Noi il MONDO Istituto ARI Promuovere Cambiamenti Positivi nell’Istruzione Metodi e Pratiche Una dichiarazione ideologica alle Nazioni Unite 1 Prefazione L’Istituto ARI fu fondato per promuovere cambiamenti positivi nella società e nell’istruzione. Siamo un istituto apolitico il cui scopo è collaborare con qualsiasi organizzazione, istituto o istituzione che aspira ad instillare la mentalità di una visione globale ed integrale come chiave per il benessere dell’umanità nel XXI secolo. Così noi consideriamo un dovere morale fare conoscere le nostre osservazioni riguardo alle cause che stanno alla base del tumulto nel quale il mondo si è trovato nei mesi passati. Il testo sotto illustra non solo i nostri punti di vista sul come le cose si stanno evolvendo in questo modo ma anche quello che noi crediamo che possiamo e dobbiamo fare per risolvere le crisi che sono esplose in tutto il mondo. Le tre sezioni in questo documento possono essere trattate sia a se stanti o come un continuo flusso di pensiero. Ognuna di loro si focalizza su un diverso punto di vista delle crisi globali ed insieme creano una descrizione complessiva della situazione globale così come noi dell’Istituto Ari la percepiamo. Noi speriamo che dopo che avete letto le parole qua sotto troverete in noi un valido partner con il quale collaborare per raggiungere lo scopo di vedere tutti i membri dell’umanità vivere in maniera positiva e dignitosa. Contenuti Noi,NOI,NOI........................................................................................................................ ………………………….3 La Via per la Giustizia Sociale ......................................................................................................................... 6 Verso il Reciproco Impegno.............................................................................................................................8 Informazioni di Contatto ...............................................................................................................................11 2 Noi,Noi,Noi Che siamo nel bel mezzo di una crisi globale non si discute. Dal momento che è evidente che il termine globalizzazione va ben oltre la relazione tra le borse mondiali, un più accurato significato del termine in senso ampio dovrebbe riguardare la natura interconnessa della realtà odierna. Siamo “globali” non solo in senso finanziario ma anche se non soprattutto in senso sociale ed emotivo. I nostri sentimenti ci influenzano l’un l’altro così intensamente che possono fare iniziare rivolte sociali da un paese all’altro passando da un punto caldo all’altro attraverso le fibre che connettono il World Wide Web . La “Primavera Araba” si è sparsa ben oltre il mondo arabo. In ciascun paese le cause e le manifestazioni delle proteste hanno un aspetto diverso. In Egitto le dimostrazioni di massa hanno rovesciato il governo. In Siria l’eroica resistenza della popolazione davanti alla carneficina è una testimonianza della profondità del cambiamento che ha avuto luogo nella mente delle persone. Essi semplicemente non possono tollerare più la tirannia. In Israele sino ad oggi c’è una manifestazione pacifica ma di proporzioni mai viste prima. Più o meno 400. 000 hanno partecipato alle dimostrazioni avvenute sabato 3 settembre, circa 1ogni 17 israeliani. Se 1 su 17 americani partecipassero alle dimostrazioni si avrebbero circa 18 milioni di persone. In Spagna le tende da campo dei protestanti sono state lì per mesi di continuo. Nel Regno Unito le violenti sommosse che scoppiarono colsero di sorpresa il primo ministro David Cameron che era in vacanza in Italia. Anche il Cile è sulla mappa delle proteste con le violenti manifestazioni studentesche. Secondo un resoconto della CNN (1)“più di 60.000 dimostranti protestarono a Santiago”.Lo Yemen, la Libia e numerosi altri paesi sono anche loro nelle lista dei paesi dove ci sono stati tumulti o stanno per esserci. Quando si analizza la crisi in ogni paese è evidente che l’ingiustizia sociale, economica e politica sono alla base di esse. Comunque queste ingiustizie non sono niente di nuovo. Esse hanno assillato la storia