∂   2009 ¥ 9
Traduzioni in italiano
∂ – Rivista di Architettura
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Inserto ampliato in italiano
2009 ¥ 9 · Konzept: riqualificazione di edifici scolastici Traduzione:
Rossella Mombelli
E-Mail: [email protected]
Potete trovare un’anteprima con immagine di tutti progetti cliccando su:
http://www.detail.de/Archiv/De/HoleHeft/219/ErgebnisHeft
Pagina 856
Editoriale
Modernizzare la scuola: investire
per il ­futuro
Dopo la pubblicazione degli studi PISA, e il dibattito che ne è conseguito sul livello formativo
dei nostri figli, anche la qualità degli spazi didattici appare essere inferiore al livello minimo.
Molte scuole europee sono caratterizzate da
logori volumi architettonici, insufficienti isolamenti termici e aule deprimenti che da tempo
non soddisfano più gli attuali concetti pedagogici. In molte località mancano i finanziamenti
per operare interventi di totale risanamento, in
altri casi i politici responsabili hanno preferito
investire in opere di maggior prestigio. La situazione è repentinamente cambiata con i programmi approntati a seguito della crisi economica globale. In Germania, come in diversi altri
paesi, sono state stanziate somme miliardarie
per modernizzare le infrastrutture per la formazione. L’assegnazione di mezzi pubblici non è
connessa solo ad un’ottimizzazione tecnico
costruttiva, funzionale o estetica ma per lo più
ad un miglioramento dell’efficienza energetica.
Per i comuni coinvolti è un’occasione di dimostrare il concetto di protezione dell’ambiente in
un edificio pubblico, per gli architetti e i pedagoghi si apre invece la possibilità di presentare
in maniera chiara il tema della sostenibilità trasferendolo tramite gli studenti alla consapevolezza comune. Per affrontare correttamente il
problema analizzandolo in tutte le sue sfaccettature, la redazione di ∂ ha scelto di
tresferire il nocciolo della questione dalla tipologia alle soluzioni realizzate. Nella rubrica “Prozess” analizziamo cinque diversi concetti in tutta la loro estensione e come di solito lasciamo
parlare più attori possibili, idealmente dal committente fino all’utente. Il risanamento di una
scuola preesistente per un architetto è un incarico spesso meno spettacolare rispetto ad una
nuova costruzione. Gli esempi presentati mostrano però il potenziale creativo che sta dietro
a questi incarichi. In ogni caso il tema “risanamento nelle scuole” è un importante investimento nella formazione delle generazioni future
e di conseguenza nel futuro di noi tutti.
Christian Schittich
Discussione
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Ristrutturazione sostenibile di scuole
Roberto Gonzalo
I bambini oltre che a casa è a scuola che
trascorrono la maggior parte del proprio
tempo. Alla luce di tali premesse, sostenibili­
tà, ecologia ed efficienza energetica diven­
tano requisiti auspicabili per un edificio
­scolastico quanto una gradita materia di in­
segnamento. La consapevolezza dello stu­
dente nei confronti del tema, integrato nel
concetto pedagogico, viene sensibilizzata e
trasferita nell’ambiente societario. Anche se
l’obbiettivo principale non è l’architettura, in
un intervento di ristrutturazione sostenibile
potrebbero essere presenti i nessi del fabbi­
sogno energetico. Infatti, solo se gli studenti
comprendono le connessioni tra causa ed
effetto si può sviluppare un atteggiamento
consapevole nei confronti dell’ambiente. Ol­
tre al crescente risparmio energetico, l’edifi­
cio diventa “scuola”, una sorta di borsa delle
informazioni, dove si riesce a sperimentare,
discutere e si scambiano le idee e i temi. In
questa visione, una prospettiva globale della
nozione di “sostenibilità” diventa indispensa­
bile. Accanto all’ottimizzazione energetica, è
incluso anche un ampio spettro di provvedi­
menti ecologici scelti con cura come la sele­
zione di materiali e tecnologie edilizie, il fatto
di considerare la rivalorizzazione, di ridurre
l’energia grigia, di utilizzare le risorse e il
consumo d’acqua in maniera prudente, di
­ricostruire superfici a tenuta. E’ necessario
considerare la connessione dinamica dei
­cicli vitali e successivamente trattare gli
aspetti che influiscono sul risanamento di
una scuola e sul suo bilancio energetico.
Un compito della comunità
Negli anni passati, si è verificato uno svilup­
po decisivo nella consapevolezza comune.
La necessità d’intervento per correggere gli
influssi climatici innescati dall’uomo e di
tamponarne gli effetti è stata percepita e di
conseguenza, a partire dalla Conferenza di
Rio negli anni ’90, l’obbiettivo di ridurre le
emissioni è stata costantemente implemen­
tata. Oltre all’impegno nazionale si sono
­verificate innumerevoli iniziative a livello di
comunità. Associazioni climatiche e simili
consorzi regionali sono impegnati alla ridu­
zione sostenibile delle emissioni di anidride
carbonica. Gli obbiettivi possono essere
raggiunti seguendo due percorsi: si potreb­
bero sostituire i combustibili fossili con fonti
di energia povere di emissioni oppure ridur­
re il fabbisogno energetico. Infine, appellarsi
al principio dell’efficienza energetica, cioè
all’utilizzo ottimizzato dell’energia. La sostitu­
zione con fonti di energia alternativa non
modifica, però, il fabbisogno di base ma
­migliora solo il livello dell’effetto. In alterna­
tiva, si può procedere ad una analisi della
singola necessità di utilizzo energetico,
­tentando un’ottimizzazione alla fonte del
­fabbisogno (principio della sufficienza).
Ottimizzare il fabbisogno energetico e l’uti­
lizzo di energie rigenerative, l’efficienza
energetica nel settore edile e in quello dei
trasporti, e la mobilità sono i pilastri del pia­
no d’intervento. Si sa che la maggior parte
del fabbisogno energetico è dovuto all’utiliz­
zo degli edifici. Raggiungere l’obbiettivo di
ridurre il CO2 conduce senza ombra di dub­
bio alla ristrutturazione energetica degli edi­
fici. I committenti privati vengono motivati at­
traverso crediti ad interessi agevolati da
parte delle banche oppure tramite altri pro­
2
Traduzioni in italiano
grammi di sovvenzione a loro disposizione.
Allo stesso modo, in vista di una visione so­
stenibile del futuro, i comuni devono essere
preparati a metter mano ai propri beni immo­
bili tra cui anche le scuole. Le sovvenzioni
stanziate nell’ambito del recente programma
congiunturale per il risanamento di asili e
scuole, dovrebbero migliorare sia gli stan­
dard edilizi che quelli energetici.
Possibilità e convenienza di un
intervento di risanamento
Essendo edifici speciali, nell’ambito di una
ristrutturazione le scuole costituiscono una
particolarità. Dal punto di vista tipologico of­
frono diverse varianti di forma, non solo fun­
zionalmente e strutturalmente, ma anche dal
punto di vista esteriore ponendo tra l’altro la
questione di un’adeguata relazione con l’esi­
stente. Nel processo decisionale di un pro­
getto di risanamento sono da verificare
fondamentalmente due aspetti: la possibilità
e la convenienza dell’intervento. Il primo
aspetto è connesso al valore oggettivo e
soggettivo dell’edificio esistente significativi
per la conservazione della sostanza edile e
per la decisione o meno di un risanamento.
