I 1. INTRODUZIONE L’audiometria vocale a differenza dell’audiometria tonale con la quale possiamo documentare il tipo e l’entità della perdita uditiva alle varie frequenze, ha lo scopo di verificare qual è la reale menomazione che l’ipoacusico ha nel percepire il messaggio verbale, quindi, accertare la capacità di riconoscere e capire parole e frasi di una lingua. Tale capacità coinvolge l’orecchio come organo periferico recettoriale e tutta la via acustica centrale con le sue molteplici connessioni. Dal punto di vista medico legale rappresenta un’indagine necessaria per la valutazione del grado di disabilità del soggetto ipoacusico, consente di stabilire l’intellegibilità verbale, cioè il riconoscimento delle parole come stimolo sonoro dotato di significato. Dal punto di vista protesico rappresenta un esame utile per la predizione del risultato funzionale degli apparecchi acustici. L’audiometria vocale, quindi, nei suoi molteplici aspetti viene adoperata per la valutazione di questo processo così complesso ed i suoi risultati possono essere usati in numerosi contesti come diagnosi differenziale dei vari tipi di ipoacusia, valutazione ed adattamento di apparecchi acustici, valutazione del grado di disabilità e d’audiologia forense. 2. GENERALITA’ Per eseguire una audiometria vocale il materiale deve avere alcune caratteristiche particolari: - composizione fonetica tipica della lingua in cui si effettua l’esame, - deve essere foneticamente bilanciato, II - semplice, - familiare e - di uso comune. Nel suo complesso il materiale vocale usato è formato da fonemi, logotomi, parole bisillabiche, frasi a senso compiuto, frasi sintetiche. In Italia il materiale verbale usato più frequentemente nell’ audiometria vocale comprende: - frasi normali a senso compiuto (Bocca); - parole bisillabiche a senso compiuto (Bocca e Pellegrini) ; - logotomi con costruzione Consonante – Vocale –Consonante – Vocale ( CVCV ) senza senso compiuto (Azzi ). 3. ESECUZIONE Per poter procedere all’esecuzione di una audiometria vocale, l’esaminatore deve preparare il paziente alla prova stessa dicendo che sentirà una voce e non altri suoni. Gli si spiega quale tipo di materiale verbale verrà usato (es. frasi, parole, logotomi) in modo che il paziente sappia cosa si deve aspettare. L’anticipazione di questi particolari predispone bene il paziente, rendendo il riconoscimento del messaggio più immediato e risparmiando tempo. Inoltre, l’esaminatore deve dire al paziente di aspettare la fine del messaggio verbale prima di ripetere ciò che ha sentito (chiaramente nella registrazione c’è sempre una pausa apposita). E’ importante far capire al paziente che deve ripetere il messaggio così come lo sente. Il materiale vocale impiegato, inciso su CD, viene inviato con diverse vie di stimolazione (in cuffia, per via ossea, in campo libero). Il lettore CD viene collegato ad un audiometro con ingresso ausiliario ed in seguito viene tarato il sistema per III mezzo del tono di presentazione (V. U. meter ) che si trova nella prima traccia del disco (1000Hz - 19dB SPL). L’intensità della presentazione iniziale viene stabilita ad un livello corrispondente alla media tonale per le frequenze della voce (500 – 1000 - 2000 Hz ) più 20-30 dB. Per quanto riguarda le prove vocali normali, nelle ipoacusie bilaterali simmetriche, il materiale può essere presentato in condizioni di ascolto dicotico, cioè tramite cuffia simultaneamente ad entrambi gli orecchi. Invece se siamo in presenza di una ipoacusia bilaterale asimmetrica, si devono esaminare i due orecchi separatamente in modo monoaurale. In questo caso si ricorre al mascheramento necessario quando la differenza tra la perdita media tonale nei due orecchi per le frequenze della voce è superiore ai 40dB HL. 4. MASCHERAMENTO Possono esserci vari tipi di mascheramento come : - Rumore Rosa ( Pink Noise – PN ): l’energia è uguale per ogni ottava per tutte le frequenze (125 – 8000 Hz ); - Speech Noise (SPN): l’energia è uguale per tutte le frequenze specifiche della voce. Questo tipo di rumore è più efficace ma non è a disposizione su tutti gli audiometri; - Rumore tipo “cocktail party” che simula le condizioni acustiche del rumore di fondo (voci, bicchieri ecc.. ) durante un cocktail; - Rumore tipo “babble”: le voci di diversi interlocutori vengono miscelate producendo un fattore di interferenza maggiore rispetto al rumore randomizzato senza voci. IV Questa maggiore interferenza è dovuta al fatto che il babble contiene falsi indizi uditivi e questo aumenta la difficoltà per i processi di attenzione e di memoria che sono coinvolti al riconoscimento del messaggio verbale primario. 