GRIGLIA DEGLI ARGOMENTI 1. Assistenza e beneficenza A. Nagel, Charitable choice: the religious component of the US-Welfare-Reform — Theoretical and methodological reflections on "faith-based-organizations" as social service agencies, Numen, 1/2006, pp.78-111 Abstract Are religious institutions gaining new strength in the modern welfare state? The concept of "Charitable Choice" is part of a comprehensive welfare reform under the Clinton-Government in 1996. It aims at the formal inclusion of religious organizations ("Faith-Based-Organizations") into the public welfare system. The new relevance of religious organizations as social service providers goes along with a shift of ideas of social inequality and deviant behaviour in terms of having not only structural and economic but also behavioural and moral reasons. The question arises, what is so productive about Faith-Based-Organizations, and, are religious institutions perhaps even more efficient than "secular" agencies? In this essay, I will discuss these questions from a theoretical and methodological point of view, arguing that religious studies have to adjust their analytical framework to the new situation. Religion has by no means lost its collective and material dimension. Therefore, I shall present neo-institutional- and neo-capitaltheories as more appropriate approaches than the outdated remains of secularization theory or postmodern etherealism. Indice I. Introduction: the fallback of secularization theory – II. Charitable choice – III. Are faith-based organizations more efficient than others? – IV. Theoretical outlook – V. Conclusion. 2. Assistenza spirituale S.Peterson, Beerheide v Suthers: A Case Study Concerning Religion in Prisons in the USA, Ecclesiastical law journal, 36/2005, pp. 67-73 V.Turchi, Le ultime intese regionali in materia di assistenza religiosa cattolica nelle strutture sanitarie, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2005, pp. 426-451 Indice Premessa – L’assistenza religiosa nelle intese regionali : i contenuti – I destinatari – I luoghi – I soggetti che concorrono a svolgere il servizio – Il rapporto di lavoro – Le intese regionali in materia di assistenza religiosa nelle strutture sanitarie e l’art. 11 dell’Accordo di Villa Madama. S. Rachet, Les chapelles des lycées, Hommes et migrations, 1258/2005 J. L. Martín Delpón, Libertad religiosa y Fuerzas Armadas, Revista española de derecho canonico, 159/2005, pp.587-622 F. Pérez-Madrid, La asistencia religiosa penitenciaria en Cataluña: la Instrucción 1/2005 del 'dret a rebre atenció religiosa en el medi penitenciari', Ius canonicum, 91/2006, pp. 219-244 S. Tarodo Soria, Libertad de conciencia y derechos del usuario de los servicios sanitarios, Universidad del Pais Vasco, Bilbao, 2005 3. Beni culturali di interesse religioso G.Pastori, I beni culturali di interesse religioso: le disposizioni pattizie e la normazione più recente, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 191-200 1 G.B.Varnier, Gioielli d’arte e segni di fede: il patrimonio dei beni culturali del Fondo Edifici di Culto, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2005, pp. 369-374 A.Chizzoniti, L’intesa del 26 gennaio 2005 tra Ministero per i beni e le attività culturali e la Conferenza Episcopale Italiana: la tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche tra continuità e innovazione, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2005, pp. 387-398 M. Renna, I beni museali (privati ed ecclesiastici) nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, Aedon, 1/2005 Indice 1. Premessa - 2. L’individuazione e la tutela dei beni – 3. La fruizione e la valorizzazione dei beni – 4. Le proposte di correzione e integrazione del Codice. P. Piras, I beni culturali di interesse religioso: alcune considerazioni di sintesi, Aedon, 3/2005 A. Roccella, La nuova intesa con la Conferenza episcopale italiana sui beni culturali di interesse religioso, Aedon, 1/2006 Indice 1. I beni culturali di interesse religioso. Nascita e consolidamento della categoria – 2. L’Intesa del 26 gennaio 2005. gli aspetti della precedente Intesa confermati e gli adeguamenti alle recenti riforme – 3. le novità introdotte dall’Intesa del 2005. A. Gentile, I beni culturali di proprietà ecclesiastica, Nuova rassegna di legislazione dottrina e giurisprudenza, 21/2005 F. Vecchi, La disciplina dei beni storici e artistici di interesse religioso nella recente normativa ordinaria e concordataria portoghese, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, pp. 643-666 Indice Introduzione – gli ampi richiami alla cultura come finalità politica, progetto programmatico e bene patrimoniale “collettivo” nella Costituzione portoghese del 1976 – le innovazioni concettuali sulla categoria dei beni culturali ecclesiastici nel Concordato portoghese del 18 maggio 2004 – Le legislazione ordinaria portoghese sul patrimonio storico-artistico di interesse religioso: la legge organica sul patrimonio culturale , n. 107/2001, del 8 settembre – L’Istituto Portoghese del Patrimonio Architettonico (IPPAR) e i criteri di tutela e valorizzazione dei beni monumentali di interesse religioso (“Conjuntos”, Sés Catedrais, Igrejas, Sítios arqueologicos): la “tutela integrata” e la “contrattualizzazione” – Misure a tutela degli antichi organi di chiesa – Musei Diocesani, Biblioteche e Archivi ecclesiastici – Feste religiose: un versante del patrimonio culturale immateriale. Le “Mordomias” della Diocesi di Viseu – Conclusioni. A. G. ChizzonitI, I musei ecclesiastici e l'intesa sui beni culturali di interesse religioso del 2005, Il diritto ecclesiastico, 4/2005, pp. 865-887 A. Roccella, Le intese delle Regioni con le autorità ecclesiastiche sui beni culturali d’interesse religioso, Le regioni, 6/2006, pp. 1105-1126 4. Bioetica G. Micari, La giurisprudenza, valorizzando l’argomento storico, si pronuncia (benevolmente) per la prima volta sulla l. n. 40 del 2004: dura lex sed lex e le perdute occasioni di riaffermare i principi costituzionali (summum ius, summa iniuria), Giurisprudenza di merito, 1/2005, I, pp. 22-41 Unione Giuristi Cattolici Italiani, Dichiarazione in tema di procreazione medicalmente assistita, (PMA) con riferimento alla legge 40/2004, Iustitia, 2/2005, pp. 127-130 2 M. Del Mar Martín, El cuerpo humano y el Derecho, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 275-300 M. Fortino (a cura di), La procreazione medicalmente assistita. Atti del convegno internazionale di Messina 13-14 dicembre 2002, Giappichelli, Torino, 2005 Indice Prefazione (M. Basile-M. Fortino). – Sessione I: Libertà della coscienza etica e limiti della norma giuridica. – Introduzione alla prima sessione (V. Scalisi). – Relazioni: L’embrione castagna e l’adulto castagno (L. Lombardi Vallauri). – Quali regole per la procreazione assistita? (D. Neri). – Libertà della coscienza etica e limiti della norma giuridica: l’ipotesi della procreazione medicalmente assistita (F.D. Busnelli). – Libertà della coscienza etica e limiti della norma (G. Dalla Torre). – Paradigma constitucional, objeción de conciencia y técnicas de reproducción asistida (F. Puigpelat Martì). – Analisi di alcuni problemi etici e giuridici posti dalla procreazione assistita (C. Flamigni). – Sessione II: Sistemi giuridici a confronto. – La procreazione medicalmente assistita tra regole e principi: contributo al dibattito sulla nuova legge (Relazione di G. Ferrando). – La reproducción humana asistida en la experiencia española (V.L. Montés). – La procréation médicalement assistée en France et en Allemagne (F. Furkel). – L’assistance médicale à la procréation et le Conseil de l’Europe (C. Mackellar). – Sessione III: La prospettiva politica (Interventi di G. Palumbo, F. Stagno D’Alcontres, G. Burtone, A. Finocchiaro, L. Lombardi Vallauri). – Appendice: Le sentenze della Corte costituzionale. – Il commento (A. Ruggeri). A. D’Aloia (a cura di), Bio-tecnologie e valori costituzionali. Atti del seminario di Parma, 19 marzo 2004, Giappichelli, Torino, 2005 Indice Introduzione. – Norme, giustizia, diritti nel tempo delle bio-tecnologie: note introduttive (A. D’Aloia). – Relazioni. – La corte e la scienza (R. Bin). – Le questioni scientifiche controverse nella giurisprudenza costituzionale (M. Ainis). – Giurisprudenza costituzionale e scienza medica (G. Gemma). – Comunicazioni. – Tra ragionevoli preoccupazioni di tutela ed irragionevoli soluzioni normative: la recente disciplina sulla procreazione artificiale al banco di prova dei fini-valori della costituzione (S. Agosta). – Il principio di precauzione e le moderne biotecnologie alla luce degli ultimi sviluppi giurisprudenziali della corte di giustizia di Lussemburgo e dell’ordinamento giuridico della comunità europea (M.E. Botero C.). – Poteri istruttori della corte costituzionale e l’accesso degli elementi scientifici nel giudizio di costituzionalità (Q. Camerlengo). – Linee giurisprudenziali della corte costituzionale e della corte di cassazione in tema di atti di disposizione del corpo (G. Campanelli). – La ricerca sugli embrioni umani nella legge n. 40 del 19 febbraio 2004. Aspetti problematici e dubbi di costituzionalità (G. Coletta). – I dubbi della scienza al vaglio della corte costituzionale: dalle incertezze della scienza alle certezze del diritto (materiali giurisprudenziali) (G. D’Amico). – Biotecnologie e tutela della vita embrionale fuori dal corpo materno. Profili comparatistici di legislazione e giurisprudenza costituzionale italiana ed europea (A. Falcone). – Il diritto alla riservatezza o la riservatezza come diritto. Appunti in tema di riservatezza ed intimidad sulla scorta della giurisprudenza della corte costituzionale e del tribunal constitucional (G. Famiglietti). – Biotecnologie e sicurezza alimentare: la tutela della salute del consumatore tra corte costituzionale e corte di giustizia della comunità europea (T. Giovannetti). – L’evoluzione giurisprudenziale spagnola in merito all’obiezione di coscienza dei testimoni di Geova a ricevere trasfusioni di sangue (A. Gonzales-V. Ibéñez). – La tutela contro le emissioni inquinanti nella giurisprudenza costituzionale sull’ambiente (M. Magri). – Biotecnologie e regolazione tecnica: la giurisprudenza comunitaria sua meccanismi di tutela (R. Manfrellotti). – L’embrione crioconservato fra soluzioni normative e decisioni giurisprudenziali. Profili comparatistici (M.G. Nacci). – Persona ed essere umano: spunti per una nozione giuridica di persona alla sfida delle biotecnologie (L. Olivieri). – Conflitti culturali e bioetica: il caso delle mutilazioni genitali femminili in alcuni orientamenti giurisprudenziali (L. Scaffardi). – Anencenfalia, aborto e diritto alla salute nella giurisprudenza della corte suprema de giustizia della argentina (P. Siverino Bavio). – Sulle tre forme di “legittimazione” (scientifica, costituzionale e democratica) delle decisioni nello stato costituzionale contemporaneo (A. Spadaro). – Le disposizioni relative alla tutela dell’embrione nella nuova legge sulla procreazione medicalmente assistita (A. Sperti). – Eutanasia e valori costituzionali (C. Tripodina). – Relazione di sintesi (M. Luciani). S. Bauzon, La persona biogiuridica, Giappichelli, Torino, 2005 Indice Premessa. – Introduzione. – I. Persona “biologica” e persona “biogiuridica”. – II. I diritti dell’uomo: dogmatismo o realismo giuridico?. – III. La percezione del corpo della donna musulmana. – IV. La persona nei dibattiti sulla bioetica. – V. Alle origini del biodiritto: la responsabilità medica extracontrattuale (1835-1936). – VI. Il codice di norimberga e la difesa della persona biogiuridica. – VII. Diritto e legge nell’“affaire perruche”. – VIII. Problemi sull’inizio e la fine della vita. – IX. Sulla clonazione umana. – X. Il dibattito sulla clonazione umana nei giornali 3 italiani. – XI. Internet e il commercio della salute umana. – XII. L’accanimento procreativo. – XIII. Dal rischio alla precauzione: il caso delle biotecnologie. – Conclusione. R. Prodromo (a cura di), Progressi biomedici tra pluralismo etico e regole giuridiche, Giappichelli, Torino, 2005 Indice Premessa (L. Chieffi-R. Prodomo). – Le metamorfosi della salute nelle fasi iniziali e finali della vita (R. Prodomo). – Verso una medicina della persona (S. Spinsanti). – Individui e diritti: una prospettiva ancora valida in genetica? (A. Santosuosso). – Tutela della vita e diritto alla procreazione dinanzi alle nuove tecniche di fecondazione medicalmente assistita (I. Nicotra). – Filiazione, Tecniche biomediche e procreazione assistita (M.C. Zurlo). – La scelta di procreare tra (poche) libertà e (molti) limiti: considerazioni a margine alla recente legge sulla procreazione medicalmente assistita (F. Meola). – Clonazione e genetica nell’Islam (D. Atighetchi). – Decisioni di fine vita tra morale e diritto (P. Borsellino). – Uscita consapevole dalla vita e desiderio di esistere per sempre. Prospettive filosofiche per una bioetica di fine vita (P. Giustiniani). – Direttive anticipate: brevi note (A. Patroni Griffi). – Luci ed ombre sulla morte cerebrale. L’affermazione della nuova definizione di morte e la sua attuale crisi (R. Barcaro-P. Becchi). – Notizie sugli autori. A. Gentiluomo – A. Piga – S. Nigrotti, La procreazione medicalmente assistita nell’Europa dei quindici. Uno studio comparatistico, Giuffrè, Milano, 2005 Abstract Il lavoro ha l'ambizione di presentare una rassegna aggiornata delle normative sulla procreazione assistita esistenti nei Paesi della Comunità europea, sia pure limitatamente al gruppo dei quindici fondatori. L'opera è incentrata sull'esame comparato dei principali temi affrontati dalle normative nazionali, comprendendo l'esame delle condizioni di accesso alla procreazione assistita, le questioni di consenso ed obiezione di coscienza, lo statuto dell'embrione e le norme disciplinanti la sperimentazione, la questione della maternità surrogata. Il testo è integrato dalla normativa nazionale europea presentata in forma integrale e tradotta. Indice Prefazione di MARCO A. GRANDI - Introduzione - CAPITOLO I. PMA: ACCESSO ALLE TECNICHE, LIBERTA' E LIMITI SOGGETTIVI - 1. La fecondazione assistita: nuova forma di procreazione o trattamento terapeutico sostitutivo? - 2. Le tecniche di fecondazione assistita Schema generale - 3.Diritto di accesso alle tecniche di fecondazione disponibili - CAPITOLO II. CONSENSO ED OBIEZIONE DI COSCIENZA - 1. Attualita' del consenso 1.1. Requisiti comuni del consenso - 1.2. Consenso e responsabilita' - 2.Le normative nazionali - 3. Elementi comuni e differenze del consenso in Europa: valutazioni conclusive - 4. L'obiezione di coscienza - 5. PMA ed obiezione di coscienza - CAPITOLO III. PROCREAZIONE ETEROLOGA, SURROGAZIONE E INSEMINAZIONE POST MORTEM - 1. La procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo - 2. Esame comparato delle legislazioni vigenti nei Paesi comunitari, in materia di fecondazione assistita eterologa - 3. Divieto di fecondazione eterologa: il complesso ''caso'' italiano - 4. La maternita' surrogata: definizione - 5. Quadro comparatistico sulla disciplina attuale della maternita' surrogata: le tendenze normative nella Comunita' Europea - 6. Maternita' surrogata: quali prospettive in un'ottica comunitaria? - 7. Inseminazione post mortem: una nuova frontiera del diritto di famiglia - 8. I ''problemi'' dell'inseminazione post mortem - 9. La fecondazione post mortem nei Paesi membri della Comunita' Europea CAPITOLO IV. SPERIMENTAZIONE, RICERCA SCIENTIFICA SULL'EMBRIONE UMANO E CLONAZIONE TERAPEUTICA - 1. Premesse generali - 2. La ricerca sull'embrione: quadro generale delle normative in Europa CAPITOLO V. IDENTITA' E STATUTO DELL'EMBRIONE UMANO - 1. Lo statuto dell'embrione umano: una questione particolarmente complessa - 2. Lo statuto biologico - 3. Lo statuto etico-antropologico - 4. Lo statuto giuridico - CAPITOLO VI. LA CLONAZIONE A SCOPO RIPRODUTTIVO - 1. Da Dolly all'uomo - 2. Clonazione umana riproduttiva e diritto - CAPITOLO VII. I REGIMI SANZIONATORI - Qualche considerazione conclusiva – APPENDICE. Austria: Legislazione vigente - Belgio - Danimarca – Finlandia – Francia - Germania - Grecia - Irlanda Italia – Lussemburgo - Paesi Bassi - Portogallo - Regno Unito – Spagna - Svezia - Istituzioni comunitarie. C. Casonato – C. Piciocchi (a cura di), Biodiritto in dialogo, Cedam, Padova, 2006 Indice Introduzione (C. Casonato). - Bioetica e pluralismo nello Stato costituzionale. (C. Casonato) - Scienza medica e diritto, fra dialogo e condivisione. (F. Branz) - Diritto, bioetica e deontologia. (M. Barni) - Bioetica clinica: la dimensione normativa della pratica medica. (C. Viafora) - La bioetica, fra scienza, etica e diritto. (A. Autiero) - Le fonti del biodiritto: la complessità del dialogo. (C. Piciocchi) - Intervento conclusivo (D. Quaglioni). - Appendice. - Indice degli autori. A. Musumeci, Costituzione e bioetica, Aracne, Roma, 2005 4 Abstract Qual è il ruolo del diritto di fronte agli sviluppi e agli impieghi delle nuove tecnologie sulla vita umana? Grazie ai progressi scientifici e tecnologici, giudici e legislatori sono sempre più spesso chiamati a intervenire in un ambito, la vita biologica, che, fino a non molto tempo fa, era ritenuta estranea all’influenza del diritto, ma regolata quasi esclusivamente dal caso e dalla natura. Attraverso l’esame di alcune vicende, come la procreazione medicalmente assistita, che ha messo di fronte due diverse concezioni della vita, la laica e la cattolica, si è provato a rispondere all’interrogativo iniziale, a spiegare quale debba essere il ruolo che compete al diritto in un contesto così inedito. Il guado delicato da attraversare è il piano etico — da cui ha origine il neologismo bioethics — che rischia di precedere e condizionare qualunque soluzione giuridica. Pertanto, l’esame dei principi costituzionali, dai quali muove l’indagine qui proposta, è un presupposto irrinunciabile per capire se il nostro ordinamento, conformato ai canoni di una democrazia laica e pluralista, favorisca o meno l’espansione della sfera di libertà dei consociati, anche grazie all’ausilio delle biotecnologie. Centro Italiano Femminile, Tecnica e procreazione. Desideri, diritti e nuove responsabilità a margine della legge n. 40 del 2004, Rubbettino, Cosenza, 2005 Abstract L’approvazione della legge n. 40/2004 “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita” ha riacceso il dibattito bioetico sulle possibilità e sui limiti dell’intervento della tecnica in uno degli ambiti più significativi dell’esistenza, la trasmissione della vita. Intervenendo nella generazione sino a ridisegnarne le modalità, la tecnica apre nuove possibilità al desiderio di genitorialità, impone il ripensamento dei diritti dei soggetti coinvolti, i potenziali genitori e il nascituro, e di nuove responsabilità verso la vita umana. Il Centro Italiano Femminile, che da sempre ha posto al centro del suo impegno l’attenzione alla salute e ai diritti delle donne, ai valori della vita e della famiglia, in occasione della celebrazione del 60° anniversario della sua fondazione ha dedicato al tema una tavola rotonda, prendendone in esame con l’aiuto di esperti gli aspetti medici, sociali, giuridici ed etici, e dando spazio a quel “ragionare sui valori” che costituisce il requisito primo di un buon dialogo tra laici e cattolici. Il testo ne riprende le relazioni, con l’aggiunta di una post-fazione di Francesco D’Agostino. Diversi i temi caldi del dibattito bioetico analizzati: la diagnosi pre-impianto, il destino degli embrioni soprannumerari esistenti, la questione dello statuto dell’embrione e della sua tutela, i problemi posti dalla fecondazione eterologa. Sullo sfondo la valutazione della normativa, del suo spirito, ovvero dei princìpi a cui si ispira, tra cui spicca il principio etico fondamentale della difesa della vita umana, principio difendibile e condivisibile anche con la sola ragione. P. Schotsmans – T. Meulenbergs, Euthanasia and palliative care in the Low Countries, Peeters, Leuven, 2005 Abstract Belgium and the Netherlands - the Low Countries - are the first countries in the world to have legalized euthanasia. Physicians who terminate life at the patient's request no longer have to fear criminal prosecution. However, end-of-life legislation in the Low Countries has provoked diverse responses and sparked vigorous and divisive ethical debate. For some, the new legislation has become a shining example; for others it is a lamentable materialization of a culture of death. «Euthanasia and Palliative Care in the Low Countries» provides an overview and comparison of the legal specifics of the Belgian and Dutch Euthanasia Acts, a discussion of palliative care initiatives and an ethical examination of the new legislation. In addition, the book provides an in-depth analysis of the arguments used in the endof-life debate and a critical examination of the positions taken by the churches. The book concludes with an overview of how Christian health-care institutions accommodate to this new legal situation. I. Brosens, The challenge of reproductive medicine at catholic universities, Peeters, Leuven, 2006 Abstract New technologies, developing at an unbelievable pace, have profoundly changed many areas of reproductive medicine including fertility control, infertility treatment, embryology, prenatal diagnosis and fetal surgery. These fields of modern reproductive medicine are all flourishing at Catholic universities in the Low Countries, Belgium and Holland. However, contraceptive techniques, assisted reproductive technologies, preimplantation genetic diagnosis and embryonic stem cell research are deeply dividing Catholic universities around the world. Are Catholic universities in the Low Countries heading silently towards a schism with Rome? Or is modern reproductive medicine based on personalist ethics and practiced at progressive Catholic universities compatible with the Catholic doctrine? Indice http://www.peeters-leuven.be/boekoverz.asp?nr=8095 S. Bartolommei, Etica ambientale e “Giornata del Creato”, Bioetica, 3/2006, pp. 457-464 5 S. L. Crockin, The "embryo" wars: at the epicenter of science, law, religion, and politics, Family law quarterly, vol. 39, 3/2005, pp. 599-632 Abstract This article examines stem cell research and what the law has and has not been able to resolve with respect to in vitro fertilization embryo disposition options; the evolving statutory and case law in this area; some of the scientific distinctions made between different types of embryos; and the legal and law-related policy aspects of the current debate over embryos that arise from advances in and potential for stem cell research. N. M. de S. Cameron, Pandora's progeny: ethical issues in assisted human reproduction, Family law quarterly, vol. 39, 3/2005, pp. 745-779 Abstract This article reviews the major regulatory contexts of the ethical issues in assisted human reproduction and reviews the two standard positions repudiating ART (the magisterium of the Roman Catholic Church and the "procreative liberty" view). The author explores the role of intent in assisted reproduction techniques: the screening of embryos for defects using preimplantation genetic diagnosis, and research using human embryos. He concludes with a review of several controversial cases that have resulted from the use of the technology. G. E. Rusconi, La legge sulla fecondazione. Un’occasione mancata di democrazia laica, Il Mulino, 2/2005, pp. 221-230 G. E. Rusconi, Che cosa resta della “natura umana”?, Il Mulino, 4/2006, pp. 615-625 Indice Naturale/innaturale/artificiale – Due accezioni correnti di natura – L’evoluzione naturale come quadro teorico generale – Natura, evoluzione, storia – La dottrina della Chiesa di fronte all’evoluzionismo – Dalla natura corrotta dal peccato alle biotecnologie corruttrici della natura – La specificità della natura umana. E. Dolcini, La legge sulla procreazione assistita: quali prospettive dopo il referendum del 12 giugno 2005?, Diritto penale e processo, 1/2006, p. 103 Abstract La l. n. 40 del 2004, presidiando con lo strumento della pena valori non generalmente condivisi nella società italiana, contraddice il principio di laicità dello Stato. Tale contraddizione non è stata ricomposta nemmeno attraverso il referendum. È auspicabile che la legge venga sottoposta al vaglio della Corte costituzionale in relazione, oltre che al principio di laicità dello Stato, anche ai valori costituzionali della ragionevolezza, della salute e della libertà della ricerca scientifica. Indice Tutela della naturalità della procreazione e “nuova teocrazia” – Sul significato del referendum – Verso un ripensamento da parte del legislatore? – La violazione del principio costituzionale di laicità dello Stato – Ulteriori profili di illegittimità costituzionale – Le violazioni del principio di ragionevolezza – Le violazioni del diritto alla salute – Le violazioni della libertà della ricerca scientifica – Una postilla in tema di “adozione per la nascita” degli embrioni. M. Parejo Guzmán, Consideraciones acerca de la eutanasia: la disponibilidad de la propia vida, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, p. 667-694 Indice Introducción – Régimen jurídico general de la eutanasia – Naturaleza jurídica de la eutanasia – Fundamentación jurídica de la eutanasia – Conceptualización y contenido de la eutanasia - Propuestas de lege ferenda. V. Sellaroli, Autodeterminazione, libertà di cura, libertà di coscienza e consenso informato, Minori e giustizia, 2/2005, pp. 147-160 Indice La libertà di scelta del malato – I parametri della questione: chi informa, chi decide? – I casi giudiziari: conflitto di volontà e bilanciamento di diritti – Il punto di non ritorno: il minore dotato di sufficiente capacità di discernimento titolare di diritti e libertà fondamentali che può esercitare. A. Santosuosso – F. Fiecconi, Il rifiuto di trasfusioni tra libertà e necessità, La nuova giurisprudenza civile commentata, 1/2005, pp. 38-48 6 Indice La novità – Le sentenze di Trento e Trieste – La questione di base: libera scelta v. necessità – Segue: la prospettiva costituzionale – Quando la volontà è piena, ma non attuale – Quando la volontà è ipotetica, e non viene ribadita dal diretto interessato – I profili civilistici - Per concludere: un esperimento logico. G. Dammacco (a cura di), Diritto sanitario e fenomeno religioso : materiali per attivita seminariali, Cacucci, Bari, 2005 P. Funghi – F. Giunti (a cura di), Medicina, bioetica e diritto : i problemi e la loro dimensione normativa, ETS, Pisa, 2005 Indice Capitolo Primo - GENETICA - Caso n. 1 - Produzione e selezione di embrioni per salvare il figlio affetto da leucemia - Il punto di vista medico e deontologico di V. De Leo, M.C. Musacchio - Il punto di vista bioetico di M. Reichlin - Il punto di vista giuridico di C. Casonato - Caso n. 2 - Eugenetica alla rovescia: selezione embrionale per avere un figlio non udente - Il punto di vista medico e deontologico di M. Marchionni, M. Fambrini - Il punto di vista bioetico di M. Reichlin - Il punto di vista giuridico di G. Baldini - Caso n. 3 - Può un donatore di cellule staminali "predeterminare" il ricevente? - Il punto di vista medico e deontologico di P. Rossi Ferrini - Il punto di vista bioetico di R. Mordacci - Il punto di vista giuridico di G. Vettori - Caso n. 4 - Test genetici per malattia ad insorgenza tardiva - Il punto di vista medico e deontologico di S. Luzzi - Il punto di vista bioetico di M. Toraldo di Francia - Il punto di vista giuridico di C. Piciocchi - Capitolo Secondo – ABORTO - Caso n. 5 - Pillola del giorno dopo ed obiezione di coscienza - Il punto di vista medico e deontologico di P.G. Macrì - Il punto di vista bioetico di P. Funghi - Il punto di vista giuridico di M. Ventura - Caso n. 6 - Fetoriduzione selettiva in gravidanze gemellari o multiple - Il punto di vista medico e deontologico di E. Periti - Il punto di vista bioetico di M. Barni - Il punto di vista giuridico di S. Chiessi Capitolo Terzo - CONSENSO ALL’ATTO MEDICO - Caso n. 7 - Paziente rifiuta il taglio cesareo per motivi culturali e religiosi - Il punto di vista medico e deontologico di M. Marchionni, M. Fambrini - Il punto di vista bioetico di R. Sala - Il punto di vista giuridico di I. Giannecchin - Caso n. 8 - Richiesta di circoncisione non terapeutica su minori - Il punto di vista medico e deontologico di P.G. Macrì - Il punto di vista bioetico di R. Sala - Il punto di vista giuridico di A.G. Chizzoniti - Caso n. 9 - Proposta di un rito alternativo all’infibulazione su minori - Il punto di vista medico e deontologico di L. Catania, O. Abdulcadir - Il punto di vista bioetico di D. D’Andrea - Il punto di vista giuridico di V. Magnini - Caso n. 10 - Richiesta di amputazione di un arto sano - Il punto di vista medico e deontologico di S. Argentieri - Il punto di vista bioetico di M. Toraldo di Francia - Il punto di vista giuridico di F. Giunta - Caso n. 11 - Chirurgia estetica su minore Down - Il punto di vista medico e deontologico di A. Monaci - Il punto di vista bioetico di P. Funghi – Il punto di vista giuridico di S. Chiessi - Caso n. 12 - Testimone di Geova e parto - Il punto di vista medico e deontologico di P.G. Macrì - Il punto di vista bioetico di P. Funghi - Il punto di vista giuridico di I. Giannecchini - Caso n. 13 - Genitori rifiutano il consenso al test per l’hiv per il figlio appena nato - Il punto di vista medico e deontologico di G. Virgili - Il punto di vista bioetico di D. Della Monica - Il punto di vista giuridico di S. Canestrari - Caso n. 14 - Validità del consenso alla sterilizzazione - Il punto di vista medico e deontologico di M. Barni - Il punto di vista bioetico di P. Funghi - Il punto di vista giuridico di V. Magnini - Caso n. 15 - Validità del consenso di un detenuto a partecipare come volontario sano ad una sperimentazione farmacologica - Il punto di vista medico e deontologico di M. Immacolato - Il punto di vista bioetico di G. Marsico - Il punto di vista giuridico di V. Magnini Caso n. 16 - Validità del consenso dei pazienti psichiatrici nelle sperimentazioni farmacologiche - Il punto di vista medico e deontologico di S. Argentieri - Il punto di vista bioetico di G. Marsico - Il punto di vista giuridico di V. Magnini - Capitolo Quarto - TRAPIANTI D’ORGANO - Caso n. 17 - Trapianto d’utero - Il punto di vista medico e deontologico di A. Joghtapour - Il punto di vista bioetico di R. Sala - Il punto di vista giuridico di S. Chiessi - Caso n. 18 - Rifiuto di xenotrapianto per il figlio minorenne a causa di motivi religiosi - Il punto di vista medico e deontologico di P. Rossi Ferrini - Il punto di vista bioetico di M.P. Faggioni - Il punto di vista giuridico di F. Giunta - Capitolo Quinto - FINE VITA - Caso n. 19 - Stato vegetativo permanente - Il punto di vista medico e deontologico di R. Madonna - Il punto di vista bioetico di G. Meucci - Il punto di vista giuridico di V. Magnini - Caso n. 20 - Accanimento terapeutico o eutanasia neonatale? - Il punto di vista medico e deontologico di I. Pela - Il punto di vista bioetico di R. Sala - Il punto di vista giuridico di S. Cagli - Capitolo Sesto – PRIVACY - Caso n. 21 - Privacy e AIDS - Il punto di vista medico e deontologico di G. Virgili - Il punto di vista bioetico di R. Mordacci - Il punto di vista giuridico di C. Casonato - Caso n. 22 - Privacy e portatori di handicap - Il punto di vista medico e deontologico di P.G. Macrì - Il punto di vista bioetico di P. Funghi - Il punto di vista giuridico di C. Piciocchi. G. Cantarano, Biopolitica, secolarizzazione e laicità nell'età globale, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 63-72 7 5. Dati personali di interesse religioso J. Flauss-Diem (a cura di), Secret, religion, normes étatiques, Presses Universitaires Strasbourg, Strasbourg, 2005 Abstract En dépit de la laïcité constitutionnellement proclamée, qui devrait conduire à l’ignorance de la religion, diverses branches du droit privé français traitent des incursions du religieux dans la sphère des normes étatiques sous des rubriques variées: droit du salarié de taire ou révéler son appartenance religieuse, secret professionnel religieux en pénal, droit de tout individu au respect de ses croyances religieuses relevant de sa vie privée. Comment ensuite situer les solutions françaises par rapport à celles d’autres pays européens – Belgique, Italie, Royaume-Uni – et à celle de la Cour européenne des droits de l’homme sur ces questions? Les différents éclairages apportés sont complétés par les textes applicables et une bibliographie européenne. Indice PREMIÈRE PARTIE: SECRET ET RELIGION EN DROIT FRANÇAIS - La problématique du secret en droit du travail• Jacqueline Bouton - I. La protection du secret des croyances religieuses en droit du travail - 1. Le secret protégé à l’embauche - A. L’exigence de non discrimination de la part de l’employeur - B. Le droit du candidat à un recrutement au secret de sa religion - 2. Le secret protégé durant l’exécution du contrat de travail - A. Des règles permettant au salarié de pratiquer sa religion sans la révéler - B. Des principes protégeant le droit du salarié de tenir secrète sa religion - II. La levée du secret des croyances religieuses en droit du travail - 1. Une levée du secret obligatoire - A. Les entreprises «de tendance»: des justifications préétablies - B. Les préalables à la pratique des convictions religieuses durant le temps de travail - 2. Une levée volontaire du secret - A. Une levée volontaire du secret des croyances religieuses au titre de la liberté d’expression - B. Une levée du secret des croyances religieuses du fait d’une manifestation volontaire de son appartenance confessionnelle - Secret religieux et droit pénal• Jocelyne Leblois-Happe - I. La protection pénale du secret religieux - 1. L’assimilation du secret religieux au secret professionnel - A. Le délit de violation du secret - B. La justification éventuelle de la levée du secret - 2. Les conséquences de cette assimilation - A. L’admission du refus de témoigner - B. L’application de règles protectrices en cas de perquisition et de saisie ? - II. La répression pénale du secret religieux - 1. Les obligations de dénoncer - A. Les incriminations - B. La mise en œuvre de la répression - 2. La non-assistance à personne en péril - Secret et religion au regard de la vie civile•Jacqueline Flauss-Diem - I. La religion a-t-elle une vie officielle ? - 1. La constitution de fichiers - A. La religion ne peut figurer dans les fichiers - B. Le stockage d’éléments se rapportant à la religion - 2. L’identification des individus - A. Par principe, l’appartenance religieuse est ignorée - B. L’instrumentalisation religieuse du nom et du prénom - II. La religion bénéficie-t-elle du secret de la vie privée ? - 1. La religion et le régime de l’action fondée sur l’article 9 du Code civil - 2. L’adéquation des sanctions du non respect du secret de la vie privée à la religion - 3. L’appréciation de l’effectivité de l’atteinte à la vie privée en matière religieuse - DEUXIÈME PARTIE: SECRET ET RELIGION DANS D'AUTRES SYSTÈMES JURIDIQUES - Secret et religion en Belgique•Rik Torfs - Introduction - I. Cadre légal - II. L’étendue du secret professionnel ratione materiae - III. L’étendue du secret professionnel ratione personae IV. Les exceptions - 1. Les exceptions tirées de la loi - 2. L’article 458bis du code pénal - 3. Témoignage en justice. Application de l’article 929 du Code judiciaire - V. Les questions qui restent - 1. Le secret dans un cadre plus large - 2. Les charmes de l’asile mental - 3. Secret et religion dans d’autres domaines - Le secret des ministres du culte dans l’ordre juridique italien• Silvio Ferrari et Daniela Milani – Introduction - I. Le cadre normatif - II. Les problèmes d’interprétation - 1. La notion de ministre du culte - 2. La notion de ministère religieux - 3. Le pouvoir du juge – Conclusion - Secrets, religion et droit au Royaume-Uni•Norman Doe et Roger Ruston - Introduction - I. Secret et religion : le sceau du confessionnal - 1. Le droit canonique - 2. Le droit étatique - II. Confidentialité et religion : le cas de la protection de l’enfance - 1. L’Église d’Angleterre - 2. L’Église du Pays de Galles - 3. L’Église catholique romaine - III. Vie privée et religion : le droit civil et la protection des informations - 1. Le droit étatique - 2. Les applications possibles à la religion et aux organisations religieuses - 1. La direction des organisations religieuses - 2. Les offices et les rites religieux - 3. Cas divers – Conclusion - Secret, religion et CEDH•Gérard Gonzalez - I. Le secret professionnel dans la jurisprudence de la Cour - 1. La place du secret dans la jurisprudence - 2. Secret médical - 3. Secret de l’avocat 4. Synthèse - II. Secret et religion au sens de la Convention EDH - 1. Secret et for interne - 2. L’équité des sentences canoniques - 3. Le secret de la confession ou des confidences – ANNEXES - Sélection de dispositions nationales relatives au secret professionnel•Françoise Curtit - Secret et religion : bibliographie sélective•Annick Messner. V. Resta, Il trattamento dei dati sensibili di natura confessionale: questioni ancora aperte dopo l’emanazione del Codice in materia di protezione dei dati personali, Il diritto ecclesiastico, 23/2005, pp. 565-592 Indice La protezione dei dati personali di interesse religioso dopo il d.lgs. n. 196/2003 – Esistenza e idoneità delle garanzie confessionali – Chiesa cattolica – Le altre confessioni religiose – I riflessi della atipicità della figura del Garante sui provvedimenti a tutela dei diritti dell’individuo – Conclusioni. 