Sotto questo punto di vista, gli edifici di valo­
re storico posti sotto tutela hanno precise
necessità, le fasi di risanamento sono ben
definite e si sottraggono per lo più alla scelta
decisionale di architetti e committenti. Più
complessa è la situazione di diversi fabbri­
cati non protetti spesso caratterizzati da pe­
culiarità estetica. Nelle costruzioni degli anni
’70, emerge un rigoroso ordine per lo più
nell’aspetto formale: facciate composte di
elementi, telai in calcestruzzo armato con
setti d’irrigidimento o solai aggettanti,
­facciate sospese in elementi prefabbricati
di calcestruzzo. L’intervento, complesso
da risolvere dal punto di vista energetico e
costruttivo, esige un adeguato linguaggio
architettonico. L’intervento formale con
­materiali simili agli originali porta nella mag­
gior parte dei casi ad una falsificazione
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dell’aspetto del fabbricato. Un’alternativa
potrebbe essere data dalla rettificazione del
proposito formale, con una nuova interpreta­
zione della materialità. Non di rado è possi­
bile raggiungere con nuovi materiali e nuove
tecnologie gli obbiettivi formali originali.
La nozione di riqualificazione include i requi­
siti di funzionalità e struttura nonché tutti gli
aspetti energetici. Si definisce la rosa degli
interventi, dallo sventramento, alla parziale
o completa demolizione fino alla nuova
­costruzione. Si verifica se un risanamento
­efficace possa essere adeguato e non
­antieconomico. E spesso si prevede anche
un ampliamento dove collocare funzioni
­altrimenti d
­ ifficilmente integrabili come ad
esempio una mensa.
Standard di riqualificazione e
­convenienza economica
Per le misure di riqualificazione è indispen­
sabile definire gli standard cui si ambisce.
Il più severo decreto in materia di risparmio
energetico 2009 (EnEv) sarà applicato a
partire dal 1° ottobre. Dal 1° luglio 2009 si ri­
chiede un passaporto energetico anche per
gli edifici non residenziali, mentre per edifici
pubblici aperti al pubblico è richiesta la tra­
sparenza del fabbisogno. Nei prossimi tre
anni si lavorerà ancora al perfezionamento
della legge, rendendo più severi i requisiti.
Gli standard di basso consumo energetico
o il rispetto dei requisiti per i nuovi fabbricati
sono nella maggior parte dei casi relativa­
mente semplici da raggiungere sia dal punto
di vista edilizio, tecnico ed economico e
­dovrebbero valere come obbiettivo minimo.
Al contrario, i requisiti più elevati dello stan­
dard della casa passiva in un risanamento
sono difficili da raggiungere. Dipendendo
dalle caratteristiche dell’esistente e dalla
possibilità di risanamento, questo è realizza­
bile solo con un elevato impegno nonostante
l’ottimizzazione di progetto, tecnologia e
struttura. Si selezionano misure d’intervento
che possano influire in maniera efficace sul
bilancio energetico, in grado di ridurre i costi
di gestione in maniera sostenibile in un lun­
go intervallo temporale. Diventa difficile in­
tervenire con misure di risanamento quando
l’intervento si limita a singoli elementi come
la sostituzione delle finestre, il rinnovamento
della copertura o la sostituzione del riscal­
damento. Tuttavia, le misure devono essere
sempre incluse in un progetto globale in
­modo tale da avere il controllo delle altre fasi
d’intervento prima del completamento del
processo di risanamento. L’introduzione di
strati insufficienti di isolamento, finestre con
vetrazioni o infissi convenzionali e, in gene­
rale, misure non adeguate dal punto di vista
energetico è assolutamente da evitare in
quanto un successivo miglioramento potreb­
be comportare la demolizione e la sostituzio­
ne degli elementi. L’aspettativa di durata
­degli effetti della riqualificazione dimostra
se l’investimento è vantaggioso a lungo ter­
mine. In tal caso, le economie da raggiunge­
re sono così elevate che normalmente è dif­
ficile ammortizzare gli interventi tramite un
abbassamento dei costi di gestione. In pre­
senza di un fabbisogno energetico conven­
zionale di circa 200 – 300 kWh/m2 nell’esi­
stente si può risparmiare sino al 90 %.
Secondo l’Istituto per l’energia del Vorarl­
berg, che offre consulenza nel risanamento
di scuole, con un’ottimizzazione economica
delle misure di risanamento è possibile otte­
nere una riduzione del fabbisogno energeti­
co per riscaldamento da 20 a 30 kWh/m2a.
Il vantaggio di investire di più e i risparmi
da raggiungere sono difficili da calcolare in
quanto lo sviluppo dei costi energetici non
è prevedibile. Come effetto complementare
può essere considerata la sicurezza di un
approvvigionamento energetico futuro.
­Francoforte ad esempio ha introdotto come
obbligatorio lo standard della casa passiva:
alla fine del 2004 a Francoforte è stata co­
struita la prima casa passiva certificata in
Germania. Anche per gli interventi di risana­
mento, gli elementi sostitutivi devono rispet­
tare lo standard della casa passiva.
Cambiamenti nelle necessità legate allo spazio
Per l’età e l’utilizzo intenso dei plessi scola­
stici, la maggior parte dei fabbricati esistenti
necessitano di risanamento sia dal punto
di vista edile, che da quello funzionale ed
energetico. Le scuole non soddisfano più le
normative e le prescrizioni antincendio, ter­
miche e di sicurezza del lavoro che negli ul­
timi anni sono diventate sempre più severe.
Gli edifici sotto tutela costituiscono una mini­
ma parte del volume edilizio da risanare. La
maggior parte degli edifici scolastici che ne­
cessitano di risanamento sono originari degli
anni ’60 e ’70. Dopo un utilizzo di circa
50 anni, quasi tutti i fabbricati necessitano
una ristrutturazione per assicurare il volume
necessario, per diminuire il fabbisogno
­energetico e considerare le esigenze di un
moderno impianto scolastico. Gli edifici in
questione raramente hanno compiuto la
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­ età della propria probabile durata, sono
m
vetusti e pessimi sotto l’aspetto funzionale
al punto da giustificare senza rimorsi una
demolizione e una ricostruzione ex novo. La
ristrutturazione prolunga la durata della so­
stanza edile e consente di continuare ad
utilizzare le strutture esistenti. L’edificio vie­
ne riciclato come oggetto globale. Lo sven­
tramento, che spesso si ritiene necessario
nella ristrutturazione di un edificio consente
una nuova ripartizione dello spazio. Un mi­
gliore utilizzo delle aree esistenti consentono
di risparmiare superfici riscaldate; questo
fatto costituisce la più efficiente misura di
­risparmio energetico. I programmi didattici
attuali hanno modificato le esigenze di spa­
zio come segue: accanto alle aule, spazi di
diversa dimensione per il lavoro con piccoli
gruppi, riunioni, meditazioni, ecc. e spazi
con attrezzature specialistiche come le sale
computer. La tendenza ad una scuola a
tempo pieno o l’ampia richiesta di un’assi­
stenza pomeridiana impone un ulteriore fab­
bisogno di spazi. Dato che il progetto didat­
tico si dilata sino al pomeriggio, si pone il
problema della distribuzione dei pasti nella
pausa pranzo. Una caffetteria che possa di­
stribuire piatti caldi o una mensa diventano
parti integranti del programma.
Persino gli arredi e le attrezzature tecniche
sono cambiate sensibilmente. Negli allesti­
menti tecnologici attuali viene considerata una
moderna gestione di un sistema a risparmio
energetico per l’illuminazione, l’aerazione, la
protezione solare e distribuzione termica.
