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ITINERIDERS, speciale dal CILENTO al SALENTO

ItineRiders speciale
dal
CILENTO al SALENTO
Honda CrossRunner experience
ItineRiders dal Cilento al Salento
CrossRunner
eXperience | INTRO
a cura di| Honda
Diego
D’Andrea
in collaborazione con
I
INTRO
U
na lunga traversata di milleduecento chilometri circa, da un mare all’altro, da un Meridione all’altro, passando per Campania, Calabria, Basilicata e Puglia.
Un appassionante itinerario, dal Cilento al Salento, diviso in 4 tappe, come fossero 4 universi a sé... 4
ingredienti che, opportunamente mescolati, danno vita ad un unico, grande viaggio.
Il percorso proposto all’interno di questa guida è frutto di millemila peregrinazioni, in moto, nelle terre del
Sud, ed è stato appositamente studiato per offrire tutto ciò che si può desiderare da un’esperienza su due
ruote: paesaggi, divertimento di guida, particolarità inattese, luoghi remoti e località ricche di fascino.
Ma anche buon cibo, stupore e un infinito senso di libertà.
In questa occasione, ho deciso di ripercorrere l’intero tour - dal Cilento fino alla Punta del Tacco - in sella all’ultima evoluzione del CrossRunner Honda, il VFR800X.
Tantissima la curiosità di sperimentare, in un vero e proprio hard-test sul campo, le qualità di questa moto
superpolivalente, che reinterpreta in salsa crossover il tecnologico 4 cilindri Vtec, già apprezzato, di recente,
sulla sport-touring VFR800F. In coda alla guida, un piccolo spazio con le impressioni finali sul mezzo.
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II
Sommario
TAPPA #1
da
Salerno a Maratea
Lungo la COSTA DEL CILENTO
Vedute sul mare, paesini pittoreschi e tramonti in technicolor. Un angolo di Italia che ti sorprende dietro ogni curva. A patto di essere in grado di
riuscire a smettere di piegare.
TAPPA #2
da Maratea ad Aliano
Pieghe su Pieghe, antiche etnie e valli remote
Tra il nord della Calabria e l’entroterra lucano, a caccia di tradizioni, scorci
inattesi e suggestioni letterarie... in un’indigestione di curve colossale
TAPPA #3
da Aliano a Matera
Una magia chiamata LUCANIA
Paesi fantasma, vette aguzze, città di pietra. Un territorio dalla bellezza
esplosiva. Una Basilicata da sogno, perfetta da scoprire in sella ad una moto.
TAPPA #4
da Matera a Leuca
Fino alla punta del TACCO
Alla scoperta di una Puglia meravigliosa,
dalle gravine, alla valle d’Itria, all’azzurro del Salento
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III
(a Te, che quando guardi... guardo!)
© 2015
Tutti i diritti sono riservati.
La riproduzione della Guida
“ItineRiders dal Cilento al Salento | Honda CrossRunner Experience”
(edita da QUALITIME),
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al dominio www.pianetariders.it.
Ogni violazione verrà perseguita
senza esitazione a norma di legge.
-----------------------------------------------------------------Si ringraziano per la fornitura di materiale tecnico
-----------------------------------------------------------------Nel redigere questa Guida, l’Autore ha fornito informazioni dettagliate e attendibili, tuttavia si declina ogni responsabilità per qualsiasi
danno, pregiudizio o inconveniente che dovesse derivare dal suo utilizzo.
-----------------------------------------------------------------Le Foto della guida sono state realizzate da Diema’
(Diego D’Andrea e Maria Intrieri)
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IV
TAPPA #1
© Qualitime - riproduzione riservata
Da SALERNO a MARATEA
Lungo la COSTA
DEL CILENTO
Vedute sul mare, paesini pittoreschi e tramonti in technicolor. Un angolo di Italia che ti
sorprende dietro ogni curva. A patto di essere in grado di riuscire a smettere di piegare.
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TAPPA #1
«Da
Salerno a Maratea»
MAPPA e SCHEDA PERCORSO
Lunghezza totale: 210 Km
Caratteristiche principali della tappa: un tripudio di curve, piacere di guida e paesaggi mozzafiato vista mare
Possibilità di rifornimento lungo il percorso: buona
Tempo di percorrenza ideale: una giornata, se si limitano le pause e ci si concentra solo sul percorso. Due o tre giorni, se si
decide di esplorare meglio la zona, dedicando tempo alle belle spiagge e alle calette lungo la costa.
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INTRODUZIONE
Q
uando si raggiunge Salerno da nord, la prima cosa che colpisce, affacciandosi sul suo golfo dall’alto, all’altezza di Vietri
sul Mare, è la potente esplosione di colori, che si riflette su un immenso tappeto azzurromare.
A destra, la costiera Amalfitana, col suo caleidoscopico universo di storia e tradizioni (che vi abbiamo raccontato su ‘10
ItineRiders per 10 WeekEnd VOL 1’); a sinistra, un lungo tratto di costa, con la vista che spazia, oltrepassando Paestum, fino
a raggiungere Agropoli, ideale porta d’accesso alla costa del Cilento. Così si apre la prima tappa della nostra avventura, un
esaltante moto-giro a caccia di curve e paesaggi, lungo uno dei territori più affascinanti dello Stivale.
Immaginate lo scenario motociclistico perfetto. Quali sarebbero i suoi ingredienti? Pieghe mozzafiato, ottimo asfalto, vedute da
cartolina e occasioni memorabili per buon gustai. Esattamente ciò che offre la costa del Cilento, territorio magnifico, in bilico
tra mare e monti.
Da Salerno a Pisciotta: 136 km circa
Andare via da Salerno senza aver dedicato una visita al suo piacevole centro storico e al vivace lungomare, sarebbe un vero
peccato. Il consiglio è quello di approfittare di uno dei tanti localini, con tavoli all’aperto, per una sostanziosa prima colazione:
un veloce tuffo nella peccaminosa pasticceria locale, prima di mettersi in sella, è l’ideale per fare il pieno di energie in vista della
lunga giornata in moto che vi attende.
Lasciata Salerno, un veloce trasferimento lungo la SP417 prima, e la strada costiera SP175 poi, ci consente di raggiungere l’area archeologica di Paestum, la antica Poseidonia fondata dagli Achei nel VI sec. a.C. In piena estate, però, e soprattutto nei
week-end, visto l’elevatissimo traffico di vacanzieri, che si concentra nella zona, potrebbe essere molto più saggio raggiungere
Paestum attraverso un breve tratto di A3, in direzione Reggio Calabria, per poi uscire a Battipaglia e seguire la chiara segnaletica fino all’area archeologica (e a proposito di Battipaglia, avete presente le famose mozzarelle? Tantissimi gli inviti golosi alla
sosta lungo la strada. A buon intenditor...).
Da Paestum, una manciata di chilometri per far tappa ad Agropoli, col bel Castello Aragonese a picco sul mare, e ci dirigiamo
subito verso Santa Maria di Castellabate, facendo attenzione nel seguire la giusta segnaletica (a dire il vero un po’ caotica).
Quello percorso finora è stato un tratto per lo più ‘di avvicinamento’. Il vero itinerario inizia da qui.
Fuori dall’abitato di Agropoli, si inizia a fare subito sul serio, con la strada che prende ad aggrovigliarsi, disegnando belle curve tutte da pennellare. Solo un piccolo antipasto di quel che ci aspetterà lungo questo gustosissimo percorso. Giunti a Santa
Maria di Castellabate (insieme a San Marco di Castellabate, uno dei set principali del film Ben Venuti al Sud), ci gustiamo
una sosta sulla celebre piazzetta affacciata sul mare. Giusto in tempo di qualche bello scatto e di una passeggiata tra gli scorci
pittoreschi dei due paesini. Poi via, di nuovo in sella, per raggiungere Ogliastro Marina e Punta Licosa.
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Oasi di pace, rifugio prediletto per amanti del mare e della natura (meglio se fuori stagione), Ogliastro può essere annoverata
tra le perle più preziose del Cilento. Uno di quei luoghi che fanno pensare subito al “buen retiro”.
Seguendo le indicazioni per Punta Licosa, attraversato il cancello che delimita l’area protetta (mi raccomando, siate civili e
rispettate la bellezza naturalistica del luogo, come intimato dai cartelli all’ingresso), avrete il piacere di condurre la moto attraverso una stradina immersa nella pineta, che bordeggia un mare cristallino. Alla vostra sinistra, una spiaggia di sabbia finissima
e ciottoli, fino a raggiungere Punta Licosa, con l’isoletta, le belle insenature e il suggestivo faro. Parcheggiate e - se il tempo lo
consente – via casco, stivali e guanti. Via tutto. Regalatevi un bel tuffo in queste acque invitanti.
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Ma il nostro CrossRunner scalpita, ed è ora di scatenarlo lungo il gustosissimo tratto ‘a tutta piega’ che ci attende da qui in
avanti.
