Il nucleare non è una necessità Generazione elettrica: due conti sulla potenza installata necessaria nel 2020 Roberto Meregalli, 4 novembre 2009 In vista del 2020 abbiamo già ora impianti termici in grado di coprire la domanda di energia elettrica stimata. Sul fronte delle rinnovabili, solo la scarsa volontà politica potrebbe farci mancare l’obiettivo. Il piano governativo di mettere in cantiere 12/13 mila MW di nucleare (equivalenti ad almeno 100 TWh di corrente annua) genererebbe un surplus produttivo che imporrebbe il blocco immediato di nuovi sviluppi nel termico convenzionale, ovvero un deciso stop a nuove centrali a carbone, la chiusura di tutti gli impianti ad olio combustibile, il blocco alla costruzione di nuovi rigassificatori, visto il necessario ridimensionamento della generazione a metano. Ma nulla di tutto questo appare nelle intenzioni del governo, il che fa apparire superfluo un piano nucleare stimabile in un costo di sola costruzione di almeno 40 miliardi di euro, che produrrebbe i suoi effetti produttivi molto in là nel tempo, abbondantemente dopo il 2020. Unità di misura: Potenza Produzione 1 kW kWh Testo disponibile su www.martinbuber.eu 1.000 MW MWh 1.000.000 GW GWh 1.000.000.000 TW TWh 1 La direttiva europea 2009/28/CE stabilisce che entro il 30 giugno 2010 ogni stato membro dell’Unione consegni a Bruxelles un piano d’azione dettagliato sulle fonti di energia rinnovabile (FER). Nel 2005, la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili era del 5,2% (oggi siamo intorno all’8%), dato calcolato sul consumo finale lordo (CFL). Entro il 2020 questa percentuale deve salire al 17%. In altri termini da 7,1 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), si deve passare a 22,25 Mtep, ed entro giugno 2010 il nostro governo deve documentare il piano d’azione che intende perseguire per raggiungere l’obiettivo. L’obiettivo stabilito dalla direttiva europea 2009/28/CE è quello di produrre 22,25 Mtep di energia con fonti rinnovabili. Consumo finale lordo di energia Energia fa fonti rinnovabili consumata Di cui elettricità da FER Anno base (2005) 136,5 7,1 4,5 Obiettivo UE al 2020 131 22,25 10,6 (123 TWh) Dati espressi in Mtep Il consumo finale lordo di energia primaria nel 2005 era infatti di 136,5 Mtep, nel 2020, grazie anche all’impegno di ridurre del 20% il consumo energetico, dovrebbe ridursi a 131 Mtep, 22,25 di questi (ovvero il 17%) devono essere prodotti da FER. Occorre dunque pensare a come produrre 15,15 Mtep; si tratta di una sfida ambiziosa poiché coinvolgerà sia la generazione elettrica, sia il riscaldamento delle abitazioni, sia il settore dei trasporti, dove appare molto difficile ridurre le emissioni. La Fondazione per lo sviluppo sostenibile1 recentemente ha proposto un piano che prevede che i 15,15 Mtep necessari siano prodotti come segue: L’obiettivo è quello di produrre 22,25 Mtep di energia da FER • • • 6,1 dalla generazione elettrica, 6 dal riscaldamento/raffrescamento, 2,5 dai biocarburanti. Generazione elettrica: obiettivo 129,6 TWh Nella generazione elettrica, 6 Mtep sono equivalenti a 69,6 Twh2; sommati ai 60,5 prodotti nel 20083 totalizzano un obiettivo pari a 129,6 TWh. E’ un obiettivo possibile? La crisi economico-finanziaria mondiale non ha risparmiato il comparto delle rinnovabili nella prima parte di questo 2009, ma gli effetti sono stati molto ridotti rispetto ad altri settori. Il fotovoltaico, sostenuto dall’incentivazione, è cresciuto senza sosta, attualmente4 (considerando i 1 Il rapporto 2009 della Fondazione per lo sviluppo sostenibile è disponibile su www.fondazionesvilupposostenibile.org 1 Mtep = 11,6 TWh 3 Per consultare la produzione 2008 da FER vedi http://www.martinbuber.eu/energia/documenti/rinnovabili2008.pdf 4 Alla data di redazione del presente documento. 