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IL TEMA SCIENTIFICO
LA RICERCA CONTINUA
Corbis
L’angiogenesi e la metastasi
La disseminazione si blocca
attivando i guerrieri del CORPO
di Daniela Ovadia
Fondamentale prosegue il suo
viaggio nel mondo della ricerca sulle
metastasi iniziato nel numero scorso.
Tra le strategie più promettenti
vi sono i farmaci che bloccano
l’angiogenesi e gli studi per
potenziare il sistema immunitario
La voce dei testimoni
Aldo ha 40 anni. Abita in Valtellina ed è uno scalatore di grande
esperienza. La sua forma fisica, però, non lo ha aiutato a evitare il
melanoma, un cancro della pelle legato all'esposizione al sole. Per
molti mesi Aldo non ha dato peso alla macchia che stava crescendo
sul braccio e solo quando la moglie ha insistito si è fatto vedere dal
dermatologo. La diagnosi è stata un vero colpo: non solo si trattava di
un tumore maligno, ma era anche stato trascurato e quindi aveva già
mandato in giro cellule pericolose. La statistica non era favorevole ad
Aldo, che già si vedeva spacciato: proprio in quel periodo, però,
arrivava nelle corsie il primo vaccino contro il melanoma. “Si tratta di
far capire al tuo sistema immunitario che se incontra una cellula
tumorale, la deve eliminare” gli spiegò il medico. Dopo un ciclo di
chemioterapia, Aldo fu quindi sottoposto alla nuova cura che, fino a
ora, dimostra di aver avuto successo. Il giovane si sente
particolarmente fortunato perché sa che questa terapia non funziona
in tutti i casi e che quindi altre persone, nelle sue stesse condizioni,
non hanno ottenuto risultati altrettanto brillanti.
uando un tumore si
forma nell’organismo
umano, comincia a
produrre diverse sostanze che
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modificano il comportamento
normale dell’organismo stesso.
Alcune di queste, per esempio,
servono a ingannare il sistema
immunitario, cioè quel com- di Milano. “Eppure è quanto
plesso di molecole e cellule accade: solo di recente si è
specializzate che di norma compreso in che modo il sistedifende il corpo dai pericoli ma immunitario ccontribuisce
esterni ed interni. Ciò signifi- al fenomeno cancro e sopratca, per esempio, che i sistemi tutto attraverso quali meccadi difesa che eliminano le cel- nismi il tumore è in grado di
lule potenzialmente pericolose privare l’organismo delle sue
vengono di fatto inattivati. difese naturali”.
“Secondo la teoria della sorveIn realtà gli studi sull'imglianza immunitaria, le cellule munologia dei tumori non si
tumorali, che hanno un aspet- sono mai interrotti, ma in
to diverso da
anni recenti
quelle normali, Le cellule tumorali sono tornati
non dovrebberibalta persanno ingannare alla
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luogo a metainteressanti in
del malato
stasi spostanparticolare nel
dosi da un organo all'altro” campo della terapia delle
spiega Giorgio Parmiani, metastasi, che compaiono solo
direttore dell'Unità di immu- se qualche cellula maligna è
noterapia dei tumori umani riuscita a staccarsi dal proprio
dell'Istituto nazionale tumori luogo di origine.
FACILMENTE
RICONOSCIBILI
“Gli studi si sono concentrati innanzitutto sulle caratteristiche delle cellule tumorali: abbiamo così scoperto
che queste trasportano, sulla
propria superficie, determinate proteine, chiamate antigeni, che il più delle volte
sono specifiche, ovvero non
compaiono sulle cellule sane.
Queste scoperte hanno consentito di mettere a punto
test diagnostici in grado di
individuare la presenza di
cellule maligne nell’organismo ma hanno anche aperto
la via a terapie specifiche”
continua Parmiani.
Paradossalmente la scoperta degli antigeni specifici
del tumore ha reso ancor più
incomprensibile la mancata
eliminazione degli elementi
più pericolosi da parte dei
sistemi di difesa, finché gli
scienziati non hanno capito
anche che il tumore mette in
circolo determinate sostanze
in grado di bloccare il funzionamento dei linfociti, ovvero
delle cellule che dovrebbero
eliminare l’intruso. Non
solo: vi sono diversi tipi di
linfociti, che agiscono talvolta in modo diametralmente
opposto. “Il tumore è capace
di potenziare le cellule di
difesa che agiscono a suo
favore, inibendo di fatto
quelle potenzialmente pericolose per la sua sopravvivenza” continua Parmiani. “Il
cancro è quindi una sorta di
fabbrica di sostanze che bloccano i tentativi di guarigione
del corpo”.
L’immunologia dei tumori
sta cercando di porre un
freno a questi fenomeni,
insegnando all’organismo
malato a riconoscere le cellu-
Quando la cellula tumorale giunge a destinazione nell’organo nel quale si formerà la metastasi,
produce una serie di sostanze in grado di favorire la crescita di nuovi vasi sanguigni: una delle
principali è il VEGF, contro cui agisce il bevacizumab, un farmaco biologico recentemente
commercializzato.
Lo scopo di questo fenomeno, noto col nome di angiogenesi, è quello di aumentare la quantità di
sostanze nutritizie di cui la nuova massa può disporre.
le cancerose malgrado i tentativi di ‘depistaggio’.
