DIDATTICA DELL’ITALIANO (L1-L2) PER LA SCUOLA PRIMARIA E DELL’INFANZIA Dott.ssa Fallea Floriana LA PSICOLINGUISTICA Dott.ssa Fallea Floriana Gli studi di “psicolinguistica del linguaggio” ebbero un notevole impulso con lo sviluppo del comportamentismo negli Stati Uniti. I comportamentisti consideravano la psiche umana come l’insieme delle reazioni dell’organismo agli stimoli esterni e dei legami S-R (cioè stimolo-risposta) che sorgono quando una determinata risposta risulta utile per l’organismo (risposta “rinforzata”). Dott.ssa Fallea Floriana Le concezioni psicologiche dei comportamentisti vennero applicate al linguaggio, in particolare negli anni cinquanta. Dott.ssa Fallea Floriana Per il linguista americano Bloomfield il linguaggio non è che il sostituto verbale di uno stimolo . Dott.ssa Fallea Floriana L’autore porta un esempio Jack e Jill passeggiano, Jill vede una mela su un albero, chiede a Jack di raccoglierla e Jack lo fa. Dott.ssa Fallea Floriana L’atto verbale è caratterizzato allora da elementi reali (la vista della mela, il senso di fame di Jill) che funzionano da stimolo; dalla reazione verbale di Jill che funziona da stimolo per Jack; infine dalla reazione di Jack. In questa ottica anche l’apprendimento del linguaggio diviene semplice addestramento ad “abituarsi” ad una reazione corretta rispetto ad un dato stimolo. Dott.ssa Fallea Floriana Questa teoria dell’apprendimento , si coniuga bene con la descrizione linguistica dello strutturalismo americano ed essa ha avuto una grande influenza sull’insegnamento della lingua straniera. Dott.ssa Fallea Floriana Le teorie comportamentiste sull’apprendimento e quelle strutturaliste sulla lingua conducono dalla fine degli anni cinquanta , alla creazione del cosìdetto metodo “audiolinguistico” d’insegnamento delle lingue straniere , modificato poi in “audiovisivo” ed infine “situazionale” che ha un’enorme diffusione in tutto il mondo. Dott.ssa Fallea Floriana METODO “AUDIOLINGUISTICO” Questo metodo è stato sviluppato principalmente in America negli anni sessanta e settanta. Si basa sulla priorità assoluta di sviluppare la lingua orale e risponde all’esigenza di imparare a comprendere i madre lingua e a comunicare in lingua target in breve tempo. Come disse il linguista della università di Princenton William Moulton : “La lingua è un discorso, non è scrittura Una lingua è un insieme di abitudini Insegnare la lingua e non sulla lingua Un linguaggio è ciò che un madrelingua dice, e non quello che qualcuno pensa che dovrebbe dire Le lingue sono diverse” Dott.ssa Fallea Floriana Grazie a questi ed altri aspetti il metodo audiolinguistico o audio-orale ha avuto molto successo. La lingua viene introdotta attraverso dialoghi che contengono strutture comuni inutilizzate nella comunicazione di tutti i giorni, come in un grande vocabolario. I dialoghi vengono memorizzati riga dopo riga. Dott.ssa Fallea Floriana Gli studenti imitano l’insegnamento o la registrazione ascoltando attentamente la pronuncia del modello. Di solito, il dialogo iniziale contiene le strutture e il lessico della lezione. Lo studente deve memorizzare il materiale linguistico proposto dal professore e lo può fare attraverso tre tipi di attività: 1. Sostituzione 2. Espansione 3. Trasformazione di una loro parte, senza nessuna partecipazione creativa. Con il fine di consolidare ciò che si è imparato, il dialogo viene adattato e personalizzato da ogni allievo. Dott.ssa Fallea Floriana La lettura e la scrittura viene introdotta in un secondo momento. Il materiale di lettura è basato principalmente sulla lezione orale al fine di stabilire la relazione tra dialogo e scrittura. La scrittura invece sarà inserita attraverso delle composizioni basate sulla lezione orale. Dott.ssa Fallea Floriana METODO “AUDIOVISIVO” Metodo strutturo-globale audiovisivo supera la fase precedente introducendo procedure di accostamento globale al dialogo iniziale con l'ascolto del testo registrato è supportato dalla contemporanea proiezione di immagini. Dott.ssa Fallea Floriana