Les Ombres Errantes François Couperin non ha lasciato eredi diretti oltre i propri figli; il nipote Nicholas ereditò la posizione di organista alla chiesa di Saint Gervais e quando morì nel 1748 fu sepolto sotto il “suo” organo. Più di qualsiasi altro, fu il figlio di Nicolas, Armand-Louis, che meglio continuò le tradizioni di famiglia. Nato negli stessi anni degli ultimi figli di Bach, egli morì due anni prima di Mozart. Quando seguì suo padre all’organo di Saint Gervais aveva 23 anni. Era organista in altri sei chiese; inoltre, fu uno dei quattro organisti di Notre-Dame, nonché “organista del re”. Era sposato con la figlia del più rinomato costruttore di clavicembali di Parigi, Etienne Blanchet. Lei stessa era conosciuta come organista; ottantenne, suonava ancora durante una cerimonia importante. Il dottor Burney nel 1770 dopo aver sentito Armand-Louis a Saint-Gervais ci ha lasciato questa descrizione del il suo modo di suonare: “È brillante nell’esecuzione, variato nella melodia e consumato nelle modulazioni… Ha introdotto con successo alcuni passi clavicembalistici ben articolati, lasciando distinguere con chiarezza ogni singola nota”. La lista delle sue composizioni non è lunga: di stampato c’è un “Primo libro” di pezzi per clavicembalo e seguendo la moda, due volumi di sonate per cembalo “accompagnato”dal violino . Altri interessanti brani sono stati pubblicati solo ai nostri tempi, tra cui una Sinfonie de clavecins e dei Quatuors per due cembali. Armand-Louis ebbe una tragica fine. Il primo febbraio del 1789, venendo dalla Sainte-Chapelle dove aveva suonato il Te Deum, fu colpito alla testa da un cavallo imbizzarrito. Morì il giorno dopo nella sua casa del Pourtour Saint-Gervais. Fu sepolto nella cappella della Providence, nella chiesa dove aveva suonato per tanti anni. Suo figlio François-Gervais si firmava Couperin le jeune. Quest’ultimo rappresentante della dinastia musicale rimase l’unico testimone delle glorie passate per un periodo che durò 37 anni. Nel 1793 le chiese furono chiuse e le case a loro appartenenti vendute. Dopo un secolo e mezzo i Couperin furono cacciati da un casa che per tanto tempo fu la loro dimora stabile. Il giovane François-Gervais, come altri della sua generazione, cercava di muoversi con i tempi scrivendo variazioni su temi rivoluzionari, ma con scarsi risultati artistici. Suonò l’organo durante un festa della vittoria davanti al generale Bonaparte. È morto a Parigi in luglio del 1826,. Sua figlia Celeste, ultima dei Couperin, visse in povertà fino all’anno 1848 quando ha dovuto vendere i ritratti di famiglia. Edward Smith LOUIS COUPERIN 1626-1661 Prélude [non mesuré] Pièce en trois sortes de Mouvements Tombeau de Mr de Blancrocher Branle de Basque Chaconne FRANÇOIS COUPERIN 1668-1733 Prélude Allemande La Ténébreuse - Courantes I & II Les Sylvains – rondeau La Bandoline – rondeau Le Carillon de Cithère (Agréablement, sans lenteur) Le Tic-toc-choc ou Le Maillotins (pièce croisée) Les Folies françaises ou les Dominos Le Rossignol en Amour – Double du Rossignol Le Rossignol vainqueur Les Baccanales : Enjouements bachiques – Tendresses bachiques – Fureurs bachiques Les ombres errantes (Languissament) ARMAND-LOUIS COUPERIN 1725-1789 L’Affligée L’Arlequine ou la Adam, rondeau (fort et doux) Clair de lune (Verlaine : Fêtes galantes) Chiaro di luna Votre âme est un paysage choisi Que vont charmantes masques et bergamasques Jouant du luth et dansant et quasi Tristes sous leur déguisements fantasques. La vostra anima è un paesaggio scelto incantato da maschere e da bergamasche che suonano il liuto e danzano, quasi tristi sotto i loro fantastici travestimenti. Tout en chantant sur le mode mineur L’amour vainqueur et la vie opportune Ils n’ont pas l’air de croire à leur bonheur Et leur chanson se mêle au clair de lune, Cantano così in modo minore l’amore vincitore e la giusta vita, con l’aria di non credere alla felicità e la loro canzone si unisce al chiaro di luna, Au calme clair de lune triste et beau Qui fait rêver les oiseaux dans les arbres Et sangloter d’extase les jets d’eaux, Les grands jets d’eaux sveltes parmi les marbres. calmo chiaro di luna, triste e bello, che sugli alberi fa sognare gli uccelli, e singhiozzare in estasi gli zampilli, i grandi zampilli guizzanti tra i marmi. LA DINASTIA DEI COUPERIN Dopo la famiglia Bach, quella dei Couperin è probabilmente la più notevole dinastia musicale, unica nella storia della musica per la sua ininterrotta successione di organisti titolari della chiesa parigina di San Gervaso, a partire dal 1665 con Louis fino al 1826, anno della morte del figlio minore di Armand-Louis, Gervais-François (Couperin il Giovane). Presente nella regione della Brie, a nord-est di Parigi, almeno dal 1382, la famiglia Couperin si dedica alla musica a partire dal tardo Cinquecento, con l’adesione di Mathurin Couperin alla corporazione di menestrelli in quanto “joueur d’instruments” nonché mercante, sensale e avvocato. Un secolo dopo Charles, nonno del grande