È questo il ruolo dei
cosiddetti vaccini anticancro,
così chiamati per analogia
con i vaccini che combattono
le malattie infettive, anche se
in questo caso la faccenda è
molto più complessa. “Sono
al momento disponibili vaccini contro il melanoma
metastatico (cioè che ha già
mandato in giro cellule
potenzialmente pericolose),
alcuni dei quali in sperimentazione, grazie anche a fondi
di AIRC, presso l’INT di
Milano”. La sperimentazione
in corso tenta di orientare il
sistema immunitario del
paziente agendo su più fronti: da una parte il malato di
melanoma, dopo esser stato
operato, viene vaccinato contro il proprio tumore per
facilitarne il riconoscimento
da parte dei linfociti, o globuli bianchi; dall’altro al
paziente viene somministrato
un farmaco che blocca la produzione di un tipo particolare di linfociti T ‘venduti al
nemico’. Si tratta infatti di
globuli bianchi che invece di
attaccare il tumore attaccano
gli altri sistemi di difesa,
inattivandoli. “Con questa
doppia strategia speriamo di
ottenere un successo maggiore che col solo vaccino” spiega Parmiani “e di aumentare
le percentuali di efficacia
della cura”.
Il melanoma è solo uno
dei tumori contro i quali si
sta tentando di mettere a
punto un ‘tonico’ per il sistema immunitario: altre sperimentazioni sono in corso,
anche in Italia, per la terapia
del tumore del colon-retto,
della prostata, del fegato, del
sangue. “In quasi tutti i casi
si utilizzano proteine prodotte dal tumore o parti di
esse, quindi sostanze che non
provocano quasi effetti collaterali” conclude Parmiani.
“E i risultati migliori si
ottengono proprio nelle
forme metastatiche, cioè in
quelle più gravi, nelle quali
la chirurgia è efficace solo in
parte e non può eliminare
del tutto la malattia”.
TAGLIARE I
RIFORNIMENTI
Quando una cellula tumorale si stacca e va a colonizzare un organo lontano, ha
bisogno, per moltiplicarsi, di
un grosso apporto di sostanze
nutritive. Per ottenerle, fin
dalle sue prime fasi di cresciFondamentale giugno 2006 5
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ta, produce sostanze in grado bevacizumab. “Questo fardi aumentare il numero di maco è stato approvato negli
vasi sanguigni che irrorano la Stati Uniti nel 2004 per la
nuova massa tumorale. Que- cura del cancro del colon
sto fenomeno, noto con il metastatico e ha ottenuto
nome di angiogenesi, è uno buoni risultati” spiega Dejadei possibili bersagli delle na. “Ora, infatti, si sta estennuove terapie. “Senza angio- dendo il suo utilizzo anche
genesi non ci sarebbero nep- ad altre forme oncologiche,
pure le metastasi tumorali” come il tumore al polmone,
spiega Elisabetta Dejana, al rene e alla mammella,
responsabile del Laboratorio sempre nella forma che ha
angiogenesi presso l’Istituto già dato luogo a metastasi”.
Il VEGF è un
FIRC di oncologia
molecolare
di Il nuovi vasi bersaglio importante, ma nei laboMilano. “Molti
tumori, infatti, portano cibo ratori di Dejana si
al tumore studiano anche
rimangono allo
stato quiescente secondario altri possibili fattori contro i quali
per molto tempo,
anche per anni. Talvolta, un farmaco intelligente
dopo aver subito un inter- potrebbe ottenere buoni
vento per eliminare un risultati. “I fattori angiogeprimo tumore, il paziente netici sono molti e bisogna
non presenta sintomi per cercare di bloccarne il più
diverso tempo. All’improvvi- possibile” conclude Dejana.
so, però, può fare la sua Vi sono infatti allo studio
comparsa la metastasi. È anche altri farmaci, come il
ormai assodato che uno dei bortezomib o la talidomide,
primi atti che sancisce il che hanno dimostrato di
risveglio delle cellule che avere la capacità di uccidere
sono rimaste in letargo è la le cellule tumorali bloccando
sintesi di sostanze proangio- l’arrivo dei rifornimenti.
Fermare la formazione dei
genetiche, cioè di fattori che
facilitano la crescita di nuovi nuovi vasi potrebbe anche
vasi e quindi l’arrivo di essere la chiave per impedire
nutrimento per alimentare la la disseminazione dei tumomoltiplicazione delle cellule ri: per partire alla conquista
di altri organi, le cellule
maligne”.
Le sostanze proangiogene- maligne viaggiano all’interno
tiche sono tante, ma una del sistema circolatorio ed è
delle più importanti è il proprio attraverso la fitta
VEGF, acronimo dell’inglese rete di capillari all’interno
‘vascular endothelial growth della massa tumorale primifactor’ o fattore di crescita genea che trovano la porta
vascolare endoteliale. Pro- d'ingresso. Una porta che i
prio contro questa sostanza è nuovi farmaci potrebbero
disponibile da poco tempo chiudere.
2/ continua
un farmaco biologico, il
IL VOSTRO
CONTRIBUTO È
6 Fondamentale aprile 2006
QUI!
Anche questo filone di ricerca rientra
nei progetti finanziati dall’AIRC.