METODO SITUAZIONALE Nel metodo situazionale, che ha avuto in Italia particolare fortuna soprattutto negli anni Settanta, conoscere una lingua significa comprendere e produrre messaggi che non sono soltanto grammaticalmente corretti ma anche appropriati al contesto. Ogni unità didattica di un corso di impostazione situazionale, soprattutto per quanto riguarda i primi livelli, si articola in fasi che tengono conto in modo equilibrato e armonico tanto della prospettiva dell'insegnamento quanto di quella dell'apprendimento. Dott.ssa Fallea Floriana Nelle prime due fasi l'insegnante, avvalendosi di tutti gli strumenti di cui può disporre (registrazioni, filmini e audiovisivi), presenta il dialogo e avvia il suo sfruttamento attraverso domande rivolte agli studenti, che in queste due fasi sono impegnati nella comprensione globale del messaggio e nella riproduzione delle battute. Nella terza fase, dedicata alle osservazioni grammaticali, l'insegnante ha il compito di mostrare i meccanismi che regolano la formazione delle strutture, applicando procedure di tipo implicito, mentre gli studenti devono indurre le regole attraverso gli esempi tesi all'accertamento vero e proprio, isolando certi elementi che si possono considerare costitutivi di quel che si suole chiamare "preparazione linguistica". Dott.ssa Fallea Floriana Alla fine di ogni unità l'insegnante dovrà quindi chiedersi se gli studenti: 1) abbiano interiorizzato le strutture e il lessico; 2) sia in grado di riconoscere tanto le prime quanto il secondo in contesti e situazioni diversi da quelli in cui sono stati presentati; Dott.ssa Fallea Floriana Gli assunti fondamentali sono descritti da Wilga Rivers: 1. L’apprendimento della lingua straniera è fondamentalmente un processo meccanico di formazione di abiti; 2. La abilità linguistiche sono apprese in modo più efficace se le unità linguistiche sono presentate oralmente prima che per iscritto. 3. Alla base dell’apprendimento della lingua straniera c’è un processo di analogia piuttosto che di analisi. 4. Il significato che le parole di una lingua hanno per il parlante nativo può essere appreso solo se inserito in un quadro di riferimenti alla cultura del popolo che parla quella lingua. Dott.ssa Fallea Floriana La psicolinguistica come disciplina autonoma nasce negli anni Cinquanta precisamente nel 1953, nel corso di un seminario interdisciplinare promosso dal Social Science Research Council degli Usa; ad esso partecipavano linguisti, psicologi e antropologi, che si trovarono d’accordo sulla necessità di promuovere ricerche coordinate sul comportamento linguistico, con un “taglio” psicologo, ma portando dei modelli della linguistica strutturale. Dott.ssa Fallea Floriana Negli atti del seminario compare anche una definizione degli ambiti della psicolinguistica: “ la psicolinguistica, nell’accezione più ampia, è basata sullo studio della relazioni tra i messaggi e le caratteristiche degli individui che li selezionano e le interpretano. Dott.ssa Fallea Floriana In un’eccezione più ristretta, la psicolinguistica studia i processi per mezzo dei quali le intenzioni dei parlanti sono trasformate in segnali del codice culturalmente accettato e i processi per mezzo dei quali tali segnali sono interpretati dagli ascoltatori. In altre parole, la psicolinguistica si occupa direttamente dei processi di codificazione e decodificazione, in quanto essi mettono in relazione stati dei messaggi con stati dei partecipanti alla comunicazione”. Dott.ssa Fallea Floriana Gli autori distinguono poi tra psicolinguistica sincronica e diacronica: la prima si occupa di fatti psicolinguistici così come appaiono alla diretta osservazione in un dato momento nel tempo; la seconda si occuperà del mutamento linguistico nell’individuo e nella società, e quindi anche di fenomeni come l’acquisizione e l’apprendimento delle lingue. Dott.ssa Fallea Floriana Gli oggetti studio della psicolinguistica sono: La realtà psicologica delle unità e delle strutture linguistiche e della significazione; I processi di