8 V. Marano, La protezione dei dati personali fra diritto statuale e "garanzie" confessionali, Ius ecclesiae, 1/2006, pp. 61-82 L. Martín-Retortillo Baquer, ¿Hacer constar la religión en el carné de identidad? (Tribunal europeo de derechos humanos: decisión sobre admisibilidad “Sofianopoulos, Spaïdiotis, Metallinos y Kontogiannis c. Grecia” de 12 diciembre de 2002), Revista española de derecho administrativo, 128/2005, pp. 683-694 6. Discipline ecclesiasticistiche B.G.Moreno, Delimitación del objeto del Derecho Eclesiástico, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 129-158 J.G.Navarro Floria, Algunas cuestiones actuales de Derecho Eclesiástico argentino, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 301-328 M. Canonico, Il ruolo della giurisprudenza costituzionale nell’evoluzione del diritto ecclesiastico, Giappichelli, Torino, 2005 Indice I. L’art. 7, 2° comma, cost. ed i principi supremi dell’ordinamento costituzionale. – II. Il principio di laicità dello Stato. – III. L’uguale libertà delle confessioni religiose. – IV. Il diritto individuale di libertà religiosa. C. Van de Wiel, Geschiedenis van het kerkelijk recht, Peeters, Leuven, 2006 Abstract De hoofdindeling van deze geschiedenis van het kerkelijk recht is niet systematisch, maar chronologisch: een eerste tijd loopt van de stichting van de Kerk tot en met de Gregoriaanse hervorming; een tweede tijd na de 'Gregoriaanse hervorming' tot het midden van de 16de eeuw; een derde tijd van het Concilie van Trente (1545-1563) tot Vaticanum II. Daarnaast wordt in elk van die tijdperken een kort overzicht gegeven van de belangrijkste historische feiten of bewegingen die op de ontwikkeling van de kerkrechtelijke kenbronnen en op de kerkrechtelijke leerstelsels een invloed hebben gehad, gevolgd door de documentaire bronnen, de rechtswetenschap en haar beoefenaars. Uiteindelijk is dit werk een nieuw boek over de geschiedenis van het kerkelijk recht, vervolledigd en bijgewerkt met bibliografie, studies en uitgaven over een looptijd van de laatste vijftig jaar. Indice http://www.peeters-leuven.be/boekoverz.asp?nr=8021 J.M. Gonzalez del Valle – A. Hollerbach, The teaching of Church-State relations in the european universities/L’enseignement du droit ecclésiastique de l’État dans les universités européennes, Peeters, Leuven, 2005 Abstract There is great concern nowadays regarding the character and position of University studies all over Europe as the result of a possible coordination of University studies. Within this context, the subject of this book is the teaching and research activities of Universities and other European institutions in the field of Church-State relations. Four University scholars, Basdevant-Gaudemet, Puza, Kotiranta and Garcia Pardo, report along similar lines on the situation of University studies in this field in the different countries of the European Union. The first report also contains a historical description of the origins and development of the University studies of Church-State relations. G. Casuscelli, Le attuali prospettive del diritto ecclesiastico italiano, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 13-48 9 7. Diritti umani e libertà fondamentali L.Samuels, Sexual Orientation Discrimination and the Church: Balancing Competing Human Rights, Ecclesiastical law journal, 36/2005, pp. 74-79 G.Rolla, Diritti universali e relativismo culturale, Quaderni costituzionali, 4/2005, pp. 855-858 C. Zanghì – R. Ben Achour, La nouvelle Charte Arabe de Droits de L’Homme. Dialogue italoarabe. Actes de la Table Ronde italo-arabe du 17-18 dècembre 2004, Giappichelli, Torino, 2005 Indice Préface (C. Zanghì). – I. La Charte, instrument international. – II. Les principes de droit international réaffirmés dans la Charte. – III. Les droits garantis: la vie, l’intégrité physique et la liberté. – IV. Les droits judiciaires. – V. Les droits économiques, sociaux et culturels. – VI. Les droits des relations sociales. – VII. Le système de contrôle. – Questions et Réponses. – Annexe. R. Mazzola, La convivenza delle regole. Diritto, sicurezza e organizzazioni religiose, Giuffré, Milano, 2005 Abstract L'opera parte dalla messa a fuoco del rapporto fra diritto di sicurezza e libertà, religiosa in particolare, all'interno dei Paesi membri del Partenariato euro-mediterraneo, per giungere a riflettere su quali siano i problemi, sul piano della sicurezza, posti nelle attuali democrazie occidentali dalle organizzazioni religiose. La parte conclusiva esamina alcune soluzioni pratiche, sotto il profilo normativo, affinchè si possa garantire la convenzione fra sistemi giuridici di diversa origine ed impianto. Indice http://www.giuffre.it/age_files/download/indici_pdf/INDICE_307599.pdf J. Iliopoulos- Strangas (a cura di), Constitution & Religion, Bruylant, Bruxelles, 2005 Abstract Ce volume des travaux de la Table Ronde organisée par l'Association Internationale de Droit Constitutionnel, l'Association des Constitutionnalistes Grecs et l'Institut de Recherches Constitutionnelles sur le sujet général "Religion et Constitution" et tenue à Athènes du 22 au 26 mai 2002 réunit la totalité des rapports et des interventions qui y ont été présentés et qui ont été adressés par leurs auteurs aux éditeurs. Indice http://www.bruylant.be/pdf/60144.pdf R. Sandberg, Human rights and human remains: the impact of Dödsbo v Sweden, Ecclesiastical law journal, 39/2006, pp. 453-457 Indice Domestic law – Article 9 - Dödsbo v Sweden – Conclusion. M. Chon – D. E. Arzt, Walking while muslims, Law and contemporary problems, vol. 68, 2/2005, p. 215-254 Indice I. Introduction – II. Finding religion – A. Domestic civil rights – B. International human rights – C. Conclusion – III. Finding law – A. Law’s commissions: constructing race through religious discrimination – B. Law’s omissions: rectifying racialized religious discrimination – IV. Conclusion: terror, fear and religious equality – V. Appendix. S. Rodotà, Il diritto e i diritti nell’epoca dello scontro di civiltà, Questione giustizia, 4/2005, pp. 726-735 Indice 1. Tirannia della maggioranza e crisi dell’universalismo: il passaggio d’epoca delle democrazie contemporanee 2. La diversità culturale, religiosa e linguistica nella Carta dei diritti fondamen-tali dell’Unione europea 3. Dal diritto flessibile al diritto dialogante 4. Il limite del diritto 5. Il diritto detto dai giudici. 10 R. Conte, Principio di uguaglianza e tutela delle religioni nella giurisprudenza costituzionale, Questione giustizia, 6/2005, pp. 1137-1151 Indice 1. Gli ultimi approdi della giurisprudenza costituzionale in tema di uguaglianza e libertà religiosa: la sentenza n. 168 del 2005 2. I tortuosi percorsi della giurisprudenza costituzionale 3. Sentimento religioso e diversità culturali. A. Predieri, Sharî’a e Costituzione, Laterza, Bari, 2006 Abstract «Il sistema del diritto islamico appare connotato – per dirla icasticamente con Predieri – da un ‘diritto apicale comune’, superiore a quello dei singoli Stati islamici. In questa prospettiva la Sharî‘a non è una legge, un codice, un decalogo, una tavola, un documento, ma un vero e proprio sistema di valori che trascende il diritto, le diversità etniche, i luoghi, i tempi: in altri termini è un concetto definibile come ‘metacostituzionale’. Si può dire che essa è la base di ogni organizzazione istituzionale, di ogni ramo del diritto, di ogni politica, anche di ogni Costituzione; è la comunità, la patria, il mondo, la bussola nei momenti delle scelte tragiche, l’elemento unificante: in ultima analisi, la coesione, che negli ordinamenti islamici ha un fortissimo radicamento rappresentato dal comune sentimento religioso». Indice Prefazione di Giuseppe Morbidelli - Parte prima. 1. Difficoltà di un incontro - 2. Un mondo variegato - 3. La sharî‘a - 4. Le radici - 5. Il Corano - 6. L’hadîth, - 7. La gerarchia delle fonti - 8. Fiqh, - 9. Il consenso della comunità 10. L’analogia - 11. L’interpretazione e l’eresia (fatwa, ijtihad, taqlid), la consuetudine - 12. Islàm e Medioevo cristiano - Parte seconda. 13. La sharî‘a e le enunciazioni costituzionali sul carattere islamico dello stato - 14. Lo stato islamico: estraneità e lacune - 15. Traumi e adeguamenti - 16. Coesistenza pluralistica, con particolare riferimento al Marocco 17. Peculiarità della costituzione marocchina - 18. Funzione del monarca come Amir - 19. Conseguenze - 20. I principi costituzionali marocchini - 21. I rapporti del Marocco con l’Europa - 22. Conclusioni - Orientamenti bibliografici. S. Angeletti, Il diritto individuale all'esercizio del culto di fronte alle misure di prevenzione: un difficile bilanciamento tra valori costituzionali, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 11-22 J. Ringelheim, Diversità culturelle et droits de l’homme. La protection des minorités par la Convention européenne des droits de l’homme, Bruylant, Bruxelles, 2006 Abstract La diversité culturelle croissante des sociétés européennes et les tensions qu’elle engendre sont au coeur d’importants débats contemporains. Dans le champ juridique, ces débats se cristallisent autour de la notion de protection des minorités ethniques, religieuses ou linguistiques. Ce livre propose une analyse de la contribution de la Convention européenne des droits de l’homme à la protection de ces minorités. La Convention ne contient pas de disposition spécifique relative aux droits des personnes appartenant à des minorités. L’ouvrage montre cependant, à travers un examen critique de la jurisprudence de la Cour européenne des droits de l’homme, comment les droits individuels classiques, garantis par la Convention, permettent d'assurer le respect et la protection des identités minoritaires. Encore faut-il que ces droits soient interprétés de manière dynamique, à la lumière des principes sur lesquels la Convention se fonde, à savoir les notions de liberté, d’égalité et de société démocratique. La délicate question des limites du respect dû aux spécificités culturelles est également abordée. Pour éclairer les problèmes théoriques soulevés par la jurisprudence de la Cour, l’analyse prend en compte les débats menés en philosophie politique sur le thème du multiculturalisme et de la conciliation des différences dans une société démocratique. Indice http://www.bruylant.be/pdf/12555.pdf F. Rey Martínez, Homosexualidad y Constitución, Revista española de derecho constitucional, 73/2005, pp. 111-156 A. Algostino, L’ambigua universalità dei diritti. Diritti occidentali o diritti della persona umana?, Jovene, Napoli, 2005 Abstract Esistono diritti umani universali? E, in particolare, le dichiarazioni che proclamano diritti universali sono espressione di principi e rivendicazioni specifiche effettivamente condivise a livello globale, oppure rappresentano solo una proclamazione “occidentale” con pretesa di universalità? I diritti sono uno strumento di emancipazione della persona umana, la concretizzazione del principio di dignità, oppure una mera proclamazione retorica dietro alla quale si nascondono privilegi e politiche imperialiste? Lo studio muove dal concetto di diritti della persona umana (nascita, definizione e fondamenti), per approfondire nella seconda parte il discorso sulle ambiguità di diritti universali 11 proclamati nell'alveo della cultura occidentale: mancanza di un confronto inter-culturale, utilizzo strumentale dei diritti, rapporto di sudditanza rispetto alla sovranità, contraddizioni rispetto alla pre-condizione della cittadinanza. Indice Parte Prima. Il concetto di diritti della persona umana. – I. La nascita dei diritti dell'uomo. – II. Il fondamento dei diritti umani. – III. I dubbi sull'esistenza dei diritti della persona umana. – Parte Seconda. Le ambiguità della pretesa universalità degli attuali diritti umani. – I. I diritti universali fra culture e imperialismo culturale. I diritti oggi proclamati come universali possono rappresentare la traduzione del punto di intersezione fra le culture? – II. Delle idee sui rapporti fra diritti universali e culture e, in particolare, dei tentativi di individuare un «quid» comune. – III. Il “volto cattivo” dei diritti, le pretese della sovranità e il rapporto con la cittadinanza. – Osservazioni conclusive. L'immigrazione come cartina di tornasole di un'universalità fragile. – Opere citate. S. P. Panunzio (a cura di), I diritti fondamentali e le Corti in Europa, Jovene, Napoli, 2005 Indice Presentazione. – I. I diritti fondamentali e le Corti in Europa. – Sergio P. Panunzio: I diritti fondamentali e le Corti in Europa. – II. La costituzionalizzazione del diritto europeo. – Peter Häberle: Il giurista europeo di fronte ai compiti del nostro futuro costituzionale comune: 17 progetti sotto esame. – Cesare Pinelli: Formazione e revisione del Trattato costituzionale europeo. – Piero Bellini: Le radici culturali e religiose dell'identità europea. – Sergio Lariccia: Le radici laiche dell'Europa. – Luis María Díez-Picazo: Le relazioni tra Unione europea e Convenzione europea dei diritti dell'uomo. – Giorgio Repetto: I rapporti tra Corti europee e le prospettive dell'adesione dell'Unione europea alla CEDU. – III. Temi del diritto costituzionale europeo. – Natalino Irti: Il carattere politico-giuridico del mercato. – Ugo De Siervo: La privacy. – Alessandra di Martino: La protezione dei dati personali. Aspetti comparatistici e sviluppo di un modello europeo di tutela. – Pietro Rescigno: La bioetica. – Salvatore Patti: La famiglia. – Maria Rosaria Marella: L'armonizzazione del diritto di famiglia in Europa. Metodo e obiettivi. – Erhard Denninger: I diritti nell'emergenza. – Francesco Sacco: Note sulla dignità umana nel ‘diritto costituzionale europeo'. – IV. La tutela dei diritti oltre l'Europa: l'apertura dei processi costituzionali. – Sergio Stammati: Tutela dei diritti umani e prospettive di sviluppo democratico nei paesi del Mediterraneo meridionale. A. Gianfreda, Il “Racial and Religious Hatred Act 2006”: il dibattito parlamentare e il testo approvato, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2006, pp. 407-424 Indice Il “Racial and Religious Hatred Act 2006”: l’iter legislativo e la ratio – La proposta governativa e i quattro emendamenti della House of Lords – Il significato di “odio religioso” e l’ambito di tutela – Le condotte incriminate – L’elemento soggettivo – Incitamento all’odio religioso e libertà di manifestazione del pensiero – La responsabilità penale delle persone giuridiche – Il ruolo dell’Attorney General e il profilo sanzionatorio – Una prima riflessione: fenomeno religioso, tutela dell’individuo e ordine pubblico. A. Pin, La nuova Costituzione dell’Afghanistan: il fattore religioso e gli elementi innovativi, Diritto e società, 2/2006, pp. 269-290 Indice Il processo costituente e il suo approdo – Il fattore religioso nella Costituzione afghana – La posizione islamica sui diritti dell’uomo – Quale esito per i diritti umani nella nuova Costituzione afghana? – Le ragioni della posizione islamica sui diritti dell’uomo e le possibili linee di evoluzione. I. Hare, Crosses, crescents and sacred cows: criminalising incitement to religious hatred, Public law, Autumn 2006, pp. 521-538 Index The history of incitement to hatred in English law – The arguments in favour of criminalisation – Free speech principle – The arguments against criminalisation – Conclusion. L. Gannagé, Le relativisme des droits de l’homme dans l’espace méditerranéen, Revue internationale de droit comparé, 1/2006, pp. 101-116 Indice Les manifestations du relativisme des droits de l’homme – Au Proche-Orient – En France – Les implications du relativisme des droits de l’homme – La marginalisation des courants réformateurs au sein du monde arabo-musulmanLe cloisonnement des ordres juridiques. J. D. Ohlin, Is the concept of the person necessary for human rights ?, Columbia law review, 1/2005, pp. 209-249 12 Abstract The concept of the person is widely assumed to be indispensable for making a rights claim. But a survey of the concept’s appearance in legal discourse reveals that the concept is stretched to the breaking point. Personhood stands at the center of debates as diverse as the legal status of embryos and animals to the rights and responsibilities of corporations and nations. This note analyzes the evidence and argues that personhood is a cluster concept with distinct components: the biological concept of the human being, the notion of rational agent, and unity of consciousness. This suggests that it is the component concepts –not personhood itself – that are indispensable for grounding our moral and legal intuitions about rights. The component concepts also promote greater systematicity and coherence in legal reasoning. The note concludes by suggesting some implications of this view for applied legal reasoning. Indice Introduction – The centrality of personhood in human rights – The concept of the person as a cluster concept – Three uses of the concept of the person and their emptiness – The explanatory circle of the concept of the person – Conclusion. F. Tramontana, La nuova Carta araba dei diritti dell'uomo tra tradizione e innovazione, Giurisprudenza costituzionale, 2/2005, p. 1480-1510 B. de Sousa Santos, La debolezza dei diritti umani tra globalizzazioni rivali e la turbolenza nel rapporto sacro/profano, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 45-62 M. Parisi, Scioglimento di un partito politico ad ispirazione religiosa e garanzia dei diritti fondamentali nelle società democratiche: la Turchia ed il caso Refah Partisi, Il diritto di famiglia e delle persone, 4/2006, pp. 1919-1937 8. Discriminazione religiosa R. Sandberg, To equality and beyond: religious discrimination and the Equality Act 2006, Ecclesiastical law journal, 39/2006, pp. 470-474 Indice Definitions and concepts – Discrimination by private bodies: the provision of goods, facilities, services and the management of premises - Discrimination by public bodies: the provision of education and the exercise of public functions – Conclusion. P. Weller, Addressing religious discrimination and islamophobia: Muslims and liberal democracies. The case of the United Kingdom, Journal of Islamic studies, 3/2006, pp. 295-325 Abstract The article examines contemporary claims of Islamophobia and religious discrimination against Muslims in the United Kingdom in the context of the broader dynamics of religious discrimination in British history. How the ‘struggle for existence’ of religious groups who were initially concerned with ‘establishing an identity of their own’ became ‘ the struggle for equality’ among both nonconformist religious minority groups in the nineteenth century as well as among twentieth century Muslim UK citizens of predominantly migrant and minority ethnic origin is examined. The identification of ‘Islamophobia’ as a specific form of discrimination and hatred of ‘the other’ is located in the rise of a late twentieth century ‘politics of identity’ as it emerges from the impact of ‘globalization’. The relationship between the distinctive features of the Muslim experience of discrimination on the basis of religion and that of other groups is explored by reference to the findings of the UK Government Home Office commissioned Religious Discrimination in England and Wales Research Project conducted during 1999–2001, as well as by reference to Orientalist and Islamophobic imagery. This article considers strategies for combating religious discrimination and hatred, from public education through to legal instruments, such as the Human Rights Act 1998 and the Employment Equality (Religion of Belief) Regulations 2003. The visceral and deeply embedded nature of ‘Islamophobia’ is illuminated by reference to the deep-seated and multi-layered admixture of religion and politics in Northern Irish ‘sectarianism’. The article concludes by advocating that it is the responsibility of all groups, of good governance in society, and in the ultimate interests of all, to tackle the phenomenon of religious discrimination and hatred under whatever guise it appears. Indice I. Religious discrimination in UK history – II. The contemporary re-emergence of religious discrimination – III. Discriminations against Muslims: findings from empirical research in England and Wales – IV. What’s in a name? Terminology, conceptualization, policy and law – V. Questions and issues for the future. 13 S. Bruce - T. Glendinning - I. Paterson - M. Rosie, Religious discrimination in Scotland: Fact or myth?, Ethnic and racial studies, 1/2005, pp. 151-168 Abstract A article in Ethinic and Racial Studies by Walls and Williams makes inferences about religious discrimination in employment from interview data. We question the validity of treating lay people as experts and present large-scale data from two recent surveys and the 2001 Census which suggest that sectarianism is more a social myth than a social reality. Indice Introduction – The Walls and Williams case – Arguing with their witnesses – Recent survey data – Perceptions of discrimination – Disparity, discrimination and baselines – Conclusion: the limits of interview data – Appendix. P. Walls – R. Williams, Religious discrimination in Scotland: A rebuttal of Bruce et al.'s claim that sectarianism is a myth, Ethnic and racial studies, 4/2005, pp. 759-767 Abstract A recent article on sectarianism in Scotland in Ethnic and Racial Studies by Bruce et al. sought to undermine the conclusions of a previous paper of ours, also published in this journal. Bruce et al. contend that sectarianism is a myth, while we have provided new qualitative evidence for personal experience of anti-Catholic discrimination in employment, which clearly contradicts their thesis. To contextualize these papers, we have summarized some of the key points of the evidence, and of the increasing concern about sectarianism in Scotland. In an effort to ridicule this concern, Bruce has attacked us as he has previously attacked a number of others. He and his co-authors accuse us of relying on respondents’ fallible judgements about the actual and appropriate proportions of Catholics in workplaces; then they try to interpret some of our respondents’ statements and their own quantitative evidence as supporting their myth hypothesis. We document here the process of misrepresentation by which they have sought to support their allegations, and we re-affirm the actual argument which led to our conclusions. We suggest a more obvious alternative interpretation of their own quantitative data, while raising misgivings about their use of 2001 census data. Questions about sectarian discrimination in Glasgow in the period 1950–2000 can no longer be baulked. Indice Introduction – Sectarianism in Scotland: the recent context – Bruce et al.’s critique of our paper: setting the record straight - Bruce et al.’s quantitative data. S. Coglievina, L’”Equality Act 2006” ed il divieto di discriminazione religiosa, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2006, pp. 425-436 L. Vickers, Is all harassment equal? The case of religious harassment, Cambridge law journal, 3/2006, pp. 579-605 Abstract In 2000 the Employment Directive was enacted by the European Community, creating a framework for combating discrimination in employment on grounds not previously covered by Community law, namely religion or belief, disability, age and sexual orientation. To a large extent the definitions of discrimination are uniform in relation to the different grounds of discrimination. In accordance with the Directive, new Regulations have been introduced in the UK prohibiting discrimination on grounds of religion or belief (the Religion and Belief Regulations) and sexual orientation, and amendments have been made to some aspects of the law governing discrimination on grounds of race, sex and disability. Age discrimination is subject to regulations which came into force in October 2006. One common aspect of these new laws and amendments is that the concept of harassment is specifically defined, instead of being viewed as a form as discrimination. S. Hammer, Zur Ungleichbehandlung von Religionsgemeinschaften in der neuren Rechtsprechung, Österreichisches Archiv für recht & Religion, 2/2005, pp. 209-226 9. Edilizia di culto A.Mantineo, La legislazione sull’edilizia di culto alla prova della giurisprudenza (nella Regione Calabria e altrove), Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2005, pp. 675-705 14 L. Fraisse, Les bâtiments-églises en France cent ans après la Séparation, Esprit et vie, 149/2006, pp. 1-7 L.Mai, A proposito della vicenda giudiziaria della Chiesa Russa di Bari, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2005, pp. 709-714 10. Enti religiosi e patrimonio M.Rodríguez Blanco, Religion and the Law of Charities, Ecclesiastical law journal, 38/2006, pp. 246-265 Abstract This article attempt an overview of the application of the law of charities to religion. Charity law is currently subject to revision. The advancement of religion has been one of the traditional charitable purposes defined as such in the common law. In this area of law both the courts and the Charity Commission have applied a neutral approach toward all religious denominations. This approach is in principle consistent with the content of the Human Rights Act 1998. Nevertheless the growth of religious pluralism in society and the appearance of new religions and groups generate many doubts about the definition of religion as charity. On the one hand, the courts have offered a theistic definition of religion, which is not applicable to all religious groups. On the other, in every charitable purpose some element of public benefit must be present. For religious purposes the courts assume the presence of a public benefit unless the contrary is shown, but it is not clear that all religious practices are beneficial to the community. The aim of this article is to promote a discussion about the definition of religion as a charitable purpose, to identify the problems connected with the growth of religious pluralism, and to offer some remarks about the impact of the Human Rights Act 1998 on the law of charities. Indice Introduction – Religion as charity – The definition of ‘religion’ in the law of charities – Public benefit in the advancement of religion – The Human Rights Act 1998. A.Roccella, Gli enti ecclesiastici a vent’anni dall’accordo di modificazione del concordato, Jus, 3/2005, pp. 521-540 A.Bettetini, Gli enti e i beni ecclesiastici, Giuffré, Milano, 2005 Indice LA SOGGETTIVITA' DELL'ENTE ECCLESIASTICO: Il riconoscimento civile dell'ente canonico prima del 1984 - Il riconoscimento della nuova disciplina degli enti religiosi - Modificazioni ed estinzione degli enti ecclesiastici LA DISCIPLINA CIVILE DEI BENI RELIGIOSI: I beni patrimoniali della Chiesa - Gli edifici e i luoghi di culto - I beni culturali di interesse religioso - L'ATTIVITA' DELL'ENTE ECCLESIASTICO: Autonomia dell'ente canonico e controllo dello Stato - L'attività dell'ente religioso tra norme confessionali e norme civili. F. Di Prima, Le fabbricerie e l'ordinamento giuridico italiano: un ingarbugliato «rebus» sospeso tra pubblico e privato, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 229-262 F. Napolitano, Novità per gli immobili utilizzati dagli enti ecclesiastici, Corriere tributario, 38/2005, pp. 3003-3007 Abstract L’art. 6 del D.L. n. 163/2005, rubricato « Esenzione dall’ICI per particolari immobili », ha previsto che l’esenzione ICI riconosciuta agli immobili utilizzati per le attività di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura possa estendersi alle ipotesi in cui siffatte attività vengano svolte dagli enti ecclesiastici in forma commerciale, purché si possa configurare una connessione con la finalità di religione e di culto. Tale disposizione sembra essere stata emanata al fine di superare un restrittivo orientamento giurisprudenziale emerso in relazione ai limti di applicabilità dell’esenzione ICI prevista per gli immobili destinati allo svolgimento delle attività di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura svolte da enti ecclesiastici. Indice Esenzione ICI per gli enti ecclesiastici – Immobili utilizzati dagli enti ecclesiastici per lo svolgimento di attività commerciali – Dubbi sulla portata applicativa della novella legislativa. 