Diapositiva 1 - Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

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Urban Governance
• Governance?
• Government?
Urbino 28 aprile 2015
Welfare nelle Marche_Seminario
Legge Regionale 32/2015
Angela Genova
Urban Governance
Government:
Assetto formale dei poteri,
riferendosi alle istituzioni
formali dello Stato e alle sue
forme monopolitistiche di
potere coercitivo e legittimo.
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Urban Governance
Government
- Principio della rappresentatività
(democratizzazione
dell’elettorato)
- Corpo decisionale è costituito
da professionisti
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Urban Governance
GOVERNANCE, Etimologia e significato:
• Dal greco ‘kubernan’ (guidare riferito a
nave o carro)- Platone: in senso
metaforico per governare gli uomini
• Sinonimo di government
• Confinato tra i termini desueti e dimenticati
negli anni ’70 e ’80
• Riscoperto per incapacità di spiegare
complessità della realtà attraverso le lenti
dicotomiche classiche
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Urban Governance
Governance:
si sviluppa a partire da
negazione e
superamento di idea di
governament
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Angela Genova
Urban Governance
Governance-definizione:
- Nuovo processo di governo
- Mutata condizione di ruoli
sovraordinati
- Nuovo modo attraverso il
quale una società è governata
(Rhodes, 1996)
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Urban Governance
• Nella governance non viene fatto ricorso
all’autorità e al potere sanzionatorio, ma
prevede la “creazione di una struttura o di
un ordine” che non viene imposto
dall’esterno ma che è il risultato
dell’interazione di una molteplicità di attori
che si influenzano reciprocamente.
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Urban Governance
•
•
•
•
Anni ’70
perdita di fiducia nella capacità d’azione dello
Stato di trovare soluzione ai problemi economici
e sociali.
Stato stesso parte del problema
Necessario ripensamento delle gerarchie tra i
diversi livelli politici
Pur mantenendo le priorità fordiste-keynesiane
di redistribuzione sociale, perequazione
territoriale e compromesso di classe, viene
riconosciuta alle economie regionali e locali una
loro specifica traiettoria di sviluppo (strategie
localizzate di gestione della crisi)
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Urban Governance
•
•
•
•
Anni ’80
Fiducia nello stato è compromessa
Fiducia crescente nel mercato
New Public management (critica a
burocrazia, autorefenzialità, mancata
attenzione ai bisogni reali, e non orientata
a logiche di risultato)
Politiche neoliberali: processi di
privatizzazione e liberalizzazione dei
mercati.
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Urban Governance
Anni ’70 – ’80
il Mezzogiorno per l’Italia,
l’Andalusia per la Spagna,
la Francia occidentale e meridionale,
le periferie agricole e le zone di confine della Germania
occidentale,
il distretto carbonifero del Belgio settentrionale, le
periferie nord-orientali dei Paesi Bassi,
le regioni nord-occidentali e le isole della Danimarca,
il nord della Scandinavia,
l’Irlanda occidentale e le zone in declino industriale
dell’Inghilterra settentrionale,
il Galles del sud,
parti della Scozia e gran parte dell’Irlanda del nord.
(Brenner, 2004: 460).
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Urban Governance
•
•
•
•
•
Anni ’90
Governance attraverso il network
Ricerca di nuovi strumenti di policy making
E di forme sostenibili di stato sociale
Ridefinizione di assetto dello stato
Ridare vigore e slancio a democrazia,
garantire forme meno burocratiche
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Urban Governance
• Ricerca di modello che permetta di
conciliare gli imperativi della competizione
economica internazionale con quelli della
coesione sociale e della sostenibilità
sociale.
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Urban Governance
Locale: dimensione della flessibilità, più
permeabile e malleabile dello Stato.
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Urban Governance
• Governance: tutti gli attori locali e della
società civile, attraverso reti e partnership
sono esortati a partecipare.
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Urban Governance
Bob Jessop:
Dal Keynesian welfare national state al
• Schumpeterian (tende a promuovere innovazioni
permenenti e flessibilità in economie relativamente
aperte, intervenendo sull’offerta, promuovendo la
competizione)
• Workfare (politiche sociali subordinate alla domanda di
flessibilità, impiegabilità,e competizione economica del
mercato del lavoro)
• Postnational (la dimensione nazionale perde importanza
sia a livello culturale che economico e politico, associato
al processo di devolution e decentralizzazione)
• Regime (si basa su partnership e reti di potere
decentralizzato)
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Urban Governance
• Governance come principale modalità di
riorganizzazione del welfare di fronte ai
disequilibri generati da globalizzazione
• Forma di governo più congeniale al mutato
contesto socio-politico.
