Scuola Il sistema maggiore di istocompatibilità: struttura e tipizzazione HLA Prof. Amedeo Amedei Dipartimento Medicina Interna [email protected] 1 Major Histocompatibility Complex Gruppo di geni polimorfici costituito da 30 unità (ad oggi): cromosoma 6 (uomo), 17 ( topo). Proteine Tradotte: Proteine del MHC espresse sulla membrana cellulare, 21 Idrossilasi, Frazioni del complemento C4B,C4A,BF e C2, Proteina chaperone HSP70 , proteine della famiglia del TNF. Due principali classi MHC: la classe I (MHC-I: tre copie per ogni cromosoma) e la classe II (MHC-II: sei copie per ogni cromosoma). Essi sono responsabili di situazioni fisiologiche, e talvolta patologiche, nettamente differenti nell'ambito dell'organismo. I prodotti dei geni MHC-I sono antigeni direttamente implicati nel fenomeno del rigetto, quelli che derivano dall' MHC-II sono attivi nei fenomeni di cooperazione cellulare che si verificano nell'ambito della risposta immunitaria. Nell'uomo l'MHC prende il nome di Human leukocyte antigen (HLA). 2 Major Histocompatibility Complex Le molecole di Classe I vengono espresse pressoché su tutte le cellule nucleate (in cellule prive di nucleo, come i globuli rossi, poco espressi) e sono formate da un polipeptide transmembrana di 44.000 dalton, codificato dall'MHC, associato alla β2-microglobulina, una molecola invariante di 15.000 dalton codificata dal cromosoma 15. Le molecole HLA di Classe II sono presenti solo su alcune cellule immunocompetenti: APC (antigen presenting cell), quali cellule dentritiche, linfociti B e macrofagi. Inoltre la loro presenza, anche su queste cellule, non è costante, ma soggetta a modulazione, a seconda dello stato di attivazione della cellula. Questa espressione viene modulata dalla presenza o meno di alcune interleuchine. Le molecole di Classe II sono proteine di membrana eterodimeriche, formate cioè da una catena α (che varia fra i 33.000 e i 34.000 dalton), e da una catena β (fra i 28.000 e i 29.000 dalton), entrambe codificate dall'MHC. C'è poi una terza catena, detta invariante, che non attraversa la membrana cellulare. 3 Major Histocompatibility Complex Sia le molecole di classe I che quelle di classe II fungono da bersaglio per i linfociti T, che regolano la risposta immunitaria. Affinché un antigene venga legato su una molecola di membrana MHC dev'essere processato ( processo al termine del quale si legherà ad una molecola MHC classe I o II). Processazione in fase citosolica (comune per proteine di derivazione virale) l'Ag si legherà ad MHC I implicando l'attivazione dei linfociti T "citotossici" o "CD8+", effettori diretti delle risposta immunitaria specifica cellulo-mediata, che lisano le cellule che li hanno attivati. Processazione esclusivamente in vescicole endosomiali (tipico per proteine di derivazione batterica), L'Ag si legherà ad una molecola MHC II ed attivazione dei linfociti T "helper" o "CD4+". Questi svolgono la propria attività producendo citochine che contribuiranno all'attivazione di linfociti B(linea Th2) o all'attività citotossica dei linfociti T CD8+ o dei fagociti mononucleati ( lineaTh1). 4 Sistema HLA Insieme di geni localizzati sul cromosoma 6 (6p21.3) Parte della regione genetica MHC (Major Histocompatibility Complex) MHC = 4 x 106 paia di basi (0,1 % genoma nucleare): HLA classe I 1/3 della porzione HLA classe II HLA classe III (complemento, ormoni, altri geni indefiniti) Struttura Molecolare dei geni: simile per i geni di classe I e II sequenza di introni (non codificanti e di regolazione) ed esoni (codificanti) Piccole differenze che rispecchiano differenze strutturali 5 HLA Classe I 3 loci funzionanti: HLA-A, HLA-B, HLA-C Glicoproteine altamente polimorfe espresse sulla membrana cellulare Classe I : geni codificano per la catena a dell’eterodimero a/b b = b2-microglobulina (cromosoma 15), fondamentale per l’espressione del complesso Sruttura: 4 regioni extracellulari: 3 a (a1,a2, a3) 1 b2-microglobulina Catena a = aa idrofobici (ancoraggio) + regione intracitoplasmatica Elevato Polimorfismo: 50-100 alleli (topo – uomo) Esigenza Tipizzazione (impossibile trovare due individui uguali) 6 HLA Classe I Meccanismi alla base della eterogenicità: Sostituzioni di singoli nucleotidi Ricombinazioni Reciproche Conversioni Geniche Espressione:Tutte le cellule nucleate (no eritrociti) Eccezioni: cell. Nervose, spermatozoi, cell.ossee Differenza di concentrazione Funzione HLA Classe I: Presentazione Peptidi ai T CD8 Fibroblasti Cell. Nervose Cell. Muscolari Bassi Livelli APC Alti Livelli Domini a1 ed a2 7 HLA Classe II Espressione: numero limitato di cellule Dopo stimolazione con INF-g Trasformazione neoplastica Cell. Epiteliali del Timo APC Precursori Mieloidi ed Eritroidi Struttura : catena a + catena b (legame no covalente) Cell. Endoteliali Cell. Gastriche Linfociti T Nell’uomo = 3 Famiglie di geni e proteine: HLA-DR, HLA-DQ, HLA-DP Caratteristica = Elevato Polimorfismo Geni per le classi degli eterodimeri a/b : DR = DRb1, DRb2, DRa DQ = DQb e DQa DP = DPb e DPa 8 HLA Classe II Ruolo: presentazione peptidi ai linfociti T helper Le differenti molecole di classe II = responsabili varietà individuale della risp. Imm. Ag Regolazione della risposta immune: cell. epiteliali del Timo = tolleranza del self Restrizione del fenomeno citotossico per i linfociti T CD4+ citotossici 9 Major Histocompatibility Complex MHC •Regione genomica conservata presente in tutti vertebrati HLA Human Leukocyte Antigen Negli anfibi (xenopus) sono presenti geni di classe I,II e III in stretto linkage tra loro, il che suggerisce l’ipotesi che questa regione possa essere presente da più di 370 milioni di anni 10 11 The biological importance of HLA Nature had certainly not maintained a polymorphism such as that of HLA only to frustrate transplant surgeons. (Ceppellini, 1967) 12 13 Processamento e presentazione dell’Ag: tappe principali •Endocitosi dal compartimento extracellulare all’interno delle APC •Processamento dell’Ag in specifici compartimenti cellulari con generazione di frammenti peptidici •Legame del peptide alle molecole di MHC di classe II all’interno di particolari vescicole •Espressione del complesso MHC-peptide sulla superficie cellulare •Riconoscimento del complesso da parte dei linfociti TH 14 Presentazione dell’antigene in associazione a molecole MHC di classe I 15 HLA 16 Molecole HLA Le molecole di classe I sono il risultato dell’assemblaggio di una catena pesante a codificata dai geni MHC e da una catena leggera, la b 2-microglobulina il cui gene è situato sul cromosoma 15. La catena pesante è suddivisa in tre porzioni (dominii) di cui la 1° e la 2° sono polimorfiche. 