Attività ISC su Autoritratto Leonardo

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COSI' LAUTORITRATTO DI LEONARDO DIVENTA UN GIALLO
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16/06/2014
L'AUTORITRATTO DI LEONARDO DIVENTA SEMPRE PIU' GIALLO: SI E' 3
OSSIDATO
Ilmessaggero.it
16/06/2014
L'AUTORITRATTO DI LEONARDO DIVENTA SEMPRE PIU' GIALLO: SI E' 5
OSSIDATO
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16/06/2014
CNR: COSI' L'AUTORITRATTO DI LEONARDO DIVENTA UN REBUS
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REPUBBLICA.IT
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LEONARDO, L'AUTORITRATTO STA SVANENDO: COSI' POSSIAMO
SALVARLO DAL TEMPO
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Torino.Repubblica.it
16/06/2014
LEONARDO, L'AUTORITRATTO STA SVANENDO: COSI' POSSIAMO
SALVARLO DAL TEMPO
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Cnr
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Corriere della Sera
17/06/2014
L'"AUTORITRATTO" DI LEONARDO A RISCHIO PER L'OSSIDAZIONE
(A.Torno)
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il Gazzettino
17/06/2014
LEONARDO, L'AUTORITRATTO E' GIALLO
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Agir > News > Cultura > Così l’Autoritratto di Leonardo diventa un ‘giallo’
AGIR
16/06/2014 - 11:43
Così l’Autoritratto di Leonardo diventa un ‘giallo’
Una nuova metodologia non invasiva per lo studio dei beni culturali, sviluppata dall’Istituto dei
sistemi complessi del Cnr con le Università di Tor Vergata e Cracovia, rileva in modo oggettivo
l’ossidazione del disegno.
L’Autoritratto di Leonardo da Vinci - conservato presso la Biblioteca Reale di Torino - è un celeberrimo disegno su carta databile
intorno al 1516. Un’indagine sugli spettri ottici dell’opera, eseguita con una metodologia sperimentale sviluppata dall’Istituto dei
sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (Isc-Cnr), in collaborazione...
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foglio dell'Autoritratto, circa 220 micron, ossia 0.22
millimetri, con vuoti dovuti alla presenza di aria spiega Mauro Missori dell'Isc-Cnr - i dati
sperimentali, ottenuti mediante una tecnica
spettroscopica basata su radiazioni non invasive di
bassa intensità, sono stati analizzati sviluppando una
specifica estensione del modello di trasferimento
radiativo detto di Kubelka-Munk». La carta, un tempo
fabbricata mediante estrazione della cellulosa da
stracci sottoposti a idratazione e pressatura, degrada
per alcune reazioni indotte in particolare dal vapor
acqueo: l'idrolisi acida o alcalina indebolisce la
struttura e l'interazione fra ossigeno atmosferico e
cellulosa attiva l'ossidazione, che causa danni ottici.
«L'ossidazione crea alcuni gruppi detti cromofori che
assorbono la luce principalmente nelle regioni del
blu-violetto dello spettro visibile e nell'ultravioletto,
dando alla carta il caratteristico colore giallognolo»,
prosegue il ricercatore. «Per dare una definizione
misurabile e oggettiva dell'ingiallimento si ricorre a
una tecnica spettroscopica non invasiva in cui le
radiazioni riflesse dal campione su alcuni punti critici
sul recto e sul verso sono raccolte da una sfera
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Diventa sempre più giallo, perchè ossidato,
l'Autoritratto di Leonardo da Vinci, conservato presso
la Biblioteca Reale di Torino, celeberrimo disegno su
carta databile intorno al 1516. Un'indagine sugli
spettri ottici dell'opera, eseguita con una
metodologia sperimentale sviluppata dall'Istituto dei
sistemi complessi del Consiglio nazionale delle
ricerche (Isc-Cnr), in collaborazione con le Università
di Roma Tor Vergata e di Cracovia, ha rilevato in
modo oggettivo l'ossidazione del disegno, dovuta
all'ambiente umido e chiuso in cui è stato
conservato. I risultati sono pubblicati su «Applied
Physics Letters».