15 M. Rodríguez Blanco, Los fines religiosos como fines de interés general en el charity law inglés, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 507-544 M.V. Serranò, Esenzione ICI per chiese e Onlus: è aiuto di Stato?, Bollettino tributario, 18/2006, pp. 1429-1433 F. M. Giuliani, Attività di religione/culto vs attività diverse/commerciali in un recente dictum del Supremo Collegio, Il fisco, 23/2005, pp. 3515-3519 Indice Premessa – Il legal reasoning del Supremo Collegio: a) il rinvio implicito al comma 4 dell’attuale art. 73 del Tuir, da parte dell’art. 2, comma 1, lett. i), del D. Lgs. N. 504/1992 – (Segue): b) l’assenza tout court, fino a prova contraria, di attività diocesane diverse dal culto e dalla religione, nonostante l’abitare/amministrare/giudicare vescovile – Considerazioni a latere della pronuncia – Significato di questo precedente giurisprudenziale nella prospettiva del “Tevere più largo”. G. D’Alfonso, Connotazioni giuridiche e fiscali degli enti ecclesiastici, Il fisco, 21/2005, pp. 31783181 N. Fiorita, Prime riflessioni sulla politica ecclesiastica degli ultimi anni: enti ecclesiastici e agevolazioni fiscali, Diritto pubblico, 2/2006, pp. 441-466 A. Losanno, Enti ecclesiastici tra assoggettamento alla ed estensione dalla Invim sugli immobili con finalità commerciali, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2006, pp. 739-760 P. Cavana, Rilevanza civile dei controlli canonici ed effetti sull'attività negoziale e processuale degli enti ecclesiastici, Giustizia civile, 12/2006, pp. I, 2931-2944 11. Famiglia R.Gelli, La kafala di diritto islamico: prospettive di riconoscimento nell’ordinamento italiano, Famiglia e diritto, 1/2005, pp. 62-71 E. Colombo, Significati e prospettive de: “Il riconoscimento negli statuti regionali di Toscana, Emilia e Umbria in materia di coppie di fatto”, Iustitia, 2/2005, pp. 193-198 M.Orlandi, La kafala islamica e la sua riconoscibilità quale adozione, Il diritto di famiglia e delle persone, 2/2005, pp. 635-665 J.Humphreys, The Civil Partnership Act, Same-Sex Marriage and the Church of England, Ecclesiastical law journal, 38/2006, pp. 289-306 Abstract The Civil Partnership Act 2004 enables same-sex couples to enter into a status that provides very many of the same rights and responsibilities that married couples have in respect to each other and the wider community. This paper first considers the extent of the legal similarities between civil partnership and marriage; that is to what extent civil partnership are ‘same-sex marriage’ in practical effect. Secondly, it considers to what extent the conceptual understanding of civil partnership within the Act reflects the current conception of marriage within English law; that is the extent to which civil partnership are ‘same-sex marriage’ in theory. Thirdly, and finally, some of the specific dilemmas for the Church of England in the light of this are considered. Indice Introduction. The legal practicalities of marriage and civil partnership – Conceptual understanding of marriage and civil partnership within the law – Particular problems that civil partnership may raise for the Church of England Conclusion 16 S.Langlaude, Flogging Children with Religion: A Comments on the House of Lords' Decision in Williamson, Ecclesiastical law journal, 38/2006, pp. 339-345 Indice A generous approach to freedom of religion and belief – Manifestation – Children’s rights and corporal punishment – Conclusion. M.N.Bugetti, Professione di credo religioso, violazione dei doveri coniugali e pronuncia di addebito, Famiglia e diritto, 2/2005, pp. 172-176 J.Otaduy, La famiglia transversal, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 159188 V. Marano, Le unioni di fatto, Giuffré, Milano, 2005 Indice L'esperienza italiana. Le unioni non matrimoniali tra realtà sociale e dato normativo - Dalla situazione di fatto al contratto? Ragioni e problemi del disegno riformatore - Matrimonio, famiglia e unioni di fatto nell'ordinamento comunitario. Linee di evoluzione e spunti ricostruttivi - La posizione della Chiesa - Divergenze e convergenze tra diverse concezioni dei diritti. M. C. Foblets – J. Y. Carlier, Le Code marocain de la famille. Incidences au regard du droit international privé en Europe, Bruylant, Bruxelles, 2005 Abstract L’ouvrage est un commentaire du Code marocain de la famille, entré en vigueur en février 2004. L’accent est mis sur les incidences de ce nouveau Code pour les Marocains résidant à l’étranger, particulièrement au regard du droit international privé en Europe. Des propositions pratiques, comme l’introduction de clauses dans le contrat de mariage, sont faites pour éviter les problèmes liés aux différences de lois. Indice http://www.bruylant.be/pdf/12476.pdf A. Caprioli – L. Vaccaro (a cura di), Chiesa e famiglia in Europa, Morcelliana, Brescia, 2005-2006 G. Geraci, Il riconoscimento delle unioni di fatto visto da un omosessuale credente, Bioetica, 1/2005, pp. 97-104 F. Chiaromonte, Nota sull’urgenza di regolare le nuove famiglie, Bioetica, 1/2005, pp. 57-64 G. Ferrando, Principi costituzionali e regole di diritto privato nella disciplina delle unioni di fatto, Bioetica, 1/2005, pp. 65-84 G. Cosco, Convivenza fuori dal matrimonio: profili di disciplina nel diritto europeo, Il diritto di famiglia e delle persone, 1/2006, pp. 349-384 E. Rude-Antoine, La pluralité du lien de conjugalité, Hommes et migrations, 1262/2006 N. Gafsia, Mariage et logiques familiales en Islam, Hommes et migrations, 1262/2006 C. Colombo, La disciplina delle convivenze di fatto fra diritto e politica, Il Mulino, 3/2006, pp. 526-536 Indice L’estensione della sfera giuridica di rilevanza attribuita alle convivenze di fatto – Il matrimonio tra persone dello stesso sesso – La creazione di forme alternative di “giuridificazione” dei legami affettivi – Considerazioni di politica del diritto – Le coppie omosessuali. 17 L. Miazzi, Immigrazione, regole familiari e criteri di giudizio,Questione giustizia, 4/2005, pp. 760778 Indice 1. La famiglia nella società multiculturale 2. Gli interventi giudiziari 3. L’imputabilità del minore straniero 4. La valutazione dei comportamenti genitoriali nei procedimenti a tutela del minore: abbandono, inidoneità, comportamenti pregiudizievoli 5. Gli aspetti penali dei comportamenti genitoriali: i maltrattamenti nei confronti dei minori; l’abuso dei messi di correzione, le mutilazioni sessuali 6. Gli istituti familiari diversi da quelli nazionali: la poligamia, il ripudio, la kafala 7. Controllare il futuro. B. Coulmont, Do the rite thing: religious civil unions in Vermont, Social compass, 2/2005, pp. 225239 Abstract Vermont, one of the smallest US states, implemented in 2000 a new form of recognized partnership for samesex couples. A "civil union" gives the couple that contracts it the same benefits a marriage gives to a heterosexual couple. As with a marriage, ministers (pastors, priests, rabbis) are agents of the state when performing a civil union. Following an intense cultural conflict, the implementation of civil unions was simultaneous with a speedy accommodation on the part of the churches. The author provides two explanations for this phenomenon. First, civil unions of the religious type, understood as a religious consumption, provide incentives for an economic routinization. Second, the author focuses on the work of the ministers: through various appeals to the legal order, they try to find ways to perform same-sex wedding ceremonies. Indice The path to civil union – Civil unions as a new business? – Performing civil union - Conclusion R. Gelli, Ancora sulla kafala di diritto islamico: opposizione del kafil alla dichiarazione dello stato di adottabilità, Famiglia e diritto, 3/2006, pp. 248-252 L. A. Ruiz – C. H. Méndez, Un nuevo matrimonio en España (a propósito de las recientes reformas del derecho matrimonial español), Familia, 2/2006, pp. 299-342 M. Boulenouar, L’evolution du droit algerien de la famille (après la réforme du 27 février 2005), Familia, 1/2006, pp. 109-124 D. Garcìa-Pardo, Unioni di fatto in Spagna. Note sulla giurisprudenza del Tribunale Costituzionale, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 259-fine Indice L’equiparazione tra matrimonio ed unioni di fatto – Il diritto dei conviventi di percepire la pensione di reversibilità – La surrogazione dei conviventi nella locazione – La libertà di contrarre matrimonio. A. Barrero Ortega, Libertad religiosa y deber de garantizar la vida del hijo (A propósito de la STC 154/2002, de 18 de julio), Revista española de derecho constitucional, 75/2005, pp. 325-356 J. I. Alonso Pérez, La famiglia di fatto in Spagna: legislazione regionale, Giurisprudenza di merito, 9/2006, pp. 2052-2067 Abstract Il contributo esamina la normativa regionale sulla famiglia di fatto in Spagna, in particolare l’istituto delle unioni civili introdotte in alcune Comunità autonome. Si mette in evidenza la diversità della disciplina legale sulla medesima convivenza non matrimoniale nelle diverse Comunità autonome e il raddoppiamento istituzionale che si produce dopo le recenti riforme della normativa riguardante il matrimonio e il procedimento di separazione e divorzio. Indice Limiti e premesse concettuali sulla famiglia di fatto in Spagna – Fondamenta storico-costituzionali della plurilegislazione sulle coppie non matrimoniali – La famiglia non matrimoniale nella legislazione regionale – Celebrazione e registro delle coppie non matrimoniali riconosciute – Lineament(i) de(i) regimi(i) patrimonial(i) – Limiti e antinomie della (genitorialità – filiazione) facoltà di adottare – Bilancio finale. F. Patruno – L. Iapichino, Esperienze europee concernenti unioni stabili riconducibili nalla tematica della famiglia di fatto, Giurisprudenza di merito, 9/2006, pp. 2068-2074 18 Abstract Nell’attuale momento storico particolarmente vivo è l’interesse per unioni di fatto fra persone, anche dello stesso sesso, le quali optano, consensualmente, per una convivenza connotata da una certa stabilità e reciprocità di impegni personali e patrimoniali, senza accedere all’istituto matrimoniale come regolato dalla legge. L’analisi condotta dagli autori, nel presente contributo, apre una finestra su possibili modelli di innovazioni variamente prospettate in Italia de iure condendo, considerando le esperienze di sistemi europei in tema di quella che da noi è genericamente definita “famiglia fatto”. Indice Premessa – Alcune esperienze europee: quella svedese, danese, francese, portoghese ed olandese – (segue) l’esperienza belga, finlandese, tedesca, inglese, islandese, norvegese, spagnola e svizzera. L. Miazzi, Famiglie straniere e giudici nella società multiculturale, Minori e giustizia, 1/2006, pp. 12-31 Indice Famiglia e immigrazione – L’intervento giudiziario – Società multiculturale e pluralismo giuridico – dalla multicultura all’intercultura all’esperanto dei valori – Pluralismo giuridico e interlegalità – I limiti al riconoscimento della diversità culturale – Società multiculturale e interlegalità come criterio interpretativo – Interlegalità e interesse del minore – Interlegalità, famiglia e relazioni familiari – Condivisione dei valori e intervento flessibile. P. Morozzo della Rocca, Stato di abbandono, ordine pubblico ed esercizi di multiculturalismo giuridico, Minori e giustizia, 1/2006, pp. 42-48 Indice Il diritto all’identità culturale – Il rischio giustificazionista – Il rischio declamatorio – Il rischio negazionista – Il rischio classista. F. Ricco, Matrimonio tra persone dello stesso sesso: spunti di analisi critica, Lo stato civile italiano, 8/2006, pp. 579-581 H. Fulchiron, «Ne répudiez point...»: pour une interprétation raisonnée des arrêts du 17 février 2004, Revue internationale de droit comparé, 1/2006, pp. 7-26 Indice Le sens de la condamnation – Les ambiguïtés de la motivation – L’opportunité de la solution – Les voies d’une conciliation – Le prise en compte de la complexité – La nécessité d’une démarche pragmatique. M. L. Niboyet, Regard français sur la reconnaissance en France des répudiations musulmanes, Revue internationale de droit comparé, 1/2006, pp. 27-46 Indice Le regard rétrospectif et distancié – Les mauvaises querelles – Les fausses pistes – Le regard prospectif engagé – La recevabilité – Le bien-fondé. F. Sarehane, La répudiation, quels obstacles pour les Marocains résidant en France ? (Exercice au Maroc et reconnaissance en France), Revue internationale de droit comparé, 1/2006, pp. 47-60 Indice Obstacles à l’exercice des répudiations au Maroc – Difficultés sur le plan de la compétence juridictionnelle – Difficultés sur le plan des procédures – La reconnaissance des répudiations marocaines en France – Du caractère d’acte privé de la répudiations – Des violations des droits de la défense – De l’absence ou de l’insuffisance des garanties pécuniaires en faveur de l’épouse et des enfants – Du caractère foncièrement discriminatoire de la répudiation – L’alternative – Devant les juridictions nationales – La saisine des juridictions françaises – Conclusion. A. Mezghani, Quelle tolérance pour les répudiations ?, Revue internationale de droit comparé, 1/2006, pp. 61-72 N. M. Mahieddin, La dissolution du mariage par la volonté unilatérale de l’un des époux en droit musulman et en droit algérien, Revue internationale de droit comparé, 1/2006, pp. 73-100 19 Indice La dissolution unilatérale du lien matrimonial selon le droit musulman classique – La répudiation (talâq) – Le divorce par compensation (khul) – La dissolution unilatérale du mariage en droit positif algérien – La répudiation (talâq) – Le divorce par compensation (khul). K. Saïdi, La réforme du droit algérien de la famille : pérennité et rénovation, Revue internationale de droit comparé, 1/2006, pp. 119-152 Abstract Le Code de la famille algérien vient de connaître sa première réforme par l’ordonnance du 27 février 2005. le législateur algérien s’est empressé de justifier les amendements apportés non par le respect des instruments internationaux ratifiés par l’Algérie mais par la méthode de l’Ijtihad afin de conforter le courant conservateur. Ce choix explique que la réforme s’est cantonnée à modifier les seules règles du mariage et du divorce. Le texte adopté sans débat apparaît étriqué malgré les innovations introduites. Ainsi, l’aptitude légale au mariage a été fixée à 19 ans pour l’homme et la femme qui doivent par ailleurs produire un certificat de santé. La suppression de la tutelle matrimoniale comme condition du mariage ne s’est pas accompagnée de la disparition de la polygamie bien qu’assortie de restrictions. La reforme consacre la responsabilité familiale placée sous l’autorité conjointe des époux. La femme accède à la tutelle des enfants pendant le mariage et lors de sa dissolution. Mais cette coopération dans l’intérêt de la famille reste fragile puisque l’époux peut mettre fin à l’union par répudiation unilatérale de l’épouse. L’ouverture des cas de divorce à l’initiative de la femme cherche un équilibre entre les époux. La dissolution du mariage obéit à un cadre procédural qui permet au juge d’apprécier les motifs de la rupture et de décider des éventuelles réparations financières légitimes. L’innovation majeure reste l’introduction du ministère public dans le contentieux familial afin de veiller au respect des nouvelles dispositions. Le nouveau droit algérien de la famille a davantage cherché l’équilibre des droits mais non point l’égalité entre les époux. Indice Le lien matrimonial – Les conditions essentielles à la formation du mariage – Les effets du mariage – La dissolution du lien matrimonial – Le pluralisme des modes de divorce – Les effets du divorce. R. Romboli – N. Pignatelli - M. Carrillo – E. Expósito Gómez – E. Lauroba – F. Dal Canto – G. De Marzo, La legge spagnola sul matrimonio tra persone dello stesso sesso e la tutela delle coppie omosessuali in Italia, Foro italiano, 3/2005, p. 256-284 F. Guerchour, La primauté constitutionnelle de la Convention européenne des droits de l’homme sur les conventions bilatérales donnant effet aux répudiations musulmans, Journal de droit international, 3/2005, pp. 695-737 Abstract Jurisprudence et doctrine s’accordent traditionnellement pour admettre que le conflit opposant la Convention européenne des droits de l’homme aux conventions bilatérales qui, conclues entre la France et certains Etats du Maghreb, donnent effets aux répudiations musulmanes, doit être tranché au profit de la première au moyen de l’exception d’ordre public international que les secondes renferment. L’audace du procédé ne suffit pas à masquer la dénaturation de l’exception d’ordre public international qu’il opère. Son application se justifierait cependant, à titre de pis-aller, si n’existait pas, dissimulé et pourtant bien réel, un principe de solution rationnel susceptible de fournir une issue logique à cette antinomie : le principe hiérarchique par emprunt. Ce dernier conduit à affirmer que la primauté de la Convention européenne sur les conventions bilatérales qui la contradisent découle de ce que, à la différence de cellesci, celle-là reproduit des exigences constitutionnelles auxquelles aucun traité ne peut se soustraire. La mise en oeuvre de ce principe de règlement ne rencontre aucun obstacle de nature axiologique ou de caractère technique. Sa portée excède l’ordre juridique interne, pour se déployer également dans l’ordre juridique international. La réalisation du principe hiérarchique par emprunt emporte en effet suppression, non seulement des conflits de normes conventionnelles de droit international privé qui surgissent dans l’ordre juridique français, mais aussi des conflits de normes conventionnelles interétatiques qui éclatent dans l’ordre juridique international. Indice Les principes de solution inadéquats – L’inadéquation de l’exception d’ordre public international – L’inadéquation des principes de temporalité et de spécialité – La promotion du principe hiérarchique par emprunt – L’application du principe hiérarchique par emprunt dans l’ordre juridique français – L’application du principe hiérarchique par emprunt dans l’ordre juridique international. G. Ferrando, Il contributo della Corte europea dei diritti dell’uomo all’evoluzione del diritto di famiglia, La nuova giurisprudenza civile commentata, 5/2005, pp. 263-276 Indice La Convenzione europea sui diritti dell’uomo e le libertà fondamentali – Il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia – Il mutamento di sesso e le coppie omosessuali – Il rispetto della vita privata e familiare. I rapporti tra Stato e 20 famiglia – Segue: la filiazione naturale – Segue: il cognome della famiglia – Segue: il diritto di conoscere le proprie origini – Sentenze della Corte europea e di diritto interno. F. Mosconi, Le nuove tipologie di convivenza nel diritto europeo e comunitario, Rivista di diritto internazionale privato e processuale, 51/2005, pp. 305-314 Indice Considerazioni introduttive – Il Consiglio d’Europa e le prescrizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in tema di matrimonio e di rispetto della vita privata e familiare – La situazione nell’ambito dell’Unione europea – Segue: la giurisprudenza della Corte di Giustizia – La circolazione dei modelli matrimoniali nell’esperienza federale degli Stati Uniti – Considerazioni conclusive. F. Leo, La libertà di culto come causa di addebito della separazione e di affidamento della prole, Vita notarile, 2/2005, pp. 1140-1152 Indice Premessa – La situazione attuale – La rilevanza giuridica del mutamento di fede religiosa – L’evoluzione del pensiero dottrinale... – Segue: ...e gli interventi costruttivi della giurisprudenza – L’impatto del mutamento di credo religioso sull’affidamento della prole – Conclusioni. A.Galoppini, Il ripudio e la sua rilevanza nell'ordinamento italiano, Il diritto di famiglia e delle persone, 3/2005, pp. 969-989 M. Moreno, Las uniones de hecho en la legislación autonómica, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 95-142 A. Panizo, Encuadre jurídico y constitucional de la Ley 13/2005, de 1 de julio, en materia de derecho a contraer matrimonio, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 143-160 A. Motilla, La reforma del Derecho de Familia en el Reino de Marruecos, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 435-460 B. Schanda – S. A. Szuromi, The legal situation of matrimony and family in Hungary, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 545-556 A. Ceserani, Il dibattito sui nuovi modelli familiari: profili ecclesiasticistici, Il diritto ecclesiastico, 4/2005, pp. 919-962 A. Busacca, Mutamento di fede religiosa e crisi della famiglia fra intollerabilità ed addebito della separazione dei coniugi, Il diritto di famiglia e delle persone, 3/2005, pp. 803-820 R. Baratta, Verso la “comunitarizzazione” dei principi fondamentali del diritto di famiglia, Rivista di diritto internazionale privato e processuale, 51/2005, pp. 573-606 L. Brunet, I conflitti tra genitori sull'educazione religiosa dei figli. Un'applicazione problematica del principio di laicità in Francia, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 141-160 E. Carbone, Il fattore religioso nell’affidamento e nell’educazione della prole. Rileggendo Walter Bigiavi, Politica del diritto, 4/2006, pp. 673-686 12. Diritti del fedele e appartenenza confessionale A.Licastro, L’intervento del giudice nelle formazioni sociali religiose a tutela dei diritti del fedele espulso, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2005, pp. 880-922 21 Indice La funzione disciplinare nelle associazioni regolate dal codice civile – Il fanodamento dell’esercizio del potere disciplinare nelle formazioni sociali con finalità di culto – Il quadro dei principi costituzionali – La speciale autonomia delle Confessioni religiose – Il significato e la rilevanza delle garanzie bilaterali di non ingerenza statale – I profili riguardanti l’efficacia civile del provvedimento – La rilevanza intrinseca del provvedimento disciplinare Le forme ammissibili di tutela dei diritti individuali fondamentali all’interno delle formazioni sociali religiose – Le peculiarità strutturali delle molteplici categorie di formazioni sociali religiose e la diversità del loro regime giuridico – L’autonomia degli enti confessionali civilmente riconosciuti – L’ente confessionale riconosciuto come persona giuridica di diritto comune – L’ente confessionale di fatto – Le Confessioni religiose « senza intesa » e il riconoscimento dei loro enti esponenziali – Il caso della sospensione della delibera di espulsione dalla Congregazione dei Testimoni di Geova – Spunti innovativi nella più recente giurisprudenza di merito. G.Canobbio, Appartenenza con riserva e soggettivizzazione della fede: quale via di uscita?, La rivista del clero italiano, 2/2006, pp. 99-115 M. Parisi, Provvedimenti delle organizzazioni religiose in materia disciplinare e tutela giurisdizionale dei diritti: divieto di ingerenza o sindacabilità?, Giustizia civile, 11/2005, I, pp. 2814-2836 Indice I profili problematici di un recente caso giurisprudenziale – L’autonomia delle organizzazioni confessionali – Diritti inviolabili della persona umana e provvedimenti interni di gruppi religiosi – Considerazioni conclusive. G. Lagomarsino, Espulsione ad nutum da associazione religiosa e garanzie costituzionali fondamentali disapplicate, Giurisprudenza di merito, 5/2006, pp. 1145-1161 Abstract L’Autore analizza i limiti dell’ingerenza statale nelle decisioni interne alle confessioni titolari di Intese, ed alle associazioni religiose che tale statuto non hanno, o, come la Congregazione dei Testimoni di Geova, non hanno ancora per non essere stata emanata la legge di esecuzione dell’Intesa prevista dall’art. 8, c. 3, Cost. Si sofferma quindi ad esaminare i principi applicabili alle procedure disciplinari interne all’Ente, anche alla luce della normativa costituzionale. Indice Considerazioni introduttive. La libertà religiosa in generale – Limiti all’esercizio della libertà religiosa della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova – Il diritto di difesa del socio e/o affiliato – Conclusioni. J. A. Alberca de Castro, El derecho de asociación religiosa desde la perspectiva del Derecho francés, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 205-248 R. García García, El derecho de asociación en la historia del Derecho Eclesiástico. Reconocimiento y regulación jurídica de las confesiones religiosas en España: Decreto de 1 de Noviembre de 1868; Ley de 30 de Junio de 1887 y Ley de 2 de Junio de 1933 relativa a confesiones y congregaciones religiosas, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 161-202 A. Roccella, Nuove prospettive nella disciplina delle confraternite, Il diritto ecclesiastico, 4/2005, pp. 888-918 P. Lo Iacono, La giurisdizione statale fra tutela dei diritti individuali e rispetto dell'autonomia confessionale: a proposito di un provvedimento di espulsione dai Testimoni di Geova, Il diritto di famiglia e delle persone, 3/2006, pp. 1119-1167 13. Festività religiose 14. Fonti del diritto A.Seglers, La “decontestualizzazione” della legge organica spagnola sulla libertà religiosa, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 147-160 22 Indice Dottrina e giurisprudenza sulla riserva di Legge organica a favore dello Stato – Natura giuridica della legge organica: elemento del sistema delle fonti o norma che attribuisce una competenza allo Stato? – L’ambito materiale della Legge organica – Le materie collegate – Conclusioni. A.Castro-Jover – D.Milani, Il fattore religioso negli statuti delle “Comunidades autónomas”, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2005, pp. 321-338 Indice La ripartizione delle competenze tra Stato e Comunità autonome – (segue) e le sue proiezioni sulla tutela della libertà religiosa – Le norme di rilievo ecclesiasticistico degli statuti delle “Comunidades autónomas” – La tutela degli interessi religiosi locali e i limiti invalicabili delle materie. D.Milani, La tutela degli interessi religiosi delle comunità locali tra riforma della Costituzione e nuovi statuti regionali, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 201-244 Indice Diritto ecclesiastico e modifica del Titolo V della Parte seconda della Costituzione – Verso un sistema interistituzionale a rete – Il policentrismo istituzionale fra coordinamento e collaborazione – Multilevel constitutionalism e sistema delle fonti – Le nuove dimensioni della legislazione regionale di interesse religioso – (segue) di produzione bilaterale – (segue) di produzione unilaterale – Il limite della riserva sulle prestazioni concernenti i diritti civili – (segue) e le sue implicazioni sull’esercizio della libertà religiosa – Interessi religiosi locali e rappresentanza politica – La revisione degli statuti regionali – I contenuti di rilevanza ecclesiasticistica – La tutela statutaria della libertà religiosa – (segue) e dell’identità cultural-religiosa - Forme di partecipazione – Cambiare tutto per non cambiare nulla? V.Tozzi, Riforme costituzionali e superamento degli accordi con le organizzazioni religiose, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 245-fine E.Rossi, Il fenomeno religioso nei nuovi statuti regionali: prime osservazioni, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2005, pp. 297-320 Indice Gli statuti regionali dopo la riforma del 1999 – La difficile genesi degli statuti regionali tra ritardi delle Regioni e ricorsi alla Corte Costituzionale – Gli statuti regionali approvati e la tutela della libertà religiosa – segue: i rapporti tra le Regioni e le confessioni religiose – segue: le disposizioni a favore della famiglia e le altre forme di convivenza e il “dialogo” con la Chiesa cattolica – Conclusioni. A.Seglers, Le convenzioni di collaborazione tra la Comunità Autonoma di Catalogna e le minoranze religiose, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2006, pp. 363-380 Indice Lo Stato spagnolo come Stato composto – Competenze autonomiche e finalità delle Convenzioni di Collaborazione – Alcune considerazioni – Testo completo delle Convenzioni sottoscritte in Catalogna. S. Bordonali, Le istanze religiose di fronte ai meccanismi di produzione giuridica, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, p. 81-97 15. Finanziamento delle confessioni religiose R. Astorri, Il finanziamento tributario delle confessioni religiose. Profili comparatistici, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 3-26 Indice Introduzione – Le fonti costituzionali del finanziamento alle confessioni – Il modello del finanziamento. M. Kotiranta, La Finlandia tra tassa ecclesiastica e sostegno statale delle confessioni religiose, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp.27-50 23 Indice Introduzione. Le fonti di reddito delle Chiese e delle associazioni religiose – Il background storico del sistema di finanziamento – L’estensione del sostegno finanziario statale alle comunità religiose registrate – Valutazione generale del sistema finlandese e della sua coerenza con i principi dell’Unione Europea. C.K. Papastathis, Il finanziamento statale della religione dominante in Grecia, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 51-66 Indice Introduzione – Sovvenzioni dirette alla Chiesa ortodossa – Retribuzioni e pensioni di anzianità – Esenzioni fiscali – Altre agevolazioni finanziarie – Educazione religiosa – Conclusioni. I.C. Ibàn, Desamortización, confesionalidad, libertad religiosa. Una constante: el sistema de financiación de la Iglesia en España, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 67-82 Indice Antecedentes – Descripción del modelo – La asignación tributaria a la Iglesia católica. El impuesto eclesiástico – Actividades confesionales financiadas por el Estado – La fiscalidad de las confesiones religiosas - Valoración del modelo. L. L. Christians, Le financement des cultes en droit belge: bilan et perspectives, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp.83-106 Indice Objets, critères et usages du financement des cultes – Les financements entre normes et chiffres – Propositions et prospectives – Conclusions. A. Emilianides, Il finanziamento delle cinque religioni: il caso cipriota, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 107-124 Indice Introduzione – Storia e aspetti sociali – Panoramica generale del sistema di finanziamento – Finanziamento diretto – Finanziamenti indiretti – Una valutazione del sistema. A. Ferrari, La Fondazione delle Opere dell’Islam di Francia o come costruire un “islam gallicano”, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 125-136 Indice Premessa – Moschee e diritto vigente – La Fondazione delle Opere dell’Islam di Francia – Una postilla a margine. S. C. Caridi, L’otto per mille dell’Irpef e la XIV legislatura: prospettive “de jure condendo”, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 137-162 Indice Per memoria: le ragioni di un sistema – Il sistema e il suo funzionamento – Ipotesi di riforma pendenti in Parlamento: linee generali – (segue) e linee di tendenza – Proposte di abrogazione o correzione del sistema – Proposte di estensione del sistema – Soluzioni alternative: il cinque per mille introdotto dalla legge finanziaria per il 2006. Verso una chiarificazione del dibattito? – Linee di lettura. I. Pistolesi, La quota dell’otto per mille di competenza statale: un’ulteriore forma di finanziamento (diretto) per la Chiesa cattolica?, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 163-182 Indice Considerazioni introduttive – L’evoluzione della disciplina dell’utilizzo delle quote dell’otto per mille di competenza statale : la legge 222 del 1985 – (segue) il DPR n. 76 del 1998 – Le fonti di produzione normativa utilizzate per la distribuzione dei fondi otto per mille a diretta gestione statale: decretazione d’urgenza e atti di natura regolamentare – Gli interventi per la conservazione dei beni culturali come nuova forma di finanziamento diretto alla Chiesa cattolica. P. Gay, Le fonti di finanziamento delle chiese valdesi e metodiste, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 183-196 24 Indice I soggetti finanziati – I soggetti finanziatori – I doveri contributivi – Le contribuzioni dei fedeli – La ripartizione dell’otto per mille – Il riesame della materia – Le quote non espresse. C. Cianitto, Il finanziamento delle confessioni religiose in Italia e Spagna: scelte a confronto, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 197-202 J. F. Boudet, États et religions en Europe. Perspectives financières, Revue internationale de droit comparé, 4/2005, pp. 993-1013 Abstract La doctrine dominante admet volontiers une convergence politique de «laïcité ouverte» en Europe. Pourtant, sur le plan financier, le principe de libre exercice des cultes, prolongement de la liberté de conscience et de pensée, met à la charge de l’État un certain nombre d’ «obligations positives», même dans un régime de séparation et même si l’État ne subventionne pas officiellement les cultes (financement d’aumoneries et de cours d’instruction religieuse, régime fiscal et demanial favorable...). C’est pourquoi il convient d’affirmer un absence de «modèles» d’État finançant les communautés religieuses. Les systèmes respectifs de financement des communautés religieuses découlent en effet d’une reconnaissance politique et sociale, inscrite dans l’histoire de chaque État. Indice La reconnaissance politique du financement des communautés religieuses – Le financement public direct en principe proscrit - Le financement public direct admis – La reconnaissance sociale du financement des communautés religieuses – L’utilité sociale comme critère éventuel du financement des communautés religieuses – L’affectation fiscale des contribuables comme critère souhaitable du financement des communautés religieuses. 16. Insegnamento della religione nella scuola pubblica J.M.Vázquez García-Peñuela, La enseñanza de la religión católica en España: algunos aspectos de sus regulaciones tras la Constitución de 1978, Ius canonicum, 89/2005, pp. 143-181 A.González-Varas Ibáñez, La enseñanza de la religión en las escuelas públicas españolas y italianas : la diferente interpretación jurisprudencial de situaciones semajantes , Revista española de derecho canonico, 158/2005, pp. 185-216 G.A.Battistella – D.Olivieri, L’insegnamento della religione nelle scuole statali italiane nell’anno scolastico 2004/2005, Religione e scuola, 1/2005 G.Mejia, Insegnamento della religione in Europa. Transizione e cambiamento in Spagna, Religione e scuola, 4/2005 S.Cicatelli, Privacy e Irc, Religione e scuola, 4/2006 M.Damini, Decentramento e insegnamento della religione, Religione e scuola, 3/2006 S.Cicatelli, Obiettivi specifici di apprendimento nell’Irc, Religione e scuola, 3/2006 A. Martínez Blanco, La iglesia en la educación, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 217-242 A. Caprioli – L. Vaccaro (a cura di), Educazione, questione cristiana e questione civile, Morcelliana, Brescia, 2005-2006 S. Giombi, Insegnare religione a scuola, Il Mulino, 4/2006, pp. 735-744 Indice Un nuovo progetto – Oltre le ambiguità – Il personale docente – Nuove domande religiose e segnali da cogliere. 