2 Testo disponibile su www.martinbuber.eu 2 50MW installati prima del conto energia), possiamo stimare 700 MW5 installati, entro fine anno è possibile che sia sfiorato il tetto dei 1.000 MW anche se i dati definitivi saranno disponibili solo a marzo 2010. Evoluzione potenza installata (MW) 800 600 400 200 0 93 1 94 05 14 06 15 07 16 08 17 09 2 953 964 975 986 997 008 019 02 10 03 11 04 12 13 Anno Fonte: GSE, il dato 2009 è parziale e non comprende i due mesi finali dell’anno. Kyoto Club6 stima che nel 2010 la potenza raddoppi e tocchi quota 2.000 MW. Il potenziale fotovoltaico italiano ha enormi potenzialità. Il Position Paper presentato alla Commissione Europea dal governo Prodi nel 2007, contiene una stima al 2020 di 9,5 GW installati. Il rapporto della commissione Nazionale per l’Energia Solare7 (Cnes), redatto nel 2006, lo eleva a 15 GW per una corrispondente produzione di corrente elettrica pari a 10-15 TWh. Uno studio più recente (1 ottobre 2009) realizzato da Confindustria Anie/Gifi8 conferma tale stima ma con una produzione di corrente maggiore: 19,50 TWh (e 90 mila nuovi posti di lavoro); per avere un riferimento si tratterebbe di una cifra superiore all’attuale produzione idroelettrica. Energy & Strategy group, analizzando la possibilità di sfruttare le superfici coperte dei supermercati e dei centri commerciali, le superfici agricole non produttive e le nuove case arriva a stimare al 2020 un potenziale di 66,5 GW (vedi tabella seguente). Anie/Gifi stima che il fotovoltaico nel 2020 produrrà 19,50 TWh di corrente (e 90 mila nuovi posti di lavoro) Potenzialità del fotovoltaico in Italia Potenziale installabile (in GW) Settore 5,2 Nuove edificazioni residenziali 0,7 Superfici commerciali grande distribuzione 5,8 Superfici agricole a serra 54,8 Terreni incolti/a scarso rendimento agricolo 66,5 Totale Fonte: Energy & Strategy group 5 Ritratta di MWp, megawatt di picco, ma per facilità di lettura in tutto il testo si ometterà la “p” di picco nei dati sul fotovoltaico. 6 http://www.qualenergia.it/view.php?id=1139&contenuto=Articolo 7 http://www2.minambiente.it/pdf_www2/dsa/cnes/rapporto_preliminare_cnes_solare_fotovoltaico.pdf 8 http://www.gifi-fv.it/cms/it/notizie/67-politiche/359-conto-energia-tariffe-ridotte-per-un-mercato-sostenibile Testo disponibile su www.martinbuber.eu 3 Fonte GSE ottobre 2009 Incentivi erogatio al 1 ottobre 2009: 246 miloni di € Fonte GSE ottobre 2009 Testo disponibile su www.martinbuber.eu 4 I costi del fotovoltaico Quando si parla di fotovoltaico emergono molte voci critiche che puntano il dito contro l’eccessivo costo dell’incentivazione economica di cui questa fonte gode. Le tariffe in vigore sono le seguenti: E’ importante sottolineare che l’onere di queste tariffe ricade direttamente sulle bollette degli italiani e non rientra nella fiscalità generale. Nel 2008 il costo totale degli incentivi è stato di 110 milioni di euro, per il 2009 la stima è di 300 milioni. A regime (ovvero al raggiungimento del tetto previsto di 1.200 MW), la spesa stimata è di 1 miliardo di euro l’anno sino al termine dei vent’anni previsti dal conto energia. Secondo Alessandro Ortis9, presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, nel caso si incentivassero con gli stessi livelli ulteriori 7 mila megawatt, l’onere salirebbe a 5 miliardi l’anno. Ma questo non accadrà perché entro la fine del 2009 il governo presenterà il nuovo regime tariffario per il periodo 2011-2015 che ridurrà gli incentivi. Andamento incentivi annuali riconosciuti dal GSE confrontati con la potenza cumulata Fonte: GSE: Relazione delle attività settembre 2007 – agosto 2008 (8 gennaio 2009) 9 I costi in bolletta delle rinnovabili, l’analisi e le proposte dell’Autorità, Alessandro Ortis, pubblicato su Staffetta Quotidiana il 7 ottobre 2009. Testo disponibile su www.martinbuber.eu 5 La fine degli incentivi Il limite massimo di potenza incentivabile è stabilito in 1.200 Mw; raggiunto tale valore sarà possibile continuare a godere degli incentivi per ulteriori 14 mesi (24 nel caso di enti pubblici). Con l’approssimarsi del tetto dei 1.200 MW, che sarà probabilmente raggiunto nella primavera del 2010, potrebbe scattare una accelerazione di installazioni per poter usufruire ancora degli