DALL’EFFETTO 2 FOTOELETTRICO ALLA SPETTROSCOPIA DI FOTOEMISSIONE Laboratorio di fisica moderna per il biennio dei Licei La comprensione dell’effetto fotoelettrico ha avuto un’importanza fondamentale nel passaggio dalla fisica classica a quella quantistica. Attualmente esso costituisce il cuore della spettroscopia di fotoemissione, un moderno metodo di indagine delle proprietà chimico-fisiche dei materiali. L’effetto fotoelettrico consiste nell’emissione di elettroni da una superficie colpita da radiazione luminosa. Solo se la frequenza della radiazione incidente supera un valore di soglia, gli elettroni ricevono sufficiente energia per fuoriuscire dalla superficie Le modalità con cui si verifica l’effetto superficie. l effetto fotoelettrico permettono la misurazione diretta di h, la costante di Planck. Come si realizza in pratica l’effetto fotoelettrico? La luce di una lampada a vapori di mercurio viene diffratta da un prisma e suddivisa nelle righe dello spettro. Ogni riga è caratterizzata da un proprio colore, lunghezza d’onda d onda λ e frequenza ν (dove λν=c) . Selezionata una riga, si fa incidere la luce monocromatica sul fotocatodo, racchiuso in una ampolla a vuoto. Se la frequenza ν della luce è sufficientemente alta, la superficie metallica del fotocatodo emette elettroni che vengono accelerati e catturati all’anodo, dando luogo ad una debole corrente anodica. Numero max partecipanti: 20-25 Scuola: Liceo (con fisica quinquennale) Cl Classi: i seconda d Durata preparazione a scuola: max 8 ore Durata attività in laboratorio: 3 ore Interattività: Il potenziale anodico e la corrente anodica sono rilevati in tempo reale. L’elettrone esce dal materiale con energia cinetica massima pari alla differenza tra l’energia del fotone incidente e quella necessaria per l’estrazione φ (caratteristica del materiale). Se il potenziale anodico è sufficientemente negativo, nessuno degli elettroni fotoemessi raggiunge l’anodo e la corrente anodica si annulla: il potenziale anodico così trovato è definito potenziale di arresto Vstop. Il potenziale di arresto è correlato linearmente alla frequenza della luce incidente dalla nota relazione di Einstein: eV stop = hν – φ. Sperimentalmente si ottiene il grafico potenziale di arresto – frequenza, dalla cui pendenza si ricava il valore della costante di Planck, con un errore complessivo inferiore al 10%. La proposta di questa attività per una classe seconda trova le sue ragioni didattiche nella constatazione che, al di là delle implicazioni g l’introduzione della storiche e teoriche riguardanti meccanica quantistica, almeno nell’approccio di seguito descritto, l’effetto fotoelettrico si presta ottimamente all’applicazione di tutte quelle competenze di raccolta ed analisi dati che rientrano tra gli obiettivi principali di un corso di fisica a carattere sperimentale per il biennio. Nel contempo l’esperimento, paragonato a quelli normalmente svolti nei laboratori scolastici, risulta più iù stimolante ti l t per llo studente t d t che h llavora con strumentazioni sofisticate e all’interno di un quadro teorico di riferimento non artefatto ma con dirette e concrete applicazioni alla ricerca attuale. Inoltre, pur senza alcuna pretesa di completezza e solo da un punto di vista fenomenologico, si possono anche introdurre alcuni dei concetti fondamentali che stanno alla base della fisica moderna moderna. Dopo aver illustrato l’intero apparato sperimentale ed avviata la raccolta dati, gli studenti sono guidati nell’analisi del grafico V-i, direttamente fornito dallo strumento, cogliendone analogie e differenze con altri grafici simili (tipicamente ohmmici) a loro noti; in particolare si evidenzierà l’esistenza di un potenziale negativo che annulla [pot. d’arresto: Vstop]]. la corrente fotoemessa [p In tale fase l’attenzione degli studenti sarà indirizzata sugli strumenti di misura utilizzati, analoghi a quelli utilizzati nei normali laboratori didattici, ma molto più sensibili, in particolare l’amperometro [foto sopra] in grado di misurare correnti dell’ordine di 10-12A, e sulla comodità di apparati in grado di effettuare in modo veloce ed automatizzato la raccolta e l’analisi di un gran numero di dati. Ripetendo le misure variando la frequenza (nota) della luce incidente si ottengono grafici tra loro simili ma con diversi valori di Vstop. Gli studenti possono quindi riportare su grafico cartesiano [in alto] le coppie di valori così ottenute e, mediante un’analisi di tipo grafico e/o matematico, riconoscere l’esistenza di una correlazione lineare tra le due grandezze e ricavare la pendenza della retta interpolante i dati. Il fatto che la relazione non sia di semplice proporzionalità, ma lineare, permette di introdurre il concetto di frequenza di soglia, il cui valore è ricavabile dai dati sperimentali. 1.2 Potenziale d'arresto (V) Cosa fare - cosa osservare: 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 00 0.0 4.5 5.0 5.5 6.0 6.5 Frequenza (1/s) 7.0 7.5x10 14 L’analisi dell’intero esperimento mediante grafici dell’energia (introdotti in classe) permette di legare il Vstop direttamente all’energia dei fotoni incidenti e di riconoscere nella pendenza della retta la costante di Planck. Approfondimenti: L’attività può concludersi con una breve visita ai laboratori del Dipartimento di Fisica in cui vengono correntemente utilizzati metodi di indagine basati sull’effetto fotoelettrico. Con maggior tempo a disposizione [anche durante stage] gli studenti più interessati possono completare l’indagine del fenomeno analizzando le variazioni delle caratteristiche di corrente al variare dell’intensità del fascio luminoso [indipendenza di Vstop -andamento della corrente di saturazione] e/o acquisendo tecniche più sofisticate, sia grafiche che analitiche, per la determinazione del Vstop. Indicazioni didattiche prerequisiti • circuiti elettrici elementari: corrente, potenziale e loro misura • cenni alla natura ondulatoria della luce (frequenza, e colore) e alla struttura microscopica dei metalli • energia cinetica, potenziale, totale; grafici dell’energia obiettivi didattici • acquisire e/o consolidare capacità di raccolta ed analisi dati (uso di grafici cartesiani, interpolazione dati, determinazione di cost. di proporzionalità) • correlazione lineare tra grandezze • introduzione di concetti di fisica moderna (fotone) Per ulteriori informazioni e materiale: www.pysicscom.unimore.it/laboratorididattici.html [email protected]