Diapositiva 1 - Materiale Scienze della Formazione Primaria

DIDATTICA DELL’ITALIANO
(L1-L2)
PER LA SCUOLA PRIMARIA E
DELL’INFANZIA
Dott.ssa Fallea Floriana
LA PSICOLINGUISTICA
Dott.ssa Fallea Floriana
Gli studi di “psicolinguistica del
linguaggio” ebbero un notevole impulso
con lo sviluppo del comportamentismo
negli Stati Uniti.
I comportamentisti consideravano la psiche
umana come l’insieme delle reazioni
dell’organismo agli stimoli esterni e dei
legami S-R (cioè stimolo-risposta) che
sorgono quando una determinata risposta
risulta utile per l’organismo (risposta
“rinforzata”).
Dott.ssa Fallea Floriana
Le concezioni psicologiche dei
comportamentisti vennero applicate al
linguaggio, in particolare negli anni
cinquanta.
Dott.ssa Fallea Floriana
Per il linguista americano Bloomfield il
linguaggio non è che il sostituto verbale
di uno stimolo .
Dott.ssa Fallea Floriana
L’autore porta un esempio
Jack e Jill passeggiano, Jill vede una mela su
un albero, chiede a Jack di raccoglierla e Jack
lo fa.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’atto verbale è caratterizzato allora da elementi
reali (la vista della mela, il senso di fame di Jill)
che funzionano da stimolo; dalla reazione
verbale di Jill che funziona da stimolo per Jack;
infine dalla reazione di Jack.
In questa ottica anche l’apprendimento del
linguaggio diviene semplice addestramento ad
“abituarsi” ad una reazione corretta rispetto ad
un dato stimolo.
Dott.ssa Fallea Floriana
Questa teoria dell’apprendimento , si
coniuga bene con la descrizione linguistica
dello strutturalismo americano ed essa ha
avuto una grande influenza
sull’insegnamento della lingua straniera.
Dott.ssa Fallea Floriana
Le teorie comportamentiste sull’apprendimento
e quelle strutturaliste sulla lingua conducono
dalla fine degli anni cinquanta , alla creazione
del cosìdetto metodo “audiolinguistico”
d’insegnamento delle lingue straniere ,
modificato poi in “audiovisivo” ed infine
“situazionale” che ha un’enorme diffusione in
tutto il mondo.
Dott.ssa Fallea Floriana
METODO “AUDIOLINGUISTICO”
Questo metodo è stato sviluppato principalmente in
America negli anni sessanta e settanta. Si basa sulla
priorità assoluta di sviluppare la lingua orale e risponde
all’esigenza di imparare a comprendere i madre lingua e
a comunicare in lingua target in breve tempo. Come
disse il linguista della università di Princenton William
Moulton :
“La lingua è un discorso, non è scrittura
Una lingua è un insieme di abitudini
Insegnare la lingua e non sulla lingua
Un linguaggio è ciò che un madrelingua dice, e non
quello che qualcuno pensa che dovrebbe dire
Le lingue sono diverse”
Dott.ssa Fallea Floriana
Grazie a questi ed altri aspetti il metodo audiolinguistico o audio-orale ha avuto molto
successo. La lingua viene introdotta attraverso
dialoghi che contengono strutture comuni
inutilizzate nella comunicazione di tutti i giorni,
come in un grande vocabolario. I dialoghi
vengono memorizzati riga dopo riga.
Dott.ssa Fallea Floriana
Gli studenti imitano l’insegnamento o la
registrazione ascoltando attentamente la pronuncia
del modello. Di solito, il dialogo iniziale contiene le
strutture e il lessico della lezione. Lo studente deve
memorizzare il materiale linguistico proposto dal
professore e lo può fare attraverso tre tipi di attività:
1. Sostituzione
2. Espansione
3. Trasformazione di una loro parte, senza nessuna
partecipazione creativa.
Con il fine di consolidare ciò che si è imparato, il
dialogo viene adattato e personalizzato da ogni
allievo.
Dott.ssa Fallea Floriana
La lettura e la scrittura viene introdotta in un
secondo momento.
Il materiale di lettura è basato principalmente
sulla lezione orale al fine di stabilire la
relazione tra dialogo e scrittura. La scrittura
invece sarà inserita attraverso delle
composizioni basate sulla lezione orale.