5. RIDONDANZA Un aiuto al riconoscimento del messaggio verbale ci viene dato dalla Ridondanza la quale viene definita come la quantità di informazioni in eccesso rispetto a quelle richieste per il riconoscimento del messaggio verbale. Esistono due tipi di ridondanza: la ridondanza estrinseca e la ridondanza intrinseca. La ridondanza estrinseca è legata esclusivamente al contenuto del messaggio verbale e si può dividere in tre livelli: - FONETICA legata al contenuto fonetico del messaggio, - SINTATTICA legata alla struttura grammaticale del messaggio, - SEMANTICA legata al significato del messaggio. Per chiarire con un esempio: i logotomi ( reva, mebo, lome ecc.) hanno solamente una ridondanza fonetica ed il riconoscimento avviene in base alle informazioni acustiche percepite. Le parole bisillabiche (fiele, orlo, cento) contengono sia la ridondanza fonetica che semantica per cui il significato viene aggiunto alle informazioni acustiche ed il riconoscimento della parola diventa più facile. Le frasi normali (Gli esploratori partono per il polo) contiene tutte e tre tipi di ridondanza, in quanto la struttura grammaticale integra le informazioni presenti nel messaggio. V La ridondanza intrinseca invece è una funzione del sistema nervoso centrale e subentra per la correzione di eventuali errori nell’ identificazione del messaggio verbale. Essa si riduce per la presenza di una patologia che coinvolge la via acustica centrale e può essere svelata utilizzando del materiale a bassa ridondanza estrinseca. Dallo schema seguente si evince con maggiore chiarezza l’importanza della ridondanza estrinseca e intrinseca sulla intelligibilità vocale. Ridondanza del Ridondanza neurale messaggio(estrinseca) (intrinseca ) Normale Normale Ottima Normale Ridotta Sufficiente Ridotta Normale Sufficiente 6. Intelligibilità SOGLIE L’audiometria vocale utilizza come stimolo verbale generalmente le parole bisillabiche a senso compiuto. I logotomi vengono utilizzati per evidenziare eventuali deficit di discriminazione fonetica . Le frasi vengono usate da qualche autore in campo pediatrico( > 6 anni) o nelle prove speciali con messaggio controlaterale. Facendo riferimento ad una lista di parole (10-20 ), si contano le risposte esatte per le varie intensità che variano di 10 dB per volta. I risultati che si ottengono vengono registrati su un diagramma modificato da Davids sulla cui ascissa viene indicato l’intensità in dB e sull’asse delle ordinate la percentuale di risposte esatte. In audiometria si distinguono tre soglie: VI - Soglia di detezione che corrisponde alla soglia in cui il paziente sente parlare , ma non è in grado di ripetere quello che sente. Nei soggetti normoudenti tale soglia è a 0 dB; - Soglia di percezione che corrisponde al livello in dB al quale il paziente ripete in modo esatto il 50% del messaggio verbale. Nei soggetti normali tale soglia è situata a 10 dB per le frasi, 15 dB per le parole, 20 dB per i logotomi. - Soglia di intellezione corrisponde al livello in dB in cui il paziente raggiunge il 100% di intelligibilità per il materiale verbale presentato. Nei soggetti normali tale soglia viene raggiunta a 20 dB per le frasi, 25 dB per le parole, 30 dB per i logotomi. 