25 R. Bonaiuti, L’insegnamento religioso nella riforma della scuola. Osservazioni didattiche e proposte in prospettiva, Vivens homo, 1/2005, pp. 109-139 Abstract L’articolo sottolinea alcuni aspetti significativi delle Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati per le scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado, in particolare la legge dell’ologramma, il rapporto tra obiettivi generali, specifici e formativi, le unità di apprendimento. Prende poi in esame i recenti Obiettivi specifici di apprendimento per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole citate e le Raccomandazioni per le scuole dell’infanzia e primaria fornendone una valutazione critica. Dopo aver tentato di disegnare proposte di percorsi operativi per il lavoro nella scuola, conclude con alcuni interrogativi sulla situazione della cultura religiosa a scuola, nell’attuale contesto pluralistico, sempre più multiculturale e multireligioso. Perciò s’ipotizza un insegnamento obbligatorio per tutti di carattere transconfessionale che vada oltre l’attuale normativa. R. Bonaiuti, L’insegnamento religioso nella riforma della scuola. Il secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, Vivens homo, 1/2006, pp. 179-200 Abstract L'articolo presenta sommariamente le caratteristiche del secondo ciclo dell’istruzione e della formazione alla luce del relativo decreto legislativo di applicazione della legge di riforma della scuola. Vengono particolarmente considerati alcuni aspetti e problemi relativi ai percorsi di istruzione liceale e di istruzione e formazione professionale, ai profili conclusivi, al numero degli obiettivi specifici di apprendimento, alle proposte didattiche generali. Successivamente si esaminano gli obiettivi specifici di apprendimento dell'insegnamento di religione cattolica per il secondo ciclo, mettendone in evidenza alcuni problemi come il rapporto tra dimensione culturale e confessionalità. Per l’attuale situazione multiculturale vengono inoltre considerate alcune recenti proposte per un insegnamento rivolto alla conoscenza del fatto religioso, di carattere transconfessionale e obbligatorio per tutti. T. Rakar, The role of the Roman Catholic Church in the Service Provision of Education in Slovenia and Hungary, Social compass, 1/2005, pp. 83-101 Abstract The author presents a comparative analysis of the development of the role of the Roman Catholic Church in the service provision of education in the post-socialist countries, Slovenia and Hungary. The analysis shows that there are important differences between the countries in the education policies as they relate to denominational educational institutions, and how these institutions are embedded in the education system. This is manifested in different models of the relations between government and denominational educational institutions. In Slovenia the relationship is characterized by the model of 'separated dependence' while Hungary follows the model of 'integrated dependence'. These differences have resulted in a more extensive growth of denominational educational institutions in Hungary than in Slovenia. Indice Education policies concerning denominational educational institutions – Tipology of relations between government and denominational educational institutions – Development of denominational educational institutions – Conclusion. C. Garcimartin, Enseñanza y religión en la Repúbblica de Irlanda, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, pp. 708-736 Indice Introducción – Educación primaria. Preliminares – Sistema educativo y derchos subjetivos Deberes del Estado. Alcance de los deberes estatales en materia de enseñanza – Contenido de los deberes – La financiación pública de la enseñanza confesional – Educación secundaria. Tipos de educación secundaria – La financiación de la enseñanza secundaria - Enseñanza universitaria. R. Potz – B. Schinkele, Minderheitenschutz und Religionsunterricht, Österreichisches Archiv für recht & Religion, 2/2005, pp. 194-208 M. E. Lechliter, The free exercise of religion and public schools: the implication of Hybrid rights on the religious upbringing of children, Michigan law review, vol. 103, 8/2005, pp. 2209-2241 Indice Introduction – Why lower courts fail to understand the meaning of Yoder & Smith – The right of parents to direct the religious upbringing of their children – Mere dicta: circuit courts denying the existence of hybrid rights – Independently noble claims: circuit courts recognizing hybrid rights while eviscerating thei power – Colorable claims: circuit courts searching for meaningful hybrid rights ground – The vigor of the free exercise clause acting in 26 conjunction with parental rights – Public school policies clashing with free exercise – The proper standard for courts to use when addressing parents’ hybrid rights claims – Conclusion. A.González-Varas Ibáñez, Confessioni religiose, diritto e scuola pubblica in Italia : insegnamento, culto e simbologia religiosa nelle scuole pubbliche, CLUEB, Bologna, 2005 17. Insegnanti di religione P.Cavana, La riforma dello stato giuridico dei docenti di religione (l. n. 186 del 2003), Il diritto di famiglia e delle persone, 4/2005, pp. 1314-1348 S.Cicatelli, La mobilità dell’Idr, Religione e scuola, 1/2005 S.Cicatelli, Questioni aperte sulla gestione del ruolo, Religione e scuola, 4/2005 C.Girelli, Autovalutazione d’istituto e Idr, Religione e scuola, 4/2006 S.Cicatelli, Nuove regole per la formazione degli insegnanti, Religione e scuola, 3/2006 R.R.Chacón, Los profesores de Religión católica en la jurisprudencia, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 243-274 L. Nannipieri, Insegnanti di religione cattolica e poteri dell'Ordinario diocesano, Rivista italiana di diritto del lavoro, 1/2006, pp. 66-74 P. Colella, Notazioni critiche in tema di tutelabilità dei diritti spettanti agli insegnanti di religione cattolica nelle scuole pubbliche, Corriere giuridico, 7/2005, pp. 985-987 Abstract La Corte di Cassazione, sezione lavoro, insiste nel proporre un’interpretazione estensiva di prerogative di norme ordinarie privilegiate, circa l’insegnamento nelle scuole statali della religione cattolica, non tenendo conto che queste norme proprio perché eccezionali non sono suscettibili di interpretazione siffatta tanto più perché la lettera di queste disposizioni non lo prevede. P. Grassano, Gli insegnanti di religione e il loro status giuridico, Lo stato civile italiano, 5/2005, pp. 394-396 M. Gattaponi, Insegnanti di religione: dalla precarietà all’immissione in ruolo. Primi nodi al vaglio della Corte Costituzionale, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2006, pp. 785-798 18. Laicità (principio di) S.Sicardi, Questioni aperte nella disciplina del fenomeno religioso: dalla laicità al sistema delle fonti, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 3-30 Indice Un quadro nuovo e complesso – La laicità di fronte ai problemi del tempo presente – La laicità quale principio supremo dell’ordinamento italiano. Considerazioni problematiche – Sistema delle fonti e disciplina del fenomeno religioso. Dall’asse delle ascisse a quello delle ordinate. La sussidiarietà. L’asse delle ascisse: fonti bilaterali e fonti unilaterali – L’asse delle ordinate. Il problema della disciplina multilevel della libertà religiosa. In particolare, alcune riflessioni collegate alla riforma del titolo V della Costituzione. La problematica della sussidiarietà. 27 F. De Gregorio – P. Bellini – G. Sartori – V. Zanone – G. Zizola, Variazioni sul tema della laicità. Dialogando a proposito di alcuni principi del Concilio Vaticano II e della libertà religiosa, Aracne, Roma, 2006 G. Preterossi (a cura di), Le ragioni dei laici, Laterza, Bari, 2005 Indice Introduzione – Contro le nuove teologie della politica di Geminello Preterossi – L’etica dei laici di Remo Bodei – Libertà e laicità di Carlo Galli – Il pregio di ciò che manca e la laicità degli altri di Francesco Remotti – Le radici illuministiche della libertà religiosa di Vincenzo Ferrone – La laicità dello Stato di Francesco Margiotta Broglio – Scuola e cultura laica di Tullio De Mauro – Laicità e religione di Claudio Magris – Cristianesimo e laicità di Pietro Scoppola – Perché non possiamo non dirci laici di Andrea Riccardi – Islam e laicità di Khaled Fouad Allam – Le radici meticce dell’Europa di Anna Foa – Corpo e laicità: il caso della legge sul velo di Ida Dominijanni – Scienza e laicismo di Umberto Veronesi – Gli autori. G. Weigel, La Cattedrale e il Cubo. Europa, America e politica senza Dio, Rubbettino, Cosenza, 2006 Abstract Perché gli europei hanno una visione del mondo così diversa dagli americani? Perché l’Europa è agonizzante sul piano demografico? Ne La Cattedrale e il Cubo, George Weigel offre un’analisi penetrante del “problema dell’Europa” e trae da esso lezioni che interessano il resto del mondo. Mettendo in opposizione la civiltà che ha prodotto il modernissimo “cubo” de La Grande Arche de la Défence a Parigi con la civiltà che ha prodotto la “cattedrale” di Notre-Dame, Weigel sostiene che il rigido secolarismo abbracciato dall’Europa ha portato a una crisi di morale civile che ne sta erodendo l’anima. Egli fa risalire le origini del “problema dell’Europa” al “dramma dell’umanesimo ateistico” che investì la vita intellettuale europea nel xix secolo. I leader culturali del tempo pensarono che disfarsi del Dio della Bibbia fosse necessario per l’emancipazione umana. Weigel espone in maniera efficace le ragioni per cui non ci può essere una vera e propria “politica” – un’autentica deliberazione sul bene comune e una forte difesa della libertà – senza Dio perché le società e le culture sono grandi soltanto a patto che siano grandi le loro aspirazioni spirituali e il popolo della “cattedrale” a differenza del popolo del “cubo” può fornire un’irresistibile motivazione del proprio impegno a favore della libertà di ciascuno. D. Moulinet, Genèse de la laïcité, CERF, Parigi, 2005 Abstract En 2005, la laïcité ne se réduit pas au régime de la séparation entre l’État et les cultes, régime issu de la loi du 9 décembre 1905, car il ne s’applique pas à toutes les régions françaises. La République est laïque depuis les constitutions de 1946 et de 1958. Cela implique que l’État est non confessionnel sur tout le territoire national et que sont garanties la liberté de conscience et celle de religion. Sont concernés aussi par ce principe les régimes spéciaux d’Outremer française et celui du droit local d’Alsace-Moselle. Le recueil de textes réalisé par l’historien Daniel Moulinet rassemble des sources civiles et religieuses qui ont eu un rôle depuis le XIXe siècle et qui peuvent encore apporter de précieux éclairages. Ce recueil ne présente pas les textes du droit français de la laïcité en vigueur en 2005, ce qui est la tâche de la nouvelle édition du volume de sources annotées « Liberté religieuse et régimes des cultes en droit français » (à paraître en 2005). Daniel Moulinet rappelle, à l’aide des textes eux-mêmes, les étapes concernant trois dossiers : comment l’emprise gallicane, exercée par l’État sur les religions, cède-t-elle devant la Séparation dès 1905 ? Comment la France s’est-elle laïcisée, elle qui doit répondre à de nouvelles formes de demandes religieuses ? Comment les politiques anticléricale et anticongréganiste font-elles place aux politiques en faveur de la liberté religieuse individuelle et de la liberté des cultes ? Parmi les textes recueillis, Daniel Moulinet a cité des textes du Magistère catholique : la genèse de la laïcité a eu à compter avec l’influence de la religion de la majorité des Français, avec la résistance de cette religion au laïcisme persécuteur et avec les conditions du ralliement à la République que le pape Léon XIII a conseillé aux catholiques français. P. Nélidoff, La laïcité après la laïcité : autour de quelques questions actuelles, Bulletin de littérature ecclésiastique, 3/2005, pp. 239-260 Abstract Peu de questions sont aussi complexes que celle de la laïcité à la française. En témoignent les débats que suscite le centenaire de la loi du 9 décembre 1905 relative à la séparation des Églises et de l’État. Trois questions d’actualité sont abordées : l’enseignement du fait religieux, les instances de représentation des grandes religions (en particulier le Conseil français du culte musulman) et le document publié par la Conférence des présidents d’université : Laïcité et enseignement supérieur. 28 J. Pasquali Cerioli, L’indipendenza dello Stato e delle confessioni religiose. Contributo allo studio del principio di distinzione degli ordini nell’ordinamento italiano, Giuffrè, Milano, 2006 Indice Introduzione: L'attuazione del principio di laicità dello Stato - Il quadro costituzionale italiano: promozione della libertà religiosa e reciproca indipendenza dello Stato e delle confessioni religiose - I contenuti dell'ordine indipendente dello Stato - Indipendenza degli ordini e diritto ecclesiastico civile negoziato con le confessioni religiose. S. Lariccia, Le radici laiche dell’Europa, Il diritto di famiglia e delle persone, 1/2006, pp. 251-269 G. Coq, Un principe universel, Hommes et migrations, 1258/2005 Résumé La laïcité conduit à la démocratie. Mais cette société laïque a défait l'ancien corps social bâti sur une religion et elle est fragilisée. Le recours à la République va lui permettre de reconstruire cette cohésion. J. P. Delahaye – J. P. Obin, Faut-il-changer la laïcité?, Hommes et migrations, 1258/2005 C. Guimonnet, Quelle place pour l’enseignement de la laïcité au lycée?, Hommes et migrations, 1258/2005 J. L. Biot, Point de vue : un enjeux toujours fondamental, Hommes et migrations, 1258/2005 H. Pena-Ruiz, Culture, cultures et laïcité, Hommes et migrations, 1259/2005 H. Sadi, La laïcité à l’épreuve de l’intégration, Hommes et migrations, 1259/2005 J. Mince, Un accélérateur de l’émancipation des femmes , Hommes et migrations, 1259/2005 U. Paniccia, Laici, cattolici e democrazia, il Mulino, 3/2006, pp. 593-604 Indice Breviario terminologico – In ascolto dell’uomo – Diritti fondamentali e natura umana – La “gestione” dei diritti – Il diritto alla libertà religiosa – Una piccola postilla finale. G. E. Rusconi – A. Scola, Prove di dialogo, tra fede e ragione, Il Mulino, 2/2006, pp. 369-379 R. Conte, Proposte di modifiche costituzionali e principio di laicità dello Stato, Questione giustizia, 2/2005, pp. 299-310 Indice 1. Reazioni politiche e provvedimenti giudiziari in materia di esposizione in aule pubbliche di simboli religiosi 2. Alcune premesse e analisi dei progetti di riforma 3. ... segue 4. Cenni al principio supremo di laicità dello Stato 5. Riflessi dell’analisi sui progetti di riforma. Conclusioni. N. Colaianni, Chiesa e politica: il rispetto della laicità, Questione giustizia, 2/2006, pp. 270-282 S. Ferrari, Laicità dello stato e pluralismo delle religioni, Sociologia del diritto, 2/2006, pp. 5-31 Abstract The fact that the state is secular no longer has the priority of indicating an attitude towards religion on the part of the state, but the ways and means with which the state tackles the problem of the cultural, ethnic and linguistic diversities that cut through its own population. These days, the debate about secularism cannot be limited any more to a question that turns exclusively on the dialectic between State and Church, without considering the ethical and cultural fragmentation nourished on the one hand by atomising individualism and on the other by society’s division into partial communities. Two notions of secularism emerge in this new context. The first refers to a set of principles and values (tolerance, democracy, freedom, equality etc.) around which citizenship should be constructed: in this sense, secularism sets itself up as the civil religion of the Europeans (as opposed to Christianity, which others believe should be fulfilling the same function). The second sets itself up as a rule of social and religious pluralism. This second notion of secularism is partially asymmetric to the first: the terrain it occupies is not primarily that of contents, but that of means; 29 it does not take the form of secularism as a programme, but of secularism as a method. These two notions of secularism deserve to be kept clearly distinct, as the one is substantial in nature, while the other is methodological. While Europe may tend more towards secularism or towards Christianity as its civil religion, European society cannot afford to do without this second dimension of secularism if it is to avoid betraying its identity. Such a step would in fact imply giving up the mediation of law, which is what stops any one system of values (even the one espoused by the majority) from taking over the institutions of the state and transforming them into a great sounding board, so as to homogenise the ultimate sense of belonging, the beliefs and preferences of its citizens. Indice Il problema – Il campo di gioco: i principi di ragionevolezza e democrazia – La religione civile statunitense – Il cristianesimo come religione civile europea – La laicità asimmetrica dell’Europa – La laicità come religione civile dell’Europa – La laicità come regola del pluralismo sociale – Quale laicità per l’Italia? – Conclusione. L. Diotallevi, La politica continentale e un nuovo modello di laicità, Vita e pensiero, 5/2005, pp. 23-28 A. Pin, Il percorso della laicità “all’italiana”. Dalla prima giurisprudenza costituzionale al Tar veneto: una sintesi ricostruttiva, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 203-230 Indice Il principio di laicità. Una nozione difficile – Le prime sentenze sulla laicità e la concezione del pluralismo – L’evoluzione della giurisprudenza costituzionale – Dalla giurisprudenza costituzionale a quella della Cassazione e di merito: l’inclinazione verso la neutralità – Conclusione: un percorso tormentato e lontano dal termine. A. Riccardi, Islam, laicità e cristianesimo: la Turchia che aspetta il Papa, Vita e pensiero, 4/2006, pp. 38-48 G. Bencheikh, L’islam dans la laïcité, Hommes et migrations, 1259/2005 J. M. Porras Ramirez, Libertad religiosa, laicidad y cooperación con las confesiones en el Estado democrático de derecho, Thomson-Civitas, Madrid, 2006 Abstract La considerable conflictividad sigue suscitando la llamada "cuestión religiosa" obliga a reconsiderar su fundamentación normativa en la Constitución democrática. La presente obra, destinada a todo lector interesado, aborda así, primeramente, el estudio de la extensión y límites que alcanza la libertad religiosa como derecho fundamental , en sus dimensiones tanto individual como colectiva. A tal fin, se analiza la problemática que afecta, especialmente, a extranjeros y menores, al tiempo que se valora el singular estatus atribuido a las confesiones, en general, y a la Iglesia Católica, en particular. Seguidamente, se procede a examinar la vertiente institucional u objetiva que presenta el derecho, en su condición de supremo principio informador de la actuación del Estado en materia religiosa, de consumo con el principio de laicidad, verdadero garante de su existencia y desarrollo. Así, en lo que a éste se refiere, se precisa su significado y trascendencia, no sólo como expresión histórica de la separación alcanzada entre las Iglesias y el Estado, sino como principio funcional que actúa como parámetro de la adecuada actuación de los poderes públicos en promoción de la libertad religiosa. Finalmente, y a modo de corolario lógico, se hace una referencia crítica al desarrollo alcanzado por el principio de cooperación con las confesiones, prestando una especial atención, no solo a su fundamentación y límites, sino, también, a los ámbitos en que se proyecta y a los instrumentos, tanto institucionales como formativos, utilizados para llevarlo a la práctica. En este sentido, el juicio acerca de los acuerdos suscritos con la Iglesia Católica y con las confesiones minoritarias, manifestación respectiva de la diferente concepción que orienta la relación establecida entre el Estado y las comunidades religiosas, pese a su creciente grado de convergencia práctica, expresa una valoración de conjunto acerca de una cuestión candente, que , lejos de resolverse, parece llamada a cobrar un auge cada vez mayor. J. D. Durand, Tra laicità e laicismo, esiste un modello francese?, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 132-153 A. Salvatore, Power and Authority within European Secularity: From the Enlightenment Critique of Religion to the Contemporary Presence of Islam, Muslim World, 4/2006, pp. 543-561 30 Indice European secularity as a wisdom of power? Religion and politics in the ‘radical enlightenment’ – What is missing in contemporary discussions on secularity, authority and power – European secularity and public Islam – Conclusion: seeds of a new secularity of mutual forbearance and agonic dialogue? M. Gigante, Principio di laicità e giudice amministrativo, Giornale di diritto amministrativo, 8/2006, pp. 861-866 Abstract La sentenza della VI sezione del Consiglio di Stato costituisce, al momento, l’ultimo atto di una lunga e complessa vicenda giudiziaria che ha visto in discussione, insieme al modo di intendere il principio di laicità e il significato del crocifisso, anche l’adeguatezza del sindacato del giudice amministrativo sui regolamenti, specie quando vengono in considerazione diritti fondamentali. Indice Il problema della vigenza delle norme regolamentari sull’obbligo di esposizione del crocifisso – La legittimità costituzionale – Legittimo esercizio del potere amministrativo e tutela della libertà religiosa. L. P. Vanoni, God save the United States and this honorable Court: il conflitto tra laicità e identità religiosa in America, Diritto e società, 3/2005, pp. 433-450 Abstract nei sistemi democratici costituzionali occidentali è sempre più presente negli ultimi anni una riflessione sul principio di laicità dello Stato in relazione a simboli ed espressioni religiose e culturali presenti nella vita pubblica dello Stato. Il presente lavoro propone di approfondire questa tematica a partire da una recente pronuncia della Corte Suprema degli Stati Uniti sulla costituzionalità del Pledge of Allegiance, un giuramento di fedeltà alla bandiera con il quale numerose scuole pubbliche americane iniziano ogni mattina le proprie lezioni scolastiche. Il caso era stato sollevato a seguito della decisione con cui la Corte d’appello di San Francisco aveva dichiarato l’incostituzionalità delle parole under God contenute in tale giuramento per violazione del primo emendamento della Costituzione americana. La sentenza della Corte Suprema, e in particolare le argomentazioni addotte da alcuni suoi giudici, offrono dunque un interessante punto di vista su un problema giuridico che sembra oggi costituire un nodo costituzionale particolarmente intricato negli ordinamenti giuridici moderni: il rapporto tra l’identità culturale e religiosa di un popolo ed il principio di laicità dello Stato differentemente garantito da tutte le Costituzioni. Indice Il Pledge of Allegiance: una premessa – One Nation under (no) God: la decisione della nona sezione d’appello della California – La decisione della Corte Suprema e la concurring opinion di Rehnquist – Laicità vs identità: un paradosso. M. Á. Jusdado, Laicismo en Francia: Precedentes y Ley de Separación de 1905 (en el centenario de la ley), Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 345-356 D. Bognandi – M. Ibarra ( a cura di), Laicità umiliata, Claudiana, Torino, 2006 O. Fumagalli Carulli,“A Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio" : laicità dello Stato e libertà delle chiese, Milano, Vita e Pensiero, 2006 M. Estivalezes, Les religions dans l'enseignement laique, Paris, Presses universitaires de France, 2005 G. Carobene, I nuovi percorsi della laicità, il pluralismo religioso ed il difficile equilibrio con la religione islamica, Il diritto di famiglia e delle persone, 2/2006, pp. 840-862 A. Castro Jover, Le sfide della laicità in Spagna, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 161-179 S. Lariccia, La laicità delle istituzioni repubblicane italiane, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 89110 N. Colaianni, Un principio costituzionale supremo sotto attacco: la laicità, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 77-88 31 R. D'Ambrosio, Laicità, autonomia e religione civile, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 29-44 C. Langlois, Depuis soixante ans la République est laïque. Réflexions sur une «vocation» tardive, Vingtième siècle, 3/2005, pp. 11-20 Abstract Après avoir distingué deux laïcités, l’une de combat dont l’épicentre se situe entre 1880 et 1905 et qui conduit à la laïcisation, l’autre d’État parce que la République a été déclarée tardivement laïque, l’auteur s’attache à retracer l’histoire moins connue de la seconde, telle qu’elle est définie par les Constitutions des Quatrième et Cinquième Républiques. La constitution de 1946 fait pour la première fois de la laïcité un attribut de l’État républicain au même titre que l’unité ou la démocratie, dans un contexte où les démocrates chrétiens sont majoritaires à l’Assemblée. La constitution de 1958 définit la laïcité comme la capacité dans le domaine religieux de maintenir un certain équilibre entre deux principes également fondamentaux, l’égalité devant la loi et le respect des libertés religieuses. Cette étude exégétique des Constitutions conduit à revisiter les textes antérieurs qui fondent la tradition républicaine : la déclaration des droits de l’homme de 1789 et la loi de séparation de 1905. V. Bader, Secularism or Democrac? Associational governance of religious diversity, Amsterdam University Press, Amsterdam, 2007 Indice Introduction. Contested religious pluralism - Part I. Modern states and religions, sociological and historical considerations: setting the stage - Chapter 1. Secularisation and separation? Institutional diversity of religious governance - Part II. Reconceptualising principles and making political philosophy fit for the task of accommodating religious diversity - Chapter 2. Contextualising morality: moral minimalism, relational neutrality, fairness as evenhandedness - Chapter 3. Priority for liberal democracy? Why I am not a secularist - Part III. Dilemmas and limits of accommodation, principles and cases, applying moral minimalism - Chapter 4. Religious freedoms and other human rights, moral conundrums and hard cases - Chapter 5. Relational neutrality and even-handedness towards religions: softer cases and symbolic issues - Part IV. Institutional models of democracy and religious governance: associative democracy - Chapter 6. Moderately agonistic democracy, democratic institutional pluralism, associative democracy and the incorporation of minorities - Chapter 7. Normative models of religious governance: associative democracy, a moral defence - Chapter 8. Dilemmas of institutionalisation; associative democracy, church autonomy and equal treatment of religions - Chapter 9. A realistic defence of associative democracy - Chapter 10. Associative democracy and education. F. Rimoli, Laicità, postsecolarismo, integrazione dell’estraneo: una sfida per la democrazia pluralista, Diritto pubblico, 2/2006, pp. 335-374 A. Travi, Riflessioni su laicità e pluralismo, Diritto pubblico, 2/2006, pp. 375-386 L. Zannotti, Chiesa, democrazia, laicità, Democrazia e diritto, 3/2006, pp. 175-189 E. Gliozzi, La laicità e il Consiglio di Stato, Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, 3/2006, pp. 841-848 F. Macioce, Il problema della laicità del diritto tra categorialità e trascendentalità, Apollinaris, 12/2006, pp. 135-162 19. Lavoro e religione G.Watson, Sunday Working and Human Rights: A Critique of Copsey v Devon Clays, Ecclesiastical law journal, 38/2006, pp. 333-335 J.P.Cerioli, Il divieto di discriminazione religiosa sui luoghi di lavoro: riflessioni critiche, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 93-124 Indice La nozione di discriminazione nel d.lgs. 216/03 e nel testo unico sull’immigrazione e la condizione giuridica dello straniero (d.lgs. 286/98) – Il recepimento della disciplina comunitaria sulle deroghe al divieto di discriminazione 32 religiosa nel luogo di lavoro: spunti critici – Le diversità di trattamento giustificate in relazione al “contesto” di svolgimento dell’attività lavorativa – Alcuni dubbi sulla (il)legittimità costituzionale della disciplina – L’ammissibilità di trattamenti differenziati sulla base della “professione” di una religione o di convinzioni personali – Il principio di proporziobalità come garanzia della “ragionevolezza” dei trattamenti differenziati – La tutela giurisdizionale: un’occasione mancata – Conclusioni. S.T.Bappenheim, “Auri sacra fames?”