IL PUNTO Si è spento il sorriso... di Luciano Tamagnini Fox Ci sono persone che pensi eterne, che credi resteranno sempre con te, poi all’improvviso la vita e la morte si scontrano e puff… ci ritroviamo soli! Questo è stato il caso di uno dei più grandi realizzatori di fumetti umoristici italiani, i cui lavori hanno travalicato le Alpi ed hanno conquistato più di un paese europeo a dimostrazione che il suo umorismo era veramente internazionale, che il suo modo di narrare era comprensibile, accettabile e godibile ovunque. Stiamo parlando di Giorgio Rebuffi, milanese di nascita e ligure per adozione. Egli ha continuato a creare originali mondi nati per far sorridere Tiramolla i lettori grandi e piccoli (perché, anche se il grosso della sua attività avvenne nel periodo in cui i fumetti erano considerati robetta per bambini, anche i lettori più adulti, in corso d’opera, godettero e sorrisero di fronte al caleidoscopio di personaggi, sempre diversi ed originali e alle situazioni che facevano parte del suo enorme bagaglio narrativo. Non staremo qui a farvi la storia della carriera di un artista che trovò nel fumetto comico, per ragazzi il suo mondo espressivo: chi volesse seguire questo evolversi può rifarsi ad un numero de Il Fumetto di alcuni anni fa, in cui raccontavamo, cronologicamente, tutto ciò che era stato Giorgio come autore di fumetti. Qui vogliamo solo tracciare alcune delle linee lungo cui il suo mondo disegnato è mutato nel tempo. Si potrebbe partire dal suo divertimento, ori- ginale e stilisticamente personalissimo di… capovolgere la realtà. Mi spiego meglio: Giorgio divenne famoso nei primi anni cinquanta, perché prese in mano i deliziosi Cucciolo e Beppe, tratteggiati da Rino Anzi e da altri disegnatori, che ne avevano raccontato per l’ed. Alpe e Subalpino le prime storie di questi due personaggi, come due cagnolini umanizzati. Era il tempo in cui per avere successo bisognava presentare degli animali possibilmente simpatici, ma in veste umana. Cani, gatti, topi, conigli, pinguini e simili erano il viatico per raggiungere la parte infantile dei lettori, quella che allora decretava la sopravvivenza o meno di una testata. Ebbene Giorgio si distinse subito con un mondo espressivo personale, perché fece dei comici cagnolini due personaggi del tutto umani, anche se un po’ ingenui ed infantili, che agivano in un mondo altrettanto umano (anche se ogni tanto qualche personaggio di contorno riprendeva la forme di animale antropomorfo, come nel caso del canguro che accompagnava la cugina di Beppe, ovvero la Peppa, una virago comicissima, che usava in maniera drammaticamente “solida” le mani). In fondo questa componente umana saltò fuori anche quando faceva agire un personaggio come Tiramolla, che, essendo figlio della gomma e della colla, aveva tutti i diritti di comportarsi in maniera diversa dal duo Cucciolo e Beppe sempre alla risoluzione di misteri o alla ricerca di ladri e truffatori del tipo del delinquente professionale Bombarda o dell’archetipo di Diabolik, ovvero Fantasmak. Invece quando dovette prendere in giro un genere narrativo, che amava tanto, il western, aveva subito travestito i suoi eroi in una cornacchia e in un coniglio, inventando la coppia di “giustizieri (beh, si fa per dire…) Fox lo sceriffo con il suo pard, il coniglio (e lo era in tutto e per tutto, creando sempre momenti di farsesca comicità) Conny, un fifone patentato. E l’invenzione (già la scelta di una tale tipologia di animali solitamente ben poco usata come protagonisti) era del tutto originale, tanto che Perego, altro disegnatore che lavorava all’interno dello stesso staff editoriale ci mise subito del proprio Cucciolo e Beppe dando vita a 3 coniglietti fifoni, che animarono molte avventure estremamente divertenti sulle pagine dei periodici Alpe. Le storie di Fox e Conny durarono a lungo e furono ristampate più volte sotto diverse vesti editoriali, sempre ottenendo un successo notevole presso i lettori. Quando Rebuffi decise di allontanarsi dai periodici dell’ed. Alpe mise poi in cantiere un personale ed originalissimo zoo di personaggi umanizzati, forti di una narrazione iperbolica, ricca di movimenti che travalicavano la vignetta, che utilizzavano i personaggi in movimenti originali che tenevano presente anche le suggestioni del tridimensionale. Fu il momento in cui apparvero sulla scena sui periodici dell’ed. Bianconi, destinati a rimanerci a lungo, eroi come Il fantasma Aiace, Tom Porcello (il Gorilla Artemidoro, una delle creazioni più divertenti, visto che questo gigantesco animale umanizzato coabitava, accettato senza alcuna discussione, con Tom Porcello) passeggiava tranquillamente in una città dove spesso gli uomini erano graficamente degli uomini, divenendone una sorta di problematico amico, che finiva per essere una sorta di terremoto come era Nonna Abelarda per il suo adorato Volpetto o come era la Signora Carlomagno per i 3 P di Jacovitti. Ma con il passare del tempo Rebuffi si allontanò 5 dai mondi che aveva fino ad allora creato per dare vita invece, pur rimanendo all’interno del mondo degli animali umanizzati, ad universi nuovi legati spesso ad una rilettura ironica ed istrionica degli elementi basilari della fantascienza e della favolistica; basti pensare alla bella saga del Commesso viaggiatore spaziale creata per la ed. Cenisio (di cui si parla in un altro articolo) o alla presa in giro della tematica dei mondi paralleli, quelli che vedono all’opera l’Ottag, che mette nei pasticci ed aiuta nello stesso tempo un povero autore di fumetti (che Giorgio ormai si vedesse in questa caricatura dolente, ma divertita?). Per i più piccoli creò per La Vispa Teresa un bel racconto in una serie a puntate, in cui due pupazzetti, Tita e Totò, compivano un lungo, gradevole viaggio, capace di affascinare i lettori più giovani, in tutta una serie di mondi, in cui incontravano strani abitatori più a loro agio nel mondo delle favole che in quello umano. Nel 1966, sotto l’egida di Michelino, mise a fuoco uno strano trio campagnolo composto da un coniglio (niente a che fare con Conny; qua ci si trova di fronte ad un fattore sicuro di sé e padrone di una fattoria), che ha come compagni di avventure la coniglietta Pukki, un vampiro, Baby, ed un maiale, Gruffo Setoloni, inseriti in una serie di avventure di sapore campagnolo; un’altra serietta vedeva alcuni personaggi che parodiavano i fumetti di fantascienza degli anni cinquanta, che vedevano solitamente i protagonisti conquistare con somma facilità ogni tipologia di pianeta. Protagonista era un bimbo, Euclide, accompagnato dal robot Rotellino, che con il loro disco volante andavano alla scoperta di mondi strani e divertenti. Di queste due serie abbiamo voluto offrirvi un piacevole assaggio composto da due storie complete; non è escluso che ve ne proporremo altre. Pugacioff