umana per migliaia di anni. Quindi perché tutti protestano proprio ora e tutti assieme? Le risposte stanno nella struttura dell’evoluzione umana. Come Jean M. Twenge e W. Keith Campbell hanno meravigliosamente illustrato in” The Narcissism Epidemic: Living in the Age of Entitlement “(Free Press, 2009), ( Epidemia del Narcisismo: Vivere in un Era del Diritto)” Le persone ora non sono solo narcisistiche e auto centriche ma lo stanno diventando sempre di più ad un ritmo elevato”. (1) http://edition.cnn.com/2011/WORLD/americas/08/09/chile.protests/index.html 3 Come narcisisti , ci mettiamo al centro e “categorizziamo” tutti a seconda del beneficio o danno che ci producono. Così è come ci connettiamo al mondo attraverso gli occhiali dell’auto diritto. Tuttavia così è come non dovremmo funzionare se vogliamo avere successo in un era della globalizzazione, dove il mondo è interconnesso ed interdipendente. Per avere successo dobbiamo voler beneficiare coloro ai quali siamo connessi così tanto quanto lo desideriamo per noi stessi. Se siamo connessi e dipendenti l’uno dall’altro allora se loro sono felici lo sarò anche io. E se essi non sono infelici non sarò felice, come dimostrato da Nicholas A. Christakis, MD, (Dott. in Medicina) PhD ( Dott. in filosofia), e James H. Fowler, PhD (Dott. in filosofia), in” Connected: The Surprising Power of Our Social Networks and How They Shape Our Lives – How Your Friends’ Friends’ Friends Affect Everything You Feel, Think, and Do”. ( “ Connessi: Il sorprendente potere delle nostre reti sociali e come formano le nostre vite- come i tuoi amici degli amici degli amici condizionano tutto quello che provi, pensi e fai”). La soluzione perciò sta nel modificare i punti di vista da l’auto diritto al diritto sociale, mettendo prima la società ed i nostri personali interessi dopo in modo che noi stessi possiamo eventualmente beneficiarne. In termini pratici questa soluzione implica tre finalità: 1. Garantisce la necessaria provvigione ad ogni membro della società 2. Garantisce la continuazione della mentalità inculcando i valori pro sociali usando i mezzi di comunicazione ed Internet e soprattutto le reti sociali. 3. Usare il nostro lavoro pro sociale per un miglioramento personale per realizzare appieno il potenziale che sta all’interno di ognuno di noi. Per raggiungere lo scopo 1 ,deve essere riunito un gruppo di statisti, economisti e sociologi tra i quali ci sono rappresentanti di tutte le nazioni che pensano ad un piano per stabilire un’economia giusta e sostenibile. Noterete che il termine giusto non significa uguale nella distribuzione dei fondi e delle risorse ( naturali o umane). Piuttosto un’economia giusta è quella dove nessuna persona sulla terra viene lasciata senza cura ed attenzioni. Perciò un bambino che muore di fame in Kenia potrebbe non aver bisogno dell’ultimo modello di iPhone ma indubbiamente ha diritto ad una propria nutrizione, ad un tetto sulla testa,ad una istruzione adatta e ad una giusta assistenza sanitaria. Per contro, un bambino della stessa età in Norvegia può avere già l’ultimo modello di iphone ma sentirsi così depresso al punto di togliersi la vita o peggio ancora toglierla agli altri come ci hanno mostrato i recenti avvenimenti in quel paese. Il disagio nei due casi è molto diverso ma in entrambi acuto e entrambi devono essere presi in considerazione dal gruppo ricordando che,come Paul Krugman, premio Nobel del 2008 per l’economia e rubricista del New York Times disse:”Siamo tutti sulla stessa barca”. Raggiungere lo scopo 2 richiede un cambio di mentalità .Dal momento che i mezzi di comunicazione determinano l’agenda pubblica ,sono questi mezzi che devono guidare l’annullamento dell’auto centralità. Invece dell’attuale “Io, Io,Io”, atteggiamento che si è coltivato nei vari ultimi decenni,il nuovo motto 4 dovrebbe essere”NOI,NOI,NOI””garanzia reciproca”e “uno per tutti e tutti per uno”.Se i mezzi di comunicazione spiegano i benefici della garanzia reciproca ed il danno dell’approccio narcisistico,noi graviteremo naturalmente verso la condivisione ed il prendersi cura piuttosto che sospettare e isolarci. Se gli