. Sì, ma non troppo. Nota a “BVerfG”, luglio 2003, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2005, pp. 811-816 F. Cranmer - S. Peterson, Employment, sex discrimination and the Churches: the Percy case, Ecclesiastical law journal, 39/2006, pp. 392-405 Abstract In this paper, the authors present different views of the legal implications of Percy v Church of Scotland Board of National Mission, in which the House of Lords reversed the Court of Session and held that a former minister could sue the Church under the Sex Discrimination Act 1975 and, contrary to previous views, probably had an enforceable contract for services. Cranmer describes the basis for the decision and suggests that it represents a realistic view of the employment status of the clergy. Peterson is less optimistic about the decision’s legal and practical effects and argues that it undermines the constitutional status of the Church of Scotland as well as overall prospects for religious freedom in Scotland. Indice The background – In support of the majority decision – In opposition to the majority decision – Conclusion A. De Oto, Precetti religiosi e mondo del lavoro. Le attività di culto tra norme generali e contrattazione, Ediesse, Roma, 2007 20. Libertà di coscienza e di religione J. Fornés, La libertà religiosa in Europa, Ius ecclesiae, 1/2005, pp. 29-54 J.I. Rubio López, Diez tesis sobre el derecho norteamericano de libertad religiosa (Corte Rehnquist, 1986-2005), Ius ecclesiae, 3/2005, pp. 773-794 M.Bottin, La liberté religieuse en France. Ou le paradoxe de la laïcité, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 125-146 Indice Introduction – Les libertés constitutives – Les libertés d’expression – Conclusion. Les trois paradoxes de la laïcité. S.Ferrari, Libertà religiosa e sicurezza nazionale in Europa dopo l’11 settembre, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 161-184 Indice Introduzione – Religione e sicurezza dopo l’11 settembre – Le nuove norme in materia di sicurezza e religione – L’impatto a lungo termine dell’11 settembre sulle relazioni tra Stato e religioni – Conclusioni. J.Fornés, La libertad religiosa en Europa, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 17-38 R.M.Martínez de Codes, La religión y la nueva Constitución para Europa, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 39-48 A.R. Serván, La libertad religiosa en la Primera República Checoeslovaca, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 49-102 33 H.Kalb – R.Potz – B.Schinkele, Religions und Weltanschaaungsfreiheit im aktuellen österreichischen Verfassungsdiskurs, Österreichisches archiv für recht & religion, 1/2005, pp. 1-21 J.B. Marie – P. Meyer-Bisch (a cura di), Un noeud de libertés. Les seuils de la liberté de conscience dans le domaine religieux, Bruylant, Bruxelles, 2005 Abstract La liberté de religion est analysée ici comme une gerbe de droits, de libertés et de responsabilités qui relèvent de la dimension culturelle des droits de l'homme. Ce faisant, elle apparaît au niveau du droit fondamental comme une exigence immédiate et inconditionnelle avec en outre un idéal de développement difficile à atteindre. Elle n'est pas une concession mutuelle entre religions ou entre religions et Etats. Indice http://www.bruylant.be/pdf/60166.pdf N. Copin, La liberté religieuse, Esprit et vie, 142/2006, pp.1-6 Abstract En décembre 1965, à la fin du Concile Vatican II, était promulguée la Déclaration sur la liberté religieuse, Dignitatis Humanae. C’était une révolution sûrement du à l’évolution globale de la société mais plus encore de l’Église catholique. Qu’est-ce qui a permis un tel processus dans la pensée des évêques du monde entier? Était-ce par simple pragmatisme ou par stratégie? Était-ce un compromis avec la modernité? G. Sapir – D. Statman, Why freedom of religion does not include freedom from religion, Law and philosophy, 5/2005, pp. 467-508 Index I. Introduction – II. Freedom of religion – III. Freedom from religion – IV. Summary and conclusions. J. Marshall, Freedom of religious expression and gender equality: Sahin v Turkey, The modern law review, 3/2006, pp. 452-461 Index Introduction – Previous case law – The Sahin case – Interpreting equality – Conclusions. G. Paolucci, Convertiti al cristianesimo, banco di prova dell’islam, Vita e pensiero, 3/2006, pp. 3339 G. Fazzini, Tra chiese e moschee: l’ora della reciprocità, Vita e pensiero, 1/2005, pp. 29-35 G.Cerrelli, Il disegno di legge n. 1777 sulle sette e la manipolazione mentale, Iustitia, 4/2005, pp. 471-477 B. Tommasini, È lecito propagandare la propria religione all'interno di una casa di cura gestita da una congregazione religiosa?, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 373-383 A. Fuccillo, L’attuazione privatistica della libertà religiosa, Jovene, Napoli, 2005 Abstract Il volume tenta una verifica positivista della libertà religiosa all'interno del nostro sistema giuridico. Di conseguenza si affrontano molte problematiche connesse alla esplicazione e tutela del sentimento religioso sia dei singoli che delle formazioni sociali, proponendo da un lato la religione come rilevante e qualificante fattore sociale, dall'altro la capacità dell'ordinamento privatistico di autocreare efficaci strumenti di tutela, anche autoregolamentati. Indice Premessa. – Parte Prima: Situazioni soggettive attive e libertà religiosa: analisi ricostruttiva e profili generali di tutela. – Parte Seconda: L'attivazione della libertà religiosa nel sistema privatistico. – Appendice bibliografica. – Indice degli autori citati. S. Testa Bappenheim, La nuova normativa della Repubblica Popolare cinese sulla libertà religiosa, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2006, pp. 391-406 34 A. C. Álvarez Cortina – M. Rodríguez Blanco (a cura di), La libertad religiosa en España. XXV años de vigencia de la Ley orgánica 7/1980, de 5 de julio (comentarios a su articulado), Editorial Comares, Albolote (Granada), 2006 J. I. Rubio López, La nueva protección de la libertad religiosa en Estados Unidos: la “Religious Land Use and Institutionalized Persons Act” (RLUIPA) del 2000, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 461-506 A. Chirico, Libertà religiosa e identità culturale dell'Europa, Il diritto di famiglia e delle persone, 2/2006, pp. 825-839 M. Croce, La libertà religiosa nella giurisprudenza costituzionale, Diritto pubblico, 2/2006, pp. 387-440 R. Bottoni, Le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo I.A. e Aydin Tatlav: una riconsiderazione del rapporto tra libertà religiosa e laicità in Turchia?, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2006, pp. 827-841 21. Manualistica, Miscellanee, Studi in onore E.Vitali, Luigi De Luca e la libertà religiosa, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 185-190 AA. VV., Scritti in onore di Antonino Pensovecchio Li Bassi, 2 vol., Giappichelli, Torino, 2005 Indice Le sezioni unite tra vecchio e nuovo diritto pubblico: dall’interesse legittimo alle obbligazioni senza prestazioni (S. Agrifoglio). – “Res repetere” e “Bellum indicere” nel rito feziale (liv. 1, 32, 5-14) (B. Albanese). – La crisi del politico nell’era della globalizzazione: una rilettura critica di Carl Schmitt (C. Amirante). – La riforma del titolo V della costituzione Instant Reflections (A. Anselmo). – La costituzione europea come problema (A. Anzon). – L’assetto territoriale delle istituzioni regionali e locali nell’era della globalizzazione (A. Barbera). – Riflessioni critiche sulla commissione edilizia comunale e sul suo declino (S. Bellomia). – La tutela dei beni culturali d’interesse religioso (S. Bordonali). – La bestemmia, tra sent. cost. 440/95 e d.lgs. 507/99: brevi considerazioni (P.O. Botto). – Le riserve marine nell’ottica pluriordinamentale (G. Camarda-L. Micciché). – Le trasformazioni della guerra nello stato costituzionale di diritto. La decisione della corte di Karlsruhe sull’intervento armato tedesco all’estero (A. Cariola). – La semplificazione amministrativa (S. Cassese). – “Aequum iudicium” e “Giusto processo” (prospettive romane e moderne) (P. Cerami). – Unità o pluralità della giurisdizione (P. Ciriello). – Garibaldi dittatore e regionalismo siciliano (G. Contini). – Ambiente e salute nel pensiero giuridico di Costantino Mortati (G. Cordini). – Il servizio pubblico. Principi e regole (A.M. Corso). – Atto amministrativo e interesse pubblico nella legislazione degli anni novanta (G. Corso). – Un nodo della riforma (G. Cuomo). – La nuova autonomia statutaria delle regioni (A. D’Atena). – Gli statuti regionali dopo il nuovo articolo 123 della costituzione e la loro collocazione nel sistema delle fonti (E. De Marco). – Nota storica sulla definizione codicistica della servitù prediale (art. 1027 c.c.) (G. Falcone). – Il costituzionalismo del novecento (S. Gambino). – Impugnabilità in sede di conflitto di attribuzioni di ordinanze dell’ufficio centrale per il referendum che dichiarino legittime richieste referendarie (G. Gemma). – La posizione del CNEL nell’ordine costituzionale (P. Giocoli Nacci). – Le elezioni del 18 Aprile 1948 e la formazione del diritto costituzionale (P.G. Grasso). – Attuazione e inattuazione della costituzione (P. Grossi). – Il rilievo giuridico della previsione degli effetti: dal procedimento autorizzatorio di gestione del vincolo paesaggistico alla funzione amministrativa procedimentalizzata (R. La Barbera). – Lo scioglimento anticipato del 1994 e la crisi di governo del 1998 (appunti sulla transizione) (S. Labriola). – Chiarezza normativa e certezza del diritto nell’attività del Comitato per la legislazione del primo biennio (1998-1999) (L. Lorello). – Profili interpretativi dell’autonomia comunale (I.M. Marino). – Personae, petitum e causa petendi, tra preclusione, litispendenza e autorità del giudicato (M. Marrone). – La finanza di progetto nell’ambito della nuova normativa sui lavori pubblici (S. Mastropasqua). – Diritti fondamentali e diritti soggettivi (considerazioni a margine della teoria di Luigi Ferrajoli) (S. Mazzarese). A. Vitale, Corso di diritto ecclesiastico. Ordinamento giuridico e interessi religiosi, Giuffré, Milano, 2005 35 Indice LA LIBERTÀ RELIGIOSA: Libertà religiosa individuale - Libertà religiosa collettiva - COSTITUZIONE E ORDINAMENTI CONFESSIONALI: I principi costituzionali - Il collegamento fra ordinamento statuale e ordinamenti confessionali - Gli effetti del collegamento - Interessi religiosi e diritto comune. E. Vitali – A. Chizzoniti, Manuale breve di diritto ecclesiastico, Giuffrè, Milano, 2006 Abstract Il volume analizza la normativa, la giurisprudenza e gli approfondimenti dottrinali essenziali del diritto ecclesiastico. In particolare: · la Costituzione italiana e il fenomeno religioso; · la Santa Sede e lo Stato Città del Vaticano; · i ministri di culto; · l'assistenza spirituale; · l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche; · le scuole confessionali; · il matrimonio; · la tutela penale delle confessioni religiose; · il trattamento dei dati personali religiosi. Il volume è aggiornato con le ultime modifiche legislative apportate dalla legge finanziaria 2006 in tema di destinazione di una quota pari al 5 per mille del gettito IRPEF per finalità di volontariato e di ricerca e della legge 24 febbraio 2006 in tema di delitti contro le confessioni religiose. Una dettagliata selezione di domande e risposte commentate (realmente proposte in sede d'esame) completa il volume, fornendo al lettore l'opportunità di un'efficace autoverifica. Indice http://www.giuffre.it/age_files/download/indici_pdf/INDICE_601223.pdf S. Gherro, Lezioni di diritto ecclesiastico, Cedam, Padova, 2005 S. Gherro – M. Miele, Corso di diritto ecclesiastico, Cedam, Padova, 2006 Indice Parte prima: Questioni generali. - I: Il diritto ecclesiastico: ambito e principi. - II: Fonti gerarchiche e normative del diritto ecclesiastico. - Parte seconda: Il trattato. - III: Le garanzie della Santa Sede. - IV: Lo stato Città del Vaticano e la Santa Sede. - Parte terza: Il concordato. - V: Il matrimonio concordatario. - VI: Le persone giuridiche non commerciali e gli enti ecclesiastici. - VII: Il riconoscimento degli enti ecclesiastici. - VIII: Edifici di culto ed edilizia di culto. - IX: Ulteriori fattispecie concordatarie. L. Musselli – V. Tozzi, Manuale di diritto ecclesiastico. La disciplina del fenomeno religioso, Laterza, Bari, 2005 Abstract Una rappresentazione organica della disciplina giuridica italiana del fenomeno religioso, insieme tradizionale e innovativa. Vi si trovano: la storia dei rapporti fra potere politico e religioso, la trattazione del progetto costituzionale di politica ecclesiastica, l'analisi delle regole che tutelano le autonomie confessionali e le libertà individuali. Il carattere di novità è costituito dalla trattazione della materia in chiave non solamente istituzionale ma attenta ai fenomeni sociali e ai problemi dell'integrazione europea, come quelli relativi al carattere di laicità dello Stato, al fenomeno dell'immigrazione, alle nuove domande di libertà religiosa e alle politiche legate all'evoluzione dello Stato sociale. Indice Prefazione - Introduzione Il concetto di diritto ecclesiastico - Bibliografia - Parte prima - Il fenomeno religioso: storia, principi, disciplina giuridica - 1.Sistemi di relazione fra poteri civili e organizzazioni religiose in Europa e loro evoluzione - 2. Relazioni Stato-Chiesa in Italia dall'Unità ai giorni nostri - 3. Il progetto costituzionale di politica ecclesiastica - 4.Il sistema delle fonti del diritto ecclesiastico - 5. Laicità dello Stato e apprezzamento del fenomeno religioso - Parte seconda - Libertà e autonomie in campo religioso nell'ordinamento italiano - 6. Autonomia delle organizzazioni confessionali - 7. Problemi pratici della libertà religiosa - 8.Matrimoni religiosi ed effetti civili - 9. Gli effetti civili delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale - 10. Enti ecclesiastici e autonomia patrimoniale delle confessioni religiose. Gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti - 11.Il sostentamento del clero nella disciplina statale - 12. Ambiti tradizionali dell'attività degli enti ecclesiastici - 13.Evoluzione del sistema delle persone giuridiche nell'ordinamento statale e condizione degli enti ecclesiastici - 14.Interventi in favore della religione - 15.Società multiconfessionale e tutela penale del sentimento religioso Parte terza Le nuove prospettive del diritto ecclesiastico italiano 16. Il superamento dell'uniformità della cultura nazionale - 17. La partecipazione dell'Italia alla Comunità internazionale e il fenomeno della integrazione europea. G. Casuscelli, Nozioni di diritto ecclesiastico, Giappichelli, Torino, 2006 Indice Presentazione. – Sigle e abbreviazioni. – Parte Prima: Profili sistematici. – I. Elementi introduttivi (G. Casuscelli). – Parte Seconda: La Costituzione ed il fattore religioso. – II. Il principio di uguaglianza (art. 3) (J. Pasquali Cerioli). – III. I rapporti con le confessioni religiose (artt. 7 e 8) (J. Pasquali Cerioli). – IV. Le libertà di religione (art. 36 19) (S. Fiorentino). – V. Gli enti ecclesiastici ed il divieto di discriminazioni (art. 20) (S. Fiorentino). – Parte Terza: La Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e le libertà di religione. – VI. Libertà di pensiero, di coscienza e di religione (I. Pistolesi). – Parte Quarta: Il fattore religioso e l’esperienza giuridica. – VII. Le obiezioni di coscienza (R. Bruno). – VIII. Il lavoro subordinato (J. Pasquali Cerioli). – IX. L’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche (A. Valsecchi). – X. L’assistenza spirituale nelle comunità separate (A. Valsecchi). – XI. La famiglia (N. Marchei). – XII. Il matrimonio celebrato davanti a ministri del culto cattolico (M. Lugli). – XIII. Il matrimonio celebrato davanti a ministri delle confessioni diverse dalla cattolica (M. Lugli). – XIV. La giurisdizione sul matrimonio canonico trascritto (N. Marchei). – XV. Gli enti ecclesiastici (S. Fiorentino). – XVI. Il finanziamento delle confessioni religiose (I. Pistolesi). – XVII. L’edilizia e gli edifici di culto (N. Marchei). – XVIII. I beni culturali (M. Lugli). – XIX. Il diritto penale (G. Casuscelli). – XX. I simboli (L: Mazzone). – XXI. La pubblicità (P. Bertazzoli). – Parte Quinta: Santa Sede e Stato della Città del Vaticano. – XXII. Gli enti centrali della Chiesa cattolica (N. Marchei). – XXIII. Santa Sede e Stato della Città del Vaticano (A. Valsecchi). E. Vitali, A proposito degli scritti minori di Gaetano Catalano, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 5-12 O. Condorelli, Il «Diritto ecclesiastico» di Francesco Scaduto nel giudizio di alcuni contemporanei. Note minime su frammenti di ricerca, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 98-118 A. Bruni – R. Innocenzi, Istituzioni di diritto internazionale privato e diritto ecclesiastico, Maggioli, Santarcangelo di Romagna, 2005 22. Matrimonio C. Minelli Zagra, Matrimonio e cultura giuridica, Giuffré, Milano, 2006 Abstract All'indomani dei Patti Lateranensi, il travaglio della giurisprudenza, che accompagna la recezione del "nuovo" diritto matrimoniale, riflette un'osmosi profonda tra diritto canonico e diritto civile che certamente precede, informandola di sé, la stessa normativa bilaterale. La ricerca ricostruisce l'evolversi degli orientamenti giurisprudenziali su alcune questioni cruciali: l'applicazione dell'art. 22 della legge matrimoniale e dell'articolo 107 del Codice Pisanelli. Lo scopo è quello di lasciare emergere l'effettiva consapevolezza che i giudici dello Stato ebbero del rapporto con il diritto canonico; in ultima analisi, mettere in luce l'effettiva concezione del vincolo matrimoniale che ispirò le loro decisioni. Il metodo dedica specifica attenzione anche alla possibilità di interazione tra scienza giuridica e scienza linguistica nello studio del linguaggio dei giudici, mediante l'uso di strumenti tecnici come l'analisi semantica. L'opera si articola in quattro capitoli: il primo è dedicato alla nullità dei matrimoni preconcordatari; il secondo alla dispensa per matrimonio rato e non consumato; il terzo all'impotenza; il quarto raccoglie i frutti della specifica metodologia seguita concentrandosi sulla "sostanza" del matrimonio. Indice Presentazione di Alberto Sciume'- Introduzione - Capitolo I. LA NULLITA' DEI MATRIMONI PRECONCORDATARI – 1. Il problema della "riserva di giurisdizione" - 1.1. La "retroattivita'" dell'art. 22 - 1.2. La competenza civile - 1.3. L'intenzione del legislatore – 2. Le sentenze ecclesiastiche di nullita' - 2.1. Il caso TestaRosasco - 2.2. Nullita' canonica e nullita' civile - 2.3. La causa "astratta" - 2.4. La parificazione "concreta" - Capitolo II. LA DISPENSA PER MATRIMONIO RATO E NON CONSUMATO – 1. L'efficacia civile - 1.1. L'equiparazione all'annullamento - 1.2. Un nuovo caso di scioglimento ex nunc – 2. La domanda di trascrizione - Capitolo III. L'IMPOTENZA - 1. Diritto civile e diritto canonico – 2. Il caso Bianchi-Mottini - 2.1. I giudizi di merito - 2.2. Il giudizio di Cassazione – 3. Impotenza "generandi" e impotenza "coeundi – 4. "L'interpretazione "stretta" - Capitolo IV. LA "SOSTANZA" DEL MATRIMONIO – 1. Il linguaggio dei giudici – 2. L'analisi semantica – 3. La "sostanza" del matrimonio. G.Kuminetz, La forma de la celebración del matrimonio desde la comparación entre ordinamientos, Ius canonicum, 89/2005, pp. 89-142 P.Di Marzio, La disciplina legale del matrimonio celebrato davanti ad un ministro di culto di confessione religiosa dotata di intesa, Il diritto di famiglia e delle persone, 1/2005, pp. 264-280 37 C. Marino, La delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale nel sistema italiano di diritto internazionale privato e processuale, Giuffré, Milano, 2005 Indice La disciplina concordataria del matrimonio - Il "nuovo" regime di riconoscibilità delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale - La questione di giurisdizione nelle cause di nullità dei matrimoni concordatari - Condizioni "vecchie" e "nuove" per il riconoscimento delle sentenze ecclesiastiche - Il procedimento per la delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale (Le sentenze oggetto di delibazione - Il giudizio di delibazione - Il provvedimento conclusivo del giudizio di delibazione) - Delibazione incidentale e sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale - Le conseguenze patrimoniali della delibazione della sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale. M.C.Vanz, Sul rapporto tra sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale e sentenza di divorzio, Famiglia e diritto, 1/2006, pp. 32-35 S. Domianello, Gli effetti economici dell’invalidità dei matrimoni concordatari. De “iure condito” e “de iure condendo”, Giuffré, Milano, 2006 Abstract L'opera offre un panorama articolato e aggiornato delle tante e diverse prospettive a partire dalle quali può essere analizzata la questione del trattamento economico riservato attualmente al riconoscimento civile dell'invalidità canonica dei matrimoni concordatari. La questione, che ha costituito oggetto di costante dibattito in dottrina e giurisprudenza, impegnando studiosi di discipline diverse nonché i giudici della Cassazione e della Corte costituzionale, è giunta di recente ad essere affrontata anche in seno alle Commissioni parlamentari. Per tali motivi l'opera si divide in due parti, la prima, dedicata all'analisi de iure condito, la seconda, dedicata all'analisi de iure condendo, del tema trattato, ed è corredata da un'appendice che raccoglie i progetti di legge presentati e discussi in Parlamento. Ogni capitolo esamina il tema comune da una prospettiva particolare ed è opera di un autore con competenza specifica nella materia trattata. Indice INDICE Prefazione (di S. Domianello)- Introduzione (di S. Berlingo') - Parte I LA "QUESTIONE" DE IURE CONDITO - Capitolo I - LA "QUESTIONE" E LE RAGIONI DELLA SUA INTERDISCIPLINARITA' di Marcella Fortino 1. L'iniqua parificazione tra gli effetti economici dell'invalidita' del matrimonio civile e del matrimonio concordatario - 2. Il non risolto enigma della sussistenza della riserva di giurisdizione ecclesiastica - 3. L'abrogazione della riserva di giurisdizione ecclesiastica risolve le questioni di giustizia legate all'assetto concordatario? 4. Il controllo delle sentenze di nullita' ecclesiastica alla stregua dell'ordine pubblico matrimoniale da parte del giudice della delibazione: la strada maestra abbandonata dalla giurisprudenza di legittimita' a favore di scorciatoie senza sbocchi Capitolo II - I LIMITI DEGLI SFORZI INTERPRETATIVI COMPIUTI DALLA CASSAZIONE di Raffaele Botta - 1. La riserva di giurisdizione ecclesiastica sulla nullita' del matrimonio e il nuovo Accordo tra Stato e Chiesa - 2. La posizione della giurisprudenza: Corte costituzionale e Corte di Cassazione a Sezioni Unite - 3. La volonta' dei coniugi come condizione per il riconoscimento di efficacia delle sentenze ecclesiastiche di nullita' matrimoniale - 4. Il riconoscimento di efficacia delle sentenze ecclesiastiche di nullita' matrimoniale e la tutela dello ius poenitendi dei coniugi - 5. Exequatur, principi di ordine pubblico e realizzata comunanza di vita - 6. Il problema centrale della tutela economica del "coniuge debole" - 7. I provvedimenti economici della sentenza di "divorzio" e la delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullita' matrimoniale - 8. I patti prematrimoniali e la regolamentazione degli effetti dell'eventuale exequatur di una sentenza ecclesiastica di nullita' matrimoniale - 9. L'efficacia civile della sentenza ecclesiastica e la comunione legale tra i coniugi - 10. Prospettive di riforma e limiti dell'esegesi giurisprudenziale Capitolo III. LIMITI E RISCHI DEL RICORSO ALLA VIA (TRAVERSA)DELLE "ADDITIVE DI PRINCIPIO" di Carmela Salazar - 1. Premessa: la sentenza... che non c'e' - 2. Si fallor, sum... I dubbi dei giudici e il dubbio della Corte 3. La tutela del coniuge più debole e l'additiva "suggerita" dalla Corte - 4. Conclusioni: seguito giurisprudenziale e seguito legislativo della "additiva di principio ipotetica". Parte II LA "QUESTIONE" DE IURE CONDENDO Capitolo IV. I LIMITI DEL RICORSO ALLA VIA (MAESTRA) DELLA RIFORMA DEL "MATRIMONIO PUTATIVO" di Gilda Ferrando - 1. Il matrimonio putativo nell'evoluzione normativa - 2. Effetti del matrimonio nullo ed effetti del divorzio a confronto - 3. Effetti civili della nullita' dei matrimoni concordatari - 4. Profili di legittimita' costituzionale - 5. L'auspicabile intervento del legislatore - Capitolo V. INCERTEZZE E RITARDI SULLA VIA (TRASCURATA)DELLE DUE "RIFORME MANCATE" DEL DIRITTO ECCLESIASTICO ITALIANO: LEGGE MATRIMONIALE E LEGGE SULLA LIBERTA' RELIGIOSA di Sara Domianello - 1. Le conclusioni da premettere 2. L'occhio dell'ecclesiasticista e i suoi avvertimenti di pericolo per l'attuazione della laicita' dello Stato e dell'eguaglianza nella liberta' religiosa - 3. Pregi e difetti delle proposte di riforma - 4. Come si potrebbe "aggiustare il tiro" - 5. Ancora meglio: come si potrebbe (cominciare a) servirsi (delle leggi speciali) del "diritto ecclesiastico civile" ad uso di legislatio libertatis anziche' di instrumentum regni – APPENDICE. I PROGETTI DI LEGGE IN PARLAMENTO - 1. Ddl 17 luglio 2002 n. 1610 (Disposizioni per l'applicazione dell'Accordo, con Protocollo addizionale, del 18 febbraio 1984, tra l'Italia e la Santa Sede, ratificato ai sensi della legge 25 marzo 1985, n. 121, nella parte relativa al matrimonio) - 2. Ddl 9 aprile 2003 n. 2531, art. 11 (Norme sulla liberta' religiosa e abrogazione della 38 legislazione sui culti ammessi)- 3. Ddl 10 novembre 2003 n. 4470 (Disposizioni concernenti gli effetti civili delle sentenze di nullita' del matrimonio pronunciate dai tribunali ecclesiastici) - 4. Ddl 3 febbraio 2004 n. 4662 (Nuove disposizioni in materia di matrimonio putativo). S. M. G. S. Fatemi, Autonomy and equal right to divorce with specific reference to Shici fiqh and the Iranian legal system, Islam and Christian-Muslim relations, 3/2006, pp. 281-294 Z. M. Kusrin, Conversion to Islam in relation to divorce in Malaysian family law, Islam and Christian-Muslim relations, 3/2006, pp.307-315 Abstract Malaysia is a multi-religious country that recognizes two types of family law based upon the Law Reform Marriage and Divorce Act 1976 and the Islamic Family Law. The former administers the marriage matters of nonMuslims, and the latter deals with Muslim family affairs. This paper aims to elucidate the matter of the conversion of a non-Muslim spouse to Islam in connection with an application to dissolve a marriage in Malaysia. When both the husband and wife have solemnized and registered their marriage under the Law Reform Marriage and Divorce Act but one of the parties subsequently converts to Islam, Section 51 of the Law Reform Marriage and Divorce Act contains a provision for the dissolution of the marriage. On the other hand, the Islamic Family Law also has certain provisions to be applied in the case of conversion. As a consequence of the conversion, neither party to the marriage continues to be bound by the same family law provision. Thus there arise several issues to be identified and clarified, such as who has the right to file the divorce petition, which court has the jurisdiction to adjudicate the petition, and whether there is any conflict of interest between the parties in the process of dissolving their marriage. This paper attempts to highlight and discuss the issue of conversion, by making a comparative study between the provisions in the Law Reform Marriage and Divorce Act and the Islamic Family Law. Indice Introduction – Provisions on conversion in the civil family law in Malaysia – Effect of non-application of divorce by the non-convert party - Conclusion O.Fumagalli Carulli, Volontarietà degli effetti civili del matrimonio e trascrizione post mortem, Famiglia e diritto, 6/2005, pp. 629-639 P. Di Marzio, Note in materia di trascrivibilità dei matrimoni canonici celebrati con forme particolari o all'estero, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 119-131 M. Ferrante, Le proposte di legge sugli effetti patrimoniali della delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 263-275 F. Centineo Cavarretta Mazzoleni, Separazione personale dei coniugi, comunione legale e limiti della delibazione della sentenza canonica di nullità, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 31-45 C. R. Salinas Araneda, El fracasado intento de reconocer el matrimonio religioso en la nueva ley chilena de matrimonio civil, Revista española de derecho canonico, 159/2005, pp. 661-689 V. Santarsiere, Scioglimento della comunione legale a seguito della dichiarazione di nullità del matrimonio concordatario, Giurisprudenza di merito, 6/2006, pp. 1436-1440 Abstract Due coniugi, a seguito della dichiarazione di nulllità del loro matrimonio e della impossibilità di mantenere tra loro la comunione spirituale e materiale, addivengono alla divisione dell’unico bene in comunione legale, la casa residenza familiare. Assegnata dal tribunale in proprietà esclusiva alla moglie, con l’obbligo di corrispondere al coniuge la quota parte del valore, la relativa sentenza veniva impugnata circa il valore dato all’immobile, nonché per il rigetto della domanda di una indennità di occupazione dello stesso. La Corte indaga la fattispecie nelle propaggini del giudizio per la separazione giudiziale e della dichiarazione di nullità del matrimonio concordatario avanti al giudice ecclesiastico. Accertata la celebrazione del matrimonio nella consapevolezza di entrambi i coniugi della invalidità di esso per il difetto di due bona matrimonii, consegue la caducazione integrale dei provvedimenti dati dal presidente del tribunale. Rimane priva di titolo ab origine l’occupazione della casa residenza familiare da parte della moglie, che, di conseguenza, deve corrispondere all’altro coniuge l’indennità di occupazione. Risalta nel movimentato procedimento 39 l’intreccio di norme dell’ordinamento canonico e di quello italiano, risultante dalle problematiche irrisolte per non demolire antichi equilibri di relazione tra i due ordinamenti. Indice Nozione – Norme di legge – Oggetto – Fondamento giuridico – Tutela giurisdizionale. G. D’Angelo, Delibazione matrimoniale ed ordine pubblico tra principio di affidamento e tutela del coniuge “non simulante”. Spunti problematici di una recente decisione della Corte di Appello di Salerno, Giurisprudenza di merito, 11/2006, p. 2367-2374 Abstract Il commento analizza le argomentazioni addotte a fondamento della decisione recentemente assunta dalla Corte di Appello di Salerno con riguardo al riconoscimento agli effetti civili, richiesta ad iniziativa del coniuge c.d. “incolpevole”, di sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale per riserva mentale unilaterale, evidenziandone alcuni rilevanti profili di discontinuità rispetto ad orientamenti che appaiono ormai consolidarsi nella più recente giurisprudenza della Cassazione. Indice La decisione della Corte salernitana – La rilevanza dell’indagine sulla non contrarietà all’ordine pubblico della sentenza delibanda – Il margine di “maggiore disponibilità” dell’ordinamento civile – L’impostazione della Cassazione – L’(incompleta) adesione dei giudici salernitani - In particolare, il fraintendimento della portata sostanziale della nozione di ordine pubblico supportata dalla giurisprudenza di legittimità: scelta consapevole o mera distrazione? – Notazioni di sintesi e conclusive. J. Long, La delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale per riserva mentale unilaterale e l’operatività della tutela dell’affidamento, Nuova giurisprudenza civile commentata, 2/2006, pp. 185-196 Indice Il caso – Le questioni – la necessità di un inquadramento teleologico del problema – La delibazione delle sentenze ecclesiastiche: disciplina – L’ordine pubblico – Il principio della buona fede e dell’affidamento incolpevole nel quadro dei principi di ordine pubblico: l’orientamento consolidato – Le critiche – Il ruolo delle convenzioni matrimoniali successive alla celebrazione del matrimonio – I precedenti – La dottrina. A. Querci, Errore e responsabilità ex art. 129 bis cod. civ., Nuova giurisprudenza civile commentata, 7-8/2006, pp. 800-809 Indice Il caso – Le questioni – La responsabilità del coniuge cui sia imputabile l’invalidità del matrimonio – Poteri di apprezzamento del giudice in sede di delibazione – L’errore nel diritto canonico e nel diritto civile – Rapporti fra divorzio e annullamento ecclesiastico – I precedenti – La dottrina. L.P. Comoglio, Diritto di difesa e condizioni di riconoscimento delle sentenze ecclesiastiche matrimoniali, Nuova giurisprudenza civile commentata, 2/2006, pp. 73-93 Indice Introduzione. I principi costituzionali e di limiti al riconoscimento delle sentenze ecclesiastiche dichiarative della nullità del matrimonio concordatario – Difesa e contraddittorio nell’ottica del “giusto processo” civile – Contraddittorio e difesa, nei principali sistemi europei di giustizia civile – Difesa, diritto all’informazione e valori fondamentali di giustizia, nei rapporti fra processo canonico e processo statale – Verso una codificazione uniforme del diritto all’informazione difensiva. Rilievi e prospettive finali. O. Colla, Sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale: problemi applicativi dell’art. 129 bis cod. civ., Nuova giurisprudenza civile commentata, 9/2006, pp. 442-447 Indice Introduzione. Trattamento economico applicabile alle situazioni di nullità matrimoniale – Poteri del giudice statuale in ordine all’apprezzamento della causa di nullità del vincolo coniugale – Nozione di imputabilità della nullità del matrimonio. P. Colella, In tema di limiti alla delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale, Corriere giuridico, 1/2005, pp. 53-56 Abstract La Corte di Cassazione ha confermato la tesi circa la sopravvivenza del procedimento speciale di delibazione come momento necessario per far sì che le sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale producano effetti civili. 40 Questo indirizzo giurisprudenziale giustamente respinge la tesi in base alla quale la riforma della legge sul diritto internazionale privato avrebbe prodotto, salvo eccezioni, l’automatismo del riconoscimento delle predette sentenze, censurando qualche decisione di alcune Corti d’appello. Si ritiene inoltre, finalmente, che per ottenere il riconoscimento di dette sentenze è necessario che le stesse non contrastino con l’ordine pubblico, contrasto che sussiste nel caso in cui la nullità canonica è stata pronunciata per esclusione del bonum fidei da parte dei coniugi. P. Colella, La “non delibabilità” delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale per esclusione del bonum sacramenti, Corriere giuridico, 9/2005, pp. 1226-1228 G. Berloco, Matrimonio religioso tardivamente trascritto, Lo stato civile italiano, 1/2005, pp. 19-21 D. Berloco, Richiesta di pubblicazioni fatta da parroco di Comune diverso da quello di residenza degli sposi, Lo stato civile italiano, 1/2005, pp. 7-10 S. Arena, Matrimonio religioso celebrato all’estero tra italiani o tra persona italiana e persona straniera. Se e come può essere trascritto in Italia, Lo stato civile italiano, 3/2005, pp. 163-165 S. Arena, Età matrimoniale, violazione dell’art. 84 cod. civ., ordine pubblico, convalida del matrimonio, conseguenze, Lo stato civile italiano, 4/2005, pp. 243-244 A. Coscia, Ancora sulla problematica della delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale, Lo stato civile italiano, 5/2005, pp. 329-330 O. Vercelli, La nullità del matrimonio concordatario e della relativa trascrizione nei registri di stato civile: effetti della medesima sul regime patrimoniale, Lo stato civile italiano, 9/2005, pp. 647-649 D. Berloco, Convenzione di separazione dei beni resa davanti ai ministri di culto, Lo stato civile italiano, 11/2005, pp. 806-810 S. Restuccia, Matrimonio religioso acattolico, Lo stato civile italiano, 11/2005, pp. 820-825 S. Ferrari, Matrimonio e alterità. La rilevanza interordinamentale del matrimonio nei sistemi giuridici religiosi, Daimon 5/2006, pp. 193-216 K. Meilius, Legal status of persons married at Church under the Canon Law and Lithuanian Civil Law, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 397-434 M. Leal Adorna, Tres sentencias diversas sobre la nulidad matrimonial en el derecho canónico y su reconocimiento en el ordenamiento español, Il diritto ecclesiastico, 4/2005, pp. 185-193 F. Patruno, Assegno divorzile e sopravvenuta delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità: brevi riflessioni de iure condito e sulle prospettive di riforma, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, pp. 86-97 F. Patruno, Diritto giurisprudenziale e sorte dell'assegno divorzile per sopravvenuta delibazione di sentenza ecclesiastica di nullità matrimoniale: prospettive de iure condendo, Il diritto di famiglia e delle persone, 2/2006, p. 463 M. Canonico, Sulla sindacabilità penale delle dichiarazioni rese nel giudizio ecclesiastico di nullità matrimoniale, Il diritto di famiglia e delle persone, 4/2006, p. 936 41 D. Bianchini, Principio del contraddittorio ed ordine pubblico italiano nel giudizio di delibazione delle sentenze ecclesiastiche di nullità matrimoniale: due questioni sulle quali il la Cassazione torna a pronunciarsi, Il diritto di famiglia e delle persone, 3/2006, p. 1004 J.