Supplemento al n. 1 di TuttoNormel - Gennaio 2019 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Torino - In caso di mancato recapito restituire al mittente c/o cmp-To nord che si impegna a pagare la tassa di restituzione - Direttore responsabile: Vito Carrescia - Editore: TNE s.r.l. - Strada dei Ronchi 29 - 10133 Torino. supplemento Funzionamento dei differenziali I risultati di una ricerca a livello nazionale AL VOSTRO FIANCO PER LA SICUREZZA Perché avvalersi di ELLISSE PROFESSIONALITÀ SERIETÀ ELLISSE è stato il primo organismo ad essere abilitato dal Ministero dello Sviluppo Economico ad effettuare le verifiche degli impianti ai sensi del DPR 462/01. ELLISSE è specializzata nelle verifiche degli impianti di terra, impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche. È inoltre un soggetto abilitato ad effettuare le verifiche delle attrezzature di lavoro di cui al DLgs 81/08, Allegato VII. COMPETENZA ELLISSE rispetta in modo rigoroso i requisiti di indipendenza e le incompatibilità previste dalla normativa vigente e dunque non effettua, né direttamente né tramite società collegate, attività di progettazione, installazione e manutenzione degli impianti e/o attrezzature di lavoro. Ad esempio ELLISSE non esegue le verifiche di manutenzione previste dalle norme CEI né dal DLgs 81/08, non predispone documenti di valutazione del rischio di fulminazione, documenti di classificazione delle zone con pericolo di esplosione, ecc. GARANZIA ELLISSE: • ha uno staff tecnico con un’esperienza pluriennale nell’attività di verifica ed un ruolo di primaria importanza in ambito normativo; • dispone di notevoli competenze, a livello di direzione tecnica, in materia di responsabilità connesse alla sicurezza nei luoghi di lavoro; • in conformità alla norma CEI EN 17020 aggiorna costantemente i propri verificatori sull’evoluzione normativa tecnica e di legge. La serietà e la competenza di ELLISSE rappresentano una garanzia per le aziende verificate, che sanno di affidarsi ad un Organismo affidabile, che: • esegue la verifica a regola d’arte; • garantisce assistenza tecnica in relazione ai risultati dell’ispezione in caso di contestazioni da parte degli organi di controllo; • consente il puntuale rispetto degli obblighi di legge in relazione alle verifiche; • gestisce lo scadenziario delle verifiche periodiche per conto del datore di lavoro. www.ellisse.org Supplemento al n. 1 di TuttoNormel - Gennaio 2019 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Torino - In caso di mancato recapito restituire al mittente c/o cmp-To nord che si impegna a pagare la tassa di restituzione - Direttore responsabile: Vito Carrescia - Editore: TNE s.r.l. - Strada dei Ronchi 29 - 10133 Torino. DIRETTORE Prof. Vito Carrescia COMITATO FUNZIONAMENTO DEI DIFFERENZIALI DI REDAZIONE Prof. G. Cantarella, Prof. V. Cataliotti, Ing. M. D’Addato, Ing. F. D’Arcangelo, Prof. M. Delfanti, Prof. F. Gagliardi, Ing. G. Lo Piparo, Ing. G. Montanino, Avv. A. Oddo, Per. Ind. U. Paroni, Ing. M. Rho, Per. Ind. G. Saputi, Ing. V. Scarioni, Per. Ind. M. Silingardi, Ing. C. Turconi, Ing. G. Zappa Editore TNE srl - Strada dei Ronchi, 29 10133 Torino Redazione TuttoNormel - Strada dei Ronchi, 29 10133 Torino tel. 011 661.12.12 r.a. fax 011 661.81.05 r.a. [email protected] www.tne.it Servizio abbonati tel. 011 661.12.12 r.a. fax 011 661.81.05 r.a. 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Tale ricerca ha costituito per lungo tempo un’iniziativa unica a livello mondiale, a causa delle difficoltà che l’effettuazione di un’indagine del genere comporta. Dopo venticinque anni, la società ELLISSE, il primo organismo abilitato dal Ministero dello sviluppo econo- mico ad effettuare le verifiche degli impianti ai sensi del DPR 462/01, ha promosso una nuova indagine a livello nazionale sugli interruttori differenziali. TuttoNormel è lieta di pubblicare i risultati di tale ricerca, svolta su oltre 23.000 interruttori differenziali installati nei luoghi di lavoro, i quali costituiscono un contributo alla conoscenza su un tema fondamentale per la sicurezza elettrica. La diffusione di tali risultati tra gli operatori del settore elettrico può costituire uno stimolo per migliorare l’installazione e favorire il regolare controllo degli interruttori differenziali negli impianti elettrici e dunque la sicurezza delle persone. Prof. Vito Carrescia 1 Supplemento gennaio 2019 1. Introduzione Gli interruttori differenziali hanno aumentato in modo decisivo la sicurezza degli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione. Nei sistemi TT non è possibile conseguire la sicurezza contro i contatti indiretti senza interruttore differenziale, salvo situazioni particolari; il solo impianto di terra garantisce la sicurezza in pochi casi fortuiti. In altri termini, se l’interruttore differenziale non funziona, in caso di guasto a terra tutte le masse assumono una tensione in genere prossima a quella di fase, con grave pericolo per le persone. La misura della resistenza di terra è necessaria per stabilire il coordinamento con la corrente differenziale nominale di intervento Idn, tuttavia una resistenza di terra di decine o centinaia di ohm è in genere sufmciente. Ridurre ulteriormente la resistenza di terra non migliora di molto la sicurezza. L’attenzione del verimcatore deve quindi spostarsi dal valore della resistenza di terra all’efmcienza dell’interruttore differenziale. Nei sistemi TN gli interruttori differenziali non sono indispensabili, poiché il guasto franco a terra corrisponde ad un cortocircuito monofase a terra e si possono utilizzare i dispositivi di sovracorrente per interrompere l’alimentazione. Ciò nonostante, viene fatto largo uso di interruttori differenziali anche nei sistemi TN, spesso per evitare di controllare che il tempo di intervento delle protezioni di sovracorrente per un guasto franco a terra sia compatibile con la protezione del corpo umano (Uo/Zs ö Ia). L’efmcienza degli interruttori differenziali è dunque importante anche nei sistemi TN. 1 Nei confronti dei contatti diretti, una volta attuate le misure di protezione passive (isolamento, barriere, ostacoli), l’unico dispositivo di protezione “attivo”, cioè che può aprire il circuito in caso di imprudenza dell’utente o di fallimento delle protezioni passive, è l’interruttore differenziale con Idn õ 30 mA, il quale è imposto dalla norma CEI 64-8 come protezione supplementare contro i contatti diretti nelle situazioni di maggiore pericolo elettrico, TNE 9/13, pag. 18. Tale protezione supplementare scompare se l’interruttore differenziale non interviene. Inmne, l’interruttore differenziale (Idn õ 300 mA) è l’unico dispositivo sensibile alle correnti di guasto a terra, le quali possono innescare un incendio, mentre se modeste non sono interrotte dai dispositivi contro le sovracorrenti. In demnitiva, gli interruttori differenziali costituiscono la chiave di volta della sicurezza elettrica negli impianti utilizzatori di bassa tensione, mg. 1. Se in un arco cede la chiave di volta crolla l’intero arco; così se non funziona l’interruttore differenziale viene meno la sicurezza elettrica. E gli interruttori differenziali hanno un elevato tasso di guasto; non per niente devono essere dotati di un tasto di prova, che la norma impone di azionare periodicamente; inoltre devono essere provati con un apposito strumento con la corrente Idn. Donde l’importanza di valutare l’efmcienza degli interruttori differenziali. 1 Purtroppo, gli interruttori differenziali sono spesso incompatibili con le correnti di dispersione di apparecchiature e macchine industriali e intervengono, specie alla loro inserzione a causa di mltri verso terra. Sicché tali interruttori differenziali vengono cortocircuitati e così viene meno ogni sicurezza contro i contatti indiretti. 