annunci commerciali ed informativi danno importanza alle persone che sono generose allora tutti noi cominceremo a voler donare proprio come oggi quando i mezzi di comunicazione mostrano riverenza verso ricchi e potenti anche noi vogliamo essere ricchi e potenti. Una tale mentalità pro sociale garantirà che la nostra società rimanga giusta e compassionevole verso tutte le persone e allo stesso tempo tutte le persone desidereranno collaborare a quella società. In più molti degli enti restrittivi e regolativi tipo la polizia, l’esercito ed i controllori finanziari diventeranno obsoleti o sarà richiesta solo una frazione delle risorse e della forza umana che richiedono oggi. Così tutte quelle risorse finanziarie ed umane saranno dirette a migliorare le nostre vite quotidiane piuttosto che a renderle solamente più sicure con non grande successo. In tale atmosfera incoraggiante e pro sociale, lo scopo 3 “ usare il nostro lavoro pro sociale per auto miglioramento” sarà un esito naturale. La società incoraggerà,lotterà e farà sforzi per garantire che ognuno di noi realizzi il suo potenziale personale al massimo,perché quando questo potenziale è usato per il bene comune,è nell’interesse della società che noi lo realizziamo appieno. Inoltre liberatici dal bisogno di proteggerci da un ambiente ostile,il tesoro trovato delle nuove energie si presterà alla nostra auto realizzazione. Il risultato sarà lo sradicamento della depressione e dei mali ad essa collegati ed un aumento notevole della nostra soddisfazione dalla vita. Dopo pochi mesi di vita in una società con mentalità orientata non capiremo come potevamo mai pensare che l’auto interesse fosse una buona idea. L’evidente successo e la felicità di una tale società produrrà una motivazione sempre crescente per promuoverla e rafforzarla creando così un movimento perpetuo in favore della società ed allo stesso tempo in favore di ognuno dei suoi membri senza trascurarne neanche uno. Nella nostra realtà globalizzata solo una struttura che ritiene che la felicità ed il benessere di tutte le persone al mondo sono importanti in ugual misura può essere di successo e sostenibile. 5 La via per la giustizia sociale In tutto il mondo nazioni e popoli si stanno svegliando. Chiedono ai loro governi di sentire le loro grida , riconoscere i loro dolori e risolvere i loro problemi. Il tumulto non è solo per il cibo o i prezzi delle case. Alla base di ciò c’è una chiara richiesta di giustizia sociale. Però la giustizia sociale è una meta vaga. Con così tante parti della società affette da inflazione, disoccupazione e carenza d’istruzione la giustizia di uno può comportare ingiustizia verso un altro. Nell’attuale struttura della società sembra che qualunque soluzione si raggiunga possa solo perpetuare se non esacerbare l’ingiustizia causando un diffuso disinganno che potrebbe portare a più violenza e persino la guerra. Perciò la soluzione alla domanda sociale di giustizia deve includere tutte le fazioni della società , nessuna esclusa. La “Primavera delle Nazioni” del 2011 prova che il mondo è cambiato dalla radice. L’umanità è diventata un’entità globale e come tale richiede che riconosciamo ogni parte di essa – nazioni ed individuidegni del loro diritto. Le nazioni non tollerano più l’occupazione e le persone non tollerano più l’oppressione. Paragonate l’umanità ad un corpo umano che contiene numerosi organi con diverse funzionalità. Ma nessun organo è superfluo. Ogni organo contribuisce nello svolgere la sua funzione nel corpo e da esso riceve ciò di cui ha bisogno. Allo stesso modo,l’approccio verso una soluzione per le agitazioni in tutti i paesi deve essere quella che include tutte le parti della società. La chiave per tutte le negoziazioni che riguardano ufficiali di governo e protestanti dovrebbe essere una “deliberazione ponderata”.Le negoziazioni dovrebbero essere basate sulla premessa che tutte le richieste delle parti hanno valore e bisognerebbe tenerne conto rispettosamente e perciò poiché così tante parti hanno solo delle richieste le parti stesse devono tener conto anche delle richieste degli altri. In tali deliberazioni non ci