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Il nucleare non è una necessità
Generazione elettrica: due conti sulla potenza installata necessaria nel 2020
Roberto Meregalli, 4 novembre 2009
In vista del 2020 abbiamo già ora impianti termici in grado di coprire la domanda di
energia elettrica stimata. Sul fronte delle rinnovabili, solo la scarsa volontà politica
potrebbe farci mancare l’obiettivo.
Il piano governativo di mettere in cantiere 12/13 mila MW di nucleare (equivalenti
ad almeno 100 TWh di corrente annua) genererebbe un surplus produttivo che
imporrebbe il blocco immediato di nuovi sviluppi nel termico convenzionale, ovvero
un deciso stop a nuove centrali a carbone, la chiusura di tutti gli impianti ad olio
combustibile, il blocco alla costruzione di nuovi rigassificatori, visto il necessario
ridimensionamento della generazione a metano.
Ma nulla di tutto questo appare nelle intenzioni del governo, il che fa apparire
superfluo un piano nucleare stimabile in un costo di sola costruzione di almeno 40
miliardi di euro, che produrrebbe i suoi effetti produttivi molto in là nel tempo,
abbondantemente dopo il 2020.
Unità di misura:
Potenza
Produzione
1
kW
kWh
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
1.000
MW
MWh
1.000.000
GW
GWh
1.000.000.000
TW
TWh
1
La direttiva europea 2009/28/CE stabilisce che entro il 30 giugno 2010 ogni stato membro
dell’Unione consegni a Bruxelles un piano d’azione dettagliato sulle fonti di energia rinnovabile
(FER).
Nel 2005, la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili era
del 5,2% (oggi siamo intorno all’8%), dato calcolato sul
consumo finale lordo (CFL). Entro il 2020 questa percentuale
deve salire al 17%.
In altri termini da 7,1 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti
di petrolio), si deve passare a 22,25 Mtep, ed entro giugno
2010 il nostro governo deve documentare il piano d’azione
che intende perseguire per raggiungere l’obiettivo.
L’obiettivo stabilito
dalla direttiva europea
2009/28/CE è quello di
produrre 22,25 Mtep di
energia con fonti
rinnovabili.
Consumo finale lordo di energia
Energia fa fonti rinnovabili consumata
Di cui elettricità da FER
Anno base
(2005)
136,5
7,1
4,5
Obiettivo UE al
2020
131
22,25
10,6 (123 TWh)
Dati espressi in Mtep
Il consumo finale lordo di energia primaria nel 2005 era infatti di 136,5 Mtep, nel 2020, grazie
anche all’impegno di ridurre del 20% il consumo energetico, dovrebbe ridursi a 131 Mtep, 22,25 di
questi (ovvero il 17%) devono essere prodotti da FER.
Occorre dunque pensare a come produrre 15,15 Mtep; si tratta di una sfida ambiziosa poiché
coinvolgerà sia la generazione elettrica, sia il riscaldamento delle abitazioni, sia il settore dei
trasporti, dove appare molto difficile ridurre le emissioni. La Fondazione per lo sviluppo
sostenibile1 recentemente ha proposto un piano che prevede che i 15,15 Mtep necessari siano
prodotti come segue:
L’obiettivo è
quello di produrre
22,25 Mtep di
energia da FER
•
•
•
6,1 dalla generazione elettrica,
6 dal riscaldamento/raffrescamento,
2,5 dai biocarburanti.
Generazione elettrica: obiettivo 129,6 TWh
Nella generazione elettrica, 6 Mtep sono equivalenti a 69,6 Twh2; sommati ai 60,5 prodotti nel
20083 totalizzano un obiettivo pari a 129,6 TWh. E’ un obiettivo possibile?