Da Ogliastro, proseguendo in direzione Acciaroli, un infinito ghirigoro di curve, a picco sul mare, ci consente di apprezzare, a
pieno, le attitudini stradali del crossover Honda: pieghe da antologia della motocicletta e panorami dipinti di blu, che puntano
dritti al cuore. Un’inesauribile danza Rider, che culmina nel territorio di Pollica, con i suoi centri più noti, Acciaroli e Pioppi:
mare stupendo (certificato dalle bandiere blu di Legambiente), storia e suggestioni. Pare che Hernest Hemingway, assiduo
frequentatore di questi luoghi, si sia ispirato addirittura alla vita di un anziano pescatore del posto per il suo celebre romanzo
“Il vecchio e il mare”.
Di nuovo in sella, pronti a proseguire la nostra inesauribile cavalcata, sempre in piega fino a Pisciotta. Lungo il percorso potreste incontrare alcune segnalazioni di strada franata in direzione Sapri, con indicazione di stop alle auto: nessuna paura, nulla
cui non si possa “ovviare” in sella ad una motocicletta.
Da Pisciotta a Sapri: 62 km circa
L’arrivo a Palinuro è di quelli che tolgono il fiato in gola. La lunga baia sabbiosa e poi Capo Palinuro, in lontananza, su cui arrampicarsi per godere di panorami da cartolina (ancora più suggestivi quelli verso il Golfo di Policastro, con le scoscese falesie
a picco sul mare, e gli isolotti che puntellano le acque blu, che si confondono col cielo). Immancabile una sosta per perdersi
tra i vicoli del pittoresco borgo, tra negozietti e tentazioni per il palato. Poi via, un salto alle saline, e un bel tuffo rigenerante in
una delle tante insenature.
Lasciamo a malincuore Palinuro e puntiamo le ruote verso Camerota. La bella
strada che bordeggia il mare, infilandosi in suggestivi tunnel scavati nella roccia,
sembra rimandarci ad un’altra dimensione, lontani anni luce dal caos quotidiano.
Raggiunta Marina di Camerota, il percorso devia dal mare e si arrampica sui
monti, infilandosi nell’entroterra, tortuoso e divertente fino a Scario. Paesini fuori
dal tempo e gelosi delle proprie tradizioni, caratterizzano questo tratto, insieme
agli scorci improvvisi sul mare dall’alto.
Raggiunta Scario, perla del Golfo di Policastro (dove è uso trascorrere il suo
tempo Francesco De Gregori), dopo le mille curve percorse fin ora, lasciamo un
attimo respirare il CrossRunner, concedendoci qualche chilometro “tranquillo”
fino a raggiungere Sapri. Una breve sosta, e siamo pronti ad affrontare uno dei
tratti costieri più suggestivi dell’intero Stivale.
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Da Sapri al Cristo di Maratea: 20 km circa
A prescindere dall’itinerario che vi stiamo raccontando, se mai doveste trovarvi in Cilento con la moto non esitate un istante,
inforcatela, e godetevi un’esperienza mistica lungo questo nastro d’asfalto leggendario. A contraddistinguere l’infinita serie di
curve disegnata sulle montagne immerse nel blu, tra Sapri e Maratea, è un’atmosfera selvaggia e autentica, che si preserva
nel tempo, nonostante tutto (a patto di evitare le ore centrali, durante il mese d’agosto, quando il traffico dei vacanzieri rovina
irrimediabilmente la poesia del luogo). Lungo questo tratto potrete scoprire paesaggi in grado di farvi sentire con le ruote per
aria, pronti a toccare il cielo con un dito, mentre i profumi intensi della macchia mediterranea vi inebrieranno i sensi infilandosi
dolcemente nel casco.
Il percorso si caratterizza per un misto particolarmente tecnico, con improvvisi tornantini a gomito, intervallati da brevi rettilinei
in cui mollare il gas e godersi il panorama (e perché no, scattare anche qualche bella foto). Giunti a Maratea, con gli occhi inondati di mare, non è ancora arrivato il momento di fermarsi: la visita alla bella cittadina costiera potrà attendere. Seguite quindi le
indicazioni per “Statua del redentore“. A questo punto vi ritroverete alle prese con una vorticosa salita elicoidale, un ascensore
per la volta celeste, con la vista che spazia a 360° sul blu tutt’attorno. L’ascesa al Cristo di Maratea (o statua del redentore) fatta
edificare in cima al monte San Biagio dal Conte Stefano Rivetti di Val Cervo, è di quelle cose in bilico tra il terreno e il divino
che difficilmente dimenticherete e… una volta lì, sarà difficile farvi tornare giù!
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Da non perdere...
#una passeggiata tra le rovine di Paestum, l’antica Poseidonia, città della Magna Grecia fondata dagli Achei nel VI sec. a.C.;
Luogo di mille suggestioni, tra antichi templi e testimonianze del passato. Per orari e info: sito ufficiale
# Agropoli, con il Castello Aragonese sul mare e le viuzze del centro storico
# il centro medievale di Castellabate, con i suggestivi vicoletti, le case in pietra e i punti panoramici. Da non mancare una
visita al castello, fatto erigere nel 1123 da San Costabile, e al borgo di Santa Maria con la bella piazzetta affacciata sul mare e
l’atmosfera unica che vi si respira
# la romantica Punta Licosa si raggiunge da Ogliastro Marina, percorrendo la bella strada immersa nel verde. All’arrivo... il
faro, l’isolotto adiacente, il porticciolo e tanti piccoli angoli di paradiso dove godere un mare cristallino dalle mille sfumature di
verde e di blu. Non perdete l’occasione di fare un bel tuffo
# la zona di Pollica, con le vivaci frazioni di Acciaroli e Pioppi
# Palinuro, con il caratteristico borgo, i punti panoramici (imperdibile una salita al faro), le spiagge e le calette mozzafiato, le
sue grotte marine (famosa quella Azzurra e quella dell’Ossa) e la lunga spiaggia delle Saline a nord
# imperdibile la salita al Cristo redentore di Maratea, gigantesca statua fatta edificare in cima al monte San Biagio dal Conte
Stefano Rivetti di Val Cervo. Come imperdibile è anche una passeggiata tra i pittoreschi vicoli di questa autentica perla della
Lucania
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Dove mangiare...
# Pasta e pizze da Nello, a Santa Maria di Castellabate (corso Materazzo, 149. TEL 338 84 31 737). Ottime materie prime,
pasta fatta rigorosamente a mano, e gestione “allegra” che mette voglia di tornare. Favorevole il rapporto qualità/prezzo
# Agriturismo Al Sentiero, in via provinciale, Fraz. Galdo, a Pollica (TEL 097.4901617). La signora Gabriella vi accoglierà con i
migliori piatti della tradizione cilentana, preparati con grande amore per la cucina e per i prodotti del territorio. Da non perdere
i fusilli fatti a mano e la parmigiana in diverse versioni. A fine pranzo, poi, lasciatevi condurre per mano alla scoperta di deliziosi
dolci, dal sapore di una volta
# Ad Acciaroli, provate assolutamente il ristorantino Hemingway. Prezzi modici, piatti gustosi (soprattutto quelli a base di
carne) e una piacevole atmosfera dedicata allo scrittore americano che era solito soggiornare in questi luoghi (P.zza Vittorio
Emanuele, 19. TEL 333.1446644)
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# un buon indirizzo a Palinuro è il ristorante Core a Core. Si mangia anche all’aperto, sotto al portico o in giardino. Il pesce è
freschissimo, preparato con cura secondo ricette semplici e gustose. Prezzi adeguati all’offerta, intorno ai 30-35 euro in media
(via Piano Faracchio, 13 - Fraz. Centola - Palinuro. TEL 0974 931691)
# Tarallucci e Vino, a Marina di Camerota (via Armando Diaz, 96. TEL ) è il posto giusto per mangiare pesce con un favorevole
rapporto qualità prezzo. A farla da padrone, il totano locale e il pesce fresco della zona
# nel golfo di Policastro, a Sapri, magari prima di lanciarvi sulle belle curve in direzione Maratea, potete far sosta da Don Attilio.
Pesce freschissimo... non perdete il polpo alla brace e i paccheri al ragù di pesce. Prezzi medio alti, sui 35-40 euro a persona
(ma in linea con la qualità offerta). Indirizzo: San Giorgio, 6 - Sapri - TEL 0973.391358
Dove dormire...
# a Pollica, stanze pulite e confortevoli presso il Bed&Breakfast Il Profumo Dei Sensi. Terrazza prendisole vista mare per rigenerarsi dopo una giornata in sella
# a Maratea, in località Acquafredda (proprio lungo la bellissima SS18), Hotel Villa Cheta Elite è la sistemazione perfetta per
chi cerca tranquillità, posizione panoramica e charme, in un ambiente curato e romantico, proprio a 2 passi dal mare. L’ideale
soprattutto se si soggiorna in coppia. Il personale della struttura, gentilissimo e compatente, è sempre disponibile per ogni
esigenza, fornendo all’occorrenza anche ottime indicazioni sui dintorni, incluse spiagge e calette da non perdere.