François, è sonatore di strumenti ad ancia ma anche mercante sarto e vignaiolo. Tre dei suoi figli lasceranno la provincia per Parigi dopo essere stati “scoperti” intorno al 1650 da Chambonnières, fondatore della scuola cembalistica francese. Un ben conosciuto aneddoto riportato da Titon du Tillet nel suo Parnasse François descrive il fatto: “I tre fratelli Couperin con dei loro amici, il giorno della festa di M. de Chambonnières, decisero di recarsi al castello di questi per offrirgli una aubade: presero posto presso la porta della sala dove il Chambonnières sedeva a tavola con molti convitati. Tutta la compagnia rimase sorpresa per la bella sinfonia che si ascoltò. Il maestro dichiarò a Louis che un simile talento non era fatto per restare in provincia, e lo invitò a seguirlo a Parigi. Fu presentato in città e a corte”, dove fu ben accolto come organista, cembalista e suonatore di viola da gamba. Probabilmente studiò il cembalo con lo stesso Chambonnières. Quando morì nel 1661 all’età di 35 anni circa, lasciò un centinaio di composizioni manoscritte per organo, clavicembalo e viole. Il suo carattere fu allo stesso tempo focoso e disciplinato, e i suoi sorprendenti scatti furono temperati da una sicura tecnica compositiva. I suoi preludi scritti in modo enigmatico senza nessuna indicazione di ritmo sono forse le sue opere più notevoli. La musica di Louis Couperin è rimasta quasi totalmente sconosciuta fino a 1936, quando uscì la prima edizione delle sue opere per cembalo. François Couperin, “le Grand”, merita quest’appellativo non soltanto per la qualità eccelsa delle sue opere, e la sua posizione privilegiata alla corte del Re Sole, durante la Reggenza e nel regno di Louis XV, ma anche per la loro quantità, in netto contrasto con l’esigua produzione degli altri Couperin. La sua fama odierna è legata soprattutto ai quattro libri di pezzi per clavicembalo (1713, 1717, 1722, 1730), raggruppati in 27 ordres, un termine usato soltanto dal compositore al posto della consueta suite. La musica da camera comprende sonate a tre (L’Apothéose di Lully e L’Apothéose di Corelli), Les Goûts Réunis e Les Nations) che mostrano la preoccupazione del compositore di unire lo stile francese a quello italiano, I Concerts royaux, scritti espressamente per il Re Louis XIV e due suites per viole da gamba. La musica sacra di Couperin consiste in due messe per l’organo, mottetti, elevazioni e le tre sublimi Leçons de Ténèbres per la Settimana Santa. Fu anche un importante didatta e autore del prezioso trattato L’Art de toucher le clavecin, che spiega il modo corretto di eseguire i suoi pezzi, arricchito con otto preludi nelle tonalità dei primi 12 ordre. Ugualmente importante per l’interprete sono le prefazioni del compositore a molte sue pubblicazioni. A volte si scusa per i tempi lunghi che separano un’opera dall’altra, spiegando che le sue opere per la loro complessità richiedono una preparazione eccezionale, resa ancora più difficile dalla sua salute precaria che spesso lo impedisce di seguire la stampa delle sue opere. Più volte, dopo aver cercato di comunicare nella maggior esattezza possibile le proprie idee musicali, trova che sia necessario bacchettare i distratti interpreti che dovrebbero “eseguire i miei pezzi come io li ho notati… senza aggiunte o eliminazioni di sorte”. Altre volte sembra rinunciare alla ricerca di una fama terrestre: “ Spero che i miei troveranno tra le mie carte qualcosa che farà rimpiangere la mia assenza, se i rimpianti servono a qualcosa dopo la vita…” Gli affascinanti titoli (a volte rimasti inspiegabili) dati dall’autore ai suoi brani sono più evocativi che puramente descrittivi. Couperin spiega: “Ho sempre avuto un soggetto a riferimento nel comporre i miei brani, fornitomi spesso da differenti occasioni… Alcuni di loro sono di ritratti che sotto le mie dita si son dimostrati all’ascoltatore molto somiglianti ai cari originali …” Si potrebbe dire che il compositore abbia fatto rivivere in musica tutto il suo mondo. Dalla natura ha preso le api, le farfalle, il moscerino, il cinguettìo di uccelli amorosi, vincitori, lamentosi, agitati; dal paesaggio, le onde, le canne, i papaveri, i frutteti fioriti; dal mondo contadino, i mietitori, le vendemmiatrici, le piccole lattaie di Bagnolet i piccoli molini a vento; dal mondo classico vengono Tersicore, Flora, les vestales, i baccanali, i satiri dai piedi di capra, le gondole di Delo; l’ambiente teatrale fornisce la buffona, i cinesi, Arlecchina, il pantomima; tra i ritratti di persone conosciute o sconosciute si trovano la divina Babiche, la bella Javotte, la fine Madelon, la dolce Janneton, l’amabile Thérèse, les blondes et les brunes, Suora Monica, la musa di Monaco, e in omaggio a colleghi musicisti, la Couperin la Forqueray; altre persone sono rappresentate dal solo carattere: diligente, frivola, dolce e piccante, voluttuosa, lugubre, turbolento, audace, commovente, visionaria, misteriosa, o da uno stato d’animo: i rimpianti, l’anima in pena, i teneri languori.