Napoli, a via Marina il semaforo
crolla e blocca la circolazione dei
tram
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integratrice e misurate da un rivelatore multicanale». I dati ottenuti dalla misura, eseguita
dall'Isc-Cnr presso l'Istituto centrale per il restauro e
la conservazione del patrimonio archivistico e librario
di Roma, «sono stati confrontati con quelli teorici
ottenuti da una simulazione al calcolatore dal gruppo
dell'Università di Tor Vergata, identificando e
quantificando i cromofori responsabili
dell'ingiallimento dell'Autoritratto», conclude
Missori. «Il confronto di questi dati con quelli
ottenuti analizzando campioni di carta della stessa
epoca e campioni di carta moderna invecchiati
artificialmente in condizioni ambientali controllate ha
messo in luce una forte somiglianza del tipo di
cromofori presenti nell'Autoritratto con quelli trovati
in campioni conservati in ambienti chiusi e ad elevata
umidità. La metodologia, se applicata nel futuro
all'Autoritratto, consentirà di valutare la velocità di
degradazione visiva che è una informazione
fondamentale per la programmazione degli interventi
di restauro e conservazione».
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Inoltre lo stesso approccio diagnostico sarà applicato
ad altri disegni di Leonardo da Vinci e ad altri beni
culturali per garantire una corretta conservazione e
come supporto diagnostico per gli eventuali restauri.
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Per ovviare alle disomogeneità del sottile strato di foglio dell'Autoritratto, circa 220 micron, ossia 0.22
millimetri, con vuoti dovuti alla presenza di aria - spiega Mauro Missori dell'Isc-Cnr - i dati sperimentali, ottenuti
mediante una tecnica spettroscopica basata su radiazioni non invasive di bassa intensità, sono stati analizzati
sviluppando una specifica estensione del modello di trasferimento radiativo detto di Kubelka-Munk». La carta,
un tempo fabbricata mediante estrazione della cellulosa da stracci sottoposti a idratazione e pressatura,
degrada per alcune reazioni indotte in particolare dal vapor acqueo: l'idrolisi acida o alcalina indebolisce la
struttura e l'interazione fra ossigeno atmosferico e cellulosa attiva l'ossidazione, che causa danni ottici.
«L'ossidazione crea alcuni gruppi detti cromofori che assorbono la luce principalmente nelle regioni del bluvioletto dello spettro visibile e nell'ultravioletto, dando alla carta il caratteristico colore giallognolo», prosegue
il ricercatore. «Per dare una definizione misurabile e oggettiva dell'ingiallimento si ricorre a una tecnica
spettroscopica non invasiva in cui le radiazioni riflesse dal campione su alcuni punti critici sul recto e sul verso
sono raccolte da una sfera integratrice e misurate da un rivelatore multi-canale». I dati ottenuti dalla misura,
eseguita dall'Isc-Cnr presso l'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e
librario di Roma, «sono stati confrontati con quelli teorici ottenuti da una simulazione al calcolatore dal gruppo
dell'Università di Tor Vergata, identificando e quantificando i cromofori responsabili dell'ingiallimento
dell'Autoritratto», conclude Missori. «Il confronto di questi dati con quelli ottenuti analizzando campioni di
carta della stessa epoca e campioni di carta moderna invecchiati artificialmente in condizioni ambientali
controllate ha messo in luce una forte somiglianza del tipo di cromofori presenti nell'Autoritratto con quelli
trovati in campioni conservati in ambienti chiusi e ad elevata umidità. La metodologia, se applicata nel futuro
all'Autoritratto, consentirà di valutare la velocità di degradazione visiva che è una informazione fondamentale
per la programmazione degli interventi di restauro e conservazione».
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Diventa sempre più giallo, perchè ossidato, l'Autoritratto di Leonardo da Vinci, conservato presso la Biblioteca
Reale di Torino, celeberrimo disegno su carta databile intorno al 1516. Un'indagine sugli spettri ottici
dell'opera, eseguita con una metodologia sperimentale sviluppata dall'Istituto dei sistemi complessi del
Consiglio nazionale delle ricerche (Isc-Cnr), in collaborazione con le Università di Roma Tor Vergata e di
Cracovia, ha rilevato in modo oggettivo l'ossidazione del disegno, dovuta all'ambiente umido e chiuso in cui è
stato conservato. I risultati sono pubblicati su «Applied Physics Letters».
