Noi il MONDO - Che Cosa Significa Essere Ebreo Oggi?

Noi il MONDO
Istituto ARI
Promuovere Cambiamenti Positivi nell’Istruzione
Metodi e Pratiche
Una dichiarazione ideologica alle Nazioni Unite
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Prefazione
L’Istituto ARI fu fondato per promuovere cambiamenti positivi nella società e nell’istruzione. Siamo un
istituto apolitico il cui scopo è collaborare con qualsiasi organizzazione, istituto o istituzione che aspira ad
instillare la mentalità di una visione globale ed integrale come chiave per il benessere dell’umanità nel XXI
secolo. Così noi consideriamo un dovere morale fare conoscere le nostre osservazioni riguardo alle cause
che stanno alla base del tumulto nel quale il mondo si è trovato nei mesi passati.
Il testo sotto illustra non solo i nostri punti di vista sul come le cose si stanno evolvendo in questo modo ma
anche quello che noi crediamo che possiamo e dobbiamo fare per risolvere le crisi che sono esplose in
tutto il mondo.
Le tre sezioni in questo documento possono essere trattate sia a se stanti o come un continuo flusso di
pensiero. Ognuna di loro si focalizza su un diverso punto di vista delle crisi globali ed insieme creano una
descrizione complessiva della situazione globale così come noi dell’Istituto Ari la percepiamo.
Noi speriamo che dopo che avete letto le parole qua sotto troverete in noi un valido partner con il quale
collaborare per raggiungere lo scopo di vedere tutti i membri dell’umanità vivere in maniera positiva e
dignitosa.
Contenuti
Noi,NOI,NOI........................................................................................................................ ………………………….3
La Via per la Giustizia Sociale ......................................................................................................................... 6
Verso il Reciproco Impegno.............................................................................................................................8
Informazioni di Contatto ...............................................................................................................................11
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Noi,Noi,Noi
Che siamo nel bel mezzo di una crisi globale non si discute. Dal momento che è evidente che il termine
globalizzazione va ben oltre la relazione tra le borse mondiali, un più accurato significato del termine in
senso ampio dovrebbe riguardare la natura interconnessa della realtà odierna. Siamo “globali” non solo in
senso finanziario ma anche se non soprattutto in senso sociale ed emotivo. I nostri sentimenti ci
influenzano l’un l’altro così intensamente che possono fare iniziare rivolte sociali da un paese all’altro
passando da un punto caldo all’altro attraverso le fibre che connettono il World Wide Web .
La “Primavera Araba” si è sparsa ben oltre il mondo arabo. In ciascun paese le cause e le manifestazioni
delle proteste hanno un aspetto diverso. In Egitto le dimostrazioni di massa hanno rovesciato il governo. In
Siria l’eroica resistenza della popolazione davanti alla carneficina è una testimonianza della profondità del
cambiamento che ha avuto luogo nella mente delle persone. Essi semplicemente non possono tollerare più
la tirannia. In Israele sino ad oggi c’è una manifestazione pacifica ma di proporzioni mai viste prima. Più o
meno 400. 000 hanno partecipato alle dimostrazioni avvenute sabato 3 settembre, circa 1ogni 17
israeliani. Se 1 su 17 americani partecipassero alle dimostrazioni si avrebbero circa 18 milioni di persone.
In Spagna le tende da campo dei protestanti sono state lì per mesi di continuo. Nel Regno Unito le violenti
sommosse che scoppiarono colsero di sorpresa il primo ministro David Cameron che era in vacanza in Italia.
Anche il Cile è sulla mappa delle proteste con le violenti manifestazioni studentesche. Secondo un
resoconto della CNN (1)“più di 60.000 dimostranti protestarono a Santiago”.Lo Yemen, la Libia e numerosi
altri paesi sono anche loro nelle lista dei paesi dove ci sono stati tumulti o stanno per esserci.
Quando si analizza la crisi in ogni paese è evidente che l’ingiustizia sociale, economica e politica sono alla
base di esse. Comunque queste ingiustizie non sono niente di nuovo. Esse hanno assillato la storia umana
per migliaia di anni. Quindi perché tutti protestano proprio ora e tutti assieme?
