lisbona,
1877;
J., tributamovente
epilogo Monteiro
e alle onoranze funebri
Angola and the River Congo,
2 voll.,
te nel gennaio
1608 alloLondra,
sfortunato ambasciatore
1875; Brásio A., Monumenta
Missionaria
Africongolese,
è contenuta nella
già citata opera di
cana, Africa Ocidental ( 1472-1646
), L'ancien
Lisbona,
9
Cuvelier e Jadin,
Congo d'après
les
voli., 1952-1960; nel III volume
riportata
anche
archivesèromaines
(1518-1640).
Altri documenti
la relazione della grave rivolta
a San
nell'opera, scoppiata
anch'essa sopra citata,
di Brasio, MoTomé e implacabilmente repressa
nel Africana.
1595 (pp.
numenta Missionaria
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ESORDI DEL COLONIALISMO 401
Dopo la parentesi dell'unione della corona portoghe
gna (1580-1640) e dopo la breve conquista olandese della
(1641-1645), i portoghesi entreranno in conflitto con l'ul
tonio I, che si porterà verso l'Angola per attaccarli in c
pitolo della presenza portoghese nel Congo si può dire ab
logo nel 1665 ad Ambuila, in una battaglia che vedrà di
scesi ambedue in campo con le insegne della Croce di Cr
golese sarà travolto, Antonio I ucciso e la di lui testa po
Luanda.
Il paese, divenuto ormai infido e poco proficuo per i
tani, cadrà da allora nella più completa anarchia e vedr
bile inaridimento delle rigogliose radici che il Cristiane
diffondervi. Nel 1700 San Salvador « la città delle camp
reali », non è più che una città deserta, che mostra le ro
chiese (,92).
Dello sforzo, dei risultati e dei preziosi contributi di questo passaggio
missionario nel Congo, restano tuttavia testimonianze tra le più efficaci e
diffuse soprattutto agli effetti di una reale conoscenza della realtà dei tempi
e dell'ambiente fisico, umano, sociale e religioso di quelle remote contrade.
Del resto il capitolo della evangelizzazione, aperto e concluso dai portoghesi
nel Congo, sarà proseguito senza soluzione di continuità nell'Angola (,93).
La prima Sede episcopale nel centro dell'Africa sarà creata dal pontefice Clemente Vili nel 1596 (,94) e comprenderà appunto l'area vastissima
del Congo e dell'Angola. Allorché la Prefettura dei Cappuccini potrà essere
eretta in Diocesi di San Salvador, senza limitazioni territoriali, un numero
sempre maggiore di religiosi di quest'ordine si porterà nel Congo: alla prima spedizione di dodici cappuccini che raggiungerà la foce del fiume Zaire
il 25 maggio 1645, altre dozzine e dozzine ne seguiranno nel 1648, nel
(192) Cfr. Boxer C. R., The Old Kingdom of
Congo, p. 75, in «The Dawn of African History»
a cura di R. Oliver, Londra, Oxford University
Press, 1961.
(193) Il capitolo della Chiesa cattolica nel Congo e nell'Angola è uno dei più interessanti e dei
più ricchi. Oltre alle cronache portoghesi del tempo e alle opere successivamente redatte fino ai
nostri giorni, una messe preziosa di notizie (molte delle quali non ancora edite), sono contenute
negli Archivi di Propaganda Fide, in quelli dei
singoli Ordini, e in quelli portoghesi e dell'Angola. Si aggiungano a ciò le opere o le cronache
di enorme rilievo dovute agli stessi missionari
cappuccini, quali i Padri Cavazzi, Merolla, Zucchetti, Carli, Brugiotti, Giovanni Francesco da Roma, fra gli italiani.
(194) A Clemente Vili va il mento d'aver ri-
preso con fermezza e con spiccato senso pratico il
disegno di Pio V della istituzione in Roma d'una
Congregazione speciale, quale mezzo più idoneo
per la propagazione della Fede cattolica. Un or-
ganismo del genere fu, infatti, da Lui istituito limitatamente, dapprima, alle missioni d'Abissinia
(1594) e a quelle per gli italo-greci (1595); nel
1599 Clemente Vili creerà poi una Congrega-
zione composta da nove cardinali avente il compito precipuo d'attendere alla propagazione della
Fede cattolica. Tale Congregazione - della quale
sarà nominato presidente il cardinale Santori con
ad latere i cardinali Baronio e Bellarmino - sa-
rà inizialmente chiamata Congregado super negotiis sanctae fidei et religionis catholicae e successivamente col nome che le rimarrà nei secoli
di Congregano de propagatione fidei o de propaganda fide. Appunto su queste basi e sulla scorta
delle prime positive esperienze, Gregorio XV potrà fondare nel 1 622 la S. C. di Propaganda Fide.
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4o2 teobaldo filesi
1651 e nel 1654. Nei primi venti anni cir
Missione del Congo; e il maggior contrib
Prefettura (1645-1834) verrà proprio dall'It
cabile di carità, di elevatezza cristiana e
«In netto contrasto con le insistenti cr
colore e assai frequentemente ai Gesuiti e a
gola - osserverà ancora di recente il Box
successivi governatori e vescovi, come p
allo spirito di sacrifìcio messo in mostr
Dall'epoca del loro stanziamento a Luanda
ga i più esemplari tra tutti gli altri ordi
per molti anni, senza interruzioni, nelle
nega testimonia dell'alta considerazione
siglieri Municipali di Luanda informar
di Propaganda Fide, nel 1678, che essi (C
voli servizi tanto ai Neri che ai Bianchi.
Molto tempo dopo che essi erano scomp
glese del 1860 formulava dei commenti sull
che essi avevano introdotto, sulle forme
e sulla venerazione con cui i Bantu li r
gola» T).