7. CURVE Il tracciato audiometrico vocale è rappresentato da una curva di articolazione o di intelligibilità. Tale curva, ottenuta unendo i valori per ogni intensità, ha la forma di S italica. Sulle basi di quanto detto la valutazione della discriminazione vocale viene effettuata in base a due criteri: - Quantitativo, il livello della soglia di percezione vocale (50% ) del paziente viene paragonato a quello ottenuto per lo stesso materiale fonetico nei normoudenti. La differenza viene espressa in dB ; - Qualitativo i diversi gradienti della curva di articolazione sono indicativi della patologia. Quindi, nelle ipoacusie di trasmissione la curva di articolazione vocale per le parole è spostata verso destra. In generale, possiamo riscontrare due tipi di curve : VII - Più raddrizzata rispetto alla normale e spostata verso destra. Si riscontra nelle ipoacusie trasmissive caratterizzate da una perdita maggiore per le frequenze gravi rispetto alle acute (ad esempio nell’otosclerosi). - Parallela alla curva normale e spostata verso destra, si riscontra nelle ipoacusie trasmissive pantonali. Nelle ipoacusie di tipo neurosensoriali è difficile che il paziente riesca a raggiungere il 100% di intelligibilità. Questa scarsa risoluzione per la voce può essere attribuita sia alla perdita relativamente maggiore per i componenti di media/alta frequenza (suoni consonantici) sia per i fattori di distorsione di loudness tipici di queste perdite. Le curve possono essere : - oblique, - a plateau, - a cupola, - a campana con roll-over. Le curve oblique si riscontrano nelle sordità nelle quali esiste uno squilibrio di frequenze con deficit uditivo maggiore per le frequenze acute rispetto alle gravi. Le curve a plateau sono caratterizzate dal fatto che aumentando l’intensità non migliora l’intellegibilità. Sono tipiche delle lesioni cocleari per la presenza del fenomeno del recruitment che determina una distorsione del messaggio in rapporto alla intensità dello stesso. Le curve a cupola sono simile alle precedenti ma alle alte intensità ridiscende lievemente verso il basso.Si riscontra nelle forme cocleari con recruitment marcato. VIII Le curve a campana, si riscontrano nelle lesioni retrococleari (neurinoma dell’VIII) ed è generalmente monolaterale. Le forme bilaterali sono associate talora a patologie del tronco. Questa diminuzione di intelligibilità può arrivare allo 0% ed è legata a fenomeni di distorsione in rapporto all’intensità. E’ inoltre caratterizzato da una notevole pendenza da un breve plateau non superiore al 50-60% di identificazione e da una rapida caduta dopo il plateau che la riporta talvolta allo 0%. Si può verificare che una curva vocale con rollover si associ ad un audiogramma tonale solo lievemente compromesso (sulle alte frequenze). Questo reperto indicativo di lesione neurale e/o del tronco encefalico viene detto Dissociazione Verbo-Tonale. Figura 1. A - ipoacusia trasmissiva. B, C- ipoacusia neurosensoriale. (Barone L., Fanelli G., Franco A.M., Magrini A., Marcotullio D., Prato G., 1996, p.42). IX 8. PROCEDURE Sono state sviluppate delle Procedure Speciali che ci permettono di fare delle valutazioni di discriminazione vocale anche in casi particolari come nei bambini Nei casi di sordità profonde , oppure nei casi in cui con la sola audiometria tonale non si riesce determinare la presenza di lesioni. Rientrano tra le Procedure Speciali: 1. 1. Prove Sensibilizzate monoaurali e binaurali 2. Prove vocali di competizione 3. Prove vocali infantili 4. Prove vocali nei sordi profondi Prove Sensibilizzate Nei soggetti normoacusici, la discriminazione della parola raggiunge il 100% perché entra in gioco la ridondanza sia estrinseca sia intrinseca per la codificazione del messaggio. In presenza di condizioni patologiche delle vie superiori e centrali la ridondanza intrinseca neurale è ridotta e il soggetto riesce, talvolta, ad identificare il messaggio unicamente in base alla ridondanza estrinseca. Queste prove dette sensibilizzate si adoperano nei casi in cui non è possibile, in base all’audiometria tonale, dimostrare la presenza di una lesione di origine periferica, e dove l’intellegibilità per la parola è talmente ridotta da far capire l’esistenza di una disfunzione a carico del sistema nervoso centrale. Queste prove riescono a determinare la presenza di lesioni a carico delle vie uditive superiori con un certo grado di