Studio BRANDINI & ASSOCIATI
ARCH. DONELLA RONCUCCI - ARCH. LUCA BRANDINI
COMUNE DI ASCIANO
PROVINCIA DI SIENA
P I A N O
C E N T R O
D I
R E C U P E R O
S T O R I C O
E X
D I
A S C I A N O :
P R E T U R A
AI SENSI DELLA LEGGE 457/1978 E SS. MM. II.
LEGGE REGIONALE 57/1985 E SS.MM.II.
RELAZIONE
1 .
P R E M E S S A
2 .
C E N N I
3 .
S I T U A Z I O N E
4 .
D E S C R I Z I O N E
GENERALE
S T O R I C I
A T T U A L E
D E L L ’ I N T E R V E N T O
Asciano, marzo 2013
Comune di Asciano
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1.
PREMESSA
In seguito all'analisi degli obiettivi individuati nella richiesta per l'attuazione del Piano di Recupero
del centro storico di Asciano, è emersa l'esigenza prioritaria dell'Amministrazione Comunale di
focalizzare l'attenzione nell'esame dell'edificio dell'ex Pretura, chiamato anche "delle ex Carceri", in
quanto sede delle Carceri Mandamentali di competenza territoriale della Pretura di Asciano, istituita
nel 1848 e soppressa nel 1963. Tale esigenza, volta a risolvere le criticità comuni a molti edifici del
centro storico e riguardanti lo stato di degrado architettonico delle facciate, deriva da un bisogno più
ampio di tipo sociale e funzionale che interessa i cittadini e i visitatori del territorio ascianese: la
mancanza di funzionalità degli edifici pubblici del centro storico, e nel caso in questione
dell'edificio dell'ex Pretura, la presenza di una forma di degrado sociale che contribuisce allo
svuotamento delle funzioni sociali e urbane di supporto sia ai residenti che ai visitatori di tutto il
territorio delle Crete Senesi, di cui Asciano è uno dei centri di maggior attrattiva. In accordo con
l'Amministrazione Comunale è stato pertanto deciso di finalizzare il presente Piano di Recupero
all'esame dell'edificio dell'Ex Pretura, analizzandone le vicende costruttive che hanno portato alla
situazione attuale ed esaminando il degrado dal punto di vista architettonico, strutturale e
funzionale, al fine di delineare una proposta progettuale integrata e mirata a soddisfare i bisogni
della collettività ascianese, oltre a restituire il dignitoso decoro a un edificio che, seppur di recente
costruzione rispetto al centro storico, è ormai storicizzato ed è parte integrante del patrimonio
architettonico locale.
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2.
CENNI STORICI
Il Comune di Asciano,cuore delle Crete a sud di Siena, si contraddistingue per la sua storia antica.
Testimonianze storiche quali il Tumulo etrusco del Molinello, le Tombe di Poggio Pinci, e l’antico
Mosaico Romano ci parlano di una civiltà antichissima che si è sviluppata in questi luoghi. Asciano,
infatti, fin dalle invasioni barbariche, grazie alla sua posizione geografica e alla sua importanza
economica e strategica sul territorio circostante, fu sempre tenuto in grande considerazione come
sede di pubblici uffici; basti pensare che fin dai tempi feudali, e precisamente sotto il dominio dei
conti Cacciaconti, fu sede della Magistratura Giudicante che conservò anche sotto la Repubblica
Senese. A conferma di ciò va detto che in Asciano esistette sempre la Podesteria, che un tempo ebbe
giurisdizione nei comuni di Asciano, Chiusure, Monte SS.Marie, Montisi, Petroio e Trequanda e fu
conservata fino al 1838, anno in cui venne istituito il Vicariato. Nell’anno 1830 alla Cancelleria
comunitativa di Asciano venne aggiunto l’Ufficio del Censo e Catasto con giurisdizione nei comuni
di Rapolano e S.Giovanni D’Asso e per vari anni anche nel comune di Castelnuovo Berardenga.
Successivamente il Vicariato venne convertito in Pretura Civile e Criminale e, in attuazione del
nuovo ordinamento giudiziario, fu mantenuta come Pretura Mandamentale.