Punti deboli dell’esistente
I problemi tipici nel risanamento delle
­scuole sono i punti deboli dal punto di
­vista energetico:
• solai e pilastri in calcestruzzo armato
non coibentati (ponti termici)
• platee non isolate
• ponti termici nella connessione di
­elementi edili
• telai di finestre e porte non a taglio termico
• finestre o porte finestre prive di vetro
­isolante o con guarnizioni difettose
• mancanza di tenuta all’aria delle finestre
Le caratteristiche elencate minimizzano il
comfort spaziale e influenzano in maniera
negativa la capacità prestazionale e di
­concentrazione di insegnanti e studenti.
Aspetti energetici del risanamento
Anche per un edificio scolastico si applicano
quei principi generici di risanamento di un
edificio energicamente efficiente. La scelta
degli interventi di risanamento e la loro
­valutazione avviene sulla base di un’analisi
dell’esistente che include un bilancio ener­
getico con valutazione di guadagni e dis­
persioni. Le termografie offrono informazioni
preziose al fine di trovare i punti deboli
nell’involucro dell’edificio. Le scuole sono
composte di aree differenti tra loro sia dal
punto di vista spaziale che per le caratteri­
Traduzioni in italiano
stiche funzionali ma anche per quanto
­concerne i tempi di utilizzo (aule, laboratori,
corridoi, hall ricreativa, palestra, biblioteca,
amministrazione, caffetteria). Per ogni spa­
zio varia l’esigenza di ricambio d’aria, illumi­
nazione, ombreggiamento e temperatura.
• Perdita di calore per conduzione
Una coibentazione continua è assoluta priori­
tà per l’edificio. Nella maggior parte dei casi,
l’intervento costituisce la misura di risana­
mento più vantaggiosa. Risultano però, pro­
blematiche quelle superfici non facilmente
accessibili come i muri delle cantine o le pa­
vimentazioni appoggiate sul terreno. In que­
sti casi, l’isolamento interno costituisce nella
maggior parte dei casi l’unica alternativa.
Nuovi materiali come le lastre ai silicati di
calcio offrono diverse possibilità. Per un’illu­
minazione sufficiente si auspica ad una
­elevata porzione di vetrate in facciata dove
le finestre ermetiche hanno un ruolo fonda­
mentale nel bilancio energetico. Le finestre
con standard passivo consentono di avere
uno spazio finestra piacevole anche senza
radiatori.
• Perdita di calore per ventilazione
La qualità dell’aria nelle aule viene fondamen­
talmente valutata misurando il contenuto di
CO2 che secondo le ultime normative non
­dovrebbe superare i 1500 ppm. Emicrania,
stanchezza, difficoltà alla concentrazione e
­diminuzione delle prestazioni sono le conse­
guenze. Una ventilazione controllata con re­
cupero di calore è la soluzione più idonea per
garantire sia la qualità dell’aria secondo tutti i
requisiti d’igiene e di comfort, ma anche per
ridurre le dispersioni termiche al minimo. Il
maggior numero di persone in uno spazio
(circa 30 studenti in 60 mq) ha come conse­
guenza un rapido incremento di CO2 e richie­
de un elevato ricambio d’aria. Il valore di
30 m3/h a persona definito dalla DIN 1946 si è
dimostrato troppo elevato come confermano
le misurazioni di CO2 in diversi edifici costruiti
ex novo o risanati. Secondo la EN 13779 è
sufficiente un ricambio d’aria di circa 20 m3/h
per raggiungere una qualità dell’aria accetta­
bile e per arrivare a dimensionare l’impianto di
aerazione più piccolo. Presupposto per un’ae­
razione ad efficienza energetica è il limitato
fabbisogno di flusso per volume d’aria, alme­
no il 75 % di recupero termico e un involucro
continuo sull’intero edificio. Sia le connessioni
tra gli elementi che il montaggio delle finestre
devono essere ermetici. Per ridurre i costi di
gestione, l’aerazione dovrebbe avere un’inter­
mittenza temporale ed essere gestita in rela­
zione al bisogno. La soluzione più semplice
sarebbe una regolazione temporale dei tempi
di gestione. La soluzione migliore sarebbe
che i ricambi d’aria fossero regolati sulla pre­
senza di CO2. La superficie necessaria per gli
impianti costituisce in ogni progetto di risana­
mento un problema di difficile risoluzione. Ne­
gli edifici a tetto piano, la superficie piana di
copertura si adatta a disporre un impianto di
3
ventilazione. Apparecchi decentralizzati sem­
plificano la progettazione e l’installazione,
consentono una regolazione individuale ma
anche una manutenzione particolarmente
onerosa. Contrariamente a pregiudizi sempre
più diffusi, anche nell’aerazione controllata,
l’apertura delle finestre è possibile in linea di
massima, ma non è necessario. Le finestre a
battente o a ribalta supportano un’accorta
­aerazione manuale anche in estate.
• Apporti termici interni e illuminazione
Paragonato ad un edificio residenziale, un
edificio scolastico ha una durata di occupa­
zione 10 volte maggiore e di conseguenza
varia il necessario ricambio d’aria e il carico
termico interno. Circa 30 studenti e un inse­
gnante producono 2 kW all’ora, quantità che
in una casa passiva è sufficiente al riscalda­
mento di una stanza. Il carico termico non è
costante ma è soggetto a delle variazioni
estreme durante il corso dell’anno (ferie),
della settimana (giorni festivi, week end) e
durante il giorno (durante le lezioni, pause ri­
creative, ecc). Per un effettivo sfruttamento
del bilancio termico a componenti variabili è
necessario fare un’esatta valutazione tra ri­
scaldamento e una regolazione per ogni
­locale. L’illuminazione artificiale fornisce un
ulteriore apporto termico e dovrebbe essere
sostituita da un’illuminazione naturale in vista
di un risparmio energetico. La regolazione
fotosensibile della luce artificiale e i nuovi
­sistemi di illuminazione necessitano quasi
40 % in meno di energia elettrica rispetto a
sistemi convenzionali. Le protezioni solari
meritano un’attenzione particolare per impe­
dire il surriscaldamento o l’abbagliamento.
• Apporto termico solare
Negli edifici energicamente ottimizzati le
­radiazioni solari insieme all’apporto termico
interno hanno spesso come conseguenza il
surriscaldamento. Tra l’altro, durante lo svol­
gimento delle lezioni, raramente si desidera
che il sole filtri nelle aule. Una protezione
­solare regolabile determina durante lo svol­
gimento delle lezioni un ombreggiamento
­efficiente mentre al di fuori delle lezioni, si
guadagna termia solare. Non sono idonee
quella tipologia di schermature solari fisse
che non consentono una modifica al variare
della situazione. Le lamelle mobili con la
possibilità di posizionare in diversi modi
le lamelle stesse, costituisco una valida
­alternativa.
L’utilizzo, invece, dell’energia solare per
l’acqua calda ha un ruolo subordinato nel
caso delle scuole. Ad eccezione delle pale­
stre, solitamente il fabbisogno di acqua è
­limitato per richiedere un impianto termico
solare. L’ampia superficie di tetti in Germa­
nia è utile per l’installazione di elementi foto­
voltaici che producono energia ma non per
coprire il fabbisogno del consumatore;
l’energia prodotta va ad alimentare la rete.
Gli impianti fotovoltaici possono essere
­finanziati ad esempio come impianti civici:
i comuni stipulano un contratto con investi­
4
Traduzioni in italiano
tori privati che vogliono installare e gestire
un impianto solare.
• Riscaldamento e raffrescamento.
Le differenze nel bilancio termico fra guada­
gno e dispersioni termiche devono essere
compensate da riscaldamento e raffresca­
mento. Con un risanamento energetico il
fabbisogno di energia viene ridotto nella
maggior parte dei casi ad una frazione del
fabbisogno precedente alla ristrutturazione.