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Inoltre lo stesso approccio diagnostico sarà applicato ad altri disegni di Leonardo da Vinci e ad altri beni
culturali per garantire una corretta conservazione e come supporto diagnostico per gli eventuali restauri.
Lunedì 16 Giugno 2014, 16:49:00
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Leonardo da Vinci - conservato presso la Biblioteca Reale di
Torino - è un celeberrimo disegno su carta databile intorno al
1516. Un’indagine sugli spettri ottici dell’opera, eseguita con
una metodologia sperimentale sviluppata dall’Istituto dei
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sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (Isc-Cnr), in collaborazione con le Università di
Roma Tor Vergata e di Cracovia, ha rilevato in modo oggettivo l’ossidazione del disegno, dovuta
all’ambiente umido e chiuso in cui è stato conservato. I risultati sono pubblicati su 'Applied Physics
Letters'. “Per ovviare alle disomogeneità del sottile strato di foglio dell’Autoritratto, circa 220 micron,
ossia 0.22 millimetri, con vuoti dovuti alla presenza di aria”, spiega Mauro Missori dell’Isc-Cnr, “i dati
sperimentali, ottenuti mediante una tecnica spettroscopica basata su radiazioni non invasive di bassa
intensità, sono stati analizzati sviluppando una specifica estensione del modello di trasferimento
radiativo detto di Kubelka-Munk”. La carta, un tempo fabbricata mediante estrazione della cellulosa da
stracci sottoposti a idratazione e pressatura, degrada per alcune reazioni indotte in particolare dal
vapor acqueo: l’idrolisi acida o alcalina indebolisce la struttura e l’interazione fra ossigeno atmosferico e
cellulosa attiva l’ossidazione, che causa danni ottici. “L’ossidazione crea alcuni gruppi detti cromofori
che assorbono la luce principalmente nelle regioni del blu-violetto dello spettro visibile e
nell’ultravioletto, dando alla carta il caratteristico colore giallognolo”, prosegue il ricercatore. “Per dare
una definizione misurabile e oggettiva dell’ingiallimento si ricorre a una tecnica spettroscopica non
invasiva in cui le radiazioni riflesse dal campione su alcuni punti critici sul recto e sul verso sono raccolte
da una sfera integratrice e misurate da un rivelatore multi-canale”. I dati ottenuti dalla misura,
eseguita dall’Isc-Cnr presso l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio
archivistico e librario di Roma, “sono stati confrontati con quelli teorici ottenuti da una simulazione al
calcolatore dal gruppo dell’Università di Tor Vergata, identificando e quantificando i cromofori
responsabili dell’ingiallimento dell’Autoritratto”, conclude Missori. “Il confronto di questi dati con quelli
ottenuti analizzando campioni di carta della stessa epoca e campioni di carta moderna invecchiati
artificialmente in condizioni ambientali controllate ha messo in luce una forte somiglianza del tipo di
cromofori presenti nell’Autoritratto con quelli trovati in campioni conservati in ambienti chiusi e ad
elevata umidità. La metodologia, se applicata nel futuro all’Autoritratto, consentirà di valutare la
velocità di degradazione visiva che è una informazione fondamentale per la programmazione degli
interventi di restauro e conservazione”. Inoltre lo stesso approccio diagnostico sarà applicato ad altri
disegni di Leonardo da Vinci e ad altri beni culturali per garantire una corretta conservazione e come
supporto diagnostico per gli eventuali restauri.
