4-6 metasta giu_06 ccc 23-05-2006 16:20 Pagina 4 IL TEMA SCIENTIFICO LA RICERCA CONTINUA Corbis L’angiogenesi e la metastasi La disseminazione si blocca attivando i guerrieri del CORPO di Daniela Ovadia Fondamentale prosegue il suo viaggio nel mondo della ricerca sulle metastasi iniziato nel numero scorso. Tra le strategie più promettenti vi sono i farmaci che bloccano l’angiogenesi e gli studi per potenziare il sistema immunitario La voce dei testimoni Aldo ha 40 anni. Abita in Valtellina ed è uno scalatore di grande esperienza. La sua forma fisica, però, non lo ha aiutato a evitare il melanoma, un cancro della pelle legato all'esposizione al sole. Per molti mesi Aldo non ha dato peso alla macchia che stava crescendo sul braccio e solo quando la moglie ha insistito si è fatto vedere dal dermatologo. La diagnosi è stata un vero colpo: non solo si trattava di un tumore maligno, ma era anche stato trascurato e quindi aveva già mandato in giro cellule pericolose. La statistica non era favorevole ad Aldo, che già si vedeva spacciato: proprio in quel periodo, però, arrivava nelle corsie il primo vaccino contro il melanoma. “Si tratta di far capire al tuo sistema immunitario che se incontra una cellula tumorale, la deve eliminare” gli spiegò il medico. Dopo un ciclo di chemioterapia, Aldo fu quindi sottoposto alla nuova cura che, fino a ora, dimostra di aver avuto successo. Il giovane si sente particolarmente fortunato perché sa che questa terapia non funziona in tutti i casi e che quindi altre persone, nelle sue stesse condizioni, non hanno ottenuto risultati altrettanto brillanti. uando un tumore si forma nell’organismo umano, comincia a produrre diverse sostanze che Q 4 Fondamentale giugno 2006 modificano il comportamento normale dell’organismo stesso. Alcune di queste, per esempio, servono a ingannare il sistema immunitario, cioè quel com- di Milano. “Eppure è quanto plesso di molecole e cellule accade: solo di recente si è specializzate che di norma compreso in che modo il sistedifende il corpo dai pericoli ma immunitario ccontribuisce esterni ed interni. Ciò signifi- al fenomeno cancro e sopratca, per esempio, che i sistemi tutto attraverso quali meccadi difesa che eliminano le cel- nismi il tumore è in grado di lule potenzialmente pericolose privare l’organismo delle sue vengono di fatto inattivati. difese naturali”. “Secondo la teoria della sorveIn realtà gli studi sull'imglianza immunitaria, le cellule munologia dei tumori non si tumorali, che hanno un aspet- sono mai interrotti, ma in to diverso da anni recenti quelle normali, Le cellule tumorali sono tornati non dovrebberibalta persanno ingannare alla ro essere in ché hanno peril sistema grado di sfuggimesso di otteimmunitario re e di dar nere risultati luogo a metainteressanti in del malato stasi spostanparticolare nel dosi da un organo all'altro” campo della terapia delle spiega Giorgio Parmiani, metastasi, che compaiono solo direttore dell'Unità di immu- se qualche cellula maligna è noterapia dei tumori umani riuscita a staccarsi dal proprio dell'Istituto nazionale tumori luogo di origine. FACILMENTE RICONOSCIBILI “Gli studi si sono concentrati innanzitutto sulle caratteristiche delle cellule tumorali: abbiamo così scoperto che queste trasportano, sulla propria superficie, determinate proteine, chiamate antigeni, che il più delle volte sono specifiche, ovvero non compaiono sulle cellule sane. Queste scoperte hanno consentito di mettere a punto test diagnostici in grado di individuare la presenza di cellule maligne nell’organismo ma hanno anche aperto la via a terapie specifiche” continua Parmiani. Paradossalmente la scoperta degli antigeni specifici del tumore ha reso ancor più incomprensibile la mancata eliminazione degli elementi più pericolosi da parte dei sistemi di difesa, finché gli scienziati non hanno capito anche che il tumore mette in circolo determinate sostanze in grado di bloccare il funzionamento dei linfociti, ovvero delle cellule che dovrebbero eliminare l’intruso. Non solo: vi sono diversi tipi di linfociti, che agiscono talvolta in modo diametralmente opposto. “Il tumore è capace di potenziare le cellule di difesa che agiscono a suo favore, inibendo di fatto quelle potenzialmente pericolose per la sua sopravvivenza” continua Parmiani. “Il cancro è quindi una sorta di fabbrica di sostanze che bloccano i tentativi di guarigione del corpo”. L’immunologia dei tumori sta cercando di porre un freno a questi fenomeni, insegnando all’organismo malato a riconoscere le cellu- Quando la cellula tumorale giunge a destinazione nell’organo nel quale si formerà la metastasi, produce una serie di sostanze in grado di favorire la crescita di nuovi vasi sanguigni: una delle principali è il VEGF, contro cui agisce il bevacizumab, un farmaco biologico recentemente commercializzato. Lo scopo di questo fenomeno, noto col nome di angiogenesi, è quello