2 Supplemento gennaio 2019 Chiave di volta Fig. 1 - L’interruttore differenziale è la chiave di volta della sicurezza negli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione. 2. La raccolta dati La raccolta dei dati si è svolta nei primi cinque mesi dell’anno 2017; hanno partecipato 67 verimcatori ELLISSE, Allegato 1, ai quali va un caloroso ringraziamento perché senza la loro collaborazione per la raccolta dei dati relativi agli interruttori differenziali, alla loro modalità di installazione e alle condizioni ambientali, la ricerca non sarebbe stata possibile. I luoghi dove provare gli interruttori differenziali sono stati scelti in modo da essere per quanto possibile diversi tra loro per tipo di attività lavorativa, per condizioni di installazione e ambientali. Le prove in campo sono state effettuate con strumenti di misura di differenti costruttori, regolarmente tarati e certimcati. 3. La composizione del campione Sono stati sottoposti a indagine 23.075 interruttori differenziali modulari (in breve “differenziali”) installati nei luoghi di lavoro. Sono stati raccolti ventuno dati per ogni differenziale, tabella A e tabella B. Al termine dell’indagine, sono stati raccolti in campo, inseriti a terminale ed elaborati circa mezzo milione di dati, mg. 2. Per campione si vuole qui intendere l’insieme degli interruttori differenziali provati nell’indagine, senza alcun riferimento al “campione preformato” delle tipiche indagini statistiche su un numero ridotto di elementi rappresentativo della realtà. In considerazione del grande numero di interruttori differenziali, si può comunque assumere che il campione sia sufmcientemente rappresentativo degli interruttori differenziali installati nei luoghi di lavoro del nostro Paese. Tuttavia, si tratta di casi in cui il datore di lavoro ha afmdato ad ELLISSE la verimca periodica 3 Supplemento gennaio 2019 Tabella A - Dati acquisiti per ogni differenziale. Tabella B - Dati generali e del quadro dove è installato il differenziale. Dati dell’interruttore differenziale Numero di poli Dati generali Data della veriÀca Corrente nominale In Provincia di installazione Corrente differenziale nominale di intervento Idn Anno di installazione Tipo di attività svolta nel luogo di lavoro Impianto soggetto a regolare manutenzione Presenza degli sganciatori di sovracorrente Dati relativi al quadro Intervento con la corrrente Idn Presenza atmosfera salina/corrosiva Tempo di intervento a Idn Presenza di polveri Azionamento del tasto di prova ogni sei mesi Ambiente umido Funzionamento con il tasto di prova Installazione al chiuso o all’aperto Selettività con il differenziale a monte Esposizione alla pioggia/spruzzi Richiusura a Àne prova del differenziale Grado di protezione IP 21 dati Dati raccolti tramite scheda Elaborati ~ 500.000 dati Fig. 2 - Quantità di dati raccolti ed elaborati ai fini della ricerca. dell’impianto di terra ai sensi del DPR 462/01 e dunque il campione è forse polarizzato verso i luoghi dove la sicurezza è più curata. La mg. 3 mostra il numero di interruttori differenziali provati, ai mni della ricerca, per ogni mese. 3.1 Composizione geograÀca del campione Le prove sono state effettuate in 76 province d’Italia con una densità prevalente nel Nord Italia, dove il tessuto produttivo (luoghi di lavoro) è maggiormente sviluppato, mg. 4. 4 Supplemento gennaio 2019 NUMERO DI DIFFERENZIALI VERIFICATI OGNI MESE 5890 4875 4426 3796 gen-17 feb-17 mar-17 apr-17 4088 mag-17 Fig. 3 - Numero di differenziali verificati, ai fini della ricerca, per ogni mese. COMPOSIZIONE GEOGRAFICA DEL CAMPIONE Percentuale Bassa Alta Fig. 4 - Composizione del campione in relazione alla regione. 3.2 Composizione del campione per tipo di attività Le prove sono state effettuate in diversi tipi di attività lavorativa, mg. 5. Il campione comprende pochi cantieri edili, perché le verimche di cui al DPR 462/01 sono svolte solo nei cantieri di durata maggiore di due anni e dove la sensibilità alla sicurezza è maggiore. 5 Supplemento gennaio 2019 COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE - TIPO DI ATTIVITÀ 45,5% Terziario (alberghi, uffici, artigiani, supermercati, ecc.) 34,8% Ambiente industriale 8,1% Altro 7,6% Locale medico 1,6% 2,4% Cantiere - campeggio porto - darsena - cava Ambienti agricoli Fig. 5 - Composizione del campione secondo il tipo di attività. Anche il settore agricolo è poco rappresentato (2,4%), a causa della diffusa presenza di aziende familiari, le quali non sono soggette all’obbligo di verimca di cui al DPR 462/01, e forse anche per una scarsa attenzione da parte del settore alla sicurezza degli impianti elettrici. 3.3 Composizione del campione per ubicazione degli interruttori differenziali Gli interruttori differenziali provati erano installati soprattutto in quadri al chiuso (97%) e solo in minima parte all’aperto (3%), mg. 6. Questo risente del piccolo numero (< 1,6%) di cantieri, campeggi, darsene, ecc., verimcati, mg. 5. 3.4 Composizione del campione per tipo di interruttori differenziali Gli interruttori differenziali provati sono stati distinti in relazione a: • numero di poli (2P o 3P/4P); • presenza degli sganciatori di sovracorrente; • anno di installazione; • corrente differenziale nominale Idn; • corrente nominale In. Numero di poli e presenza degli sganciatori di sovracorrente Gli interruttori differenziali modulari possono essere dotati di sganciatori di sovracorrente (CEI EN 6 Supplemento gennaio 2019 COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE - UBICAZIONE 97% Interruttori al chiuso 3% Interruttori all’aperto Fig. 6 - Composizione del campione in relazione all’ubicazione degli interruttori differenziali. COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE - SGANCIATORI DI SOVRACORRENTE E NUMERO DI POLI 2P 3P/4P 2P 3P/4P 91,5% 8,5% interruttori CON sganciatori di sovracorrente interruttori SENZA sganciatori di sovracorrente Fig. 7 - Composizione del campione secondo la presenza di sganciatori di sovracorrente e il numero di poli. 61009-1) o esserne privi (CEI EN 61008-1). Nel secondo caso, si parla comunemente di interruttori differenziali puri. 2 Il campione è costituito in gran parte da interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente (91,5%) e con prevalenza di interruttori bipolari, mg. 7. 3 2 3 Gli acronimi utilizzati dalle norme sono: - RCBO, residual current operated circuit-breaker with integral overcurrent protection (differenziale con sganciatori di sovracorrente); - RCCB, residual current operated circuit-breaker without integral overcurrent protection (differenziale puro). Gli interruttori bipolari sono il 54,3% degli interruttori con sganciatori di sovracorrente e il 59,8% di quelli senza sganciatori di sovracorrente. 7 Supplemento gennaio 2019 COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE - ANNO DI INSTALLAZIONE 41,9% Tra il 2000 e il 2010 30,7% Tra il 1990 e il 2000 5,8% Ante 1990 1,3% 20,3% Dopo il 2010 Non noto Fig. 8 - Composizione del campione secondo l’anno di installazione. Anno di installazione Stabilire l’anno di installazione dei componenti di un impianto elettrico è spesso difmcile. Per gli interruttori si aggiunge la complicazione che molte volte sono stati installati in un anno diverso da quello del quadro, perché sostituiti successivamente. La mancanza di un’adeguata documentazione aggiornata sull’impianto, complica la situazione. Ai mni della ricerca, si è perciò preferito fare riferimento al periodo di installazione, come segue: • ante 1990; • tra il 1990 e il 2000; • tra il 2000 e il 2010; • dopo il 2010. La composizione del campione, mg. 8, mette in evidenza che nei luoghi di lavoro (oggetto delle verimche ELLISSE) gli impianti ante 1990 sono una minoranza (5,8%). Corrente differenziale nominale di intervento Idn Un interruttore differenziale modulare può avere una corrente nominale differenziale di intervento (Idn) di 10 mA, 30 mA, 100 mA, 300 mA, 500 mA, 1 A. Il campione è costituito per la maggior parte di interruttori differenziali con Idn = 30 mA (77,1%) e Idn = 300 mA (18,7%), mg. 9. Gli interruttori differenziali di corrente Idn = 10 mA e Idn = 100 mA sono poco diffusi (rispettivamente 0,3% e 0,1%, mg. 9), sicché nella successiva mg. 10 non compaiono, poiché la loro distribuzione per anno di installazione sarebbe poco signimcativa. 