dal Determinismo all`Indeterminismo al

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Storia della verità scientifica: dal Determinismo all’Indeterminismo al Probalismo
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Clin Ter 2009; 160 (1):e9-e11
Storia della scienza
Storia della verità scientifica: dal Determinismo all’Indeterminismo al Probabilismo
P. Cugini
Già Professore di Medicina Interna, Università “La Sapienza”, Roma, Italia
Riassunto
Abstract
In questo articolo viene svolto un “excursus” storico-filosofico
sulle correnti di pensiero con cui la scienza ha inteso assicurare il
massimo grado di verità alla conoscenza della realtà sensibile. Clin
Ter 2009; 160(1):ep9-ep11
History of scientific truth: from Determinism, through Indeterminism to Probabilism
Parole chiave: determinismo, epistemologia scientifica, filosofia
scientifica, indeterminismo, probabilismo
Key words: determinism, indeterminism, probabilism, scientific
philosophy, scientific epistemology
La trattazione di questo argomento ha richiesto una scelta
tra una duplice preliminare possibilità, e cioè trattare il tema
con un “excursus” di tipo sistematico o di tipo storico. Ho
scelto il secondo indirizzo aiutato in questa decisione da una
frase di Auguste Comte che recita “ Non si conosce a fondo
una scienza finché non se ne conosce la storia”.
La storia della verità scientifica si compie in stretta
congiunzione con quelle che sono state le correnti fondanti
di pensiero con cui la scienza ha operato nei secoli a partire
da quando essa è divenuta “scienza moderna”, definita tale
perché corredata da una metodologia sperimentale con cui
approcciare la realtà in modo oggettivo.
Il merito di avere fatto della scienza una disciplina
fondata su misure, sperimentazioni e dimostrazioni spetta
inequivocabilmente a Galileo Galilei che con la sua metodologia di ricerca rimosse ogni spirito animistico e vitalistico
della interpretazione scientifica della realtà sensibile. Al
Padre fondatore della scienza moderna hanno fatto seguito
nel ‘600 ed inizio del ‘700 grandi filosofi e matematici
quali: R. Cartesio, B. Pascal, G.W. Leibniz, B. Spinoza e
I. Newton.
Il personaggio che più ha proseguito il pensiero scientifico galileiano fu certamente Cartesio che ribadì l’unicità del
metodo scientifico, introducendo nel suo razionale il ricorso
al “dubbio metodico” come elemento logico fondante per
la formulazione di ipotesi scientifiche e per la confutazione
razionalistica del falso. Cartesio, inoltre, stabilì che il metodo
scientifico non poteva che essere analitico perché la natura
si serve di specifiche leggi meccanicistiche comprensibili in
sé e per sé ed è quantizzabile perché “res extensa”.
Occorre dire che vi è un comune denominatore nel pensiero dei padri fondatori della scienza moderna: la considerazione che la natura è una realtà governata dall’ordine in
quanto emanazione dell’opera creatrice di Dio. Stante questa
ordinatezza divina, la scienza è nella facoltà di poter indagare
con certezza, semplicemente ricorrendo alla scienza esatta
della matematica aritmetica ed alla geometria euclidea.
Fu così che nacque, ad opera soprattutto di P. SaintSimon e A. Comte, la corrente di pensiero che va sotto il
nome di “Determinismo” che travalicò nel “Positivismo”,
promuovendo quel lungo periodo storico che fu definito “Illuminismo” ed a cui dette lustro il sommo filosofo I. Kant.
Ad onor del vero si deve dire che già nel ‘600 e poi nel
700 non mancavano nomi di scienziati del calibro di B.
Pascal, A. de Moivre, P. Fermat, P.S. Laplace che si posero,
per certi versi, fuori dal coro. Essi, infatti, sostenevano che
la certezza matematica della verità non si dà quando la
realtà fenomenica mostra eventi imprevedibili, singolari,
anormali. Questi grandi personaggi si posero, pertanto, in
una posizione antifideistica circa la capacità della scienza
di poter raggiungere, per il tramite della matematica, la
conoscenza certa della verità fenomenica. Essi gettarono
In this article it is reported a historical-philosophical “excursus”
on the schools of thought followed by science in order to provide the
highest degree of truth to the knowledge of natural reality. Clin Ter
2009; 160(1):ep9-ep11
Corripondenza: Prof. Pietro Cugini, c/o SEU, Via G.B. Morgagni, 1, 00161 Roma, Italia. Tel. +39.06.4402054; Fax +39.06.4402033.
E-mail: [email protected]
P. Cugini
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il seme del “Probabilismo”; seme che però non dette frutti
immediati data la spinta affascinante ed entusiasmante del
“Positivismo”.