incentivi. Pertanto nel 2010 si stima un aumento record delle installazioni. E’ però importante notare che la contabilizzazione dei costi degli incentivi relativi al fotovoltaico deve comprendere altre voci. Ad esempio prendendo in considerazione i dati del 2008 (gli unici definitivi) a fronte di incentivi erogati dal GSE (circa 4 euro/anno per famiglia) sono entrati in servizio 330 MW generando un giro d’affari di 2 miliardi di euro. Questo significa che lo stimolo dell’incentivo è stato moltiplicato per 20. In tre anni sono stati creati 15 mila posti di lavoro e sono aumentate le entrate fiscali per lo stato. La tabella che segue stima costi e benefici da qui al 2020 nell’ipotesi di arrivare a 15 GW di installato, il costo netto tende ad essere la metà del costo di incentivazione e tende a ridursi drasticamente col passare degli anni. 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 Costi e benefici del programma di incentivazione fotovoltaica (valori espressi in milioni di €) Costo IVA su Valore Riduzione Costo netto incentivazione investimenti emissioni bolletta evitate energetica 468 203 9,4 61 194 758 209 15,2 102 433 900 231 21,9 149 498 1.049 256 29,7 207 557 1.202 282 38,6 275 607 1.358 311 49 355 643 1.513 342 61,1 451 659 1.661 374 75 565 647 1.798 409 91 700 599 1.915 445 109,6 860 500 2.000 482 131,1 1.049 338 2.042 521 156 1.273 93 Fonte: Arturo Lorenzoni, Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università degli Studi di Padova e IEFE, Università Bocconi. Come si vede a fronte della spesa per gli incentivi va considerato l’aumento del gettito dell’IVA derivante dagli investimenti, la monetarizzazione delle emissioni risparmiate e la riduzione della bolletta energetica (risparmio nell’import di combustibili fossili). Gli incentivi fotovoltaici sono insomma da considerare come una ottima misura che ha favorito gli investimenti privati in un settore produttivo, chi li ha sinora criticati per la loro eccessiva convenienza (per il privato) deve considerare che il conto energia si è rivelato “uno strumento efficace per indurre il privato a investire nel futuro del proprio paese, impiegando risorse che altrimenti sarebbero state bloccate dai il conto energia si è rivelato uno strumento efficace per indurre il privato a investire nel futuro del proprio paese, impiegando risorse che altrimenti sarebbero state bloccate dai circuiti della speculazione finanziaria Testo disponibile su www.martinbuber.eu 6 circuiti della speculazione finanziaria”10. Inoltre visto il gran numero di impianti domestici di piccola taglia, il conto si è rivelato anche un ottimo distributore di risorse: da questo punto di vista il fotovoltaico è un settore che favorisce la distribuzione e non la concentrazione. Gifi11 propone per il futuro un nuovo regime tariffario con validità di cinque anni (2011-2015) che innalzi il limite di potenza incentivabile ad almeno 7.000 MWp (dagli attuali 1.200 MWp), che preveda le incentivazioni riportate nella tabella seguente, valori che Gifi ritiene eviterebbero il crollo degli investimenti. Dal 2015 gli incentivi non saranno più necessari perché per quella data il costo di produzione dell’energia elettrica col fotovoltaico sarà economicamente competitivo con quello delle altre fonti (greed parity); le regioni meridionali italiane sono fra le prime zone al mondo in cui gli analisti prevedono il raggiungimento di questo obiettivo già nel 2012. kWp Nuove incentivazione proposte da Gifi per il periodo 2011-2015 Impianti a terra Impianti su edifici €/kWh (riduzione % vs. 2010) €/kWh (riduzione % vs. 2010) 0,365 (5%) 0,339 (7%) 0,298 (14%) 0,291 (16%) 0,277 (20%) 0,401 (5%) 0,375 (7%) 0,330 (14%) 0,323 (16%) 0,307 (20%) 1–6 6 – 50 50 – 200 200 – 1.000 > 1.000 Fonte: Gifi Confronto con l’incentivazione in Germania e Spagna, i due paesi leader al mondo nelle installazioni del fotovoltaico 10 11 Alex Sokorin, consigliere Gifi – responsabile rapporti con Confindustria su FV Fotovoltaici, ottobre 2009. Gruppo imprese fotovoltaiche