La crisi economico-finanziaria mondiale non ha risparmiato il comparto delle rinnovabili nella
prima parte di questo 2009, ma gli effetti sono stati molto ridotti rispetto ad altri settori. Il
fotovoltaico, sostenuto dall’incentivazione, è cresciuto senza sosta, attualmente4 (considerando i
1
Il rapporto 2009 della Fondazione per lo sviluppo sostenibile è disponibile su www.fondazionesvilupposostenibile.org
1 Mtep = 11,6 TWh
3
Per consultare la produzione 2008 da FER vedi http://www.martinbuber.eu/energia/documenti/rinnovabili2008.pdf
4
Alla data di redazione del presente documento.
2
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
2
50MW installati prima del conto energia), possiamo stimare 700 MW5 installati, entro fine anno è
possibile che sia sfiorato il tetto dei 1.000 MW anche se i dati definitivi saranno disponibili solo a
marzo 2010.
Evoluzione potenza installata (MW)
800
600
400
200
0
93
1
94
05 14
06 15
07 16
08 17
09
2 953 964 975 986 997 008 019 02
10 03
11 04
12 13
Anno
Fonte: GSE, il dato 2009 è parziale e non comprende i due mesi finali dell’anno.
Kyoto Club6 stima che nel 2010 la potenza raddoppi e tocchi quota 2.000 MW.
Il potenziale fotovoltaico italiano ha enormi potenzialità. Il Position Paper presentato alla
Commissione Europea dal governo Prodi nel 2007, contiene una stima al 2020 di 9,5 GW installati.
Il rapporto della commissione Nazionale per l’Energia Solare7 (Cnes), redatto nel 2006, lo eleva a
15 GW per una corrispondente produzione di corrente elettrica pari a 10-15 TWh.
Uno studio più recente (1 ottobre 2009) realizzato da
Confindustria Anie/Gifi8 conferma tale stima ma con una
produzione di corrente maggiore: 19,50 TWh (e 90 mila nuovi
posti di lavoro); per avere un riferimento si tratterebbe di una
cifra superiore all’attuale produzione idroelettrica. Energy &
Strategy group, analizzando la possibilità di sfruttare le superfici
coperte dei supermercati e dei centri commerciali, le superfici
agricole non produttive e le nuove case arriva a stimare al 2020
un potenziale di 66,5 GW (vedi tabella seguente).
Anie/Gifi stima che il
fotovoltaico nel 2020
produrrà 19,50 TWh di
corrente (e 90 mila
nuovi posti di lavoro)
Potenzialità del fotovoltaico in Italia
Potenziale installabile (in GW)
Settore
5,2
Nuove edificazioni residenziali
0,7
Superfici commerciali grande distribuzione
5,8
Superfici agricole a serra
54,8
Terreni incolti/a scarso rendimento agricolo
66,5
Totale
Fonte: Energy & Strategy group
5
Ritratta di MWp, megawatt di picco, ma per facilità di lettura in tutto il testo si ometterà la “p” di picco nei dati sul
fotovoltaico.
6
http://www.qualenergia.it/view.php?id=1139&contenuto=Articolo
7
http://www2.minambiente.it/pdf_www2/dsa/cnes/rapporto_preliminare_cnes_solare_fotovoltaico.pdf
8
http://www.gifi-fv.it/cms/it/notizie/67-politiche/359-conto-energia-tariffe-ridotte-per-un-mercato-sostenibile
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
3
Fonte GSE ottobre 2009
Incentivi erogatio al 1 ottobre 2009: 246 miloni di €
Fonte GSE ottobre 2009
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
4
I costi del fotovoltaico
Quando si parla di fotovoltaico emergono molte voci critiche che puntano il dito contro l’eccessivo
costo dell’incentivazione economica di cui questa fonte gode. Le tariffe in vigore sono le seguenti:
E’ importante sottolineare che l’onere di queste tariffe ricade direttamente sulle bollette degli
italiani e non rientra nella fiscalità generale. Nel 2008 il costo totale degli incentivi è stato di 110
milioni di euro, per il 2009 la stima è di 300 milioni. A regime (ovvero al raggiungimento del tetto
previsto di 1.200 MW), la spesa stimata è di 1 miliardo di euro l’anno sino al termine dei vent’anni
previsti dal conto energia. Secondo Alessandro Ortis9, presidente dell'Autorità per l'energia elettrica
e il gas, nel caso si incentivassero con gli stessi livelli ulteriori 7 mila megawatt, l’onere salirebbe a
5 miliardi l’anno. Ma questo non accadrà perché entro la fine del 2009 il governo presenterà il
nuovo regime tariffario per il periodo 2011-2015 che ridurrà gli incentivi.