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METODO “AUDIOVISIVO”
Metodo strutturo-globale audiovisivo
supera la fase precedente introducendo
procedure di accostamento globale al
dialogo iniziale con l'ascolto del testo
registrato è supportato dalla
contemporanea proiezione di immagini.
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METODO SITUAZIONALE
Nel metodo situazionale, che ha avuto in Italia
particolare fortuna soprattutto negli anni
Settanta, conoscere una lingua significa
comprendere e produrre messaggi che non sono
soltanto grammaticalmente corretti ma anche
appropriati al contesto. Ogni unità didattica di
un corso di impostazione situazionale,
soprattutto per quanto riguarda i primi livelli, si
articola in fasi che tengono conto in modo
equilibrato e armonico tanto della prospettiva
dell'insegnamento quanto di quella
dell'apprendimento.
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Nelle prime due fasi l'insegnante, avvalendosi di tutti gli
strumenti di cui può disporre (registrazioni, filmini e
audiovisivi), presenta il dialogo e avvia il suo
sfruttamento attraverso domande rivolte agli studenti,
che in queste due fasi sono impegnati nella
comprensione globale del messaggio e nella
riproduzione delle battute. Nella terza fase, dedicata alle
osservazioni grammaticali, l'insegnante ha il compito di
mostrare i meccanismi che regolano la formazione delle
strutture, applicando procedure di tipo implicito, mentre
gli studenti devono indurre le regole attraverso gli
esempi tesi all'accertamento vero e proprio, isolando
certi elementi che si possono considerare costitutivi di
quel che si suole chiamare "preparazione linguistica".
Dott.ssa Fallea Floriana
Alla fine di ogni unità l'insegnante dovrà
quindi chiedersi se gli studenti:
1) abbiano interiorizzato le strutture e il
lessico;
2) sia in grado di riconoscere tanto le prime
quanto il secondo in contesti e situazioni
diversi da quelli in cui sono stati presentati;
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Gli assunti fondamentali sono descritti da Wilga
Rivers:
1. L’apprendimento della lingua straniera è
fondamentalmente un processo meccanico di
formazione di abiti;
2. La abilità linguistiche sono apprese in modo più
efficace se le unità linguistiche sono presentate
oralmente prima che per iscritto.
3. Alla base dell’apprendimento della lingua straniera
c’è un processo di analogia piuttosto che di analisi.
4. Il significato che le parole di una lingua hanno per
il parlante nativo può essere appreso solo se
inserito in un quadro di riferimenti alla cultura del
popolo che parla quella lingua.
Dott.ssa Fallea Floriana
La psicolinguistica come disciplina autonoma
nasce negli anni Cinquanta precisamente nel
1953, nel corso di un seminario interdisciplinare
promosso dal Social Science Research Council
degli Usa;
ad esso partecipavano linguisti, psicologi e
antropologi, che si trovarono d’accordo sulla
necessità di promuovere ricerche coordinate sul
comportamento linguistico, con un “taglio”
psicologo, ma portando dei modelli della
linguistica strutturale.
Dott.ssa Fallea Floriana
Negli atti del seminario compare anche una
definizione degli ambiti della
psicolinguistica: “ la psicolinguistica,
nell’accezione più ampia, è basata sullo
studio della relazioni tra i messaggi e le
caratteristiche degli individui che li
selezionano e le interpretano.
Dott.ssa Fallea Floriana
In un’eccezione più ristretta, la psicolinguistica
studia i processi per mezzo dei quali le intenzioni
dei parlanti sono trasformate in segnali del codice
culturalmente accettato e i processi per mezzo dei
quali tali segnali sono interpretati dagli
ascoltatori. In altre parole, la psicolinguistica si
occupa direttamente dei processi di codificazione
e decodificazione, in quanto essi mettono in
relazione stati dei messaggi con stati dei
partecipanti alla comunicazione”.
Dott.ssa Fallea Floriana
Gli autori distinguono poi tra psicolinguistica
sincronica e diacronica: la prima si occupa di
fatti psicolinguistici così come appaiono alla
diretta osservazione in un dato momento nel
tempo; la seconda si occuperà del mutamento
linguistico nell’individuo e nella società, e
quindi anche di fenomeni come l’acquisizione
e l’apprendimento delle lingue.