Le risposte stanno nella struttura dell’evoluzione umana. Come Jean M. Twenge e W. Keith Campbell
hanno meravigliosamente illustrato in” The Narcissism Epidemic: Living in the Age of Entitlement “(Free
Press, 2009), ( Epidemia del Narcisismo: Vivere in un Era del Diritto)” Le persone ora non sono solo
narcisistiche e auto centriche ma lo stanno diventando sempre di più ad un ritmo elevato”.
(1) http://edition.cnn.com/2011/WORLD/americas/08/09/chile.protests/index.html
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Come narcisisti , ci mettiamo al centro e “categorizziamo” tutti a seconda del beneficio o danno che ci
producono. Così è come ci connettiamo al mondo attraverso gli occhiali dell’auto diritto. Tuttavia così è
come non dovremmo funzionare se vogliamo avere successo in un era della globalizzazione, dove il mondo
è interconnesso ed interdipendente. Per avere successo dobbiamo voler beneficiare coloro ai quali siamo
connessi così tanto quanto lo desideriamo per noi stessi. Se siamo connessi e dipendenti l’uno dall’altro
allora se loro sono felici lo sarò anche io. E se essi non sono infelici non sarò felice, come dimostrato da
Nicholas A. Christakis, MD, (Dott. in Medicina) PhD ( Dott. in filosofia), e James H. Fowler, PhD (Dott. in
filosofia), in” Connected: The Surprising Power of Our Social Networks and How They Shape Our Lives – How
Your Friends’ Friends’ Friends Affect Everything You Feel, Think, and Do”.
( “ Connessi: Il sorprendente potere delle nostre reti sociali e come formano le nostre vite- come i tuoi
amici degli amici degli amici condizionano tutto quello che provi, pensi e fai”).
La soluzione perciò sta nel modificare i punti di vista da l’auto diritto al diritto sociale, mettendo prima la
società ed i nostri personali interessi dopo in modo che noi stessi possiamo eventualmente beneficiarne.
In termini pratici questa soluzione implica tre finalità:
1. Garantisce la necessaria provvigione ad ogni membro della società
2. Garantisce la continuazione della mentalità inculcando i valori pro sociali usando i mezzi di
comunicazione ed Internet e soprattutto le reti sociali.
3. Usare il nostro lavoro pro sociale per un miglioramento personale per realizzare appieno il potenziale che
sta all’interno di ognuno di noi.
Per raggiungere lo scopo 1 ,deve essere riunito un gruppo di statisti, economisti e sociologi tra i quali ci
sono rappresentanti di tutte le nazioni che pensano ad un piano per stabilire un’economia giusta e
sostenibile. Noterete che il termine giusto non significa uguale nella distribuzione dei fondi e delle risorse (
naturali o umane). Piuttosto un’economia giusta è quella dove nessuna persona sulla terra viene lasciata
senza cura ed attenzioni. Perciò un bambino che muore di fame in Kenia potrebbe non aver bisogno
dell’ultimo modello di iPhone ma indubbiamente ha diritto ad una propria nutrizione, ad un tetto sulla
testa,ad una istruzione adatta e ad una giusta assistenza sanitaria.
Per contro, un bambino della stessa età in Norvegia può avere già l’ultimo modello di iphone ma sentirsi
così depresso al punto di togliersi la vita o peggio ancora toglierla agli altri come ci hanno mostrato i recenti
avvenimenti in quel paese. Il disagio nei due casi è molto diverso ma in entrambi acuto e entrambi devono
essere presi in considerazione dal gruppo ricordando che,come Paul Krugman, premio Nobel del 2008 per
l’economia e rubricista del New York Times disse:”Siamo tutti sulla stessa barca”.
Raggiungere lo scopo 2 richiede un cambio di mentalità .Dal momento che i mezzi di comunicazione
determinano l’agenda pubblica ,sono questi mezzi che devono guidare l’annullamento dell’auto centralità.
Invece dell’attuale “Io, Io,Io”, atteggiamento che si è coltivato nei vari ultimi decenni,il nuovo motto
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dovrebbe essere”NOI,NOI,NOI””garanzia reciproca”e “uno per tutti e tutti per uno”.Se i mezzi di
comunicazione spiegano i benefici della garanzia reciproca ed il danno dell’approccio narcisistico,noi
graviteremo naturalmente verso la condivisione ed il prendersi cura piuttosto che sospettare e isolarci.