L’impianto di riscaldamento esistente è
­sovradimensionato e solitamente viene sosti­
tuito con un sistema efficiente e povero di
emissioni. Anche la distribuzione termica
tramite radiatori rimane sovradimensionata e
solitamente viene rinnovata per la sostituzio­
ne dell’impianto di riscaldamento. In maniera
simile all’aerazione, è importante una rapida
reazione del sistema di riscaldamento sia
agli influssi climatici esterni sia alle variazioni
di utilizzo. La regolazione in ogni singola
stanza dovrebbe consentire un programma
temporale e una regolazione di temperatura.
L’aerazione naturale in estate in presenza
di 30 °C all’ombra non porta molto raffresca­
mento tramite l’apertura manuale delle fine­
stre. In questo caso il volume costruito
­dovrebbe consentire un cuscinetto tra punte
di temperatura. Dato che nella maggior
­parte delle ristrutturazioni le facciate o per lo
meno le superfici finestrate devono essere
rinnovate, una distribuzione e posizionamen­
to mirati delle ante di apertura risulta essere
relativamente facile da pianificare.
Condotta dell’utenza
Una ristrutturazione energetica comporta
sempre un cambiamento nelle abitudini
dell’utente. L’abitudine all’aerazione, la prote­
zione solare, l’illuminazione e il riscaldamen­
to esigono un’abitudine e una comprensione
del sistema. Nonostante la ricca documenta­
zione delle misure d’intervento è consigliata
una comunicazione guidata e un’ottimale in­
stallazione tecnica. Edifici con un’eccellente
protezione termica e un fabbisogno termico
estremamente basso o anche di standard
passivi reagisce in maniera alquanto flessibi­
le nei confronti di anomalie. La complessità
dell’ossatura moderna, supera tuttavia le nor­
mali competenze di un custode. Anche il
personale scolastico necessita di una fase
iniziale di consulenza professionale per cui
i provvedimenti energetici progettati vengano
regolati in maniera efficiente. Oltre a rispar­
miare nei costi di gestione si determinano
migliori condizioni di apprendimento per gli
studenti e migliori condizioni di lavoro per
gli insegnanti tramite un’equilibrata atmos­
fera termica. Accanto all’ecobilancio, la ri­
strutturazione energetica comporta una
­riduzione dei costi di gestione e sicurezza
nell’approvvigionamento energetico. La cosa
più importante forse sta in un dimostrato mi­
glioramento dello svolgimento delle lezioni
e questo in vista di un effetto di sostenibilità
sugli ­studenti e sugli insegnanti.
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Tipologie
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Ristrutturazione di plessi scolastici,
­Zurigo
Daniel Kurz, Markus Ziegler
“Ogni rinnovamento di plesso scolastico è
un caso particolare che deve essere affron­
tato con rispetto e cura. Ogni edificio costi­
tuisce una sfida che ci pone di fronte a
­decisioni particolari”. Questa è l’esperienza
dell’architetto Sandra Zacher, capo dirigente
di settore presso l’Ente che sovraintende ai
progetti in altezza per la città di Zurigo, re­
sponsabile per i progetti di plessi scolastici.
A Zurigo il piano scuole è un progetto che
viene sviluppato da team interdisciplinari
dove sono coinvolti la scuola, l’amministra­
zione immobiliare civica, l’ente per le costru­
zioni in altezza oltre ad architetti e progetti­
sti. Zurigo è una città con 370.000 abitanti,
possiede 110 plessi scolastici primari e se­
condari dove si rileggono 150 anni di storia
dell’architettura e lo sviluppo della scuola
elementare: imponenti edifici didattici, sorti
al cambio del secolo con aule sovradimen­
sionate, ampi corridoi che si alternano a pa­
diglioncini nel verde. Le scuole sono testi­
moni del tempo, sono architetture dove la
ricchezza di contenuti, l’aspetto carico di
funzionalità e la qualità architettonica irradia­
no un intenso effetto identificativo. “Gli edifici
scolastici non sono architetture mediocri
–chiarisce Sandra Zacher- Spesso sono gli
unici edifici pubblici in interi quartieri resi­
denziali, importanti vettori dell’identità di
quartiere. La maggior parte degli edifici sco­
lastici derivano da concorsi di architettura
e sono importanti testimonianze del tempo.
Sono un’eredità che non possiamo compro­
mettere. L’incremento degli studenti ma an­
che il cambiamento nel funzionamento della
scuola ha generato alla fine degli anni ’90 un
vasto numero di progetti. 26 padiglioni sco­
lastici mobili del tipo “Züri-Modular” copriva­
no, in luoghi scelti, l’urgente fabbisogno di
aule. Parallelamente, numerosi edifici sono
stati ampliati e una piccola parte di impianti
scolastici nuovi sono stati progettati e co­
struiti sino al 2009. Gli edifici costruiti ex no­
vo sono stati realizzati secondo le nozioni di
moderna pedagogia: le aule sono collegate
ad una corte interna scoperta che permette
lo svolgimento di lezioni di laboratorio in pic­
coli o grandi gruppi. L’esercizio immobiliare
fondato nel 2002 della città di Zurigo mostra
che una manutenzione contenuta raggiunge
una dimensione preoccupante. La cosa por­
ta ad una strategia che non si basa prima­
riamente sul fabbisogno di spazi integrativi
ma sull’urgenza della riparazione. La politica
mette a disposizione i mezzi necessari.
Ogni anno vengono realizzati quasi quattro
impianti scolastici.
Sviluppo del progetto
Lo svolgimento quotidiano delle lezioni
­scolastiche con team di insegnanti, lavori in
gruppo, individualizzazione delle lezioni e
l’introduzione dell’assistenza fuori dagli orari
scolastici spinge ad interventi di tipo edilizio
per la realizzazione di aule di gruppo, spazi
riservati per l’apprendimento e ampie aree
di lavoro. Anche per l’assistenza durante la
mattinata e il tempo libero è necessario più
spazio. All’input del cambiamento si con­
trappone il rispetto per la sostanza architet­
tonica esistente. Questo contrasto spinge
tutti gli attori del processo a cercare soluzio­
ni non convenzionali.
La posizione di partenza per ogni progetto
di manutenzione è una valutazione dello sta­
to e il concetto di funzionamento della scuo­
la. L’amministrazione immobiliare valuta il
potenziale di ogni struttura con le direzioni
scolastiche sotto la supervisione di altre
­figure rilevanti come ad esempio i vigili del
fuoco o le Soprintendenze ai Monumenti. In
seguito ad un libera valutazione della fattibi­
lità attraverso l’ente per le costruzioni in
­altezza, la definizione del progetto arriva a
conclusione e si trasmette un appalto edili­
zio all’ente che porta a compimento la scelta
dei progettisti e lo sviluppo del progetto,
­seguendo progettazione e realizzazione.