17 Struttura terziaria La variabilità è massima in tre regioni dei primi due dominii:le posizioni da ~60 a 83; da 92 a ~120 e da ~ 145 a 165. Queste aree sono anche chiamate regioni ipervariabili (HVR - in analogia con la terminologia delle immunoglobuline). dominio a1 dominio a2 dominio a3 18 Posizione nella sequenza Le molecole di classe II, sostanzialmente simili a quelle di classe I, sono costituite da una catena a e una catena b codificate da geni della regione MHC. Entrambe le catene hanno due dominii e partecipano, con il primo, alla formazione della tasca ABC: la diversità è situata nel dominio-b1, dell’esone 2, Catena a Catena b Struttura terziaria 19 Base Molecolare dei tipi e delle varianti MHC POLIGENIA Monogenia : un gene è responsabile da solo per la presenza di un Molti geni MHC di classe I e di classe II codificano per tipi carattere (p.e. gene del daltonismo nell’uomo): differenti di molecole MHC con un range di specificità di legame per il peptide da presentare Poligenia : per determinare un carattere specifico servono diversi geni che si possono trovare anche su diversi cromosomi POLIMORFISMO Presenza ad in singolo locus genetico di varianti (alleli) con POLIGENIA ADDITIVA: Quando ogni gene, preso frequenza >1% in una popolazione. singolarmente, avrebbe unil effetto piuttosto limitato, ma in grado I geni MHC presentano massimo grado di polimorfismo noto di cumularsi con l'azione modesta, ma simile, degli altri Poligéni. I tipi e le varianti delle molecole MHC di un individuo non variano nel corso della sua vita. POLIGENIA COMPLEMENTARE: (geni modificatori) Quando l'azione dei delle poligéni non MHC si somma, contribuisce La diversità molecole esiste ma soprattutto a livello parzialmente di popolazione. alla formazione di un carattere complesso. Ciò è in netto contrasto con la diversità dei recettori dei linfociti T e B e delle 20 immunoglobuline che si riscontra nell’individuo stesso. HLA Posizione: braccio corto cromosoma 6 (6p21.3), a circa 6.000 Kb dal centromero una parte della regione MHC, che si estende per circa 4 milioni di paia di basi (pb), circa 0.1 % del genoma nucleare MHC = 2/3 geni HLA I e II, 1/3 HLA classe III (fattori complemento, ormoni, shock protein …) Disposizione (a partire dal centromero): 21 HLA Regione HLA: circa 4.000kb, 3 serie di loci che codificano per 3 tipi di molecole diverse Classe I, II e III. 22 23 Mappa dettagliata della regione HLA 24 HLA map 2005 25 Codominanza • La codominanza è un evento genetico che si riscontra quando due alleli si manifestano entrambi in modo completo, e quindi entrambi sono riconoscibili negli eterozigoti, dal punto di vista del fenotipo. • La codominanza si manifesta negli individui diploidi o poliploidi. Un individuo diploide (come l'uomo) è dotato di un doppio assetto cromosomico, i due cromosomi di una stessa coppia cromosomica porteranno due alleli (uno per ogni cromosoma) per uno stesso gene. Gli alleli possono essere uguali e dominanti (omozigote dominante), uguali e recessivi (omozigote recessivo) o diversi (eterozigote). Nell'eterozigote un allele (dominante) può prevalere sull'altro (recessivo) ed il fenotipo è determinato solo da un allele (quello dominante). In alcuni casi la dominanza può non essere completa ed in altri casi si può manifestare la codominanza: entrambi gli alleli si manifestano nel fenotipo. • Un esempio è il sistema sanguigno A,B,0, che è costituito da 3 alleli (IA,IB,I0), la cui combinazione determina 4 fenotipi (gruppi sanguigni): tipo A (IAIA o IAI0 ), B (IBIB o IB I0), 0 (I0 I0) ed AB (IA IB), IA IB sono dominanti su I0 e codominanti fra loro. Ogni allele specifica per un antigene (gli individui A avranno l'antigene A, i B l'antigene B, gli 0 nessun antigene e gli AB entrambi) che verrà riconosciuto da un anticorpo (tenendo presente che generalmente un individuo non produce anticorpi contro se stesso). Così un individuo A avrà l'antigene A, se il suo sangue viene trasferito in un individuo B, questo riconoscerà l'antigene come estraneo e svilupperà una azione immunitaria. I globuli rossi verranno agglutinati portando ad insufficienza nell'azione di alcuni organi ed anche la morte. Gli individui AB esprimono entrambi gli antigeni (codominanza) e quindi non sviluppano anticorpi, per questo sono detti accettori universali. Gli individui 0 non esprimono alcun antigene e quindi sono detti donatori 26 universali. genetica HLA alleli codominanti Es. locus A A2 A3 A1 A11 X A1 A3 A2 A3 A1 A11 A2 A11 27 genetica HLA A1 B8 DR3 A1 B8 DR3 A3 A2 B7 B12 DR2 DR7 i geni MHC tendono ad essere ereditati en bloc (aplotipi) A2 A3 B12 B7 DR7 DR2 X A3 A1 B7 B8 DR2 DR3 A11 B13 DR5 25% identità A11 A2 B13 B12 DR5 DR7 A11 B13 DR5 28 29 genetica HLA l’entità del polimorfismo Gli alleli HLA hanno mediamente bassa frequenza nella popolazione, tranne alcune eccezioni, e sono assai numerosi. HLA A 489 HLA B 830 HLA C 266 Se consideriamo solo i loci ABC, sono possibili: 489 x 830 x 266 = 107.961.420 teoriche* combinazioni alleliche! Estrema variabilità inter-individuale * v. “linkage disequilibrium” 30 NUMERO TEORICO COMBINAZIONI ATTESE A B C DRB1 attesi Alleli 489 X 830 X 266 X 463 = 49.986.137.460 31 32 Il polimorfismo e la specificità antigenica consiste: 1. in molteplici variazioni nucleotidiche nella sequenza (cui corrispondono sostituzioni aminoacidiche) § 5 10 15 20 25 A*01010101 - ----TCC CAC TCC ATG AGG TAT TTC TTC ACA TCC GTG TCC CGG CCC GGC CGC GGG GAG CCC CGC TTC ATC GCC GTG GGC A*02010101 --T --- --- --- --- --- --- --- --- ----- --- - -- --- --------- --- --- --- --- --A --- --- A*01010101 A*02010101 30 35 40 45 50 TAC GTG GAC GAC ACG CAG TTC GTG CGG TTC GAC AGC GAC GCC GCG AGC CAG AAG ATG GAG CCG CGG GCG CCG TGG --- ------- --- --- --- --- --- --- --- --- --------- --- -G- --- --- ----- ----- --- A*01010101 A*02010101 55 60 65 70 75 ATA GAG CAG GAG GGG CCG GAG TAT TGG GAC CAG GAG ACA CGG