Fino al 1850 l’antico Palazzo Pretorio era collocato nel Borgo Maestro, di proprietà
dell’Amministrazione Comunale, con il carcere posto al piano terreno e la Sala Udienze al Piano
Primo, con grande difficoltà degli impiegati, avendo i propri uffici dislocati in altre fabbriche
private e non. E’ in questo momento storico (anno 1852) che, data l’importanza assunta come sede
giudiziaria, si avverte da parte della pubblica amministrazione l’esigenza di costruire un nuovo
fabbricato ad uso di Pretura Mandamentale e Carceri. In questi stessi anni il Comune di Asciano si
appresta a realizzare una nuova rete stradale per urbanizzare quella zona che, prospiciente il
profondo vallone della Lama, era occupata dagli orti e dalle vigne appartenenti ai facoltosi
terrazzari confinanti. La nuova urbanizzazione è stata un’opera molto significativa per il nuovo
assetto urbano di Asciano ed ha preparato le sedi, oltre che agli edifici privati, ai pubblici palazzi
delle Scuole Elementari e della Pretura.
A seguito dell’acquisizione da parte del Consiglio Comunale di un terreno nella posizione più
centrale e sopraelevata del paese, appartenuto al Regio Conservatorio di S. Maria Maddalena di
Siena, nell’anno 1854 viene dato l'incarico ed iniziati i lavori per la realizzazione delle Carceri
Mandamentali di Asciano, allo scopo di provvedere convenientemente alla reclusione dei detenuti e
soddisfare a ciò che veniva richiesto su tale materia dalle leggi vigenti. L’edificio, realizzato sulla
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nuova viabilità intitolata “Vie Nuove”
era costituito da quattro piani così
distinti: il piano terreno ospitava
l’Ufficio della Pretura; al piano primo
erano situati due alloggi, uno destinato
al guardiano delle carceri e l’altro
all’Ufficio della Pretura; il secondo
piano, o piano delle carceri, a cui si
accedeva
attraverso
un
massiccio
cancello in ferro, ospitava dieci celle,
1. Fotografia del palazzo pretoriale negli anni '20.
di cui otto di custodia e due di pena; il terzo, costituito da un'unica stanza dotata di due ampi
finestroni semicircolari con affaccio sul retro dell'edificio, era il luogo dove venivano condotti i
detenuti a prendere aria, il cosiddetto "loggione" per i carcerati.
Per molti anni Asciano fu capoluogo del Mandamento grazie alla sua centrale posizione territoriale
in relazione alla mobilità delle popolazioni confinanti e circostanti ed ai suoi affari economici
eccellenti e attivissimi scambi commerciali che resero più agevole anche l’amministrazione della
giustizia.
Dal punto di vista architettonico, la conformazione primitiva del fabbricato differiva rispetto alla
situazione odierna per quanto riguarda la facciata principale su Piazza Garibaldi e per la geometria
della copertura: in origine si trattava infatti di un edificio formato da un blocco principale lungo la
viabilità delle "Vie Nuove" con tetto a capanna, che si estendeva per la parte centrale fino al retro
mantenendo costante il colmo. A questa fascia centrale erano affiancate due ali laterali, più basse, di
cui oggi è ancora visibile la
traccia. Questa conformazione è
rimasta fino al 1931, quando la
Pretura fu oggetto di importanti
modifiche oggi ormai storicizzate:
la copertura a capanna del blocco
centrale fu sostituita dal tetto a
padiglione
con
eliminazione
2. Fotografia del palazzo pretoriale degli anni 1935-1940.
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semicircolare
la
del
del
necessaria
finestrone
fronte,
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impedendo così ai carcerati di interloquire con i cittadini in piazza. In quell'occasione fu realizzata
la terrazza al primo piano, e la preesistente finestra centinata fu sostituita da un finestrone simile
alle aperture esistenti. Le aperture furono inoltre arricchite da una cornice decorativa di bugne
probabilmente dipinte, in sostituzione dei precedenti architravi in rilievo. Per quanto riguarda la
decorazione pittorica dei prospetti è oggi facile scoprire che tutto il piano terra del fabbricato era
decorato a bugnato, in rilievo sul fronte principale, dipinto in grigio su fondo bianco sugli altri lati.