La progettazione in un team interdisciplinare
non è cosa semplice. “Gli operatori di due
settori, quello scolastico e quello edile devo­
no trovare un linguaggio comune” dichiara
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Traduzioni in italiano
Sandra Zacher: “ In ogni momento sono da
chiarire i ruoli: sarebbe ideale se lo staff
scolastico potesse descrivere i propri biso­
gni come obbiettivi senza passare subito al­
la matita e al blocco degli schizzi. Se descri­
vessero come desiderano utilizzare il proprio
spazio e non come deve essere. Gli architet­
ti d’altro canto devono imparare ad ascoltare
e a chiedere informazioni. Entrambi devono
essere pronti a compromessi e a soluzioni
alternative. Per l’integrità di un’idea si deve
essere anche pronti a rinunciare alla miglio­
re soluzione tecnica e ad esempio accettare
che vecchie finestre vengano riparate e non
sostituite da nuove finestre in metallo”. Nelle
scuole del Dopoguerra, con aule relativa­
mente piccole allestite per 25 scolari e un in­
segnante, manca lo spazio per le lezioni di
gruppo o per postazioni computer supple­
mentari. Questo impianto necessita un adat­
tamento della propria struttura volumetrica e
del concetto funzionale. Possibili soluzioni
sono ad esempio un nuovo taglio degli spazi
delle aule nel caso in cui la struttura dell’edi­
ficio lo consenta o l’integrazione di porte co­
municanti affinché ogni aula possa fungere
per la classe adiacente come aula di grup­
po. Tramite piccoli interventi si può ottimiz­
zare il valore di utilizzo. Spesso le prescri­
zioni normative di antincendio e visitabilità
sono in conflitto con la struttura esistente
dell’edificio e con i fabbisogni dell’utenza.
“Il tema della sicurezza” continua Sandra
Zacher “ racconta molto di più rispetto ad
esigenze architettoniche o di conservazione.
Le prescrizioni antincendio, le norme per i
corrimani e i parapetti ma anche le norme
antisismiche a partire dagli anni ’50 sono
­diventate molto severe, cosa che spesso
­ ostringe a dolorosi interventi sulla sostanza
c
architettonica. Ad esempio, decadono le
­tipiche porte e i soffitti di legno dei corridoi
che conferivano alle scuole degli anni ’40
un’immagine così accogliente.
“Rinnovamento analogico”: la scuola Holderbach
La scuola, costruita a padiglioni tra il 1954 e
il 1957 si trova in un quartiere satellite a nord
della città di Zurigo, inserito in un centro re­
sidenziale del medesimo periodo. Benché
non sia negli gli elenchi degli edifici sotto tu­
tela si tratta di un patrimonio culturale di ele­
vata qualità. Il corpo insegnanti ha espresso
il desiderio di portare più colore tra i toni gri­
gi estesi all’intero fabbricato. L’architetto Ro­
ger Boltshauser si è preso carico di questa
richiesta e nella ristrutturazione ha integrato
mirati accenti cromatici. Obbiettivo della sua
strategia di rinnovamento era di riformulare
dallo spirito del tempo degli anni ’50 una
nuova interpretazione contemporanea con­
ferendo alla scuola un aspetto vivace e mo­
derno in armonia con il carattere tipico del
tempo. Descrive il suo intervento come “rin­
novamento analogico”. In prima istanza, i
fabbricati scolastici sembrano invariati nel
tempo. Solo avvicinandosi, si nota che le
­finestre sono state rinnovate riprendendo il
ritmo delle originarie ma con profili più
­spessi e più corposi. Sottili fasce coniche
­dividono le finestre. I nuovi elementi conferi­
scono leggerezza alla facciata come in
­origine. All’interno, le porte sono munite di
un rivestimento chiaro in legno. Nelle aule
­illuminate su due lati si colloca un mobile a
giorno, a
­ rmadio, lavagna e parete con lavelli
­insieme, un setto laterale. Si presenta
­formalmente massivo e robusto e dialoga
in ∂
Tutti i libri della serie in DETAIL in hardcover, formato 23 x 29,7 cm
5
con le nuove finestre. Come le finestre si
­tinge di un tono blu chiaro.
Un punto di partenza: la scuola Hirzenbach
Per conciliare tra le nuove esigenze peda­
gogiche da un lato, e i mezzi limitati e il ri­
spetto per il patrimonio storico dall’altro, si è
approntato un modo di considerare le cose
“partendo da un punto”. Invece di converti­
re profondamente ogni singola scuola, si di­
mostra essere più ragionevole concentrare
certi fabbisogni in un luogo (in un edificio di
ampliamento) mentre i luoghi vicini o gli edi­
fici preesistenti vengono rinnovati con cau­
tela. Un esempio di questo procedimento è
la scuola Hirzenbach nel quartiere periferi­
co settentrionale Schwamendingen. L’incre­
mento importante del numero di studenti nel
quartiere, la necessità di asili nidi e materne
oltre alle crescenti esigenze per il funziona­
mento della scuola invitano a creare nel
quartiere di Schwamendingen spazio sup­
plementare per le scuole. Invece di spez­
zettare ogni struttura scolastica, il comune
di Zurigo decide per una strategia globale
che coinvolga in un’unica sinergia i tre ples­
si di Mattenhof, Luchswiesen e Hirzenbach.
Alla scuola Luchswiesen si addiziona un’ala
di aule e una biblioteca. Ad Hirzenbach la
grande palestra a tre campate preesistente
viene messa a disposizione delle tre scuole
insieme all’edifico della scuola materna e
ad un asilo nido. I due edifici isolati costruiti
ex novo integrano l’edificio esistente da
nord a sud. Si inseriscono nella struttura
­urbana del quartiere di Hirzenbach e
­interpretano l’architettura dell’edificio
­esistente con contemporaneità. Il reticolo a
grandi maglie d
­ ella facciata chiara in
∂
Edition
Una vecchia centrale elettrica che diventa un centro culturale, un antico fienile che si trasforma
in abitazione. Spesso gli edifici intorno a noi non conservano più la loro funzione originaria ed
­offrono i propri spazi ad usi completamente nuovi. In questi casi la creatività e l’originalità da sole
non sono sufficienti a realizzare un buon intervento; occorre anche la capacità di avvicinarsi
all’esistente con grande sensibilità e riguardo.
Altri libri della serie:
‡ Involucri edilizi
‡ Case unifamiliari
‡ Architettura solare
‡ Alta densità abitativa
‡ Interni
Ristrutturazioni, Christian Schittich, 2006, 176 pagine con numerosi disegni e foto, formato 23 x 29,7 cm, ISBN: 978-3-7643-7638-3
€ 65.– + costo di spedizione e imballaggio (+7% IVA se dovuta)
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6
Traduzioni in italiano
­ alcestruzzo emana una classica dignità.
c
La scuola era parte di un progetto urbanisti­
co approntato nel 1950 che definiva un
quartiere residenziale di edifici isolati e a
stecca sulla base di un reticolo geometrico
senza soluzione di continuità di spazi
all’aperto. Le scuole e altre infrastrutture
aperte al quartiere vengono nel frattempo
collocate all’interno di edifici piani. La scuola
di pianta quadrata si distribuisce su due li­
velli e racchiude un tranquillo cortile interno
che ricorda un chiostro. Il fatto che gli edifici
di nuova costruzione coprano il fabbisogno
supplementare di spazio, ha permesso di
­limitare il risanamento della scuola esistente
ad una pura manutenzione ordinaria.
­Nonostante ciò, la manutenzione si è svolta
seguendo l’idea di una reinterpretazione ac­
curata per conferire freschezza ad un’archi­
tettura classica degli anni ’50: l’intonaco di
facciata è stato sostituito da un intonaco di
calce più fine. Il colore della terra in toni
scuri contrasta con il bianco che sottolinea
le parti edili strutturali. Il contrasto viene
­ulteriormente implementato dagli architetti
tramite la scelta di un tono scuro per i
­serramenti. Gli interni della scuola sono
­praticamente invariati: vecchio e nuovo
deter­minano una continuità di effetto.
