“Torre del Lago, gaudio supremo, paradiso, eden, empireo, turris eburnea, vas spirituale, reggia…abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo con macchie splendide fino al mare, popolate di daini, cignali, lepri, conigli […]. Tramonti lussuriosi e straordinari.” Così descrive Giacomo Puccini, in una lettera ad un amico nel 1900, il luogo che gli fu caro per tutta la vita, dove compose gran parte della sua musica. Giacomo Puccini s’innamorò di Torre del Lago durante la sua prima visita nel 1891 e non appena i successi delle sue opere (la Manon lescaut e la Bohème) glielo permisero acquistò l’antica torre di guardia dell’originaria tenuta granducale eleggendola a sua dimora preferita. La torre, che era stata già trasformata in dimora dai Borboni, era a quell’epoca abitazione di Venanzio Barsuglia, guardia della tenuta arciducale. Nel 1899 l’edificio divenne di proprietà di Giacomo Puccini e fu completamente ristrutturato sotto la direzione dell’ingegnere Giuseppe Puccinelli di Lucca. La famiglia Puccini si trasferì nella Villa, che all’epoca si affacciava direttamente sul lago, nei primi mesi del 1900: quasi subito il maestro acquistò una piccola parte di Lago e, facendola interrare, ne ricavò un piccolo giardino e un approdo privato per le barche. Nella nuova casa, circondato dalla quiete e da molti cari amici con i quali era solito riunirsi fino a tarda notte, Giacomo Puccini trascorse gran parte del suo tempo e qui compose negli anni seguenti Madama Butterfly, La Fanciulla del West, La rondine e il Trittico. Il compositore, che aveva scelto la piccola località sul lago per la pace e l’armonia del paesaggio che la caratterizzavano, fu costretto ad abbandonarla nel 1921 quando la nascita di un enorme stabilimento di una centrale elettrica arrivò a rompere l’incanto del lago. Nonostante le sue numerose proteste contro l’impianto di un simile edificio, Giacomo Puccini non fu ascoltato e, nel 1921 si trasferì definitivamente con la famiglia a Viareggio nella nuova casa al Marco Polo che si era fatto costruire dopo l’arrivo delle Torbiere. La Villa – Museo è un piccolo edificio tardo ottocentesco sviluppato su due piani e oggi si affaccia sul piazzale prospicente il lago di Massaciuccoli, il quale venne ultimato nell’estate del 1930 e che, dal 1949, ospita la statua a grandezza naturale di Giacomo Puccini realizzata da Paul Troubetzkoy. Una cancellata, originale dell’epoca della ristrutturazione dell’edificio, separa il piccolo giardino dal piazzale. Si accede alla villa attraversando il giardinetto di chiara ispirazione giapponese per le dimensioni e le aiuole ornate di pietre. Oggi è possibile visitare soltanto il piano terra dell’edificio che accoglie innumerevoli ricordi del maestro: fotografie, lettere, biglietti, manoscritti e suppellettili affollano le sei stanze aperte al pubblico. L’ambiente sicuramente più suggestivo e intriso dell’atmosfera pucciniana in ogni sua forma è lo studio del maestro: purtroppo gli originali affreschi sulle pareti del locale, risalenti al 1900, realizzati da Plinio Nomellini e Luigi de Servi furono ricoperti dall’attuale decorazione già nel 1908 a causa della grande umidità del luogo; in quell’anno la decorazione della sala (che è quella che possiamo vedere oggi), tipicamente Art Nouveau, venne rifatta sotto la direzione dell’ingegnere Studiati di Pisa. L’arredo, composto interamente da pezzi autentici, rappresenta perfettamente l’eclettismo dell’epoca: il soffitto a cassettoni in rosso, blu e oro, il caminetto sovrastato dal famoso pannello floreale in maiolica di Galileo Chini, i mobili Bugatti e Tiffany, il pianoforte Foster e il grande tavolo di noce fatto apposta per apporgiarvi le partiture di orchestra, si adagiano sul prezioso pavimento di mosaico alla veneziana. L’atmosfera di solennità che gli oggetti preziosi e le decorazioni a tinte forti danno al locale è rafforzata anche dalla teca contenente la maschera funebre del maestro che fu realizzata a Bruxelles, dove egli morì nel 1924. Le stanze della villa ci introducono non solo nella vita di Puccini grande compositore, ma ci presentano anche l’uomo Giacomo Puccini: grande appassionato di caccia, estimatore di automobili di lusso e proprietario di numerose imbarcazioni. Tra le stanze visitabili della residenza, possiamo vedere infatti anche la “stanza della Caccia” dove sono conservati gli indumenti del maestro, la sua collezione di fucili e alcuni animali lacustri imbalsamati. Austera e preziosa appare infine la cappella che, per volere di Antonio Puccini (figlio del maestro) fu realizzata nel salottino interno della villa dopo la morte del maestro. Il progetto del locale fu affidato all’ingegner Vincenzo Pilotti che lavorò con Adolfo de Carolis, uno dei più importanti artisti del Libery italiano, e con lo scultore Antonio Maraini. Qui ammiriamo due sculture in marmo di Maraini, un mosaico di Adolfo de Carolis e un soffitto orientaleggiante, opera del Prof. Giulio Luperini di Firenze. Le spoglie di Giacomo Puccini furono inumate nella cappella della residenza torrelaghese nel 1926, due anni dopo la morte del maestro. In seguito furono seppelliti in questa cappella anche Elvira, Antonio e Rita Puccini. Dal 1996 la Villa è di proprietà di Simonetta Puccini, figlia di Antonio e unica discendente del maestro. La signora Puccini entrando in possesso della villa, ha creato l’Associazione Amici delle Case di Giacomo Puccini allo scopo di ridare alla Villa e al giardino l’aspetto che avevano all’epoca del maestro. Oggi, grazie ai lavori di ristrutturazione effettuati dall’Associazione, la Villa – Museo è estimatori del grande compositore. uno dei luoghi di maggiore interesse per gli