Andamento incentivi annuali riconosciuti dal GSE confrontati con la potenza cumulata
Fonte: GSE: Relazione delle attività settembre 2007 – agosto 2008 (8 gennaio 2009)
9
I costi in bolletta delle rinnovabili, l’analisi e le proposte dell’Autorità, Alessandro Ortis, pubblicato su Staffetta
Quotidiana il 7 ottobre 2009.
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
5
La fine degli incentivi
Il limite massimo di potenza incentivabile è stabilito in 1.200 Mw; raggiunto tale valore sarà
possibile continuare a godere degli incentivi per ulteriori 14 mesi (24 nel caso di enti pubblici).
Con l’approssimarsi del tetto dei 1.200 MW, che sarà probabilmente raggiunto nella primavera del
2010, potrebbe scattare una accelerazione di installazioni per poter usufruire ancora degli incentivi.
Pertanto nel 2010 si stima un aumento record delle installazioni.
E’ però importante notare che la contabilizzazione dei costi degli incentivi relativi al fotovoltaico
deve comprendere altre voci. Ad esempio prendendo in considerazione i dati del 2008 (gli unici
definitivi) a fronte di incentivi erogati dal GSE (circa 4 euro/anno per famiglia) sono entrati in
servizio 330 MW generando un giro d’affari di 2 miliardi di euro. Questo significa che lo stimolo
dell’incentivo è stato moltiplicato per 20. In tre anni sono stati creati 15 mila posti di lavoro e sono
aumentate le entrate fiscali per lo stato.
La tabella che segue stima costi e benefici da qui al 2020 nell’ipotesi di arrivare a 15 GW di
installato, il costo netto tende ad essere la metà del costo di incentivazione e tende a ridursi
drasticamente col passare degli anni.
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
2020
Costi e benefici del programma di incentivazione fotovoltaica (valori espressi in milioni di €)
Costo
IVA su
Valore
Riduzione
Costo netto
incentivazione investimenti
emissioni
bolletta
evitate
energetica
468
203
9,4
61
194
758
209
15,2
102
433
900
231
21,9
149
498
1.049
256
29,7
207
557
1.202
282
38,6
275
607
1.358
311
49
355
643
1.513
342
61,1
451
659
1.661
374
75
565
647
1.798
409
91
700
599
1.915
445
109,6
860
500
2.000
482
131,1
1.049
338
2.042
521
156
1.273
93
Fonte: Arturo Lorenzoni, Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università degli Studi di Padova e IEFE, Università Bocconi.
Come si vede a fronte della spesa per gli incentivi va considerato l’aumento del gettito dell’IVA
derivante dagli investimenti, la monetarizzazione delle
emissioni risparmiate e la riduzione della bolletta
energetica (risparmio nell’import di combustibili
fossili).
Gli incentivi fotovoltaici sono insomma da considerare
come una ottima misura che ha favorito gli
investimenti privati in un settore produttivo, chi li ha
sinora criticati per la loro eccessiva convenienza (per il
privato) deve considerare che il conto energia si è
rivelato “uno strumento efficace per indurre il privato
a investire nel futuro del proprio paese, impiegando
risorse che altrimenti sarebbero state bloccate dai
il conto energia si è rivelato
uno strumento efficace per
indurre il privato a investire
nel futuro del proprio paese,
impiegando risorse che
altrimenti sarebbero state
bloccate dai circuiti della
speculazione finanziaria
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
6
circuiti della speculazione finanziaria”10. Inoltre visto il gran numero di impianti domestici di
piccola taglia, il conto si è rivelato anche un ottimo distributore di risorse: da questo punto di vista il
fotovoltaico è un settore che favorisce la distribuzione e non la concentrazione.