A conferma di ciò esistono infatti alcuni documenti fotografici e rimane traccia della decorazione
nel retro dell'edificio.
Nell’anno 1933, in occasione della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, in ordine alla Legge
30.3.1890, nessuna modifica fu apportata al Mandamento di Asciano che resterà come sede attiva
fino al 1963, anno in cui viene definitivamente soppresso.
Negli anni successivi al 1963 l'edificio ha subito anche rimaneggiamenti alla distribuzione interna
per adattarlo alle varie esigenze di utilizzo pubblico: nel 1979 è stato rifatto il tetto come lo vediamo
oggi, con il manto in tegole marsigliesi, è stato abbassato il solaio del piano sottotetto, e sono stati
costruiti i muri laterali in bozze ancora esistenti. Nel 1981 ha subito modifiche al piano primo per
essere adattato ad ospitare gli uffici e gli ambulatori del distretto sanitario "Le Crete". Nel 1999 il
piano terra è stato arrangiato per accogliere la sede della Polizia Municipale e la Sala Consiliare.
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3.
SITUAZIONE ATTUALE
Il borgo antico di Asciano è caratterizzato da un tessuto edilizio di tipo tradizionale, con un’edilizia
di pregio da un punto di vista tipologico ed architettonico ed è articolato su di una serie di stretti
vicoli che ricalcano quelli originari dell’abitato medioevale e si concludono negli spazi aperti
principali, nei quali sono ubicate le emergenze architettoniche.
L'edificio dell'ex Pretura di via Mameli, si innalza maestoso oltre la sommità della scalinata di
Piazza Garibaldi, fronteggiando il palazzo comunale. La strada lungo cui è stato costruito, oggi ben
integrata all’interno del centro storico, come è già stato detto, era all’epoca della costruzione della
Pretura una delle “Vie Nuove”, situata in una zona in fase di espansione per il paese.
Sulla base del rilievo condotto mediante strumenti di rilevamento sia diretti che indiretti, è emersa
un'immagine del palazzo dell’ex Pretura paragonabile a un edificio dai tratti riconducibili
all’architettura fascista, avendo perso quasi completamente i caratteri tipici delle costruzioni della
seconda metà dell’Ottocento. Tale impressione viene confermata anche dalla simmetria e dalla
razionalità che regolano l'impianto planimetrico dei quattro piani dell’edificio, scanditi dal corpo
scale in posizione centrale. La situazione attuale dal punto di vista funzionale è rappresentativa di
una delle maggiori criticità individuate nell’analisi ed è comune a molti fabbricati del centro storico
di Asciano: attualmente è utilizzato soltanto il piano terra dell’edificio, dove sono sistemati gli uffici
e l’archivio della Polizia Municipale, la Sala Consiliare Comunale, un magazzino e la centrale
termica. Proprio all’adeguamento di tali locali, alla fine degli anni ’90, è dovuta l’attuale
distribuzione degli spazi interni, che vede l'ubicazione dei servizi igienici accanto all'ingresso
principale, con affaccio sulla centrale Piazza Garibaldi. Problematica e poco funzionale risulta
essere anche la disposizione degli uffici della Polizia Municipale, la cui funzione di servizio per la
cittadinanza viene meno a causa della mancanza di uno spazio di ingresso/attesa per il cittadino.
Salendo il vano scala, antistante l'ingresso, si giunge al piano primo dove si trovano gli uffici e gli
ambulatori dell’ex distretto sanitario “le Crete”, oggi in stato di completo abbandono. Questi
ambienti, oggetto di interventi di adeguamento nel 1981, hanno conservato nei materiali e negli
impianti, le caratteristiche e i materiali tipici dei locali dedicati ad attività sanitarie: il pavimento in
marmetti bianchi, le pareti rivestite da plastica lavabile fino a un'altezza di oltre un metro.
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Il secondo piano, sprangato da un massiccio
cancello di ferro, è l'unico dove è ancora
possibile percepire le peculiarità dell'impianto
originario: attualmente in stato di abbandono e
avanzato degrado, conserva sia nella forma che
nei materiali, gli elementi distintivi delle carceri.
