IL LEOPARDO IRANIANO (Panthera pardus saxicolor)

Fondazione Bioparco di Roma
AL BIOPARCO È NATO UN LEOPARDO IRANIANO
Felino ad alto rischio di estinzione
I genitori sono Bahar e Silki e hanno entrambi 4 anni;
Bahar proviene dal Giardino zoologico di Budapest,
mentre la femmina Silki dallo Zoo Parc di Beauval
(Francia). Sono al Bioparco entrambi dal 2008.
“È una nascita importante per il Bioparco – sottolinea il
Presidente della Fondazione Bioparco di Roma, Paolo
Giuntarelli - il leopardo Iraniano è infatti di una delle più
minacciate tra le 24 sottospecie di leopardo conosciute;
in natura ne sopravvivono solo un migliaio di individui.
L’ultima nascita di leopardo nella nostra struttura risale
al lontano 1991”.
La coppia e il piccolo fanno parte di una sottospecie di
leopardo classificata dall’IUCN (l’Unione Mondiale per la
Conservazione della Natura) come endangered (ovvero
ad alto rischio di estinzione in natura), rientra infatti in un
progetto gestito dall’EAZA, l'Associazione Europea di
Zoo e Acquari, che promuove la cooperazione finalizzata
alla conservazione della Natura, in particolare attraverso
il coordinamento internazionale dei programmi di
riproduzione in cattività di specie selvatiche (EEP).
In natura i principali pericoli per questi animali sono
costituiti dalla frammentazione dell’habitat e dal
bracconaggio per il commercio illegale della pelliccia e
per la predazione esercitata sul bestiame domestico.
IL LEOPARDO IRANIANO (Panthera pardus saxicolor)
È una delle sottospecie di leopardo di maggiori dimensioni e vive nelle aree montuose comprese tra Iran,
Turkmenistan e Afghanistan.
Come tutti i leopardi, è un animale territoriale e solitario; maschio e femmina rimangono insieme per brevi
periodi di tempo solo durante la stagione degli accoppiamenti.
Dopo circa 3 mesi di gestazione nascono fino a 3 piccoli che rimangono con la madre per quasi due anni,
imparando da lei le tecniche di caccia. Le prede principali sono cinghiali, capre e pecore selvatiche che vengono
cacciate all’agguato, soprattutto di notte, utilizzando l’udito e la vista particolarmente sviluppati.
Credit foto: M. Di Giovanni – Archivio Bioparco