Vecchio e nuovo:
la scuola Falletsche
Il plesso delle scuole superiori Falletsche si
colloca alla periferia meridionale della città
in un contesto terrazzato a parco. Costruito
in due fasi, nel 1953 e 1960, l’edificio pre­
sentava l’esigenza di avere una grande pa­
lestra, aule di gruppo, spazi per lezioni spe­
ciali (laboratorio, cucina, informatica) e una
biblioteca di quartiere. Gli architetti hanno
pensato di soddisfare la richiesta di spazio
ampliando il plesso esistente costruendo
ex novo un’ala. L’architetto di Berna Rolf
Mühlethalter acquisisce l’incarico di realiz­
zare uno studio d’ampliamento seguendo
la proposta di ridonare qualità allo spazio
esterno terrazzato della scuola senza solu­
zione di continuità nel nuovo tratto. Il grande
volume della nuova palestra a tre campate è
per lo più ipogeo e si collega a quello della
scuola come fosse una terrazza. Al di sopra,
2009 ¥ 9   ∂
slitta la sottile ala delle aule per la didattica
che si distribuiscono su tre livelli. La peculia­
rità di avere un’uscita diretta sull’esterno da
parte delle aule e di conseguenza un doppio
orientamento consente l’uso del corridoio a
scopi scolastici evitando le limitazioni impo­
ste dall’antincendio. Gli architetti si adattano
con molta attenzione alle attuali esigenze
tecnologiche, senza mutare la peculiarità del
carattere tipico dell’epoca di realizzazione.
Le vecchie aule sono state rinnovate e adat­
tate per le lezioni speciali; il falegname ha ri­
parato le finestre originali. Il nuovo laborato­
rio è stato allestito in tre ex aule illuminate da
un pavimento giallo e da corpi a sospensio­
ne ad elevata efficienza energetica apposi­
tamente studiati per il progetto in contrasto
con gli artigianali armadi a giorno e le fine­
stre in legno d’epoca. Le compartimentazio­
ni antincendio richieste sono state realizzate
tramite porte nel corridoio che si chiudono
automaticamente in caso di incendio.
Riabilitazione: la scuola Wollishofen
“C’è una grande differenza se una scuola
viene rinnovata profondamente per la prima
volta” sostiene Sandra Zacher “ oppure se
l’edificio è già stato ristrutturato venti o
trent’anni fa. In precedenza, le ristrutturazio­
ni danneggiavano molto del carattere di un
edificio scolastico. Oggi, la ristrutturazione
si concentra a conferire nuovamente alla
scuola un linguaggio formalmente coerente
che esprima al contempo il carattere dell’isti­
tuzione e il nostro passato”.
E’ il caso della vecchia scuola Wollishofen.
Costruita nel 1886 dalla comunità indipen­
dente come scuola secondaria, il fabbricato
in stile rigorosamente classicista è un volu­
me di severa geometria dove si distribuisco­
no sei classi disposte a lato della scala col­
locata al centro dello spazio. La superficie
di 100 mq è tipica per l’epoca (XIX sec.) e
prevedeva di accogliere al massimo 80 stu­
denti. Oggi giorno, le classi della primaria
con 20 –25 studenti potrebbero tenere senza
problemi in queste aule insegnamenti di
gruppo, e lezioni per gruppi o di laboratorio.
A Wollishofen, nonostante la scuola necessi­
tasse di un risanamento e portasse i segni
di massicce ristrutturazioni che l’avevano
danneggiata nel 1940 e nel 1970, non vi era
opportunità di un intervento strutturale. La
facciata purificata aveva perso tutte le appli­
cazioni classiciste e anche negli interni le fi­
niture originali erano state smantellate e so­
stituite da controsoffitti e rivestimenti parietali
in vinile. Durante i lavori, gli architetti Kauf­
mann Widrig perseguono l’obbiettivo di
­restituire all’edificio con interventi contempo­
ranei e poco impegnativi le proporzioni origi­
narie e la propria dignità. Rinunciano alla
­ricostruzione di elementi andati perduti e al
loro posto cercano soluzioni contempora­
nee. Impercettibili differenze nella struttura,
i colori chiari e un nuovo intonaco accenna­
no un’articolazione di facciata con basamen­
to e cornici. Nelle aule, la demolizione dei
controsoffitti ha riportato alla luce l’altezza
originaria degli spazi. Il parquet antico era
nascosto sotto il rivestimento a pavimento.
Al posto del rivestimento parietale sino a
­parapetto, la parete si articola con i colori
che ristabiliscono le proporzioni originarie.
Nella scala, convivono diverse stratificazioni
storiche: il pavimento in cotto ben conserva­
to è stato mantenuto anche se non era origi­
nale. Elementi acustici a soffitto e corpi lumi­
nosi soddisfano i requisiti tecnici odierni di
contemporaneità. Come il nuovo corrimano
in legno, anche l’illuminazione e gli elementi
acustici sono stati pensati per ricondurre ad
uno stato originale inteso come interpreta­
zione contemporanea.
Sulla via di una società a 2000 Watt
Nel novembre 2008 i cittadini di Zurigo sono
stati chiamati ad un referendum che aveva
come oggetto una “Società a 2000 Watt”.
Questo significa che entro il 2150 il fabbiso­
gno energetico della città deve essere ridot­
to a due terzi e le emissioni di CO2 devono
ridursi da 8 tonnellate a una. Il fatto ha una
ripercussione sugli edifici scolastici che de­
vono garantire una riduzione del fabbisogno
energetico. Per minimizzare i conflitti di ob­
biettivo, l’ente per le costruzioni in altezza ha
organizzato una serie di workshop di strate­
gia cui hanno partecipato professionisti del
settore energetico e rappresentanti delle
­Sovrintendenze ma anche i responsabili del
portfolio. Come possibile soluzione si deli­
nea un procedimento che aspira al risparmio
tramite l’intero portfolio. Invece di collegare
ogni intervento di risanamento con opere di
coibentazione uniformi, si fissano delle prio­
rità. Mentre in considerazione dell’architettu­
ra esistente dovrebbero essere sufficienti
­finestre con un buon valore di U, intonaco
isolante e coibentazione della copertura e
del solaio del cantinato, vengono applicate
in punti idonei diverse misure efficaci .
­L’intervento energetico con le opere per
­l’incremento del valore d’utilizzo e le ripara­
zioni tecniche deve bilanciarsi con le carat­
teristiche peculiari dell’edificio. Le misure
di risanamento perpetrate ogni anno dovreb­
bero raggiungere gli obbiettivi che si desi­
dera perseguire.
∂   2009 ¥ 9
Traduzioni in italiano
“In qualità di società committente” dice
­Sandra Zacher “si desidera sempre ottenere
tutto subito: elevata qualità con pochi soldi
e il tutto in poco tempo. La realtà è però
­diversa: le soluzioni di qualità richiedono
tempo e spesso non sono la soluzione più
economica. Anche per una cultura della
­sostenibilità è necessario impiegare tempo
e soldi” .
Dibatitti
Pagina 894
Scuola primaria Blumen e plesso
­scolastico Bernard-Rose, Berlino
La soluzione personalizzata di
un edificio comunale
Frank Vettel
Negli ultimi anni, nonostante i finanziamenti
della UE e altre misure congiunturali, la co­
struzione di edifici governativi locali è in diffi­
coltà. La scena edile si è spostata dalla co­
struzione ex novo all’intervento sul tessuto
esistente. Uno dei settori più importanti che
consentono ancora una certa libertà di movi­
mento, è la ristrutturazione degli edifici per il
miglioramento dell’efficienza energetica per
il quale vengono stanziate più sovvenzioni
che in altri settori della ristrutturazione.