Dall'ampio spazio centrale si accede alle piccole
celle,
disposte
simmetricamente
ai
lati
dell'edificio, ognuna dotata di un "armadio a
muro" in un angolo che serviva per gli
escrementi dei carcerati. L'ingresso di ciascuna
3. Cancellata in ferro al piano delle celle.
cella conserva ancora le doppie imposte in legno
verniciato e cardini in ferro. Le celle sono dieci,
due delle quali, quelle disposte simmetricamente ai lati del fronte principale, erano di pena, mentre
le altre otto erano di custodia. Il pavimento di tutto il piano, originario, è in elementi rettangolari di
cotto, montati a spina. Le celle erano in origine coperte da volte a vela intonacate, oggi non più
esistenti, delle quali rimane la traccia dell'imposta e un piccolo accenno della curvatura. Al loro
posto oggi esiste un solaio in latero-cemento realizzato alla fine degli anni'70, in contrasto con i
materiali e la struttura presente. Il solaio fu costruito a una quota più bassa rispetto all'originario,
con la conseguente demolizione delle volte, come dimostrano i fori tamponati da malta cementizia
dove alloggiavano i correnti di legno, ben evidenti sopra il pavimento in cemento del sottotetto e
l'impronta delle strutture voltate.
Il piano sottotetto è quello che, più degli altri, ha subito rimaneggiamenti e modifiche consistenti: il
rifacimento del tetto durante il periodo fascista e del solaio laterocementizio appena descritto, con il
conseguente rialzamento laterale dell'edificio, l'apertura delle cinque finestrelle rettangolari basse
sulla facciata principale e la realizzazione dei muri laterali in bozze. Oggi è possibile riconoscere la
forma della copertura originaria grazie alle tracce ancora presenti sui muri che testimoniano
l'esistenza di due falde molto più basse ai lati dell'edificio (in corrispondenza degli ambienti laterali)
rispetto all'imponenza del tetto che, più alto sul fronte principale, manteneva la quota del colmo fino
al retro, creando così un corridoio centrale più elevato rispetto alle ali laterali. Il rifacimento del
tetto durante gli anni '30, insieme all'eliminazione del finestrone semicircolare su Piazza Garibaldi e
alla costruzione del terrazzino a piano primo, risultano oggi interventi ormai storicizzati e ben
integrati nel centro storico di Asciano. Discutibile è, invece, l'utilizzo delle bozze nella ricostruzione
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4. Le volte a copertura delle celle, divelte per la costruzione del solaio in latero-cemento.
delle murature e del rialzamento laterale del tetto alla fine degli anni '70 con l'impiego di cemento
prefabbricato per la nuova orditura strutturale e tavelloni in laterizio, materiali in contrasto con la
muratura storica e con le tecniche costruttive tradizionali dei borghi toscani.
Criticità dovute alla mancanza di manutenzione e agli interventi pregressi, in discontinuità rispetto
al contesto storicizzato, sono riscontrabili non solo nella struttura e nella funzione, ma anche nelle
facciate, che sono state oggetto di un'attenta analisi diagnostica dello stato di degrado dei materiali,
al fine di proporre una soluzione progettuale di restauro dei fronti. Attraverso la fotogrammetria è
stato possibile restituire il rilievo delle quattro facciate dell'ex Pretura, ed avere così una buona base
grafica sulla quale analizzare i materiali che li compongono e la gamma di colori che definisce
l'impatto del fabbricato all'interno del centro storico. Dallo studio materico dei fronti sono emerse
informazioni interessanti riguardo ai materiali che compongono la struttura dell'edificio e ai
materiali di finitura. Elemento ricorrente è il travertino, materiale facilmente reperibile nel territorio
delle Crete Senesi, utilizzato nella duplice funzione di pietra strutturale negli angolari e negli
architravi, e come pietra di decoro e marcapiano nei davanzali delle finestre. Le facciate erano
interamente intonacate e tinteggiate di un giallo ocra. Oggi si osserva come l'intonaco ancora
superstite sia quello in corrispondenza della muratura mista, un paramento murario uniforme e
grezzo, mentre in corrispondenza degli architravi e degli angolari in travertino l'intonaco si è
completamente o in parte distaccato, lasciando a vista la pietra strutturale sottostante. Gli angolari
originariamente erano in rilievo e ricostruiti con l'intonaco sopra quelli effettivi. Grazie ai
documenti fotografici e a un'attenta osservazione sul posto è stato possibile capire che
originariamente la parte bassa su tutti e quattro i fronti, corrispondente al piano terra dell'edificio,
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era decorata a bugnato: nel fronte principale il bugnato era ed è tutt'ora in rilievo, realizzato con
l'intonaco, mentre nelle altre facciate era dipinto. Oggi restano alcune tracce pittoriche nel retro
dell'edificio, sotto le terrazze triangolari del piano primo, in una zona protetta dalle intemperie e dal
dilavamento delle acque meteoriche, mentre lungo il fronte su Via Fiume sono ancora visibili, molto
difficilmente, tracce alquanto sbiadite della stessa trama pittorica del retro. Purtroppo si riscontrano,
accanto ai materiali originari, alcuni interventi puntuali, incongrui, eseguiti in malta cementizia per
il rappezzo di alcune lacune di intonaco o, come accade nella parte alta dell'edificio, estese porzioni
di rifacimento di intonaco a base cementizia per "mascherare" un intervento recente come il
rialzamento dell'ultimo piano e la ricostruzione dei muri laterali in bozze.