precisione. X Prove sensibilizzate monoaurali: Frasi accelerate (Bocca e Calearo) Le frasi vengono presentate a velocità superiore (300/400 parole al min) rispetto alla norma (140 parole al min). Nei soggetti normoacusici ci sarà uno spostamento della soglia di 10 dB, ma in ogni caso si raggiunge il 100% di discriminazione vocale. Al contrario i pazienti affetti, per esempio da presbiacusia, o dal morbo di Parkinson, rimangono confusi dalla velocità di presentazione e, quindi, non sono in grado di ripetere il messaggio. Si ha la stessa risposta bilateralmente in presenza di disturbi a carico del sistema uditivo centrale. Nei soggetti con lesioni del nervo (neurinoma dell’VIII )o del tronco encefalico (in base bulbo pontina bassa) è possibile ottenere una risposta patologica monoaurale. Frasi Interrotte ( Bocca ) Le farsi normali sono presentate a velocità normale (140 parole al min) ad un livello di 40 dB. Un’interruzione periodica viene applicata con un rapporto messaggio/interruzione di 1:1. I soggetti normoacusici raggiungono il 100% d’intelligibilità, ad una velocità di 10 interruzioni al secondo. In presenza di lesioni centrali la discriminazione è notevolmente ridotta. La capacità intellettuale innata del paziente è d’estrema importanza per la corretta esecuzione della prova. Frasi Filtrate (Bocca) Per questa prova possono essere usate sia le frasi sia le parole singole. Il messaggio è distorto dall’applicazione di filtri passa-banda (400/800 Hz – 1600/3200 Hz – 3200/6400 Hz) che alterano le sue caratteristiche di timbro e di frequenza. I soggetti normali raggiungono una discriminazione massima del 70%. In presenza di una lesione monolaterale del lobo temporale ci sarà una riduzione del 50% nell’orecchio controlaterale alla lesione (come per tutte XI le prove sensibilizzate monoaurali). I risultati ipsilaterali saranno simili a quelli ottenuti in soggetti normoacusici. Prove sensibilizzate binaurali: Prova d’integrazione binaurale (Matzken) Le frasi sono distorte, in un orecchio da un filtro passa-basso e nell’altro simultaneamente da un filtro passa-alto. La procedura è chiamata dicotica se ai due orecchi sono presentati segnali diversi. Per effetto della funzione centrale del messaggio, i soggetti normoacusici raggiungono una discrimazione del 97-100%. In caso di lesioni centrali il punteggio sarà notevolmente ridotto. Prova di sommazione (Bocca) I due orecchi ricevono due stimoli verbali diversi. Ad un orecchio è trasmesso un messaggio senza distorsione ad un livello d’intensità corrispondente alla soglia di percezione vocale (50%) e all’altro è trasmesso un messaggio filtrato a passa-basso ad un livello di 40 dB. Di conseguenza da un lato il messaggio è caratterizzato da buona qualità e bassa intensità, e dall’altro da una scarsa qualità tonale ed alta intensità. I soggetti normoacusici raggiungono il 100% di discriminazione, che è la somma delle capacità di discriminazione per ogni singolo orecchio. Tuttavia, i pazienti affetti da disfunzione uditiva centrale arriveranno ad un punteggio massimo del 50-60%. Frasi con voce commutata (Bocca-Hennebert) Il messaggio integrale oscilla da un orecchio all’altro con velocità diverse. I normoacusici riescono ad ottenere il 100% d’intelligibilità ad una velocità di oscillazione al di sotto di 3/secondo o al di sopra di 12/secondo. I soggetti con ipoacusia di tipo trasmissivo o neuro-sensoriale cocleare ottengono un XII buon punteggio. C’è una rilevante riduzione dell’intellegibilità alla presenza di lesioni del tronco, ma non a livelli più alti come la corteccia. I risultati di tutte queste prove possono essere registrati nell’apposito grafico riportato sotto usando il criterio della percentuale di risposte identificate correttamente. Prove vocali sensibilizzate (%) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 -10 0 10 Accelerata 20 30 40 50 60 80 90 …... …... Integrazione Interrotta Filtrata 70 Sommazione ….. …... Alternata Prova di Katz (SSW –Staggered spondaic word test) Prova ideata per l’identificazione di disfunzione uditiva centrale e può essere