Italiane, http://www.gifi-fv.it/cms/ Testo disponibile su www.martinbuber.eu 7 Eolico Nel quinquennio 2004-2008 la produzione di impianti eolici in Italia è cresciuta ad un tasso medio del 21%. Nel 2008 la corrente elettrica prodotta è stata pari a 4,8 TWh, 1,6% della produzione netta totale. Molte sono le potenzialità anche per questa fonte, Il Position paper del governo contiene una previsione di produzione totale al 2020 di 22,60TWh, rispetto al 2,35TWh del 2005; uno studio Anev (Associazione nazionale Energia dal Vento) ha valutato un potenziale di 16,2 GW per una produzione annua di 27,2 TWh. La prima regione produttrice è la Puglia col 27,1%, seguita dalla Sicilia col 21,5% e dalla Campania (20,4%). Rispetto alla ventosità annua risultano grandi potenzialità di sviluppo oltre che in queste regioni, anche in Sardegna, Basilicata e Calabria. Nel 2008 la corrente elettrica prodotta è stata pari a 4,8 TWh, 1,6% della produzione netta totale Distribuzione di potenza e numerosità impianti eolici al 2008 Fonte: GSE Il problema dell’eolico è attualmente legato agli impedimenti che le amministrazioni locali stanno opponendo ai tanti progetti presentati dalle aziende e dalla inadeguatezza della rete elettrica nazionale. “Già nel 2008 gli impianti eolici hanno generato meno energia rispetto a quanto avrebbero potuto produrre a causa di limitazioni sulla capacità di trasporto della rete di trasmissione che hanno, nei periodo ad alta ventosità, impedito il funzionamento degli impianti a carichi eccedenti il 30-40% del valore nominale”12. 12 L’eolico, Dati statistici al 31 dicembre 2008, GSE. Testo disponibile su www.martinbuber.eu 8 Il problema della rete Le fonti rinnovabili necessitano di una rete elettrica adeguata e capillare. Le reti di tutto il mondo storicamente sono nate per collegare grandi centrali di produzione ai consumatori. In Italia la situazione è particolarmente critica in alcune zone del centro-sud, proprio nelle regioni in cui si sta sviluppando maggiormente l’eolico. Nel 2008 gli impianti non hanno potuto produrre a capacità piena ed il problema è emerso nel dibattito politico. Terna giustifica i ritardi sostenendo di aver ereditato una situazione di forte ritardo nello sviluppo della rete, “negli ultimi anni abbiamo aumentato gli investimenti del 300%” dice Gianni Armani, direttore operations di Terna13, “altri interventi sono in autorizzazione per 2 miliardi di euro, di cui 1,4 dedicati alle rinnovabili, con 12 stazioni elettriche e 10 elettrodotti”. Il problema è che è mancata lungimiranza e pianificazione ed ora in pieno boom di rinnovabili Terna si trova di fronte ad una esplosione di richieste di connessione che fra eolico e fotovoltaico raggiungono i 100.000 MW, quasi il doppio del consumo di picco del paese! Oltre all’eolico onshore, anche nel nostro paese sono possibili buoni sviluppi nell’offshore. Secondo l’Associazione OWEMES (Offshore Wind and other marine renewable Energy in Mediterranean and European Seas) 11.686 Km2 dei mari italiani possono essere utilizzati per l’eolico marino; Puglia in pole position. Il potenziale sarebbe paragonabile a quello onshore. Enel ha avviato da tempo l'attività per la selezione dei siti, lo sviluppo della fattibilità, la stesura del progetto preliminare e lo studio di caratterizzazione ambientale di due impianti eolici offshore in Italia, al largo della Sicilia (Gela) e della Puglia (Brindisi), con una potenza complessiva tra i 50 e i 200 MW14. Il progetto siciliano prevede l’installazione di 115 generatori di grande taglia in joint-venture tra Enel (57%) e Moncada Costruzioni (43%) per una potenza complessiva tra i 345 a 575 MW. Le torri alte 100 metri, avranno rotori del diametro di circa 110 metri e saranno ancorate a 30 metri di profondità. L’investimento massimo è di 500 milioni di euro, per un impianto che a regime, fornirà energia elettrica per 1.150 milioni di chilowattora, tanto da coprire il fabbisogno di 390.000 famiglie, evitando emissioni di CO2 in atmosfera per circa 815.000 