Ponte di Legno - i tour naturalistici HABITAT FAUNISTICI ACCESSO

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Ponte di Legno - i tour naturalistici HABITAT FAUNISTICI
ACCESSO
Lungo la statale n. 42 dei Tonale-Mendola, giunti nell'abitato di Ceto si imbocca la strada per
Cimbergo-Paspardo. Oltrepassato il paese di Paspardo si segue una strada carrozzabile che dopo 3,5
km conduce alla località Baita Zumella, dove ha inizio il percorso.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Il percorso si snoda lungo un sentiero ad anello per una lunghezza complessiva di3 km. Il sentiero,
posto ad una quota compresa trai 1450-1550m s.l.m., offre suggestivi spunti panoramici sul Pizzo
Badile, sul gruppo del Tredenuse sulla Val Zumella.
LOCALIZZAZIONE:
Provincia: Brescia Comune: Paspardo-Cimbergo località: Baita Zumella PERIODO CONSIGLIATO:
Maggio ottobre
INTRODUZIONE
Il bosco è un mondo ricco di vita in cui trovano dimora organismi animali e vegetali. Mentre gli alberi, il
muschio, le felci e i fiori sono facilmente osservabili, gli animali spesso sfuggono alla nostra vista
perché, allarmati dalla presenza umana, si rifugiano rapidamente nei loro nascondigli. Infatti è molto
raro incontrare nel bosco animali selvatici, il che ci induce spesso a credere che i nostri boschi siano
poco frequentati dagli animali. Lungo questo percorso impareremo a rilevare la presenza di animali nei
bosco (anche senza l'incontro diretto) attraverso i segni e le tracce da essi lasciati e impareremo a
riconoscerei principali habitat faunistici che caratterizzano il territorio del Parco dell'Adamello. Infatti
l'anfiteatro dei Tredenuse di Pizzo Badile costituiscono un esempio di zone di estivazione per cervo,
capriolo e camoscio. Ogni animale modifica l'ambiente in cui vive lasciando tracce della sua attività
impronte, resti di pasti, segni sulle cortecce, fatte (escrementi), nidi e tane. L'attenta osservazione di
queste tracce può dirci importanti informazioni sulla vita, sul comportamento e sulle abitudini degli
animali che le hanno prodotte. Sulla neve o su terreno umido possiamo rilevare il passaggio di un
animale dalle impronte lasciate. La forma e le dimensioni elle impronte spesso individuano l'animale
che le ha lasciate; lo loro distanza e la posizione ci permettono di capire se sono state prodotte da un
animale in corsa o al passo. Lo (detti comunemente Pigne) di abete rosso costituiscono un ghiotto
pasto per molti abitanti del bosco: picchi, scoiattoli e topolini. I picchi e gli scoiattoli staccano
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direttamente gli stròbili dall'albero per estrarrei semi lo scoiattolo, seduto su un ramo o su un sasso,
rosicchia e strappa ogni squama dello stròbilo. Un piccolo frammento di squama resta attaccato alla
parte centrale, le pigne rosicchiate dallo scoiattolo appaiono così disordinatamente sfilacciate.
Al vertice della pigna resta un ciuffetto di squame. Nei luoghi in cui gli scoiattolo mangiano si trovano
spesso numerose pigne
Desquamate e una gran quantità di squame strappate. Il picchio incastra gli stròbili in un buco marcito
dei tronco,
o in una biforcazione o più semplicemente in una fessura della corteccia; con colpi ben assestati
lavora la pigna partendo dalla cima e dopo aver staccato le squame, estrae con la lingua viscosa i
semi dietro di esse. Il topo selvatico, non avendo la forza dello scoiattolo, deve rosicchiare fino alla fine
le squame una dopo l'altra. I coni così piluccati hanno un aspetto molto più regolare dei coni attaccati
dallo scoiattolo.
LE NOCCIOLE
Tracce particolarmente chiare si trovano sul guscio legnoso di nocie nocciole. lo scoiattolo, stando
seduto, posa le nocciole sulle zampe posteriorie le tiene strette con quelle anteriori. Apre uni
introfacenori divide il guscioin due parti. Il topo selvaticoe l'arvicola rosicchiando il guscio vi praticano
un piccolo foro rotondo. Girando la nocciola rosicchiano il margine con gli incisivi. Appena l'aperturaè
sufficientemente ampia divorano il frutto facendoloa pezzi.
