Marx segreto. Secondo Morselli
In scena il testo teatrale inedito, che racconta i fatti più nascosti del celebre filosofo,
autore de Il Capitale
Scriveva Guido Morselli, un lontano primo marzo, del 1955: “Sono stato, in vita mia, teologo e maestro
d’equitazione; so, per averlo fatto con le mie mani, come si scombicchera il soggetto di un film
cinematografico, e come s’impianta una coltivazione di asparagi. Sono stato, per anni, soldato, filosofo,
insegnante di lingua e segretario di società anonima.
Le mie chiacchiere sono state immeritatamente pubblicate da due editori, cinque giornali, un ente
radiofonico. – Bon à tout faire, bon à rien faire? Può darsi; ma intanto, se la sorte mi riservasse di finire
lattaio o regista di un teatro d’avanguardia – ciò non mi stupirebbe né mi rincrescerebbe.” Così parlava
di sé Guido Morselli; ma chi era veramente Guido Morselli? Guido Morselli, nato a Bologna nel 1912
muore suicida, a Varese, nel 1973, rivelandosi uno dei più importanti scrittori della seconda metà del
1900. La sua fama è legata a doppio filo al tema del suicidio e all’ombra che il gesto, meditato e
consapevole, di togliersi la vita, ha gettato sulla sua intera opera. Da ormai nove anni, nella provincia di
Varese è nato un premio letterario a lui dedicato (www.guidomorselli.org, si può trovare il bando e il
programma degli incontri), promosso da un Comitato - di cui il professor Silvio Raffo è presidente e la
più importante studiosa di Morselli, Valentina Fortichiari, vicepresidente - che vuole da un lato esplorare
la sua opera, edita e ancora in parte inedita, e, dall’altro, premiare un romanzo inedito, favorendone la
pubblicazione e diffusione.
Quest’anno il Comitato Guido Morselli, in virtù della collaborazione con la Scuola Teatro Città di Varese
“Anna Bonomi”, ha pensato di gettare luce sull’opera teatrale di Guido Morselli, purtroppo ancora in
parte inesplorata e poco conosciuta, portando alla ribalta un nuovo volto dello scrittore del capolavoro di
“DIssipatio H.G.”, quello del drammaturgo. Grazie al professor Fabio Pierangeli dell’università di Tor
Vergata, alla studiosa e critica Fortichiari e gli eredi dell’autore, nella rivista di letterature e teatro
“Sincronie”, nel 2003 (Anno VII, fascicolo 14, Vecchiarelli Editore) abbiamo avuto la possibilità di leggere
un’interessantissima opera drammaturgica di Morselli “Marx: rottura verso l’Uomo”, che sarà interpretata
degli attori della STCV “Anna Bonomi”, vestirà i panni di Marx Andrea Minidio. L’opera, dall’iniziale titolo
“Marx, l’uomo demistificato”, scritta nel fatidico 1968, voleva mettere in scena Carl Marx, sottraendolo
alla celebrazione e ponendolo in una dimensione “umana” e perciò “ridimensionata”.
In questa commedia, il celebre Vittorio Gassman era stato scelto da Guido Morselli per vestire i panni
della figura altissima, umanizzata e smitizzata di Karl Marx. Scriveva infatti Morselli, il 27 marzo 1969:
“Caro Gasssman, Lei ritiene teatrabile la figura di Carlo Marx? E, prima di tutto, crede possibile sottrarla
all’agiografia?”. Appuntamento, dunque, domenica 9 aprile al Salone Estense, alle 16,30 per il debutto in
scena dell’opera morselliana. Per info: www.guidomorselli.org.
Linda Terziroli