AAT ATG AAG GCC CAC TCA CAG ACT GAC CGA GCG --- ----- ----T --- --- --- --- --- GG- --- --- --- --A G-- --- ----- ----- --- C---- -T- A*01010101 A*02010101 80 85 90 95 100 AAC CTG GGG ACC CTG CGC GGC TAC TAC AAC CAG AGC GAG GAC G|GT TCT CAC ACC ATC CAG ATA ATG TAT GGC TGC ----G-- --- -- - --- ------- ----- --- --- -----C- -|- - --- --- --- G-- --- -GG --- --- --- --- § primi 100 codoni 33 genetica HLA come si mantiene il polimorfismo Il polimorfismo, anche nella regione HLA, è il risultato di eventi casuali (mutazioni, conversione genica, ecc.). Il suo mantenimento a livelli così elevati è il risultato dell’azione di forze selettive nel corso dell’evoluzione, tra cui sopratutto: • Pressione selettiva da parte di agenti patogeni = “Pathogen-driven balancing selection” (PDBS) → + probabile. Pathogen-driven selection and worldwide HLA class I diversity (Curr Biol. 2005 June 7; 15(11): 1022–1027) •Tipo di incrocio = “Assortative mating”: Positive assortative mating or Negative assortative mating 34 1) vantaggio dell’eterozigote Molecole MHC differenti sono in grado di legare diversi tipi di peptidi antigenici; pertanto gli eterozigoti per MHC presentano una grande varietà di peptidi patogeni in confronto a soggetti omozigoti. Maggiore resistenza ad agenti patogeni Vantaggio riproduttivo (fitness) Con incremento degli eterozigoti rispetto agli altri genotipi 35 2) selezione frequenza–dipendente La selezione si ritiene che abbia favorito i genotipi MHC rari in quanto i patogeni avrebbero maggiore probabilità di sviluppare meccanismi atti a evitare l’immunità MHCdipendente sostenuta da genotipi comuni. Maggiore resistenza ad agenti patogeni Vantaggio riproduttivo (fitness) la frequenza di alleli rari tende ad aumentare mentre la frequenza degli alleli comuni tende a diminuire (polimorfismo dinamico). 36 Replacement substitutions occur at a higher frequency than silent substitution Suggests that selective pressures may operate on MHC polymorphism Evolution of pathogens to evade MHC-mediated antigen presentation In south east China & Papua New Guinea up to 60% of individuals express HLA-A11 HLA-A11 binds an important peptide of Epstein Barr Virus Many EBV isolates from these areas have mutated this peptide so that it can not bind to HLA-A11 MHC molecules Evolution of the MHC to eliminate pathogens In west Africa where malaria is endemic HLA-B53 is commonly associated with recovery from a potentially lethal form of malaria 37 -tipo di incrocio = “assortative mating”: unioni preferenziali basate su una maggiore diversità per geni MHC rispetto ad unioni casuali. In questo caso l’MHC viene utilizzato per agire contro una identità genetica per loci altamente polimorfici al fine di conservare l’eterozigosi. 38 Applicazioni della Tipizzazione Tissutale Pazienti candidati al trapianto di midollo osseo o organi solidi HLA di urgenza (possibile donatore in punto di morte) Riconoscimento di paternità Associazione tra HLA e malattie Ricerca Biomedica 39 HLA e trapianti: Alla ricerca del donatore istocompatibile 40 Trapianto del midollo osseo e delle cellule staminali • • • • • • • • • Compatibilità HLA essenziale (per i trapianti solidi importante ma non imprescindibile) Persone HLA identiche: coppia formata da fratelli (uguali anche nelle zone non caratterizzate) o non consaguinei (fenotipi uguali ma non aplotipi) Preferenza donatore :1) gemello monozigote, 2) fratello HLA genotipicamente identico (25%), 3)familiare HLA compatibile (3-4 %), 4) donatore non apparentato HLA fenotipicamente identico, 5) donatore non apparentato diverso per 1 o + caratteristiche HLA, 6) familiare aploidentico. 70% dei TMO non donatore fra i familiari La frequenza genica è differente da popolazione a popopolazione Linkage disequilibrium (associazioni negative e positive) Aplotipi ancestrali (1/3 in alcune popolazioni caucasiche) 6.500.000 (3.500.000 tipizzati anche per DR) 80 % almeno un volontario HLAABDR, con anche compatibilità DRB1* (50%) Oggi tipizzazione ad alta risoluzione anche per gli alleli DRB,DQB1* e DPB1* 41 Ricerca di donatore non consaguineo • Il paziente tipizzato: HLA classe I ed i loci DRB1*, DRB3*, DRB4*, DRB5* e DQB1* • Standard IBMDR (Italian Bone Marrow Donor Registry ): compatibile quando fenotipicamente identico almeno per HLA-AB e gli alleli DRB1* (in diverse occasioni: anche differenze per una caratteristica HLA di classe I) 42 43 44 45 HLA e malattie 46 HLA & Malattie Alcune malattie sono associate alla presenza di un determinato HLA Definire una frequenza significativamente elevata rispetto alla popolazione sana RR = Frequenza Atg HLA negli affetti Frequenza Atg HLA nei sani RR > 1 = Associazione positiva RR < 1 = Associazione negativa RR = 1 = No Associazione Malattie a patogenesi immunitaria con caratt. a comune: eziologia multifattoriale familiarità (comp. ered. polig.) 47 HLA & Malattie 48 49 HLA-B27 Spondilite anchilosante 50 51 HLA come fattore di rischio nelle malattie autoimmunitarie Modello 1 alcune molecole HLA presentano meglio peptidi patogeni simili a peptidi “self” alle cellule T il risultato sarà una risposta autoimmunitaria Modello 2 alcune molecole HLA sono più o meno efficienti nella presentazione di peptidi “self” alle cellule T il risultato sarà una mancata selezione negativa e conseguente risposta autoimmunitaria 52 53 Diabete di tipo I • • • • • Nei giovani diabetici gli antigeni DR3 e/o DR4 sono presenti nel 97% dei casi (contro il 60% della popolazione); il genotipo DR3/DR4 ricorre nel 30% dei casi (contro il 6% della popolazione). Nella nostra etnia il DR4 sembra conferire maggiore rischio rispetto al DR3. La presenza di entrambi fa aumentare il rischio di quasi 10 volte (sempre nei confronti della popolazione). Sono particolarmente a rischio i fratelli HLA identici di un giovane diabetico: si ammalano di diabete nel 58% dei casi. Sono a rischio anche i fratelli HLA aploidentici che ammalano nel 37% dei casi Per i soggetti HLA DR3 e/o DR4 è auspicabile la tipizzazione degli alleli DQ La presenza di una acido aspartico alla posizione 57 dell'HLA DQb si è dimostrata fortemente protettiva per l'insorgenza del diabete. D'altra parte, la presenza nella stessa posizione degli aa Alanina, Valina o Serina, predispone allo sviluppo del diabete. Un analogo discorso può essere fatto in alcuni soggetti per l'arginina alla posizione 52 dell'HLA DQa E' possibile che queste regioni HLA siano implicate nel legame di peptidi importanti per l'inizio della reazione autoimmune contro il pancreas. Secondo calcoli matematici però, l'HLA è in grado di spiegare solo il 35 % circa della suscettibilità genetica. 