4 4 Per lo stesso motivo, i differenziali da 10 mA e 100 mA non sono riportati nelle mg. 20 e mg. 33. 8 Supplemento gennaio 2019 COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE - CORRENTE Idn 77,1% 30 mA 0,3% 10 mA 0,1% 18,7% 100 mA 300 mA 2,9% 500 mA 0,9% 1A Fig. 9 - Composizione del campione secondo la corrente differenziale nominale di intervento Idn. COMPOSIZIONE DEL CAMPIONE - CORRENTE Idn E ANNO DI INSTALLAZIONE 85% 79,7% 76% Ante 1990 77% 69,7% Tra il 1990 e il 2000 Tra il 2000 e il 2010 Dopo il 2010 Non noto 24,7% 19% 17,6%19,1% 11,6% 30 mA 300 mA 3,3% 3,9% 1,9% 3,3% 3,1% 2,3% 1,1% 0,8% 0,6% 0,3% 500 mA 1A Fig. 10 - Composizione del campione in relazione alla corrente Idn e all’anno di installazione. La composizione del campione in relazione all’anno di installazione e alla corrente Idn, è riportata in mg. 10, da cui emerge che la distribuzione degli interruttori differenziali in relazione alla corrente Idn non cambia signimcativamente con l’anno di installazione. 9 Supplemento gennaio 2019 Tabella C - Distribuzione degli interruttori differenziali di una data corrente Idn in relazione alla corrente nominale In. In Idn 6A 10 A 16 A 20 A 25 A 32 A 40 A 50 A 63 A 80 A 100 A 125 A 30 mA 2,2% 26,6% 38,6% 4,6% 12,8% 8,2% 3,5% 0,8% 2,2% 0,1% 0,2% 0,2% 300 mA 1,8% 12,9% 18,8% 5,9% 15,9% 16,3% 8,3% 3,4% 10,7% 1,5% 2,2% 2,3% 500 mA 1,2% 14,3% 15,5% 4,4% 11,3% 12,0% 13,3% 4,4% 16,4% 3,5% 2,5% 1,2% 1A 0,0% 2,6% 1,7% 0,0% 4,3% 6,9% 12,1% 6,9% 31,0% 4,3% 14,7% 15,5% Totale 2,1% 23,7% 34,3% 4,8% 13,2% 9,7% 4,7% 1,4% 4,3% 0,4% 0,7% 0,7% Corrente nominale In La tabella C mostra la distribuzione degli interruttori differenziali in base alla loro corrente nominale In, per i diversi valori della corrente differenziale nominale di intervento Idn (esclusi 10 mA e 100 mA). L’ultima riga della tabella indica la distribuzione degli interruttori differenziali in relazione alla sola corrente nominale In. Il campione è costituito per la maggior parte da interruttori differenziali con In = 16 A (34,3%) seguiti da quelli con In = 10 A (23,7%), In = 25 A (13,2%) e In = 32 A (9,7%), tabella C. 4. Modalità di prova Secondo la norma CEI 64-8, art. 61.3.6: “L’efmcienza della interruzione automatica della alimentazione mediante dispositivi di protezione a corrente differenziale deve essere verimcata generando una corrente differenziale di valore non superiore a Idn mediante l’uso di adatte apparecchiature di prova senza misurare il tempo di intervento”. Per effettuare la prova è stata iniettata la corrente Idn (sinusoidale a 50 Hz) e si è registrato l’eventuale intervento dell’interruttore differenziale, insieme al tempo di intervento, ancorché non richiesto dalla norma. Non si è tenuto conto del comportamento dei vari tipi di interruttori differenziali (AC, A, B, F), nei confronti delle correnti verso terra unidirezionali, continue o multifrequenza. Dopotutto, si tratta di un aspetto secondario della sicurezza elettrica, poiché le correnti verso terra non sinusoidali si stabiliscono soltanto se il guasto a terra è a valle di un elemento non lineare e dunque costituiscono un sottoinsieme delle correnti verso terra. Peraltro, tutti gli interruttori differenziali devono comunque intervenire con la corrente Idn sinusoidale a 50 Hz. La corrente di prova è stata applicata istantaneamente (con la funzione a gradino dello strumento) e non gradualmente (funzione a rampa). Quest’ultima modalità di prova è più severa, ma poco frequente nella realtà (guasto a terra progressivo). 5 5 La verimca è stata condotta unicamente con l’immissione della corrente di prova a 0° e non anche con la polarità invertita a 180°, perché l’eventuale ritardo (10 ms circa) dovuto alla polarizzazione del relè differenziale non era oggetto di indagine. 10 Supplemento gennaio 2019 Solo dopo aver effettuato la prova strumentale, il verimcatore azionava il tasto di prova per accertarne l’efmcienza. In questo modo, il comportamento dell’interruttore differenziale con la corrente di prova pari a Idn non è stato innuenzato dal precedente intervento dell’interruttore a seguito dell’azionamento del tasto di prova. Difatti, l’azionamento del tasto di prova provoca una corrente differenziale mno a 2,5 Idn sicché favorisce l’eventuale scollamento dei contatti del relè differenziale. 6 Al termine delle prove (strumentale e tramite tasto di prova), veniva controllata la corretta richiusura meccanica dell’interruttore. Inmne, il verimcatore riscontrava a vista, in base ai dati di targa degli interruttori, l’eventuale selettività (totale, parziale, assente) dell’interruttore provato nei confronti dell’interruttore differenziale a monte. 7 5. Quando un interruttore differenziale è guasto Se un interruttore differenziale non interviene con la corrente Idn è sicuramente guasto. Potrebbe essere ritenuto “guasto” anche un interruttore differenziale che interviene in un tempo eccessivo, in relazione a quello: a) stabilito dalla norma di prodotto, oppure b) richiesto dalla norma impianti ai mni della protezione delle persone. Il criterio a) è molto severo, perché i limiti di tempo stabiliti per un interruttore nuovo verrebbero applicati ad un interruttore già in esercizio anche da molti anni. Secondo le norme di prodotto in vigore, un interruttore differenziale (non ritardato) deve rispettare i seguenti tempi di intervento: 8 • corrente verso terra pari a Idn: entro 300 ms; • corrente verso terra pari a 2 Idn: entro 150 ms; • corrente verso terra pari a 5 Idn: entro 40 ms. L’approccio b) è complesso, perché il giudizio dipende dalla funzione svolta dall’interruttore, come di seguito indicato. Nei confronti di un contatto indiretto, bisogna distinguere i sistemi TT dai sistemi TN. 6 7 8 Il valore effettivo della corrente provocata dall’azionamento del tasto di prova ammessa dalla norma cambia con il valore di Idn dell’interruttore differenziale e con l’edizione della norma di prodotto a cui l’interruttore è conforme. La selettività è totale solo se il differenziale a monte è di tipo S (ritardato) ed ha una Idn tre volte maggiore della Idn del differenziale a valle. La selettività è parziale se il differenziale a monte non è di tipo S, ma ha una Idn maggiore della Idn del differenziale a valle. Negli altri casi, la selettività è assente. Norme CEI EN 61009-1 e CEI EN 61008-1 relative agli interruttori differenziali per impianti domestici e similari, rispettivamente con e senza sganciatori di sovracorrente. 11 Supplemento gennaio 2019 t (ms) t (ms) Curva di sicurezza corrente-tempo 10000 10000 5000 5000 2000 2000 1000 Curva di sicurezza tensione-tempo 500 1000 500 200 200 100 100 Differenziale (non ritardato) 50 50 20 Caratteristica di intervento di un differenziale Idn = 30 mA 20 10 10 20 50 100 200 500 1000 U (V) Fig. 11 - Confronto tra la curva di sicurezza tensione - tempo in condizioni ordinarie e le tensioni totali in un sistema TT protetto con interruttori differenziali. 2 5 10 20 50 100 200 500 I (mA) Fig. 12 - Confronto tra la curva di sicurezza corrente - tempo e la caratteristica d’intervento di un interruttore differenziale Idn = 30 mA. La norma CEI 64-8 non impone un tempo di intervento per i sistemi TT, poiché i tempi stabiliti dalle norme relative agli interruttori differenziali soddisfano con ampio margine la curva di sicurezza tensione/tempo, mg. 11. 