Unica controindicazione, la colazione servita al mattino sulla terrazza vista mare: si sta talmente bene, che il rischio di perdere
la cognizione del tempo e accumulare ritardo sulla tabella di marcia è molto più che una semplice ipotesi.
La possibilità di tenere la moto al sicuro, nell’ampio parcheggio privato, completa il pacchetto. Prezzi in linea con la qualità
dell’offerta. TEL 0973.878134. Per tutte le info www.villacheta.it
L’incredibile spettacolo dei tramonti in technicolor
lungo la strada
che sale al Cristo di Maratea
... ED È GRATIS, PRATICAMENTE OGNI SERA
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TAPPA #2
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TAPPA #2
Da MARATEA ad ALIANO
COSTA DEL CILENTO
DA SALERNO A MARATEA
Pieghe su pieghe, antiche etnie e valli remote
LUNGO LA
sdsadsadd
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Tra il nord della Calabria e l’entroterra lucano, a caccia
di tradizioni,sadsdad
scorci
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inattesi
e suggestioni letterarie... in un’indigestione
di curve
colossale
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TAPPA #2
«Da
Maratea ad Aliano»
MAPPA e SCHEDA PERCORSO
Lunghezza totale: 380 Km
Caratteristiche principali della tappa: pieghe a più non posso e località affascinanti, lontante dai soliti circuiti
Possibilità di rifornimento lungo il percorso: appena sufficiente, meglio non correre rischi
Tempo di percorrenza ideale: un paio di giorni. Oppure, un solo giorno, a patto di tralasciare i punti di interesse e concentrarsi
quasi esclusivamente sulla guida.
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INTRODUZIONE
Q
uesta seconda tappa, attraverso alcune delle aree più suggestive dell’affascinante Sud del nostro Paese, è probabilmente
quella col più alto tasso di concentrazione di curve dell’intera guida. Quella che, più di ogni altra, ha messo a dura prova
le doti da ‘piegatrice’ del nostro Honda CrossRunner, chiamato a fare decisamente gli straordinari.
Un entroterra affascinante e remoto, tra il nord della Calabria e la Basilicata, dove una natura indomita costringe da sempre
l’uomo ad un profondo rispetto. Un territorio dalle mille sorprese, in cui abbiamo disegnato un itinerario lontano dai soliti percorsi, alla scoperta di angoli insospettabili e località in grado di stupire persino il motoviaggiatore più smaliziato.
Da Maratea a Morano: 85 km circa
Col mare alle spalle, e davanti alla visiera del casco una salita degna delle più eccitanti tra le crono-scalate, da Maratea ci tuffiamo sulla SP3 in direzione Trecchina. Le curve si susseguono una dietro l’altra, in rapida successione, tra le rocce intervallate,
a macchia di leopardo, da una vegetazione rigogliosa, inestirpabile e caparbia.
Trecchina è un centro molto piacevole, curato ed accogliente, che invita alla sosta nella centrale Piazza del Popolo, circondata
da verdissimi giardini. Tanti i locali dove godere all’aperto dell’aria frizzante che caratterizza questa cittadina anche in estate.
Da Trecchina, si procede sulla SP3 seguendo le indicazioni per Lauria fino a quando, giunti all’altezza del centro abitato, non
si incrocia la divertentissima SS19 delle Calabrie, che andrà imboccata in direzione Laino-Mormanno-Castrovillari. La danza
delle curve prosegue inarrestabile, regalando un grande piacere di guida, immersi in un ambiente bucolico, con il verde che
si insinua in ogni incavo della montagna. Raggiunto Castelluccio, alla rotonda si prosegue in direzione Cosenza-Laino, continuando a piegare indomiti, lungo un percorso sempre più appagante, fino a raggiungere la bella cittadina di Mormanno, da
dove andranno seguite le indicazioni Castrovillari-Monte Pollino.
A questo punto, la strada si fa incredibilmente ancora più eccitante, e il piacere di guida è davvero elevato, lungo un misto
medio con splendido asfalto e curve che sarà difficile non aggredire con piglio sportivo, laddove il prurito dovesse contagiare il
polso destro (N.B. a causa del recente crollo del viadotto Italia, lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, e finché la percorrenza non verrà ripristinata, parte del tratto tra Mormanno e Morano, per un totale di circa 15 km, potrebbe essere interessato
da una maggiore concentrazione di traffico, a causa delle necessarie deviazioni su percorsi alternativi a quello autostradale).
Finalmente siamo a Morano, dove il consiglio è quello di parcheggiare senza indugio la moto e concedersi una bella passeggiata alla scoperta di uno dei borghi medievali più belli dell’intera Calabria.
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Da Morano a Papasidero: 140 km circa
Tornati in sella si prosegue in direzione Castrovillari, da dove, seguendo le frecce per “autostazione-tribunale” si prende la
mitica SP263 in direzione San Basile (un’ulteriore indicazione, vista la scarsa segnaletica: se uscendo da Castrovillari vi ritroverete a passare di fianco alla caserma dell’esercito “Ettore Manes”, 11° Reggimento Genio Guastatori, tranquilli, siete sulla strada
giusta).
La SP263, che da Castrovillari raggiunge il mar Tirreno, all’altezza di Belvedere Marittimo, più che una strada è un tortuosissimo nastro d’asfalto, un mefistofelico toboga senza fine, che dà vita a continui pif-paf e curve elicoidali. Ma non solo.
Questa strada rappresenta anche un vero e proprio viaggio antropologico, che racconta la tradizione di una popolazione di
origine albanese (arbëresh) insidiatasi in questa valle nel lontano 1500, e che ancora oggi conserva lingua e costumi della
nazione d’origine. A San Basile, Lungro, ma soprattutto ad Acquaformosa (Firmoza), si può respirare ancora la particolare
atmosfera di questi luoghi, con le vie indicate in doppia lingua (italiana e albanese) e la vivace comunità religiosa, cattolica di
rito bizantino, impegnata a tenere vive le tradizioni locali. Prendetevi un po’ di tempo e andate in esplorazione tra i vicoli del
piccolo paese: ne vale la pena.
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Lungo questo tratto estremamente impegnativo e coinvolgente alla guida, tra curve, curvette, tornanti e saliscendi, si fa apprezzare la posizione di guida tipicamente “crossover” del nostro CrossRunner: busto eretto, zero carico ad affaticare i polsi e
massimo controllo in ogni situazione. A proiettarti da una piega all’altra, poi, ci pensa la spinta del solido V4: un vero piacere
spingerlo oltre la soglia critica dei 6.000 giri e percepire l’entrata in azione delle 4 valvole per cilindro: preciso, sostanzioso e
regolare prima, emozionante e vigoroso oltre. Un vero godimento, un autentico carattere alla Dottor Jekyll e Mr Hyde, che non
tentenna neanche a pieno carico.
Ed è così che, guidando senza sosta tra un cambio d’inclinazione e l’altro, si raggiunge la costa tirrenica all’altezza di Belvedere
Marittimo.
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Il percorso prosegue seguendo le indicazioni per Salerno lungo la litoranea SS18. All’altezza di Cirella, subito dopo lo svincolo, si svolta a destra per Grisolia-Santa Maria del Cedro. Ancora curve, fino a quando, una volta raggiunte, non si seguiranno
le indicazioni (sulla destra) per Papasidero-Mormanno. I primissimi chilometri, lungo questo tratto di strada, propongono un
asfalto un po’ rattoppato e disomogeneo (nessun problema se si utilizza un crossover come il CrossRunner, in grado di assorbire perfettamente le asperità; diversamente, meglio procedere a ritmo tranquillo). In ogni caso, non temete: bastano pochi
chilometri a lasciarsi tutto alle spalle, per ritrovarsi a guidare lungo un elettrizzante tracciato, panoramico, in salita, aggrappato
al selvaggio canyon disegnato dal fiume Lao. Ottimo asfalto e belle curve fino a Papasidero.
Da Papasidero ad Aliano: 150 km circa
Se avete la passione per il rafting, Papasidero è il posto che fa per voi. Parcheggiate la moto e datevi da fare, approfittando
del supporto di ‘Rafting Adventure Lao’ (www.raftinglao.it). Dopo aver dedicato un po’ di tempo a questa piacevole località
(in cui andare alla scoperta di piccoli scrigni preziosi, come la chiesa di San Costantino e il santuario della Madonna di Costantinopoli, arroccato sulle gole del fiume) si riparte in direzione Mormanno. Lungo la strada, oltre alle indicazioni per la celebre
grotta del Romito, il percorso si fa ancora più avvincente, con splendide vedute sui monti, una natura rigogliosa e curve dalla
geometria perfetta: un piacere mototuristico inesauribile fino a Mormanno.