tonnellate annue. Sinora però la Regione Sicilia non ha ancora dato l’ok al progetto che nel corso degli ultimi due anni non ha fatto passi avanti. Miglior sorte pare stia avendo un altro progetto, di fronte alla costa di Termoli, al quale nel mese di settembre, il ministro Stefania Prestigiacomo ha concesso il nullaosta al decreto VIA (Valutazione d'impatto ambientale). Nei piani della società proponente, la milanese Effeventi, il parco eolico dovrebbe sorgere nel giro di un anno e mezzo. Ma il governo regionale del Molise appare fortemente contrario alla realizzazione della prima centrale eolica offshore d'Italia, il progetto per un parco di cinquantaquattro pali alti 80 metri con eliche lunghe 5 metri posizionati di fronte alla spiaggia di Petacciato e a circa 5 miglia da quella di Termoli. Pali capaci di generare una potenza complessiva di 162 megawatt, che produrranno energia elettrica per 450milioni di chilowatt orari, sufficienti a soddisfare il bisogno di 120 mila famiglie. 13 14 Intervista a quotidianoenergia.it, 6 ottobre 2009. http://www.enel.it/attivita/novita_eventi/archivio_novita/vagliasindi_gse/ Testo disponibile su www.martinbuber.eu 9 Caratteristiche centrale offshore di Termoli Acque territoriali del Molise Localizzazione 162 MW Potenza nominale complessiva 9 Km Distanza da Termoli 4,5 – 5 Km Distanza minima dalla riva Da 12 a 20 metri Profondità del fondale Da 45 a 54 Numero di turbine 12 mesi circa Tempo di costruzione Da 20 a 25 anni Vita utile della centrale Layout dell’impianto (fonte Ministero dell’ambiente) Da questi cenni appare che solare fotovoltaico ed eolico potrebbero fornire nel 2020 circa 40 TWh di energia elettrica con una stima prudente del fotovoltaico, con una stima aggressiva si potrebbe arrivare a 50/60 TWh. La quota rimanente di rinnovabile necessaria ad arrivare all’obiettivo dei 69,6 TWh, potrebbe venire dall’utilizzo delle biomasse, dall’aumento del geotermico e dall’avvio del solare termodinamico. Nel 2020 il geotermico potrebbe toccare i 9 TWh (rispetto ai 5,5 del 2008), le biomasse potrebbero arrivare a 7,2 TWh rispetto ai 2,7 attuali, mentre nel 2010 entrerà in funzione il primo impianto solare termodinamico di Priolo, in Sicilia, ed entro il 2020 anche questa fonte potrebbe portare un suo dignitoso contributo pari a 2,7 TWh. Testo disponibile su www.martinbuber.eu 10 Il termico convenzionale Nel 2005 la domanda elettrica nazionale è stata pari a 330 TWh. Nel 2008 è stata di 339,5, poco meno del 3% in più (ma circa lo 0,8% in meno rispetto a quanto previsto). Terna stima che nel 2018 la domanda possa arrivare a 415,5 TWh in uno scenario di sviluppo15 che presuppone un tasso medio annuo di crescita dell’1,8%. Si tratta di uno scenario difficile da realizzare poiché i tassi di crescita negli ultimi anni sono stati inferiori all’1%, nel 2008 non c’è stata crescita e nel 2009 si registra un calo significativo: “nei primi nove mesi del 2009 la richiesta è in calo del 7,4% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente; valore che in termini decalendarizzati è pari a -7,2%”16. Uno scenario più realistico è quello base, che ipotizza un tasso medio del +0,9%, corrispondente a una domanda elettrica di 377 TWh nel 2018. Ipotizzando un aumento dell’1% annuo nei due anni successivi si arriva alla stima di 384,4 TWh al 202017. Altri studi ipotizzano un valore inferiore, ad esempio di 373,618 TWh, ma considereremo il valore precedente nei nostri calcoli. Sottraendo ai 384,4 TWh i 129,6 da produrre con fonti rinnovabili si ottiene il dato della produzione elettrica che nel 2020 dovremo coprire con il termico convenzionale (ed eventualmente col nucleare). Si tratta di 255 TWh. La potenza degli impianti termici installata al 31 dicembre 2008 era di 73 GW Per produrre col termico convenzionale tale quantità annua di corrente occorrono 40 GW di potenza installata, arrotondiamo pure a 50 GW per tenere contro delle manutenzioni cicliche, questa è la cifra necessaria nel 2020 per garantirsi corrente elettrica sufficiente. Ebbene quant’è oggi la potenza termica installata in Italia? La potenza netta19 degli impianti termici installata al 31 dicembre 2008 era di 73 GW (73.393,6 MW)20. Ma nei prossimi anni entreranno in servizio nuovi impianti attualmente un costruzione (o già ultimati), per un totale di circa 10.000 MW. Anno entrata in servizio 2009 MW totali 2010 2011 2012 Dettaglio impianti 4.624 Torrevaldaliga (1.254), Scandale (800), Moncalieri (250), Ferrara (800), Napoli Levante (250), Gissi (800), Mililli (470). 