di aumentare la quantità di sostanze nutritizie di cui la nuova massa può disporre. le cancerose malgrado i tentativi di ‘depistaggio’. È questo il ruolo dei cosiddetti vaccini anticancro, così chiamati per analogia con i vaccini che combattono le malattie infettive, anche se in questo caso la faccenda è molto più complessa. “Sono al momento disponibili vaccini contro il melanoma metastatico (cioè che ha già mandato in giro cellule potenzialmente pericolose), alcuni dei quali in sperimentazione, grazie anche a fondi di AIRC, presso l’INT di Milano”. La sperimentazione in corso tenta di orientare il sistema immunitario del paziente agendo su più fronti: da una parte il malato di melanoma, dopo esser stato operato, viene vaccinato contro il proprio tumore per facilitarne il riconoscimento da parte dei linfociti, o globuli bianchi; dall’altro al paziente viene somministrato un farmaco che blocca la produzione di un tipo particolare di linfociti T ‘venduti al nemico’. Si tratta infatti di globuli bianchi che invece di attaccare il tumore attaccano gli altri sistemi di difesa, inattivandoli. “Con questa doppia strategia speriamo di ottenere un successo maggiore che col solo vaccino” spiega Parmiani “e di aumentare le percentuali di efficacia della cura”. Il melanoma è solo uno dei tumori contro i quali si sta tentando di mettere a punto un ‘tonico’ per il sistema immunitario: altre sperimentazioni sono in corso, anche in Italia, per la terapia del tumore del colon-retto, della prostata, del fegato, del sangue. “In quasi tutti i casi si utilizzano proteine prodotte dal tumore o parti di esse, quindi sostanze che non provocano quasi effetti collaterali” conclude Parmiani. “E i risultati migliori si ottengono proprio nelle forme metastatiche, cioè in quelle più gravi, nelle quali la chirurgia è efficace solo in parte e non può eliminare del tutto la malattia”. TAGLIARE I RIFORNIMENTI Quando una cellula tumorale si stacca e va a colonizzare un organo lontano, ha bisogno, per moltiplicarsi, di un grosso apporto di sostanze nutritive. Per ottenerle, fin dalle sue prime fasi di cresciFondamentale giugno 2006 5 4-6 metasta giu_06 ccc 23-05-2006 16:21 Pagina 6 IL TEMA SCIENTIFICO Corbis ta, produce sostanze in grado bevacizumab. “Questo fardi aumentare il numero di maco è stato approvato negli vasi sanguigni che irrorano la Stati Uniti nel 2004 per la nuova massa tumorale. Que- cura del cancro del colon sto fenomeno, noto con il metastatico e ha ottenuto nome di angiogenesi, è uno buoni risultati” spiega Dejadei possibili bersagli delle na. “Ora, infatti, si sta estennuove terapie. “Senza angio- dendo il suo utilizzo anche genesi non ci sarebbero nep- ad altre forme oncologiche, pure le metastasi tumorali” come il tumore al polmone, spiega Elisabetta Dejana, al rene e alla mammella, responsabile del Laboratorio sempre nella forma che ha angiogenesi presso l’Istituto già dato luogo a metastasi”. Il VEGF è un FIRC di oncologia molecolare di Il nuovi vasi bersaglio importante, ma nei laboMilano. “Molti tumori, infatti, portano cibo ratori di Dejana si al tumore studiano anche rimangono allo stato quiescente secondario altri possibili fattori contro i quali per molto tempo, anche per anni. Talvolta, un farmaco intelligente dopo aver subito un inter- potrebbe ottenere buoni vento per eliminare un risultati. “I fattori angiogeprimo tumore, il paziente netici sono molti e bisogna non presenta sintomi per cercare di bloccarne il più diverso tempo. All’improvvi- possibile” conclude Dejana. so, però, può fare la sua Vi sono infatti allo studio comparsa la metastasi. È anche altri farmaci, come il ormai assodato che uno dei bortezomib o la talidomide, primi atti che sancisce il che hanno dimostrato di risveglio delle cellule che avere la capacità di uccidere sono rimaste in letargo è la le cellule tumorali bloccando sintesi di sostanze proangio- l’arrivo dei rifornimenti. Fermare la formazione dei genetiche, cioè di fattori che facilitano la crescita di nuovi nuovi vasi potrebbe anche vasi e quindi l’arrivo di essere la chiave per impedire nutrimento per alimentare la la disseminazione dei tumomoltiplicazione delle cellule ri: per partire alla conquista di altri organi, le cellule maligne”. Le sostanze proangiogene- maligne viaggiano all’interno tiche sono tante, ma una del sistema circolatorio ed è delle più importanti è il proprio attraverso la fitta VEGF, acronimo dell’inglese rete di capillari all’interno ‘vascular endothelial growth della massa tumorale primifactor’ o fattore di crescita genea che trovano la porta vascolare endoteliale. Pro- d'ingresso. Una porta che i prio contro questa sostanza è nuovi farmaci potrebbero disponibile da poco tempo chiudere. 2/ continua un farmaco biologico, il IL VOSTRO CONTRIBUTO È 6 Fondamentale aprile 2006 QUI! Anche questo filone di ricerca rientra nei progetti finanziati dall’AIRC.