54 55 56 Celiachia • • • • • • Condizione necessaria per sviluppare la celiachia è infatti la presenza sulla membrana delle cellule immunocompetenti di una molecola HLA di classe II (codificata dagli alleli a 0501 e b 0201), in grado di legare con alta affinità peptidi di gliadina e di presentarli agli specifici linfociti T. Quando la tipizzazione HLA veniva effettuata con tecniche sierologiche questa configurazione prendeva il nome di DQ2. In realtà non sempre al fenotipo DQ2 (identificato per via sierologica) corrisponde la presenza dell'eterodimero caratteristico della celiachia. L'eterodimero "celiaco" è sempre presente quando al DQ2 si associa il DR3 (aplotipo DQ2-DR3) e in soggetti con aplotipo DQ2-DR7/DR5. Nel primo caso, l'analisi di linkage ci mostra che sullo stesso cromosoma sono presenti sia i geni della catena a, A0501, che quelli della b, B0201, (configurazione in cis). Nel secondo caso i due geni si trovano su cromosomi diversi (in trans): sul cromosoma che esprime la specificità sierologia DR7 è presente la sequenza B 0201 per la catena b mentre sul cromosoma che esprime DR5 la sequenza A 0501 per la catena a. In una minoranza dei celiaci (8%) la predisposizione è legata al DQ8 associato al DR53, ugualmente dotato di alta affinità per la gliadina. Per quanto necessario, l'HLA non è però sufficiente a far sì che si sviluppi la malattia. Solo una piccola parte dei soggetti con gli HLA descritti (presenti quasi nel 40% della popolazione) hanno la celiachia. L'assenza degli HLA tipici ha comunque un elevato valore predittivo negativo nella diagnosi di celiachia. 57 Celiachia • Alcune molecole HLA sono state selezionate dall'evoluzione per la loro capacità di legare e presentare proteine appartenenti ai patogeni più comuni • Tra questi HLA, probabilmente è anche il DQ2, tipico del soggetto celiaco, (presente complessivamente in circa il 30% della popolazione) • Semplificando, possiamo ipotizzare che nell'era pre-agricola l'utilità dell'HLA DQ2 nella risposta alle infezioni (allora comuni) sia stata di gran lunga più importante della sua dannosità dovuta al riconoscimento del glutine (che in quell'epoca era quasi assente dall'alimentazione umana). Per questo motivo questo HLA sarebbe stato trasmesso così frequentemente dai nostri antenati. 58 59 60 61 62 63 HLA e Ricerca • Determinazione dei peptidi immunodominanti • Immunoterapia 64 Immunodominanza • Peptidi più immunogeni di altri • Programmi specifici in grado di predire quali peptidi di una singola proteina sono più immunodominanti • http://www.mpiibberlin.mpg.de/MAPPP/binding.html • http://www.imtech.res.in/raghava/propred/ 65 http://www.mpiib-berlin.mpg.de/MAPPP/binding.html ESAT-6: HLA A1 - 9 mers mteqqwnfagieaaasaiqgnvtsihslldegkqsltklaaawggsgseayqgvqqkwdatateln nalq Max. score that could've been reached using this molecule type 50 Rank Start position Sequence % of max. score Score 1 61 ATELNNALQ 40 % 20 2 0 MTEQQWNFA 36 % 18 3 42 WGGSGSEAY 34 % 17 4 46 GSEAYQGVQ 32 % 16 5 21 VTSIHSLLD 30 % 15 6 27 LLDEGKQSL 26 % 13 7 28 LDEGKQSLT 26 % 13 8 9 GIEAAASAI 20 % 10 9 22 TSIHSLLDE 20 % 10 10 56 KWDATATEL 20 % 10 11 14 ASAIQGNVT 18 % 9 12 29 DEGKQSLTK 16 % 8 66 http://www.imtech.res.in/raghava/propred/ ESAT-6: mteqqwnfagieaaasaiqgnvtsihslldegkqsltklaaawggsgseayqgvqqk wdatatelnnalq DRB1_0101: MTEQQWNFAGIEAAASAIQGNVTSIHSLLDEGKQSLTKLAAAWGGSGSE AYQGVQQKWDATATELNNALQ DRB1_0307: MTEQQWNFAGIEAAASAIQGNVTSIHSLLDEGKQSLTKLAAAWGGSGSEA YQGVQQKWDATATELNNALQ 67 HLA ed IMMUNOTERAPIA Cancro gastrico 68 ADENOCARCINOMA GASTRICO SUDDIVISO FENOTIPICAMENTE IN: • Carcinoma di “tipo intestinale” (+ frequente, prevalenza uomini > 50 anni) • Carcinoma di “tipo diffuso” (- frequente, uomini/donne: 45 anni) 69 Carcinogenesi 70 Trattamenti (Consolidati) Asportazione del tumore primitivo e dell’intera rete linfatica di drenaggio Rimozione chirurgica + Chemioterapia Rimozione chirurgica + Radioterapia Tasso di sopravivenza 5 anni: 15-35 % 87 % recidive loco-regionali 71 Trattamenti (Innovativi) Inibitori dell’ EGFR Agenti Anti-angiogenesi Promotori dell’apoptosi Immunoterapia Specifica (Pub med: 749 citazioni/119 rev.) 72 Immunoterapia 73 Antigeni Tumore-Associati CDX1- CDX2 ITF (Intestinal-Trefoil Factor) MAGE-1 MAGE-2 MAGE-3 c-ErB-1 c-ErB-2 Sart (1/2/3) lck Her-2/neu 74 Scopo Verificare risposta T specifica per antigeni (peptidi) tumorali in pazienti con adenocarcinoma gastrico Livello locale (isolamento e caratterizzazione fenotipica/ funzionale dei linfociti intratumorali) Livello periferico (isolamento e caratterizzazione fenotipica/ funzionale dei linfociti dal sangue periferico) 75 MESSA IN COLTURA DEL TESSUTO NEOPLASTICO PRELIEVO FRAMMENTAZIONE LAVAGGI CLONAZIONE AD ALTA EFFICIENZA TERRENO DI COLTURA (rIL-2) (7gg RPMI 1640 + 50U IL-2) SPECIFICITA’ LINEE CELLULARI T ATTIVATI PRODUZIONE CITOCHINE FUNZIONI CITOTOSSICHE 76 Peptidi Usati (GCAA) 16 • SART: Squamous cell carcinoma antigen recognized by T cells • Cyp: Peptidylprolyl isomerase B (cyclophilin B) • lck: lymphocyte-specific protein tyrosine kinase • ART: adenocarcinoma antigen • EIF4BP: elF-binding protein • ppMAPkkk: partial putative mitogen-activated protein kinase kinase kinase • WHSC2: Wolf-Hirschhorn syndrome candidate 2 protein • UBE2V: ubiquitin-conjugating enzyme variant Kua • HNRPL: heterogeneous nuclear ribonucleoprotein L 14 Amedei A .Cancer Immunol Immunother. 2009 77 Pazienti 8 Età media: 68 anni Asportazione del tumore primario No chemioterapia No immunosoppressione, Autoimmunità No Infezioni Aplotipo Pazienti 5: HLA- A02/24 8: HLA-A02 7: HLA-A24 78 Amedei A .Cancer Immunol Immunother. 2009 79 Linfociti T GCAA-specifici infiltrano il tessuto neoplastico Pazienti Cloni T CD4+: 65/437 (15 %) 30: peptidi HLA-A24 35: peptidi HLA-A02 Cloni T CD8+: 59/316 (18 %) 29: peptidi HLA-A24 30: peptidi HLA-A02 Controlli Cloni T CD4+: 0/282 Cloni T CD8+: 0/120 80 Repertorio delle GCAA-specificità dei cloni T 40 31 81 Clonicità dei linfociti T GCAA-specifici Batteria di 24 anticorpi monoclonali (TCR Vß Repertoire Kit, Beckman Coulter): Vß1, Vß2, Vß3, Vß4, Vß5.1, Vß5.2, Vß5.3, Vß7.1, Vß7.2, Vß8, Vß9, Vß11, Vß12,Vß13.1, Vß13.2,Vß13.6 Vß14, Vß16, Vß17, Vß18, Vß20, Vß21.3, Vß22 Vß23. 