Se gli annunci commerciali ed informativi danno importanza alle persone che sono generose allora tutti noi
cominceremo a voler donare proprio come oggi quando i mezzi di comunicazione mostrano riverenza verso
ricchi e potenti anche noi vogliamo essere ricchi e potenti. Una tale mentalità pro sociale garantirà che la
nostra società rimanga giusta e compassionevole verso tutte le persone e allo stesso tempo tutte le
persone desidereranno collaborare a quella società.
In più molti degli enti restrittivi e regolativi tipo la polizia, l’esercito ed i controllori finanziari diventeranno
obsoleti o sarà richiesta solo una frazione delle risorse e della forza umana che richiedono oggi. Così tutte
quelle risorse finanziarie ed umane saranno dirette a migliorare le nostre vite quotidiane piuttosto che a
renderle solamente più sicure con non grande successo.
In tale atmosfera incoraggiante e pro sociale, lo scopo 3 “ usare il nostro lavoro pro sociale per auto
miglioramento” sarà un esito naturale. La società incoraggerà,lotterà e farà sforzi per garantire che
ognuno di noi realizzi il suo potenziale personale al massimo,perché quando questo potenziale è usato per
il bene comune,è nell’interesse della società che noi lo realizziamo appieno.
Inoltre liberatici dal bisogno di proteggerci da un ambiente ostile,il tesoro trovato delle nuove energie si
presterà alla nostra auto realizzazione. Il risultato sarà lo sradicamento della depressione e dei mali ad essa
collegati ed un aumento notevole della nostra soddisfazione dalla vita.
Dopo pochi mesi di vita in una società con mentalità orientata non capiremo come potevamo mai pensare
che l’auto interesse fosse una buona idea.
L’evidente successo e la felicità di una tale società produrrà una motivazione sempre crescente per
promuoverla e rafforzarla creando così un movimento perpetuo in favore della società ed allo stesso tempo
in favore di ognuno dei suoi membri senza trascurarne neanche uno.
Nella nostra realtà globalizzata solo una struttura che ritiene che la felicità ed il benessere di tutte le
persone al mondo sono importanti in ugual misura può essere di successo e sostenibile.
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La via per la giustizia sociale
In tutto il mondo nazioni e popoli si stanno svegliando. Chiedono ai loro governi di sentire le loro grida ,
riconoscere i loro dolori e risolvere i loro problemi. Il tumulto non è solo per il cibo o i prezzi delle case. Alla
base di ciò c’è una chiara richiesta di giustizia sociale. Però la giustizia sociale è una meta vaga. Con così
tante parti della società affette da inflazione, disoccupazione e carenza d’istruzione la giustizia di uno può
comportare ingiustizia verso un altro. Nell’attuale struttura della società sembra che qualunque soluzione si
raggiunga possa solo perpetuare se non esacerbare l’ingiustizia causando un diffuso disinganno che
potrebbe portare a più violenza e persino la guerra.
Perciò la soluzione alla domanda sociale di giustizia deve includere tutte le fazioni della società , nessuna
esclusa. La “Primavera delle Nazioni” del 2011 prova che il mondo è cambiato dalla radice. L’umanità è
diventata un’entità globale e come tale richiede che riconosciamo ogni parte di essa – nazioni ed individuidegni del loro diritto. Le nazioni non tollerano più l’occupazione e le persone non tollerano più
l’oppressione. Paragonate l’umanità ad un corpo umano che contiene numerosi organi con diverse
funzionalità. Ma nessun organo è superfluo. Ogni organo contribuisce nello svolgere la sua funzione nel
corpo e da esso riceve ciò di cui ha bisogno.
Allo stesso modo,l’approccio verso una soluzione per le agitazioni in tutti i paesi deve essere quella che
include tutte le parti della società. La chiave per tutte le negoziazioni che riguardano ufficiali di governo e
protestanti dovrebbe essere una “deliberazione ponderata”.Le negoziazioni dovrebbero essere basate sulla
premessa che tutte le richieste delle parti hanno valore e bisognerebbe tenerne conto rispettosamente e
perciò poiché così tante parti hanno solo delle richieste le parti stesse devono tener conto anche delle
richieste degli altri.
In tali deliberazioni non ci sono “buoni” o “cattivi”.Ci sono persone con interessi autentici che condividono
il loro problema con un altro e cercano di raggiungere una soluzione dignitosa ed accettabile per tutte le
parti.