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Urban Governance
Il concetto di governance per l’UE.
• Tentativo di conciliare principi di
democrazia, equità, giustizia sociale con
imperativi economici della competitività,
crescita ed efficienza.
• Libro bianco di Lisbona: governance è
forma di gestione proposta per l’attuazione
di modello
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Urban Governance
• Retorica politica sulla governance è
appello alla società civile europea
• L’intenzione è quella di riformare la
modalità di esercizio del potere stimolando
la partecipazione dei cittadini europei e
delle organizzazione nella definizione delle
politiche e i principi di modello di sviluppo
europeo:trasparenza, informazione,
semplificazione, interazione, coerenza
delle politiche.
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Urban Governance
• Difesa di un modello sociale equilibrato
capace di conciliare benessere economico
e solidarietà, crescita e giustizia sociale.
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Urban Governance
• Sussidiarietà, decentramento, rescaling,
• Coinvolgimento di altri segmenti della
società nella condivisione di responsabilità
con il pubblico,
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Urban Governance
• Governance come processo dinamico di
cambiamento e di gestione del governo
attraverso la costituzione di reti e
partnership tra i livelli istituzionali (locali) e
i settori più o meno organizzati della
società civile.
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Urban Governance
•
Approcci agli studi di urban governance:
1. Approccio strutturale
2. Analisi culturale
3. Gli attori razionali
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Urban Governance
1. Approccio strutturale:
Origine nel pensiero politico di Marx e Weber:
importanza delle relazioni sociali ed
economiche nel dare forma al processo
politico e alle policies.
Sono i fattori di larga scala che danno forma
all’identità umana (sviluppo capitalismo,
razionalità del mercato, costruzione dello stato,
secolarizzazione, rivoluzione politica e
scientifica, nuovi strumenti di comunicazione)
Punti di forza: attenzione per contesto
Limiti: difficoltà a spiegare differenze fra città
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Urban Governance
2. Analisi culturale:
Cultura alla base dell’identità sociale e
politica: il sistema di significati che la
gente usa per gestire il mondo
quotidiano.
Punti di forza: importanza attribuita a storia
e ai valori incorporati nella società
Limiti: spiega meglio il permanere di
comportamenti più che il cambiamento
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Urban Governance
3. Gli attori razionali:
Si basa su prospettiva micro economica,
attore decide in base a calcolo razionale
per incrementare il suo vantaggio.
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Urban Governance
DiGaetano e Strom:
integrazione fra approcci
struttura
Cultura
Scelta razionale
ISTITUZIONI
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Urban Governance
ISTITUZIONI :
Sono gli strumenti organizzativi
attraverso i quali
le decisioni collettive
sono prese e portate avanti
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Urban Governance
Attori nelle istituzioni :
Partiti politici, gruppi di interesse,
Soggetti di governo,
sistematizzazione di partnership
che organizzano e
definiscono il processo politico
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Urban Governance
Milieux istituzionali:
Complesso delle relazioni
di politica formali e
informali che mediano l’interazione
fra il contesto strutturale
la cultura politica
e gli attori politici
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Urban Governance
I modi di governance:
Le sistemazioni informali
che definiscono le relazioni
di governo all’interno
delle istituzioni formali
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Sistemi istituzionali formali:
le basi istituzionali (partiti politici,
l’organizzazione dei
gruppi di interesse,
le regole dell’interazione)
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Urban Governance
Logiche di governo
Relazioni di governo
MODELLI DI
GOVERNANCE
Attori chiave
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Obiettivi politici
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Urban Governance
Relazioni di governo:
I modi di interazione fra gli
uffici del government e
gli interessi del settore privato,
economici o di comunità
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Urban Governance
Logiche di governo:
Il modo in cui le decisioni
politiche vengono prese
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Urban Governance
Attori chiave:
può includere varie combinazioni
di politici,
burocrati,
stakeholder
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Urban Governance
Obiettivi politici :
Materiali,
Simbolici,
Effettivi (benefici tangibili non selettivi)
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Urban Governance
Modelli di governance
Clientelistico Corporativista Manageriale Pluralista Populista
Relazioni
Particolaristiche,
scambi
personalizzati
Logiche
Reciprocità
Attori
chiave
Politici e clienti
Obiettivi
politici
Materiali
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Urban Governance
• Il modello clientelistico è caratterizzato da relazioni
particolaristiche e personalizzate fra i politici e i diversi
stakeholder mossi dal perseguimento di benefici
specifici. In questo modello, infatti, il perseguimento di
obietti comuni di interesse pubblico passa in secondo
piano rispetto all’attenzione per gli interessi individuali e
privati che vengono raggiunti attraverso scambi materiali
di beni. Gli attori politici, democraticamente eletti,
partecipano attivamente in azioni di contrattazione per il
mantenimento del potere politico che permette il
conferimento di favori per interessi particolaristici in
cambio di supporto politico.