82 Effetto sulla proliferazione dei cloni GCAA-specifici degli Ab-HLA-I/II 38/65 (58%) = HLA class I-ristretti 83 Circa 1 clone CD4+ per paziente Riferimenti Bibliografici 84 Profilo Th1 dei cloni T TIL-derivati 17% CD4+ = Th0 25% CD8+ = Th0 Stimolazione: 48 Ag(10mg/ml) + 5 x 105 APC autologhe irradiate 85 Citotossicità (perforina-mediata) indotta dalla stimolazione con GCAA-peptidi Cell.Effettrice/Cell. Bersaglio = 10/1 CD8+= 44 Tc1 + 15 Tc0 100% CD4+= 50 Th1 + 11/15 Th0 94% I blasti T coltivati con le EBV-B autologhe, caricate con Ag-specifico e marcate Cr51 8 h 37 C° 86 Attività pro-apoptotica (Fas-FasL) dei cloni TIL-derivati Blasti stimolati (PMA10 ng/ml + Iono. 1mmol/ml) in presenza di cellule Jurkat Fas+ marcate Cr51 18 h 37 C° CD4+ = 50/ 65 (77%) CD8+ = 50/ 59 (85%) 87 88 Linfociti T GCAA-specifici nel sangue periferico dei pazienti con AG PBMC (3x 105) coltivati per 5 gg in presenza di terreno e terreno + GCAA antigene (10mg/ml) 14/ 20 (70%) PBMC pazienti proliferavano in presenza dei peptidi GCAA 4 (HLA-02+/HLA-A24+) : proliferavano a peptidi di ambedue le classi 6 (HLA-02+/HLA-A24-) : proliferavano a peptidi HLA-A02-ristretti 4 (HLA-02-/HLA-A24+) : proliferavano a peptidi HLA-A24-ristretti 6 pazienti + 15 controlli : non proliferavano a nessun peptide 89 Linee T GCAA-Indotte da PBMC dei pazienti con Adenocarcinoma gastrico 5 gg di stimolo con il peptide GCAA 7 gg con terreno + rIL-2 10 gg = valutazione intracitoplasmatica CKS Stimolo (6 h) = Pep (10mg/ml) + a-CD28 (1mg/ml) + a-CD49d (1mg/ml) 16/20 pazienti (80%) = linee GCAA-indotte 4 pazienti = no linee GCAA-indotte 6 pazienti = no proliferazione PBMC 3 pazienti (1.BB, 7.CS, 16.MG) = no cloni TIL-deriv 90 Profilo Th1 nelle linee GCAA-Indotte ed ottenute da PBMC Media : 15 % Media : 11 % 91 Conclusioni (i) Maggioranza dei cloni T (CD4+/CD8+) TIL-derivati e GCAA-peptidi-specifici mostra profilo citochinico Th1/Tc1 Artefatto della coltura in vitro (rIL-2) ?: studi precedenti mostrano predominanza di cloni T Th0 isolati da pazienti con gastrite cronica o Th2 se isolati da pazienti con Asma allergico. 92 Conclusioni (I) Simili percentuali di cloni T GCAA-peptide-specifici ottenuti dai CD8+ (18 %) e CD4+ (15%) ottenuti dai TIL della neoplasia gastrica Repertorio vario delle specificità dei cloni T peptide-specifici ottenuti dai TIL; Predominanza SART3 (24 cloni) e lck (32) 93 Conclusioni (i) 15% dei pazienti impossibile isolare ed espandere linfociti T GCAA-peptide-specifici No risposta ? Risposta debole (no rilevabile) ? 100 % cloni CD8+ e 94% cloni CD4+ presentano armamentario citotossicità (usando E-BVB autologhe + peptidi dei GCAA) 81% cloni TIL – derivati sono capaci di indurre apoptosi Fas-FasL (usando Jurkat cells + mitogeno) 94 Conclusioni (i) I cloni T derivati dai TIL isolati dal tessuto dell’Adenocarcinoma gastrico mostrano citotossicità specifica per i peptidi degli antigeni tumorali Importante requisito per rendere efficace l’immunoterapia del Cancro Gastrico 95 Conclusioni (iI) Linfociti T specifici per i peptidi GCAA evidenziati nel sangue periferico del 70 % Dei pazienti (14/20) con adenocarcinoma gastrico (proliferazione PBMC) Numero troppo basso di linfociti T tumore-specifici in circolo (metodica non sensibile) Confinamento dei linfociti T tumore-specifici 3/6 pazienti: 1.BB, 7.CS, 16.MG no isolamento linfociti T peptide-specifici 96 Conclusioni (iI) Stimolazione peptidespecifica 16/ 20 pazienti indotte linee GCAA-specifiche Molti linfociti evidenziano IFN-g intracitoplas. (Th1) ma poca/nulla IL-4 (Th0) 1.BB, 7.CS, 16.MG no induzione linee T peptide-specifiche 97 Ipotesi: Incapaci di montare risposta contro cellule della neoplasia gastrica Linfociti T GCAA-specifici Th1 e con spiccata attività citotossica Inefficaci nel bloccare la crescita tumorale 98 Condizioni In Vivo differenti dalle condizioni di attivazione in vitro dei linfociti T Tumore-specifici Inattivazione della risposta immune specifica Escape tumorale Produzione di fattori bloccanti (cks, etc) Arruolamento di linfociti T regolatori 99 Immunoterapia del cancro gastrico : Illusione o possibilità terapeutica? Possibilità Terapeutica: Inizio di un cammino ancora lungo Non importa, se stai procedendo molto lentamente; ciò che importa è che tu non ti sia fermato. Confucio A volte il vincitore è semplicemente chi non ha mai mollato Jim Morrison 100 Tipizzazione HLA (Tissutale) Tecnica Sierologica Test di Linfotossicità Complemento Dipendente Tecnica Biologia Molecolare PCR – SSP PCR – SSO PCR - RFLP 101 Test di Linfotossicità Complemento Dipendente Antigeni caratterizzati tramite utilizzo di Alloanticorpi naturali che fissandosi Agli antigeni HLA che sono presenti sulle cell. bersaglio attivano il complemento Disporre di una serie di antisieri in grado di riconoscere le diverse specificità HLA Antisieri monoclonali o alloantisieri Metodica: Estrazione dei linfociti: una provetta per classe: 4 ml (Classe I) 2 ml (Classe II) 100 ml di biglie immunogenetiche (ant. Specifici per B e T) Centrifugazione: I linfociti T e B si dispongono a rosetta attorno alle biglie Portaprovette con magnete; T e B si legano alla parete Sospensione dei linfociti in PBS Semina in piastre tipizzanti: 144 pozzi (classe I) e 72 (classe II) contenenti antisieri Incubazione 40/60 min Dispensazione del Complemento di coniglio (incubazione 60 min) Dispensazione di Fluoroquence Lettura al microscopio a fluorescenza 102 Test di Linfotossicità Complemento Dipendente 103 Tecnica di Biologia Molecolare PCR - SSP Uso di coppie di primers sequenza specifica: riconoscono in modo specifico un allele PCR contemporanee ( 96 totali) ciascuna caratt. da una diversa coppia di primers Primers: stessa lunghezza e temp. di allineamento = unico programma coppia di primers aspecifici = controllo positivo primer mix Molto precisa ma si adatta poco alla grande mole Fasi: Estrazione del DNA Amplificazione con primers sequenza-specifici Rivelazione su gel di Agarosio Lettura 104 PCR – SSP