Da Mormanno si percorre a ritroso il bellissimo tratto di SS19 fino ad Acqua delle Donne, riattraversando i suggestivi scorci di
Laino, proseguendo poi, lungo la stessa statale, in direzione Lauria. Qui, prestando particolare attenzione alle indicazioni, si
imbocca la SP19 in direzione Le Murge-Cogliandrino-Felicione.
A questo punto, siamo pronti per un affascinante tuffo nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano. Si prosegue sulla tortuosa
SP19 Moliternese fino ad incrociare la SS103, che andrà seguita svoltando a destra in direzione Sarconi-Grumento Nova,
fino a raggiungere la SS598, che andrà imboccata in direzione Taranto, proprio all’altezza del suggestivo lago del Pertusillo.
La strada che bordeggia il lago, caratterizzata da lunghi curvoni e ottimo asfalto, offre innumerevoli scorci attraverso cui apprezzare le mille cromie di questo bacino artificiale, le cui acque cangianti propongono infinite sfumature di azzurro e di verde.
Poi, tutt’a un tratto, sulla destra, ecco l’imponente diga, uno spettacolo che lascia letteralmente senza fiato. D’obbligo attraversare la stretta strada che ne congiunge i due estremi.
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Si perosegue ancora lungo la SS598 costeggiando il fiume Agri, il cui ampio letto, nelle nemerose parti emerse, è attraversato
da alcuni sentieri percorribili anche in moto. Disponendo del mezzo adatto, non ci siamo fatti mancare una piccola perlustrazione in questo ambiente suggestivo, che in alcuni scorci, ricorda vagamente i grandi parchi americani.
Raggiunto lo svincolo per Aliano, si svolta senza esitazione verso questa amena località, punto di arrivo della seconda tappa
del del nostro viaggio dal Cilento al Salento.
La strada prende ad arrampicarsi curvosa mentre gli imponenti calanchi, colline argillose modellate dalla pioggia e dal vento,
sottraggono spazio al verde, regalando un’atmosfera surreale e fiabesca a questo incredibile angolo di Italia. Non sono molti,
i luoghi del pianeta, in grado di sorprendere il viaggiatore come sa fare il paesaggio dei calanchi lucani, costantemente sorvegliati dai falchi grillai in volo.
Si supera velocemente il paese fantasma di Alianello vecchio, con le case in rovina dopo il terremoto del 1980; poi, ancora,
Alianello Nuovo, e ci si arrampica, attraverso boschi e vedute sui calanchi, fino a raggiungere Aliano, il piccolo e suggestivo
centro dove lo scrittore Carlo Levi, durante gli anni del confino, redasse il celebre romanzo ‘Cristo si è fermato ad Eboli’.
Tutt’attorno, una bellezza struggente. Una terra remota fatta di silenzio, vedute e magia.
Una passeggiata attraverso i vicoli della città vecchia è di sicuro il modo migliore per concludere questo secondo capitolo del
nostro appassionante viaggio nel Sud dello Stivale.
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Da non perdere...
# una sosta a Trecchina nella piacevole Piazza del Popolo. Parcheggiate la moto, ed entrate in una delle ottime gelaterie artigianali del paese, per assaggiare il caratteristico gelato realizzato con le prelibate castagne locali
# Morano Calabro, inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia, è un vero scrigno prezioso incastonato tra i monti. Imperdibile una passeggiata tra le caratteristiche viuzze, che conservano ancora l’antico impianto medievale, fino al castello che si
erge in cima al paese
# una sosta ad Acquaformosa (Firmoza) per assaporare la particolare atmosfera che si respira nei paesi della remota valle
dell’Esaro dove, tra il 1.400 e il 1.500, si insediarono alcune comunità albanesi, fuggite dalla loro terra in seguito alla morte del
loro principe. Ancora oggi, sopravvive una interessante tradizione multiculturale (e bilingue) che si respira tra le vie del paese,
alimentata dalla presenza di alcuni edifici di culto di rito bizantino. Da non tralasciare anche i ruderi della Badia Cistercense di
S. Maria del Leucio, risalente al 1500
# Papasidero, incastonata nelle impervie gole del fiume Lao, offre piacevolissimi momenti di relax, circondati da una natura
rigogliosa e incontaminata. Meritano una visita la chiesa di San Costantino e il santuario della Madonna di Costantinopoli, in
posizione impervia. Da non perdere, per gli appassionati del genere, la vicina Grotta del Romito, che custodisce una delle più
importanti testimonianze di arte preistorica in Europa
# il colpo d’occhio dalla diga del Pertusillo, che delimita a sud l’omonimo bacino artificiale: da un lato la vertiginosa parete
verticale in cemento, dall’altro le cangianti acque del lago
# Aliano, in posizione magnificamente dominante tra i calanchi, è celebre per aver ospitato Carlo Levi, durante gli anni del
confino. Ovunque, tra i suoi vicoli, nelle piazze, aleggia lo spirito del celebre scrittore, pittore e attivista politico piemontese, il
cui soggiorno nel piccolo centro lucano può essere ripercorso attraverso cammini tematici e visite guidate, a partire dalla casa
dove fu ospite.
Da non perdere, a fine agosto, il festival ‘La luna e i calanchi’. Un’affascinante settimana di arte, suggestioni e musica, con
ospiti e visitatori da ogni angolo d’Italia (e non solo). Qui tutte le info, con il programma dettagliato: www.lalunaeicalanchi.it
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Dove mangiare...
# a Trecchina, fermatevi per un buon pasto all’agriturismo L’Aia dei Cappellani (contrada Maurino, via San Marco, 46). La
cucina è quella tipica cilentana. Da non mancare i fusilli al sugo fatti in casa e il ricco antipasto con prodotti locali
# dall’antipasto al dolce, non si rimane delusi dopo una sosta da Panaino Restaurant & Pizza a Lauria (via Rocco Scotellaro,
150). Piatti del territorio, con prodotti del pollino da leccarsi i baffi. Ottimi i formaggi e i salumi, e le paste fatte in casa (una delizia il condimento ai funghi porcini; per non parlare delle lagane fatte a mano, con i fagioli bianchi di IGP di Rotonda). Ambiente
confortevole e servizio ben curato. Ottimo il rapporto qualità/prezzo. Tel 0973 823920
# ad Aliano, abbiamo cenato bene a ‘La locanda con gli occhi’, nella caratteristica piazza Garibaldi. Ambiente carino e cibo
della tradizione lucana, ottimi i tipici cavatelli, e i salumi e formaggi a ‘chilometro zero’. Prezzi nella media. Tel 329.7223467
Dove dormire...
# l’ Agriturismo Le Fontanelle, a Morano Calabro (C/da Contrada Matinazza, 58) offre stanze confortevoli, relax e spazio
per parcheggiare la moto. Tra i plus, per chi desiderasse fermarsi a mangiare, anche un’ottima cucina del territorio: portzioni
abbondanti, piatti succulenti e ottimi prezzi. Tel 0981.31656
# ad Aliano, un’ottima sistemazione in pieno centro (Via Martiri d’Ungheria, 6) con un occhio al rapporto qualità/prezzo, è la
Holiday House ‘La Casa dell’Americano’, una casa vacanze ricavata in uno stabile d’epoca, dotata di 2 stanze (indipendenti e
prenotabili separatamente), ognuna delle quali può ospitare 2 persone + un eventuale letto aggiunto. È presente una cucina a
disposizione degli ospiti, mentre spazi esterni (un terrazzo panoramico e un giardino privato) sono utilizzabili durante la bella
stagione. Ma il vero punto forte della struttura, per noi moto-viaggiatori, è il piccolo garage riservato agli ospiti, dove poter
parcheggiare la moto al sicuro durante la notte. Per info www.casadell’americano.it. Tel. 339.6403277.
Giganti d’argilla
in un oceano di verde
... STANNO I CALANCHI, COME GLI SCOGLI TRA I FLUTTI
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TAPPA #3
Da Aliano a Matera
Una magia chiamata
LUCANIA
Paesi fantasma, vette aguzze, città di pietra.
Un territorio dalla bellezza esplosiva.
Una Basilicata da sogno, perfetta da scoprire in sella ad una moto.
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TAPPA #3
«Da
Aliano a Matera»
MAPPA e SCHEDA PERCORSO
Lunghezza totale: 250 Km
Caratteristiche principali della tappa: lo stupore dietro ogni curva. Lo stupore dietro ogni cosa
Possibilità di rifornimento lungo il percorso: sufficiente. Meglio, però, fare attenzione dalle Piccole Dolomiti lucane in avanti
Tempo di percorrenza ideale: una giornata (più un’altra da trascorrere a Matera).