L'analisi materica dei fronti dell'ex Pretura è stata seguita dallo studio dello stato di degrado degli
stessi, dal quale sono scaturite le modalità operative di interventi proposte nella tavola 8.u. Nello
specifico sono emerse alcune patologie di degrado riscontrabili nei quattro fronti in maniera più o
meno diffusa. Oltre alle lacune di intonaco già esposte precedentemente, si osserva che il problema
dell'umidità di risalita capillare nella parte bassa dell'edificio, che si manifesta sotto forma di
efflorescenze saline, sta disgregando il basamento a tal punto che nel fronte esposto a nord, dove la
problematica è più evidente, è quasi completamente scomparso per lasciare a vista la muratura
sottostante, anch'essa fortemente danneggiata dall'umidità. La stessa facciata è vittima di una forte
aggressione biologica che ha intaccato la zona più a nord per tutta la sua altezza. Questa tipologia di
degrado è presente in maniera diffusa anche sugli altri fronti, eccetto quello esposto a sud perché
molto soleggiato durante tutto l'anno. Contribuiscono poi al degrado dei fronti altre tipologie di
fenomeni, meno estese ma sparse in maniera puntuale, come l'erosione dell'intonaco che lascia a
vista gli strati sottostanti senza scoprire il paramento murario, e l'alterazione cromatica della
tinteggiatura. Nella valutazione delle cause di deperimento dell'intero manufatto risulta molto
significativa l'azione antropica: la presenza di elementi diversi dai materiali originari, ma aderenti
ad essi, come chiodi, staffe di ferro ed elementi di impiantistica è un fattore di disturbo rilevante.
Naturalmente non tutti gli interventi dell'uomo sono da considerarsi causa di degrado, in quanto le
modifiche degli anni '70-'80, conseguenti al rialzamento del tetto, sono considerate ormai
storicizzate, pertanto in questa sede ci si limita a mettere in discussione le tecniche con cui sono
state realizzate (per esempio l'utilizzo di intonaco cementizio a mo' di rappezzo, oppure non aver
messo in pratica un sistema per contenere l'azione spingente della copertura). L'azione antropica
maggiormente dannosa resta comunque la mancanza di manutenzione che ha portato allo stato di
abbandono generale dell'edificio.
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4.
DESCRIZIONE DELL'INTERVENTO
L'intervento proposto prevede fondamentalmente due grandi stralci: il primo riguarda il riuso
dell'edificio e l'adeguamento degli spazi interni alle nuove funzioni, il secondo riguarda, invece, il
restauro dei fronti, in quanto il palazzo è oggetto di tutela, come disciplinato dal Codice dei Beni
Culturali e del Paesaggio.