Risultati 105 PCR – SSP Risultati 106 PCR – SSP Risultati 107 Tecnica di Biologia Molecolare PCR - SSO Principio: Oligonucleotidi sequenza specifici che si comportano come sonde che indicano la presenza o l’assenza della seq. caratt, di un allele o gruppo di alleli Ottimo metodo per la tipizzazione molecolare a bassa risoluzione di un grande numero di campioni (diagnostica di routine) Fasi: Estrazione del DNA Amplificazione con primers oligonucleotidi-sequenza-specifici Rivelazione su striscia di nylon Lettura 108 Tecnica di Biologia Molecolare PCR – RFLP (Restriction Fragment Lenght Polymorphism) Principio: polimorfismo di lunghezza dei frammenti di restrizione ottenuti dalla digestione con enzimi di restrizione di un amplificato di DNA Metodica : 2 passaggi Amplificazione specifiche regioni Caratterizzazione Allelica con digestione Tempo di esecuzione: 10-24 h Tecnica obsoleta: in passato per tipizzare DP e DQ 109 Corso per tecnici di laboratorio Anno Accademico 2016-2017 La presentazione dell’antigene Prof. Amedeo Amedei 110 Antigeni ed immunogeni Antigenicità: descrive la capacità dell’antigene a legarsi ad un recettore, ovvero di essere riconosciuto dal sistema immunitario. Immunogenicità: descrive la capacità di un antigene di stimolare una risposta immune Un antigene può non essere necessariamente un immunogeno 111 I tre dogmi della presentazione convenzionale dell’antigene 1. Gli antigeni sono riconosciuti dopo digestione (processing) 2. Gli antigeni sono riconosciuti in associazione con le molecole di istocompatibilità di classe I o II (presentazione) 3. Il riconoscimento degli antigeni extra-cellulari è associato alla molecola CD4 mentre il riconoscimento degli antigeni citosolici è associato alla molecola CD8 (costimolo) 112 I tre dogmi della presentazione convenzionale dell’antigene 1. Gli antigeni sono riconosciuti dopo digestione (processing) 2. Gli antigeni sono riconosciuti in associazione con le molecole di istocompatibilità di classe I o II (presentazione) 3. Il riconoscimento degli antigeni extra-cellulari è associato alla molecola CD4 mentre il riconoscimento degli antigeni citosolici è associato alla molecola CD8 (costimolo) Presentazione MHC-dipendente 113 Altre modalità di riconoscimento dell’antigene (presentazione non convenzionale) 1. Riconoscimento dei superantigeni 2. Presentazione MHC-indipendente 3. Presentazione attraverso la molecola CD1 4. Cross-presentazione 114 I tre dogmi della presentazione dell’antigene 1. Gli antigeni (processing) sono riconosciuti dopo digestione 2. Gli antigeni sono riconosciuti in associazione con le molecole di istocompatibilità di classe I o II (presentazione) 3. Il riconoscimento degli antigeni extra-cellulari è associato alla molecola CD4 mentre il riconoscimento degli antigeni citosolici è associato alla molecola CD8 115 APC e risposta T cellulare sangue + Antigene solubile T = Nessuna risposta immune 116 APC e risposta T cellulare sangue + Antigene solubile APC Antigene presentato T = Nessuna risposta immune Th = Risposta immunitaria specifica 117 APC e risposta T cellulare sangue + Antigene solubile APC Antigene presentato T = Nessuna risposta immune Th = Risposta immunitaria specifica proliferazione 118 APC e risposta T cellulare sangue + Antigene solubile APC Antigene presentato T = Nessuna risposta immune Th = Risposta immunitaria specifica proliferazione 119 Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici sangue T + APC Linfociti CD4 Linfociti CD8 Endocitosi Si No Atg solubile 120 Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici sangue T + Plasmide Transfezione APC Linfociti CD4 No Linfociti CD8 Si 121 Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici sangue T APC Shock osmotico Linfociti CD4 No Linfociti CD8 Si 122 Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici Risposta CD4 + APC Risposta CD8 Si No No Si No Si Endocitosi + APC Trasfezione + APC Shock osmotico I linfociti CD4 riconoscono antigeni solubili mentre le cellule 123 CD8 riconoscono antigeni presenti nel citosol cellulare Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici Risposta CD4 + APC Risposta CD8 Si No No Si No Si Endocitosi + APC Trasfezione + APC Shock osmotico I linfociti CD4 riconoscono antigeni solubili presentati 124 in associazione con le molecole di MHC classe II Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici The immunological synapsis 125 La molecola CD4 si lega all’MHC classe II (costimolo) Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici 126 La molecola CD4 si lega all’MHC classe II (costimolo) Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici Risposta CD4 + APC Risposta CD8 Si No No Si No Si Endocitosi + APC Trasfezione + APC Shock osmotico I linfociti CD8 riconoscono antigeni citosolici presentati127in associazione con le molecole di MHC classe I Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici CD8 MHC Class I The immunological synapsis 128 La molecola CD8 si lega all’ MHC classe I (costimolo) Processazione e presentazione degli Ag extracellulari e citosolici 129 La molecola CD8 si lega all’ MHC classe I (costimolo) Significato del processing 130 Significato del processing 131 MHC class I-dependent presentation 132 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation MHCa MHCa Virus X MHCb MHCb Virus X 133 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation MHCa MHCa Virus X Virus X MHCa sangue cellule infette sangue cellule infette 134 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation MHCa MHCa Virus X Virus X MHCa sangue cellule infette sangue cellule infette 135 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation MHCb MHCb Virus X MHCb sangue sangue Virus X cellule infette cellule infette 136 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation MHCb MHCb Virus X MHCb sangue sangue Virus X cellule infette cellule infette 137 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation 138 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation MHCa MHCa Virus X Virus X MHCb sangue cellule infette sangue cellule infette 139 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation MHCb MHCb Virus X sangue MHCa sangue Virus X cellule infette cellule infette 140 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation 141 Evidence of MHC-Class I restriction in virus presentation 142 MHC class Idependent presentation 1° phase processing 143 La struttura del proteasoma Ubiquitination favors a more efficient peptide presentation The proteasome is part of the ubiquitin-dependent degradation process of cytoplasmic proteins. The 26S proteasome is a multicatalytic protease that is 144 found in the cytosol, perinuclear regions and nucleus of eukaryotic cells. Struttura del proteasoma 28 sub-units (20S proteasome) The 20S proteasome (2,100 kDa) as an assembly of two outer (α) and two inner (β) heptameric rings. It forms a cylindrical structure where proteolysis occurs (β rings) hydrolysis of proteins at the COOH- terminus of hydrophobic, basic and acidic residues (chymotrypsin-like, trypsin-like and peptidylglutamyl-peptide hydrolytic activities). This prevents the indiscriminate degradation of intracellular proteins. 