Infatti, la critica epistemico al meccanicismo-deterministismo-razionalismo cartesiano non si svolse in seno al corpo
degli scienziati e dei matematici di allora ma fu fatta propria
dai filosofi che tesero ad offuscare l’illuminismo di kantiana
memoria con posizioni di tipo “negativistiche”.
Le correnti filosofiche antilluministe sfociarono nelle
prese di prese di posizioni che si denominano “scetticismo”,
“nichilismo”, “esistenzialismo” “fallibilismo”, “pragmatismo”, intersecando filosofi illustri di grande caratura quali:
A. Schopenhaur, G.W. Hegel, F. Nietzsche, S. Kierkegaard,
C.S. Peirce, W. James.
L’impatto culturale di queste correnti di pensiero non
mancò di avere una eco nella coscienza degli uomini di
scienza. Fu così che a cavallo tra fine ‘800 ed inizio ‘900 si
cominciò a ragionare in modo completamente antideterministico tanto che J.H. Poincaré iniziò a parlare di fenomeni
naturali disordinati, di tipo caotico, per la cui comprensione
occorreva ricorrere ad una matematica non-lineare (con soluzioni molteplici ugualmente probabili) ed una geometria
non-euclidea (con forme irregolari non assimilabili ad alcuno
stereotipo tradizionale). Detto per inciso la proposizione
poincareana portò alla interpretazione frattalica della natura ad opera di B.B. Mandelbrot, che ha avuto come suoi
antesignani matematici del calibro di G. Cantor, G. Peano,
J. Hadamart, E. Lorenz e contemporanei della levatura di
R. Thom, H-O Peitgen, R.M. May, D. Ruelle.
Un primo sobbalzo al determinismo di cartesiana memoria fu dato da A. Einstein con la “Teoria della meccanica
relativistica”. Il colpo decisivo fu apportato da M. Planck con
la “Teoria della meccanica quantistica”. Questi grandi rivolgimenti di pensiero ebbero una naturale convergenza in quello che W. Heisenberg definì “Principio di indeterminatezza”,
I. Prigogine descrisse come “Dinamica del non-equilibrio” e
K. Göedel formulò come “Principio di indecidibilità”. Tutti
questi scienziati hanno dato un peso fondante alla corrente
di pensiero che è definita “Indeterminismo”.
Con la crisi del “Determinismo” e l’ascesa dell’“Indeterminismo”, gli scienziati si sono trovati in una
situazione di sfiducia epistemica nella possibilità che la
scienza possa fornire verità certe e permettere decisioni
inequivocabili. Sempre i filosofi tentarono, allora, un
salvataggio inteso a ridare credibilità alla veridicità delle
conquiste scientifiche, pur ammettendo un certo grado di
imprecisione nella capacità della scienza di approcciare la
realtà della natura.
Sorsero, quindi, correnti filosofico-epistemologiche ibride che tentarono di trovare un compromesso nel “Concetto
di approssimazione” di B. Russell, che vuole la scienza
capace di arrivare per gradi alla verità. Ne sono espressione
il “falsificazionismo sperimentale” di K. Popper e lo “abrogazionismo ciclico di paradigmi” di T. Kuhn.
Vi furono anche posizioni reattive di “neoscetticismo”
culminanti nella “Logica contro il metodo” di P.K. Feyerabend e nel “Concetto di pensiero debole” di G. Vattimo.
Ma questi tentativi alternanti di recupero e di affossamento
del valore conoscitivo della scienza promossero una reazione
di orgoglio negli scienziati delle scienze, aristotelicamente
dette “pratiche” (applicate) e “poietiche” (tecnologiche), per
le quali la possibilità di decidere costituisce il fondamento
della loro essenza e la motivazione della loro esistenza. Fu
allora che ci si rifece a due matematici del passato il Rev. T.
Bayes e C.F. Gauss, che avevano portato avanti il discorso
sul “Probabilismo” iniziato da B. Pascal e da P.S. Laplace.
Questi insigni matematici svilupparono i metodi di calcolo
della probabilità, e dai loro studi è affiorata la soluzione
statistica, e quindi probabilistica, della verità scientifica.
È difficile sintetizzare in poche righe l’impatto epistemico-gnoseologico che si deve al “Probabilismo a priori”
di Gauss ed al “probabilismo a posteriori” di Bayes. In
breve si può dire che questi matematici hanno formalizzato
i concetti, rispettivamente, di “certezza probabile” e di “certezza probabile verificata” della verità scientifica. Concetti
che sostanziano tutta la ricerca scientifica attuale che ha
trovato nel Probabilismo la via della “verità statisticamente
accettabile”.
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