Checosaè lafilosofia - Nuova Editrice Magenta

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Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 14 dicembre 2009 • N. 51
35
Cultura e Spettacoli
Gente che entra
Narrativa È stato da poco
ripubblicato Grand Hotel della scrittrice
austriaca Vicki Baum
Che cosa è
la filosofia
Paralleli e meridiani Una nuova pubblicazione
per riscoprire Morselli
Mariarosa Mancuso
Giovanni Orelli
«A Tremezzo, a Tremezzo…» invoca
Greta Garbo, chiedendo all’autista di
prepararle l’automobile. Nel film viene
chiamata da tutti, con un certo timore
reverenziale, «la Grusinskaja»: ballerina russa un tempo celebre, da tutto
esaurito e da ammiratori che le riempivano il camerino di fiori, ora solo capricciosa (la macchina viene chiesta e
rifiutata una decina di volte, l’ordine
passa dalla cameriera personale al portiere, ospiti e personale dell’albergo
ascoltano la cantilena). Dopo una vita
solitaria, al Grand Hotel di Berlino ha
incontrato l’amore: un affascinante barone che intende condurre, per l’appunto, a Tremezzo. Lì finalmente dimenticherà la severità e la disciplina
ferrea del balletto imperiale di Pietroburgo – «quelle che a quindici anni cominciavano a diventare troppo formose mettevano cerchi d’acciaio attorno
al petto» – per abbandonarsi tra le
braccia del nuovo moroso.
Dagli immediati dintorni, per usare
un titolo di Vittorio Sereni, per Luino
e dintorni; da Varese e dintorni c’è da
alcuni anni un nome bombardato anche attraverso la radio della Svizzera
italiana. È il nome di Piero Chiara,
simpatico scrittore, popolare. Mai o
quasi mai esce il nome di scrittori della zona che (ma è un parere discutibile) valgono più di lui. Quello di Vittorio Sereni, per cominciare, poi di Guido Morselli, di Sandro Sinigaglia poeta…Di Guido Morselli, sfortunato
scrittore in vita, morto suicida nel
1973, che «vide» i suoi romanzi onorati solo post mortem, la Nuova Editrice Magenta ha recentemente ripubblicato Realismo e fantasia. Dialoghi,
con Introduzione di Valentina Fortichiari, Varese, 2009.
La quale Fortichiari, che bene conosce l’opera omnia di Morselli, comincia col raccontare cosa succedeva
nel 1947 quando uscì (miracolo!) la
prima edizione di questo libro presso
i Fratelli Bocca di Milano, 1947: Hei-
Vicki Baum si definì
una scrittrice di
prim’ordine fra quelle
di seconda qualità,
dimostrando grande
(auto)ironia
Quando abbiamo visto per la prima volta Grand Hotel, il film di Edmund Goulding che vinse l’Oscar nel
1932, eravamo più ferrati in cinematografia antica che in geografia del lago
di Como. Sapevamo quindi che il barone era l’attore John Barrymore, padre di John Barrymore jr. e nonno di
Drew Barrymore (una famiglia segnata dalle dipendenze: Drew entrò in una
clinica per disintossicarsi poco dopo
aver girato E.T.). Sapevamo che nella
parte della segretaria-e-qualcosa-dipiù (sogna di sfondare nel mondo dello spettacolo, intanto posa per foto di
nudo) c’era una giovanissima Joan
Crawford, che secondo i pettegoli di
Hollywood era la regina del casting
couch, quel modo di farsi scritturare
che passa per il sofà del produttore. Sapevamo che al Grand Hotel di Berlino
Friedrich Wilhelm Murnau aveva ambientato nel 1924 L’ultima risata con
Emil Jannings, e che nei bagni dello
stesso albergo James Cagney – in Uno,
due, tre di Billy Wilder – va a cercare il
nobile spiantato che gli venderà il titolo nobiliare utile a sistemare i guai
combinati dalla figlia del suo boss
(guai grossi: la figlia del padrone della
Coca-Cola ha sposato un comunista).
Memorabile la risposta, quando gli dicono che il barone lavora come monsieur pipi: «Ah sì, e qual è lo stemma?
Due saponette in un campo di carta
igienica?». Non sapevamo però dove
fosse Tremezzo, e nella nostra ignoranza lo consideravamo un luogo assai
esotico, non certo un romantico paesello a due passi da casa.