2.585 Torrevaldaliga (627), Bertonico (800), Modugno (750), San Severo (408) 750 Aprilia 1.998 Salerno Salerno (768), Tavazzano con Montanaso (400), Torino Nord (400) e 15 “Aggiornamento previsioni della domanda elettrica in Italia”, anni 2008-2018, Terna, novembre 2008. Vedi RAPPORTO MENSILE SUL SISTEMA ELETTRICO CONSUNTIVO SETTEMBRE 2009, TERNA. 17 Considerando la stima dello scenario sviluppo e ipotizzando un aumento annuo dell’1% nei due anni successivi possiamo stimare al 2020 una domanda pari a 423,8 TWh (35,5 Mtep). 18 Il valore dell’energia fotovoltaica in Italia, Arturo Lorenzoni Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università degli Studi di Padova e IEFE, Università Bocconi. Roma, 01 ottobre 2009. 19 La potenza efficiente di un impianto di generazione è la massima potenza elettrica possibile per una durata di funzionamento sufficientemente lunga per la produzione esclusiva di potenza attiva, supponendo tutte le parti dell'impianto interamente in efficienza e nelle condizioni ottimali (di portata e di salto nel caso degli impianti idroelettrici e di disponibilità di combustibile e di acqua di raffreddamento nel caso degli impianti termoelettrici). 20 Dati statistici sull’energia elettrica 2008 in Italia, Terna 2009. 16 Testo disponibile su www.martinbuber.eu 11 Turbigo (430). 9.957 Totale Fonte: Ministero per lo sviluppo economico, 13 novembre 2009. Oltre a questi ve ne sono altri per cui è stato approvato il decreto VIA21: Località Pontinia Offlaga Presenzano Flumeri Benevento Vado Ligure Falconara Taranto Totale MW 400 780 400 400 400 460 580 240 3.660 fonte Gas Gas Gas Gas Gas Carbone Gas Gas Proprietà Acea Electrabel Ansaldo Energia Ecofuture Edison Luminosa Tirreno Power Api Raffineria Ancona Enipower Nota: L’impianto di Porto Tolle non è stato considerato poiché si tratta di una riconversione di un impianto già esistente Per non parlare di altri impianti in attesa di valutazione. I conti sono presto fatti, la potenza delle centrali termiche attuali, sommata a quella in costruzione è sarà praticamente doppia rispetto alle esigenze: 73.394 + 9.957 + 3.660 + 87.011 = Potenza installata al 21 dicembre 2008 Potenza che entrerà in servizio negli anni 2009-2012 Potenza che ha già ottenuto VIA Totale potenza ipotizzabile entro il 2020 Conclusioni In vista del 2020 abbiamo già ora impianti termici in grado di coprire la domanda di energia elettrica stimata. Sul fronte delel rinnovabili, solo la scarsa volontà politica potrebbe farci mancare l’obiettivo. Il piano governativo di mettere in cantiere 12/13 mila MW di nucleare (equivalenti ad almeno 100 TWh di corrente annua22) genererebbe un surplus produttivo che imporrebbe il blocco immediato di nuovi sviluppi nel termico convenzionale, ovvero un deciso stop a nuove centrali a carbone, la chiusura di tutti gli impianti ad olio combustibile, il blocco alla costruzione di nuovi rigassificatori, visto il necessario ridimensionamento della generazione a metano. Ma nulla di tutto questo appare nelle intenzioni del governo, il che fa apparire superfluo un piano nucleare stimabile in un costo di sola costruzione di almeno 40 miliardi di euro, che produrrebbe i suoi effetti produttivi molto in là nel tempo, abbondantemente dopo il 2020. Per qualsiasi segnalazione scrivere a [email protected] 21 Valutazione di Impatto Ambientale. Le sole quattro centrali che Enel ed EDF dovrebbero costruire produrrebbero 50,5 TWh calcolando un funzionamento al 90% 22 Testo disponibile su www.martinbuber.eu 12