Gifi11 propone per il futuro un nuovo regime tariffario con validità di cinque anni (2011-2015) che
innalzi il limite di potenza incentivabile ad almeno 7.000 MWp (dagli attuali 1.200 MWp), che
preveda le incentivazioni riportate nella tabella seguente, valori che Gifi ritiene eviterebbero il
crollo degli investimenti. Dal 2015 gli incentivi non saranno più necessari perché per quella data il
costo di produzione dell’energia elettrica col fotovoltaico sarà economicamente competitivo con
quello delle altre fonti (greed parity); le regioni meridionali italiane sono fra le prime zone al
mondo in cui gli analisti prevedono il raggiungimento di questo obiettivo già nel 2012.
kWp
Nuove incentivazione proposte da Gifi per il periodo 2011-2015
Impianti a terra
Impianti su edifici
€/kWh (riduzione % vs. 2010)
€/kWh (riduzione % vs. 2010)
0,365 (5%)
0,339 (7%)
0,298 (14%)
0,291 (16%)
0,277 (20%)
0,401 (5%)
0,375 (7%)
0,330 (14%)
0,323 (16%)
0,307 (20%)
1–6
6 – 50
50 – 200
200 – 1.000
> 1.000
Fonte: Gifi
Confronto con l’incentivazione in Germania e Spagna, i due paesi leader al mondo
nelle installazioni del fotovoltaico
10
11
Alex Sokorin, consigliere Gifi – responsabile rapporti con Confindustria su FV Fotovoltaici, ottobre 2009.
Gruppo imprese fotovoltaiche Italiane, http://www.gifi-fv.it/cms/
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
7
Eolico
Nel quinquennio 2004-2008 la produzione di impianti eolici in Italia è cresciuta ad un tasso medio
del 21%. Nel 2008 la corrente elettrica prodotta è stata pari a 4,8 TWh, 1,6% della produzione netta
totale. Molte sono le potenzialità anche per questa fonte, Il Position paper del governo contiene una
previsione di produzione totale al 2020 di 22,60TWh, rispetto al
2,35TWh del 2005; uno studio Anev (Associazione nazionale
Energia dal Vento) ha valutato un potenziale di 16,2 GW per
una produzione annua di 27,2 TWh.
La prima regione produttrice è la Puglia col 27,1%, seguita dalla
Sicilia col 21,5% e dalla Campania (20,4%). Rispetto alla
ventosità annua risultano grandi potenzialità di sviluppo oltre
che in queste regioni, anche in Sardegna, Basilicata e Calabria.
Nel 2008 la corrente
elettrica prodotta è
stata pari a 4,8 TWh,
1,6% della produzione
netta totale
Distribuzione di potenza e numerosità impianti eolici al 2008
Fonte: GSE
Il problema dell’eolico è attualmente legato agli impedimenti che le amministrazioni locali stanno
opponendo ai tanti progetti presentati dalle aziende e dalla inadeguatezza della rete elettrica
nazionale. “Già nel 2008 gli impianti eolici hanno generato meno energia rispetto a quanto
avrebbero potuto produrre a causa di limitazioni sulla capacità di trasporto della rete di trasmissione
che hanno, nei periodo ad alta ventosità, impedito il funzionamento degli impianti a carichi
eccedenti il 30-40% del valore nominale”12.
12
L’eolico, Dati statistici al 31 dicembre 2008, GSE.
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
8
Il problema della rete
Le fonti rinnovabili necessitano di una rete elettrica adeguata e capillare. Le reti di tutto il mondo
storicamente sono nate per collegare grandi centrali di produzione ai consumatori.