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INTRODUZIONE
A
vventurosa, eccitante, panoramica, contemplativa, misteriosa. Insomma, la terza tappa del nostro viaggio lungo le affascinanti strade del Sud, in sella a Honda CrossRunner, fa il pieno di aggettivi e ci proietta in un universo parallelo, un
mondo incantato ricco di storia, cultura e tradizioni. Una terra abitata da una natura maestosa e bucolica, ma anche aspra
e selvaggia, puntellata da pittoreschi centri che affondano le proprie origini nella storia più antica, tra dominazioni straniere e
vicende appassionanti.
Un viaggio nel viaggio fatto di curve, strade perfette per le nostre moto e piacevolissimi intermezzi ‘a tavola’.
Benvenuti nel cuore verde della Lucania.
Da Aliano a Pietrapertosa: 160 km circa
Salutiamo Aliano percorrendo a ritroso la strada che, passando per Alianello Nuovo e Alianello, prosegue in direzione della
SS598, poco prima della quale, svolteremo per la SP133, seguendo dapprima le indicazioni per S. Arcangelo-Taranto e, subito dopo, quelle per S.Arcangelo-Roccanova.
Il tratto che raggiunge Roccanova e prosegue oltre, fino a Chiaromonte, si distende lungo un piacevole misto, immerso
nel verde, che si raggomitola nel territorio del Parco Nazionale del Pollino. Poco traffico e una natura bucolica tutt’attorno.
Da Chiaromonte, seguendo le indicazioni per Francavilla in Sinni, si percorrono una manciata di chilometri (un po’ malmessi)
in discesa e si raggiunge la veloce SS653, che andrà seguita in direzione Senise.
Quando i primi riflessi del lago di Monte Cotugno vi appariranno davanti alla visiera del casco, preparatevi a godervi lo spettacolo offerto dall’attraversamento del lungo viadotto che, tagliandone un intero ramo, gli vola letteralmente sopra.
Si procede ancora per qualche chilometro sulla veloce SS653, fino a raggiungere la piacevolissima cittadina di Valsinni, dove
programmare una piccola sosta per andare alla scoperta del centro storico (molto ben tenuto) e ‘arrampicarsi’ fino al romantico castello di origine medievale, arroccato sulla rupe da cui domina l’intera valle del fiume Sinni (i più pigri potranno arrivare
al castello direttamente in moto, guidando fino al parcheggio antistante).
Terminata la sosta, un veloce trasferimento, con una breve deviazione dal percorso principale, consente di raggiungere Tursi,
cittadina ricca di storia e testimonianze di pregio. Imperdibile una salita all’antico quartiere arabo, la Rabatana, da cui godere
di un bel colpo d’occhio sul paese e sul territorio circostante, spaziando fino al mare.
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Di nuovo in sella, siamo pronti a volgere le ruote verso una delle tappe più intriganti dell’intero viaggio. Imbocchiamo la SP154
seguendo le indicazioni per Potenza, dopodiché, attraversato il ponte sul fiume Agri, raggiungeremo la SS598, dove svolteremo a sinistra, per poi prendere, subito dopo, a destra per la SS 103 in direzione Peschiera-Craco.
Tutt’attorno, un ambiente naturale al massimo splendore, tra uliveti e campi coltivati, fa da sfondo ai ghirigori d’asfalto lungo
cui danzare con le nostre moto.
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Lo inizi a scorgere da lontano, una sagoma che svetta appuntita in cima a una collina. Intanto, la strada continua a salire e i
suoi contorni si fanno sempre più chiari, tra il verde intenso e le punte argillose dei calanchi tutt’attorno.
È così che Craco, la città fantasma, accoglie i viaggiatori che si avventurano alla sua scoperta.
Abitato sin da tempi antichissimi (nel suo territorio sono state trovate tombe risalenti addirittura all’VIII sec. a.C.) il paese si
sviluppò a partire dal medioevo, divenendo florido nei secoli successivi, come dimostrano alcuni palazzi nobiliari che sorsero
all’interno dell’abitato. Tutto questo, finché, nel 1939, una violenta frana non ne decise drammaticamente le sorti, costringendo
la popolazione di allora ad evacuare per sempre a valle (in località Peschiera).
Una disgrazia che, fatalmente, ne decreta la fama. Craco è oggi tra le poche testimonianze di città fantasma esistenti in Italia.
Un luogo affascinante e misterioso, set di tantissimi film (tra i quali si annoverano ‘La passione di Cristo’ di Mel Gibson, ‘Basilicata coast to coast’ di Rocco Papaleo e persino uno 007), che attira viaggiatori e curiosi da ogni dove.
Un corpo senza vita. Un’invincibile decadenza.
Un diversivo per le nuvole.
CRACO, LA CITTÀ FANTASMA...
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Lasciamo Craco e le sue infinite suggestioni e proseguiamo il nostro itinerario lungo la SS103, in direzione Stigliano.
Questo tratto si presenta inizialmente come un bel misto veloce, in cui concedersi lunghe pieghe in appoggio, nello scenario
della sterminata campagna lucana. Poi il tracciato cambia e si fa più tortuoso e guidato a mano a mano che si sale verso Stigliano.
Una sosta in questo piacevolissimo centro, può essere l’occasione perfetta per assaggiare qualche prelibatezza in uno dei tanti
forni che producono il tipico pane locale, una specialità apprezzata in tutta la Basilicata. Noi abbiamo gustato cose eccelse in
quello situato nei pressi della bella chiesa di S.Antonio.
Da Stigliano si prosegue, sempre ‘a tutta piega’, sulla SS103 in direzione Potenza, fino a quando, giunti ad una biforcazione,
non si dovranno seguire le indicazioni per Accettura-Basentana imboccando a destra la SS277. A circa sei chilometri da Accettura, sulla sinistra, si incontra una strada asfaltata, decisamente stretta, con un cartello che indica Pietrapertosa: seguitelo
senza indugio.
La stradina immersa nel bosco, che vi ritroverete a percorrere, è una sorta di viaggio nel viaggio. Un piccola avventura ‘into the
wild’ che si infila nel profondo del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.
Tutt’attorno, solo natura e silenzio percorsi da una sinuosa e sottile striscia d’asfalto: un vero godimento con la nostra Honda
CrossRunner, perfettamente a suo agio in situazioni di questo genere dove, la posizione di guida e l’impostazione crossover,
consentono una totale capacità di manovra e controllo del mezzo... anche guidando ‘svelti’ nello stretto.
In ogni caso, non temete: questo tratto, sebbene in alcuni punti (soprattutto scendendo verso Pietrapertosa) presenti qualche
piccola imperfezione del manto stradale, è assolutamente percorribile, senza problemi, con ogni genere di moto.
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Da Pietrapertosa a Matera: 95 km circa
Pietrapertosa rende merito, come pochi altri luoghi, alla nota espressione ‘incastonata tra le montagne’. Per quanto possano
avertene parlato, per quante foto del luogo tu possa aver visto, raggiungere questa località produce sempre il medesimo
stupore. Impensabile andar via di qui, senza essersi arrampicati fino al castello, attraversando le viuzze dell’antico quartiere
medievale, che conserva ancora l’originario nome saraceno: Arabat. I più temerari potranno poi cimentarsi nel suggestivo volo
dell’angelo, sfrecciando nel vuoto appesi a delle carrucole fino a 120 Km/h, tra Pietrapertosa e Castelmezzano (entrambi i
paesi sono annoverati tra i borghi più belli d’Italia).
Si torna in sella e si prosegue verso la superstrada E847, guidando in picchiata lungo i tornanti della curvosissima strada provinciale (la SP13) che la raggiunge, attraverso i maestosi panorami offerti dalle aguzze vette delle Piccole Dolomiti Lucane.
Raggiunta la E847, si percorrono pochi chilometri in direzione Metaponto, fino all’uscita per Tricarico. Da qui, parte il nastro
d’asfalto in salita che raggiunge la cittadina: un tracciato avvincente, lungo cui sperimentare geometrie di piega perfette, ottimo asfalto e una carreggiata ampia, che invita ad aumentare il passo.
Da Tricarico, dopo una sosta alla scoperta dell’interessante centro storico, si prosegue lungo il tracciato della vecchia SS7 (ora
indicata come SP1), attraversando nell’ordine: Grassano, Grottole e Miglionico. Un percorso che si insinua tra valli, colline
e una natura rigogliosa, alla scoperta di territori selvaggi e remoti, svelando una Basilicata affascinante, dove il tempo sembra
scorrere placido, senza fretta, ben lontano dai ritmi caotici delle metropoli.
Qualche piccola annotazione: questo tratto curvoso e piacevolissimo da guidare, offre un fondo stradale mediamente buono, salvo alcuni chilometri poco prima di Grottole. Inoltre, proprio passando per Grottole, si devono ignorare i cartelli indicanti
strada interrotta in direzione Miglionico: la strada è perfettamente percorribile e prevede una brevissima deviazione, durante
le quale si dovranno seguire le indicazioni, molto ben segnalate, per Miglionico.