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Urban Governance
Modelli di governance
Clientelistico Corporativista Manageriale Pluralista Populista
Relazioni
Particolaristiche,
scambi
personalizzati
Negoziazione
esclusivista
Logiche
Reciprocità
Creazione del
consenso
Attori
chiave
Politici e clienti
Politici e potenti
leader della società
civile
Obiettivi
politici
Materiali
Intenzionali
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Urban Governance
• Nel modello corporativista i diversi attori pubblici e privati
siedono, con pari capacità contrattuale, allo stesso
tavolo rappresentativo democratico, per la costruzione
consensuale di obiettivi politici condivisi. In questo
modello, quindi, gli attori pubblici e privati sono coinvolti
in attività di contrattazione e negoziazione per il
raggiungimento di compromessi frutto del modello
democratico di partecipazione locale. Il perseguimento di
tali obiettivi è, però, realizzato attraverso la definizione di
coalizioni esclusiviste. La presenza di soggetti privati
dominanti rischia, quindi, di non lasciare spazio
nell’arena rappresentativa agli interessi di soggetti più
deboli (es. associazioni di volontariato) che perseguono
obiettivi settoriali.
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Urban Governance
Modelli di governance
Clientelistico Corporativista Manageriale Pluralista Populista
Relazioni
Particolaristiche,
scambi
personalizzati
Negoziazione
esclusivista
Formali,
burocratiche o
contrattuali
Logiche
Reciprocità
Creazione del
consenso
Decision making
Autoritativo
Attori
chiave
Politici e clienti
Politici e potenti
leader della società
civile
Politici e
funzionari
Obiettivi
politici
Materiali
Intenzionali
materiali
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Urban Governance
• Il modello manageriale introduce i principi regolativi del
mercato nella gestione degli interessi pubblici. La
competizione fra fornitori di servizi e la valorizzazione
nella capacità di scelta dei servizi da parte dell’utente
rappresentano i temi guida del “New Public
Management” che caratterizza questo modello di
governance. Le relazioni fra attori politici,
democraticamente eletti, e gli interessi privati dei fornitori
dei servizi si distinguono per la formalità e la dimensione
contrattuale burocratica. La capacità autoregolativa della
domanda e dell’offerta dei servizi rischia, però, di
relegare, gli attori politicamente rappresentativi, a un
ruolo marginale rendendo difficile il raggiungimento di un
equilibrio fra interessi pubblici e privati.
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Urban Governance
Modelli di governance
Clientelistico Corporativista Manageriale Pluralista Populista
Relazioni
Particolaristiche,
scambi
personalizzati
Negoziazione
esclusivista
Formali,
burocratiche o
contrattuali
Contrattazion
eo
mediazione
fra interessi in
competizione
Logiche
Reciprocità
Creazione del
consenso
Decision making
Autoritativo
Gestione dei
conflitti
Attori
chiave
Politici e clienti
Politici e potenti
leader della società
civile
Politici e
funzionari
Politici e
interessi
organizzati
Obiettivi
politici
Materiali
Intenzionali
materiali
Intenzionali
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Urban Governance
• Il modello pluralista si distingue dall’alto grado di
competizione fra i diversi interessi in campo. In questo
modello, il government ricopre il ruolo di mediatore
nell’arena competitiva fra interessi privati opposti. A
causa degli alti livelli di tensione fra le opposte fazioni
politiche, viene data particolare enfasi alla capacità di
gestione dei conflitti. La volontà e la capacità di
contrattazione diventano aspetti fondamentali nella
cultura politica locale. Gli attori chiave sono, quindi,
rappresentati dall’insieme di politici e dei relativi interessi
privati che formano blocchi competitivi e alleanze per la
definizione delle politiche.