Il recupero funzionale del palazzo tenta di conciliare la funzione pubblica e quella privata nell'ottica
di soddisfare le esigenze della collettività manifestate dall'Amministrazione Comunale. Nello
specifico la proposta è quella di mantenere a piano terra le funzioni pubbliche esistenti,
migliorandone la fruizione da parte del cittadino, e dividendole dalle funzioni private, anche se di
proprietà pubblica, dei piani superiori. Nell'intento di soddisfare i bisogni espressi dalla comunità di
Asciano, e più in generale del territorio delle Crete Senesi, si prevede di riservare i piani superiori
dell'ex Pretura a Social Housing, alloggi e laboratori per artisti, assegnando una funzione privata
alla proprietà pubblica, con l'inevitabile necessità di creare un ingresso secondario per l'accesso alle
residenze e risolvere il problema dell'interferenza tra gli utenti del piano terra e quelli dei piani
superiori. Un'altra esigenza prioritaria da soddisfare è quella dell'abbattimento delle barriere
architettoniche, problema diffuso negli edifici storici, e in questo caso facile da risolvere grazie alla
regolarità e alla simmetria dell'impianto planimetrico del fabbricato. Per queste ragioni l'intervento
prevede la realizzazione di un impianto di sollevamento verticale da affiancare al vano scala
esistente, così da creare un collegamento verticale, all'occorrenza accessibile a tutti, anche se ad uso
riservato ed esclusivo delle residenze. Nello specifico il piano terra conserverà la sua funzione
pubblica con la sede della Polizia Municipale e la presenza della Sala Consiliare, ma il progetto
prevede la modifica dell'ingresso odierno mediante la realizzazione di una cancellata in ferro,
elemento che tenta di mantenere il tema delle carceri, con lo scopo di separare l'ambiente dal vano
scala e quindi dai piani superiori. Gli attuali servizi igienici saranno spostati in una zona più interna
del fabbricato, a servizio dei vigili, e sarà realizzato un ulteriore blocco servizi antistante ed
opposto, ad uso della Sala Consiliare. Il piano primo ospiterà quattro appartamenti destinati
dall'amministrazione alla funzione di residenze temporanee riservate a soggetti in emergenza
abitativa o che necessitano di soluzioni abitative transitorie, i cosiddetti city users, termine
importato dalla sociologia urbana americana per indicare quelle persone che per motivi di studio,
lavoro o altro, utilizzano la città senza averne la residenza. Gli alloggi, tutti di piccola metratura ma
flessibili e concepiti per essere uniti a due a due qualora ve ne fosse necessità, saranno gestiti
dall'Amministrazione Comunale o da un ente preposto e dovranno essere caratterizzati da costi di
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affitto contenuti e dalla temporaneità della permanenza degli ospiti. Gli ultimi due piani saranno
dedicati agli artisti e all'arte, in risposta alle esigenze espresse dal territorio delle Crete Senesi. Le
celle del secondo piano diventeranno le camere per ospitare gli artisti chiamati in Toscana da ogni
parte del mondo, mentre l'ampio spazio centrale sarà una zona di soggiorno e di studio a
disposizione degli ospiti; le attuali celle sul fronte saranno dedicate ai servizi comuni come la
cucina e la zona pranzo.
3. Progetto dei piani secondo (alloggi per artisti) e sottotetto (laboratori artistici).
Il piano sottotetto ospiterà all'interno delle ali laterali i laboratori a servizio degli artisti, mentre lo
spazio centrale, illuminato dalle grandi finestre semicircolari del retro sarà a disposizione
dell'Amministrazione Comunale per accogliere mostre temporanee dei numerosi artisti locali
contemporanei, conferenze, manifestazioni ed eventi solitamente organizzati a cadenza regolare
come la mostra Rin@sciano oppure per ospitare le attività delle associazioni culturali esistenti nel
territorio. Viste le criticità riscontrate nel piano sottotetto, l'intervento proposto prevede l'attuazione
del restauro filologico, interpretando in chiave contemporanea le forme storiche contaminate da
interventi incongrui e dall'utilizzo di materiali incoerenti rispetto al contesto storico. Si tratta nello
specifico di sostituire i muri in bozze di cemento con ampie vetrate e montanti in acciaio verniciato
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che daranno luce ai laboratori artistici, così da ricalcare il vuoto originariamente esistente
utilizzando forme e materiali attuali, e lasciare traccia dell'intervento, che dovrà parlare chiaramente
il linguaggio dell'epoca in cui è stato realizzato. A tale proposito è previsto il rifacimento della
copertura in legno e la ripartizione dell'orditura in modo da distribuire i carichi in maniera uniforme
sulle sottostanti murature contenendo le forze spingenti del tetto mediante un cordolo perimetrale in
legno. Un tema ricorrente all'interno del progetto d'intervento è quello di mantenere il legame con la
vecchia funzione di carcere attraverso l'utilizzo di cancellate in ferro massiccio, eventualmente,
restaurando quelle ancora esistenti e in buono stato, impiegandole come elementi trasparenti di
separazione tra gli spazi comuni e quelli privati, anziché costruire muri che tolgono luminosità agli
ambienti.