Dott.ssa Fallea Floriana
Gli oggetti studio della psicolinguistica sono:
La realtà psicologica delle unità e delle
strutture linguistiche e della significazione;
I processi di comunicazione;
Le capacità verbali e comunicative;
La loro acquisizione e le eventuali patologie;
I rapporti tra sviluppo linguistico e sviluppo
cognitivo;
Tutti i fenomeni di apprendimento della lingua
( compresi quelli di bilinguismo);
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La psicolinguistica e la sociolinguistica,
come “ scienze della comunicazione
umana” hanno in buona parte ambiti
sovrapponibili, ma li affrontano con
un’ottica diversa.
Dott.ssa Fallea Floriana
Nei due schemi di seguito, possiamo
vedere la differenza tra i due ambiti.
PSICOLINGUISTICA
SOCIOLINGUISTICA

Capacità verbali

Abitudini verbali

Che cosa si è capaci di fare

Che cosa si fa realmente

La realizzazione della
conoscenza linguistica nel
comportamento nella
misura in cui è influenzata
da fattori intrapersonali
come l’attenzione e la
memoria.

La realizzazione della
conoscenza linguistica nel
comportamento nella
misura in cui è influenzata
da fattori interpersonali
come il contesto ,
l’argomento, i partecipanti
e la funzione del
linguaggio.
Dott.ssa Fallea Floriana
Sociolinguistica e Psicolinguistica hanno in
comune anche il metodo, nel senso che
entrambe operano su dati empirici raccolti
(cioè che si basa sull'esperienza, su ciò che può
essere dimostrato sperimentalmente),
organizzati e interpretati però in base a teorie
linguistiche generali.
Per i comportamentisti il linguaggio non era
altro che una forma di comportamento
determinata da stimoli.
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L’analisi del linguaggio verbale come
comportamento viene approfondita nel 1957 da
Skinner nel suo testo Verbal Behaviar
( “comportamento verbale”)egli definisce il
comportamento verbale come una “mediazione” tra
individui, in pratica un tipo di azione che
raggiunge il suo scopo attraverso la mediazione
dell’ascoltatore; tale comportamento è “rinforzato”,
cioè reso stabile, potremo dire automatizzato, dalla
mediazione operata dall’interlocutore attraverso
l’approvazione o la soddisfazione del bisogno.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’esperimento di Skinner
•Un ratto viene messo in una gabbia (Skinner box).
•La gabbia ha una leva, un distributore di cibo, un
pavimento elettrificabile e un dispositivo per la
registrazione automatica delle risposte.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’esperimento di Skinner
•Gli animali compiono molte azioni e solo
accidentalmente premono la leva.
•Alla pressione della leva ottengono del cibo
(stimolo rinforzante).
•Il cibo ha la funzione di ricompensa.
•In pochi minuti l’animale apprende l’associazione
fra premere la leva e l’erogazione di cibo.
•Nel momento in cui l’animale preme ripetutamente
la leva (risposta rinforzata), allora ha appreso per
associazione.
•L’animale affamato o assetato tende a ripetere
l’operazione (condizionamento operante).
Dott.ssa Fallea Floriana
Analisi dell’esperimento
•I comportamenti operanti aumentano in
funzione del rinforzo (cioè qualsiasi tipo di
evento conseguente ad una risposta e in grado
di incrementare la probabilità che essa venga
prodotta) e diminuiscono in funzione della
punizione.
•Il rinforzo è positivo (cibo, acqua) o negativo
(scossa, rumore fastidioso).
•La punizione è positiva (stimolo doloroso) o
negativa (sottrarre qualcosa di gratificante).
Dott.ssa Fallea Floriana
Rinforzo negativo e positivo
•Il rinforzo negativo e l'apprendimento di
evitamento hanno un ruolo importante nel
comportamento umano.
•Un neonato piange perché ha fame, la mamma
accorre e gli porta il cibo.
•Il bambino ha ricevuto un rinforzo positivo: il
cibo.
•La mamma un rinforzo negativo: il pianto del
bimbo è cessato.
Dott.ssa Fallea Floriana
Esempio
•Un bambino piange e riceve subito il latte
materno. Il latte agisce come rinforzo
primario alla risposta del pianto, come tale
aumenta le probabilità che il bambino pianga
nuovamente quando avrà di nuovo fame.
•Tuttavia, anche la presenza della madre viene
associata alla riduzione della fame,
acquistando così proprietà di rinforzo
secondario. La presenza della madre finirà
per essere ricercata di per se stessa.