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Urban Governance
Modelli di governance
Clientelistico Corporativista Manageriale Pluralista Populista
Relazioni
Particolaristiche,
scambi
personalizzati
Negoziazione
esclusivista
Formali,
burocratiche o
contrattuali
Contrattazion
eo
mediazione
fra interessi in
competizione
Negoziazione
inclusivista
Logiche
Reciprocità
Creazione del
consenso
Decision making
Autoritativo
Gestione dei
conflitti
Mobilitazione
del supporto
popolare
Attori
chiave
Politici e clienti
Politici e potenti
leader della società
civile
Politici e
funzionari
Politici e
interessi
organizzati
Politici e
leader dei
movimenti
comunitari
Obiettivi
politici
Materiali
Intenzionali
materiali
Intenzionali
simbolici
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Urban Governance
• Il modello populista si caratterizza, invece, per la
mobilitazione del supporto popolare nella definizione e
implementazione delle politiche. La logica che guida il
governo è di tipo democratico inclusivo, che incoraggia
individui e gruppi ad estendere la loro partecipazione nei
processi di governo. In questo modello, quindi, le
politiche possono trarre origine dalla mobilitazione
collettiva. Gli attori chiave sono rappresentati dai politici,
eletti democraticamente, e dagli attivisti della comunità
che cercano di istituzionalizzare i meccanismi per
allargare il controllo popolare nelle politiche.
L’orientamento politico è principalmente simbolico, dal
momento che persegue lo scopo di diffondere il
processo stesso di partecipazione con grande attenzione
alle procedure e alle pratiche democratiche.
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Urban Governance
Modelli di governance: Di Gaetano e Strom ‘Comparative ‘Urban governance. An
integrated approach’ Urban Affairs Review, Vol 38, n.3, January 2003.
Clientelistico Corporativista Manageriale Pluralista Populista
Relazioni
Particolaristiche,
scambi
personalizzati
Negoziazione
esclusivista
Formali,
burocratiche o
contrattuali
Contrattazion
eo
mediazione
fra interessi in
competizione
Negoziazione
inclusivista
Logiche
Reciprocità
Creazione del
consenso
Decision making
Autoritativo
Gestione dei
conflitti
Mobilitazione
del supporto
popolare
Attori
chiave
Politici e clienti
Politici e potenti
leader della società
civile
Politici e
funzionari
Politici e
interessi
organizzati
Politici e
leader dei
movimenti
comunitari
Obiettivi
politici
Materiali
Intenzionali
materiali
Intenzionali
simbolici
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Legge Regionale 32/2015
Angela Genova
Angela Genova, Giovanni Santarelli (2008)
in Welfare nelle marche Angela Genova, Federico Palazzo, Carocci, Roma
ATTORI
Privato
CORPORATIVO
Lazio
No-profit
CLIENTELARE
Campania
Pubblico
PLURALISTA
Toscana
PARTECIPATIVO
Marche
MANAGERIALE
Emilia Romagna
POPULISTA
Calabria
scambio
simbolico
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negoziazione
autoritaria
efficacia-efficenza
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LOGICHE
OBIETTIVI
POLITICI
Urban Governance
Esempi di modelli di Urban Governance: USA
Partnership a livello urbano come risposta a pressioni
economiche.
I 1943-1970: urban partnership per fronteggiare declino
economico e declino dei centri nelle città industriali.
Processo sostenuto da governo federale:
‘Urban renwwal program’ (1949) istituisce le agenzie dello
sviluppo locale per formulare e implementare programmi
finanziati a livello federale.
Pittsburgh, Boston, New Haven, San Francisco autorità
locali per ‘redevelopment’ governate da un board
costituito da amministratori pubblici e da uomini di affari.
Chicago: clientelismo politico, partnership corporativiste
fallirono.
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Urban Governance
Esempi di modelli di Urban Governance: USA
II 1970-1985: proliferazione di partnership
Community Development Block Grant (1974)
Urban development action grant (1977): interventi
finanziari per sostenere partnership per sviluppo
dei centri o delle aree economiche in crisi.
Detroit: aree con agevolazioni fiscali gestite da
Detroit Economic Growth Corporation (publicprivate partnership di amministratori pubblici e di
business elite)
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Urban Governance
Esempi di modelli di Urban Governance: USA
III 1975- … proliferazione e differenziazione di partnership.