applicata sia negli adulti sia nei bambini più grandi. (dB) XIII I risultati sono registrati diversamente (punteggio fonetico) rispetto alle prove menzionate finora. Due parole bisillabiche con uguale enfasi su entrambe le sillabe sono presentate ai due orecchi in condizione d’ascolto dicotico con tempi sfalsati in modo che l’ultima sillaba della prima parola è pronunziata insieme alla prima sillaba della seconda parola (sovrapposizione temporale). Il paziente deve ripetere o scrivere entrambe le parole. L’omissione, la sostituzione e/o la distorsione dei fonemi sono considerati degli errori. Di conseguenza il punteggio è calcolato in base ai fonemi correttamente identificati. I soggetti normoacusici raggiungono il 95-100% d’intelligibilità. Invece nei soggetti con lesione del lobo temporale (aree uditine) ci sarà una notevole riduzione della discriminazione. 2. Prove vocali di competizione Le prove vocali di competizione sono state ideate per valutare la capacità del sistema uditivo di identificare correttamente un messaggio primario, sopprimendo nello stesso momento l’effetto mascherante di un messaggio competitivo (secondario). La competizione può essere presentata controlateralmente (CCM-controlateral competing message), ipsilateralmente (ICM- ipsilateral competing message) o in campo libero (FF – free field). I risultati sono calcolati in base ad una funzione percentuale per un determinato rapporto segnale/rumore (S/N) che in questo contesto è chiamato messaggio/competizione (MCR- message to competition ratio) dove lo zero (di solito il livello di comodo ascolto più 10 dB) corrisponde al livello al quale uguali messaggi si trovano alla stessa intensità. SSI – Synthetic sentence identification XIV Le liste sono composte di dieci frasi ognuna con sette parole grammaticalmente corrette ma senza significato. Le frasi sono presentate in cuffia in presenza di competizione controlaterale o ipsilaterale. Un esempio: ‘il pollo loda nella mosca biondo del ramo’. L’uso di frasi sintetiche, dove la ridondanza semantica viene a mancare, riduce notevolmente la ridondanza estrinseca nel messaggio primario, rendendo il compito di riconoscimento più difficile. Il paziente deve ripetere ad alta voce, o indicare su un elenco a scelta multipla, la frase che ha sentito. Si ottiene una percentuale di risposte corrette per ogni rapporto messaggio/competizione e i risultati sono segnati su un apposito grafico. SPIN test ( Speech intellegibility in noise) In questa prova, delle frasi a senso compiuto sono presentate su un sottofondo di voci (babble). Il paziente deve ripetere solo la parola finale della frase (parola chiave, che è sempre una parola bisillabica). Si possono distinguere due livelli di frase: - frasi con parola chiave ad alta predicibilità dove c’e un alto livello di ridondanza estrinseca, è facile, quindi, intuire la parola dal contenuto della frase; - frasi con parola chiave a bassa predicibilità dove la parola è riconosciuta solo in base alle informazioni acustiche. Questa prova è stata ideata allo scopo di valutare il contributo di questi fattori al processo di discriminazione vocale nei soggetti ipoacusici, ma può anche essere applicata nella procedura di valutazione ed adattamento degli apparecchi acustici. Prova con competizione controlaterale Serve a verificare una reale perdita totale dell’udito in un orecchio in seguito ad un trauma. XV Al paziente si dice semplicemente di ripetere ad alta voce le frasi normali che sentirà tramite cuffia nell’orecchio buono. Egli sostiene di non sentire per niente nell’orecchio traumatizzato e, quindi, non viene informato della possibilità che potrebbe sentire un elemento di disturbo da quel lato. Piano piano l’esaminatore inizia a mandare la competizione (discorso continuo) nell’orecchio ‘sordo’. Nel caso che l’udito non avrà subito nessun trauma e, quindi, la soglia sarà allo stesso livello dell’orecchio ‘buono’, il paziente comincerà a balbettare e a sbagliare le risposte ad un MCR di -40 se non prima a causa dell’inevitabile interferenza indotta dal messaggio secondario. Se