DEUX POLONAISES Pour Le Piano dédiées à M.r Jules Fontana 5 P.A.R. FRED. CHOPIN. A.L. Op. 40 10 Prix: 6.f à Paris, chez E. Troupenas & C.ie Rue Neuve Vivienne, 40. Londres, chez Wessel. Leipzig, chez Breitkoff & Haertel. ____________________ 1 EBrH40 Deux / [2] POLONOISES 3 EBrH40 POUR LE PIANO 4 A140 dediée à Mr Tytus Woyciechowski son Ami Jules Fontana || A240 dediées à Mr Jules Fontana || C40 dediées à son ami / Jules Fontana || EBrH40 dédiées / [5] à son ami / [6] Jules Fontana || ETr40 dédiées à 6-7 EBrH40 [7] PAR / [8] FRÉD. CHOPIN. 9 EBrH40 Oeuvr. 40. Propriété des Editeurs. Pr. 16 Gr. 10 EBrH40 Leipzig, chez Breitkopf & Härtel. 11 EBrH40 Paris, chez Troupenas & C.o Londres, chez Wessel & C.o / [12] 6331. / [13] Enrégistré aux Archives de l’Union i dati essenziali del travagliato iter che portò alla pubblicazione dell’op. 40. Il 12 gennaio 1839 Chopin scrive a Fontana: «Tra qualche settimana riceverai [...] delle Polacche» (cf. Correspondance II, p. 288); dieci giorni dopo, il 22 gennaio, avverte Pleyel, il quale s’era «voluto assumere l’onere» d’essere suo editore, d’avere in portafogli, tra l’altro, «due polacche (ne conoscete una in la): ne voglio ricavare millecinquecento franchi per tutti i paesi del globo» (cf. ibid. p. 292). Un mese e mezzo più tardi, il 7 marzo, da Marsiglia, Chopin informa l’amico Fontana d’avere scritto a Pleyel «che [...] per le due Polacche (per la Francia, l’Inghilterra e la Germania) ho chiesto millecinquecento franchi. Mi sembra che non sia caro»; poco più avanti annota: «Hai una risposta alla tua lettera così vera e sincera nella seconda Polacca» (cf. Lettere p. 149s.). Ma le richieste di Chopin dovettero invero apparire eccessive, giacché il 12 marzo, sempre da Marsiglia, confessa a Fontana che «modi così da ebreo mi stupiscono da parte di Pleyel. [...] Dunque se Pleyel fa la minima difficoltà, va da Schl[esinger] e digli che gli do [...] per 1500 franchi le Polacche per la Germania, l’Inghilterra e la Francia. Se non accetta, gliele lascio volentieri per 1400, o per 1300 o anche per 1200 franchi»; poco più oltre, «se, cosa di cui dubito, gli [scil. Pleyel] hai lasciato i manoscritti [...] delle Polacche, valli a riprendere e rimettili a Schlesinger o a Probst» (cf. Correspondance II, pp. 307s.). Tale comportamento di Chopin non stupisca. Che cos’era mai accaduto? In breve, Pleyel, che voleva sostituirsi a Schlesinger nel fare affari sulle spalle del Compositore, s’era proposto come nuovo ed unico editore promettendo compensi più lauti, non da strozzino come quelli erogati dall’“ebreo” Schlesinger. Chopin lo prese alla lettera senza sospettare alcuna manovra losca; quando, però, fu il momento di mettere alla prova la parola di Pleyel, che lo aveva attirato nel trabocchetto pagando per i Preludi il prezzo pattuito, questi fece orecchie da marcante; d’altra parte, era già tardi per recuperare la situazione precedente, dacché Schlesinger, che aveva sicuramente seguito le varie fasi della manovra, non era tipo da farsi menare per il naso. Quando Chopin se ne rese conto (a Grzymała confessa in una lettera del 27 marzo 1839: «Quest’imbecille di Pl[eyel] mi ha procurato guai, ma che farci?», cf. Correspondance II, p. 322), s’era ormai avviata un’irreversibile reazione a catena. Un’altra missiva, sempre di marzo, rivela l’esasperazione del Compositore: «Dal momento che bisogna trattare con simili ebrei, blocca ogni trattativa fino al mio arrivo. [...] per ciò che riguarda [...] le Polacche, IASSUMIAMO R non venderle né a Schl[esinger], né a Probst. [...] ora sono furibondo» (cf. Lettere pp. 150s.). Il 24 marzo Probst, l’agente di Breitkopf & Härtel a Parigi, scrive all’editore che «Chopin è a Marsiglia. In merito alle sue nuove opere sono molto dispiaciuto e resto in attesa di una Vostra risposta: la Ballata e le 2 Polacche sono già qui, ma tutti gli editori devono respingere le nuove esorbitanti pretese; anche Pleyel si tira indietro, perché evidentemente non vuole perdere il suo denaro» (cf. Lenn. p. 107). Il 29 aprile Probst aggiorna Breitkopf: «Chopin presto sarà qui per vendere egli stesso le sue opere. Vedremo». Passa l’estate ed è già autunno (8 ottobre) quando Chopin, in cambio d’una lunga lista di commissioni per il suo rientro a Parigi, promette a Fontana di modificare «la seconda parte della Polacca fino alla morte. Forse non ti piacerà neppure la versione di ieri, sebbene mi sia consumato il cervello per almeno ottanta secondi» (cf. Korespondencja I, p. 365). Il 2 dicembre Probst informa l’editore lipsiense che «ieri finalmente ho avuto un rendez-vous con Chopin: ha pronti 7 manoscritti, ovvero una Grande Sonata, Seconda Ballata, Due Notturni, Terzo Scherzo, Quattro Mazurche, Due Polacche, un Improvviso, e ne chiede 3500 franchi. L’avergli fatto presente che non era possibile accettare un prezzo così esorbitante, è stato inutile». Nel frattempo (il 31 ottobre) Chopin aveva ceduto a Wessel per la Gran Bretagna e l’Irlanda i diritti della Ballata, dello Scherzo e delle Polacche, ricavandone 24 sterline (cf. Kallb.2 p. 361). Finalmente, dopo che Chopin s’era risolto ad interpellare direttamente Breitkopf (cf. Correspondance II, p. 376), l’estenuante trattativa si concluse il 15 gennaio 1840 (data del contratto, cf. Kallb.2 p. 347) con la vendita dei sette manoscritti per la somma complessiva di 2500 franchi. Due mesi dopo (25 marzo 1840) un lapidario Probst avrebbe comunicato a Breitkopf: «Chopin ha venduto le 7 opere a Troupenas per 2100 franchi»; di questa transazione, avvenuta dunque prima del 25 marzo, si fa menzione in una lettera del 23 aprile 1840 a Fontana: «Troupenas ha comprato sette mie composizioni...». Da quanto sopra possiamo dedurre con certezza che la prima Polacca «in la» era stata composta prima della partenza per Mallorca; il 12 marzo 1839 una copia delle due Polacche era senza dubbio nelle mani di Fontana. Dalla lettera del 24 marzo parrebbe a dirittura che lo stesso Probst fosse già in possesso dei mss. e della Ballata e delle Polacche («Die Ballade u. 2 Polonaisen sind bereits hier,...»); in autunno (primi di ottobre) Chopin mette mano alla Polacca in do minore per modificarne la «seconda parte». Alla fine di ottobre (1839) conclude con Wessel, in gennaio (1840) con Breitkopf ed in marzo, presumibilmente, con Troupenas. Ed.d.C. 002