Dott.ssa Fallea Floriana
Il linguaggio è un “sistema di comportamenti”
controllati dal sistema degli stimoli ambientali:
è inoltre un comportamento operante, in quanto
a sua volta agisce sull’ambiente”.
Teoria, come si vede, “ meravigliosamente
semplice” come è stata definita dall’autore di un
manuale di psicolinguistica Hormann, ma anche
decisamente non sostenibile, né su basi teoriche,
né su basi empiriche, perciò Chomsky nel 1959
in un articolo critica l’approccio skinneriano al
linguaggio e delinea una nuova ipotesi ,
mentalista e cognitivista, che svilupperà negli
anni seguenti.
Dott.ssa Fallea Floriana
Alcuni argomentazioni di Chomsky
1. Skinner definisce i concetti fondamentali del suo modello
(stimolo, risposta,e rinforzo) sulla base di sperimenti di
laboratorio condotti su animali e li trasferisce poi, attraverso
una grossolana analogia, al ben più vario comportamento
umano; in questo modo, tali concetti perdono qualunque
scientificità e qualunque potere esplicativo;
2. Il modello di Skinner non rende affatto conto della
“creatività” e della varietà degli atti linguistici: infatti egli
sostiene che la reazione dipende sempre da una proprietà dello
stimolo;
3. L’acquisizione della lingua nei bambini è determinata da una
molteplicità di fattori, tra cui certamente ci sono
l’osservazione e l’imitazione della lingua degli adulti, ma
hanno un ruolo fondamentale anche la capacità di ipotizzare,
elaborare le informazioni e generalizzare, capacità
probabilmente innate.
Dott.ssa Fallea Floriana
Al modello comportamentista, Chomsky
contrappone un modello linguistico non
psicolinguistico (competenza- esecuzione):ogni
parlante possiede, in modo incoscio, la
conoscenza di un sistema di regole per
comprendere e produrre tutte le frasi della
lingua (competenza linguistica).
Dott.ssa Fallea Floriana
Tale capacità viene messa in uso negli
effettivi comportamenti di produzione
(esecuzione) in cui intervengono sempre
altri fattori sia cognitivi, sia effettivi, sia
situazionali.
Per l’autore la descrizione, in termini
linguistici, della competenza non é altro che
la “grammatica” di una lingua.
Dott.ssa Fallea Floriana
La polemica tra comportamentisti e menta
listi sul “funzionamento” del linguaggio,
ha investito anche il tema dell’acquisizione
della madrelingua da parte del bambini.
Dott.ssa Fallea Floriana
A differenza di Skinner, che considera tale
acquisizione come prodotto di imitazione
Chomsky (1969) postula che il bambino
possieda un “meccanismo di acquisizione
linguistica” (LAD cioè “language acquisition
device) innato, che gli permette di astrarne
una grammatica appropriata dalle frasi degli
adulti, cioè di ricavarne delle regole che
vanno a costruire la sua competenza”.
Dott.ssa Fallea Floriana
Il bambino infatti , fin dagli stadi più precoci, può
produrre frasi “nuove”, che non sono una “cattiva
copia” di quelle dell’adulto, ma sono generate da
“proprie” regole grammaticali, che attraverso un
complesso processo di induzione dovute a feedback, tendono ad approssimarsi sempre più alle
regole del codice adulto.
Dott.ssa Fallea Floriana
Tuttavia, benché esistono prove a favore del
fatto che il linguaggio infantile, già a partire
dai 18 mesi ( quando il bambino comincia a
usare piccole frasi, composte da due parole) è
strutturato, cioè ha una sua grammatica, ciò
non può autorizzare a pensare all’esistenza di
un particolare meccanismo innato di
acquisizione del linguaggio.
Dott.ssa Fallea Floriana
Giustamente Francescato (1973) fa notare
che il LAD è un meccanismo assai generico
e artificioso in quanto è provato che il
bambino apprende di regola la lingua o le
lingue parlate, ed è in grado di cambiare
lingua quando per qualsiasi ragione cambia
ambiente.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’apprendimento è dunque controllato e
determinato da particolari stimoli legati
intimamente con la lingua parlata
nell’ambiente.
Dott.ssa Fallea Floriana
Le numerose ricerche sull’acquisizione
nell’infanzia hanno dimostrato come il
bambino si serva dei meccanismi cognitivi
di analisi, comparazione, imitazione e sappia
precocemente mettere in atto strategie
comunicative efficaci.
