PIERRE BENSUSAN
Miglior chitarrista World Music nel 2008!
(votato dai lettori del Guitar Player Magazine - USA)
"La magica musica di Pierre mi fa venire i brividi. Nessun altro chitarrista ha gli stessi
talenti di raffinatezza, accessibilità e gioiosità. Anche nella sua complessità, la musica
di Pierre ha solo bisogno di orecchie che godano ad ascoltarla.”
Leo Kottke
"L’ascolto di Pierre Bensusan è un’esperienza rigeneratrice. Oltre al tocco
straordinario, le note e le melodie richiamano direttamente il lato più tenero della
natura umana.”
Steve Vai
”Uno dei musicisti davvero dotati dei nostri tempi – suona la chitarra come se fosse la sua
anima più profonda.” George Winston
Se la “World Music” è quel che rende omaggio allo spirito di un insieme di esseri umani
attraverso ritmiche particolari, strumenti tradizionali e coloriture armoniche, possiamo
definire il chitarrista franco-algerino, cantante e compositore Pierre Bensusan uno dei
più eloquenti e variegati musicisti world del nostro tempo.
Nato a Orano nell’Algeria francese, nel 1957 quando la Francia stava smantellando il suo
impero coloniale, si sposta a Parigi con la famiglia all’età di quattro anni. Inizia studi
regolari di piano all’età di sette e a undici è autodidatta alla chitarra. Influenzato nei
primi passi dalla fioritura del folk revival in Inghilterra, Francia e America del Nord,
Bensusan esplora prima di tutto il proprio particolare retaggio musicale, per poi
muoversi verso ulteriori orizzonti. A diciassette anni firma il primo contratto
discografico, e un anno dopo il primo album Pres de Paris vince il Grand Prix du Disque
al suo debutto al festival svizzero di Montreux. Descritto dal L.A. Times come "uno dei
più straordinari e brillanti esperti della chitarra acustica sulla scena attuale della world
music", Pierre Bensusan sarà votato "Miglior chitarrista World Music del 2008" dai lettori
di Guitar Player. Il suo nome diventa sinonimo di genio chitarristico dell’acustica
contemporanea, prima ancora che termini come New Age, New Acoustic o World Music
fossero inventati. Ha la capacità di fare suonare una singola chitarra come un’intera
band, accompagnando il pubblico in un viaggio musicale straordinario. E ancora,
Bensusan è molto di più di quanto ogni musicista o amante della musica si possa
aspettare da un chitarrista. È compositore e ottimo improvvisatore vocale, combina
fischio e risonanti note basse con quella che è la sua particolare tecnica di scat.
Nel suo lavoro si trova al tempo stesso un senso di serietà e giocosità, un incomparabile
sentimento di libertà nelle sue composizioni e improvvisazioni. La sua stessa "maniera" di
suonare sfida le classificazioni - incrociando world, classica, jazz, tradizionale, folk e
altro. Nessun elemento può essere isolato semplicemente come “brasiliano”, "arabo" o
“francese”; piuttosto, questi rappresentano il nostro mondo per quello che è, un pianeta
che è possibile condividere con la fusione di culture diverse in modi di cui non abbiamo
mai fatto esperienza. Da non perdere!
PREMI
* Miglior chitarrista World Music nel 2008
(votato dai lettori del Guitar Player Magazine - USA)
* Premio AFIM (American Association for Independent Music) 2002, per il Miglior Album
Acustico Strumentale
* Album del Mese (Journal de Montreal/Canada)
* Album dell’anno (fRoots/UK)
* Migliori Albums (Guitarist Magazine/UK)
* Bravo de la Redaction (Trad. Mag./Francia) 2002/2006
* Naird Award (USA 1983)
* Grand Prix du Disque Montreux Festival (Svizzera 1976)
"Altiplanos è un’impresa monumentale; tra quelle che sicuramente troveranno posto
nella storia della musica."
Penguin Eggs (Canada)
"Album dell’anno, di gran lunga.”
Roots (UK)
"Con Altiplanos, Bensusan dimostra come sia diventato uno dei più personali e autorevoli
chitarristi."
Mike Joyce/The Washington Post (USA)
"Un meraviglioso equilibrio tra la nostalgia del Rinascimento e lo swing più
contemporaneo."
Le Soleil de Quebec (Canada)
"Un musicista nella tradizione dei più famosi e popolari alchimisti. Semplice, efficace,
eclettico e squisito, il suo stile è capace di trasformare ogni poltrona in un tappeto
volante."
Le Petit Bleu (France)
"Dieci album all’attivo, e il leggendario chitarrista acustico fingerstyle francese, Pierre
Bensusan è tanto lontano dalla ripetitività quanto la Cappella Sistina dai barattoli di
zuppa di Andy Warhol... Sono la voglia di sperimentare di Bensusan e le sue scorrerie in
territori solitamente dominio dei maestri di danza a portare l’ascoltatore a cercare le
sue opere precedenti. Più che a paesaggi ci troviamo di fronte a un’architettura
acustica, che riempie di riferimenti letterari francesi i vapori di un’immaginazione
sonora che non riesce a stare ferma."