Per quanto riguarda i prospetti esterni
è
previsto
dell'intonaco
il
dei
mantenimento
fronti,
con
le
modalità descritte più avanti, e il
ripristino del bugnato dipinto a piano
terra, oggi completamente sbiadito.
La scelta di riproporre la decorazione
pittorica del bugnato, elemento non
originario,
deriva
dal
fatto
di
considerare ormai storicizzati gli
interventi degli anni '30, pertanto la
filosofia è in questo caso quella di un
restauro stilistico che documenti
l'aspetto dell'edificio dell'ex Pretura
4. Ipotesi di progetto del fronte su Piazza Garibaldi.
durante gli anni del suo maggior
splendore.
Dall'analisi materica e del degrado dei fronti emerge una situazione in cui le cause estrinseche
prolungate come l'umidità di risalita capillare, i fattori meteorologici e climatici naturali,
l'aggressione biologica, insieme all'azione antropica sono le maggiori fonti di degrado per le
facciate dell'ex Pretura di Asciano. Nel definire le modalità operative di intervento si è cercato di
trovare un compromesso tra una soluzione accademica, sicuramente più giusta ma dispendiosa, e
una soluzione meno conservativa che prevede il rifacimento totale previa eliminazione
dell'esistente, ipotizzando l'una o l'altra a seconda della frammentazione del degrado e dei materiali.
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In quest'ottica è sembrato logico proporre la spicconatura completa dell'intonaco nel retro perché le
forme di degrado sono talmente diverse e frammentate che il rischio sarebbe quello di eseguire un
perfetto restauro da manuale ma nella sostanza pieno di rappezzi e discontinuità materiche, pertanto
poco durevole nel tempo. Al contrario nel fronte principale si propone il mantenimento
dell'intonaco esistente e l'intervento puntuale di ricostruzione nelle aree dove appare necessario,
prestando la massima attenzione nella scelta dei materiali da utilizzare, quanto più possibile simili,
nelle caratteristiche chimiche e meccaniche, ai materiali esistenti. Sarà infatti fondamentale, in una
successiva fase di definizione dell'intero progetto, risolvere le tecnologie e i materiali da utilizzare,
che dovranno essere compatibili con il contesto e con l'esistente, tenuto conto dell’elevato valore
ambientale su cui si inseriranno; dovranno essere materiali ecocompatibili evitando i composti e gli
impasti chimici dannosi per la salute dell'edificio e delle persone. La facciata su Piazza Garibaldi è
infatti di grande impatto dal punto di vista architettonico e richiede pertanto scelte che ne
conservino il più possibile i materiali e i colori originari, integrando l'esistente in modo da
perseguire un restauro stilistico quanto più congruo e sostenibile. Sarà, invece, completamente
rimosso l'intonaco dal fronte laterale lungo Via Fiume che, essendo esposto a nord ed in stato di
degrado avanzato, vede il mescolarsi di troppe patologie. Intervenire puntualmente sarebbe ancora
una volta troppo dispendioso e poco efficace dal punto di vista della durabilità dell'intervento nel
tempo. Il fronte opposto, molto soleggiato e asciutto, gode di buona salute, pertanto sarà sufficiente
ripulire gli eventuali elementi o porzioni di intonaco instabili e intervenire in maniera puntuale nel
rifacimento dell'intonaco soltanto dove sarà necessario, al fine di completare la tinteggiatura
similmente agli altri prospetti.
I PROGETTISTI
Arch. Luca Brandini
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Arch. Donella Roncucci
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