Dott.ssa Fallea Floriana
Che vi sia uno stretto rapporto tra sviluppo
del linguaggio e sviluppo cognitivo è
accertato fin dagli studi di Piaget e
Vygotsky.
Dott.ssa Fallea Floriana
È noto che per Piaget lo sviluppo delle
diverse operazioni intellettive è anteriore
allo sviluppo linguistico, inoltre il
linguaggio non sarebbe altro che una delle
manifestazioni di una più ampia funzione
simbolica.
Dott.ssa Fallea Floriana
Per Vygotsky invece lo sviluppo del pensiero
operativo e del linguaggio convergono ,
permettendo così una più organica
strutturazione dell’esperienza; ciò avviene
quando il bambino comincia ad usare il
linguaggio prima per regolare il
comportamento degli altri, poi come
“autoistruzione “ “ linguaggio ecocentrico”.
Dott.ssa Fallea Floriana
Due fenomeni di grande importanza, tra loro
correlati, sono: l’interiorizzazione della lingua
come strumento operativo e l’uso della lingua
per riorganizzare la percezione della realtà.
Dott.ssa Fallea Floriana
L’interiorizzazione della lingua come strumento operativo
passa attraverso diverse fasi , descritte da Vygotsky:
• In una prima fase il bambino usa le parole dell’adulto come
elemento regolativo del proprio comportamento, potenziando
e migliorando, in base alle istruzioni dategli.
•In una seconda fase, intorno ai 4- 5 anni, il bambino, posto
di fronte ad un problema pratico di difficile soluzione, ne
ricava una “copia verbale”, cioè ricorre a connessioni verbali,
già sperimentate in passato, che potrebbrero aiutarlo a
risolvere il problema.
•Verso i 7-8 anni l’interiorizzazione è compiuta ed il
bambino regola il proprio comportamento attraverso una
programmazione linguistica interiore.
•Dopo questa età, il ragazzo comincia anche ad essere
“capace di concettualizzare” la percezione dalla realtà.
Dott.ssa Fallea Floriana
Bruner descrive quattro stadi nel percepire la realtà
attraverso l’uso della lingua:
1. Il bambino parla un linguaggio che incorpora
facoltà di organizzazione che egli non può
raggiungere con il pensiero;
2. Acquista la capacità di organizzare con il
pensiero ciò che è già organizzato nel linguaggio
che usa;
3. Estende l’ambito dei suoi poteri di
organizzazione mediante il pensiero , prima
verbalizzando esperienze più complesse e poi
contemplando tali verbalizzazioni;
4. Le sue facoltà di organizzazione mediante il
pensiero arrivano ad oltrepassare le sue facoltà
di organizzazione per mezzo linguistico.
Dott.ssa Fallea Floriana
Inoltre lo sviluppo del linguaggio ha importanti
riflessi sia sull’attenzione sia sulla
memorizzazione attiva e volontaria: è infatti
provato che noi tendiamo a mantenere nella
memoria “etichette verbali” che attribuiamo man
mano ai fenomeni e alle esperienze, attraverso
un uso interiorizzato del linguaggio.
Dott.ssa Fallea Floriana
Emergono da quanto detto , con chiarezza le
implicazioni didattiche che interessano
soprattutto l’insegnante di scuola primaria.
Dott.ssa Fallea Floriana
1. Lo sviluppo del linguaggio è favorito,
almeno fino ai 10/12 anni, dal
rapporto con esperienze operative e,
anche in età più avanzata, resta
comunque legato ai bisogni reali.
Ovviamente l’esperienza non è solo
diretta, ma anche mediata attraverso il
linguaggio, per cui vi è una circolarità
esperienza
linguaggio - possibilità
di accedere ad esperienze più ampie.
Dott.ssa Fallea Floriana
Nella scuola dovrebbe quindi essere
riservato un posto importante all’uso del
linguaggio regolativo, esplorativo ed
euristico che accompagna, in forma
esplicita o interiorizzata, le diverse
attività.
L’insegnante dovrebbe programmare
l’educazione linguistica più come un
processo di inserimento dell’allievo in
situazioni nuove e stimolanti che come un
addestramento formale, fine a se stesso.