IL CAMOSCIO
I camoscio vive in spazi aperti: praterie alpine, macereti, zone sempre per buona parte rocciosea
cavallo tra il limite della vegetazione arborea. Durante l'estate vive al di sopra della del limite della
vegetazione arborea, mentre d'inverno, quando la coltre nevosa ricopre il terreno, si spinge alle quote
inferiori alla ricerca di cibo.
Nel periodo estivo si cibo di foglie, erbe, muschi e licheni, mentre in inverno, l'alimentazione principale
è costituita da corteccia e da giovani getti. Il camoscio si muove molto bene saltando tra le rocce
perché possiede zoccoli morbidi con margini elastici che gli permettono la massima aderenza alla
roccia. Le due dita dello zoccolo, collegate da un legamento interdigitale, gli consentono di camminare
sulla neve senza sprofondare perché funzionano come una racchetta da neve.
All'interno dei Parco il camoscio Conca è presente su quasi tutto il territorio ma con consistenze
limitate: sono infatti stati stimati da un numero minimo di 71 capi ad un massimo di 106 capi (Tesi G.,
Scherini G.). Il gruppo più numeroso, 15-25 capi, frequento la zona del Posso Gallineru, l'Alta Voi
Rabbiae la Conca del Baitone. mentre nella vai Tredenus sono presenti solo 2-3 capi.
La limitata diffusione di questo animaleè condizionata, oltre che dai fattori ambientali, dallo pressione
venatorio e in particolor modo dal bracconaggio.
IL CERVOE IL CAPRIOLO
Il bosco misto di latifoglie e conifere, oltre ad ospitare piccoli mammiferi ed uccelli, costituisce l'habitat
naturale
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per capriolo e cervo. Mentre il cervo prediligei tratti di bosco più rasdi con modesto sottobosco,
intercalati da ampie zone di prateria, il capriolo preferisce boschi misti di latifoglie e conifere con fitto
sottobosco. Le esigenze alimentari di queste due specie sono molto simili: in estate il nutrimento è
prevalentemente costituito da erbe succulente e da teneri germogli; in autunno e in inverno da funghi,
bocche, ghiande e faggiole. La presenza in bosco del cervo è indirettamente segnalata anche dalle
lesioni della corteccia degli alberi provocate dallo sfregamento dei palchi (corna che cadonoe si
riformano ogni anno). Il cervoe il capriolo perdonoi palchi ogni autunno ed in primavera si riformano
ricoperti e nutriti da uno strato epidermico denominato velluto.A primavera avanzata, quando i palchi
sono ben ossificati ed il velluto ha perso ogni funzione, il cervo e il capriolo strofinanoi palchi su tronchi
e rami per staccare il velluto rimasto.
All'interno dei Parco il cervo è presente con un numero di capi stimati da un minimo di 58 ad un
massimo di 83,
mentre il capriolo da un minimo di 155 ad un massimo di 215 capi (Tosi G., Scherini G.). Entrambe le
specie sono molto sensibili al disturbo provocato dalla presenza di cani randagio non controllati.
Soprattutto per il capriolo il bracconaggio e l'impiego dei cani durante la caccia, rappresentano un
limite all'incremento e alla diffusione delle popolazioni nel Parco. La marmotta vive nelle praterie di
altitudine ad una quota compresa trai 1800ei 3500 metri s.l.m. preferendo sassaie miste e cespugliate.
Vive in colonie numerose, scavando tone in suoli scioltie detriticio vicinoa grossi massi. La tana della
marmotta è molto complessa, provvista di più ingressi e vani, Le marmotte hanno uno sviluppato
struttura sociale con suddivisione di ruoli e ranghi rispecchiata anche nella distribuzione delle tane
all'interno della colonia.
Abile pascolatrice vegetariana la marmotta si nutre di erba e radici. A fine settembre-primi di ottobre la
marmotta va in letargo fino al termine dell'inverno, oltre alla predazione esercitata dall'aquila realee
dalla volpe, la diffusione della marmotta nel Parcoè limitata in modo particolare dall'azione del gelo in
concomitanza di precipitazioni scarseo nulle nei primi mesi invernali.
© PARCO DELL'ADAMELLO
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