9 In un sistema TN, in caso di un guasto franco a terra, la norma CEI 64-8 richiede l’interruzione dell’alimentazione entro: • 5 s per i circuiti di distribuzione e per i circuiti terminali protetti da dispositivi contro le sovracorrenti con corrente nominale, o regolata, In > 32 A; • 400 ms per gli altri circuiti terminali (tensione nominale 230/400 V, condizioni ordinarie). In un sistema TN, la corrente di guasto franco a terra supera largamente 5 Idn salvo casi eccezionali. Alla corrente 5 Idn corrisponde un tempo di intervento massimo secondo la norma di prodotto di 40 ms, quindi con un ampio margine rispetto ai tempi suindicati. In entrambi i casi (sistemi TT e TN), la situazione più pericolosa si ha ovviamente quando l’interruttore differenziale non interviene, perché il guasto può permanere nel tempo, salvo l’occasionale intervento dei dispositivi di sovracorrente nei sistemi TT, più probabile nei sistemi TN. Inoltre, nel sistema TT tutte le masse collegate allo stesso impianto di terra dell’apparecchio guasto assumono una tensione prossima alla tensione di fase. 9 In mg. 11 la curva di sicurezza si riferisce alle tensioni di contatto, mentre le tensioni assunte dalle masse nel sistema TT protetto dal differenziale sono tensioni totali di terra (resistenza di terra per la corrente verso terra), quindi il margine di sicurezza è ancora più ampio, Fondamenti di sicurezza elettrica, Edizioni TNE, mg. 6.11. 12 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO DEGLI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI 96,7% Interviene a Idn 3,3% NON interviene a Idn Fig. 13 - Interruttori differenziali che intervengono con la corrente Idn. Nei sistemi TN, invece, una tensione in genere di poco superiore alla metà di quella di fase è assunta dalla massa dell’apparecchio guasto; inoltre, solo una parte degli apparecchi assumono una tensione minore o uguale. 10 Nel complesso, un interruttore differenziale difettoso è più pericoloso in un sistema TT che in un sistema TN. Se il differenziale svolge la funzione addizionale di protezione contro i contatti diretti (Idn õ 30 mA) la caratteristica d’intervento dell’interruttore differenziale va confrontata con la curva di sicurezza corrente-tempo, mg. 12. Anche in questo caso, i margini di sicurezza sono ampi: alla corrente di 30 mA corrisponde un tempo di sopportabilità di circa 2 s (invece di 300 ms) e per correnti superiori a 5 Idn = 150 mA sono accettabili tempi intorno a 200 ms (anziché 40 ms). 11 Stante quanto sopra, si può prescindere dal tempo di intervento e ritenere guasto un differenziale soltanto se non interviene con la corrente Idn. 6. Il tasso di guasto La mg. 13 mostra la percentuale di differenziali che intervengono, e di quelli che non intervengono, con una corrente verso terra pari a Idn. Il tasso di guasto (percentuale di differenziali guasti) è del 3,3%. 12 10 11 12 Fondamenti di sicurezza elettrica, Edizioni TNE, mg. 7.7 e mg. 7.8. La corrente attraverso il corpo umano difmcilmente supera 230 V/1000 1 = 230 mA. Da non confondere il tasso di guasto, qui inteso come percentuale di oggetti guasti, con il tasso di guasto demnito ai mni dell’afmdabilità (funzione del tempo di esposizione al rischio). Quest’ultimo è il rapporto tra il numero di oggetti che si guastano nell’unità di tempo e il numero di oggetti sopravvissuti (non affetti dal guasto considerato), Fondamenti di sicurezza elettrica, Edizioni TNE, pag. 42. 13 Supplemento gennaio 2019 Nella precedente indagine svolta dal Dipartimento di ingegneria elettrica del Politecnico di Torino (Polito) nel 1990-1992, il tasso di guasto (ambienti non residenziali) era del 7,6%. 13 I due dati non sono però direttamente confrontabili, per i motivi di seguito illustrati. Nel campione Polito i differenziali all’aperto erano circa il 13,5% (TNE 11/93, tab. 2.C), mentre nel campione ELLISSE i differenziali all’aperto sono soltanto il 3%, mg. 6. E il tasso di guasto cambia dagli uni agli altri. Il confronto va quindi fatto con il tasso di guasto dei differenziali al chiuso della ricerca Polito, pari al 7%, TNE 11/93, mg. 7. 14 Inoltre, nella ricerca Polito i differenziali erano sottoposti a quattro prove con la corrente Idn ed a una prova con la corrente 5 Idn. 15 Era ritenuto difettoso un interruttore differenziale che non apriva in una delle cinque prove, oppure che apriva in un tempo superiore a quello previsto dalla norma di prodotto. 16 I differenziali che non intervenivano alla prima prova a Idn erano il 77% del totale degli interruttori difettosi, TNE 11/93, tab. 12.A. 17 Il tasso di guasto della ricerca Polito da confrontare con il tasso di guasto della ricerca ELLISSE è dunque 0,77 x 7% = 5,4%. La ricerca Polito si riferiva, inmne, a differenziali installati prima del 1991, TNE 11/93, mg. 5, mentre nella ricerca ELLISSE soltanto il 5,8% dei differenziali sono installati prima del 1990, mg. 8. La mg. 14 mostra il tasso di guasto secondo la ricerca ELLISSE in relazione all’anno di installazione dei differenziali. La mg. 15 mette a confronto il tasso di guasto, in relazione all’anno di installazione, nella ricerca ELLISSE con quello della ricerca Polito (Appendice, mg. 15) moltiplicato per 0,77 per renderlo confrontabile con i risultati della ricerca ELLISSE. 13 14 15 16 17 La ricerca Polito fu coordinata da G. Cantarella, V. Carrescia, R. Tommasini e fu possibile grazie alla collaborazione degli ispettori di 25 ASL e dell’ISPESL, TNE 11/93. La diversità del campione trova una sua giustimcazione. I tecnici ASL/ISPESL potevano accedere liberamente in tutti i luoghi di lavoro, mentre i tecnici ELLISSE hanno accesso solo nei luoghi dove il datore di lavoro richiede le verimche di cui al DPR 462/01. Le mgure di TNE 11/93 citate nel testo sono riportate nell’appendice in fondo a questo fascicolo, con il numero originale della mgura. Uno degli scopi della ricerca Polito era lo studio del fenomeno di incollamento dei contatti del relè differenziale, attraverso la misura della corrente minima di intervento e del tempo di intervento relativo a più prove successive. I tempi di intervento prescritti dalle norme negli anni ‘90 erano diversi dagli attuali: Idn 2 Idn 5 Idn 30 mA 0,5 s 0,2 s 0,04 s > 30 mA 2s 0,2 s 0,04 s Gli altri interruttori erano difettosi per il tempo di intervento superiore a quello previsto dalle norme di prodotto: il 3% degli interruttori difettosi con la corrente Idn e il 9,9% degli interruttori difettosi con la corrente 5 Idn, TNE 11/93, tab. 12.A. 14 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - ANNO DI INSTALLAZIONE 6,3% 3,7% 3,2% 2,0% Ante ‘90 1990-2000 2000-2010 Dopo 2010 Fig. 14 - Andamento del tasso di guasto in relazione all’anno di installazione degli interruttori differenziali. Tasso di guasto Ricerca Polito 11,2% 11,5% Ricerca ELLISSE 7,9% 6,3% 3,6% < 1976 1976-1980 1981-1985 1986-1991 ~ 3,3% Data di installazione Fig. 15 - Tasso di guasto in relazione alla data di installazione degli interruttori differenziali secondo la ricerca Polito e la ricerca ELLISSE. Nel seguito si è cercato di stabilire eventuali innuenze sul tasso di guasto degli interruttori differenziali in relazione alle seguenti variabili: • azionamento periodico del tasto di prova; • presenza degli sganciatori di sovracorrente; • numero di poli dell’interruttore differenziale; • corrente nominale dell’interruttore differenziale In; • corrente differenziale nominale di intervento Idn; • attività lavorativa dove l’interruttore differenziale è installato; • presenza di atmosfera salina/corrosiva; • presenza di polveri; • grado di protezione IP del quadro in presenza di polveri; • presenza contemporanea di atmosfera salina/corrosiva e di polveri; • ubicazione dell’interruttore differenziale al chiuso o all’aperto; • condizioni ambientali migliori e peggiori. 