Dott.ssa Fallea Floriana
2. L’insegnante dovrebbe tener conto che
alcune funzioni linguistiche richiedono una
piena padronanza dei concetti formali ed il
loro uso dovrebbe essere posposto ai 12/13
anni : pensiamo ad esempio alla funzione
metalinguistica, quando essa sia intesa non
come “parlare esplorativo sul linguaggio, ma
come realizzazione di definizioni e regole
formali;
Dott.ssa Fallea Floriana
3. Nello sviluppo linguistico, di grande
importanza è il feed-back fornito
dall’insegnante, che non dovrebbe però
nell’orale, consistere in una correzione
formale quanto in una riformulazione, che
ha anche lo scopo di fornire all’allievo
nuovi e più adeguati strumenti linguistici.
Dott.ssa Fallea Floriana
Soprattutto nella scuola primaria, molto
importante è anche il modo in cui
l’insegnante “dirige” il comportamento del
bambino durante un’attività, perché questo
può favorire il passaggio all’auto regolazione
dell’esperienza (l’uso di un comportamento
verbale “esplicito” da parte dell’insegnante
ha a che fare anche con i problemi di
sviluppo del codice elaborato).
Dott.ssa Fallea Floriana
4. La riflessione sul linguaggio usato dal bambino
stesso ha già in età molto precoce, l’effetto di
favorirne lo sviluppo linguistico: Luria è
Yudovich (1975) hanno rilevato, dopo un
esperimento durato 10 mesi e condotto su 2
gemelli monovulari di 5 anni, che il gemello che
era stato sottoposto ad un programma specifico di
interazione verbale, in cui, attraverso il feed-back
si portava il bambino a riflettere sul suo stesso
linguaggio, “aveva maturato un atteggiamento
teorico-speculativo nei confronti del linguaggio
del tutto appropriato alla sua età.
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Nel caso di questo gemello, il linguaggio era
diventato l’oggetto di una specifica attività
percettiva, in altre parole egli riusciva a
coglierne gli elementi strutturali e grazie
proprio a queste elementari operazioni
discorsive finiva con il padroneggiarlo ,
mentre esso restava in accessibile all’altro
gemello”.
Dott.ssa Fallea Floriana
5. Poiché l’acquisizione della lingua è
essenzialmente un fatto cognitivo e non
imitativo, devono essere favorite le situazioni
che permettono all’allievo di inventare strategie,
inferire, formulare ipotesi, generalizzare, usare
coscientemente modelli strutturali e
macrostrutturali (es. modelli testuali) rispetto a
quelle che richiedono il semplice apprendimento
di “routines”; questo significa che nella scuola,
per quanto riguarda l’elemento linguistico,
devono avere un ruolo importante le situazioni
di “problem solving”.
Dott.ssa Fallea Floriana
6. Infine, il relativo (ritardo) nello sviluppo delle
categorie semantiche, legato evidentemente alla
lentezza con cui il ragazzo arriva alla
concettualizzazione vera e propria, suggerisce
che, nella scuola primaria, si dovrebbe insistere
di più sulle strutture semantiche della lingua che
sugli aspetti “superficiali” ( ad es. morfologici).
Dott.ssa Fallea Floriana
Benché lo sviluppo della psicolinguistica
applicata all’insegnamento della madre lingua
sia stato finora piuttosto limitato, l’importanza
anche pratica di questa disciplina è indubbia.
Dott.ssa Fallea Floriana
Come afferma Lyons (1982) “le inabilità
linguistiche presenti in bambini e, in molti casi,
in persona adulte, non possono essere
diagnosticate e curate adeguatamente dai
terapisti del linguaggio se non sulla base di una
comprensione migliore del processo di
acquisizione del linguaggio, sia normale che
anomalo. I materiali didattici per i bambini della
scuola dell’infanzia e primaria possono essere
migliorati ed adattati, non solo nel lessico ma
anche nella grammatica, alla competenza
linguistica dei bambini ai quali sono destinati.
Dott.ssa Fallea Floriana
Inoltre, dal momento che l’età mentale di un
bambino con cui gli educatori lavorano è
stabilita in parte sulla base di test collegati al
linguaggio, sarà possibile assicurarsi che i test
in questione siano validi e attendibili.
Dott.ssa Fallea Floriana
E’ particolarmente importante che gli insegnanti,
e tutti coloro coinvolti in qualche modo
nell’educazione dei bambini, da un lato, non
manchino di individuare i segni di parziale
sordità e di dislessia ma, dall’altro, non
diagnostichino ritardi mentali, o cosiddetti
deficit linguistici, sulla base di dati
inattendibili”.
Dott.ssa Fallea Floriana