Grand Hotel è rimasto celebre per
la battuta finale «Gente che va, gente
che viene…», pronunciata dal portiere
d’albergo nella sua lussuosa uniforme
con doppia mantellina (abbiamo controllato: anche oggi i portieri del
Grand Hotel Adlon, vicino alla porta
di Brandeburgo, ne indossano una
uguale, foderata di rosso). Ora sappiamo che nel romanzo di Vicki Baum –
lo pubblica Sellerio – la battuta era un
po’ diversa: «Si entra, si esce… si entra,
si esce… si entra, si esce… d’altro canto è così che è la vita». Non tanto da
guastare l’assunto di base: il grande al-
Greta Garbo sulla copertina del libro
di Vicki Baum.
bergo, come più avanti la sala d’attesa
dell’aeroporto, mette insieme persone
che altrimenti sarebbe difficile far incontrare. E se si tratta, come in questo
caso, di un grande albergo alla fine degli anni Venti, troviamo abbastanza
luoghi per non annoiare mai il lettore:
winter garden, tea-room, sale da ballo,
sala di lettura, sala di scrittura, orchestrine per le danze pomeridiane e serali. E abbastanza personale di servizio
per una bella dialettica servo-padrone.
Oppure per un bel dietro le quinte sulla vita dei ricconi.
«Una scrittrice di prim’ordine, tra
quelle di seconda qualità»: così si definiva, mostrando un’autoironia rara tra
gli scrittori, l’austriaca Vicki Baum,
nata nel 1888 e morta nel 1960, due date che sembrano più lontane degli anni
che effettivamente le separano. Il successo può aiutare, a non prendersi
troppo sul serio (in altri casi invece ha
l’effetto contrario): Menschen im Hotel
fu pubblicato nel 1929, lo stesso anno
di Berlin Alexanderplatz di Fred Doblin. Nel 1931 rimase quasi tre mesi in
cima alle classifiche dei best seller americani; la versione teatrale tedesca e
americana ebbero uno strepitoso successo. L’onda lunga continua fino al
1989, quando a Broadway andò in scena Grand Hotel the Musical.
Grand Hotel è rimasto
celebre per la battuta
finale «Gente che va,
gente che viene...», ma
nel libro scopriamo che
la battuta è diversa
degger pubblica la Lettera sull’umanesimo, Gide vince il Nobel, nasce lo
Strega. Escono Cronache di poveri
amanti di Pratolini, La romana di
Moravia. Promulgata la Costituzione
della Repubblica italiana. E nasce altro ancora, molto altro. Morselli sta a
Varese. La famiglia Morselli paga in
parte le spese per la pubblicazione del
libro, fatto di dialoghi tra due «filosofi» (filosofi è messo tra virgolette perché tutti possiamo essere «filosofi»,
parola non riservata a una casta, all’accademia). Filosofi sono qui l’Autore e Sereno (per tanti aspetti la proiezione di Guido Morselli). La Fortichiari suggerisce il modello dei dialoghi tra Goethe e Eckermann. Questi
dialoghi, nati nel triennio del confino, per il fascismo, in Calabria, Morselli li chiama ragno, metafora che
vuol dire dettati dal buon senso. Modello, oltre che il pragmatico ragno,
Miguel de Unamuno, filosofo spagnolo, gran lettore del don Chisciotte.
Di lì via, come il ragno, con la sua fitta, geometrica rete, via a catturare la
mosca, a catturare più mosche. Una è
la filosofia.
La filosofia, come
diceva don Gobbi,
è «quella cosa con
la quale senza la
quale si resta tali
e quali»
L’ultimo libro di Guido Morselli,
freschissimo di stampa.
Che cosa è la filosofia? Posso abbandonarmi due minuti al faceto, alla
scherzosa allegria? Chi ha fatto filosofia con Romano Amerio ricorda che
per Amerio la filosofia era anche, è
(anche) «la palingenetica obliterazione dell’io cosciente che s’infutura
nell’archetipo prototipo dell’antropomorfismo universale». Chi ha fatto un
po’ di religione con don Ettore Gobbi
ricorda pure (forse) la definizione che
ne dava il catechista: essere la filosofia
«quella cosa con la quale senza la quale si resta tali e quali».
Facezie a parte (Amerio e don
Gobbi insegnavano molto bene), per
Morselli la speculazione raccolta nei
suoi Dialoghi potrebbe anche compendiarsi in una sua «confessione»:
«Se mi si chiedesse una definizione
della filosofia risponderei: non so che
cosa sia la filosofia come l’intendono
oggi i filosofi; credo di sapere che cosa
dovrebbe essere. Un superiore buon
senso».