sono “buoni” o “cattivi”.Ci sono persone con interessi autentici che condividono il loro problema con un altro e cercano di raggiungere una soluzione dignitosa ed accettabile per tutte le parti. Si pensi ad una famiglia grande ed amorevole. Ognuno nella famiglia ha i suoi bisogni:il nonno ha bisogno delle pillole,il papà ha bisogno di un abito nuovo per il nuovo lavoro che ha appena ottenuto,mamma ha bisogno delle sue lezioni di Pilates ed il fratello maggiore è stato appena accettato in un college costoso e prestigioso. Quindi la famiglia si riunisce per una riunione come per il Giorno del Ringraziamento ma senza il tacchino. Si parla delle entrate, si discute sulle priorità, si condividono i bisogni,si battibecca un po’ e si ride molto. Alle fine si sa che cosa è necessario e che cosa non lo è, chi otterrà ciò di cui ha bisogno ora e chi l’otterrà in seguito. Ma poiché nella famiglia sono tutti connessi sono d’accordo ad aspettare perché dopotutto sono una famiglia. Sotto vari aspetti la globalizzazione e la crescente interdipendenza ha trasformato l’umanità in una grande gigantesca famiglia. Adesso dobbiamo solo imparare a lavorare come tale. Se ci pensiamo su, una grande famiglia è sempre più sicura che essere da soli se essa agisce veramente come una famiglia amorevole e sana. Inoltre dobbiamo ricordarci che in quasi tutti i paesi i governi combattono con il crescente deficit e il debito e non ci sono abbastanza risorse da mettere in circolazione ma ci sono certamente abbastanza risorse per permettere una vita rispettabile a tutti se solo noi teniamo conto dei bisogni di ognuno di noi. 6 Perciò la “grande famiglia” è il modo migliore per assicurare che la giustizia sociale sia raggiunta alla fine. Ammettendo che non tutte le domande saranno considerate subito. Ma se discutiamo i nostri bisogni apertamente e uniamo le forze lavorando verso la risoluzione di tutti i problemi, saremo in grado di decidere quali problemi sono i più urgenti e quali devono essere affrontati in seguito. Proprio come in una famiglia , l’idea non è distruggere il sistema ma adattarlo, sintonizzarlo nel fornire i bisogni delle persone piuttosto che provvedere ai voleri dei vari gruppi di pressione. Re Artù aveva una tavola rotonda attorno alla quale si riunivano lui ed i suoi cavalieri. Come il suo nome suggerisce, la tavola non ha un capo,sotto intendendo che chiunque sedesse lì era di pari dignità. Allo stesso modo i governi ed i cittadini hanno bisogno di capire che non c’è modo di risolvere i problemi sociali a meno che non si discutano i problemi di ognuno mentre si siede assieme ad una tavola rotonda ( metaforica se non fisica). Dobbiamo ricordare che siamo tutti reciprocamente responsabili l’uno dell’altro e che siamo interdipendenti, come in una famiglia. I problemi che sembrano attaccarci ad ogni angolo non sono le cause ma i sintomi di un vero problema -la mancanza di solidarietà e di responsabilità reciproca l’uno per l’altro. Perciò è assolutamente importante che li risolviamo proprio in questo modo- la tavola rotonda- e risolvendo questi problemi uno alla volta gradualmente costruiremo una società che è governata dalla garanzia reciproca. Infatti la forma mentis della mutua garanzia è la vera ragione per cui la natura ci sta presentando questi problemi. E una volta che noi abbiamo raggiunto la garanzia reciproca tra di noi , essi se ne andranno via come il vento. 7 VERSO UN IMPEGNO RECIPROCO Perché una responsabilità condivisa nell’affrontare le sfide del mondo è la chiave per risolvere la crisi globale in un mondo interdipendente Nonostante decenni di sforzi inimmaginabili risorse e progettazione da parte delle Nazioni Unite per eliminare l’ineguaglianza , lo sfruttamento e la mancanza di condizioni base per vivere, questi problemi ancora sono una delle più grandi sfide in numerosi paesi. Intorno al mondo 1,4 milioni di persone vivono con meno di $2 al giorno, mentre $5,2 miliardi di valore di cibo sono sprecati ogni anno solo in Australia. Jonathan Bloom , autore della “Terra Desolata Americana : Come L’America butta via quasi la metà del suo cibo “ scrive che :” Più del 