145 Struttura del proteasoma The 20S proteasome could be responsible for the degradation of oxidatively damaged proteins, which occurs in an ATP- and ubiquitinindependent manner. The PA28 (11S) regulatory (REG) complex (180 kDa) opens the channel through the complex, via an ATP-independent process and mediates the degradation of nonubiquitinated short peptides 146 Struttura del proteasoma 7 sub-units + The outer rings comprise seven different α subunits, without catalytic activity, serving as an anchor for the multisubunit ATPase-containing PA700 (19S) regulator (700 kDa) and forming the 26S proteasome. 7 sub-units constitutively or inducibly expressed, and assembled selectively to form complexes with distinct proteolytic characteristics, adapting to altered physiological conditions 147 Struttura del proteasoma 7 sub-units + The outer rings comprise seven different α subunits, without catalytic activity, serving as an anchor for the multisubunit ATPase-containing PA700 (19S) regulator (700 kDa) and forming the 26S proteasome. 7 sub-units 26S proteasome 148 Struttura del proteasoma 7 sub-units + The outer rings comprise seven different α subunits, without catalytic activity, serving as an anchor for the multisubunit ATPase-containing PA700 (19S) regulator (700 kDa) and forming the 26S proteasome. 7 sub-units 26S proteasome 149 8-10AA Assemblaggio del proteasoma MECL-1 LMP2 LMP7 multicatalytic endopeptidase complex-like-1 low-molecular mass polypeptides 150 Assemblaggio del proteasoma + MECL-1 IFNs + LMP2 + LMP7 151 Proteasoma: genes and DRIPs 152 MHC class Idependent presentation 2° phase Peptide transport 153 Alternative for production of adequate peptides 154 The cellular chaperons The molecular chaperones are a diverse set of protein families required for the correct folding, transport and degradation of other proteins in vivo. The chaperonins are large, double-ring oligomeric proteins that act as containers. bacterial chaperonin GroEL The eukaryotic chaperonin TCP1 ring complex (TRiC) is structurally related to GroEL, but has greater similarity to the chaperonins of archaea (thermosomes). TRiC has two rings of eight different subunits, which also have equatorial ATPase domains and apical substrate-binding domains. It takes peptides 155 from proteasome to ER. MHC class Idependent presentation 3° phase Peptide entry in ER 156 Function of Transporters associated with antigen processing (TAP 1 and 2) 157 TAP 1 and 2: structure and genes 158 TAP 1 and 2: structure and genes IFN-alfa Up-regulation of TAP transcription 159 Scoperta delle molecole TAP 160 Scoperta delle molecole TAP 161 Scoperta delle molecole TAP ATP-binding cassette NON PRESENTA 162 ABC proteins Series of membrane transporters (both importers or exporters) which utilize the energy of ATP hydrolysis to transport various substrates across cellular membranes. They are present both in prokariotic and eukariotic organisms. They can transport ions, amino acids, peptides, sugars,toxins, drugs, lipids, polysaccharides, nucleotides. All are constituted by 4 domains (2 hydrophobic transmembrane domains and 2 ATP-binding domains) 163 Scoperta delle molecole TAP PRESENTA 164 Biology of TAPs 4 3 2 1 1 165 Biology of TAPs 4 3 2 1 2/3 166 Biology of TAPs 4 3 2 1 4 167 Scoperta delle molecole TAP PRESENTA Peptides are necessary for correct and stable expression 168 of MHC class I molecules The reduction in class I MHC expression is due to TAP2 deficiency. 169 TAP deficiency Isotype control Anti-TAP1 Anti-TAP2 Intracellular FACS staining of TAP1 and TAP2 proteins in two TAP1deficient patients, their mother, an unrelated healthy control patient, and the TAP competent and incompetent Blymphoblast lines T0 and T2 respectively. Mean fluorescence intensities and the isotype control background staining are displayed (y-axis counts). Lymphocyte gated analysis 170 (x-axis FL1-H) TAP deficiency Congenital HLA class I deficiency is a rare disease frequently resulting in chronic inflammation of the respiratory tract, and/or skin granulomas. A possible further manifestation is toxoplasmic retinochoroiditis (in absence of HIV infection). Isotype control Anti-TAP1 Anti-TAP2 171 TAPs and virus escape The loading of peptide on MHC by TAP is targeted by several viruses. ICP47 from HHV-1 binds to the peptide binding site of TAP, with 10-1000 fold higher affinity than most peptides, thereby blocking the first step of the translocation pathway. HCMV US6 instead interacts with TAP from the RE luminal side and inhibits ATP binding and peptide stimulated ATP hydrolysis. UL49.5 proteins have different strategies to inhibit TAP including block of the binding of ATP to TAP. BNLF2a protein from Epstein-Barr virus prevents the binding of peptides and ATP to TAP. 172 Mechanisms of viral escape ICP47 from HHV-1 binds to the peptide binding site of TAP, with 10-1000 fold higher affinity than most peptides, thereby blocking the first step of the translocation pathway. HCMV US6 instead interacts with TAP from the RE luminal side and inhibits ATP binding and peptide stimulated ATP hydrolysis. UL49.5 proteins have different strategies to inhibit TAP including block of the binding of ATP to TAP. BNLF2a protein from EpsteinBarr virus prevents the binding of peptides and ATP to TAP 173 MHC class Idependent presentation 4° phase