AFFARI MORTALI
Mercoledì 30 Gennaio 2008 01:05
di Bianca Cerri
In una fredda mattina del febbraio del 2005, un’auto bianca con a bordo alcuni dipendenti della
Biomedical Tissues Services Inc. si fermò nei pressi della Luis Garzone Funeral Home. Gli
uomini scesero ognuno con in mano una borsa e si diressero verso l’entrata dell’agenzia, dove
furono accolti da un impiegato e accompagnati in una delle salette interne. Su un tavolo
piazzato al centro c’era un cadavere completamente nudo. Senza mostrare la benché minima
emozione, gli uomini della Biomedical lo sezionarono prelevando alcune ossa, i bulbi oculari e
parecchi lembi di pelle. In cinque minuti esatti, l’operazione era compiuta e i macabri sezionatori
se ne andarono senza neppure lavarsi le mani. Sette mesi dopo, nel reparto chirurgia dello
Shore Memorial Hospital di Somers, nel New Jersey, i medici operarono un uomo di 54 anni
che soffriva da anni di una dolorosa forma di artrosi cervicale. Si chiamava Anthony Vitola ed
era terrorizzato dalla paura del bisturi ma sapeva che solo la mano del chirurgo poteva salvarlo
dal rischio di una paralisi delle vertebre. Tutto andò bene. Il chirurgo asportò alcune ossa dalla
base del collo del paziente e le sostituì con altre prelevate da un donatore. Cinque giorni dopo
Vitola tornò a casa felice per lo scampato pericolo. Un mese dopo l’intervento, la segreteria del
chirurgo contattò Anthony Vitola chiedendogli di correre immediatamente presso il suo studio.
Poiché era domenica, l’uomo capì subito che doveva trattarsi di una brutta notizia. Fece di
corsa i centodieci chilometri che lo separavano dallo studio e al suo arrivo fu immediatamente
sottoposto ad un prelievo di sangue. Alcuni giorni dopo Anthony Vitola seppe di essere
condannato. Alla voce HIV, il tecnico del laboratorio aveva scritto “positivo”.
Un anno prima che questo accadesse, era già stata aperta un’inchiesta sulla Biomedical
Tissues Inc. La polizia pensava però che le violazioni da accertare riguardassero solo eventuali
accordi monetari tra l’azienda e gli impresari funebri. Si scoprì invece che Biomedical aveva
mietuto organi da centinaia di cadaveri senza alcuna autorizzazione e senza rispettare alcuna
profilassi. Dopo aver prelevato le parti “interessanti”, i macabri criminali li ricomponevano in
modo che i parenti non si accorgessero di nulla. Non solo, in molti casi i prelievi erano avvenuti
su corpi riesumati dopo la sepoltura.
La storia ha fatto inorridire gli americani, soprattutto perché rivela quanto sia fragile la loro
sanità. La Biomedical Tissues Inc. ha chiuso ed il titolare, un dentista che si chiama Michael
Mastromarino, è finito sotto processo. Dovrà rispondere di anni ed anni di prelievi illegali di
organi che poi rivendeva alle grandi multinazionali. Poiché non esiste ancora un’alternativa ai
trapianti e le parti umane possono essere sostituite solo con altre parti umane il commercio
messo in piedi da Mastromarino era molto florido.
In un paese in cui si fanno oltre mille trapianti di bulbi oculari, ossa, ecc. il giro d’affari supera il
miliardo di dollari l’anno. Da un solo corpo si potevano ricavare quattrocentomila dollari. Ma
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quante sono le persone che si sono fatte operare pensando di migliorare la qualità della propria
vita e si sono invece ritrovate a combattere con patologie che non lasciano speranza,
infinitamente peggiori di quelle che avrebbero voluto sconfiggere? E quante moriranno per aver
inseguito la speranza di una guarigione?
La questione non riguarda solo gli Stati Uniti, dove sono comunque state avviate centinaia di
class actions per ottenere risarcimenti, perché decine delle aziende coinvolte nel traffico illegale
di ossa e tessuti hanno succursali anche in Italia. Smith&Nephew ad esempio, che poco tempo
fa è già stata denunciata nel Regno Unito per una storia di tangenti a medici europei in cambio
di prescrizioni dei loro prodotti, ha una succursale italiana. (fonte: The Times – n.d.r. ).
Oggi Michael Mastromarino, che è stato rilasciato grazie ad una cauzione di un milione di
dollari, doveva comparire in tribunale ma l’udienza è stata rinviata. Il suo nome risulta per altro
tra quelli dei finanziatori della campagna elettorale di Ted Kennedy per il Senato e non è
escluso che la cosa possa ripercuotersi sulla candidatura di Barack Obama che da Kennedy è
pubblicamente appoggiato. Una storia macabra che le ramificazioni politiche rendono, se
possibile, ancora più squallida. Possibile che non abbia suscitato neppure un moto di sdegno
nei giornalisti di questo paese?
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