Si pensi ad una famiglia grande ed amorevole. Ognuno nella famiglia ha i suoi bisogni:il nonno ha bisogno
delle pillole,il papà ha bisogno di un abito nuovo per il nuovo lavoro che ha appena ottenuto,mamma ha
bisogno delle sue lezioni di Pilates ed il fratello maggiore è stato appena accettato in un college costoso e
prestigioso. Quindi la famiglia si riunisce per una riunione come per il Giorno del Ringraziamento ma senza
il tacchino. Si parla delle entrate, si discute sulle priorità, si condividono i bisogni,si battibecca un po’ e si
ride molto. Alle fine si sa che cosa è necessario e che cosa non lo è, chi otterrà ciò di cui ha bisogno ora e
chi l’otterrà in seguito. Ma poiché nella famiglia sono tutti connessi sono d’accordo ad aspettare perché
dopotutto sono una famiglia.
Sotto vari aspetti la globalizzazione e la crescente interdipendenza ha trasformato l’umanità in una grande
gigantesca famiglia. Adesso dobbiamo solo imparare a lavorare come tale. Se ci pensiamo su, una grande
famiglia è sempre più sicura che essere da soli se essa agisce veramente come una famiglia amorevole e
sana. Inoltre dobbiamo ricordarci che in quasi tutti i paesi i governi combattono con il crescente deficit e il
debito e non ci sono abbastanza risorse da mettere in circolazione ma ci sono certamente abbastanza
risorse per permettere una vita rispettabile a tutti se solo noi teniamo conto dei bisogni di ognuno di noi.
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Perciò la “grande famiglia” è il modo migliore per assicurare che la giustizia sociale sia raggiunta alla fine.
Ammettendo che non tutte le domande saranno considerate subito. Ma se discutiamo i nostri bisogni
apertamente e uniamo le forze lavorando verso la risoluzione di tutti i problemi, saremo in grado di
decidere quali problemi sono i più urgenti e quali devono essere affrontati in seguito.
Proprio come in una famiglia , l’idea non è distruggere il sistema ma adattarlo, sintonizzarlo nel fornire i
bisogni delle persone piuttosto che provvedere ai voleri dei vari gruppi di pressione.
Re Artù aveva una tavola rotonda attorno alla quale si riunivano lui ed i suoi cavalieri. Come il suo nome
suggerisce, la tavola non ha un capo,sotto intendendo che chiunque sedesse lì era di pari dignità. Allo
stesso modo i governi ed i cittadini hanno bisogno di capire che non c’è modo di risolvere i problemi sociali
a meno che non si discutano i problemi di ognuno mentre si siede assieme ad una tavola rotonda (
metaforica se non fisica).
Dobbiamo ricordare che siamo tutti reciprocamente responsabili l’uno dell’altro e che siamo
interdipendenti, come in una famiglia.
I problemi che sembrano attaccarci ad ogni angolo non sono le cause ma i sintomi di un vero problema -la
mancanza di solidarietà e di responsabilità reciproca l’uno per l’altro. Perciò è assolutamente importante
che li risolviamo proprio in questo modo- la tavola rotonda- e risolvendo questi problemi uno alla volta
gradualmente costruiremo una società che è governata dalla garanzia reciproca. Infatti la forma mentis
della mutua garanzia è la vera ragione per cui la natura ci sta presentando questi problemi. E una volta che
noi abbiamo raggiunto la garanzia reciproca tra di noi , essi se ne andranno via come il vento.
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VERSO UN IMPEGNO RECIPROCO
Perché una responsabilità condivisa nell’affrontare le sfide del mondo è la chiave per risolvere la crisi
globale in un mondo interdipendente
Nonostante decenni di sforzi inimmaginabili risorse e progettazione da parte delle Nazioni Unite per
eliminare l’ineguaglianza , lo sfruttamento e la mancanza di condizioni base per vivere, questi problemi
ancora sono una delle più grandi sfide in numerosi paesi. Intorno al mondo 1,4 milioni di persone vivono
con meno di $2 al giorno, mentre $5,2 miliardi di valore di cibo sono sprecati ogni anno solo in Australia.
Jonathan Bloom , autore della “Terra Desolata Americana : Come L’America butta via quasi la metà del
suo cibo “ scrive che :” Più del 40% del cibo prodotto per il consumo viene sprecato dagli americani. Il
costo totale del cibo sprecato arriva ad una cifra annuale di più di 100 miliardi di dollari. “ Ancora peggio ,
il divario tra gli abbienti ed i meno abbienti si sta allargando con il tempo invece di restringersi.