comunicazione; Le capacità verbali e comunicative; La loro acquisizione e le eventuali patologie; I rapporti tra sviluppo linguistico e sviluppo cognitivo; Tutti i fenomeni di apprendimento della lingua ( compresi quelli di bilinguismo); Dott.ssa Fallea Floriana La psicolinguistica e la sociolinguistica, come “ scienze della comunicazione umana” hanno in buona parte ambiti sovrapponibili, ma li affrontano con un’ottica diversa. Dott.ssa Fallea Floriana Nei due schemi di seguito, possiamo vedere la differenza tra i due ambiti. PSICOLINGUISTICA SOCIOLINGUISTICA Capacità verbali Abitudini verbali Che cosa si è capaci di fare Che cosa si fa realmente La realizzazione della conoscenza linguistica nel comportamento nella misura in cui è influenzata da fattori intrapersonali come l’attenzione e la memoria. La realizzazione della conoscenza linguistica nel comportamento nella misura in cui è influenzata da fattori interpersonali come il contesto , l’argomento, i partecipanti e la funzione del linguaggio. Dott.ssa Fallea Floriana Sociolinguistica e Psicolinguistica hanno in comune anche il metodo, nel senso che entrambe operano su dati empirici raccolti (cioè che si basa sull'esperienza, su ciò che può essere dimostrato sperimentalmente), organizzati e interpretati però in base a teorie linguistiche generali. Per i comportamentisti il linguaggio non era altro che una forma di comportamento determinata da stimoli. Dott.ssa Fallea Floriana L’analisi del linguaggio verbale come comportamento viene approfondita nel 1957 da Skinner nel suo testo Verbal Behaviar ( “comportamento verbale”)egli definisce il comportamento verbale come una “mediazione” tra individui, in pratica un tipo di azione che raggiunge il suo scopo attraverso la mediazione dell’ascoltatore; tale comportamento è “rinforzato”, cioè reso stabile, potremo dire automatizzato, dalla mediazione operata dall’interlocutore attraverso l’approvazione o la soddisfazione del bisogno. Dott.ssa Fallea Floriana L’esperimento di Skinner •Un ratto viene messo in una gabbia (Skinner box). •La gabbia ha una leva, un distributore di cibo, un pavimento elettrificabile e un dispositivo per la registrazione automatica delle risposte. Dott.ssa Fallea Floriana L’esperimento di Skinner •Gli animali compiono molte azioni e solo accidentalmente premono la leva. •Alla pressione della leva ottengono del cibo (stimolo rinforzante). •Il cibo ha la funzione di ricompensa. •In pochi minuti l’animale apprende l’associazione fra premere la leva e l’erogazione di cibo. •Nel momento in cui l’animale preme ripetutamente la leva (risposta rinforzata), allora ha appreso per associazione. •L’animale affamato o assetato tende a ripetere l’operazione (condizionamento operante). Dott.ssa Fallea Floriana Analisi dell’esperimento •I comportamenti operanti aumentano in funzione del rinforzo (cioè qualsiasi tipo di evento conseguente ad una risposta e in grado di incrementare la probabilità che essa venga prodotta) e diminuiscono in funzione della punizione. •Il rinforzo è positivo (cibo, acqua) o negativo (scossa, rumore fastidioso). •La punizione è positiva (stimolo doloroso) o negativa (sottrarre qualcosa di gratificante). Dott.ssa Fallea Floriana Rinforzo negativo e positivo •Il rinforzo negativo e l'apprendimento di evitamento hanno un ruolo importante nel comportamento umano. •Un neonato piange perché ha fame, la mamma accorre e gli porta il cibo. •Il bambino ha ricevuto un rinforzo positivo: il cibo. •La mamma un rinforzo negativo: il pianto del bimbo è cessato. Dott.ssa Fallea Floriana Esempio •Un bambino piange e riceve subito il latte materno. Il latte agisce come rinforzo primario alla risposta del pianto, come tale aumenta le probabilità che il bambino pianga nuovamente quando avrà di nuovo fame. •Tuttavia, anche la presenza della madre viene associata alla riduzione della fame, acquistando così proprietà di rinforzo secondario. La presenza della madre finirà per essere ricercata di per se stessa. Dott.ssa Fallea Floriana Il linguaggio è un “sistema