-P. Schouppe, La protection du mariage et de la famille en droit européen des droits de l'homme: mythe ou réalité?, Ius ecclesiae, 1/2006, pp. 83-110 Edwige Rude-Antoine, Les mariages forcés en Belgique, en France, en Italie et en Suède. Étude comparative des législations et des actions politiques, Sociologia del diritto, 3/2006, pp. 97-130 23. Media G.R.Bunt, Islam e musulmani nel cyberspazio, Concilium, 1/2005, pp. 85-96 G.Zatti-S.Van Erp, Che messaggio è il medium? Osservazioni conclusive su Internet, religione ed etica dell’interconnessione mediale, Concilium, 1/2005, pp. 134-147 N. Fiorita, Diritto e religione nel web: tre siti italiani, Daimon , 5/2006, pp. 217-222 E.Bettinelli, Lo spazio mediatico come diffusore dell’identità religiosa. Il credo islamico nel Web, Religioni e società, 52/2005, pp. 16-24 Abstract Starting from islamic cultural web sites it appears a style which includes four meaningful categories: popular; explicative-explanatory; apologetic-defensive; critical-proposal. All of these categories, by means of particular pertaining to content disposition, iconic style and simbolic image, clarify the relation between the religion/cultural islamic area and his foreign, not exactly and correctly assimilate to ‘Western world’ concept: it appears a communicative frame where coexist spiritual approaches and compromises direct to consider inter-societies differences until a claim of political ideal scheme and topmost in the telematic spread of offensive jihad. Indice Identità religiosa e sua rappresentazione virtuale – Le tipologie di siti – Divulgativa – Esplicativa-illustrativa – Apologetica e difensiva – Critica e propositiva – L’analisi diacronica. S.Martelli, Quale religiosità emerge dalla neo-televisione?, Religioni e società, 53/2005, pp. 26-35 G. Dalla Torre – C. Mirabelli (a cura di), Radio Vaticana e ordinamento italiano. Atti del seminario di studi. Roma 26 aprile 2004, Giappichelli, Torino, 2005 Indice Significato e portata dell’art. 11 del Trattato lateranense (S.Carmignani Caridi). – Radio Vaticana ed Enti Centrali della Chiesa (P. Grossi). – Radio Vaticana e Diritto internazionale (M.R. Saulle). – Sulle immunità dalla giurisdizione a norma del Trattato lateranense del 1929 (R. Baratta). – Radio Vaticana, emissioni elettromagnetiche e principio di precauzione (F. De Leonardis). – Costituisce il reato di getto pericoloso di cose, oppure un illecito amministrativo l’elettrosmog generato da impianti di radiodiffusione aldilà dei limiti consentiti? (V. Scordamaglia). – L’art. 674 c.p. e l’inquinamento elettromagnetico: interpretazione adeguatrice o violazione di principî fondamentali? (R. Zannotti). – La Radio Vaticana e il Diritto ecclesiastico (G. Dalla Torre). – Appendice. P. Stancati, Lineamenti evolutivi della libertà di manifestazione del pensiero e della informazione: rivoluzione mediatica, “buona” e “cattiva” televisione, multiculturalismo, fenomenologia terroristica, Diritto e società, 3/2005, pp. 313-432 Abstract L’evoluzione dei processi tecnologici ha inciso profondamente sugli strumenti della comunicazione, producendo nuove modalità di circolazione delle informazioni oltre che nuovi assetti organizzativi ed economicogestionali. Il tratto più appariscente di tale trasformazione è rappresentato dall’enorme espansione del pensiero diffuso attraverso i media e, in particolare, da un lato dal fenomeno della convergenza, dall’altro dalla pervasiva apparizione e diffusione di Internet. L’ampliamento dei canali di comunicazione provoca, come effetto immediato, l’arricchimento 42 dell’offerta e delle condizioni del pluralismo, ma introduce altresì, inevitabilmente, rilevanti problemi connessi alla dimensione globalizzata dell’informazione e alla assai più ardua “governabilità” di tale fenomeno. Da qui una serie di interventi provenienti dal diritto interno, da quello internazionale e da quello dell’UE, volto ad incidere sul (e a scongiurare il) “cattivo” uso della comunicazione ed informazione globalizzata. Ciò, avendo riguardo innanzitutto al pensiero eversivo e destabilizzante diffuso dalle organizzazioni terroristiche, ma anche a quello – “nocivo” – veicolato attraverso i vecchi e i nuovi media e riconducibile alla “cattiva televisione”. In tale ultima prospettiva assumono particolare rilievo – ma, al contempo, destano più di una perplessità, segnatamente dal punto di vista costituzionalistico e dei presidi garantisti ex art. 21 Cost. – gli intenti “protettivi” palesati, specie in sede comunitaria, attraverso quella estesa e pervasiva normazione destinata a confinare il pensiero mediatico (e, segnatamente, quello pubblicitario) entro limiti sempre più angusti e “controllati”. Né andrebbero sottovalutati, ai fini della conservazione dell’originario statuto apprestato dalla Costituzione a garanzia della libertà di pensiero (nella sua dimensione sostanziale e strumentale), i rischi indotti da una visione “integrata” o sistemica della comunicazione (genericamente intesa); presupposto, peraltro, ormai fatto proprio dallo stesso legislatore ed esplicitato dalla recente “legge Gasparri” per il tramite del cd SIC (Sistema integrato della comunicazione). È, infatti, alla stregua del nuovo modello di comunicazione integrata che si legittima la confusiva conglobazione (e il conseguente omologo trattamento) di mezzi, strumenti, reti, sistemi trasmissivi la cui simiglianza e liminarità appare opinabile proprio alla luce del diverso regime imposto dalla Costituzione, e che dovrebbero permanere, dunque, distanti e diversamente disciplinati, con particolare riguardo alla (tuttora obbligata) distinguibilità della radiodiffusione rispetto alle TLC. Indice Premessa. “Nuova” libertà di pensiero e “vecchi” modelli di garanzia alla luce della rivoluzione mediatica e dei momenti di crisi del tempo presente – Pensiero globalizzato, convergenza, unificazione, confusione dei mezzi di diffusione e statuto originario della libertà di manifestazione del pensiero – Evoluzione e mutazione genetica del pensiero diffuso attraverso i media: conseguenze sulla dimensione sostantiva della libertà di manifestazione del pensiero – Cause della latente erosione dell’originario statuto protettivo introdotto dall’art. 21, comma 1, Cost. – Comunicazione globalizzata e tolleranza mediatica – Convergenza mediatica e confusività applicativa degli artt. 21 e 15 Cost. – Indifferenza “del mezzo” dal punto di vista tecnico-trasmissivo e indifferenza “del mezzo” dal punto di vista giuridico-normativo: aspetti problematici della “comunicazione integrata” – L’eterna querelle fra mezzi di diffusione del pensiero e TLC: alla stregua degli apporti del diritto dell’UE – Reductio ad unum della comunicazione (complessivamente intesa) ed effetti sullo statuto originario della libertà di manifestazione del pensiero – riconduzione dalle garanzie dell’art. 21, comma 1, Cost. del pensiero diffuso in forma “integrata” – Pensiero mediatico, limiti contenutistici e protezione dell’”utente” (con particolare riguardo alla situabilità del pensiero pubblicitario) – apponibilità di limiti di contenuto al pensiero mediatico, tutela del soggetto privato ed “edificazione dell’utente”: il problema della pubblicità ingannevole, subdola e perniciosa – Indivisibilità e compattezza del “pensiero mediatico”, ricomprensibilità in questo del pensiero pubblicitario (“originale” e “proprio”) e complessiva afferenza all’ambito presidiato dall’art. 21, comma 1, Cost. – La pubblicità come forma espressiva afferente alla libertà di manifestazione del pensiero e come attività economica – Non distinguibilità e non discriminabilità fra pensiero “puro” ed “impuro”: elementi fattuali che corroborano tale assunto – “Buona” e “cattiva” televisione: determinismo mediatico e sua opinabile prospettazione – Pensiero eversivo, multiculturalismo, terrorismo internazionale e ordine pubblico mondiale – Multiculturalismo, fenomenologia terroristica e comunicazione globalizzata: l’uso “distorto” dei media a fini eversivi – Restrizioni in funzione (della salvaguardia) dell’ordine pubblico mondiale (o globale): presidi costituzionali di garanzia e problemi applicativi – Il concetto di ordine pubblico (globale) inteso in senso materiale ed in senso ideale. Problemi vecchi e nuovi – Indottrinamento, apologia, proselitismo, istigazione, induzione, minaccia: arduo discrimine fra pensiero apologetico lecito ed illecito - -Manifestazioni del pensiero “eversive”, terrorismo internazionale fanaticofondamentalista e (presunta) ammissibilità di una relativizzazione e riduzione dei presidi di garanzia ex art. 21 Cost. – Analisi critico-ricostruttiva degli interventi normativi volti a fronteggiare il fenomeno terroristico ed, in particolare, le manifestazioni del pensiero destabilizzatrici o eversive: a) in sede interna ed internazionale – (Segue): b) in ambito comunitario – (Segue): c) in sede interna, con particolare riferimento all’art. 270 bis cod. pen. Ed ai problemi interpretativi indotti dalle manifestazioni del pensiero (più o meno propriamente) riconducibili alla fenomenologia terroristica – Terrorismo internazionale, comunicazione globalizzata e controllo mediatico-informativo: l’azione di contrasto, prevenzione e repressione posta in essere dopo l’11 settembre 2001 – Multiculturalismo, migrazionismo, confessionalismo islamico-fondamentalista: la libertà di pensare, di coscienza, di credo nell’assetto multietnico della società contemporanea – (Segue): i problemi indotti dal multiculturalismo e dall’integralismo religioso in Italia – Principio di laicità e “segni esteriori” di appartenenza religiosa – Integralismo religioso e intolleranza laica dello stato: attualità di Locke. 24. Ministri di culto e religiosi J.Ferrer Ortiz, La responsabilidad civil de las diócesis por los actos de sus clérigos, Ius canonicum, 90/2005, pp. 557-608 43 A.Licastro, I ministri di culto nell’ordinamento giuridico italiano, Giuffré, Milano, 2005 Abstract Il libro affronta un tema classico della disciplina dei rapporti fra Stato e Confessioni religiose, contribuendo in modo significativo a colmare una lacuna riscontrabile nel panorama attuale degli studi giuridici, in cui la materia dei "ministri di culto" è rimasta a lungo trascurata, o non sufficientemente approfondita alla luce della più recente evoluzione complessiva delle forme di rilevanza, nell'ordine civile, delle estrinsecazioni della fenomenologia religiosa. Dopo avere ripercorso, nella parte prima, l'evoluzione del quadro normativo in materia di ministri di culto dall'unità d'Italia ad oggi, nella seconda e nella terza parte si tenta di fare chiarezza, rispettivamente, sulla complessa struttura della particolare qualifica confessionalmente caratterizzata e sulle conseguenze giuridiche che l'ordinamento statale ricollega ad essa, con costante attenzione al dato positivo e alle principali elaborazioni dottrinali e giurisprudenziali. Nella quarta parte si illustrano i profili specifici delle appartenenze confessionali diverse, presentando i tratti peculiari di regime giuridico derivanti dagli accordi Stato/Confessioni religiose, singolarmente considerati in modo dettagliato e puntuale. Indice INTRODUZIONE. LE RAGIONI DI UNA RICERCA - 1. Lo stato degli studi recenti in materia di ministri di culto 2. La riconsiderazione di una tematica "classica" all'interno delle piu' "attuali" problematiche generali del diritto ecclesiastico: la definizione del "religioso" e il dilemma specialita'/diritto comune - 3. L'individuazione di un elemento oggettivo alla base della "tipicita'" della disciplina del fattore religioso - 4. Una direttrice di studio: la pertinenza della materia riguardante i ministri di culto al nucleo forte e identificante del fenomeno religioso organizzato - PARTE PRIMA. L'EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO - CAPITOLO PRIMO. LA CONDIZIONE DEI MINISTRI DI CULTO NEI VARI MODELLI DI DIRITTO ECCLESIASTICO - 1. Premessa - 2. Il diritto ecclesiastico della tolleranza - 2.1. Il superamento dei privilegia clericorum della tradizione confessionista: la fine del privilegium fori 2.2. (segue): la scomparsa o la metamorfosi dei principali istituti riconducibili all'antico privilegium immunitatis - 2.3. (segue): il privilegium canonis e le norme penali a tutela della liberta' dei culti - 2.4. (segue): il privilegium competentiae e le residue garanzie di immunita' del titulus patrimonii - 2.5. Le ultime tesi favorevoli alla automatica rilevanza civile di situazioni giuridiche passive dell'ecclesiastico di esclusiva fonte canonistica - 2.6. La tutela, in seno all'ordinamento civile, di istanze meramente "laiche", neppure indirettamente riferibili agli interessi confessionali. In particolare, le norme penali sugli abusi dei ministri di culto - 2.7. (segue): l'ingerenza nelle nomine degli ecclesiastici 2.8. (segue): le questioni dell'applicabilita' dell'art. 307 c.p. del 1859 e della "laicita'" dell'insegnante della scuola pubblica - 3. Il diritto ecclesiastico del privilegio - 3.1. Il ritorno alla logica confessionista nelle riforme del 1929-30 della legislazione riguardante i rapporti Stato/Confessioni: la rinascita dell'antico privilegium immunitatis - 3.2. (segue): l'estensione del riconoscimento del potere disciplinare della Chiesa - 3.3. (segue): le diversita' del regime giuridico relativo alla nomina degli ecclesiastici e dei ministri dei culti "ammessi" - 3.4. Il definitivo superamento dell'antico privilegium fori e le residue garanzie speciali degli ecclesiastici nella materia penale. L'impignorabilita' degli "stipendi" - 3.5. La reintroduzione del giuramento dei vescovi e il divieto di iscrizione ai partiti - 3.6. La condizione degli ecclesiastici e dei ministri di culto nel codice penale e nel codice di procedura penale del 1930 - 4. Il diritto ecclesiastico della liberta' - 4.1. L'esigenza del contemperamento di valori costituzionali concorrenti nella disciplina della condizione giuridica del ministro di culto - 4.2. La questione della compatibilita' costituzionale delle norme dettate dai Patti lateranensi. Il caso del terzo comma dell'art. 5 del Concordato - 4.3. Il ruolo della Corte costituzionale - 4.4. Lo stile di vita confessionalmente caratterizzato e il dovere di concorrere al "progresso materiale o spirituale" della societa' (art. 4, secondo comma,Cost.). Gli sviluppi della legislazione ordinaria: l'estensione ai ministri di culto delle misure di previdenza sociale - 4.5. I principi ispiratori della riforma concordataria del 1984 - 4.6. L'attuazione del principio del pluralismo confessionale - PARTE SECONDA. LA NOZIONE GIURIDICA DI MINISTRO DI CULTO - CAPITOLO SECONDO. I REQUISITI DELLA QUALIFICA GIURIDICA DI "MINISTRO DI CULTO" - 1.Premessa - 2.Il requisito dell'appartenenza del soggetto ad un gruppo qualificabile nel diritto dello Stato come "Confessione religiosa" 2.1. L'individuazione degli elementi costitutivi del gruppo confessionale. Premesse metodologiche. L'apporto del dibattito filosofico e sociologico - 2.2. Il principio di laicita' e il problema della qualificazione giuridica di cio' che e' "religioso" o "religione" - 2.3. L'interpretazione sistematica - 2.4. Una nozione ampia e una nozione piu' ristretta di "religione" - 2.5.L'incidenza della dimensione internazionale 2.6. "Ordine religioso" e "ordine etico" - 2.7. "Ordine religioso" e realta' "ultime" - 2.8. I profili ricostruttivi. Il rapporto fra "arte", "scienza" e "religione" - 2.9. La religione come credenza fideistica - 2.10. L'oggetto della credenza religiosa: un "dover essere" motivato dal riconoscimento del carattere "sacro" di determinate cose - 2.11. Un dato (almeno apparentemente) contraddittorio: il "sacro" dovere di difesa della Patria - 2.12. La finalita' religiosa del gruppo confessionale - 3. Il requisito dello svolgimento da parte del soggetto di attivita' qualificabile nel diritto dello Stato come "esercizio di ministero" - 3.1. L'insufficienza della mera qualificazione confessionale - 3.2. I limiti intrinseci alle tecniche di richiamo di norme proprie di ordinamenti esterni: i criteri di qualificazione del fatto o del rapporto previsto dalle norme di diritto internazionale privato - 3.3. (segue): la definizione dell'ambito in cui opera il rinvio di presupposizione - 3.4. Il concetto di "ministro di culto" e il diritto della Confessione di organizzarsi secondo i propri statuti - 3.5. I tratti specifici qualificanti il ruolo svolto dal "ministro di culto".Il criterio dell'"essenzialita' delle funzioni" - 3.6.(segue):l'attivita' ministeriale intesa come "servizio" - 3.7. La nozione di "ministro di culto" e la "giurisdizione" o "cura d'anime" - 3.8. Il significato del termine "culto" - 4. Il 44 requisito dell'investitura del soggetto da parte del gruppo confessionale di appartenenza - 4.1. Una possibile limitata incidenza dell'investitura confessionale sulla nozione di "ministro di culto" - 4.2. Il rapporto organico, il potere di (auto)organizzazione dell'ente e il diritto della Confessione di organizzarsi secondo i propri statuti - 4.3. La natura del rinvio alle norme confessionali - 4.4. Gli ambiti di esclusiva competenza della Confessione - 4.5. La "certificazione" delle qualifiche confessionali - PARTE TERZA. LO STATUS GENERICO DI MINISTRO DI CULTO- CAPITOLO TERZO. LA QUALIFICA CONFESSIONALMENTE CARATTERIZZATA E LE COMPETENZE TIPICHE DELL'"ORDINE" CIVILE - 1. Il criterio ricostruttivo - 2. Il ministro di culto e l'esercizio di pubbliche funzioni statali 3. La redazione del testamento ricevuto ai sensi dell'art. 609 c.c - 4. I presupposti per la ricorrenza della qualifica penalistica di "pubblico ufficiale" -CAPITOLO QUARTO. LE SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE "A CONNOTAZIONE LIMITATIVA" - 1. L'abuso di potere - 1.1. Profili generali e introduttivi. L'"illiceita' speciale" quale elemento della fattispecie penale - 1.2. (segue): il rinvio al diritto della Confessione religiosa e il principio costituzionale di legalita' in materia penale (art. 25 Cost.) - 1.3. (segue): Norme elettorali e fattore religioso - 2. I limiti di eleggibilita' a cariche di rappresentanza politica - 2.1. Premessa. Il quadro normativo vigente - 2.3. La ratio della ineleggibilita' - 2.4. I limiti di rilevanza del conflitto funzionale - 3. Le incompatibilita' professionali e di ufficio - 3.1. La capacita' del soggetto e il principio costituzionale di uguaglianza - 3.2. Le singole incompatibilita' - 4. L'obbligo del segreto - 4.1. La tutela dei "diritti della personalita'" in materia di religione e il ruolo delle Confessioni - 4.2. Diritto alla riservatezza e diritto al segreto - 4.3. La centralita' della causa "professionale" di conoscenza del segreto nell'art. 622 c.p. - 4.4. La segretezza della notizia, il pericolo del "nocumento" e la "giusta causa" della rivelazione - CAPITOLO QUINTO. LE SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE "A VALENZA ADDITIVA" - 1. La liberta' di esercizio del sacro ministero - 1.1. Precisazioni introduttive - 1.2. Le fonti - 1.3.I contenuti - 1.4. L'efficacia scriminante della liberta' di esercizio del sacro ministero - 1.5. La liberta' di esercizio del sacro ministero e i reati di ingiuria, diffamazione, istigazione e vilipendio - 1.6. La liberta' di esercizio del sacro ministero e il reato di favoreggiamento personale - 2. L'esenzione da particolari uffici - 3. La speciale protezione penale - 4. La peculiare posizione dinanzi ai poteri istruttori dell'autorita' giudiziaria - 4.1. Mezzi di prova e segreto professionale - 4.2. Il quadro normativo - 4.3. L'esclusione dell'obbligo di rendere testimonianza - 4.4. (segue): l'estensione "soggettiva" dell'art. 200 c.p.p - 4.5. (segue): l'estensione "oggettiva" dell'art. 200 c.p.p - 4.6. Le previsioni complementari della garanzia in sede di testimonianza: a) la tutela del segreto professionale nell'esibizione di cose o documenti, nelle ispezioni e nei sequestri - 4.7. (segue): b) la tutela del segreto professionale e le intercettazioni di comunicazioni o conversazioni - 5. I diritti afferenti al pensionamento - 5.1. Il quadro delle provvidenze legislative - 5.2. La natura giuridica delle prestazioni - PARTE QUARTA. I PROFILI SPECIFICI DELLE APPARTENENZE CONFESSIONALI DIVERSE - CAPITOLO SESTO. LO STATUS DI MINISTRO DI CULTO TRA SPECIFICITA' "FORMALE" E "SOSTANZIALE" - 1. La legislazione ecclesiastica singolare e la legge sui "culti ammessi" del 1929 - 2. La specificita' "formale" dello status di ministro di culto: l'approvazione governativa della nomina - 2.1. (segue): lo status di ministro di culto "approvato" - 3. La specificita' "sostanziale" dello status di ministro di culto - CAPITOLO SETTIMO. I MINISTRI DELLA CHIESA CATTOLICA -1. L'ordinamento della Confessione e la qualifica civilistica di "ministro di culto"- 1.1. Il tradizionale dualismo "clero"/"laicato" e la moderna concezione dei ministeri - 1.2. Il sacerdozio ministeriale o gerarchico - 1.3. La qualifica civilistica di "ministro di culto" della Chiesa cattolica - 1.4. La definizione della qualifica di "ecclesiastico" 2. La liberta' di nomina dei titolari degli uffici ecclesiastici e la comunicazione alle autorita' civili prevista dall'articolo 3, n. 2, dell'Accordo 18 febbraio 1984 - 3. L'esonero dei ministri di culto dal servizio militare . Il diritto del clero al sostentamento - 5. I diritti connessi allo svolgimento dell'attivita' di assistenza spirituale - 6. La garanzia del segreto "ministeriale" - 7. Le informazioni sui procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici - 8. Il ruolo del ministro di culto nella celebrazione del matrimonio - 9. Le speciali prerogative dei Cardinali - CAPITOLO OTTAVO. I MINISTRI DELLE ALTRE CONFESSIONI - 1. I ministri di culto delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese - 1.1. L'ordinamento della Confessione e la qualifica civilistica di "ministro di culto" - 1.2. La liberta' di nomina dei ministri di culto e i limiti della sua rilevanza civile - 1.3. La rilevanza del potere certificativo confessionale - 1.4. Il rifiuto del cosiddetto "braccio secolare" - 1.5. La posizione dei ministri di culto rispetto al servizio militare - 1.6. Il sostentamento dei ministri di culto - 1.7. Il diritto di accedere liberamente negli istituti ospedalieri e in quelli penitenziari - 1.8. Il ruolo del ministro di culto nella celebrazione del matrimonio - 2. I ministri di culto della Chiesa cristiana avventista - 2.1. L'ordinamento della Confessione e la qualifica civilistica di "ministro di culto" - 2.2. Il potere certificativo confessionale - 2.3. L'esonero dei ministri di culto dal servizio militare - 2.4. Il sostentamento dei ministri di culto - 2.5. Le altre particolarita' dell'Intesa - 3. I ministri di culto delle "Assemblee di Dio in Italia" - 3.1.L'ordinamento della Confessione e la qualifica civilistica di "ministro di culto" - 3.2. Le particolarita' dell'Intesa - 4. I ministri di culto della Confessione ebraica - 4.1. L'ordinamento della Confessione e la qualifica civilistica di "ministro di culto" - 4.2. La garanzia del segreto "ministeriale" - 4.3. La rilevanza del potere certificativo confessionale - 4.4. Il sostentamento dei ministri di culto - 4.5. Il ruolo del ministro di culto nella celebrazione del matrimonio - 4.6. Le altre particolarita' dell'Intesa - 5.I ministri di culto dell'Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia (UCEBI) - 5.1. L'ordinamento della Confessione e la qualifica civilistica di "ministro di culto" - 5.2. Le particolarita' dell'Intesa - 6. I ministri di culto della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) - 6.1. L'ordinamento della Confessione e la qualifica civilistica di "ministro di culto" - 6.2.Le particolarita' dell'Intesa - 7.Le prospettive offerte dagli itinerari normativi percorribili in futuro. 45 H.Costigane, Religious Orders and the Criminal Records Bureau, Ecclesiastical law journal, 38/2006, pp. 323-332 Abstract Recent scandals in the churches relating to the abuse of children and vulnerable adults have led to a desire to protect those to whom the churches minister by putting in place safeguards which screen out those not suitable to work in this capacity. For the Roman Catholic Church, the implementation of the Nolan Report has been a key part of this process, together with the setting up of the Catholic Office fort the Protection of Children and Vulnerable Adults (COPCA). The Conference of Religious (the representative body of priests, sisters and brothers who belong to religious orders) has also been involved in ongoing dialogue with diocesan bishops about how the recommendations of the Nolan Report might best be implemented. At the same time, concerns have been raised about whether some of the measures being implemented compromise important principles of privacy and confidentiality. This discussion looks at this from the particular viewpoint of a nun who does not work with children or vulnerable adults, and explores whether she is required to undergo checks by the Criminal Record Bureau simply by way of being a nun. Indice Introduction – Background – The issue itself – The Nolan Report and the COPCA Annual Report 2003 – Does simply being a nun constitute a ‘post’? – Undermining subsidiarity - Conclusion C. Sorrel, Le clergé français et la Séparation: continuités et ruptures, Esprit et vie, 133/2005, pp. 8-13 A. Vignudelli, Sui chierici dell’isola di Balnibardi, Quaderni costituzionali, 1/2006, pp. 132-136 C. Cianitto, La tutela del diritto al sostentamento dei sacerdoti anglicani in Gran Bretagna, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 193-213 M. Vidal Gallardo, Inclusión en el Régimen general de la Seguridad Social de los Clérigos de la Iglesia Ortodoxa rusa del patriarcado de Moscú, Revista española de derecho canónico, 159/2005, pp. 649-659 A. Licastro, Ricongiunzione contributiva e regime previdenziale "speciale" dei ministri di culto (osservazioni a Cass. civ., Sez. Lav., sent. 8 febbraio 2006, n. 2757), Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2006, pp. 936-951 25. Multiculturalismo e libertà religiosa A.Bernardi, Modelli penali e società multiculturale, Giappichelli, Torino, 2006 Indice Nota introduttiva. – Parte I: Il diritto penale tra globalizzazione e multiculturalismo. – Sez. I: Globalizzazione del mondo economico e diritto penale. – Sez. II: Europa senza frontiere e diritto penale. – Sez. III: Stato pluriculturale e diritto penale. – Parte II: Società multiculturale e «reati culturali». – Sez. I: La mutevole rilevanza penale del «fattore culturale» nell’esperienza comparatistica. – Sez. II: Multiculturalismo e assimilazionismo. Loro controindicazioni e prospettive di riforma penale. D. Verdoscia, Integrazione. Il dibattito sull’europa policulturale : il caso Islam, Affari sociali internazionali, 1/2005 E. H. Ecklund, 'Us' and 'Them': the role of religion in mediating and challenging the 'model minority' and other civic boundaries, Ethnic and racial studies, 1/2005, pp. 132-150 Abstract This article examines how Korean Americans use the cultural resources of religious communities to mediate race, ethnic, and socio-economic boundaries that have consequences for civic life. Specifically, I compare involvement of Korean Americans in second-generation Korean congregations to those in multiethnic churches. I find Korean Americans who participate in second-generation Korean churches use religion to largely reproduce images of Korean Americans as model minorities, and implicitly distance themselves from those whom they perceive as less financially 46 successful. In contrast, Korean Americans in multiethnic congregations use religion to emphasize the commonality Korean Americans have with other minorities. By using a cultural framework that allows for the agency of individuals in identity and group boundary construction, this work more generally shows the potential for new Americans to use the cultural resources of local organizations to change existing ethnic and racial boundaries in the United States. Indice Constructing the ‘model minority’ and other group boundaries – The moral content of civic boundaries – Korean Americans – Data collections – Reproducing boundaries – Re-negotiating model minority boundaries – Conclusions. G.C. Stanckaz, Strategic ethnicity: the construction of multi-racial/multi-ethnic religious community, Ethnic and racial studies, 5/2006, pp. 856-881 Abstract This article highlights through one case the ways in which religious organizations provide an exploratory space for maintaining, reclaiming, and altering aspects of racial and ethnic identity within a racially and ethnically integrated community. Utilizing data from in-depth interviews and participant observation in Southern California, I suggest that within the organizational culture of the congregation, church leaders and individual members recursively construct an integrated identity through 1) the public framing and articulation of goals, 2) their religious organizational structure and resources, and, 3) the lived experiences of members. I argue that a perceived reciprocal legitimacy emerges in this process through which religious claims affirm integration goals while, at the same time, observable integration within the congregation strengthens the acceptance of religious doctrine. I offer strategic ethnicity as a useful way of thinking about the transformation of racial experience and ethnicity into collective and individual tools within American Protestant congregations. Indice Introducing the case – Racial, ethnic and religious identity – Making a big deal: framing and articulating multiracial/multi-etnhic community – Organizational structure and strategy – Individual negotiations – Discussion – Conclusion. D. Maillard, The Muslims in France and the french model of integration, Mediterranean quarterly, 1/2005, pp. 62-78 Indice War and migration: Algeria in France – Clash of philosophy and practice – Citizen versus the group. A. Caputo, La giurisdizione e i conflitti culturali, Questione giustizia, 4/2005, pp. 710-725 Indice 1. Immigrazione e conflitti culturali 2. Politiche del diritto e società multicultu-rale: il ruolo della giurisdizione 3. Libertà religiosa e simboli identitari 4. I giudici e i “casi difficili” 5. La società multiculturale e la cultura dei giudici. C. De Maglie, Multiculturalismo e diritto penale. Il caso americano, Rivista italiana di diritto e procedura penale, 1/2005, pp. 173-199 N. Colaianni, Eguaglianza e diversità religiose e culturali. Un percorso costituzionale, Il Mulino, Bologna, 2006 A.Portera, L’educazione religiosa in prospettiva interculturale. Dalla giustapposizione alla relazione, Religione e scuola, 4/2005 A.Portera, Irc in prospettiva interculturale. Identità e dialogo, Religione e scuola, 5/2005 M.Damini, Irc in prospettiva interculturale e internet, Religione e scuola, 5/2005 G.Zuccari, Irc in prospettiva interculturale nella scuola primaria. Diversamente uguali, Religione e scuola, 5/2005 M.Bertani, Islam a scuola: dibattiti e prospettive, Religione e scuola, 5/2005 G.Tacconi, L’Irc e le esigenze del dialogo interreligioso, Religione e scuola, 4/2006 47 G.Tacconi, Prospettiva interculturale e natura dell’Irc, Religione e scuola, 2/2005 M.Bertani, Buddismo e Irc. Le vie del dialogo, Religione e scuola, 4/2005 I.Jimínez-Aybar, La alimentación “halāl” de los musulmanes en España: aspectos jurídicos, económicos y sociales, Ius canonicum, 90/2005, pp. 631-666 S. Papi, Le sacrifice rituel de l’Aïd el-Kébir: une tradition musulmane à l’épreuve de la République, Hommes et migrations, 1254/2005 G. Salcuni, Libertà di religione e limiti alla punibilità. Dalla “paura del diverso” al dialogo, L’indice penale, 2/2006, pp. 607-650 Indice Il diritto penale alle prese con il multiculturalismo: “la paura del diverso”? – Può la libertà di religione costituire una causa di esclusione della tipicità? – L’impervia strada della costruzione di cause di giustificazione culturalmente (rectius: religiosamente) orientate – La costruzione di c.d. scriminanti allargate per la delinquenza per convinzione – la libertà di religione come cause di esclusione della colpevolezza in senso stretto? – L’inensistenza di c.d. scusanti culturali sub specie inesigibilità – la libertà di religione come misura della colpevolezza commisurativa: dalla “paura del diverso” al dialogo – Prospettive di riforma. A. Bernardi, Minoranze culturali e diritto penale, Diritto penale e processo, 10/2005, pp. 11931201 C. Galli (a cura di), Multiculturalismo: ideologie e sfide, Il Mulino, Bologna, 2006 B. Pastore, Multiculturalismo e processo penale, Cassazione penale, 9/2006, pp. 3030-3046 F. Basile, La nuova incriminazione delle pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili, Diritto penale e processo, 6/2006, pp. 680-691 Abstract I nuovi delitti “culturalmente orientati” di mutilazione e di lesione degli organi genitali femminili pongono una serie di difficoltà ermeneutiche per quanto concerne, in particolare, la precisa individuazione delle condotte incriminate e del relativo oggetto materiale, la scriminabilità delle stesso per effetto del consenso della vittima, la corretta ricostruzione dell’elemento soggettivo e l’applicabilità della legge penale italiana ai fatti commessi all’estero. Indice I (possibili) danni all’integrità fisica e alla salute psico-sessuale prodotti dalle MGF – Iniziative, internazionali e locali, di contrasto alle MGF – La previsione di due nuove figure di reato: il delitto di mutilazione (art. 583-bis c. 1 c.p.) e il delitto di lesione (art. 583 bis c. 2 c.p.) degli organi genitali femminili – I beni giuridici tutelati – L’oggetto materiale dei nuovi delitti: gli organi genitali femminili esterni – Le “pratiche” incriminate – Cause di giustificazione – Dolo ed errore sulla legge penale – Fatto commesso all’estero. V. Magnini, La disciplina penale delle mutilazioni genitali femminili. Le nuove fattispecie di cui agli articoli 583 bis e 583 ter c.p., Studium iuris, 10/2006, pp. 1081-1089 Indice Considerazioni introduttive – La legge n. 7 del 2006 e le incriminazioni ad hoc delle pratiche di mutilazione genitale: la ratio della riforma – Il reato di mutilazioni genitali femminili previsto dall’art. 583 bis, comma 1, c.p. – Il reato di lesioni agli organi genitali femminili ex art. 583 bis, comma 2, c.p. – La natura giuridica dei reati ex art. 583 bis c.p. – Il problema dell’applicazione dell’art. 583 bis c.p. nei casi del ‘rito alternativo’ della deinfibulazione e della reinfibulazione – La problematica applicabilità delle scriminanti di cui agli artt. 50 e 51 c.p. – Le circostanze speciali – Il trattamento sanzionatorio, la punibilità del fatto all’estero e la responsabilità degli enti. E. Cesqui, Le mutilazioni genitali femminili e la legge, Questione giustizia, 4/2005, pp.749-759 Indice 1. Le mutilazioni genitali femminili e il diritto 2. Il disegno di legge sulle pratiche di mutilazione genitale femminile: le norme penali … 3. … le altre disposizioni 4. Le esperienze straniere 5. Una riflessione conclusiva. 