Raggiunta anche quest’ultima interessante località, pochi chilometri, e avremo raggiunto Matera, affascinante punto di arrivo
di questa intensa 3° tappa. E se l’ora è quella del tramonto, lo spettacolo delle luci che si accendono tra i sassi è di quelli che
valgono da soli un viaggio.
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Da non perdere...
# una visita al centro storico di Valsinni, col bel castello risalente all’anno 1000 (o poco dopo) in posizione panoramica sulla
valle del fiume Sinni. Il maniero deve la sua fama alla triste storia della poetessa Isabella Morra, che vi nacque nel 1520 e vi morì
circa 26 anni dopo per mano dei fratelli, dopo che ebbero scoperto la sua relazione col barone di Bollita, Diego Sandoval de
Castro
# raccontare Tursi in poche righe è compito arduo. Località poco nota ai più, fondata nel V secolo dai Goti, ospita un’insospettabile quantità di tesori all’interno del suo territorio, dal quartiere arabo Rabatana, in posizione dominante sul centro storico e
al cui interno si erge l’antica chiesa di Santa Maria Maggiore (le cui origini risalgono al IX secolo) al Santuario della Madonna
di Anglona, meta di numerosi pellegrinaggi durante l’anno. Suggestiva, nei dintorni, una visita alle rovine del convento dei
Cappuccini, abbandonato nel 1866
# una passeggiata tra le rovine di Craco. È possibile effettuare la visita seguendo le indicazioni riportate al seguente LINK.
# Pietrapertosa, con i suoi panorami, il castello, il centro storico pittoresco e quella particolare sensazione di ritrovarsi sempre
col naso all’in sù. Per i più temerari, il volo dell’angelo rappresenterà di certo un’esperienza indimenticabile: tutte le info su:
www.volodellangelo.com
# a Tricarico merita una visita la torre normanna alta 30 metri, mentre Grassano racconta antiche storie di briganti attraverso
le case settecentesche lungo via La Chiesa, dotate di feritoie per difendersi dall’attacco dei predoni. Grottole rapisce l’attenzione del viaggiatore con le sue antiche chiese (mirabile quella barocca di San Domenico) e le rovine dell’antico castello longobardo. E infine, a chiudere la serie di paesi lungo la vecchia SS7, troviamo Miglionico, a soli 20 Km da Matera, con un centro
storico ricco di testimonianze, a partire dal Castello medievale del Malconsiglio, di epoca Federiciana, dove fu ordita la famosa
congiura dei baroni, in rivolta contro il re di Napoli
# Matera nel 2019 sarà la capitale europea della cultura. Una località dalla bellezza inconsueta, un fascino primordiale difficilmente riscontrabile altrove. Il consiglio è quello di perdersi tra i celebri Sassi (così viene chiamato il caratteristico centro storico,
formato dal Sasso Caveoso, dal Sasso Barisano e dal rione Civita) alla scoperta delle viuzze, delle chiese rupestri, degli scorci e
delle bellezze artistiche che vi sono custodite; senza tralasciare le piccole botteghe in cui scoprire le tradizioni di questi luoghi,
che si tramandano ancora intatte. E per concludere, una dritta di quelle che in genere fanno la differenza: uscendo dal paese,
imboccate la SS7 in direzione Taranto, dopodiché, percorsa una manciata di chilometri, prestate attenzione, sulla destra, alle
indicazioni ‘chiese rupestri’ (ovviamente non si tratta delle stesse che si trovano all’interno dei Sassi). Da qui in avanti, percorrendo una strada bianca - una delizia per il CrossRunner, ma adatta a qualunque tipo di moto - si raggiunge una spettacolare
veduta sul centro storico di Matera da un’incredibile posizione panoramica. Rimanete pure in contemplazione, lo spettacolo lo
merita, ma ricordate di non mancare una visita anche alle suggestive chiesette scavate nella roccia
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Dove mangiare...
# Agriturismo Taddeo - I sapori del Parco, a Pietrapertosa (per raggiungerlo, seguire le indicazioni lungo la SP13, subito dopo
Pietrapertosa in direzione della SuperStrada E847). Parcheggio comodo per la moto, ambiente piacevole e rilassato a conduzione familiare, cibo eccellente, ingredienti genuini e ottimi prezzi... cosa desiderare di più? Da non perdere i peperoni cruschi,
i salumi, i formaggi, i cavatelli con mollica e noci, manate e fagioli, il pollo ruspante ripieno al sugo e tutte le altre bontà dal
menù. A fine pasto, poi, un genuino gelato fior di latte fatto in casa, con materia prima proveniente direttamente dagli animali
dell’azienda. Ottima soluzione anche per il pernotto in zona, grazie alla disponibilità di alcune camere. TEL 0971.983085 /
333.4271558
# a Matera, abbiamo mangiato benissimo al ristorante Stano (via Santa Cesarea, 67), vera istituzione culinaria del capoluogo
lucano, in cui assaggiare piatti della tradizione, recuperati con grande amore per la cucina e realizzati con scrupolosa attenzione per i prodotti. Imperdibili l’antipasto della casa e i tagliolini con cicerchie e cipolle. Sontuosi i dolci. Rapporto qualità/prezzo
molto favorevole. Meglio prenotare, TEL 0835.344101
Dove dormire...
# a Matera si può optare per la Masseria Santa Lucia (via dei Mestieri, all’incrocio con Via delle Arti).
La struttura offre un ambiente suggestivo e curato, ed è situata a non troppa distanza dal centro di Matera, appena fuori dall’area urbana. Le camere sono confortevoli e, per noi motociclisti, è disponibile un ampio parcheggio interno gratuito. Camere a
partire da 70 euro (per la doppia).
TEL 320.43 50 006
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Ce ne stavamo lì,
io e il CrossRunner
... A GUARDARE IL CIELO MORIRE SUI SASSI
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TAPPA #4
Da
Matera a Santa Maria di Leuca
Fino alla punta del
TACCO
Alla scoperta di una Puglia meravigliosa,
dalle gravine, alla valle d’Itria, all’azzurro del Salento
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TAPPA #4
«Da
Matera a Santa Maria di Leuca»
MAPPA e SCHEDA PERCORSO
Lunghezza totale: 315 Km
Caratteristiche principali della tappa: tantissime località imperdibili da visitare, con un tratto finale da antologia della motocicletta
Possibilità di rifornimento lungo il percorso: buone lungo l’intero percorso
Tempo di percorrenza ideale: minimo 3 giorni. Tanti e tali, i punti di interesse e le cose da non perdere, che non sarebbe male programmare almeno una settimana in zona, per godere appieno i luoghi e qualche istante di relax sulle spiagge del Salento
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INTRODUZIONE
C
ieli infiniti e case imbiancate a calce. Ma anche il profumo del mare, distese di ulivi e i sapori della tavola.
Una terra di luce e di colori, la Puglia. Un’ultima tappa ricchissima, colma di bellezza, arte, suggestioni e curiosità, che non
difetta neanche in quanto a piacere di guida, con un tratto di strada splendido, a picco sul mare, per la degna conclusione
del nostro lungo viaggio su due ruote dal Cilento al Salento... una spettacolare traversata nelle terre del Meridione che, dopo
essere partiti dal mar Tirreno, ci porterà a raggiungere l’estremo sud dello Stivale, lì dove il mare Adriatico abbraccia lo Ionio.
Da Matera a Ceglie Messapica: 130 km circa
Da Matera, imboccata la SS175, si guida piacevolmente allegri lungo un tracciato ondulato in direzione Montescaglioso, che
vigila dall’alto, con le sue antiche chiese, le distese verdi, coltivate a grano, che lo circondano.
Superata questa località, il percorso prosegue ancora divertente e curvoso, con la strada che si arrampica fino a Ginosa di Puglia, località che accoglie il visitatore tra le mille suggestioni della sua gravina. Un affascinante microcosmo ricoperto di bianco
e di pietra, costantemente in bilico come fosse sull’orlo di un precipizio.
Da Ginosa, il percorso prosegue veloce, senza particolare interesse, sulla SS580 in direzione Laterza, superata la quale, si raggiunge la SS7 Appia da seguire in direzione Castellaneta. Quest’ultima località, raggiungibile con una breve deviazione di 2 Km
dal percorso principale, ospita un curioso museo dedicato a Rodolfo Valentino, che vi nacque nel 6 maggio del 1895.
Se non siete interessati alle vicende del grande divo italiano del cinema muto, alla rotonda proseguite pure seguendo le indicazioni ‘Bari-autostrade’ lungo la SP23 la quale, oltrepassati gli svincoli della A14, giunge, dritta come un fuso, alla Statale
100. Qui, svoltate a sinistra in direzione Bari-Gioia del Colle, dopodiché, percorsa una manciata di chilometri, svoltate decisi a
destra, quando incontrerete la segnaletica per Noci.