40% del cibo prodotto per il consumo viene sprecato dagli americani. Il costo totale del cibo sprecato arriva ad una cifra annuale di più di 100 miliardi di dollari. “ Ancora peggio , il divario tra gli abbienti ed i meno abbienti si sta allargando con il tempo invece di restringersi. Per decenni gli sforzi delle nazioni in via di sviluppo in cerca di aiuti per cibo, salute e crescita tra i paesi più ricchi hanno portato a dei risultati inadeguati. Sino ad oggi non c’era altra scelta perché il nome del gioco era”il vincitore prende tutto”. Il divario non è solo tra le nazioni ma anche tra i paesi. La sensazione di privazione causa tensioni sia nazionali che internazionali e alla luce della crisi globale la situazione potrebbe diventare anche molto peggiore. Ma ora il gioco è cambiato. La recente nascita della Primavera delle Nazioni ci sta insegnando una lezione alla quale dovremmo fare molta attenzione :il mondo è connesso e quello che circola va in giro. La globalizzazione ci ha reso tutti interdipendenti e nessuna nazione può sfruttare altre nazioni semplicemente perché è più forte o lo pagherà caro. Come possiamo vedere paesi che ieri sembravano irraggiungibili oggi stanno crollando dall’interno , mantenendo la solvibilità grazie a nazioni che pochi anni fa erano trattate come inferiori. Nella realtà odierna globalizzata o vinciamo tutti o perdiamo tutti perché siamo interdipendenti. Quando un certo numero di persone al mondo aprirà i propri occhi alla realtà della globalizzazione e condividerà la responsabilità si avrà un grande mutamento. I paesi e le persone non si sfrutteranno l’un l’altro; non più gli enormi consorzi sfrutteranno dei lavoratori sottopagati intorno al mondo;non sarà più permesso ai bambini di morire di fame e malattie che possono essere trattate con comuni antibiotici e non si abuserà delle donne solo perché sono donne. Invece in un mondo in cui le persone comprendono che il loro benessere dipende dal benessere degli altri, si prenderanno cura degli altri che si prenderanno cura di essi a loro volta. Quando succederà questo cambiamento termini come “primo mondo” e “ terzo mondo “ cesseranno di esistere. Ci sarà solo un mondo e le persone che ci vivono. 8 PORTARE IL CAMBIAMENTO Per attualizzare quello su detto, due cose sono di fondamentale importanza : il pronto soccorso e l’istruzione. Il pronto soccorso vuol dire che iniziamo a fare una campagna mondiale che spiega perché in una realtà globale la fornitura insufficiente di cibo, la mancanza di acqua potabile non hanno scusanti e devono essere eliminati subito. E’ facile mostrare che il costo degli investimenti si ripaga con gli interessi in pochi anni. Paesi come l’India, il Vietnam e l’Indonesia sono dei meravigliosi esempi per tutte queste sfide ancora esistenti. L’istruzione significa informare le persone della nuova era della globalizzazione , della reciproca dipendenza e della condivisa responsabilità della quale tutti facciamo parte. La recente crisi finanziaria globale e le serie di rivolte intorno al mondo sono una prova sufficiente del fatto che ci influenziamo l’un l’altro su tutti i livelli di vita - economico, sociale e persino emotivo ( come referenza vedere “Globalizzazione della rabbia” (2)di Thomas Friedman ). Al primo livello del processo educativo le persone comprenderanno che non è pensabile che circa un miliardo di persone muoia di fame mentre un altro miliardo butta via quasi la metà del cibo che compra e soffre di obesità. Una volta che sono fornite le prime necessità di vita a tutta la popolazione mondiale si inizierà il livello due. Il secondo stadio si concentrerà nell’aumentare l’unità e la solidarietà tra gli individui e le nazioni in congruenza con la realtà attuale . In natura, l’unità, la reciprocità e la responsabilità reciproca sono dei prerequisiti per la vita . Nessun organismo può sopravvivere se le cellule non operano in armonia. Allo stesso modo nessun ecosistema prospera se uno dei suoi elementi viene rimosso. Sino a poco tempo fa l’umanità era l’unica specie che non seguiva la legge della dipendenza reciproca e della reciprocità. Abbiamo creduto che la