Per decenni gli sforzi delle nazioni in via di sviluppo in cerca di aiuti per cibo, salute e crescita tra i paesi più
ricchi hanno portato a dei risultati inadeguati. Sino ad oggi non c’era altra scelta perché il nome del gioco
era”il vincitore prende tutto”.
Il divario non è solo tra le nazioni ma anche tra i paesi. La sensazione di privazione causa tensioni sia
nazionali che internazionali e alla luce della crisi globale la situazione potrebbe diventare anche molto
peggiore.
Ma ora il gioco è cambiato. La recente nascita della Primavera delle Nazioni ci sta insegnando una lezione
alla quale dovremmo fare molta attenzione :il mondo è connesso e quello che circola va in giro. La
globalizzazione ci ha reso tutti interdipendenti e nessuna nazione può sfruttare altre nazioni
semplicemente perché è più forte o lo pagherà caro. Come possiamo vedere paesi che ieri sembravano
irraggiungibili oggi stanno crollando dall’interno , mantenendo la solvibilità grazie a nazioni che pochi anni
fa erano trattate come inferiori.
Nella realtà odierna globalizzata o vinciamo tutti o perdiamo tutti perché siamo interdipendenti. Quando
un certo numero di persone al mondo aprirà i propri occhi alla realtà della globalizzazione e condividerà la
responsabilità si avrà un grande mutamento. I paesi e le persone non si sfrutteranno l’un l’altro; non più
gli enormi consorzi sfrutteranno dei lavoratori sottopagati intorno al mondo;non sarà più permesso ai
bambini di morire di fame e malattie che possono essere trattate con comuni antibiotici e non si abuserà
delle donne solo perché sono donne. Invece in un mondo in cui le persone comprendono che il loro
benessere dipende dal benessere degli altri, si prenderanno cura degli altri che si prenderanno cura di essi a
loro volta.
Quando succederà questo cambiamento termini come “primo mondo” e “ terzo mondo “ cesseranno di
esistere. Ci sarà solo un mondo e le persone che ci vivono.
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PORTARE IL CAMBIAMENTO
Per attualizzare quello su detto, due cose sono di fondamentale importanza : il pronto soccorso e
l’istruzione.
Il pronto soccorso vuol dire che iniziamo a fare una campagna mondiale che spiega perché in una realtà
globale la fornitura insufficiente di cibo, la mancanza di acqua potabile non hanno scusanti e devono
essere eliminati subito. E’ facile mostrare che il costo degli investimenti si ripaga con gli interessi in pochi
anni. Paesi come l’India, il Vietnam e l’Indonesia sono dei meravigliosi esempi per tutte queste sfide ancora
esistenti.
L’istruzione significa informare le persone della nuova era della globalizzazione , della reciproca
dipendenza e della condivisa responsabilità della quale tutti facciamo parte. La recente crisi finanziaria
globale e le serie di rivolte intorno al mondo sono una prova sufficiente del fatto che ci influenziamo l’un
l’altro su tutti i livelli di vita - economico, sociale e persino emotivo ( come referenza vedere
“Globalizzazione della rabbia” (2)di Thomas Friedman ).
Al primo livello del processo educativo le persone comprenderanno che non è pensabile che circa un
miliardo di persone muoia di fame mentre un altro miliardo butta via quasi la metà del cibo che compra e
soffre di obesità. Una volta che sono fornite le prime necessità di vita a tutta la popolazione mondiale si
inizierà il livello due.
Il secondo stadio si concentrerà nell’aumentare l’unità e la solidarietà tra gli individui e le nazioni in
congruenza con la realtà attuale .
In natura, l’unità, la reciprocità e la responsabilità reciproca sono dei prerequisiti per la vita . Nessun
organismo può sopravvivere se le cellule non operano in armonia. Allo stesso modo nessun ecosistema
prospera se uno dei suoi elementi viene rimosso.
Sino a poco tempo fa l’umanità era l’unica specie che non seguiva la legge della dipendenza reciproca e
della reciprocità. Abbiamo creduto che la legge della natura fosse “ la sopravvivenza del più forte”. Ma ora
iniziamo a capire che anche noi siamo soggetti all’interdipendenza e dobbiamo stare a questa regola se
vogliamo sopravvivere.