La stradina semi-deserta in direzione Noci, delimitata da suggestivi muretti a secco, è senza dubbio uno dei modi migliori per
addentrarsi nella terra dei trulli, tra verdi campagne, prati fioriti e le caratteristiche costruzioni del luogo.
Un’atmosfera intensa e verace, ancora lontana dalle folle di turisti che assediano le celebri località della Valle d’Itria, soprattutto
Alberobello.
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Ed è proprio Alberobello la prima località che si raggiunge una volta superata Noci. Qui il consiglio è di lasciare la moto nei
comodi parcheggi per le due ruote, a ridosso del centro storico, e di andare alla scoperta delle sue pittoresche viuzze.
Alberobello può essere considerata, in un certo senso, la porta d’accesso alla Valle d’Itria, un’ampia depressione carsica sulla
quale sorgono alcune delle più belle località del Meridione e dell’Italia intera, molte delle quali attraversate dal nostro itinerario, come ad esempio Locorotondo, Martina Franca e Ceglie Messapica, mentre Cisternino e Ostuni sono facilmente
raggiungibili attraverso brevissime deviazioni. Ognuno di questi ‘paesi bianchi’ offre al visitatore l’unicità di centri storici estremamente curati, ricchi di arte e di bellezza, in cui perdersi stupiti, tra scorci e suggestioni.
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Raggiunta Ceglie Messapica attraverso la piacevole SP66 da Martina Franca, se l’ora è quella della cena, non perdete l’occasione di sperimentare la cucina del posto, visto che la cittadina è stata insignita del titolo di città d’arte e terra di gastronomia.
Non a caso, da 6 anni si tiene qui il Ceglie Food Festival, evento che ha saputo catturare l’attenzione di visitatori da ogni angolo
di Italia e durante il quale assaggiare il meglio della cucina pugliese.
Nell’apposita sezione in basso, qualche utile dritta su alcune delle migliori ‘tane del gusto’ in città.
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Da Ceglie Messapica a Santa Maria di Leuca: 185 km circa
Il nostro itinerario alla conquista del Tacco dello Stivale prosegue attraverso un rapido trasferimento su strade a scorrimento
veloce che, lambita Brindisi, puntano dritte a Lecce. In questo frangente, si fanno apprezzare le doti da passista del CrossRunner, pronto a macinare chilometri in pieno comfort, a velocità di crociera, fino alla Capitale del barocco pugliese.
La bellezza di Lecce va di pari passo con la sua fama. Passare di qui e non dedicare almeno una giornata alla scoperta dei suoi
tesori sarebbe un errore imperdonabile di cui vi pentireste. Dal castello Carlo V, ai palazzi nobiliari, passando per le meravigliose chiese e i resti archeologici, una full-immersion nella bellezza da godere in tutta calma.
Lasciata Lecce si prende la SP1 in direzione Vermole, per poi svoltare decisi verso il mare all’altezza di Mondugno, seguendo
le indicazioni per San Foca.
La costa rapisce subito lo sguardo con i suoi colori, tra lingue di sabbia e scorci di azzurro che si insinuano tra le rocce.
Lungo la strada litoranea SP366, tra San Foca e Torre dell’Orso, in località Madonna di Roca Vecchia, imperdibile una passeggiata alla grotta della Poesia, piscina naturale di acqua salata considerata tra le 10 più belle al mondo. Dalla primavera in poi,
facile imbattersi in ardimentosi tuffatori locali, che sfidano la gravità per immergersi nelle limpide acque della cavità naturale
(ai più, accessibile anche attraverso comodi scalini intagliati nella roccia).
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La SP366 prosegue verso sud, bordeggiando la pineta a ridosso della costa, fino a raggiungere i suggestivi laghi Alimini,
situati in un’area protetta che ospita numerose specie rare. Pochi chilometri ancora, ed ecco arrivare Otranto, incantevole località del Salento, che si affaccia su un braccio di mare proteso verso le coste dell’Albania e della Grecia.
Una breve visita al centro storico e al Castello - magari approfittando di uno dei tanti localini, per sedersi a bere qualcosa di
fresco da accompagnare ad un’appetitosa puccia ripiena - e via, di nuovo in sella, per affrontare il tratto motociclisticamente
più bello dell’intera tappa.
Da Otranto si puntano le ruote in direzione Santa Cesarea Terme. La strada, dopo un po’, si fa subito curvosa e panoramica,
costantemente sorvegliata dalle ultime onde dell’adriatico alla nostra sinistra. Bellissimi gli scorci di azzurro, in cui si stagliano
le antiche torri di avvistamento lungo la costa.
L’arrivo a Porto Badisco è salutato dal caratteristico fiordo, in cui fermarsi ad assaporare le mille cromie sospese tra cielo, mare
e terra. Se il clima lo consente, via l’abbigliamento tecnico e regalatevi un bel tuffo.
Da Porto Badisco a Santa Cesarea Terme il ritmo di guida aumenta. Il fondo stradale offre ottimo grip e il tracciato si raggomitola in una successione esaltante di curve ad ampio raggio, che si alternano a brevi rettilinei e misto più guidato.
Una danza tribale a cui è impossibile sottrarsi, se non per godere dei meravigliosi paesaggi che si aprono davanti alla visiera
del casco.
Superata Santa Cesarea, località termale dalle caratteristiche costruzioni in stile liberty si prosegue a tutta piega sulla SP358,
circondati da vedute a picco sul mare, fino a raggiungere l’abitato di Castro.
Si prosegue ancora lungo il tacco, bordeggiando il mare e attraversando i piccoli centri salentini lungo la costa, sempre affollati
di vacanzieri nel mese di agosto. Poco prima di raggiungere la nostra prossima meta, il ponte del Ciolo, alcuni cartelli segnalanti strada interrotta tenteranno di scoraggiare la percorrenza della SP358. Ignorateli e proseguite tranquillamente, effettuando un piccolo slalom tra i divisori distanziati appositamente per lasciar passare auto e moto (in pratica, lo scopo è interdire il
passaggio ai soli mezzi pesanti).
Una veduta dal Ponte del Ciolo, col fiordo sottostante, non è cosa adatta a chi soffre di vertigini. Men che meno lo spettacolo
dei tuffatori che (anche qui) talvolta vi sfidano la sorte.
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Mancano pochi chilometri, oramai, alla fine di questo entusiasmante viaggio.
Poche curve, ed ecco il rettilineo che precede il faro di Santa Maria di Leuca.
La punta del tacco, l’estremo sud della Penisola, la torre luminosa, che sorveglia l’incontro tra i due mari, si erge finalmente
davanti alla visiera del casco. Un colpo di gas, e il CrossRunner punta deciso al traguardo.
Ci siamo. Lo sguardo è ora rivolto al mare; i pensieri... agli splendidi chilometri in sella percorsi fin qua.
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Da non perdere...
# una sosta a Ginosa di Puglia, con le sue gravine, il villaggio rupestre e il centro storico, in cui andare alla scoperta di scorci
inconsueti e curiosità, come il museo del barbiere e quello del parrucchiere. A sorvegliare le sorti del borgo, sin dal lontano
anno 1000, il castello normanno voluto da Roberto il Guiscardo per difendere il territorio dalle incursioni saracene
# la bucolica campagna, disseminata di trulli, prima di raggiungere Noci, alla scoperta di un territorio ancora preservato e
lontano dalle folle di turisti
# le ‘città bianche’ della valle d’Itria. Alberobello, con la sua incredibile concentrazione di trulli (e di turisti); Locorotondo
che, a proposito di trulli, ha nel suo territorio quello Marziolla, il più antico, datato 1559. E poi Martina Franca, con i ricchi
palazzi nobiliari, le chiese e il centro storico, mentre Ceglie Messapica, la cui antichissima storia si perde nella notte dei tempi,
incanta all’imbrunire, tra i vicoli e le piazze ricche di candide suggestioni. Una breve deviazione dal nostro percorso, e il tour
può essere completato con la visita delle magnifiche Cisternino e Ostuni.
Tutte località da godere appieno, unite dal bianco delle case ma ognuna differente dall’altra, con la propria storia, il proprio
patrimonio di arte, folklore e tradizioni, da scoprire passeggiando tra le viuzze e le numerose botteghe artigiane. Un angolo
di Puglia che incanta
# una giornata alla scoperta di Lecce. Molti la definiscono la Firenze del sud ma, a dire il vero, a far così sembra di fare un torto ad entrambe. Unica, ricca, sfolgorante nella sua magnificenza, una passeggiata nel centro del capoluogo pugliese è come
sfogliare un manuale di storia dell’arte, dall’età classica ai giorni nostri.
