CHIGIANA Unico Settimana 2010 OK
24-06-2010
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Successivamente il brano fu incluso in una pubblicazione edita
in seguito al concorso dalla stessa rivista “Signale für die Musikalische Welt”, dal titolo “10 Preiskompositionen für Pianoforte” (Berlin 1910).
Come molti brani dello Szymanowski giovanile, il Preludio e
fuga è caratterizzato da un’armonia cromatica, da una scrittura
densa e complessa, da una difficoltà tecnica molto elevata.
Chopin
Forma fondamentale dell’arte di Chopin, le polacche abbracciano all’incirca tutto l’arco della sua vita, dal 1817, data della pubblicazione a Varsavia di una Polacca in sol minore, fino al 1846,
anno di composizione della Polacca-Fantasia op. 61.
Dell’originale danza polacca dei secoli precedenti, utilizzata
talvolta anche nelle suites, niente rimane in queste pagine di Chopin, che vi immette un patos particolare, come dice Franz Liszt,
“col suo tocco commovente e la novità dei procedimenti armonici.
Le Polacche di Chopin, di volta in volta tragiche, cupe o luminose,
danno voce alla resistenza disperata di un popolo minacciato e
aggredito”. Chopin ci ha lasciato una quindicina di queste composizioni, fra le quali la coppia dell’op. 26, in realtà la settima e l’ottava scritte dal musicista polacco, costituisce il primo esempio ricco
di originalità. Scritte fra il 1834 e il 1835, furono pubblicate a Parigi da Schlesinger nel 1836 e dedicate a Josef Dessauer, un musicista amico di George Sand.
L’op. 26 n. 1, costituita da due episodi ben distinti, si impone
per virilità e sbalzo marziale, oltre che per la scrittura pianistica di
ardua originalità.
Anche le mazurche, come le polacche, accompagnarono Chopin per tutta la vita (ne scrisse circa una sessantina). Anch’esse
sono il riflesso di un sentimento nazionale molto profondo, al quale
il musicista peraltro restò sempre molto legato. Un allievo del compositore, Wilhelm von Lenz, disse a questo proposito: “Le mazurche di Chopin sono il carnet di viaggio della sua anima attraverso i
territori socio-politici di un mondo di sogni sarmatici! Era quello
l’ambiente adatto per il suo modo di suonare; era lì che si trovava
l’originalità di Chopin pianista. Egli rappresentava la Polonia, la
sua patria, così come la sognava, nei salotti parigini sotto Luigi
Filippo. Chopin era l’unico pianista politico. Egli incarnava la Polonia, metteva in musica la Polonia!”.