di comportamenti” controllati dal sistema degli stimoli ambientali: è inoltre un comportamento operante, in quanto a sua volta agisce sull’ambiente”. Teoria, come si vede, “ meravigliosamente semplice” come è stata definita dall’autore di un manuale di psicolinguistica Hormann, ma anche decisamente non sostenibile, né su basi teoriche, né su basi empiriche, perciò Chomsky nel 1959 in un articolo critica l’approccio skinneriano al linguaggio e delinea una nuova ipotesi , mentalista e cognitivista, che svilupperà negli anni seguenti. Dott.ssa Fallea Floriana Alcuni argomentazioni di Chomsky 1. Skinner definisce i concetti fondamentali del suo modello (stimolo, risposta,e rinforzo) sulla base di sperimenti di laboratorio condotti su animali e li trasferisce poi, attraverso una grossolana analogia, al ben più vario comportamento umano; in questo modo, tali concetti perdono qualunque scientificità e qualunque potere esplicativo; 2. Il modello di Skinner non rende affatto conto della “creatività” e della varietà degli atti linguistici: infatti egli sostiene che la reazione dipende sempre da una proprietà dello stimolo; 3. L’acquisizione della lingua nei bambini è determinata da una molteplicità di fattori, tra cui certamente ci sono l’osservazione e l’imitazione della lingua degli adulti, ma hanno un ruolo fondamentale anche la capacità di ipotizzare, elaborare le informazioni e generalizzare, capacità probabilmente innate. Dott.ssa Fallea Floriana Al modello comportamentista, Chomsky contrappone un modello linguistico non psicolinguistico (competenza- esecuzione):ogni parlante possiede, in modo incoscio, la conoscenza di un sistema di regole per comprendere e produrre tutte le frasi della lingua (competenza linguistica). Dott.ssa Fallea Floriana Tale capacità viene messa in uso negli effettivi comportamenti di produzione (esecuzione) in cui intervengono sempre altri fattori sia cognitivi, sia effettivi, sia situazionali. Per l’autore la descrizione, in termini linguistici, della competenza non é altro che la “grammatica” di una lingua. Dott.ssa Fallea Floriana La polemica tra comportamentisti e menta listi sul “funzionamento” del linguaggio, ha investito anche il tema dell’acquisizione della madrelingua da parte del bambini. Dott.ssa Fallea Floriana A differenza di Skinner, che considera tale acquisizione come prodotto di imitazione Chomsky (1969) postula che il bambino possieda un “meccanismo di acquisizione linguistica” (LAD cioè “language acquisition device) innato, che gli permette di astrarne una grammatica appropriata dalle frasi degli adulti, cioè di ricavarne delle regole che vanno a costruire la sua competenza”. Dott.ssa Fallea Floriana Il bambino infatti , fin dagli stadi più precoci, può produrre frasi “nuove”, che non sono una “cattiva copia” di quelle dell’adulto, ma sono generate da “proprie” regole grammaticali, che attraverso un complesso processo di induzione dovute a feedback, tendono ad approssimarsi sempre più alle regole del codice adulto. Dott.ssa Fallea Floriana Tuttavia, benché esistono prove a favore del fatto che il linguaggio infantile, già a partire dai 18 mesi ( quando il bambino comincia a usare piccole frasi, composte da due parole) è strutturato, cioè ha una sua grammatica, ciò non può autorizzare a pensare all’esistenza di un particolare meccanismo innato di acquisizione del linguaggio. Dott.ssa Fallea Floriana Giustamente Francescato (1973) fa notare che il LAD è un meccanismo assai generico e artificioso in quanto è provato che il bambino apprende di regola la lingua o le lingue parlate, ed è in grado di cambiare lingua quando per qualsiasi ragione cambia ambiente. Dott.ssa Fallea Floriana L’apprendimento è dunque controllato e determinato da particolari stimoli legati intimamente con la lingua parlata nell’ambiente. Dott.ssa Fallea Floriana Le numerose ricerche sull’acquisizione nell’infanzia hanno dimostrato come il bambino si serva dei meccanismi cognitivi di analisi, comparazione, imitazione e sappia precocemente mettere in atto