48 A. Vanzan, L. Miazzi, Modificazioni genitali: tradizioni culturali, strategie di contrasto e nuove norme penali, Diritto, immigrazione e cittadinanza, 1/2006, pp. 13-34 Lucia Bellucci, Immigrazione, escissione e diritto in Francia, Sociologia del diritto, 3/2006, pp. 183-200 G. Cassano – F. Patruno, Mutilazioni genitali femminili, Vita notarile, 3/2006, pp. 1551-1589 26. Obiezione di coscienza P. Cavana, Il giudice e il crocifisso: note critiche su una prospettata nuova figura di obiezione di coscienza, Il diritto di famiglia e delle persone, 2/2006, pp. 651-661 R. Cappitelli, Breve nota intorno alla inevitabile fine di reati di mancata presentazione alle armi, Cassazione penale, 2/2006, pp. 418-428 D. Brunelli, Rilevanza penale dell’abolizione del servizio militare obbligatorio tra successione di norme e “scomparsa” del fatto tipico, Cassazione penale, 5/2006, pp. 1680-1689 S. Viale, Contraccezione d’emergenza con Levonorgestrel: meccanismo d’azione e obiezione di coscienza. Un prodotto da banco anche in Italia, Bioetica, 4/2006, pp. 563-578 27. Oratori A. Fabbri, La recente legge sugli oratori come segno di cambiamento in atto della politica sociale dello stato italiano, Il diritto ecclesiastico, 4/2005, pp. 963-988 28. Organizzazioni di tendenza P. Albi, Tutela obbligatoria nelle organizzazioni di tendenza e natura non imprenditoriale dell'attività esercitata, Giustizia civile, 3/2006, p. I, 633-635 29. Organizzazioni filosofiche non confessionali P. Cavana, Sullo stato giuridico delle organizzazioni agnostiche nell'ordinamento italiano. La legittimazione all'accesso dell'U.A.A.R. (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti), Il diritto di famiglia e delle persone, 2/2005, pp. 501-514 30. Rapporti Stato-confessioni religiose N. Colaianni, Musulmani italiani e Costituzione: il caso della Consulta islamica, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 251-258 Indice Introduzione – Una Consulta rappresentativa ? – Rappresentanza delle comunità musulmane, Consulta e intese – La (in)competenza del Ministero dell’Interno – Revisione costituzionale e libertà religiosa. 49 M. T. Urvoy, La citoyenneté et l'Islam en France, Bulletin de littérature ecclésiastique, 3/2005, pp. 239-298 Abstract En s’appuyant sur l’histoire de la présence musulmane en France, on montre les composantes de la question de l’intégration : une religion définie avant tout par les conduites qu’elle génère : une communauté transcendant les frontières ; l’affirmation de l’absolue suprématie de la « loi de Dieu » par rapport aux « lois des hommes ». Ces aspects sont particulièrement soulignés par le processus actuel de « ré-islamisation ». V. Tozzi, Quale regime per i rapporti Stato-chiese in Italia ?, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, pp. 536-564 Indice Rapporti Stato-religione e comunicazione – Aspirazioni postbelliche sul ruolo della Chiesa cattolica nella società italiana – La Costituzione del 1948 e i problemi di oggi – La posizione speciale delle confessioni religiose e il metodo della normazione contrattata – Esempi di garantismo che non convincono – Il mercato delle regole – Proposta conclusiva. L. Pedrazzi, Dossetti e i rapporti fra Stato e Chiesa nella Costituzione, Il Mulino, 6/2006, pp. 11471159 G. Cimbalo – J. I. Alonso Pérez (a cura di), Federalismo, regionalismo e principio di sussidiarietà orizzontale: le azioni, le strutture, le regole della collaborazione con enti confessionali: atti del Convegno Ravenna 25-27 settembre 2003, Giappichelli, Torino, 2005 F. Mascellini, Stati e comunità islamiche: modelli di dialogo a confronto, Affari sociali internazionali, 3/2006 S. ProsdocimI, I rapporti tra Stato e Chiesa oggi in italia: osservazioni su alcuni problemi di contenuto e di metodo, Rivista italiana di diritto e procedura penale, 2/2006, pp. 752-777 30.1 Concordati, accordi, intese C.P.Barrosa, El Concordato de 2004 entre la Santa Sede y la República Portuguesa, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 329-368 E. De Mita, Religione e Stato laico: la legittimità del Concordato, Vita e pensiero, 1/2005, pp. 105110 M. Rónay, Ius matrimoniale concordatarium: a comparative approach, Acta juridica hungarica, 1/2006, pp. 27-66 Abstract The comparative examination of the matrimonial parts of the treaties bond between the Holy See and the states (concordatarian law) shows that during the 20th century, the Catholic Church has contracted in this matter such a way that it was able to conclude stronger treaties with the local secular sovereigns. The actuality of the examination of the Catholic Church's international treaties becomes obvious during the examination only. In the treaties of the last decade, a significant change can be followed in the Parties' legal relationships, which is an important step in the course of the gradual formation from the first half of the 20th century. As a result of the examination of the legal structure of treaties of these ten years, the tendencies of the former decades can better be understood as well. Recently such a treatymaterial is available for us, on which it is possible and worth carrying out an examination. This essay contains the detailed examination of all matrimonial parts of the Catholic Church's international treaties with a consideration of all legally relevant bearings to be found in them. In the Appendix, one can find the whole text to examine in English. This essay, as it issues from its genre, is to be read with the Appendix together. 50 F. Vecchi, Rilievi sulla persistenza dei principi iuris gentium (Pacta sunt servanda e Rebus sic stantibus) nel Concordato portoghese del 18 maggio 2004 e nella legislazione ecclesiastica nazionale, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 384-406 F. Vecchi, Gli accordi fra potestà civili e autorità episcopali, Jovene, Napoli, 2006 Indice http://www.jovene.it/listino/foto/44c09207887a9.pdf 30.2 Condizione giuridica delle confessioni religiose negli Stati nazionali 30.2.1 Africa A. Belgourch, Democrazia e Islam nella riforma della Mudawwana in Marocco. Gestione e arbitrato di un conflitto, Daimon, 5/2006, pp. 119-138 F. Cavatorta, Civil society, Islamism and democratisation: the case of Morocco, Journal of modern african studies, 2/2006, pp. 203-222 Abstract The positive role that an active civil society plays in processes of democratisation is often highlighted in the literature. However, when it comes to the Middle East and North Africa, such activism is considered to be detrimental to democratisation because the predominant role is played by Islamist groups. The explanation for this rests with the perceived ‘uncivil’ and undemocratic Islamist ethos of such groups. This paper challenges this assumption and argues that Islamist associations can be a potential force for democratisation for three reasons. First, they are capable of political learning; secondly, they generate secular civil society activism as a response to their activities, increasing the number of actors in the political and social system; and finally, they can cooperate with other civil society groups on a number of issues, given that they are all subject to the same authoritarian constraints. The paper focuses in particular on the case of Morocco and the Islamist group Jamiat al-Adl wal-Ihsan. Indice Introduction – Civil or uncivil society? – The case of Morocco. M. Faoubar, Réforme et restructuration de l’enseignement de l’islam dans les colleges marocains, Social compass, 1/2005, pp. 45-52 Abstract L'auteur esquisse une comparaison entre deux manuels, l'ancien et le nouveau, destinés à l'enseignement de l'islam au Maroc. Alors que l'ancien manuel situait l'élève uniquement dans une relation à Dieu, celui qui suivit la réforme de l'enseignement tente de répondre aux questions et aux attentes des jeunes d'aujourd'hui et d'articuler l'enseignement des valeurs de l'islam à la réalité sociale et culturelle. Ce faisant, il véhicule l'image d'un islam moderne, intégrant des réalités et des valeurs liées à la modernité telles que la communication, l'ouverture d'esprit, la science, la raison, la tolérance et les droits de l'homme. De plus, il cherche à donner aux jeunes une conscience civique pour les aider à devenir des citoyens responsables. Indice La socialisation religieuse et l’einsegnement scolaire au Maroc – La restructuration du savoir religieux et la réforme – Conclusion. 30.2.2 America Latina 30.2.3 Asia e Medio Oriente M. T. Usmani, The islamization of laws in Pakistan: the case of hudud ordinances, Muslim world, 2/2006, pp. 287-304 Abstract Pakistan has been in the grip of a raging debate on the issue of the Hudud1 Laws ever since they were introduced in 1979. There are some who ask for complete repeal of these laws, others who insist on keeping them as 51 they are, and a third group calling for amending and reforming these laws to make them more responsive to human and social conditions. Presented in this article is a dispassionate analysis of these so-called "controversial" laws for a better understanding of the actual situation in current day Pakistan. This analysis is divided into three parts. The first part briefly discusses the importance of the injunctions of Islamic Sharī'ah; the second part addresses the questions and doubts that are raised, furiously and frequently, about the Hudud Laws; and the last part focuses on those aspects that, to this author, are in need of review, amendment and reform. Indice Hudud and their place in sharī’a – The hudud laws and islamization debate in Pakistan – Some critical issues – Some submissions – Conclusion. E. Giunchi, Ritorno alla shari'a e prassi sociale: i reati sessuali in Pakistan, Sociologia del diritto, 1/2005, pp. 107-136 T. Mahmood, Religion, law and judiciary in modern India, Österreichisches Archiv für recht & Religion, 3/2005, pp. 384-392 Indice Constitutional framework – Legislation and State practice – Judicial rulings and attitudes – Conclusion. Israele Y. Z. Stern, The influence of the Israeli democracy on the "Halakha", Daimon, 5/2006, pp. 75-94 30.2.4 Europa R. Puza –N. Doe (a cura di), Religion and law in dialogue: covenantal and non-covenantal cooperation between State and Church in Europe. Proceedings of the Conference. Tübingen 18-21 November 2004/Religion et droit en dialogue: collaboration conventionnelle et non-conventionnelle entre l’État et religion en Europe. Actes du colloque. Tübingen 18-21novembre 2004, Peeters, Leuven, 2006 Abstract This volume contains studies, from the perspective of the countries of the European Union, on the means available to religious organisations to engage in dialogue with the States in which they exist. The studies explore the employment of covenants between religious groups and States as well as less formal facilities for dialogue and cooperation. The terms of the modern instruments of dialogue are treated, including in relation to the former communist member states, in their historical and political contexts. M. Parisi (a cura di), Le organizzazioni religiose nel processo costituente europeo, ESI, Napoli, 2005 Abstract Il passaggio dalla Comunità Economica Europea alla Comunità Europea, prima, ed all'Unione Europea, dopo, stanno ad indicare - unitamente alla recente approvazione e sottoscrizione di una Carta costituzionale per il massimo organismo sovranazionale europeo - il successo registrato fino ad ora dal processo di unificazione continentale. In questo quadro, attraverso un lungo itinerario, si è sviluppato un crescente attivismo e protagonismo delle organizzazioni religiose, intenzionate a colmare il «deficit di valori» imputato ad un progetto di integrazione che, al di là dei positivi esiti dell'unificazione economica e monetaria, ha incontrato serie difficoltà nel darsi anche una chiara prospettiva d'identità politica e culturale. Questo volume propone, pertanto, una riflessione a più voci sulle prospettive della nuova Europa e sul patrimonio di principi e di valori di cui il processo di costruzione europea, in costante divenire, intenderebbe dotarsi, evidenziando - pur nella complessa articolazione delle diverse posizioni - la rinnovata centralità del principio di laicità delle pubbliche istituzioni. Ovvero, intendendo la laicità come il nucleo valoriale di riferimento di base, quale che sia la forma di Stato e il tipo di rapporti tra Stato ed organizzazioni religiose prevalse nelle diverse realtà nazionali, si è cercato di riflettere sul contributo che i gruppi di orientamento ideale (soprattutto, come è ovvio, quelli confessionali) hanno inteso imprimere alle istanze di unificazione europea. L'importanza e il rilievo di tale contributo, tuttavia, sono stati analizzati alla luce del consolidato ethos costituzionale europeo (così come presente, peraltro, anche nella stessa Carta fondamentale dell'Unione), avente i suoi elementi informatori nella distinzione del potere politico da quello religioso, nella separazione fra precetti di natura giuridica ed indicazioni di valore morale, 52 nell'indipendenza dell'individuo e dei pubblici poteri dalla potestà religiosa, nel conferimento alla volontà popolare (e non alla mediazione esercitata da qualsivoglia gerarchia ecclesiastica) della sovranità, nella articolazione dei pubblici poteri in senso democratico e nella loro configurazione quale «casa comune», al di là delle diversità di orientamento ideologico e spirituale degli individui e dei gruppi. S. Ferrari, Rapporti tra Stato e Chiesa: un modello europeo, Antonianum, 80/2005, pp. 699-723 M. Parisi, Il sistema europeo di relazioni tra gli Stati e le organizzazioni religiose: conservazione o innovazione nella prospettiva della Costituzione dell'Unione Europea?, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 316-354 G. Robbers (a cura di), State and Church in the European Union, Nomos, Baden-Baden, 2005 J. G. Boeglin, Etats et religions en Europe, L’Harmattan, Parigi, 2006 Europa orientale S. Yekelchyk, Religion and Nation in modern Ukraine, Slavonic and east european review, 3/2005, pp. 558-560 B.Schanda, Church and State in Eastern Europe, Ecclesiastical law journal, 37/2005, pp. 186-198 Abstract In may 2004 eight former communist Central and Eastern European countries joined the European Union. Written constitutions in the region now contain guarantees of freedom of religion together with fundamental statements on Church – State relations. Since the fall of communism a net of bilateral agreements has been negotiated with the Holy See. Of the established members of the EU only Austria, Germany, Italy, Portugal and Spain had concordats whilst France and Luxembourg were partly bound by such treaties. Amongst the new member states only the predominantly Orthodox Cyprus has no contracted relationship with the Vatican. A pragmatic reason for this may be that the new member went through a very rapid legal transition marked by considerable uncertainties after the fall of communism. The Catholic Church did not seek privileges with the agreements, but rather legal certainty. The standards of religious freedom in the new member states are generally good compared with the rest of Europe. None of the new member states adopted a state church model, and none of them followed a rigid separation model either. Most new member states chose ‘benevolent separation’ or ‘cooperation’ modes. Religious freedom seems to be particularly valued by those who experienced forced secularism during communist rule. Indice Religious features of the new member states – Constitutional provisions concerning Church-state relations – Bilateral legal relations with the Holy See – Political objections – Agreements with other denominations - Conclusion A.R. Serván, La libertad religiosa en la Primera República Checoeslovaca, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 49-102 Austria T.Olechowski, Der österreichische Bundesgerichtshof und seine Judikatur zum Religionsrecht 1934-1938, Österreichisches archiv für recht & religion, 1/2005, pp. 88-106 T.Gergen, Die Bischofsbestellung nach katholischen kirchenrecht und deutschem Staatskirchenvertragsrecht, Österreichisches archiv für recht & religion, 1/2005, pp. 38-52 Francia AA.VV., Liberté religieuse et régimes des cultes en droit français: textes, pratique administrative, jurisprudence, CERF, Parigi, 2005 53 Abstract Cet ouvrage se situe dans la continuité du livre «Liberté religieuse et régimes des cultes en droit francais», publié en 1996, qu'il actualise et complète. Comme l'ouvrage précédent, cette entreprise de documentation juridique veut cultiver l'exigence pédagogique en offrant des textes accompagnées de courtes notes explicatives susceptibles d'être utiles pour les ministres de chaque culte et leurs conseils économiques, pour les supérieur(es) de congrégations religieuses et leurs économes, les responsables civils et les collectivités publiques, pour toutes personnes, groupements ou institutions qu'intéresse l'exercice de la liberté religieuse et de la religion en France. Cet outil de référence est donc destiné aux différents partenaires de la vie sociale, juridique, culturelle et religieuse. R. Epp, Le statut des cultes et le statut scolaire en Alsace et en Moselle, Esprit et vie, 143/2006, pp. 1-12 G. Coq, Faut-il-changer la loi 1905 ?, Hommes et migrations, 1259/2005 Index Le contraintes financières des associations – La question des lieux de culte – Subventions ou mises à disposition – La restriction du concept de culte – Le contournement de la loi du 1905 – Intégrer l’histoire de la France – L’Europe, des héritages pluriels – La laïcité, principe universel? A. Sfeir – J. Coste, Le Conseil français du culte musulman à l’épreuve du temps, Hommes et migrations, 1259/2005 X. Delsol, A. Garay, E. Tawil, Droit des cultes : personnes, activites, biens et structures, Dalloz, Lione, 2005 Germania H. Engelhardt, Aktuelle Rechtsprechung zum Staatskirchenrecht in der Bundesrepublik Deutschland, Österreichisches archiv für recht & religion, 3/2005, pp. 353-383 Indice Status einer Religionsgemeinschaft – Privatrechtliche Religionsgemeinschaften – Körperschaftsrechte – Namensrecht – Kirchenmitgliedschaft – Amtskleidung und Amtsbezeichnungen. Strafrechtsschutz – Kirchengebäude – Urheberrecht – Kirchenbau. Denkmalschutz – Rechtsschutz – Kircheninterne Streitigkeiten –Überprüfung kirchlicher Massnahmen – Schadensersatz. Grecia I. Dépret, Le thème de la séparation entre Eglise et Etat en Grèce au tournant des XXe et XXIe siècles, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, pp. 593-622 Abstract Cet article aborde la question des liens entre Eglise orthodoxe et pouvoir politique en Grèce contemporaine et s’interroge sur une possible transformation des rapports entre Etat, religions et société dans ce pays, au seuil du XXIe siècle. A cet égard, les frictions survenues à la fin du XXe siècle entre le gouvernement socialiste et la direction de l’Eglise orthodoxe peuvent être considérées comme révélatrices. Ces tensions culminent dans l’affrontement théâtralisé qui suit la suppression, par décision gouvernementale, de l’indication confessionnelle sur le nouvelles cartes d’identité civiles. Ce litige est d’abord replacé dans une trajectoire historique qui rappelle à quel point la question de la délivrance de cartes d’identité nous renvoie aux circonstances du développement de l’Etat grec au XXe siècle. Ce contexte souligne les enjeux de politique interne et externe auxquels la variable religieuse s’est trouvée corrélée; il éclaire les positions du Saint-Synode de l’Eglise orthodoxe, qui dans les dernières décennies du XXe siècle, se fait l’avocate d’une mention religieuse sur des documents policiers et administratif. En 2000-2001, au-delà d’une problématique identitaire omniprésente, l’enjeu de la laïcité se situe bien au coeur de l’affrontement. Si, à l’aube du XXIe siècle, une séparation institutionnelle entre Eglise et Etat en Grèce ne s’inscrit finalement pas à l’ordre du jour, en revanche une redéfinition des pôles de coopération entre autorités ecclésiastiques et gouvernementales au sein de l’Etat, ainsi qu’une évolution des frontières entre sphère «publique» et sphère «privée» peuvent être perçues. Indice Confession et cartes d’identité en Grèce au XXe siècle – L’Eglise orthodoxe de Grèce et la suppression de mention religieuse sur les cartes d’identité (2000-2001) – Un pojnt de cristallisation peu anodin - Une confrontation théâtralisé – Une bataille perdue? – Etat, confession et cartes d’identité: une trajectoire historique – Une loi votée mais non applique: ambitions réformatrices au PA.S.O.K, en 1993, dans un contexte d’union sacrée – La libre circulation des 54 biens, des personnes, des idées et le « jeu sournois de l’antéchrist» - Le thème de la séparation entre Eglise et Etat: un épouvantail? – L’enjeu sous-jacent de la laïcité – L’Eglise orthodoxe. Eglise «dominante» en Grèce – Une transformation des rapports entre Etat, religions et société – Contester pour mieux conforter? – Affaiblissement ou redéfinition des pôles de coopération avec l’autorité séculier? Sécularisation et arbitrages au sein de l’appareil d’Etat – Conclusion. Regno Unito J. A. Beckford, Le comunità religiose e lo stato britannico, Democrazia e diritto, 2/2006, pp. 124140 Spagna J.M.Martí, El Islam en España : implicaciones culturales y jurídicas, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 21/2005, pp. 189-216 H.S. Gil, Iglesia y Constitución: la posición de la Iglesia Católica en las constituciones españolas, Revista española de derecho canonico, 158/2005, pp. 89-144 J.C. Oliva, The Catholic Church and the Socialist Government in Spain: Irreconcilable Differences, Ecclesiastical law journal, 37/2005, pp. 199-205 Indice The teaching of catholic religion in State schools – Marriage of gay people – Conclusion – Postscript. E. Arigita, Representing Islam in Spain: Muslim Identities and the Contestation of Leadership, Muslim world, 4/2006, pp. 563-584 Indice Defining Spanish Islam: discourses on Muslim identities and the construction of Muslim representation – A new phase for interaction with Muslim communities after march 11 – New strategies of representation emerging from the local level – Concluding remarks M. F. Alcón Yusmas, Aconfesionalidad y cooperación. Notas acerca del artículo 16.3 de la Constitución, Estudios eclesiasticos, 4/2005, pp. 781-812 Abstract El constituyente de 1978 acepte que la religión forma parte de la vida de los hombres, o puede formar parte de ella, y compromete a los poderes públicos a una política de atención a los intereses religiosas de los ciudadanos. Esta sensibilidad constitucional hacia el hecho religioso es congruente con el resto de la Constitución. Las comunidades religiosas también forman parte del pluralismo social y sus actividades se encuadran sin fricciones con las previsiones del artículo 9.2 de la Constitución. Los derechos de prestación en materia religiosa deberán estar fundamentados en los Acuerdos de cooperación, y tanto su contenido como su applicación sometidos a los mecanismos de control de constitucionalidad y de legalidad. Lo que los poderes públicos no puedar hacer es intervenir, promocionando a unas religiones frente a otras. Indice El constitucionalismo histórico español – La constitucionalización del hecho religioso en 1978 – La religión en el marco de los principios y valores constitucionales – Los poderes públicos ante las creencias religiosas de la sociedad – El principio de igualdad por razones religiosas – La cooperación con las iglesias y los derechos de prestación. C. Corral Salvador, La aconfesionalidad, como justo equilibrio entre dos extremos, Estudios eclesiasticos, 4/2005, pp. 829-842 Abstract Como elemento necesario para comprender el sentido y significado del vigente artículo 16.3 de la Constitución española, se evocan, en sus principales notas distintivas, los dos regímenes constitucionales que inmediatamente le preceden (II República y Regímen del general Franco), a ninguno de los cuales el constituyente de 1978 quiso volver. Se analizan los sistemas vigentes de confesionalidad y aconfesionalidad religiosa del Estado y se califica el sistema español como de aconfesionalidad y cooperación con las Iglesias y confesiones. 55 Indice De la desconfesionalización del Estado al laicismo de la II República – De la “reconfesionalización” del Movimento Nacional a la confesionalidad católica del Estado – Reflexiones – La vía intermedia: el establimiento de la aconfesionalidad en la Constitución de 1978 (artículo 16.3) – La síntesis final: la aconfesionalidad con cooperación con las Iglesias y las confesiones. I. Aldanondo Salaberria, La homologación de las sectas. Su inscripción en el registro de entidades religiosas, Estudios eclesiasticos, 4/2005, pp. 843-854 Abstract Es indudable la importancia que en España tiene la inscripción en el Registro de Entidades Religiosas. El análisis de los requisitos legales para la inscripción y la praxis seguida por la Dirección General de Asuntos Religiosos del Ministerio de Justicia en la resolución de expedientes de inscripción constituyen el objeto de este trabajo, en el que también se considerarán las cuestiones relativas a la determinación del ámbito de la potestad calificadora de la Administración en la acreditación de los fines religiosos y el control del orden público en el procedimiento de inscripción. Svizzera V. Pacillo, La democratizzazione delle confessioni religiose nella Confederazione elvetica, Daimon, 5/2006, pp. 95-118 Turchia I. O Kaboglu, L’impact de la loi de 1905 sur la laïcité en Turquie, Hommes et migrations, 1259/2005 A. Kadıoğlu, Civil society, Islam and democracy in Turkey: a study of three islamic nongovernmental organizations, Muslim world, 1/2005, pp. 23-41 Indice Civil society-Islam-democracy – Islamic NGOs in Turkey – Islamic NGOs in Turkey: between anti-poltical moralism and political relativism. I. Yilmaz, State, law, civil society and Islam in contemporary Turkey, Muslim world, 3/2005, pp. 385-411 Indice State Islam: Lausannian Islam (Lozan Islam) – Official Ijtihads in a secular State – The survival of unofficial civil Islam in the public sphere – Civil Islam: Gūlen and his movement – The influence of Gūlen’s discourse – Changes in political Islam: from Milli Görüş to AK party – Changes in State Islam: post-Lozan Islam (post-Lausannian Islam) – Opposition to the transformation and ‘Westophobia’ – Concluding remarks. transformation of Turkish Islam. 30.2.5 Stati Uniti F. Felice, Neocon e teocon. Il ruolo della religione nella vita pubblica statunitense, Rubbettino, Cosenza, 2006 Abstract I neocon hanno constatato negli ultimi trent'anni un devastante declino del senso morale negli americani, e hanno attribuito tale fenomeno al processo di secolarizzazione. Di conseguenza, hanno ritenuto necessario porre l'enfasi sulla nozione di virtù pubblica come componente essenziale dello sviluppo della civiltà occidentale, le cui fondamenta sarebbero rintracciabili nei valori della tradizione religiosa ebraico-cristiana. Se l'espressione neocon riferita alla sfera della politica nasce come un insulto, la sua estensione in ambito teologico , non gode di migliore genealogia. Con particolare riferimento alla componente cattolica, il neoconservatorismo religioso viene normalmente rappresentato in termini caricaturali come una sorta di "cappellanato", supinamente asservito al "conservatorismo". Se questa è l'accusa proveniente dagli ambienti religiosi progressisti, le critiche che provengono dalla destra non sono certo più tenere. Infatti, la destra cattolica americana considera i Catholic neocons (teocon) il "cavallo di Troia" che minaccia di 56 espugnare la fortezza conservatrice. "Ebbene", afferma Weigel, "questa non rappresenta la visione che noi abbiamo di noi stessi". W. V. D'Antonio – D. R. Hoge, The american experience of religious disestablishment and pluralism, Social compass, 3/2006, pp. 345-356 31. Religione e identità O.Fumagalli Carulli, Costituzione europea, radici cristiane e chiese, Jus, 1-2/2005, pp. 129-160 S.Berlingò, Il “cammino” e le “radici”: riflessioni su di una “nuova” missione della “vecchia” Europa. A proposito di un libro recente, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2005, pp. 361368 L. Paoletti (a cura di), L’identità in conflitto dell’Europa. Cristianesimo, laicità, laicismo, Il Mulino, Bologna, 2005 Abstract Il problema dell'identità religiosa dell'Europa può e deve essere affrontato in una prospettiva non condizionata dalle contingenze del dibattito politico e soprattutto da pregiudizi ideologici. Alla posizione semplicistica di chi si affanni a tener ben distinto ciò che è cristiano da ciò che non lo è, questo volume oppone un'ipotesi di lavoro: il riconoscimento di una conflittualità strutturale, ma feconda e non distruttiva, tra cristianesimo e laicità è un presupposto fondamentale per la costruzione del futuro del vecchio continente. Gli studi raccolti nella prima parte del libro mettono in evidenza, da un punto di vista storico-descrittivo, come il termine "laicità" assuma diversi significati in differenti contesti culturali, quali quello italiano, tedesco, francese e statunitense. Nella seconda parte invece, a livello più teoricosistematico, si sottolinea come il rapporto tra Stato e Chiesa (o Chiese) non sia necessariamente di reciproca esclusione: il cristianesimo ha svolto, e può ancora svolgere, una funzione tanto più rilevante per la società quanto più interagisce, secondo la sua tradizione più autentica, con una sfera pubblica riconosciuta nella sua piena autonomia. F. Citterio – L. Vaccaro, Quale federalismo per quale Europa? Il contributo della tradizione cristiana, Morcelliana, Brescia, 2005-2006 A. Auduc, L’héritage des croyants devient patrimoine national, Hommes et migrations, 1259/2005 A. J. Menéndez, A christian or a laïc Europe? Christian values and european identity , Ratio juris, 2/2005, pp. 179-205 A. Talbot, L’Union européenne en question, Esprit et vie, 127/2005, pp. 1-5 D. Little, Culture, Religion and National Identity in a Postmodern World, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 19-36 D. Poole, Constitución Europea y raíces cristianas de Europa, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 67-94 32.Religioni e società G.A. Almond – S. R. Appleby – E. Sivan, Religioni forti. L’avanzata dei fondamentalismi sulla scena mondiale, Il Mulino, Bologna, 2006 R. Torfs, M.P. Hilbert, G. Robbers, Religion and society. Emerging questions. Monsignor W. Oncline Chair, Peeters, Leuven, 2005 57 A. Ramasso Valacca, Religioni, Affari sociali internazionali, 2/2005 E. Porter, No just war: political reflections on Australian churches’ condemnation of the Iraq war, Australian journal of politics and history, 3/2006, pp. 471-488 V. Langhor, Colonial education systems and the spread of local religious movements: the cases of British Egypt and Punjab, Comparative studies in society and history, 1/2005, pp. 161-189 Y. Ledure, Religion et démocratie, Esprit et vie, 124/2005, pp. 10-16 G. Colombo Clerici, Costituzione europea e confessioni religiose: il pensiero di Giovanni Paolo II, Jus, 1/2006, pp. 171-219 Abstract The present study analyses John Paul II’s thinking on Europe and on religious confessions in the European context. The study is divided into three parts: the first part highlights the increasing attention given by the Pope to the European constitutional process and to Europe, i.e. to its identity, its Christian roots and its unity. Legal issues are given primary relevance in the discussion. The second part defines European values as directly derived from the Christians presence in the Europe and outlines the necessity for a new evangelization in the forms of ecumenism and dialogue with other religions. In addition, particular attention is devoted to the positions of the European Churches (KEK), the European Episcopates (COMECE) and the Holy See, with respect to the European constitutional process. The last part of the study analyses the interest of Europe in religious confessions and for the evolution of the recognition of their status, up to the drafting of Article I-52 of the European Constitutional Treaty. This part of the study also put emphasis on the three requests put forward by the Churches and by the Holy See, in particular. The study proposes the definition of broader context for the recognition of religious freedom of the religious confessions in the European Constitutional Treaty. This proposal gives rise to issues and questions that are still unanswered. Indice Premessa – L’Europa di Giovanni Paolo II – La sfida per un’Europa unita: continuità ed originalità del pensiero di Giovanni Paolo II – Oriente ed Occidente categorie geografico-antropologiche fondanti l’identità europea per la pacificazione del mondo – Il bene comune europeo e la critica alla marginalizzazione delle confessioni religiose – Le radici cristiane d’Europa con particolare riferimento alla Carta europea dei diritti fondamentali: la posizione della Chiesa – Le radici cristiane d’Europa con particolare riferimento alla Carta europea dei diritti fondamentali: le risposte della politica istituzionale - Le radici cristiane d’Europa con particolare riferimento alla Carta europea dei diritti fondamentali: gli spazi interpretativi – Sussidiarietà e solidarietà come valori religiosi e come valori laici – La libertà religiosa istituzionale nella Costituzione europea – La libertà religiosa istituzionale europea - Valori europei tra religione e politica – La nuova “evangelizzazione”: ecumenismo e dialogo tra le altre religioni – Il “dialogo strutturato” tra Chiese e Unione Europea – l’Unione e il rinvio alle politiche ecclesiastiche degli Stati membri – L’attenzione dell’Europa alle confessioni religiose – Il contributo della CSCE alla libertà religiosa – Lo status delle Chiese nell’Allegato 11 del Trattato di Amsterdam – Il contributo della società civile e delle confessioni religiose – Le sollecitazioni delle confessioni religiose alla Convenzione europea – Il riconoscimento dello status delle confessioni religiose nella Costituzione europea – Interrogativi finali. A. Guazzarotti, Riconoscimento politico e riconoscimento giurisprudenziale dei gruppi religiosi, Questione giustizia, 4/2005, pp. 736-748 Indice 1. Premessa: i limiti del modello 2 Le intese tra Stato e confessioni religiose: di-storsioni opportune del modello costituzionale? 