15 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - AZIONAMENTO DEL TASTO DI PROVA OGNI SEI MESI 3,84% 2,05% Tasto di prova NON azionato ogni 6 mesi Tasto di prova azionato ogni 6 mesi Fig. 16 - Influenza sul tasso di guasto dell’azionamento del tasto di prova ogni sei mesi. TASSO DI GUASTO - SGANCIATORI DI SOVRACORRENTE 3,82% 3,27% SENZA sganciatori di sovracorrente (differenziali puri) CON sganciatori di sovracorrente Fig. 17 - Influenza sul tasto di guasto della presenza degli sganciatori di sovracorrente. Azionamento periodico del tasto di prova Il tasso di guasto degli interruttori differenziali che non vengono provati ogni sei mesi è circa il doppio degli interruttori differenziali che sono provati ogni sei mesi, mg. 16. Ciò perché aumenta la probabilità che si incollino i contatti del relè differenziale, inoltre non vengono sostituiti gli interruttori che si sono rivelati difettosi a seguito dell’azionamento del tasto di prova. Presenza degli sganciatori di sovracorrente Non risulta una differenza signimcativa tra il tasso di guasto degli interruttori differenziali con e senza sganciatori di sovracorrente, mg. 17. Numero di poli dell’interruttore Gli interruttori differenziali tripolari/quadripolari hanno un tasso di guasto (4,1%) maggiore di quello degli interruttori bipolari (2,7%), mg. 18. 16 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - NUMERO DI POLI 4,1% 2,7% Tripolari o quadripolari Bipolari Fig. 18 - Influenza sul tasso di guasto del numero di poli dell’interruttore differenziale. TASSO DI GUASTO - CORRENTE In 6,5% 6,2% 5,4% 5,1% 4,5% 4,6% 3,9% 3,8% 2,3% 6A 2,7% 10 A 4,6% 2,4% 16 A 20 A 25 A 32 A 40 A 50 A 63 A 80 A 100 A 125 A Fig. 19 - Influenza sul tasso di guasto della corrente nominale dell’interruttore differenziale. Corrente nominale In L’andamento del tasso di guasto con la corrente nominale In dell’interruttore differenziale è grosso modo crescente, mg. 19. L’aumento del tasso di guasto con il numero di poli dell’interruttore differenziale e con la sua corrente nominale è verosimilmente dovuto ai motivi indicati a pag. 27. Corrente differenziale nominale di intervento Idn Il tasso di guasto aumenta con la corrente differenziale nominale di intervento Idn, mg. 20. 17 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - CORRENTE Idn 6,6% 5,8% 4,2% 3,0% 30 mA 300 mA 500 mA 1A Fig. 20 - Andamento del tasso di guasto con la corrente differenziale nominale di intervento Idn. TASSO DI GUASTO - TIPO DI ATTIVITÀ LAVORATIVA 6,5% 6,6% 5,6% 3,5% 2,5% 2,6% Locale medico Terziario (alberghi, uffici, artigiani) Ambiente industriale Cantiere, campeggio, porto, darsena Ambienti agricoli Altro Fig. 21 - Influenza sul tasso di guasto del tipo di attività lavorativa dove l’interruttore è installato. Le correnti In e Idn non sono completamente indipendenti, perché spesso con la corrente In aumenta anche la corrente Idn. Ciò può spiegare il motivo per cui il tasso di guasto ha un andamento analogo all’aumentare di In e Idn. Attività lavorativa dove l’interruttore differenziale è installato Il tasso di guasto dei differenziali varia con l’attività lavorativa svolta nel luogo di installazione. In particolare, il tasso di guasto è maggiore nei cantieri, campeggi e luoghi similari (6,5%) e negli ambienti agricoli (6,6%), mg. 21. Anche se il numero di differenziali provati in tali luoghi, mg. 5, è ridotto e dunque il dato è poco attendibile, verosimilmente l’aumento del tasso di guasto in questi luoghi è causato dalle peggiori condizioni ambientali e dal ridotto numero di azionamenti del tasto di prova ogni sei mesi. 18 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - ATMOSFERA SALINA/CORROSIVA 6,3% 3% Assenza di atmosfera salina/corrosiva Presenza di atmosfera salina/corrosiva Fig. 22 - Influenza sul tasso di guasto dell’esposizione all’atmosfera salina/corrosiva. TASSO DI GUASTO - POLVERI 5,6% 2,8% Assenza di polveri Presenza di polveri Fig. 23 - Influenza sul tasso di guasto della presenza di polveri. Presenza di atmosfera salina/corrosiva Il tasso di guasto raddoppia in presenza di atmosfera salina/corrosiva, mg. 22. Presenza di polveri Il tasso di guasto passa da 2,8% in assenza di polveri a 5,6% in presenza di polveri, mg. 23. Presenza contemporanea di polveri e di atmosfera salina/corrosiva Se nell’ambiente, sono presenti la polvere e l’atmosfera salina/corrosiva, la situazione peggiora ulteriormente: il tasso di guasto passa dal 5,6% al 9,6%, mg. 24. L’innuenza dell’atmosfera salina/corrosiva e delle polveri sul tasso di guasto trova conferma, fatte le debite proporzioni, sulla ricerca Polito, TNE 11/93, mgg. 10 - 11. Grado di protezione IP del quadro in presenza di polveri In presenza di polveri, se il grado di protezione IP del quadro dove sono installati gli interruttori 19 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - ATMOSFERA SALINA/CORROSIVA + POLVERI 9,6% 6,3% 5,6% Presenza di polveri Presenza atmosfera salina/corrosiva Presenza atmosfera salina/corrosiva e polveri Fig. 24 - Influenza sul tasso di guasto della presenza simultanea di polveri e di atmosfera salina/corrosiva. TASSO DI GUASTO - POLVERI E GRADO IP 14,5% 4,2% Grado IP adeguato Grado IP non adeguato Fig. 25 - Influenza sul tasso di guasto del grado di protezione IP del quadro in presenza di polveri. differenziali non è adeguato, il tasso di guasto balza a 14,5% (se il grado di protezione IP è adeguato, il tasso di guasto vale 4,2%), mg. 25. Ubicazione dell’interruttore al chiuso o all’aperto Gli interruttori differenziali installati (in quadri) all’aperto presentano un tasso di guasto più che doppio (7,5%) rispetto agli interruttori installati al chiuso (3,2%), mg. 26. 18 Per i quadri al chiuso la presenza di proiezioni d’acqua peggiora la situazione: in modo contenuto (6,8%), se il grado di protezione IP del quadro è adeguato; in modo più marcato (18,5%) se il grado di protezione è inadeguato, mg. 27. 19 18 19 Per installazione al chiuso si intende un ambiente protetto dal tetto e dalle pareti sui quattro lati. La banca dati non consente di effettuare un analogo confronto statisticamente signimcativo per i quadri installati all’aperto. 20 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - UBICAZIONE 7,5% 3,2% Differenziali al chiuso Differenziali all’aperto Fig. 26 - Influenza sul tasso di guasto della ubicazione degli interruttori al chiuso o all’aperto. TASSO DI GUASTO - PROIEZIONI D’ACQUA 18,5% 6,8% 6,4% Proiezioni d’acqua SI Proiezioni d’acqua NO 2,5% Proiezioni d’acqua NO Grado IP adeguato Proiezioni d’acqua SI Grado IP non adeguato Fig. 27 - Influenza sul tasso di guasto delle proiezioni d’acqua (interruttori al chiuso). Condizioni ambientali migliori e peggiori Per rendere ancora più evidente l’innuenza delle condizioni ambientali sul tasso di guasto, sono stati considerati gli interruttori differenziali installati in un quadro al chiuso nelle: • condizioni ambientali migliori: assenza di atmosfera salina/corrosiva, polveri e proiezioni d’acqua, grado di protezione IP adeguato; • condizioni ambientali peggiori: presenza di atmosfera salina/corrosiva, polveri e proiezioni d’acqua, grado di protezione IP inadeguato. La mg. 28 mostra il confronto tra i tassi di guasto nelle condizioni ambientali migliori (1,9%) e peggiori (38,9%). 20 20 Il risultato è poco attendibile per via del ridotto numero di interruttori provati nelle condizioni peggiori in confronto a quelli nelle condizioni migliori. 21 Supplemento gennaio 2019 TASSO DI GUASTO - CONDIZIONI AMBIENTALI 38,9% 1,9% Condizioni ambientali migliori Condizioni ambientali peggiori Fig. 28 - Tasso di guasto nelle condizioni ambientali migliori e peggiori. 7. Il tempo di intervento Il tempo di intervento (con la corrente di prova pari a Idn) è di seguito analizzato per due sottoinsiemi di interruttori differenziali, in relazione al valore della corrente differenziale nominale di intervento: • Idn õ 30 mA, • Idn > 30 mA, anche se i limiti normativi del tempo di intervento non cambiano con la corrente Idn, pag. 11. Il tempo medio di intervento degli interruttori differenziali provati è di 38,9 ms per gli interruttori con Idn õ 30 mA e di 65,4 ms per gli interruttori con Idn > 30 mA, mg. 29. 