Il libro è molto ricco e stimolante. Ci si limita, di necessità, a pochi
esempi. Prendiamo il nome di Kant,
«primo fra tutti» in un elenco di nomi
cari a Morselli. Al quale pare comunque una eresia che Kant, «prussiano
geniale e cronometrico» si sia permesso il lusso di ignorare Goethe. Ma
salto l’«antropocentrismo soggettivistico» e prendo il nome di Göschenen.
La scelta di Göschenen e Wassen come luoghi privilegiati del romanzo
Divertimento 1889, più ancora che
conferire alle vicende del re d’Italia in
vacanza in incognito nel Canton Uri,
e alle sue avventure un sapore comico,
facendo cozzare l’aulico (il protocollo
che si addice a un re) e il quotidiano
(la dimensione di Wassen), consente
di collocare la vicenda sotto una lente
particolare. È come nella tragedia di
Racine: spesso, «ce cabinet», questo
luogo solitario è il depositario dei segreti di Tito imperatore… Ciò che il
re d’Italia in vacanza segreta a Wassen
fa in quei luoghi può essere più rivelatore, sul suo conto, di quel che fa a
Roma?
Prendiamo Gulliver. Morselli
studia non solo i filosofi. Legge anche
poesie e romanzi. Vada il lettore a vedere cosa dice Morselli intorno a Gulliver (cioè lo scrittore Gionata Swift),
contemporaneo di Locke, in tema di
grandezza e piccolezza. Lo so che qui
sono oscuro; ma per avere luce è necessario che il lettore legga almeno alcune pagine di Guido Morselli (per
esempio, e restringendo, le pagine
248-49).
Top10
DVD
Top10
Libri
Top10
CD
1. L’Era glaciale 3
1. Il simbolo perduto
1. Reality killed the video star
Animazione
2. Notte da leoni
B. Cooper, E. Helms
Dan Brown, Mondadori
2. La mano di Fatima
Ildefonso Falcones
Longanesi
3. G.I. Joe - La nascita dei cobra
D. Quaid, C. Tatum
Robbie Williams
2. Fotografie
Giusy Ferreri
3. Rated R
3. Il tempo che vorrei
Rihanna
Fabio Volo, Mondadori
L’autodefinizione è perfetta, anche se rileggiamo il romanzo oggi. A
patto che «seconda qualità» voglia dire
«libri che non cambieranno la storia
della letteratura», Per il resto, Grand
Hotel funziona benissimo, con i suoi
sei personaggi. Il reduce Otternschlag,
che non riesce ad abituarsi al dopoguerra. Il nobile spiantato Gaigern, che
in guerra non stava troppo male, e ora
si è ridotto a fare il topo d’albergo.
Kringelein, impiegato con pochi mesi
da vivere: quindi ha deciso di viverli alla grande, sacrificando i risparmi.
Preysing, direttore generale di una
grande azienda in crisi. E poi le due
donne, appunto: l’ex ballerina e la segretaria. Il portiere all’inizio del romanzo ha appena ricevuto una telefonata: la moglie incinta è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale. Il telefono ha
gli spinotti maneggiati dalle centraliniste, le storie non sono troppo diverse
da quelle di oggi.
4. Terminator 04 - Salvation
C. Bale, S. Worthington
5. Segnali dal futuro
4. Canzoni da non perdere
4. L’isola sotto il mare
Isabel Allende
Feltrinelli
N. Cage, R. Byrne
6. Outlander l’ultimo vichingo
Gianni Morandi
5. I dreamed a dream
Susan Boyle
5. La ragazza che giocava
con il fuoco Stieg Larsson, Marsilio
J. Caviezel, J. Hurt
6. Echo
Leona Lewis
6. Uomini che odiano le donne
7. Superpoliziotto del
supermercato
K. James, J. Mays/novità
8. Biancaneve e i sette nani (2 DVD)
Stieg Larsson, Marsilio
7. 52° Zecchino d’oro
Artisti Vari
7. Quinto viaggio nel
regno della fantasia
Geronimo Stilton, Piemme
8. Element of freedom
Alicia Keys
Animazione
8. New Moon
9. Wild Child
Stephenie Meyer, Fazi
9. Fall
Norah Jones
E. Roberts, A. Quinn /novità
9. Che la festa cominci
10. American Pie presenta:
il manuale del sesso
E. Levy, B. Hall /novità
Niccolò Ammaniti, Einaudi
10. La tomba di Alessandro
Valerio Massimo Manfredi
Mondadori
10. Papeete Beach Compilation 12
Artisti vari /novità
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