3. Riconoscimento politico e deresponsabilizzazione del giudice 4. Gli spazi e le ragioni dell’intervento giudiziario 5. Ricono-scimento politico e riconoscimento giurisprudenziale delle identità collettive 6. L’integrazione per gradi e la società tollerante: due strategie argomentative per l’integrazione. A. Pirni, Religione e sfera pubblica. Alcune sfide per la contemporaneità in e oltre Taylor, Fenomenologia e società, 2/2006, pp. 35-55 Indice Modelli a confronto – Individualizzazione dell’esperienza religiosa - Quali esiti? Indice Nel Concilio Vaticano II – Nondimeno nella pratica – Nuove problematiche – Da parte della Chiesa stessa – Il problema dell’Islam. 58 M. Parisi, In tema di principio di sussidiarietà orizzontale ed interventismo sociale delle organizzazioni religiose, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, pp. 623-642 J. G. Ordeñana, La religión cristiana ¿fenómeno privado o público?, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 557-574 S. Ferlito, Le religioni, il giurista e l'antropologo, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2005 33. Scuole confessionali V. Frajese, Scuola pubblica e scuola confessionale: un nodo costituzionale, Democrazia e diritto, 3/2005, pp. 129-145 A. Bettetini, La (im)possibile parità. Libertà educativa e libertà religiosa nel «sistema nazionale di istruzione», Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 49-80 K. Rahman, S. R .Bukhari, Pakistan: religious education and institutions, Muslim world, 2/2006, pp. 323-339 Indice What is madrasah? – Madrasa types – The legacy – Madrasa boards – Educational level – Objectives and role – The discontent against regulation – The complexity of madrasa phenomenon – The current debate and priority for reform – The West on madaris – US assistance for educational reforms – The current debate on madaris – The lack of communication – Conclusion. J. F- Chanet, La loi 15 mars 1850. Du comte de Falloux aux mécomptes de François Bayrou, Vingtième siècle, 3/2005, pp. 21-39 Abstract La relation essentielle qui existe en France depuis la Révolution de 1789 entre la sécularisation de l’État et la démocratisation de la société explique à la fois l’importance primordiale de l’enjeu scolaire et la difficulté qu’ont eue les pouvoirs successifs d’organiser en ce domaine des institutions stables. Entre le milieu du 19e et la fin du 20e siècle, le service public et laïque d’enseignement s’est développé tandis que reculait l’enseignement privé confessionnel. Mais en vertu de la liberté de l’enseignement, dont le principe n’a jamais disparu de la législation, l’État a été conduit à déléguer une partie de la mission de service public à un secteur privé dont il a reconnu le « caractère propre », et il se montre aujourd’hui tenté de se désengager, au nom de la décentralisation, de ce qu’il continue à appeler l’éducation nationale. De là des tensions persistantes, qui révèlent sans doute « le poids du passé », mais plus encore les difficultés nouvelles de la décision politique devant la réactivité d’une société globalement bien plus consciente qu’en 1850 de l’importance de l’école et où l’éventail des croyances s’est diversifié. 34. Simboli religiosi R.Iannotta, Note sulla controversia instaurata davanti al TAR Veneto e relativa all’esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche, Iustitia, 1/2005, pp. 99-104 R.Iannotta, Alcune notazioni sulla sentenza del TAR Veneto sulla controversia relativa al Crocifisso, Iustitia, 3/2005, pp. 331-335 M.Manco, Esposizione del crocifisso e principio di laicità dello Stato, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 31-64 Indice La libertà di coscienza quale parametro di legittimità delle norme sulla esposizione del crocifisso. Critiche – Il principio supremo di laicità dello Stato: sue articolazioni – Il principio di laicità e le norme sulla esposizione del 59 crocifisso. Conseguenze. Conferme del diritto comparato – La dottrina: considerazioni critiche e indicazioni operative – I diversi presupposti “culturali” e le inferenze sulla questione del crocifisso. G.D’Angelo, Spazio pubblico e presenza simbolica della religione: l’approccio statunitense nella più recente giurisprudenza della Corte Suprema, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2005, pp. 841-869 Indice Premessa – La fattispecie al più recente esame della Corte ed il quadro delle maggioranze – La rilevanza delle singole opinions – La decisione per il caso Van Orden v. Perry: le motivazioni a sostegno della presenza simbolica della religione nello spazio pubblico nella opinion del Chief Justice Rehnquist... – ...ed in quelle dei giudici Scalia e Thomas – La peculiare posizione del giudice Breyer – La decisione per il caso Mc Creary County et Al. V. American Civil Liberties Union of Kentucky et Al.: le motivazioni a sostegno della rimozione del simbolo religioso nella ricostruzione dei giudici Souter ed O’Connor – I casi Van Orden e Mc Creary nel quadro dei processi evolutivi della giurisprudenza statunitense sull’interpretazione della clausola separatista. V. Pacillo - J. C. Pasquali, I simboli religiosi. Profili di diritto ecclesiastico italiano e comparato, Giappichelli, Torino, 2005 E. Dieni - A. Ferrarri - V. Pacillo, I simboli religiosi tra diritto e culture, Giuffré, Milano, 2006 Abstract Il volume rappresenta il risultato di un programma di ricerca interuniversitario avente ad oggetto le problematiche giuridiche derivanti dall'utilizzo e dall'ostensione - nelle società multiculturali - dei simboli religiosi. Tali simboli costituiscono rappresentazioni iconografiche che consentono di comunicare agli uomini - sotto una forma oggettivizzata ed immediatamente riconoscibile - la fede in un valore, in un dogma o in un evento propri di un determinato credo: essi configurano dunque un processo di comunicazione religiosa non verbale tra soggetti privati che lo Stato può garantire (sino a che esso si svolga con modalità che non contrastino con determinati valoriinderogabili dell'ordinamento) ovvero limitare (quando le modalità di comunicazione simbolica siano in contrasto con determinati valori inderogabili dell'ordinamento). La ricerca si è proposta di offrire una visione pluriprospettica della problematica affrontata, affiancando a contributi giuridici talvolta anche molto "tecnici" saggi che profilano altre dimensioni, non ignorabili da quello scienziato sociale che è il giurista. Non a caso il volume è intitolato "I simboli religiosi tra diritto e culture", con allusione non solo alle culture "etniche", ma anche a quelle "disciplinari", che pure si esprimono ciascuna in una propria lingua e necessitano di continui processi di traduzione per comunicare l'una con l'altra: nel nostro caso, oltre il Diritto, la Psicanalisi, La Filosofia, la Teologia, ed una "cultura disciplinare" dedita allo studio delle culture quale l'Antropologia. Indice ENRICO VITALI, Prefazione - LETIZIA MANCINI, Simboli religiosi e conflitti nelle societa'multiculturali ROLAND SUBLON, Simbolo, segno e lettera – CONSTANTINE SCOUTERIS, Immagine, simbolo e linguaggio: la prospettiva ortodossa - MARIO CONETTI, Simbolicita' del giuridico e realta' teonomica nelle pensees di Pascal ALESSANDRO MORELLI, Simboli, religioni e valori negli ordinamenti democratici - JLIA PASQUALI CERIOLI, Laicita' dello Stato ed esposizione del crocifisso nelle strutture pubbliche - CLAUDIO MARTINELLI, La questione del crocifisso tra esperienza giurisprudenziale e intervento parlamentare - NICOLA FIORITA, Il crocifisso: da simbolo confessionale a simbolo neo-confessionista - STEFANO TESTA BAPPENHEIM, I crocifissi campestri nel TrentinoAlto Adige - VINCENZO PACILLO, Le mutilazioni religiose a valenza simbolica nell'ordinamento italiano - MATIAS MANCO, Abbigliamento confessionalmente orientato fra diritti di liberta' e laicita' dello Stato - ADELAIDE MADERA, I simboli religiosi nell'ordinamento statunitense - CRISTIANA CIANITTO, L'abbigliamento islamico nelle scuole della Gran Bretagna - ROSSELLA BOTTONI, Laicita' dello Stato e simboli religiosi nellaRepubblica di Turchia - ROBERTO MAZZOLA, La questione dei simboli nel dirittoumanitario. E. Dieni - A. Ferrarri - V. Pacillo (a cura di), Symbolon/diabolon. Simboli, religioni, diritti nell’Europa multiculturale, Il Mulino, Bologna, 2005 S. Ferrari (a cura di), Islam ed Europa. I simboli religiosi nei diritti del Vecchio Continente, Carocci, Roma, 2006 M. Parisi (a cura di), Simboli e comportamenti religiosi nella società globale, ESI, Napoli, 2006 60 P. Cavana, La questione del crocifisso nella recente giurisprudenza, Il diritto di famiglia e delle persone, 1/2006, pp. 270-295 G. Zito, Legalità "in croce"? Crocifisso e gerarchia delle fonti, Il diritto di famiglia e delle persone, 1/2006, pp. 296-324 A. Guazzarotti, Il crocifisso e la laicità rivisitati, Diritto, immigrazione e cittadinanza, 3/2005, pp. 75-83 E. R. Thomas, Keeping identity at a distance: explaining France's new legal restrictions on the Islamic headscarf, Ethnic and racial studies, 2/2006, pp. 237-259 H. Chérifi, Bilan de l’application de la loi du 15 mars 2004, Hommes et migrations, 1258/2005 A. Seksig, À l’école, les parents d’élèves et la laïcité, Hommes et migrations, 1258/2005 M. K. Shavarini, Wearing the veil to college: the paradox of higher education in the lives of Iranian women, International journal of middle east studies, 2/2006, pp. 189-211 L. Pedullà, Il crocifisso, simbolo di valori civili: “Scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani”, Politica del diritto, 2/2006, pp. 337-356 Indice Il crocifisso, oggetto dell’interesse giurisprudenziale più recente e la Decisione del Consiglio di Stato n. 556 del 13.02.2006, tra formalismi astratti e motivazioni di tipo “sociale” – Il crocifisso: religiosa “verità di sé” o strumento educativo e culturale? – La laicità dello Stato non dipende da un simbolo – L’insoddisfacente alternativa tra il crocifisso imposto per legge e la parete nuda – Il ritorno alla “religione civile” di Benedetto Croce – Conclusioni. S. Cicatelli, Il crocifisso a scuola, Religione e scuola, 5/2006 D. Pelletier, L’école, l’Europe, les corps : la laïcité et le voile, Vingtième siècle, 3/2005, pp. 159176 Abstract L’adoption en 2004 d’une loi interdisant le port par les élèves de signes religieux « ostensibles » au sein de l’école publique a sans doute constitué un tournant dans l’histoire de la laïcité en France. Mais le débat franco-français sur le voile a croisé deux controverses européennes, sur la mention d’un héritage chrétien parmi les fondements de l’Union européenne et sur la candidature de la Turquie à l’entrée dans l’Union. En outre, en posant la question de la place du corps dans la construction des identités sexuées, l’affaire du voile a renvoyé la société française à ses incertitudes sur la frontière entre le public et le privé, qui est une dimension importante de l’histoire de la laïcité. Ainsi les polémiques ont-elles révélé, au-delà de la rencontre avec l’islam, les incertitudes de la laïcité mise à l’épreuve de la sécularisation. N. Fiorita, La resistibile ascesa di un simbolo religioso: storia recente del crocefisso, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2006, pp. 231-250 Indice L’attualità del problema – Gli orientamenti giuridici – Il crocefisso, simbolo religioso o simbolo civile – La soluzione bavarese – Quale laicità dello Stato – Il crocefisso simbolo di laicità? W. Shadid and P. S. van Koningsveld, Muslim dress in Europe: debates on the headscarf, Journal of Islamic studies, 1/2005, pp. 35-61 R. Botta, Paradossi semiologici ovvero della “laicità” del crocifisso, Corriere giuridico, 6/2006, pp. 846-851 61 Abstract La sentenza del Consiglio di Stato conferma un orientamento giurisprudenziale del giudice amministrativo favorevole all’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, considerando ammissibile e possibile un’interpretazione del crocifisso non solo come simbolo religioso ma anche espressione di sintesi di valori laici. P. Colella, Il crocifisso e la sua esposizione nei luoghi pubblici, Corriere giuridico, 8/2006, pp. 1161-1165 Abstract L’Autore affronta il problema del crocifisso nelle aule scolastiche e in quelle di giustizia, analizzando la soluzione offerta dal Consiglio di Stato, destinata ad alimentare contrasti e critiche sia dal punto di vista giuridico che da quello logico e teorico. A. Travi, Simboli religiosi e giudice amministrativo, Foro italiano, 4/2006, pp. III, 181-183 G. Casuscelli, Il crocifisso nelle scuole: neutralità dello Stato e “regola della precauzione”, Il diritto ecclesiastico, 2-3/2005, pp. 504-535 Indice Premessa – Considerazioni preliminari: alcune analogie con la vicenda della bestemmia – (segue) diritto all’identità, libertà religiosa, sicurezza – (segue) il senso comune, tra maggioranza e minoranze – L’ordinanza della Corte costituzionale n. 398/2004 e la questione di legittimità costituzionale dele norme regolamentari prive di referente legislativo – Il principio supremo della laicità dello Stato ed il corollario della neutralità e dell’equidistanza – Pluralismo culturale e religioso, educazione alla tolleranza e rispetto della coscienza civile e morale degli alunni nella scuola pubblica: la “regola della prevenzione” – Conclusioni. S. Mancini, La Camera dei Lord sul caso Sabina Begum, Quaderni costituzionali, 3/2006, pp. 584586 J. Hill, Putting religious symbolism in context: a linguistic critique of the endorsement test, Michigan law review, vol. 104, 3/2005, pp. 491-546 Indice Introduction – The Supreme Court’s analysis of religious displays under the endorsement test – Lynch, Allegheny, and Capitol Square – The role of intent in the religious symbol cases – Existing critiques (and one prominent defense) of the endorsement test – The expressive and the performative: speech act theory and beyond – speech act theory and its relevance – The dependence of meaning on context, and the inability of context to delimit meaning – Context and consensus – Context and consensus in the courts – The Supreme Court’s struggles with context – Immediate physical setting – Overall holiday context – Historical context – The Court’s struggles with social context and consensus – Can the problem of context be solved? – Per se rules permitting or forbidding religious symbols on public property – Per se rule permitting religious symbols – Per se rule forbidding religious symbols – A presumption against religious symbols on government property – Conclusion. N. Fiorita, Se il crocefisso afferma e conferma la laicità dello Stato: paradossi e sconfinamenti di una sentenza del TAR Veneto, Foro italiano, 3/2005, pp. 440-443 R. Botta, L’esposizione del crocefisso, tra “non obbligo” e divieto, Corriere giuridico, 8/2005, pp. 1074-1079 Abstract Con l’ordinanza n. 289 del 2004 la Corte costituzionale sembra “aver fatto giustizia” dell’idea che l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche sia imposta da un obbligo legislativo. È auspicabile che, (anche) per il futuro, prevalga la scelta per la “non obbligabilità”, demandando alle istanze dell’autonomia scolastica la (eventuale) esposizione del crocefisso, con il pregevole risultato di sostituire una prassi spesso passivamente subita con una scelta frutto di una volontà matura positivamente e liberamente espressa. Mentre appare non convincente il tentativo di “secolarizzazione forte” della esposizione del crocefisso che, in ultima analisi, ne “degrada” il valore simbolico, spostandolo dal piano “alto” dei riferimenti di fede, al piano “meno nobile” delle (supposte comuni) tradizioni di una società civile. T. Poole, Of headscarves and heresies: the Denbigh High School case and public authority decision-making under the Human Rights Act, Public law, Winter 2005, pp. 685-695 62 Indice The case: of headscarves – The judgement: of heresies? – A “culture of rights” – Conclusion. P. Grassano, Simboli religiosi nei locali pubblici ed esercizio del diritto di libertà religiosa, Lo stato civile italiano, 2/2005, pp. 150-152 A. Le Goff, Le port du voile dans le domaine scolaire en France et en Allemagne, Revue internationale de droit comparé, 2/2005, pp. 399-439 Abstract Les lois que les États français et allemand ont récemment adoptées relativement au port du voile islamique sont susceptibles de diverses interprétations et reflètent ainsi les hésitations auxquelles restent confrontés ces États quant à leur modèle de neutralité religieuse. L’ État français hésite encore à abandoner un modèle de neutralité principalement fondé sur l’abstention au profit d’un modèle de promotion égalitaire des différentes religions. Si les engagements internationaux incitent à la reconnaissance d’une pleine et entière liberté d’expression religieuse au profit des élèves, cet État ne peut cependant faire fi, ni des revendications communautaires exprimées par les élèves, ni du risque d’»une école à la carte», ni des plaintes du monde einsegnant directement confronté à la gestion des troubles engendrés par l’hypertrophie du droit fondemental à la liberté religieuse de l’élève. L’ État allemand, quant à lui, abandonne actuellement un modèle de coopération avec les Églises chretiennes au profit d’une véritable neutralité par promotion égalitaire des différentes religions. Encouragé sinon contraint dans cette démarche par les juridictions administrative et constitutionnelle fédérales, cet État se doit toutefois de considérer les aspirations de certains Länder qui restent fortement attachés aux liens privilégiés traditionnels avec les Églises chretiennes. Indice Le port du voile islamique par les élèves – Un revirement français? – Une situation moins conflictuelle en Allemagne – Le port du voile islamique par les einsegnants – Une stricte interdiction française conforme au traditionnel devoir de réserve pesant sur les einsegnants – Une pratique religieuse ayant donné naissance en Allemagne à une véritable obligation de réserve. S. Cañamares, El empleo de simbología religiosa en Francia. Las propuestas de la Comisión para la reflexión sobre la aplicación del principio de laicidad, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 249-344 M. Önok, Turkish Legislation and Jurisprudence Regarding the Wearing of the Islamic Headscarf in the Framework of the Principle of Laiklik, Il diritto ecclesiastico, 4/2005, pp. 989-1026 M. Parisi, Simboli e comportamenti religiosi all'esame degli organi di Strasburgo. Il diritto all'espressione dell'identità confessionale tra (presunte) certezze degli organi sovranazionali europei e (verosimili) incertezze dei pubblici poteri italiani, Il diritto di famiglia e delle persone, 3/2006, pp. 1415-1452 F. Vecchi, Il Consiglio di Stato in tema di crocifisso: il simbolo confessionale esprime valori oggettivi e condivisi in una prospettiva di laicità "positiva", Ius ecclesiae, 2/2006, pp. 540-547 M. Tigano, Il crocifisso nelle aule scolastiche e la “croce” del riparto di giurisdizione: interventi giurisprudenziali a confronto, Rivista giuridica della scuola, 4-5/2005, pp. 631-701 Indice Premessa – La “croce” del riparto di giurisdizione – La delega legislativa di cui all’art. 11, quarto comma, lett.g) della legge n. 59/97 – La tesi restrittiva – La tesi estensiva – La tesi intermedia – La formulazione ampia dell’art. 33, D. Lgs. N. 80/98 – La sentenza della Corte costituzionale n. 292 del 2000 e la legge n. 205 del 2000 – Il sistema di riparto per “blocs de compétence” – La questione di costituzionalità sul riparto per blocchi di materie – La sentenza della Corte costituzionale 6 luglio 2004, n. 204 – La nozione di pubblico servizio e la sua rilevanza processuale – Tentativo di ricostruzione del concetto di “servizio pubblico” – La teoria soggettiva – Critiche alla tesi soggettiva ed elaborazione della tesi oggettiva – Gli indici di riconoscimento del servizio pubblico – Tipologie dei servizi pubblici – L’istruzione come servizio pubblico – La legge sulla parità scolastica – La libertà di scelta dell’utente – Il principio di sussidiarietà orizzontale – Transizione verso uno schema “bilaterale” di servizio pubblico – Il rapporto dell’utente con il servizio pubblico tra discrezionalità... - ...e vincolo – Il riparto di giurisdizione in materia di servizio pubblico – Problemi interpretativi dell’art. 33, secondo comma, lett. E), D. Lgs. N. 80/98 – Ulteriori problematiche interpretative – Rapporti di utenza e servizi sociali (in generale) – Rapporti di utenza e servizi scolastici (in particolare) - Rapporti individuali di interpretazione con soggetti privati – Mancata assegnazione dell’insegnante di sostegno all’alunno portatore di handicap 63 – La rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche: l’ordinanza del Tribunale di L’Aquila, 23 ottobre 2003 – La tesi che esclude dalla giurisdizione amministrativa i rapporti assoggettati al diritto comune (indipendentemente dalla natura, pubblica o privata, del gestore e dell’utente) – La rimozione del crocifisso dalla aule scolastiche: la tesi secondo cui la giurisdizione spetta al G.A. – Ancora la questione del crocifisso e l’ordinanza del Tar Veneto – Continua: l’ordinanza della Corte costituzionale n. 389/2004 – La pronuncia del Tar Veneto del 17 marzo 2005, n. 1110 – Il crocifisso: simbolo culturale o religioso? – “ La giurisdizione del giudice amministrativo è piena, ma non è più esclusiva” – La “valenza formativa” del crocifisso – Il principio di laicità dello Stato e sua applicazione al “servizio istruzione” – Due sentenze, un unico metodo – La sentenza n. 204/2004 e le “manipolazioni sostitutive” della giurisprudenza costituzionale. G. Scarpari, La Legge Reale, il burqa e il comune sentire del popolo, Diritto, immigrazione e cittadinanza, 1/2006, pp. 78-80 35. Stato Città del Vaticano e Santa Sede G. Dalla Torre – C. Mirabelli (a cura di), Radio Vaticana e ordinamento italiano. Atti del seminario di studi. Roma 26 aprile 2004, Giappichelli, Torino, 2005 J. M. Sánchez Patrón, C. Corral Salvador, La participación de la Santa Sede en las Naciones Unidas: su nuevo estatuto de "Estado observador permanente", Anuario de derecho internacional, 21/2005, pp. 449-474 L. Musselli, Libertà di giurisdizione della Chiesa e poteri del giudice penale in materia probatoria, Cassazione penale, 5/2005, pp. 1617-1620 36. Terzo settore P. Consorti, Se le fabbricerie possano essere Onlus, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 214-228 P. Consorti, La disciplina dell’impresa sociale e il cinque per mille, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2006, pp. 457-474 Indice Premessa – Una prima questione di fondo: riformare il codice civile – Una seconda questione di fondo: trovare l’equilibrio fra economia e diritto – Il decreto legislativo 24 marzo 2006, n. 155 – Gli enti ecclesiastici: “imprese sociali parziali” – Gli enti ecclesiastici imprenditori sociali parziali? – Il cinque per mille. A. BETTETINI, Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto e disciplina dell'impresa sociale. L'esercizio in forma economica di attività socialmente utili da parte di un ente religioso, Ius ecclesiae, 3/2006, p. 719-740 37. Turismo religioso V. Resta, La legislazione sul turismo religioso dopo la riforma costituzionale del 2001, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2006, pp. 491-516 Indice Introduzione – La legge 135 del 2001 e la riforma del Titolo V – Il turismo religioso – Gli interventi normativi regionali – Le strutture ricettive complementari: case per ferie, ostelli, case di ospitalità religiosa – I campeggi mobili – L’organizzazione dei viaggi – Conclusioni. 64 38. Tutela internazionale della libertà religiosa G.Dalla Torre, Verso un diritto ecclesiastico europeo? Annotazioni preliminari sulla Costituzione UE, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2005, pp. 399-412 Indice La religione e il processo di formazione della Costituzione europea – La mancata menzione delle « radici cristiane » della Costituzione – Il fattore religioso nella Costituzione europea – Un diritto ecclesiastico europeo? – Postscriptum: e la Turchia? V. Tozzi – G. Macrì – M. Parisi, Il diritto ecclesiastico europeo, Laterza, Bari, 2006 V. Cuccia, La manifestazione delle convinzioni religiose nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, La comunità internazionale, 3/2006, pp. 565-580 G. Gonzalez, Laïcité, liberté de religion et Convention européenne des droits de l’homme, Bruylant, Bruxelles, 2006 Abstract Les rapports entre l’Etat et les Eglises ont brutalement rebondi depuis quelques temps, alors que l’on pouvait penser que le principe de la laïcité s’était définitivement imposé, la liberté de religion et de son expression étant, quant à elle, garantie par différents instruments juridiques internationaux. La polémique sur l’inscription d’une référence au christianisme dans le préambule de la Charte des droits fondamentaux de l’Union européenne ainsi que dans celui du Traité établissant une Constitution pour l’Europe, comme la controverse relative au port du voile, ont incité l’Institut de droit européen des droits de l’homme de l’Université de Montpellier I à organiser un colloque de réflexion sur l’ensemble des questions touchant à la religion, au pluralisme et à la laïcité. L’ouvrage reproduit les contributions analysant ces questions tant aux Etats-Unis que dans les Etats européens et notamment dans les jurisprudences de la Cour suprême fédérale américaine et de la Cour européenne des droits de l’homme. Indice http://www.bruylant.be/pdf/12563.pdf M. J. Roca, Significado de la tolerancia en las fuentes de Derecho Internacional de carácter universal, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 37-66 39. Tutela penale R.Iannotta, Offese alla religione mediante vilipendio di persone: osservazioni sulla sentenza n. 168/2005 della Corte Costituzionale, Iustitia, 3/2005, pp. 325-330 R.Mazzola, Diritto penale e libertà religiosa dopo le sentenze della Corte Costituzionale, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 1/2005, pp. 65-92 Indice Considerazioni preliminari – La tutela del sentimento religioso tra codice Rocco e Corte costituzionale. Ragioni di inadeguatezza e necessità di mutamento – Depenalizzazione vs sanzione. Osservazioni in merito all’opportunità di tutelare penalmente il sentimento religioso – Natura speciale o generale della tutela penale in materia religiosa – Riflessioni per una possibile forma specifica di tutela penale della libertà religiosa e di coscienza. R. Branno – L. Morra, L’area di protezione penale per i culti diversi, ESI, Napoli, 2005 A. Pin, Le offese alla religione islamica. La Turchia e la Corte di Strasburgo, Quaderni costituzionali, 1/2006, pp. 152-154 V. Mormando, Religione, laicità, tolleranza e diritto penale, Rivista italiana di diritto e procedura penale, 2/2005, pp. 651-673 65 C. Visconti, La tutela penale della religione nell'età post-secolare e il ruolo della Corte costituzionale Rivista italiana di diritto e procedura penale, 3/2005, pp. 1029-1068 G. Cerreto, Diritto di eguaglianza e tutela penale delle religioni nella giurisprudenza della Corte costituzionale, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 167-192 A. G. Chizzoniti, La tutela penale delle confessioni religiose: prime note alla legge n. 85 del 2006 “Modifiche al codice penale in materia di reati d’opinione”, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 2/2006, pp. 437-456 M. Mantovani, L’oggetto tutelato nelle fattispecie penali in materia di religione, L’indice penale, 1/2006, pp. 257-273 L. De Gregorio, Offese alla religione dello Stato mediante vilipendio di persone: la Consulta conferma la sua scelta, Diritto penale e processo, 12/2005, pp. 1533-1540 Indice La questione terminologica: verso una tutela penale delle confessioni religiose – Uguale trattamento e laicità dello Stato come limiti invalicabili di legalità costituzionale – La tutela penale “corollario” del diritto di libertà di religione – Il nuovo assetto delle fattispecie penali in tema di tutela della religione: la Corte, il legislatore e i compiti dell’interprete. R. Pascarelli, Una nuova affermazione del principio di laicità o non confessionalità dello Stato, L’indice penale, 3/2005, pp. 1111-1127 Indice Introduzione – La religione nella storia della legislazione penale – Dalla tutela privilegiata del cattolicesimo all’affermazione del principio di laicità dello Stato – profili comparatistici – Prospettive de iure condendo – Conclusioni L. De Gregorio, La sentenza n. 168 del 2005 della Corte Costituzionale in materia di offese alla religione mediante vilipendio di persone, Studium iuris, 11/2005, pp. 1296-1300 Indice Premessa – L’analisi – Il nuovo assetto delle fattispecie penali in tema di tutela della religione. K. N. Kyriazopoulos, Proselytization in Greece (Kokkinakis judgment): Criminal Statute vs. “Nullum crimen nulla poena sine lege certa”, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 357-396 À. Seglers, El control democrático de la libertad de expresión y la protección de los sentimientos religiosos. La labor del Consell de l’Audiovisual, Anuario de derecho eclesiastico del Estado, 22/2006, pp. 575-588 V. Mormando, I delitti contro il sentimento religioso e contro la pietà dei defunti, CEDAM, Padova, 2005 L. Persico, L'esimente ex art. 598 c.p. si applica anche agli scritti ed ai discorsi diretti ai Tribunali ecclesiastici?, Il diritto di famiglia e delle persone, 2/2006, pp. 863-865 G. Cerreto, Vilipendio delle religioni: la Consulta realizza la tutela paritaria, Il diritto di famiglia e delle persone, 4/2005, pp. 1140-1151 D. Pulitanò, Laicità e diritto penale, Rivista italiana di diritto e procedura penale, 1/2006, pp. 55-94 N. Marchei, “Sentimento religioso” e bene giuridico. Tra giurisprudenza costituzionale e novella legislativa, Giuffré, Milano, 2006 66 V. Pacillo, I delitti contro le confessioni religiose dopo la legge 24 febbraio 2006, n. 85, Giuffré, Milano, 2007 A. Massaro, Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione (e non solo): contenuti e limiti della l. n. 85 del 2006, Cassazione penale, 11/2006, pp. 3857-3868 40. Università confessionali M.Napoli, Lo statuto dei docenti nelle università di tendenza, Jus, 3/2005, pp. 509-519 L.Pedullà, Il gradimento dell’autorità ecclesiastica costituisce presupposto di legittimità della nomina del docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Quaderni di diritto e politica ecclesiastica, 3/2005, pp. 788-802 Indice Lo status quaestionis sottoposto al vaglio del Consiglio di Stato – Il «gradimento» dell’autorità ecclesiastica – Il precedente «illustre»: il «caso» Cordero e la sentenza n. 195/72 della Corte Costituzionale – Punti di contatto e di diversificazione tra il «caso» Lombardi Vallauri ed il «caso» Cordero e precedenti della giurisprudenza della Corte di Cassazione sulla « giusta causa » di licenziamento negli istituti di tendenza – L’obbligo di prestare la « professione di fede » da parte del docente al momento dell’assunzione dell’ufficio – Considerazioni conclusive. A. Chizzoniti ( a cura di), Organizzazioni di tendenza e formazione universitaria. Esperienze europee e mediterranee a confronto, Il Mulino, Bologna, 2006 M . Madonna, Le Università di tendenza per l'Europa, Il diritto ecclesiastico, 1/2005, pp. 307-315 67