21 Solo una minima parte di interruttori differenziali interviene, con la corrente di prova pari a Idn, in un tempo superiore a 300 ms, tabella D. La mg. 30 mostra la distribuzione del tempo medio di intervento (con la corrente di prova pari a Idn) degli interruttori differenziali. I differenziali che intervengono (con la corrente di prova pari a Idn) in un tempo maggiore di 300 ms (limite stabilito dalle norme di prodotto) sono soltanto lo 0,6%, mg. 30. Questo risultato, unito all’ampio margine di sicurezza rispetto al tempo utile per rispettare i tempi massimi stabiliti dalle norme di prodotto e per soddisfare la norma CEI 64-8, par. 5, fa sì che il tempo di intervento non sia un parametro di cui preoccuparsi e giustimca la demnizione di interruttore differenziale guasto unicamente in base al mancato intervento alla corrente di prova pari a Idn, par. 5. Quanto suindicato spiega anche la scelta dell’attuale edizione della norma CEI 64-8 di non tenere conto del tempo di intervento nelle verimche degli interruttori differenziali. In sede internazionale, la tendenza è invece quella di misurare anche i tempi di intervento e confrontarli con quelli della norma di prodotto. Come a volte accade, le regole impiantistiche sono basate su argomentazioni teoriche, a tavolino, senza una base sperimentale come quella che emerge dall’insieme delle ricerche sul campo, mg. 31. 21 Gli interruttori differenziali con Idn > 30 mA possono essere di tipo S (ritardato) e dunque avere tempi di intervento maggiori di 300 ms. 22 Supplemento gennaio 2019 Tabella D - Percentuale di interruttori differenziali provati con la corrente Idn che superano (o non superano) il tempo limite di 300 ms. Interruttori differenziali Idn 30 mA Idn > 30 mA Tempo di intervento % t 300 ms 99,7% t > 300 ms 0,3% t 300 ms 98,2% t > 300 ms 1,8% TEMPO MEDIO DI INTERVENTO A Idn 65,4 ms 38,9 ms Interruttori con Idn ≤ 30 mA Interruttori con Idn > 30 mA Fig. 29 - Tempo medio di intervento degli interruttori differenziali con la corrente di prova pari a Idn. DISTRIBUZIONE DEL TEMPO MEDIO DI INTERVENTO A Idn 79,4% 10,3% t ≤ 50 ms 8,0% 1,7% 0,6% 100 ms < t ≤ 200 ms 50 ms < t ≤ 100 ms t > 300 ms 200 ms < t ≤ 300 ms Fig. 30 - Distribuzione del tempo medio di intervento degli interruttori differenziali (con la corrente di prova pari a Idn). 23 Supplemento gennaio 2019 Fig. 31 - Una prova vale 10 000 opinioni. TEMPO MEDIO DI INTERVENTO - NUMERO DI POLI 70,2 ms 58,7 ms 49,5 ms 32,1 ms 2P 3P/4P 2P Idn ≤ 30 mA 3P/4P Idn > 30 mA Fig. 32 - Influenza sul tempo d’intervento del numero di poli dell’interruttore. TEMPO MEDIO DI INTERVENTO - CORRENTE Idn 204,2 ms 56,9 ms 68,1 ms 39,1 ms 30 mA 300 mA Fig. 33 - Influenza sul tempo d’intervento della corrente Idn. 24 Supplemento gennaio 2019 500 mA 1A TEMPO MEDIO DI INTERVENTO - CORRENTE In 156,1 ms 109,0 ms 94,6 ms 79,2 ms 40,1 ms 6A 32,8 ms 36,2 ms 10 A 16 A 43,7 ms 44,1 ms 20 A 25 A 58,4 ms 57,3 ms 58,5 ms 32 A 40 A 50 A 63 A 80 A 100 A 125 A Fig. 34 - Influenza sul tempo d’intervento della corrente In. I differenziali tripolari/quadripolari provati con la corrente Idn hanno mediamente un tempo di intervento maggiore dei differenziali bipolari, mg. 32. Il tempo di intervento aumenta anche con la corrente Idn, mg. 33 e con la corrente nominale In, mg. 34. Come già detto il numero di poli e le correnti In e Idn, non sono indipendenti perché, in genere, crescono insieme. Non sono state trovate altre variabili che innuiscono in modo signimcativo sul tempo di intervento. 8. Il tasto di prova Il tasto di prova di cui è dotato ogni differenziale serve per accertare se il relè differenziale e il meccanismo di sgancio sono funzionanti; inoltre, se azionato periodicamente, riduce la probabilità che i contatti del relè differenziale si incollino. 22 Dalla ricerca è risultato che il 97,4% degli interruttori differenziali funzionano azionando il tasto di prova, mg. 35. Tuttavia, azionando il tasto di prova si individua soltanto il 41,4% degli interruttori differenziali difettosi; ovvero, con il tasto di prova funzionano anche molti interruttori che non intervengono con la corrente di prova Idn, mg. 36. Il che non deve sorprendere; infatti con il tasto di prova si sollecita l’interruttore con una corrente superiore a Idn (mno a 2,5 Idn). 23 22 23 Anche se l’interruttore differenziale viene aperto manualmente, i contatti del relè differenziale rimangono chiusi. Per provocare la loro apertura bisogna determinare una corrente differenziale chiudendo il tasto di prova, in modo che una corrente nuisca tra un polo in uscita e un polo in ingresso dell’interruttore, per il tramite di una resistenza. Nella ricerca Polito la percentuale era del 24%, TNE 11/93, pag. 11. Per un confronto con la ricerca ELLISSE, bisogna tenere conto che il tasso di guasto Polito va moltiplicato per 0,77, quindi la percentuale del 24% diventa 24/0,77 = 31%. 25 Supplemento gennaio 2019 FUNZIONAMENTO CON IL TASTO DI PROVA DEI DIFFERENZIALI 97,4% Intervengono con il tasto di prova 2,6% NON intervengono con il tasto di prova Fig. 35 - Funzionamento dei differenziali azionando il tasto di prova. FUNZIONAMENTO CON IL TASTO DI PROVA DEI DIFFERENZIALI CHE NON INTERVENGONO A Idn 58,6% Funzionano con il tasto di prova 41,4% Non funzionano con il tasto di prova Fig. 36 - La maggior parte degli interruttori differenziali che non intervengono a Idn funzionano invece azionando il tasto di prova. Per contro lo 0,7% degli interruttori che intervengono con la corrente di prova pari a Idn non interviene azionando il tasto di prova; evidentemente perché il circuito di prova è guasto (ad es. è bruciata la resistenza), mg. 37. Secondo la guida CEI 23-98, All. D, il tasto di prova dovrebbe essere azionato ogni sei mesi, salvo diversa indicazione del costruttore. Ciò evita lunghi periodi di inattività del relè differenziale e contribuisce a ridurre la probabilità di incollamento dei suoi contatti. Ciò nonostante, solo per il 30,6% dei differenziali, il tasto di prova viene azionato ogni sei mesi, mg. 38. La percentuale di differenziali il cui tasto di prova non viene azionato ogni sei mesi aumenta con il numero di poli dell’interruttore, mg. 39. 26 Supplemento gennaio 2019 FUNZIONAMENTO CON IL TASTO DI PROVA DEI DIFFERENZIALI CHE INTERVENGONO A Idn 99,3% Funzionano con il tasto di prova 0,7% Non funzionano con il tasto di prova Fig. 37 - Solo una minima parte dei differenziali che intervengono a Idn non funziona azionando il tasto di prova. AZIONAMENTO DEL TASTO DI PROVA OGNI SEI MESI 69,4% Tasto di prova NON azionato ogni 6 mesi 30,6% Tasto di prova azionato ogni 6 mesi Fig. 38 - Il tasto di prova della maggioranza dei differenziali non viene azionato ogni sei mesi. Gli interruttori tripolari/quadripolari proteggono spesso una parte dell’impianto più ampia degli interruttori bipolari, sicché l’utente è più restio nell’azionare il tasto di prova per non mettere fuori tensione tale parte di impianto. Ciò spiega, almeno in parte, il maggior tasso di guasto degli interruttori tripolari/quadripolari rispetto ai bipolari, mg. 18. La frequenza di azionamento del tasto di prova ogni sei mesi varia anche con la corrente nominale In dell’interruttore differenziale, mg. 40. La corrente nominale In e il numero di poli crescono di pari passo, sicché le motivazioni su mancato azionamento del tasto di prova sono analoghe. La percentuale di interruttori differenziali provati ogni sei mesi con il tasto di prova varia con il tipo di attività svolta nel luogo di lavoro, mg. 41. È minima negli ambienti industriali e agricoli (20%) e “massima” negli ambienti ad uso medico (57,9%). 