la competizione è abbastanza forte il paziente potrebbe avere la sensazione di non sentire per niente nell’orecchio ‘buono’ per effetto del mascheramento. Prova vocale con feedback ritardato Questa prova è particolarmente indicata nell’identificazione di simulatori. Il soggetto deve leggere ad alta voce da un testo scritto (libro, giornale o altro). La sua voce è captata dal microfono e, con un ritardo di 100-200ms, gli viene rimandato in cuffia direttamente all’orecchio dove lui dice di non sentire. Ciò interferisce con il meccanismo d’auto-monitoraggio della voce e, in assenza di un’ipoacusia, il paziente finisce di solito balbettando e alzando la voce. Questa prova è indicata sia nelle perdite bilaterali sia in quelle monolaterali. 3. Prove vocali infantili Le prove vocali nei bambini sono limitate da diversi fattori come l’età, la presenza di disturbi del linguaggio che può rendere difficile al bambino ripetere il messaggio verbale. Le parole usate per le prove devono rispettare il normale sviluppo del linguaggio del bambino per ogni fascia d’età che nei XVI bambini ipoacusici non sempre corrisponde necessariamente all’età cronologica. Il materiale verbale maggiormente usato è basato su liste di parole bisillabiche e di frasi semplici a senso compiuto. Liste di parole bisillabiche con/senza immagini (3-6 anni) Questa prova si adatta a diversi modi di presentazione, poiché può essere a viva voce, con voce registrata, in campo libero o in cuffia Inoltre, nei bambini più piccoli o con problemi di linguaggio, il materiale può essere presentato con l’ausilio d’immagini che corrispondono alle parole pronunciate. Le liste sono quattro e ogni lista consiste di dieci parole bisillabiche adatte all’età del bambino, il quale deve ripeter la parola ad alta voce o indicare il disegno corrispondente su una cartella con dieci immagini raffiguranti le parole comprese nella lista. Liste di frasi a senso compiuto (3-6 anni) Questa prova consiste nella presentazione di brevi frasi a senso compiuto, ideate usando un vocabolario adatto per l’età del bambino. Le liste sono due con difficoltà diverse e con dieci frasi in ogni lista. Liste di frasi normali e sintetiche con favola Questa prova è usata nei bambini sopra i cinque anni. Il bambino è familiarizzato con le parole che saranno usate nella prova formale, facendogli sentire una breve favola (il gatto con gli stivali). Dopo di che, sono presentate delle frasi intere a senso compiuto che il bambino deve ripetere ad alta voce. Le liste sono cinque, con dieci frasi in ogni lista. La caratteristica della prova si trova nella fase di familiarizzazione e nell’utilizzo di un vocabolario strettamente legato ad essa. Oltre alla stretta competenza verbale misura anche la capacità cognitiva e mnemonica del bambino. XVII Inoltre, con le stesse parole di base sono state costituite anche delle frasi sintetiche che possono essere usate con e senza competizione, la quale consiste a sua volta, di un discorso continuo (favola). 4. Prove vocali nei sordi profondi La sordità profonda è caratterizzata da una soglia uditiva superiore o uguale a 90 dB o dalla presenza di residui uditivi presenti in alcune frequenze. E’, quindi, evidente che questi soggetti non saranno in grado di eseguire le prove vocali normali, poiché la percezione della voce è completamente alterata, si ricorre, quindi, a protocolli e materiali alternativi come: Batteria di prove per le minime capacità uditive Il materiale consiste di nove test a scelta multipla (risposta scritta) dove sono messi in evidenza gli elementi sopra-segmentali (prosaici) della lingua italiana (interrogativo/affermativo, monosillabo/bisillabo, parole accentate, ecc…). Queste prove possono essere usate da sole oppure, nel caso che le condizioni del paziente lo permettono, insieme con altre prove (audio-visive). Prove vocali audiovisive Nella maggioranza dei soggetti con ipoacusia severa o profonda, anche se possono essere considerati candidati alla protesizzazione, la discriminazione vocale, specialmente in ambiente rumoroso, rimane, lo stesso, difficile. Il