Ma non vorremmo nè allontanarci dagli obiettivi che la nostra modesta
indagine si era prefissi, nè avere la presunzione di gettare uno sguardo, sia
pure indiretto, su una materia tanto importante e tanto al di fuori delle nostre
specifiche conoscenze. La storia delle Missioni è un grandioso monumento da
altri ben più autorevoli di noi già disegnato e da altri ben più degni di noi edi-
ficato e sofferto in concreto. Noi ci soffermiamo incerti alle soglie di un'Era
Nuova, nella quale per la prima volta la conquista materiale s'incontra con la
conquista delle anime e dei cuori; in cui colonialismo e Chiesa iniziano insie-
me - senza tuttavia confondersi - un cammino difficile e talvolta perfino
imbarazzante e malcerto.
Chi ha voluto cogliere una collusione tra l'uno e l'Altra non ha, in effetti,
(195) Cfr. tra gli scritti più recenti: Adalberto de PosTioMA o.f.m. cap., Metodologia Missionária dos Capuchinos no Congo-Matamba- Angola, 1645-1834, in «Portugal em Africa», Lisbona,
sett.-ott. 1964, pp. 293-304.
(196) Cfr. Boxer C. R., Race Relations in the
Portuguese Colonial Empire, 1415-1825, Oxford,
Clarendon Press, 1963, pp. 35-36. La relativa nota bibliografica del Boxer indica testualmente:
Lettera del Consiglio Municipale di Luanda ai
cardinali di Propaganda Fide, datata 11 novembre 1676, contenuta negli Archivi del Consiglio
Municipale di Luanda, Codex 482, foli. 18-19:
Arquivos de Angola, 2a serie, voi. VII (gennaiogiugno 1950), dedicato all'azione missionaria dei
Cappuccini nel Congo e nell'Angola, in particolare le pp. 59-64; Cadornega, História Geral das
Guerras Angolanas, vol. II (ed. 1940), pp. 49-52,
485-93; c le opere già citate di Paiva Manso,
pp. 210-64, 289-369 e J. Monteiro, vol. II, pp.
96-98.
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ESORDI DEL COLONIALISMO 403
fondato - fino a questo momento - le sue argomentazioni su
ricerca, di documentazione e di interpretazione. E' su que
non su quello d'una dialettica superficiale e pseudo-storica bile, in ogni momento, stabilire un dialogo costruttivo.
Teobaldo Filesi
RESUMÉ
En se fondant sur des recherches dans les archives et sur d'autres sources valables,
et discute l'expansion portugaise dans l'Afrique musulmane et dans l'Afrique payenn
les documents papaux qui l'accompagnèrent et en consacrèrent la validité en tant q
raffermir le prestige de l'Eglise de Rome vis-à-vis de l'Islam et à permettre la propa
chrétienne parmi des peuplades jusqu'à ce moment inconnues. La première partie de c
la période allant de la conquête de Ceuta (141 5) à la mort de Henry le Navigateur (14
dans l'histoire de l'Eglise, va des pontificats de l'antipape Jean XXIII et du pape M
mort du pape Pie II (1464). Dans la deuxième partie l'Auteur présente les Bulles pr
papes Paul II, Siste IV et Innocent VIII et commence, sur les textes originaux, un exa
Bulles Alexandrines du 1493, qui accordent à Ferdinand et Isabelle d'Espagne les îles e
Nouveau Monde. Dans la troisième partie l'Auteur complète l'examen des Bulles du
suivies, en 1494 et 1495, par deux autres Bulles Alexandrines - encore en faveur d
se référant, cette fois, à l'Afrique - et par trois Bulles en 1496 et 1497, en faveur d
deux grands empires espagnol et portugais sont désormais en train d'acquérir des di
caractères bien définis, même en vertu des limites qu'ils se sont donnés avec le trait
(1494). L'action supérieure et indépendante de l'Eglise dans les deux empires d'outr
promise par les Bulles postérieures des papes Jules II et Léon X, donnant vie aux Pat
et d'Occident. Quand, en 1622, a naissance la Congrégation de Propaganda Fide, le
un sistème désormais bien établi dans ses formes les plus crudes, qui, malgré des exp
naires courageuses et élevées, ne peuvent plus être reconduites sur le terrain de l'humain
SUMMARY
On the ground of personal researches in the archives and of other authoritativ
tries to describe and discuss the phenomenon of the Portuguese expansion in
pagan Africa in correspondence with the acts by which the Papacy accompani
an action aiming to strengthen the prestige of the Roman Church in face of Isl
propagation of the christian faith amongst still unknown peoples. The first pa
the period between the conquest of Ceuta (141 5) and the death of Henry the Na
corresponding, in the Church's history, to the one going from the papacy of t
and of the pope Martin V to the death of pope Pius II (1464). In the second pa
the Bulls of the popes Paul II, Sixtus IV and Innocentius VIII in favour of P
the ground of the original texts, a critical examination of the Bulls issued by
1493, giving Ferdinand and Isabel of Spain the islands and territoires of the Ne
part the Author completes the examination of the Bulls issued by Pope Alexan
followed by others by the same Pope, two in 1494 and 1495, both favouring S
Africa, and three in 1496 and 1497, all favouring Portugal. The two great colo
tuguese and the spanish, are now acquiring well defined characters and extens
boundaries agreed upon in the Tordesillas Treaty (1494). The Bulls issued la
lius II and Leo X, giving birth to the Eastern and Western Patronates, alter th
pendant action of the Catholic Church in the two overseas empires. When, in 1
of Propaganda Fide comes into life, colonialism is already established in its
cannot be reduced to the field of humanity and spirituality, notwithstanding t
missionary experiences.
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