(PPN) 16 giu 2014 13:52
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Leonardo, l’autoritratto sta
svanendo: così possiamo
salvarlo dal tempo
Un destino che accomuna migliaia di altre opere e libri antichi, ma ora
un metodo basato su luce riflessa e modelli quantistici permette di
stimare i tempi di degradazione e intervenire
I PIÙ
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Italia cuore e classe: 2-1 all'Inghilterra
di SARA STEFANINI
Gli studiosi hanno analizzato
l’autoritratto disegnato da
Leonardo da Vinci intorno al 1515. Il metodo non distruttivo, basato su un’azione
combinata di esperimenti sulla luce riflessa e modelli teorici della meccanica
quantistica, ha permesso di quantificare lo stato di degradazione. Quel disegno
di Leonardo, oggi custodito nella Biblioteca Reale di Torino e impresso in un
foglio di carta 33x21 cm con l’antica tecnica della sanguigna, si trova in un cattivo
stato di conservazione e si sta sbiadendo anno dopo anno. Un destino che accomuna migliaia di altre opere e libri antichi, ma questa
scoperta permette di capire come è stato conservato il reperto e se occorrono o
meno interventi immediati. Proprio per questo sono scesi in campo sette
scienziati (Adriano Mosca Conte, Olivia Pulci, Maria Cristina Misiti, Joanna
Lojewska, Lorenzo Teodonio, Claudia Violante e Mauro Missori) che hanno
individuato le sostanze chimiche responsabili dell’invecchiamento. Il risultato,
descritto in un articolo di "Applied Physics Letters", è stato ottenuto da ricercatori
del dipartimento di Fisica dell'Università Tor Vergata di Roma, in collaborazione
con l'Istituto sistemi complessi del Cnr di Montelibretti, l'Istituto centrale per il
restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario e la Jagiellonian
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Brasile-Croazia 3-1, Seleçao subito nel segno
di Neymar
Governo battuto alla Camera su responsabilità
civile toghe. Errori dei giudici: norme più dure
Legge elettorale, Grillo apre a Renzi: pronti a
discutere. Renzi: "No patti segreti, chiediamo
streaming"
Sindaci, Grillo: "Siamo virus inarrestabile".
Guerini: "Vittoria Pd, poche chiacchiere"
Renzi, 15mila nuovi posti nella Pa. "Ho preso il
40%, non vince la palude"
Italia, Prandelli: ''Non abbiamo paura''. Ma è
allarme Buffon
Brasile 2014, Checco Zalone canta i Mondiali:
ecco "Tapinho", inno contro razzismo e
omofobia
Australia: si tuffa e avvista uno squalo gigante,
ma il web è scettico
Bufera sulla Finanza. Arrestato il comandante
di Livorno: tangenti in cambio di verifiche
addomesticate. Indagato il generale Bardi
Il mago di Photoshop, il sogno diventa realtà
L'Italia entra in guerra, il Luce restaura storico
discorso di Mussolini
Pag. 9
058509
I TRATTI DEL VOLTO di
Leonardo si fanno sempre più
incerti: il tempo passa, la carta
ingiallisce e l'autoritratto del genio
lentamente svanisce. Ma stimare
la velocità di ingiallimento della
carta nei documenti antichi e nelle
opere d'arte è ora possibile grazie
a uno studio messo a punto da
un’equipe di scienziati italopolacchi. Caos riforme, 14 senatori Pd si
autosospendono. Renzi: è un bivio, non lascio
Paese in mano a Mineo
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Data
16-06-2014
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University di Cracovia, in Polonia.
Salvare i libri antichi, c'è una nuova tecnica
Perché sono tutti cattivi nella Gomorra che va in
tv
Luce, calore, umidità, gas inquinanti e impurità provocano l’ingiallimento della
carta. Gli scienziati sono riusciti a quantificare la concentrazione degli insiemi di
atomi che danno "colore" alla carta invecchiata, detti "cromofori", che assorbono
la luce. I cromofori, responsabili del processo d'ingiallimento, sono la chiave per
comprendere il processo di degrado visivo delle opere su cellulosa, perché sono
i prodotti chimici sviluppati dall'ossidazione durante l'invecchiamento. I ricercatori
sono quindi riusciti a calcolare la concentrazione di cromofori presenti nella carta
usata da Leonardo più di cinquecento anni fa. Ripetendo le misurazioni tra
qualche anno si potrà sapere se il degrado continuerà e se il documento è
conservato in modo corretto. Il nuovo metodo diagnostico potrebbe avere un
importante impatto sul restauro di libri antichi del nostro paese. Caos riforme, 14 senatori Pd si
autosospendono. Renzi: è un bivio, non lascio
Paese in mano a Mineo
Riforme, il Pd silura il dissidente Mineo:
escluso dalla commissione affari costituzionali
del Senato
STASERA
IN TV
PROSSIMI
GIORNI
Claudia Violante, 26enne e dottoranda al dipartimento di Fisica di Tor Vergata,
è la più giovane del team e ha spiegato a Repubblica come è nata la ricerca.