In Italia la situazione è particolarmente critica in alcune zone del centro-sud, proprio nelle regioni
in cui si sta sviluppando maggiormente l’eolico. Nel 2008 gli impianti non hanno potuto produrre a
capacità piena ed il problema è emerso nel dibattito politico. Terna giustifica i ritardi sostenendo di
aver ereditato una situazione di forte ritardo nello sviluppo della rete, “negli ultimi anni abbiamo
aumentato gli investimenti del 300%” dice Gianni Armani, direttore operations di Terna13, “altri
interventi sono in autorizzazione per 2 miliardi di euro, di cui 1,4 dedicati alle rinnovabili, con 12
stazioni elettriche e 10 elettrodotti”. Il problema è che è mancata lungimiranza e pianificazione ed
ora in pieno boom di rinnovabili Terna si trova di fronte ad una esplosione di richieste di
connessione che fra eolico e fotovoltaico raggiungono i 100.000 MW, quasi il doppio del consumo
di picco del paese!
Oltre all’eolico onshore, anche nel nostro paese sono possibili buoni sviluppi nell’offshore.
Secondo l’Associazione OWEMES (Offshore Wind and other marine renewable Energy in
Mediterranean and European Seas) 11.686 Km2 dei mari italiani possono essere utilizzati per
l’eolico marino; Puglia in pole position. Il potenziale sarebbe paragonabile a quello onshore.
Enel ha avviato da tempo l'attività per la selezione dei siti, lo sviluppo della fattibilità, la stesura del
progetto preliminare e lo studio di caratterizzazione ambientale di due impianti eolici offshore in
Italia, al largo della Sicilia (Gela) e della Puglia (Brindisi), con una potenza complessiva tra i 50 e i
200 MW14.
Il progetto siciliano prevede l’installazione di 115 generatori di grande taglia in joint-venture tra
Enel (57%) e Moncada Costruzioni (43%) per una potenza complessiva tra i 345 a 575 MW.
Le torri alte 100 metri, avranno rotori del diametro di circa 110 metri e saranno ancorate a 30 metri
di profondità. L’investimento massimo è di 500 milioni di euro, per un impianto che a regime,
fornirà energia elettrica per 1.150 milioni di chilowattora, tanto da coprire il fabbisogno di 390.000
famiglie, evitando emissioni di CO2 in atmosfera per circa 815.000 tonnellate annue.
Sinora però la Regione Sicilia non ha ancora dato l’ok al progetto che nel corso degli ultimi due
anni non ha fatto passi avanti.
Miglior sorte pare stia avendo un altro progetto, di fronte alla costa di Termoli, al quale nel mese di
settembre, il ministro Stefania Prestigiacomo ha concesso il nullaosta al decreto VIA (Valutazione
d'impatto ambientale). Nei piani della società proponente, la milanese Effeventi, il parco eolico
dovrebbe sorgere nel giro di un anno e mezzo.
Ma il governo regionale del Molise appare fortemente contrario alla realizzazione della prima
centrale eolica offshore d'Italia, il progetto per un parco di cinquantaquattro pali alti 80 metri con
eliche lunghe 5 metri posizionati di fronte alla spiaggia di Petacciato e a circa 5 miglia da quella di
Termoli. Pali capaci di generare una potenza complessiva di 162 megawatt, che produrranno
energia elettrica per 450milioni di chilowatt orari, sufficienti a soddisfare il bisogno di 120 mila
famiglie.