soggetto tende istintivamente a guardare i movimenti della bocca di chi parla in modo da integrare il segnale acustico. Questa capacità di lettura labiale è alla base della valutazione della capacità complessiva di comunicazione, e, se è misurata correttamente, può aiutare il terapista nell’organizzazione delle strategie di riabilitazione. Di conseguenza sono state sviluppate varie procedure per la valutazione specifica della capacità visiva ed uditiva e per la valutazione delle capacità combinate audio/visive ai fini della percezione della voce. Fondamentalmente consistono XVIII nella presentazione di materiale vocale parlato e non parlato (mimato) che è inviato tramite monitor o mediante presentazione diretta (a viva voce). I reattivi verbali comprendono i logotomi e lo SPIN test, ma il contributo principale è costituito da una serie di cinquanta domande che per risposta richiedono una singola parola. Le prove possono essere eseguite sia in silenzio sia in presenza di rumore, allo scopo di valutare vari livelli di difficoltà d’ascolto. Queste prove possono essere considerate utili per la programmazione dei protocolli di riabilitazione e per la valutazione dell’efficacia dell’allenamento acustico nei sordi profondi. L’Audiometria vocale è detta protesica, quando è utilizzata per valutare la resa degli apparecchi acustici. Lo scopo primario dell’applicazione di una protesi acustica è quello di ottimizzare la discriminazione vocale e, di conseguenza, anche la capacità di comunicazione dell’ipoacusico. L’Audiometria vocale non è una valutazione diretta delle caratteristiche di guadagno in frequenza a protesi accesa, tuttavia, se usata in associazione con l’audiometria tonale in campo libero può offrire informazioni sul modo in cui il soggetto utilizza le informazioni acustiche in entrata ai fini del processo di discriminazione vocale. Per questo motivo è da considerarsi uno strumento valido per la valutazione della funzionalità delle protesi. A tale scopo sono utilizzate come materiale le parole bisillabiche o le frasi a senso compiuto. Solo raramente le frasi sintetiche. E’ eseguita in campo libero, con e senza protesi acustica. L’intensità del messaggio verbale inizialmente è di 60-70 dB SPL, cioè quella della normale voce di conversazione. Dopo sono testate intensità inferiori e superiori. La protesi è regolata a volume d’uso. XIX I risultati così ottenuti si riferiscono alla discriminazione vocale in condizioni di silenzio quindi non possono essere correlati a condizioni normali d’ascolto dove il rumore di fondo è di solito presente. Per questo motivo le prove vocali con competizione/rumore sono le più indicate. Il paziente è seduto di fronte ad un altoparlante che trasmette il messaggio primario. La competizione che consiste in un rumore tipo cocktail party è presentato da un secondo altoparlante situato dietro il paziente. Tutti i reattivi verbali di routine possono essere presentati in presenza di rumore e questo offre una valutazione molto realistica del modo in cui il paziente elabora le informazioni acustiche in entrata ai fini della discriminazione vocale in condizioni quotidiane d’ascolto. Nei soggetti neo-protesizzati s’invia solo il messaggio primario, mentre in chi sono abituali portatori di protesi e nei soggetti più collaboranti si utilizza anche il messaggio competitivo. Questa metodica, oltre ad evidenziare il reale guadagno della protesizzazione, ci permette di scegliere in base ai risultati, la protesi migliore con la programmazione migliore. XX BIBLIOGRAFIA Del Bo M., Giaccai F., Grisanti G. (1984), “Manuale di Audiologia”, Masson Italia Editori s.p.a., Milano. Calogero B. (1983), “Audiologia”, Monduzzi Editore s.r.l., Bologna. Cotrona U., Livi W. (2003), “L’adattamento degli apparecchi acustici”, Oticon, Firenze. Aliprandi G., Arpini A. (1980), “Protesi acustica e terapia protesica”, Libreria Scientifica già Ghedini, Milano. Barone L., Fanelli G., Franco A.M., Magrini A., Marcotullio D., Prato G. (1996), “L'integrazione scolastica e sociale dei bambini minorati dell'udito”, UTET, Torino.