­Attualmente, l’obbiettivo del programma UE,
con cui a Berlino potranno essere finanziati
interventi di risanamento energetico di edifici
pubblici, è risanare completamente l’involu­
cro dell’edificio e adottare misure impiantisti­
che adeguate. Per il distretto Friedrichs­hainKreuzberg, l’intervento possedeva un’altra
dimensione. Gli edifici, per i quali si preve­
deva un massiccio intervento di ristruttura­
zione eretti dagli anni ’70 in poi, erano co­
struzioni in calcestruzzo armato
relativamente semplici, con pochi dettagli.
Invece di riprodurre componenti seriali, si è
cercata una nuova identità. Per gli architetti
Huber e Staudt di Berlino e il servizio distret­
tuale immobiliare di Friedrichshain-Kreuz­
berg in qualità di committente, l’obbiettivo
nella ristrutturazione del plesso, Blumen e
Bern­hard-Rose, era rispondere ad uno stato
di fatto in maniera individuale. La volontà di
articolare le facciate prive di dimensione in­
sieme all’obbiettivo prioritario delle ammini­
strazioni pubbliche, cioè di lavorare con
mezzi minimi, ha condotto al concetto di una
pelle sospesa che funga da filtro e medii fra
spazi interni ed esterni. L’iniziale proposta
di una rete tessile amorfa o di un graticcio
­ligneo ha portato, attraverso un serrato
­dialogo tra architetti e committenti, ad una
struttura in profili di alluminio anodizzato di
diverse dimensioni. Seriali nella produzione
ma individuali nell’applicazione, gli elementi
della struttura fungono da mezzo di prote­
‡ Von der transluzenten Haut zur gläsernen Welle
‡ Nichts als Glas: aufgelöste Konstruktionen
∂
Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture
Serie 2009 · 7/8 · Bauen mit Glas · Glass Construction · Construire en Verre
zione dalle variazioni climatiche per il corpo
ad elevato isolamento dell’edificio. Le sepa­
razioni tra le aule rimangono leggibili fuori
dai corridoi mentre l’involucro forma un con­
fine visibile e funge da schermo per il sole.
La marcata orizzontalità della facciata so­
spesa sottolinea il volume dell’edificio e reci­
ta in dialogo con l’esistente sostanza arbo­
rea la poesia del primo movimento moderno.
Il risultato è una opera raffinata di architettu­
ra urbana. L’artista berlinese Schubert ha
­realizzato per il plesso la scultura-facciata
“Icaro” dedicata a Juri Gagarin. Durante la
ristrutturazione energetica, gli architetti sono
riusciti a ricontattare l’artista e a convincerlo
alla ricostruzione dell’opera.
Ristrutturazione energetica delle facciate delle scuole Blumen e Bernhard Rosen
a Friedrichshain, Berlino
Joachim Staudt
Per noi si trattava di un’esperienza comple­
tamente nuova: progettare una facciata sen­
za relazionarsi agli spazi interni già esistenti.
Contemporaneamente, i limiti imposti da
questioni energetiche ed urbanistiche ren­
devano il progetto interessante. La facciata
si relazionava solo con gli spazi esterni.
Disposti ad angolo retto, i due edifici cingo­
no su un angolo il cortile di ricreazione. La
scuola elementare Blumen arretra rispetto
all’Andreasstraße lasciando ampio spazio
tra corpo di fabbrica e strada.
L’angolo che si viene a creare enfatizza un
edificio residenziale su più piani da poco
rinnovato. Dato che la composizione della
corte ricreativa doveva apparire spazialmen­
∂
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∂ Abbonamento
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Temi delle riviste del 2009
1/2 Coperture
3 Konzept: Musica e teatro
4
Edifici a basso costo
5 Materiali + superfici + DETAIL Green
6 Collegamenti (scale, rampe, ingressi)
7/8
9
10
11
12
Vetro
Konzept: riqualificazione di edifici scolastici
Muratura
Ristrutturazioni, rifunzionalizzazioni + DETAIL Green
Tema particolare
(Sono possibili eventuali modifiche.)
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7
8
Traduzioni in italiano
te uniforme ma astratta, i due plessi adotta­
no la medesima facciata in profili di alluminio
per la quale sono stati evitati i colori troppo
intensi prediligendo il dialogo tra i due edifici
e il fitto patrimonio arboreo del contesto.
Le facciate verso la corte con i lunghi
­corridoi dovevano apparire chiuse. Per
­questo motivo, sono stati applicati profili
­metallici sull’intera altezza delle facciate.
L’operazione ha permesso di ovviare alla
necessità di altri elementi schermanti regola­
bili sulla facciata ovest della scuola Blumen.
La facciata originaria a nastro, lungo la
­strada, mostra in successione le aule con
aperture orizzontali. Le opere edili sono
­state finanziate da un programma di aiuto
per l’ambiente (UEP), un programma di
­finanziamenti speciali della UE.
Il risparmio energetico nella scuola Bernhard
Rosen è esemplare: 16,2 kWh/m3 all’ anno.
Per un risparmio di 1 MW/h, i costi di investi­
mento sono stati di € 4540 al mq. Il coeffi­
ciente U della facciata è 0,20 W/m2k, cioè il
42 % al di sotto del valore stabilito dalle nor­
me sul risparmio energetico tedesche
(EnEV 2007). Al momento dell’affidamento
dell’incarico, nel febbraio 2006 il nostro stu­
dio lavorava parallelamente a tre scuole a
Berlino. Il primo lotto del progetto più grande
in mano allo studio, l’ampliamento di un
ospedale, era appena entrato in funzione:
le facciate verso il cortile interno di questo
complesso impianto erano caratterizzate da
profili orizzontali in legno disposti ad una
certa distanza gli uni dagli altri. La pelle
esterna era stratificata e al contempo tra­
sparente. I committenti percepivano l’effetto
accogliente e il tono caldo che conferiva il
legno, ma il materiale alla fine non fu scelto
per Friedricshain a causa dei costi di manu­
tenzione troppo elevati. Ma come si può
­costruire una facciata in legno senza legno?
Per architetti e committenti era da subito
chiaro che certi aspetti della scuola esisten­
te andavano corretti e modificati, mentre
molti altri particolari dell’edificio dovevano
essere mantenuti. Nella scuola Bernhard
­Rose, prototipo per molte altre scuole a
­Berlino, la nuova facciata doveva chiara­
mente essere leggibile come nuovo inter­
vento così come la nuova “pelle”. La realiz­
zazione della facciata con profili orizzontali
possibilmente in compositi lignei o anche in
metallo parve a noi architetti il mezzo più
idoneo per lasciare evidenti le stratificazioni
del tempo. Le finestre in acciaio e in partico­
lare la figura in nastri di metallo del cosmo­
nauta Juri Gagarin lungo la facciata sud del­
la scuola Blumen ha fatto da ponte all’idea
di una pelle esterna metallica in alluminio, il
materiale d’uso per le facciate sospese leg­
gere. Non è stato scelto come colore degli
elementi in alluminio l’elegante tonalità bron­
zea usata da Mies, bensì una composizione
ricca di contrasti cromatici che includono le
diverse tonalità bronzee abbinate a diverse
altezze di profilo per riprodurre l’effetto di
una facciata lignea. Il prototipo in scala 1:1
2009 ¥ 9   ∂
ha dimostrato in loco che l’alluminio si ac­
cordava con i toni argentei dei tronchi dei
pioppi. Il risanamento energetico è nel
­frattempo diventato per diversi provvedi­
menti un programma standard all’interno
del pacchetto congiunturale II.