13
14
Intervista a quotidianoenergia.it, 6 ottobre 2009.
http://www.enel.it/attivita/novita_eventi/archivio_novita/vagliasindi_gse/
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
9
Caratteristiche centrale offshore di Termoli
Acque territoriali del Molise
Localizzazione
162 MW
Potenza nominale complessiva
9 Km
Distanza da Termoli
4,5 – 5 Km
Distanza minima dalla riva
Da 12 a 20 metri
Profondità del fondale
Da 45 a 54
Numero di turbine
12 mesi circa
Tempo di costruzione
Da 20 a 25 anni
Vita utile della centrale
Layout dell’impianto (fonte Ministero dell’ambiente)
Da questi cenni appare che solare fotovoltaico ed eolico potrebbero fornire nel 2020 circa 40 TWh
di energia elettrica con una stima prudente del fotovoltaico, con una stima aggressiva si potrebbe
arrivare a 50/60 TWh.
La quota rimanente di rinnovabile necessaria ad arrivare all’obiettivo dei 69,6 TWh, potrebbe
venire dall’utilizzo delle biomasse, dall’aumento del geotermico e dall’avvio del solare
termodinamico.
Nel 2020 il geotermico potrebbe toccare i 9 TWh (rispetto ai 5,5 del 2008), le biomasse potrebbero
arrivare a 7,2 TWh rispetto ai 2,7 attuali, mentre nel 2010 entrerà in funzione il primo impianto
solare termodinamico di Priolo, in Sicilia, ed entro il 2020 anche questa fonte potrebbe portare un
suo dignitoso contributo pari a 2,7 TWh.
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
10
Il termico convenzionale
Nel 2005 la domanda elettrica nazionale è stata pari a 330 TWh.
Nel 2008 è stata di 339,5, poco meno del 3% in più (ma circa lo 0,8% in meno rispetto a quanto
previsto). Terna stima che nel 2018 la domanda possa arrivare a 415,5 TWh in uno scenario di
sviluppo15 che presuppone un tasso medio annuo di crescita dell’1,8%. Si tratta di uno scenario
difficile da realizzare poiché i tassi di crescita negli ultimi anni sono stati inferiori all’1%, nel 2008
non c’è stata crescita e nel 2009 si registra un calo significativo: “nei primi nove mesi del 2009 la
richiesta è in calo del 7,4% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente; valore che in
termini decalendarizzati è pari a -7,2%”16.
Uno scenario più realistico è quello base, che ipotizza un tasso medio del +0,9%, corrispondente a
una domanda elettrica di 377 TWh nel 2018. Ipotizzando un aumento dell’1% annuo nei due anni
successivi si arriva alla stima di 384,4 TWh al 202017. Altri studi ipotizzano un valore inferiore, ad
esempio di 373,618 TWh, ma considereremo il valore precedente nei nostri calcoli.
Sottraendo ai 384,4 TWh i 129,6 da produrre con fonti rinnovabili si ottiene il dato della produzione
elettrica che nel 2020 dovremo coprire con il termico convenzionale (ed eventualmente col
nucleare). Si tratta di 255 TWh.
La potenza degli
impianti termici
installata al 31
dicembre 2008
era di 73 GW
Per produrre col termico convenzionale tale quantità annua di corrente
occorrono 40 GW di potenza installata, arrotondiamo pure a 50 GW
per tenere contro delle manutenzioni cicliche, questa è la cifra
necessaria nel 2020 per garantirsi corrente elettrica sufficiente.
Ebbene quant’è oggi la potenza termica installata in Italia?
La potenza netta19 degli impianti termici installata al 31 dicembre
2008 era di 73 GW (73.393,6 MW)20.
Ma nei prossimi anni entreranno in servizio nuovi impianti attualmente un costruzione (o già
ultimati), per un totale di circa 10.000 MW.
Anno entrata in
servizio
2009
MW totali
2010
2011
2012
Dettaglio impianti
4.624 Torrevaldaliga (1.254), Scandale (800),
Moncalieri (250), Ferrara (800), Napoli
Levante (250), Gissi (800), Mililli
(470).
2.585 Torrevaldaliga (627), Bertonico (800),
Modugno (750), San Severo (408)
750 Aprilia
1.998 Salerno Salerno (768), Tavazzano con
Montanaso (400), Torino Nord (400) e
15
“Aggiornamento previsioni della domanda elettrica in Italia”, anni 2008-2018, Terna, novembre 2008.