(2)http://www.nytimes.com/2011/08/14/opinion/sunday/Friedman-a-theory-of-everyting-sort-of.html
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LA CAMPAGNA
Per inculcare il messaggio della responsabilità reciproca e dell’interdipendenza stiamo suggerendo di
dichiarare il prossimo anno , che la Nazioni Unite hanno intitolato “L’anno delle cooperative” ,il punto
iniziale del mutamento della forma mentis globale verso l’urgente bisogno di impegno reciproco per
mantenere la società e l’economia sostenibili.
I Passi del Mutamento
1. Dovremmo radunare sotto gli auspici delle Nazioni Unite un forum internazionale di scienziati
(delle scienze più difficili come anche di quelle sociali ed umanistiche), artisti, pensatori,
economisti,persone di successo negli affari e persone famose per dichiarare l’inizio dell’Anno delle
Cooperative. In questa conferenza i partecipanti si impegneranno a fare il loro massimo per
sradicare la fame e la povertà. Essi saranno abilitati dai loro paesi per ideare una campagna
mondiale per infondere la consapevolezza della globalizzazione, della responsabilità condivisa e
dell’interdipendenza.
2. Alla fine del forum squadre delle Nazioni Unite lavoreranno con ciascun paese per ideare le
campagne mediatiche, programmi scolastici, cartelli stradali e qualsiasi altro mezzo pubblicitario
per promuovere i concetti su menzionati. Lo scopo della campagna sarà rendere il concetto di
sfruttamento abominevole e l’idea della condivisione e del prendersi cura in accordo con la legge
naturale e persino lodevole.
3.
Le squadre delle Nazioni unite saranno convocate regolarmente nella sede centrale delle Nazioni
Unite per fare il resoconto e sincronizzare le loro mosse creando così un avanzamento uniforme
globale verso l’unità e la responsabilità reciproca. Gli incontri delle squadre saranno trasmessi in
diretta per dimostrare la trasparenza ed aumentare la credibilità a soprattutto per dare l’esempio
di come possa diventare produttivo il lavoro quando si lavora assieme.
4. I paesi, I consorzi e anche gli individui che eccellono nel dimostrare solidarietà e responsabilità
condivisa saranno lodati e glorificati come le star del cinema e del pop sono ammirate oggi. Questo
sarà un grande incentivo per quelli che eccellono e per quelli che non ad unirsi.
5. Da numerosi esperimenti sugli effetti del comportamento prosociale (tipo David W.
Johnson and Roger T. Johnson, “Una Storia di Educazione Psicologica di successo:Teoria della
Interdipendenza Sociale e dell’Apprendimento Cooperativo”),(3) sappiamo che tipici problemi
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occidentali come la depressione e l’abuso di droga spariranno solo quando la campagna si
radicherà. Questo a sua volta libererà una grande quantità di risorse finanziarie ed umane che
andranno verso altri bisogni dell’umanità. Le ostilità internazionali diminuiranno enormemente
anche se solo per la mancanza del sostegno morale e finanziario degli avversari. In un mondo
interdipendente semplicemente è poco saggio combattere e questo sarà molto chiaro a tutti.
Noi dell’Istituto ARI abbiamo anni di esperienza in collaborazioni internazionali ,in rete e in circolazione
delle idee. Abbiamo un sistema on-line di trasmissioni gratuite con traduzione in otto lingue e possiamo
produrre materiali testo e video quasi subito.
Stiamo già collaborando con l’Unesco sul tema dell’educazione globale e offriamo tutti i nostri servizi e
attrezzature alla Nazioni Unite con la speranza di allargare questa collaborazione fruttuosa.
Oggi la natura ci chiede di unirci. Con il tempo questa richiesta si intensificherà sino a quando noi tutti
acconsentiremo. Allo stesso tempo questa esigenza è la chiave del nostro successo nel costruire una realtà
sostenibile per noi ed i nostri figli. Alla luce di tutto ciò ci dobbiamo unire , dobbiamo lavorare assieme ed
avremo successo.
(3) http://edr.sagepub.com/content/38/5/365.full
Istituto ARI
ariresearch.org
http://ariresearch.org/wp-content/uploads/2012/03/we-the-world_ari-institute.pdf
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