Siobhan Long, The Irish Times, 4 Stars (Ireland)
"Ammaliante... il Bensusan compositore sfida il Bensusan chitarrista mostrando la
capacità di raggiungere luoghi mai tentati da un chitarrista solista... creando dei
capolavori, destinati a rimanere in cima a tutte le liste di grandi dischi di chitarra di
questo o ogni altro millennio!."
James Jensen/AcousticMusicResources.com
"Ciò che rende unico Bensusan sono la passione, l’animo, l’intensità e la complessità
ritmica che configurano anche i suoi brani più tranquilli ed eleganti. Bensusan può
generare vero entusiasmo e drammaticità pur facendo tutto da solo con melodie
intriganti, ricche ornamentazioni e intrepida destrezza."
The Twin Cities Journal-USA
"Impetuosa" è il termine che forse rappresenta meglio la performance di Bensusan. Il suo
messaggio articolato si presenta con una inconfondibile "joie de vivre".
Jazziz (USA)
Discografia:
Alitplanos (2005 Favored Nations)
An Evening with International Guitar Night (2004 Favored Nations)
Intuite (2001 Favored Nations)
Live au New Morning/Live in Paris (with Didier Malherbe) (1997)
Wu Wei (1993)
Spices (1988)
Solilaï (1981)
Musiques (1979)
Pierre Bensusan 2 (1977)
Près de Paris (1975)
Alcuni chitarristi hanno saputo confrontarsi degnamente col linguaggio musicale del proprio
tempo e spazio. Tra questi uomini e donne, c’è chi prende ispirazione da quel che lo circonda
dando origine a nuove idee musicali, ardite composizioni e inventivi modi di suonare. Più raro
invece il caso di artisti che fanno tutte queste cose continuando ad ascoltare il proprio cuore,
che compongono aldilà dei limiti del proprio strumento, e che ci improvvisano senza paura. Di
tale rarità è Pierre Bensusan, chitarrista e compositore, un uomo che esplora costantemente la
profondità della propria voce e, facendo ciò, la sua musica (o, come dice lui, il suo lavoro)
sembra provenire da una sorgente più grande che non le mani e la voce di un solo uomo.
Le composizioni di Bensusan spesso iniziano con melodie ispirate a varie tradizioni folk. Egli sa
però sviluppare queste idee in composizioni di straordinaria complessità, dando vita a sonorità
meravigliose e affascinanti mai disgiunte da un senso di orchestrazione che porta ben oltre
quel che generalmente si intende per musica di chitarra. I suoi brani sono soliti riunire ritmiche
sincopate, insolite scansioni temporali e strutture armoniche complesse. Ogni chitarrista che
abbia provato a misurarcisi può testimoniare le sfide tecniche che la sua musica presenta.
Ma il punto non è solo la maestria della diteggiatura; ciò che interessa a Bensusan è la sfida
ancor più grande nella creazione di geniali esposizioni che sembrano fluire senza sforzo dalla
nuova chitarra disegnata per lui dal liutaio nordirlandese George Lowden.
Pierre Bensusan nasce a Orano in Algeria (allora ancora francese) nel 1957. All’età di quattro
anni, la famiglia si sposta a Parigi. I suoi studi classici al piano cominciano quando ne ha sette
e, raggiunti gli undici, apprende da sé a suonare la chitarra. Influenzato in questi primi passi
dal folk revival che stava fiorendo in Inghilterra, Francia e America del Nord, Bensusan inizia a
esplorare le proprie differenti ascendenze musicali per poi allargarne gli orizzonti. È
diciassettenne quando firma il primo contratto discografico e, un anno dopo, il suo primo
album - Pres de Paris – si aggiudica il Grand Prix du Disque al debutto al festival di Montreux in
Svizzera. Oggi, il nome di Pierre Bensusan è diventato sinonimo di ‘genio della chitarra
acustica contemporanea’, molto prima che i termini New Age o World Music venissero
inventati.
Se per “world music” si intendono quelle sonorità che pagano un tributo allo spirito di una serie
di esseri umani tramite ritmi distinti, strumenti tradizionali e colorazioni armoniche, possiamo
riconoscere Pierre Bensusan come uno dei più eloquenti e variegati musicisti “world” del nostro
tempo. Non è una semplice coincidenza che i lettori della prestigiosa rivista statunitense Guitar
Player l’abbiano votato quale “Miglior chitarrista World Music” per il 2008!
Nei suoi concerti solisti, che possono durare anche tre ore, Bensusan mette insieme la musica
di così tante terre e tempi della storia che farne una lista sarebbe troppo lungo, se non
impossibile. E per ogni brano Bensusan descrive come sia stato ispirato da “un uomo dell’Iraq”,
o dal medioevo, o dall’essenza della cultura brasiliana e ogni volta da nuove contaminazioni.