Association with MHC 174 MHC class I assembling 175 Correct folding of MHC class I molecules when in presence of presented peptides 1^ fase 176 Correct folding of MHC class I molecules when in presence of presented peptides Degen and Williams (1994) first discovered calnexin in association with MHC class I molecules synthesized by lymphoma cell lines. Anti-Calnexin - ER membrane marker antibody 177 Correct folding of MHC class I molecules when in presence of presented peptides Calnexin is a 88 kDa chaperone protein found in the ER. a) Newly synthesized MHC class I alpha chains bind to calnexin until two β microglobulins and possiby a peptide bind to the alpha chain. The heterodimer then dissociates from calnexin and continues on its pathway (Janeway et al, 1999). b) In addition, calnexin binds with partially folded immunoglobulin proteins and partial complexes of T cell receptor and retains them in the E.R. until they are completely 178 folded (Janeway et al, 1999). Correct folding of MHC class I molecules when in presence of presented peptides 2^ fase 179 Correct folding of MHC class I molecules when in presence of presented peptides 2^ fase 180 Calreticulina ed Epr57 Calreticulin is a luminal protein (chaperonine), travels freely within the ER lumen, interacts with its protein-folding intermediates and is vital in several cellular functions (cell-cell communication and recognition; immune responses and recognition; ion, solute, and metabolite fluxes; intracellular processing of metabolites). It binds monoglucosylated carbohydrate which is typically found on newlysynthesized proteins before they leave the ER. The C-terminal region is highly acidic, binds Ca2+ and is involved in Ca2+ storage. Ca2+ binding to calreticulin and, consequently, changes in the ER Ca2+ storage capacity, 181 affect the protein’s chaperone function. Calreticulina ed Epr57 Calreticulin deficiency is embryonic lethal because it causes lesions during cardiac development Calreticulin is a luminal protein (chaperonine), travels freely within the ER lumen, interacts with its protein-folding intermediates and is vital in several cellular functions (cell-cell communication and recognition; immune responses and recognition; ion, solute, and metabolite fluxes; intracellular processing of metabolites). It binds monoglucosylated carbohydrate which is typically found on newlysynthesized proteins before they leave the ER. The C-terminal region is highly acidic, binds Ca2+ and is involved in Ca2+ storage. Ca2+ binding to calreticulin and, consequently, changes in the ER Ca2+ storage capacity, 182 affect the protein’s chaperone function. Calreticulina ed Epr57 ERp57 is a thiol oxidereductase, member of the PDI family of proteins which associates with the substrates recognized by both calreticulin and calnexin. ERp57 has disulphide interaction interaction been shown to catalyse the formation of native bonds in glycoproteins and to form a stable with the MHC class I loading complex via an with tapasin (THE EMBO JOURNAL (2007 ). 183 Correct folding of MHC class I molecules when in presence of presented peptides Tapasin serves as a 'bridge' protein for uniting this complex to TAP. Garbi et. al. (2003) have shown that mice who lack tapasin have a 100-fold reduction in TAP expression and the final 50 amino acids of tapasin that lead to a strong bond to TAP upregulates TAP1 and TAP2 (Bangia et. al. 1999) 184 Tapasin-associated immunodeficiency The loss of tapasin is associated with would seem to lead to similar phenotypes as loss of TAP (Yabe et. al. 2002). The disorder known as bare lymphocyte syndrome (BLS) where a reduced MHCI : peptide on the cell surface but completely normal TAP are observed. Results and discussion S.M. was a 54-year-old woman suffering from a primary chronic glomerulonephritis for 10 years. She has been receiving hemodynamic dialysis for 5 years. She had a history of herpes zoster and polyps of stomach and colon. Because kidney transplantation has been considered, S.M. was subjected to serological HLA typing. Her class II antigens could be typed, but class I typing was not successful. 185 Several ways for viruses to escape 186 Correct folding of MHC class I molecules when in presence of presented peptides 3-4^ fase 187 How peptides are generated in proteasome and fit inside the MHC groove The MHC class I binding groove with antigenic peptide fitted into the pocket. NEED TO BE OF ADEQUATE LENGHT ! 188 Alternative for production of adequate peptides 189 Alternative for production of adequate peptides ERAAP (the endoplasmic reticulum aminopeptidase associated with antigen processing) trims the extra N-terminal residues to generate final peptides of the correct length, which are bound by MHC class I molecules 190 Alternative for production of adequate peptides Article Nature Immunology. 2007. 8, 101 - 108 In the absence of aminopeptidase ERAAP, MHC class I molecules present many unstable and highly immunogenic peptides Gianna Elena Hammer, Federico Gonzalez, Edward James, Hector Nolla & Nilabh Shastri Those peptides are generated by proteolysis, which begins in the cytoplasm and continues in the endoplasmic reticulum by the unique aminopeptidase ERAAP. The overall extent to which trimming by ERAAP modifies the peptide pool and the immunological consequences of ERAAP deficiency are unknown. Here we show that the peptide-MHC repertoire of ERAAPdeficient mice was missing many peptides. Furthermore, ERAAP-deficient cells presented many unstable and structurally unique peptideMHC complexes, which elicited potent CD8+ T cell and B cell responses. Thus, ERAAP is a 'quintessential editor' of the peptide-MHC repertoire and, paradoxically, its absence enhances immunogenicity. No CD8 Low IFN-gamma Autoimmunity 191 Alternative for production of adequate peptides 192 Source of cytosolic antigens 193 Source of cytosolic antigens 194 Proteasoma: genes and DRIPs A relatively large percentage of nascent proteins never reach a functional state owing to errors in translation or folding. These defective ribosomal products (DRiPs) are rapidly ubiquitylated during translation and are degraded by proteasomes. DRiPs could therefore represent an important source of MHC class I peptides. 195 196 197