Ma non solo: atmosfera, luce, il calore della gente... tutto contribuisce alla magia di una delle città più belle d’Italia
# la grotta della poesia, nei pressi di Roca Vecchia, considerata tra le 10 piscine naturali di acqua salata più belle al mondo. Un
piccolo monumento naturale, creato dal mare in migliaia di anni di lento e meticoloso lavoro... esattamente quello necessario
a dare vita ad ogni opera d’arte che si rispetti
# i laghi alimini, bacini a ridosso della costa, che formano un habitat naturale unico, in cui è possibile osservare numerose
specie rare di flora e di fauna
# la bellissima Otranto, da scoprire attraversando l’antica Porta Alfonsina, per immergersi nella sua particolare atmosfera. Da
ogni lato, a dominare la scena, è l’imponente bastione a pianta pentagonale irregolare, immortalato nel celebre romanzo di
Horace Walpole ‘Il Castello di Otranto’, il primo romanzo gotico della letteratura mondiale.
Ancora oggi, sopravvive la credenza che lo vuole infestato da un fantasma, che ne agita gli angoli più bui, fino ai suggestivi
sotterranei.
Nei presi del centro urbano, attraverso una facile strada bianca, si può raggiungere un laghetto formatosi in una cava di bauxite, che offre uno scenario sorprendente, dai colori incredibili. Nel caso si decidesse per un’escursione, sarà però opportuno
prestare la massima attenzione, vista la natura ‘accidentata’ del luogo
# lungo la meravigliosa strada costiera tra Otranto e Santa Maria di Leuca, da non perdere il fiordo di Porto Badisco, l’atmosfera di Santa Cesarea, la vista da una delle vecchie torri di avvistamento che sorvegliano la costa, la cittadina di Castro e
il colpo d’occhio dal ponte del Ciolo sull’omonimo fiordo. Raggiunta Leuca, si punta dritti al faro (alto ben 42 metri) col vicino
santuario De Finibus Terrae (ai confini della terra), un piccolo gioiello di arte sacra, dal quale godere di una splendida veduta
sui due mari
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Dove mangiare...
# a Ceglie Messapica, per un pasto allegro e caratteristico, si può provare alla Trattoria Messapica (Piazza Plebiscito 27). Ambiente genuino e cucina tipica dall’ottimo rapporto qualità prezzo (immancabili, il chilometrico antipasto e i primi della tradizione). Se non amate balli e canti caratteristici, non è il locale che fa per voi: l’allegria dei gestori è assolutamente contagiosa.
TEL 0831.388318.
Sempre a Ceglie, si può far visita alla Arrosteria del Borgo Antico (Via G. Mele, 11): carni ottimamente preparate, comprese le
ottime bombette (leggi in basso), da accompagnare con prelibati salumi e formaggi del territorio. Porzioni abbondanti, prezzi
ottimi. TEL 333.1154888
# a pranzo, ma soprattutto a cena, è consuetudine che molte macellerie nei paesi della val d’Itria si trasformino in una sorta
di grill-restaurant, servendo carni e ottima gastronomia locale a prezzi concorrenziali. Da non perdere le celebri ‘bombette’
(involtini di carne di maiale panati, ripieni solitamente di caciocavallo, sale e pepe, più altre millemila varianti).
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# per una tipica puccia ripiena (una focaccia locale) l’indirizzo giusto, a Lecce, è L’ Angolino di Via Matteotti; perfetto per un
pasto veloce mentre si visita la città.
Per tuffarsi, invece, nella più classica tradizione culinaria salentina, La Vecchia Osteria (via Dasummo, 3) è l’ideale per darci
dentro con le tradizionali pittule, la squisita ciceri e tria (una particolare pasta fatta in casa, a forma di spirale, in parte fritta in
parte lessata, servita con i ceci), senza tralasciare le linguine ai ricci e tanti altri ottimi piatti di terra e di mare. Rapporto qualità/
prezzo favorevolissimo. SuperConsigliato! TEL 0832.308057
Dove dormire...
# Immerso tra gli ulivi, nella placida campagna alle porte di Ceglie Messapica (C.Da Sant’anna), il B&B Foresti è la scelta ideale per far base in val d’Itria. Moto al sicuro, ambienti confortevoli, arredati con gusto e semplicità, e la grande accoglienza da
parte dei proprietari, che - abituati alle tipiche esigenze dei motociclisti - sanno mettere immediatamente gli ospiti a proprio
agio. Senza tralasciare il plus offerto dalla bella piscina... un toccasana, dopo una giornata in sella.
Insomma, il classico posto dove si rimane volentieri un giorno più; e dove, probabilmente, si finisce anche col tornare. Tutte le
info su www.bebforesti.it
# a Lecce, si può scegliere di sostare al B&B Antica Lecce (Corte dei Guarini, 1), situato proprio nel cuore del centro storico,
con parcheggio privato al coperto per auto e moto a disposizione degli ospiti. Buoni i prezzi. Per tutte le info www.antica-lecce-bed-breakfast.it
# a 8 km dal Capo di Santa Maria di Leuca, la Biomasseria Santa Lucia rappresenta il punto base ottimale per andare alla
scoperta del tacco dello Stivale, respirando appieno l’atmosfera del Salento. Ottima l’ospitalità riservata ai motociclisti; come
anche la cucina, curata nella preparazione, realizzata con prodotti genuini e ricca di spunti saporiti e interessanti. Per tutte le
info www.biomasseriasantalucia.it
da un estremo all’altro,
da est a ovest, da nord a sud,
oramai ne sono sempre più convinto
... L’ITALIA È IL PAESE PIÙ BELLO DEL MONDO
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IMPRESSIONI FINALI
HONDA
CROSSRUNNER
La fine del viaggio segna anche il momento per tirare le somme sulla moto utilizzata.
Per affrontare al meglio questo itinerario, serviva un mezzo dalle grandi doti di polivalenza, in grado di esprimere grinta sui
tratti più guidati e divertenti ma, allo stesso tempo, sufficientemente gestibile e rassicurante nei passaggi più difficili; oppure
nei casi in cui fosse necessario percorrere agilmente brevi sterrati, come quelli per raggiungere alcuni punti panoramici lungo
il percorso.
Sulla carta, il nostro CrossRunner offriva tutto il necessario per passare la prova a pieni voti: efficacia in ogni condizione, grazie
al tipico comportamento del 4 cilindri Vtec da 782 cm3 (un motore affidabile, regolare, ‘robusto’ e preciso sotto i 6.000 giri,
che esplode di potenza superata questa soglia); orizzonti di utilizzo più ampi rispetto alla sport-touring carenata VFR800F,
grazie al manubrio alto, alla posizione di guida eretta e alle sospensioni con maggiore escursione.
Il nuovo CrossRunner non tradisce le attese, rivelandosi un efficace compagno di viaggio: seduta comoda per pilota e passeggero, ottima ergonomia e perfetta triangolazione sella/manubrio/pedane (con qualche limite, solo guidando in piedi in off-road); comfort e protettività sono garantiti anche in velocità, grazie all’unghia di plexiglas anteriore.
L’elettronica a bordo svolge silenziosamente il suo prezioso compito, fornendo un ottimo supporto al pilota. Durante i primi
2 giorni di ricognizione lungo il percorso, caratterizzati da improvvisi, violenti, acquazzoni, ABS e HSTC (il sofisticato controllo
di trazione, direttamente derivato da quello in uso sul CrossTourer, all’occorrenza disinseribile) hanno fatto la differenza, consentendo veloci spostamenti in tutta sicurezza.
Da un punto di vista dinamico, nulla da eccepire: la moto è agile, piega decisa, va forte senza mai affaticare. L’uscita di curva,
se il livello di giri è quello giusto, viene accompagnata dal sibilo coinvolgente del motore, capace di un allungo poderoso fino
ai 12.000. Insomma, turistica sì, ma senza rinunciare al piacere delle performance. Nei passaggi più angusti e sullo sterrato, il
controllo è totale e il peso non eccessivo rende sempre perfettamente gestibile il mezzo.
Sul fronte dei consumi, guidando a velocità di crociera, e con un pizzico di accortezza, si spuntano ottime medie. Un risultato, quello verificato durante questo lungo viaggio, che sfata in parte un’immeritata fama di mezzo assetato di carburante.
Fama che nasce probabilmente da un malinteso: è chiaro che se il prurito al polso destro prende il sopravvento, e si viaggia
costantemente a ridosso della parte alta del contagiri, i consumi saranno destinati per forza di cose ad aumentare.
Un piccolo appunto? Le valigie laterali offerte da Honda. Buone per capacità di stivaggio e per regolarità dello spazio a disposizione (interamente sfruttabile... insistendo un po’ ci entra anche il casco), risultano un pelo troppo sporgenti. Circostanza
che, unita alla ‘delicatezza’ della verniciatura esterna, offre il fianco, sin troppo facilmente, a qualche graffio indesiderato.
CrossRunner VFR800X è in vendita presso le concessionarie Honda al prezzo di 12.500 € f.c.
Trovate QUI, nel dettaglio, tutte le info su questo modello.
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