Nessun
elemento
può
essere
isolato
come
semplicemente
“Brasiliano”
o
“Francese”; piuttosto, potrà rappresentare il nostro mondo nel suo stato attuale, un universo
condiviso,
che
sappia
fondere
le
culture
lungo
percorsi
mai
sperimentati.
Di primo acchito potrebbe essere inusuale riconoscere un chitarrista acustico della sei corde
metallica come un musicista jazz di primo piano. Molti chitarristi jazz preferiscono la chitarra
elettrica o con le corde di nylon per facilitare l’esecuzione degli accordi e le veloci svisate
tipiche del genere. Guardare Bensusan sulla scena, capace di impostare accordi premendo
cinque, a volte sei tasti, può bastare ad attirare l’attenzione anche del più sfegatato
appassionato di jazz. Altrettanto impressionante dal punto di vista tecnico la simultanea
esecuzione di melodie piene di colore, sostenute da una robusta linea di basso, scelte
armoniche uniche e ritmi eclettici: questa la musica che Bensusan sente e che governa i
meccanismi del suo corpo. C’è un senso di giocosità e seriosità al tempo stesso nel suo lavoro,
un incomparabile sentimento di libertà nelle sue composizioni e improvvisazioni. Libertà, che è
poi lo spirito incarnato del jazz, è Bensusan e la musica che sa far sgorgare senza alcun
confine che possa trattenerla.
Per quanto sia vero che il suo nome sia ormai sinonimo di chitarra, Bensusan è più di quanto
amanti della musica e musicisti si aspettano da un chitarrista. È un compositore. Bilingue, sa
improvvisare ottimamente con la voce, mescolando note potenti e sussurrate con la sua
originale velocità tecnica. Sì, di tutti i chitarristi nel mondo, Bensusan è considerato uno dei più
grandi mai conosciuti, ma forse possiamo vederlo in maniera differente. Forse quel che più è
importante nel suo lavoro è che vi si può trovare quel che c’è nei chitarristi di tutto il mondo.
Lavorando esclusivamente con l’inusuale accordatura RE-LA-RE-SOL-LA-RE, Pierre si costruisce
un proprio dizionario espressivo contenente elementi di musica celtica, folk americano e
musica mediorientale, latina e jazz, brasiliana, medievale e nordafricana, vocalizzi senza parole
e appassionate ballate francesi e canzoni. Le tante tournée internazionali e le innovative
incisioni discografiche hanno fatto di lui, per usare le parole del pianista George Winston, "uno
dei più sinceri e dotati musicisti del nostro tempo – suona la chitarra come se fosse l’anima
profonda di se stesso... Pierre è un musicista che non si lascia scappare alcuna possibilità nello
sviluppare una tecnica e un suono alla ricerca di strade nuove e spesso uniche".
È invece lo stesso Pierre, valido compositore e virtuoso del fingerstyle, a sottolineare come "Io
credo che sia importante per me come musicista di non rivelare troppo di me stesso, ma
piuttosto di mostrare quanto io non sia necessariamente dove la gente pensa debba essere.
Non so se questo sia un bene o una buona cosa dal punto di vista commerciale, ma sento che
è giusto per me mantenere i miei interessi per quello che sono, saranno poi gli ascoltatori
interessati, motivati e curiosi a venire a vedere di volta in volta quel che sto facendo e in quale
direzione
sto
andando".
E c’è molto di questo spirito su Altiplanos, il nuovissimo disco uscito nel 2005, decimo della
carriera e registrato interamente nello studio casalingo della Champagne in Francia con un
nuovo strumento, la chitarra appositamente costruita dal liutaio californiano Kevin Ryan. Ospiti
speciali il bassista Michel Benita, il percussionista Blaise Boutlefeu e il sassofonista Didier
Malherbe (famoso per aver fatto parte della migliore formazione dei Gong negli anni ’70). Un
lavoro che presenta un repertorio vario fatto di impennate vocali, pezzi d’improvvisazione,
ballate intimistiche e sorprendenti composizioni originali. Pierre: "Non volevo tornare indietro e
fare il solito disco solo sul solco del precedente Intuite (lo strumentale uscito nel 2001,
vincitore del premio come miglior strumentale acustico per i discografici francesi). Ho voluto
aggiungere un nuovo elemento: la voce. E così ci sono due canzoni cantate in francese,
'Demain Des L'Aube' e 'La Nuit Des Meteores'. Mi sembra che, rispetto all’ultimo mio disco, vi
siano intrecci più multiformi e pieni di colore".
La canzone che dà il titolo al disco è dedicata a Ingrid Bettencourt, la donna franco-colombiana
che aveva rappresentato il partito verde alle ultime presidenziali colombiane, poi sequestrata e
tuttora nelle mani delle FARC. Per quanto riguarda i suoni, si tratta di uno dei rari pezzi suonati
da Pierre con l’accordatura tradizionale.
E c’è una storia dietro ogni canzone, ci sono dei sentimenti che nei suoi spettacoli Bensusan sa
presentare con grazia e passione, col suo inconfondibile e affascinante modo di suonare la
chitarra acustica, con un fingerstyle che l’ha reso tra i nomi più famosi del genere al mondo.