27 Supplemento gennaio 2019 AZIONAMENTO DEL TASTO DI PROVA OGNI SEI MESI - NUMERO DI POLI 33,8% 2P 26,4% 3P/4P Fig. 39 - Percentuale di interruttori differenziali provati ogni sei mesi con il tasto di prova al variare del numero di poli dell’interruttore. AZIONAMENTO DEL TASTO DI PROVA OGNI SEI MESI - CORRENTE In 35,62% 34,55% 31,36% 32,95% 26,95% 26,76% 23,44% 20,41% 18,75% 16,9% 6A 10 A 16 A 20 A 25 A 32 A 40 A 50 A 63 A 80 A 17,20% 100 A 19,46% 125 A Fig. 40 - Percentuale di interruttori differenziali provati ogni sei mesi con il tasto di prova al variare della corrente nominale In dell’interruttore. 9. La selettività Un impianto con un sistema di protezione non selettivo non si può considerare a regola d’arte. Se la corrente Idn del differenziale a monte (non ritardato) supera la corrente del differenziale a valle, la selettività è parziale, perché per correnti verso terra superiori alla corrente Idn del differenziale a monte intervengono entrambi gli interruttori. 24 24 Il differenziale a monte potrebbe anche intervenire per correnti verso terra superiori a metà della propria Idn. 28 Supplemento gennaio 2019 AZIONAMENTO DEL TASTO DI PROVA OGNI SEI MESI - TIPO DI ATTIVITÀ LAVORATIVA 57,9% 34,9% 34,9% 28,7% 20,0% 20,0% Ambiente industriale Locale medico Cantiere, campeggio, porto, darsena Ambienti agricoli Terziario (alberghi, uffici, artigiani) Altro Fig. 41 - Percentuale di interruttori differenziali provati ogni sei mesi con il tasto di prova al variare del tipo di attività svolta nel luogo di lavoro. SELETTIVITÀ TRA INTERRUTTORI DIFFERENZIALI 66,7% Selettività totale 9,5% Selettività assente 23,8% Selettività parziale Fig. 42 - Selettività tra interruttori differenziali. Per conseguire la selettività totale occorre che il differenziale a monte sia ritardato e abbia una Idn almeno pari a tre volte quella del differenziale a valle. La ricerca ha evidenziato come la selettività totale sia assicurata in due casi su tre. È invece parziale nel 23,8% dei casi e completamente assente nel 9,5% dei casi, mg. 42. 25 25 Nella ricerca Polito non fu presa in considerazione la selettività. 29 Supplemento gennaio 2019 RICHIUSURA DOPO LA PROVA 99,6% Si richiudono dopo la prova 0,4% Non si richiudono dopo la prova Fig. 43 - Richiusura degli interruttori differenziali dopo la prova. 10. Richiusura dopo la prova Al termine della prova, talvolta gli interruttori differenziali presentano problemi di tipo meccanico alla loro richiusura (0,4%), mg. 43. Il fenomeno non è dunque frequente; tuttavia, ad evitare problemi nel lungo periodo è opportuno in questi casi sostituire l’interruttore. 11. Conclusioni Prima di sintetizzare i risultati della ricerca è opportuno ricordare che il campione sottoposto a indagine è relativo ai luoghi di lavoro per i quali è stata richiesta ad ELLISSE la verimca periodica degli impianti di cui al DPR 462/01. Se si tenesse conto anche di tutti gli altri luoghi di lavoro, cioè di quelli dove la verimca degli impianti ai sensi del DPR 462/01 non viene effettuata, i risultati potrebbero ragionevolmente peggiorare. Tasso di guasto La percentuale di interruttori differenziali che non intervengono con corrente verso terra pari a Idn è mediamente pari al 3,3% (tasso di guasto). Il tasso di guasto sale al 6,3% per gli interruttori differenziali installati prima del 1990. Gli interruttori differenziali il cui tasto di prova non viene azionato ogni sei mesi hanno un tasso di guasto doppio degli interruttori differenziali che sono provati ogni sei mesi. Il tasso di guasto è maggiore nei campeggi, cantieri, darsene, e similari (6,5%) e negli ambienti agricoli (6,6%). Il tasso di guasto aumenta con il numero di poli, con la corrente nominale In e con la corrente differenziale nominale di intervento Idn (le tre variabili non sono tra loro indipendenti). 30 Supplemento gennaio 2019 La presenza di atmosfera salina/corrosiva e di polveri provocano un aumento del tasso di guasto: • atmosfera salina/corrosiva: dal 3% al 6,3%; • polveri: dal 2,8% al 5,6%. Se, in presenza delle polveri, il grado di protezione IP del quadro in cui gli interruttori differenziali sono installati non è adeguato, il tasso di guasto arriva al 14,5%. Gli interruttori differenziali installati all’aperto sono penalizzati rispetto agli interruttori differenziali installati al chiuso: tasso di guasto 7,5% rispetto a 3,2%. Ma se in un ambiente chiuso ci sono proiezioni d’acqua e il grado di protezione IP del quadro è inadeguato il tasso di guasto sale al 18,5%. Tempo di intervento Il tempo di intervento degli interruttori differenziali provati con la corrente Idn è largamente inferiore a quello richiesto dalle norme di prodotto e dalle norme impianti ai mni della sicurezza. Per questo motivo, l’attuale norma CEI 64-8, giustamente, non richiede di misurare il tempo di intervento nelle verimche periodiche degli interruttori differenziali. Tasto di prova L’azionamento del tasto di prova è importante per verimcare l’efmcienza dell’interruttore differenziale e ridurre inoltre la probabilità che i contatti del relè differenziale si incollino. Ciò nonostante, circa il 70% dei differenziali non sono provati con il tasto di prova ogni sei mesi, verosimilmente per via degli inconvenienti dovuti all’interruzione dell’alimentazione elettrica in molte realtà lavorative. È appena il caso di ricordare che se il tasto di prova non viene azionato ogni sei mesi, il costruttore del differenziale potrebbe addossare la responsabilità di un eventuale infortunio al datore di lavoro. Selettività Più interruttori differenziali in serie devono essere selettivi ad evitare pesanti disservizi in caso di guasto a terra. La selettività sussiste per tutti i possibili valori della corrente verso terra (selettività totale) nel 66,7% dei casi; è parziale nel 23,8% dei casi, mentre nel 9,5% non c’è alcuna selettività. La ricerca condotta da ELLISSE ha fotografato un quadro aggiornato sulla qualità degli interruttori differenziali installati nei luoghi di lavoro in Italia. Un’indagine unica nel suo genere, i cui risultati confermano la necessità di: • proseguire nell’opera di costante miglioramento dei prodotti immessi sul mercato (il tasso di guasto degli interruttori differenziali rimane di gran lunga maggiore di quello degli altri dispositivi di protezione); • seguire le regole di corretta installazione, soprattutto in presenza di sollecitazioni ambientali signimcative; • effettuare costanti controlli periodici e verimche sugli impianti. C’è da augurarsi che la diffusione dei risultati di questa ricerca tra gli operatori del settore elettrico possa costituire uno stimolo per migliorare l’installazione e il corretto mantenimento in esercizio degli interruttori differenziali negli impianti elettrici e dunque, in ultima analisi, la sicurezza delle persone. 31 Supplemento gennaio 2019 APPENDICE Nella presente appendice è riportato un estratto dei risultati della ricerca del Politecnico di Torino (1993) utile per il confronto con i risultati della ricerca ELLISSE (2017). I risultati completi della ricerca possono essere consultati sul numero di TuttoNormel di novembre 1993. Tabella 2.C - Composizione del campione di interruttori differenziali installati all’aperto e al chiuso. All’aperto 2848 Al chiuso 18208 TOTALE 21147 Tabella 12.A Percentuale di interruttori che non intervengono Percentuale di interruttori che intervengono in un tempo eccessivo 1ª prova a Idn 77,7% 2,994% 2ª prova a Idn 3,1% 0,002% 3ª prova a Idn 2,2% 0,002% 4ª prova a Idn 3,4% 0,002% 5ª prova a 5 Idn 1,3% 9,9% COMPOSIZIONE DELL’INSIEME (corrente differenziale nominale di intervento) Alta sensibilità 25,3% 74,7% Bassa sensibilità Fig. 2 - Sono stati provati interruttori differenziali ad alta e bassa sensibilità. 