"L'idea della ricerca è nata nel 2011, in seguito all'incontro casuale, avvenuto a
una conferenza, tra Adriano Mosca Conte, fisico teorico dell'università di Roma
Tor Vergata, e Mauro Missori, fisico sperimentale dell'Istituto Sistemi Complessi
del Cnr di Montelibretti. L'idea dei due è stata quella di combinare esperimenti di
riflessione della luce con raffinati metodi teorici basati sulla meccanica
quantistica al fine di studiare il processo di degradazione della carta a livello
nanoscopico. Nel marzo 2012, Mauro Missori ha avuto l'onore di effettuare
esperimenti sul prezioso autoritratto di Leonardo da Vinci e da lì è nata l'idea di
applicare il nostro metodo di ricerca al capolavoro, per poter dare un reale
contributo alla sua salvaguardia".
Quali sono ora i vostri progetti per far sì che il vostro metodo venga
messo in pratica? "Il nostro metodo è puramente diagnostico ma può essere
un prezioso strumento per la messa a punto di nuove tecniche di restauro. Tale
obiettivo può essere raggiunto in collaborazione con gruppi di ricerca e industrie
private a livello europeo. Per avviare questa collaborazione però, sono necessari
dei finanziamenti che abbiamo richiesto alla Comunità europea tramite la
sottomissione di un progetto scientifico".
ILMIOLIBRO
STORIEBREVI
Dal 2011 ad oggi quanto è costata questa ricerca e chi vi ha finanziato?
"C’è da precisare che non sono stati stanziati fondi specifici per la ricerca su
Leonardo. Ci sono stati però fondi istituzionali e sono stati dati in parte dal Cnr e
in parte dal ministero dei Beni Culturali per l’acquisizione e il mantenimento delle
apparecchiature sperimentali per la carta antica. In più, fin dall'inizio, lo European
Theoretical Spectroscopy Facility (Etsf), un'istituzione di ricerca sperimentale
che fornisce supporto per lo studio dei materiali nel campo della spettroscopia
teorica, ha finanziato il contratto a tempo determinato di Adriano Mosca Conte. In
questo modo, lo scienziato ha potuto sviluppare il modello teorico per
l'interpretazione degli spettri sperimentali della carta dell'autoritratto".
leonardo degradamento carta autoritratto luce riflessa tor vergata
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l’autoritratto sta
svanendo: così
possiamo
salvarlo
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da grande ho
fatto l'astronauta"
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teraphy si fa con
i delfini
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Leonardo, l’autoritratto sta
svanendo: così possiamo
salvarlo dal tempo
Un destino che accomuna migliaia di altre opere e libri antichi, ma ora
un metodo basato su luce riflessa e modelli quantistici permette di
stimare i tempi di degradazione e intervenire
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Italia cuore e classe: 2-1 all'Inghilterra
di SARA STEFANINI
Gli studiosi hanno analizzato
l’autoritratto disegnato da
Leonardo da Vinci intorno al 1515. Il metodo non distruttivo, basato su un’azione
combinata di esperimenti sulla luce riflessa e modelli teorici della meccanica
quantistica, ha permesso di quantificare lo stato di degradazione. Quel disegno
di Leonardo, oggi custodito nella Biblioteca Reale di Torino e impresso in un
foglio di carta 33x21 cm con l’antica tecnica della sanguigna, si trova in un cattivo
stato di conservazione e si sta sbiadendo anno dopo anno. Un destino che accomuna migliaia di altre opere e libri antichi, ma questa
scoperta permette di capire come è stato conservato il reperto e se occorrono o
meno interventi immediati. Proprio per questo sono scesi in campo sette
scienziati (Adriano Mosca Conte, Olivia Pulci, Maria Cristina Misiti, Joanna
Lojewska, Lorenzo Teodonio, Claudia Violante e Mauro Missori) che hanno
individuato le sostanze chimiche responsabili dell’invecchiamento. Il risultato,
descritto in un articolo di "Applied Physics Letters", è stato ottenuto da ricercatori
del dipartimento di Fisica dell'Università Tor Vergata di Roma, in collaborazione
con l'Istituto sistemi complessi del Cnr di Montelibretti, l'Istituto centrale per il
restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario e la Jagiellonian
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I TRATTI DEL VOLTO di
Leonardo si fanno sempre più
incerti: il tempo passa, la carta
ingiallisce e l'autoritratto del genio
lentamente svanisce. Ma stimare
la velocità di ingiallimento della
carta nei documenti antichi e nelle
opere d'arte è ora possibile grazie
a uno studio messo a punto da
un’equipe di scienziati italopolacchi. Caos riforme, 14 senatori Pd si
autosospendono. Renzi: è un bivio, non lascio
Paese in mano a Mineo
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University di Cracovia, in Polonia.