strategie comunicative efficaci. Dott.ssa Fallea Floriana Che vi sia uno stretto rapporto tra sviluppo del linguaggio e sviluppo cognitivo è accertato fin dagli studi di Piaget e Vygotsky. Dott.ssa Fallea Floriana È noto che per Piaget lo sviluppo delle diverse operazioni intellettive è anteriore allo sviluppo linguistico, inoltre il linguaggio non sarebbe altro che una delle manifestazioni di una più ampia funzione simbolica. Dott.ssa Fallea Floriana Per Vygotsky invece lo sviluppo del pensiero operativo e del linguaggio convergono , permettendo così una più organica strutturazione dell’esperienza; ciò avviene quando il bambino comincia ad usare il linguaggio prima per regolare il comportamento degli altri, poi come “autoistruzione “ “ linguaggio ecocentrico”. Dott.ssa Fallea Floriana Due fenomeni di grande importanza, tra loro correlati, sono: l’interiorizzazione della lingua come strumento operativo e l’uso della lingua per riorganizzare la percezione della realtà. Dott.ssa Fallea Floriana L’interiorizzazione della lingua come strumento operativo passa attraverso diverse fasi , descritte da Vygotsky: • In una prima fase il bambino usa le parole dell’adulto come elemento regolativo del proprio comportamento, potenziando e migliorando, in base alle istruzioni dategli. •In una seconda fase, intorno ai 4- 5 anni, il bambino, posto di fronte ad un problema pratico di difficile soluzione, ne ricava una “copia verbale”, cioè ricorre a connessioni verbali, già sperimentate in passato, che potrebbrero aiutarlo a risolvere il problema. •Verso i 7-8 anni l’interiorizzazione è compiuta ed il bambino regola il proprio comportamento attraverso una programmazione linguistica interiore. •Dopo questa età, il ragazzo comincia anche ad essere “capace di concettualizzare” la percezione dalla realtà. Dott.ssa Fallea Floriana Bruner descrive quattro stadi nel percepire la realtà attraverso l’uso della lingua: 1. Il bambino parla un linguaggio che incorpora facoltà di organizzazione che egli non può raggiungere con il pensiero; 2. Acquista la capacità di organizzare con il pensiero ciò che è già organizzato nel linguaggio che usa; 3. Estende l’ambito dei suoi poteri di organizzazione mediante il pensiero , prima verbalizzando esperienze più complesse e poi contemplando tali verbalizzazioni; 4. Le sue facoltà di organizzazione mediante il pensiero arrivano ad oltrepassare le sue facoltà di organizzazione per mezzo linguistico. Dott.ssa Fallea Floriana Inoltre lo sviluppo del linguaggio ha importanti riflessi sia sull’attenzione sia sulla memorizzazione attiva e volontaria: è infatti provato che noi tendiamo a mantenere nella memoria “etichette verbali” che attribuiamo man mano ai fenomeni e alle esperienze, attraverso un uso interiorizzato del linguaggio. Dott.ssa Fallea Floriana Emergono da quanto detto , con chiarezza le implicazioni didattiche che interessano soprattutto l’insegnante di scuola primaria. Dott.ssa Fallea Floriana 1. Lo sviluppo del linguaggio è favorito, almeno fino ai 10/12 anni, dal rapporto con esperienze operative e, anche in età più avanzata, resta comunque legato ai bisogni reali. Ovviamente l’esperienza non è solo diretta, ma anche mediata attraverso il linguaggio, per cui vi è una circolarità esperienza linguaggio - possibilità di accedere ad esperienze più ampie. Dott.ssa Fallea Floriana Nella scuola dovrebbe quindi essere riservato un posto importante all’uso del linguaggio regolativo, esplorativo ed euristico che accompagna, in forma esplicita o interiorizzata, le diverse attività. L’insegnante dovrebbe programmare l’educazione linguistica più come un processo di inserimento dell’allievo in situazioni nuove e stimolanti che come un addestramento formale, fine a se stesso. Dott.ssa Fallea Floriana 2. L’insegnante dovrebbe tener conto che alcune funzioni linguistiche richiedono una piena padronanza dei concetti formali ed il loro uso dovrebbe essere posposto ai 12/13 anni : pensiamo ad esempio alla funzione metalinguistica, quando essa sia intesa non come “parlare esplorativo sul linguaggio, ma come realizzazione di definizioni e regole formali; Dott.ssa Fallea Floriana 3. Nello sviluppo linguistico, di grande importanza è il feed-back fornito dall’insegnante, che non dovrebbe però nell’orale, consistere in una correzione formale quanto in una riformulazione, che ha anche lo scopo di fornire all’allievo nuovi e più adeguati strumenti linguistici. Dott.ssa Fallea Floriana Soprattutto nella scuola primaria, molto importante è anche il modo in cui l’insegnante “dirige” il comportamento del bambino durante un’attività, perché questo può favorire il passaggio all’auto regolazione dell’esperienza (l’uso di un comportamento verbale “esplicito” da parte dell’insegnante ha a che fare anche con i problemi di sviluppo del codice elaborato). Dott.ssa Fallea Floriana 4. La riflessione sul linguaggio usato dal bambino stesso ha già in età molto precoce, l’effetto di favorirne lo sviluppo linguistico: Luria è Yudovich (1975) hanno rilevato, dopo un esperimento durato 10 mesi e condotto su 2 gemelli monovulari di 5 anni, che il gemello che era stato sottoposto ad un programma specifico di interazione verbale, in cui, attraverso il feed-back si portava il bambino a riflettere sul suo stesso linguaggio, “aveva maturato un atteggiamento teorico-speculativo nei confronti del linguaggio del tutto appropriato alla sua età. Dott.ssa Fallea Floriana Nel caso di questo gemello, il linguaggio era diventato l’oggetto di una specifica attività percettiva, in altre parole egli riusciva a coglierne gli elementi strutturali e grazie proprio a queste elementari operazioni discorsive finiva con il padroneggiarlo , mentre esso restava in accessibile all’altro gemello”. Dott.ssa Fallea Floriana 5. Poiché l’acquisizione della lingua è essenzialmente un fatto cognitivo e non imitativo, devono essere favorite le situazioni che permettono all’allievo di inventare strategie, inferire, formulare ipotesi, generalizzare, usare coscientemente modelli strutturali e macrostrutturali (es. modelli testuali) rispetto a quelle che richiedono il semplice apprendimento di “routines”; questo significa che nella scuola, per quanto riguarda l’elemento linguistico, devono avere un ruolo importante le situazioni di “problem solving”. Dott.ssa Fallea Floriana 6. Infine, il relativo (ritardo) nello sviluppo delle categorie semantiche, legato evidentemente alla lentezza con cui il ragazzo arriva alla concettualizzazione vera e propria, suggerisce che, nella scuola primaria, si dovrebbe insistere di più sulle strutture semantiche della lingua che sugli aspetti “superficiali” ( ad es. morfologici). Dott.ssa Fallea Floriana Benché lo sviluppo della psicolinguistica applicata all’insegnamento della madre lingua sia stato finora piuttosto limitato, l’importanza anche pratica di questa disciplina è indubbia. Dott.ssa Fallea Floriana Come afferma Lyons (1982) “le inabilità linguistiche presenti in bambini e, in molti casi, in persona adulte, non possono essere diagnosticate e curate adeguatamente dai terapisti del linguaggio se non sulla base di una comprensione migliore del processo di acquisizione del linguaggio, sia normale che anomalo. I materiali didattici per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria possono essere migliorati ed adattati, non solo nel lessico ma anche nella grammatica, alla competenza linguistica dei bambini ai quali sono destinati. Dott.ssa Fallea Floriana Inoltre, dal momento che l’età mentale di un bambino con cui gli educatori lavorano è stabilita in parte sulla base di test collegati al linguaggio, sarà possibile assicurarsi che i test in questione siano validi e attendibili. Dott.ssa Fallea Floriana E’ particolarmente importante che gli insegnanti, e tutti coloro coinvolti in qualche modo nell’educazione dei bambini, da un lato, non manchino di individuare i segni di parziale sordità e di dislessia ma, dall’altro, non diagnostichino ritardi mentali, o cosiddetti deficit linguistici, sulla base di dati inattendibili”. Dott.ssa Fallea Floriana