Riduzione di aiuti federali (Reagan Bush)
Detroit: partnership corporativiste
Boston: rapido sviluppo del centro, dislocazione di poveri e
working class all’aumento dei costi delle case,
gentrificazione. Crollo di coalizioni di governo a favore di
modello populista (partnership tra organizzazioni
community based e l’amministrazione Flynn). PACs:
planning advisory councils
Pittsburgh Partnership of Neighborhood Development
Minneapolis Neighborhood Revitalization Program
Esercitano potere di veto.
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Urban Governance
Esempi di modelli di Urban Governance: UK
Consiglio locale e partiti politici: principale base di milieux
urbano
Modello di governance Manageriale
Con ampia autorità e risorse leader politici e amministratori
professionali hanno gestito lo sviluppo dei centri
(Birmingham, Bristol, Glasgow) nel dopoguerra.
Dagli ’80 grandi cambiamenti: deindustrializzazione e
contrazione economica nel nord e scozia, ma crescita di
nuova economia nel sud.
Devolution (Thatcher): maggiori responsabilità a livello
locale ma meno risorse.
Quangos: corporazioni per lo sviluppo locale, indipendenti
da local authority ma con responsabilità e risorse che
prima erano di del consiglio locale eletto.
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Urban Governance
Esempi di modelli di Urban Governance: UK
Partnership pubblico-privato furono il risultato di politiche
del governo centrale più che negli Usa.
Partnership Corporativiste.
Leeds, Manchester,Sheffield negli ’80 come strumento per
pianificare e implementare lo sviluppo economico su
terreno di socialismo municipale (attenzione per
uguaglianza di genere e di appartenenza etnica)
Birmingham: partnership corporativista
Bristol: dagli ’80 transizione alla nuova economia (capitale
finanziaria e culturale) governance manageriale, ma nei
’90 passaggio a governance corporativista (Bristol
regeneration Partnership)
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Urban Governance
Esempi di modelli di Urban Governance:
Francia
Milieux istituzionale di governo locale: corpo
politico, burocrazia professionale, partiti politici:
manageriale modello di governance.
1981: processo di decentralizzazione (Mitterrand)
Nascita del ‘sindaco imprenditore’
Saint Denis, Aubervilliers (città industriali vecchio
modello): modello corporativista minimo, domina
modello manageriale.
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Urban Governance
Esempi di modelli di Urban Governance:
Germania
Modello prettamente manageriale con alcuni
esempi di corporativismo.
Dominano partiti politici e altre istituzioni
pubbliche.
Presenti alcuni esempi di clientelismo
’90 privatizzazione di risorse municiapli
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Angela Genova
Metodo di coordinamento
aperto
•
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•
•
•
Il metodo di coordinamento aperto è stato creato nel quadro della politica dell'occupazione e del
processo di Lussemburgo. Esso è stato definito quale strumento della strategia di Lisbona (2000).
Il metodo di coordinamento aperto fornisce un nuovo quadro di cooperazione tra gli Stati membri per far
convergere le politiche nazionali al fine di realizzare certi obiettivi comuni. Contestualmente a questo
metodo intergovernativo gli Stati membri sono valutati da altri Stati membri (« peer pressure ») e la
Commissione si limita a svolgere un ruolo di sorveglianza. Il Parlamento europeo e la Corte di giustizia
sono quasi completamente estranei al processo del metodo di coordinamento aperto.
Il metodo di coordinamento aperto funziona in ambiti che rientrano nella competenza degli Stati membri
quali l'occupazione, la protezione sociale, l'inclusione sociale, l'istruzione, la gioventù e la formazione.
Esso si basa essenzialmente su:
identificazione e definizione congiunta di obiettivi da raggiungere (adottati dal Consiglio);
strumenti di misura definiti congiuntamente (statistiche, indicatori, linee guida);
il « benchmarking » vale a dire l'analisi comparativa dei risultati degli Stati membri e lo scambio di
pratiche ottimali (sorveglianza effettuata dalla Commissione).
A seconda dei diversi ambiti il metodo di coordinamento aperto comporta misure dette di « soft law » che
sono più o meno vincolanti per gli Stati membri, ma che non si configurano mai in forma di direttive, di
regolamenti o di decisioni. Ad esempio, nel quadro della strategia di Lisbona, il metodo di coordinamento
aperto impone agli Stati membri di elaborare piani di riforma nazionali e di trasmetterli alla Commissione.
La politica delle gioventù invece non è corredata di obiettivi quantificati e la realizzazione degli obiettivi, a
discrezione degli Stati membri, non è neanch'essa oggetto di piani d'azione nazionali coordinati a livello
europeo.
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