Vedi RAPPORTO MENSILE SUL SISTEMA ELETTRICO CONSUNTIVO SETTEMBRE 2009, TERNA.
17
Considerando la stima dello scenario sviluppo e ipotizzando un aumento annuo dell’1% nei due anni successivi
possiamo stimare al 2020 una domanda pari a 423,8 TWh (35,5 Mtep).
18
Il valore dell’energia fotovoltaica in Italia, Arturo Lorenzoni Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università degli
Studi di Padova e IEFE, Università Bocconi. Roma, 01 ottobre 2009.
19
La potenza efficiente di un impianto di generazione è la massima potenza elettrica possibile per una durata di
funzionamento sufficientemente lunga per la produzione esclusiva di potenza attiva, supponendo tutte le parti
dell'impianto interamente in efficienza e nelle condizioni ottimali (di portata e di salto nel caso degli impianti
idroelettrici e di disponibilità di combustibile e di acqua di raffreddamento nel caso degli impianti termoelettrici).
20
Dati statistici sull’energia elettrica 2008 in Italia, Terna 2009.
16
Testo disponibile su www.martinbuber.eu
11
Turbigo (430).
9.957
Totale
Fonte: Ministero per lo sviluppo economico, 13 novembre 2009.
Oltre a questi ve ne sono altri per cui è stato approvato il decreto VIA21:
Località
Pontinia
Offlaga
Presenzano
Flumeri
Benevento
Vado Ligure
Falconara
Taranto
Totale
MW
400
780
400
400
400
460
580
240
3.660
fonte
Gas
Gas
Gas
Gas
Gas
Carbone
Gas
Gas
Proprietà
Acea Electrabel
Ansaldo Energia
Ecofuture
Edison
Luminosa
Tirreno Power
Api Raffineria Ancona
Enipower
Nota: L’impianto di Porto Tolle non è stato considerato poiché si tratta di una riconversione di un impianto già esistente
Per non parlare di altri impianti in attesa di valutazione.
I conti sono presto fatti, la potenza delle centrali termiche attuali, sommata a quella in costruzione è
sarà praticamente doppia rispetto alle esigenze:
73.394 +
9.957 +
3.660 +
87.011 =
Potenza installata al 21 dicembre 2008
Potenza che entrerà in servizio negli anni 2009-2012
Potenza che ha già ottenuto VIA
Totale potenza ipotizzabile entro il 2020
Conclusioni
In vista del 2020 abbiamo già ora impianti termici in grado di coprire la domanda di energia
elettrica stimata. Sul fronte delel rinnovabili, solo la scarsa volontà politica potrebbe farci mancare
l’obiettivo.
Il piano governativo di mettere in cantiere 12/13 mila MW di nucleare (equivalenti ad almeno 100
TWh di corrente annua22) genererebbe un surplus produttivo che imporrebbe il blocco immediato di
nuovi sviluppi nel termico convenzionale, ovvero un deciso stop a nuove centrali a carbone, la
chiusura di tutti gli impianti ad olio combustibile, il blocco alla costruzione di nuovi rigassificatori,
visto il necessario ridimensionamento della generazione a metano.
Ma nulla di tutto questo appare nelle intenzioni del governo, il che fa apparire superfluo un piano
nucleare stimabile in un costo di sola costruzione di almeno 40 miliardi di euro, che produrrebbe i
suoi effetti produttivi molto in là nel tempo, abbondantemente dopo il 2020.
Per qualsiasi segnalazione scrivere a [email protected]
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Valutazione di Impatto Ambientale.
Le sole quattro centrali che Enel ed EDF dovrebbero costruire produrrebbero 50,5 TWh calcolando un funzionamento
al 90%
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Testo disponibile su www.martinbuber.eu
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