Salvare i libri antichi, c'è una nuova tecnica
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Il mago di Photoshop, il sogno diventa realtà
Luce, calore, umidità, gas inquinanti e impurità provocano l’ingiallimento della
carta. Gli scienziati sono riusciti a quantificare la concentrazione degli insiemi di
atomi che danno "colore" alla carta invecchiata, detti "cromofori", che assorbono
la luce. I cromofori, responsabili del processo d'ingiallimento, sono la chiave per
comprendere il processo di degrado visivo delle opere su cellulosa, perché sono
i prodotti chimici sviluppati dall'ossidazione durante l'invecchiamento. I ricercatori
sono quindi riusciti a calcolare la concentrazione di cromofori presenti nella carta
usata da Leonardo più di cinquecento anni fa. Ripetendo le misurazioni tra
qualche anno si potrà sapere se il degrado continuerà e se il documento è
conservato in modo corretto. Il nuovo metodo diagnostico potrebbe avere un
importante impatto sul restauro di libri antichi del nostro paese. L'Italia entra in guerra, il Luce restaura storico
discorso di Mussolini
Perché sono tutti cattivi nella Gomorra che va in
tv
STASERA
IN TV
PROSSIMI
GIORNI
Claudia Violante, 26enne e dottoranda al dipartimento di Fisica di Tor Vergata,
è la più giovane del team e ha spiegato a Repubblica come è nata la ricerca.
"L'idea della ricerca è nata nel 2011, in seguito all'incontro casuale, avvenuto a
una conferenza, tra Adriano Mosca Conte, fisico teorico dell'università di Roma
Tor Vergata, e Mauro Missori, fisico sperimentale dell'Istituto Sistemi Complessi
del Cnr di Montelibretti. L'idea dei due è stata quella di combinare esperimenti di
riflessione della luce con raffinati metodi teorici basati sulla meccanica
quantistica al fine di studiare il processo di degradazione della carta a livello
nanoscopico. Nel marzo 2012, Mauro Missori ha avuto l'onore di effettuare
esperimenti sul prezioso autoritratto di Leonardo da Vinci e da lì è nata l'idea di
applicare il nostro metodo di ricerca al capolavoro, per poter dare un reale
contributo alla sua salvaguardia".
Quali sono ora i vostri progetti per far sì che il vostro metodo venga
messo in pratica? "Il nostro metodo è puramente diagnostico ma può essere
un prezioso strumento per la messa a punto di nuove tecniche di restauro. Tale
obiettivo può essere raggiunto in collaborazione con gruppi di ricerca e industrie
private a livello europeo. Per avviare questa collaborazione però, sono necessari
dei finanziamenti che abbiamo richiesto alla Comunità europea tramite la
sottomissione di un progetto scientifico".
ILMIOLIBRO
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Dal 2011 ad oggi quanto è costata questa ricerca e chi vi ha finanziato?
"C’è da precisare che non sono stati stanziati fondi specifici per la ricerca su
Leonardo. Ci sono stati però fondi istituzionali e sono stati dati in parte dal Cnr e
in parte dal ministero dei Beni Culturali per l’acquisizione e il mantenimento delle
apparecchiature sperimentali per la carta antica. In più, fin dall'inizio, lo European
Theoretical Spectroscopy Facility (Etsf), un'istituzione di ricerca sperimentale
che fornisce supporto per lo studio dei materiali nel campo della spettroscopia
teorica, ha finanziato il contratto a tempo determinato di Adriano Mosca Conte. In
questo modo, lo scienziato ha potuto sviluppare il modello teorico per
l'interpretazione degli spettri sperimentali della carta dell'autoritratto".
leonardo degradamento carta autoritratto luce riflessa tor vergata
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