legge della natura fosse “ la sopravvivenza del più forte”. Ma ora iniziamo a capire che anche noi siamo soggetti all’interdipendenza e dobbiamo stare a questa regola se vogliamo sopravvivere. (2)http://www.nytimes.com/2011/08/14/opinion/sunday/Friedman-a-theory-of-everyting-sort-of.html 9 LA CAMPAGNA Per inculcare il messaggio della responsabilità reciproca e dell’interdipendenza stiamo suggerendo di dichiarare il prossimo anno , che la Nazioni Unite hanno intitolato “L’anno delle cooperative” ,il punto iniziale del mutamento della forma mentis globale verso l’urgente bisogno di impegno reciproco per mantenere la società e l’economia sostenibili. I Passi del Mutamento 1. Dovremmo radunare sotto gli auspici delle Nazioni Unite un forum internazionale di scienziati (delle scienze più difficili come anche di quelle sociali ed umanistiche), artisti, pensatori, economisti,persone di successo negli affari e persone famose per dichiarare l’inizio dell’Anno delle Cooperative. In questa conferenza i partecipanti si impegneranno a fare il loro massimo per sradicare la fame e la povertà. Essi saranno abilitati dai loro paesi per ideare una campagna mondiale per infondere la consapevolezza della globalizzazione, della responsabilità condivisa e dell’interdipendenza. 2. Alla fine del forum squadre delle Nazioni Unite lavoreranno con ciascun paese per ideare le campagne mediatiche, programmi scolastici, cartelli stradali e qualsiasi altro mezzo pubblicitario per promuovere i concetti su menzionati. Lo scopo della campagna sarà rendere il concetto di sfruttamento abominevole e l’idea della condivisione e del prendersi cura in accordo con la legge naturale e persino lodevole. 3. Le squadre delle Nazioni unite saranno convocate regolarmente nella sede centrale delle Nazioni Unite per fare il resoconto e sincronizzare le loro mosse creando così un avanzamento uniforme globale verso l’unità e la responsabilità reciproca. Gli incontri delle squadre saranno trasmessi in diretta per dimostrare la trasparenza ed aumentare la credibilità a soprattutto per dare l’esempio di come possa diventare produttivo il lavoro quando si lavora assieme. 4. I paesi, I consorzi e anche gli individui che eccellono nel dimostrare solidarietà e responsabilità condivisa saranno lodati e glorificati come le star del cinema e del pop sono ammirate oggi. Questo sarà un grande incentivo per quelli che eccellono e per quelli che non ad unirsi. 5. Da numerosi esperimenti sugli effetti del comportamento prosociale (tipo David W. Johnson and Roger T. Johnson, “Una Storia di Educazione Psicologica di successo:Teoria della Interdipendenza Sociale e dell’Apprendimento Cooperativo”),(3) sappiamo che tipici problemi 10 occidentali come la depressione e l’abuso di droga spariranno solo quando la campagna si radicherà. Questo a sua volta libererà una grande quantità di risorse finanziarie ed umane che andranno verso altri bisogni dell’umanità. Le ostilità internazionali diminuiranno enormemente anche se solo per la mancanza del sostegno morale e finanziario degli avversari. In un mondo interdipendente semplicemente è poco saggio combattere e questo sarà molto chiaro a tutti. Noi dell’Istituto ARI abbiamo anni di esperienza in collaborazioni internazionali ,in rete e in circolazione delle idee. Abbiamo un sistema on-line di trasmissioni gratuite con traduzione in otto lingue e possiamo produrre materiali testo e video quasi subito. Stiamo già collaborando con l’Unesco sul tema dell’educazione globale e offriamo tutti i nostri servizi e attrezzature alla Nazioni Unite con la speranza di allargare questa collaborazione fruttuosa. Oggi la natura ci chiede di unirci. Con il tempo questa richiesta si intensificherà sino a quando noi tutti acconsentiremo. Allo stesso tempo questa esigenza è la chiave del nostro successo nel costruire una realtà sostenibile per noi ed i nostri figli. Alla luce di tutto ciò ci dobbiamo unire , dobbiamo lavorare assieme ed avremo successo. (3) http://edr.sagepub.com/content/38/5/365.full Istituto ARI ariresearch.org http://ariresearch.org/wp-content/uploads/2012/03/we-the-world_ari-institute.pdf 11