2,6% non specificato 1987-1991 3,2% prima del 1976 43,9% 13% COMPOSIZIONE DELL’INSIEME (anno di installazione) 1976-1980 37,3% 1981-1986 Fig. 5 - La maggior parte degli interruttori differenziali provati sono stati installati dopo il 1981 32 Supplemento gennaio 2019 Tipo di installazione Tasso di guasto 11% 7,6% 7% 6% condizioni normali al chiuso all’aperto Fig. 7 - Tasso di guasto di interruttori differenziali installati all’aperto e al chiuso, in confronto con il tasso di guasto medio negli edifici non residenziali (7,6%). Esposizione ai liquidi IP non adeguato Tasso di guasto 33,3% IP adeguato 30,2% 25,5% 8,7% 25,1% 9,4% 7,6% tà ia gg pio idi um zi tà ia gg pio idi ruz sp um zi ruz sp Fig. 8 - Tasso di guasto di interruttori differenziali esposti alla proiezione di liquidi, in relazione al grado di protezione, in confronto con il tasso di guasto medio negli edifici non residenziali (7,6%). Atmosfera salina Tasso di guasto 10,4% 9,8% 7,6% 7,1% 6,1% ass en te 6,4% pre sen te ass en te pre sen te Fig. 10 - Tasso di guasto di interruttori differenziali esposti ad atmosfera salina, in confronto con il tasso di guasto medio negli edifici residenziali (7,1%) e negli edifici non residenziali (7,6%). 33 Supplemento gennaio 2019 IP non adeguato Polveri Tasso di guasto 21,9% 21,4% IP adeguato 6,8% 7,6% 7,6% ass en ti pre sen ti ass en ti pre sen ti Fig. 11 - Tasso di guasto di interruttori differenziali esposti alle polveri, in confronto con il tasso di guasto medio negli edifici non residenziali (7,6%). 13,8% Destinazione dell’impianto 11,1% Tasso di guasto 8,3% 8,6% 7,6% 5,3% st. du in b. sta i dil ri e e nti rti po ca ing p cam oli ric ag b. am Fig. 12 - Tasso di guasto di interruttori differenziali installati in diversi tipi di luoghi, in confronto con il tasso di guasto medio negli edifici non residenziali (7,6%). Corrente differenziale nominale di intervento Idn Tasso di guasto 7,7% 7,6% 7,6% alta sensibilità bassa sensibilità Fig. 13 - Tasso di guasto degli interruttori differenziali ad alta e a bassa sensibilità, in confronto con il tasso di guasto medio negli edifici non residenziali (7,6%). 34 Supplemento gennaio 2019 18,4% 17% Corrente nominale In Tasso di guasto 8,2% 7,6% 6,4% 1A <1 7,4% 6,9% 1 11- 6A 17- 32 A 33- 63 A 64- 100 A >1 00 A Fig. 14 - Tasso di guasto in relazione alla corrente nominale dell’interruttore differenziale, in confronto con il tasso di guasto medio negli edifici non residenziali (7,6%). Anno di installazione Tasso di guasto 14,6% 20% 15% 15% 10,3% 10% 5% 4,7% edifici non residenziali 0% < 1976 76-80 81-85 86-91 edifici residenziali Fig. 15 - Tasso di guasto in relazione all’anno d’installazione, negli edifici residenziali e non residenziali (7,6%). Azionamento del tasto di prova Tasso di guasto 8,9% 7,6% 2,8% una volta al mese una volta all’anno o mai Fig. 28 - Azionando il tasto di prova una volta al mese il tasso di guasto si riduce a 2,8%. 35 Supplemento gennaio 2019 ALLEGATO 1 Verificatori ELLISSE che hanno partecipato alla ricerca sugli interruttori differenziali (*) 1. Rinaldini Gabriele 35. Varotto Denis 2. Bertelli Francesco 36. Bellissimo Francesco 3. Venturini Diego 37. Danova Marco 4. Floris Domenico 38. Tasini Vittorio 5. Dalle Molle Stefano 39. Viselli Maurizio 6. Bazzo Antonio 40. Chiapparini Sara Giulia 7. Deppieri Matteo 41. Brogi Massimiliano 8. Cumis Roberto 42. Stronati Francesco 9. Campagnolo Roberto 43. Caramazza Gianpietro 10. Guglielmi Orlando 44. Rum Stefano 11. Dalrì Ezio 45. Belmonti Francesco 12. Pizzi Andrea 46. Porretto Giancarlo 13. Simonini Tiziano 47. Bedin Claudio 14. Costantini Giulio 48. Pigozzo Gianfranco 15. Sabaudo Piero 49. Barbieri Denis 16. Gianelli Rodolfo 50. Ciampaglia Luciano 17. Meseris Claudio 51. Fichera Aurelio 18. Torgano Giorgio 52. Pomettini Michele 19. Sacchetti Claudio 53. Cingolani Giorgio 20. Dalcomune Angelo 54. Valfrè Paolo 21. Malino Luigino 55. Crocetti Denis 22. Carcione Fausto 56. Pacelli Oreste 23. Renella Giuseppe 57. Vicenzetti Pietro 24. Longari Luigi 58. Vancini Luca 25. Romano Mario 59. Viti Leonardo 26. Ferraretto Germano 60. Veroni Davide 27. Bonan Giuseppe 61. Patitucci Alessandro 28. Nicardi Lorenzo 62. Posenato Giorgio 29. Renzini Renzo 63. Sacchitelli Francesco 30. Nicardi Luciano 64. Grilli Carlo 31. D’Argenzio Felice 65. Fabbri Giovanni 32. Miceli Emanuele 66. Bolognini Stefano 33. Pastorino Giuseppe 67. Desandrè Donato 34. Miceli Mario (*) I nominativi sono riportati in ordine decrescente del numero di differenziali provati. 36 Supplemento gennaio 2019 ALCUNI DEI PRINCIPALI CLIENTI ELLISSE ABB - Acerbi - Agnesi - AGV Company - AIA Agricola Italiana Alimentare - Air Bp - Alcatel Italia - Alenia Spazio - Alessi - Alitalia - Alleanza Toro - Angelini farmaceutici - ANSA API Anonima Petroli Italiana - Aprilia - Arkema - Armando Testa - Arnoldo Mondadori Editore - Artemide - Artoni trasporti - Auchan - Autogrill - AVIO - Banca d’Italia - Banca Monte dei Paschi di Siena - Banca Popolare Commercio e Industria - Banco di Desio e della Brianza - Banco Popolare - Bartolini - BASF Italia - Bauli - Bayer - Bistefani Boehringer Ingelheim - Bollati Boringhieri Editore - Bon¿glioli Riduttori - Breda Menarini bus Bristol Myers Squibb - British American Tobacco Italia - British GAS - Cairo Comunication Candy Elettrodomestici - Carpigiani Group - CAT caterpillar - Centro Ricerche FCA Chateaux D’Ax - Cimbali - CIR Food - Cirio del Monte Italia Coccinelle - Cofely Italia Colacem - Colussi - Comau - Compass - Conad - Conforti - CONI Comitato Olimpico Nazionale Italiano - Coop Adriatica - CREDEM Credito Emiliano - Cremonini - Diadora Invicta - DIESEL Italia - Ducati - Electrolux - ERG - Ermenegildo Zegna - Esprinet - Esso ExxonMobil - F.lli Gancia & C. - FASSA Bortolo - Federal Mogul Corpuration - Ferragamo Ferrero - Fiamm - Filodoro Calze - Fincantieri - Fiorucci - Galileo Avionica - GEMEAZ Cusin - GlaxoSmithKline - Granarolo - GROHE - Gucci - Guzzini - H3G - Heineken - Italia Henkel - Hera - Hertz Italiana - Immergas - Indesit - Interpump Group - Irisbus - Istituto Poligra¿co e Zecca dello Stato - Italdesign Giugiaro - Italtrans - Jacuzzi Europe - Kasanova KELEMATA - Koelliker - KOMATSU - KONE - Kraft - Q8 Kuwait Petroleum Italia - LA7 Lani¿cio ing. Loro Piana - Lavazza - LEAF Italia (Sperlari, Dietorelle, Dietor) - Lear Corporation Italia - LIU JO - Lombardini Motori - Lotto Sport Italia - Lovable Italiana Lucent Technologies Italiana - Luisa Spagnoli - Maggiore Rent - Maina Panettoni Marangoni Pneumatici - Marcegaglia - Marconi Selenia Comunications - MARR - Martini & Rossi Bacardi - Marzotto - Max Mara - Mediocredito Centrale - Messaggerie Libri - Michelin - Mondadori Retail - Of¿cine Maccaferri - Olidata - OM Carrelli elevatori - Onduline Italia - Orion Petroli - OSRAM - Perfetti Van Melle (Brooklyn, Vigorsol, Golia, Vivident) Piaggio - Piazza Italia - Pineider - Pininfarina - Pirelli Veicoli Industriali - Polynt - Procter & Gamble - Promod Italia - Raf¿nerie di Roma - RAI Radio Televisione Italiana Ramazzotti Pernod Ricard - Riello - Rivoira - Robert Bosch - Saclà - SAI Fondiaria SAIAG - Saint Gobain Vetri - SAIWA - Salmoiraghi & Viganò - Sammontana - Sandoz Industrial Products - Sano¿ - Sanpellegrino - Schering-Plough - Segafredo Zanetti Sergio Tacchini - Shell Italia - Siemens - Sigma Tau - SKY Italia - SNIA - SOLVAY Stmicroelectronics - StoneÀy - SUN Microsystems - Supermercati IN’s - Supermercati PAM - Suzuki Italia - Tamoil Italia - Telecom Italia Media Broadcasting - Tetra Pak Italiana - TNT Automotive Logistic Italia - Toyota Carrelli Elevatori Italia - Toys ‘R US Trenitalia - TRW Occupant Safety Systems - UBI Banca - Unieuro - Unilever Bestfoods Italia - UNOPIU’ - Vaillant Italia - Valeo - Valleverde - Valsoia - Valtur - Vemer Siber Viaggi del Ventaglio - Vinavil Polymers for industry - Vincenzi Biscotti - Vitale Barberis Canonico - Vodafone - Volvo Auto Italia - Zanichelli Editore - Zucchetti rubinetterie www.ellisse.org ELLISSE ELLISSE COMPETENZA GARANZIA SERIETÀ PROFESSIONALITÀ ELLISSE è stato il primo organismo abilitato dal Ministero dello Sviluppo Economico ad effettuare le verifiche degli impianti ai sensi del DPR 462/01 ed opera su tutto il territorio nazionale. Per richiedere informazioni o un’offerta per la verifica degli impianti: www.ellisse.org www.ellisse.org