In termini energetici, la ristrutturazione della
facciata è diventata un programma stan­
dard. Sulla base delle nostre esperienze,
stiamo inoltre lavorando allo sviluppo di un
intervento presso la scuola di Fennpfuhl a
Berlino-Lichtenberg. Le aspettative per la
sostenibilità della facciata di Friedrichshain
sono state soddisfatte. I cromatismi ricchi di
contrasti non lasciano spazio a graffiti oltre
a rivalutare l’istituzione stessa. Anche all’in­
terno torna il concetto cromatico sulle pareti
dei corridoi. All’ingresso della scuola prima­
ria di Blumen sono stati realizzati dai
­bambini colorati mosaici. Le finestre a telaio
scatolare necessarie per l’installazione di
isolamento interno, diventano vetrine
­espositive usate durante le lezioni di arte.
In alcuni punti della facciata, gli studenti
hanno adottato gli elementi in alluminio
­come tutore per piante.
Planimetria generale
Scala 1:5000
1 Scuola primaria Blumen
2 Scuola Bernhard-Rose
3 Cortile di ricreazione
Elemento di facciata lungo il corridoio
Senza scala
Tipologia di scuola: scuola primaria e di formazione
Anno di costruzione (esistente): 1965 – 66
Aule: 2≈ 27 per 450 (260/190) alunni
Superficie lorda: 4512 m2
Opere di riqualificazione: facciata energetica,
superficie facciata 4900 m²
Costo dell’intervento: 2.000.000 €
Sezione Scala 1:500
Sezione orizzontale
Sezione verticale
Scala 1:10
1 Intonaco minerale 10 mm
pannello estruso in PS 120 mm
strato adesivo massimo 10 mm
pannello in c.a. (esistente) 150 mm
pannello leggero in lana di legno
intonacato (esistente) 80 mm
2 Lamiera di chiusura anodizzata nera 1 mm
3 Profilo in alluminio anodizzato nero
ad fi 90/40/3 mm
4 Profilo in alluminio nero
ad ∑ 100/100/4 mm
5 Elemento di facciata in profili di alluminio,
anodizzato in diverse colorazioni
¡ 20/20, 40/20, 60/20, 80/20, 100/20
intercapedine ventilata 120 mm
guaina traspirante nera
strato termoisolante WLG 035
fibra minerale 120 mm
pannello in elementi di c.a. (esistente) 150 mm
pannello leggero in lana di legno
intonacato (esistente) 80 mm
6 Profilo in alluminio ∑ 100/50/4 mm
7 Lamiera imbotte e davanzale finestra
in lamiera di alluminio
verniciato grigio scuro 2 mm
8 Serramento in legno con vetrazione isolante
9 Rivestimento imbotte in cartongesso 12,5 mm
10 Lamiera in zinco-titanio 0,8 mm
11 Pluviale nell’intercapedine ventilata
Pagina 902
Scuola elementare Rolansstraße,
­Düsseldorf
Klaus Legner
A seguito di un congelamento degli inter­
venti di risanamento durato 40 anni, si evi­
denziava l’esigenza di assicurare alla scuola
lungo la Rolandstraße un valore d’uso intrin­
seco per i futuri 25 anni. Oltre a dover adat­
tare la scuola in origine dotata di 16 aule al
nuovo profilo funzionale di scuola elementa­
re a tempo pieno, si richiedeva in primo luo­
go di supplire alle carenze costruttive. L’in­
tervento doveva prevedere il mantenimento
della sostanza architettonica nonostante gli
interventi di protezione dall’umidità, dal cal­
do, dal rumore e dall’incendio, il migliora­
mento della qualità della luce negli interni,
l’eliminazione del carico di PCB e di amianto
oltre all’abbassamento dei costi di gestione.
I requisiti formali consistevano nella conser­
vazione del monumento architettonico e di
conseguenza dell’immagine esterna. Gli ar­
chitetti Schneider-Esleben nella costruzione
dell’ossatura in calcestruzzo armato aveva­
no come prioritario il programma degli
­spazi e quello funzionale. Rigore ed econo­
mia ­caratterizzavano il progetto degli anni
’50. Questa caratteristica è espressa dai
prodromi della prefabbricazione di singoli
componenti edili e della riduzione della tipo­
logia di facciata.
Stecche di aule
Nelle facciate ad estensione longitudinale di
entrambe le stecche di aule , l’ossatura del
grezzo composta di travi e pilastri era visibi­
le dall’esterno. In questo reticolo costruttivo
venivano posati elementi quadrati prefabbri­
cati in profili piani di alluminio non isolati.
L’isolamento termico necessario era fornito
solo da uno strato di 20 mm intonacato e
­disposto sui lati dei pilastri interni, oltre che
dalle vetrazioni semplici.
Per assolvere alle rigide prescrizioni della
Soprintendenza e mantenere il carattere ori­
ginario della facciata, soddisfacendo al con­
tempo le attuali esigenze tecnologiche e di
efficienza energetica, il concetto di risana­
mento ha previsto il totale rinnovamento del­
le superfici d’involucro esterno. Una facciata
fredda e ventilata, composta di lastre di cal­
cestruzzo addizionato con fibre di vetro di
2,5 mm di spessore, posata a filo dei nuovi
elementi finestra, è sospesa davanti alla
∂   2009 ¥ 9
struttura realizzata in calcestruzzo in opera
esistente. Il procedimento ha permesso di
evitare i particolari di giunzione degli ele­
menti di difficile realizzazione oltre a permet­
tere un elevato grado di prefabbricazione
dei nuovi elementi finestra con tutti i vantag­
gi economici e di montaggio. Il nuovo livello
di isolamento è ottimale dal punto di vista fi­
sico tecnico e le tolleranze sono state ben
assorbite. La soluzione offre anche una
­certa libertà formale: planarità, giunti e lar­
ghezza frontale della struttura portante e
delle finestre sono rimaste intatte.
Utilizzando una struttura con fissaggio a
graffe in alluminio e un sistema di inserzione
dell’ancoraggio, le lastre in calcestruzzo fi­
brorinforzato sono state fissate alla struttura
grezza. Tramite il particolare processo di fi­
nitura dei singoli componenti è stato possibi­
le sviluppare pezzi speciali per l’attico e per
gli angoli. Gli elementi introdotti al piano ter­
ra in calcestruzzo lavato a rivestimento degli
spazi accessori sono stati sostituiti da lastre
in calcestruzzo fibrorinforzato. Seguendo
il principio che obbliga a trovare qualcosa
di nuovo per mantenere il vecchio, abbiamo
sviluppato in rilievo lettere che riproducono
il medesimo effetto a distanza del cemento
lavato. Solo avvicinandosi, l’osservatore
­percepisce i caratteri. Negli elementi di
­tamponamento delle finestre era importante
mantenere la larghezza frontale dell’origina­
rio profilo di facciata. I profili piani in acciaio
irrigidiscono i nuovi elementi dei telai dei
serramenti di 3,20 ≈ 3,00 metri realizzati uti­
lizzando profili in alluminio commerciali, per
assecondare i requisiti statici. Per contenere
la dimensione a vista del profilo del serra­
mento mantenendolo simile al profilo origi­
nale (35 mm), una lamiera d’unione vernicia­
ta di nero e in rilievo copre per metà il profilo
di fissaggio della finestra alla struttura grez­
za. Dal punto di vista formale, gli elementi
­finestra appaiono sottili e senza soluzione
di continuità. Nei parapetti completamente
opachi delle aule i pannelli isolanti sottovuo­
to sostituiscono i vecchi elementi in lamiera
d’acciaio. Le lamelle in alluminio dei lucer­
nari pensate in origine per l’aerazione incro­
ciata non assolvono più alla propria funzio­
ne. In accordo con la Soprintendenza, gli
elementi opachi a parapetto del cortile inter­
no sono stati sostituiti da lastre di vetro anti­
caduta, questa è una delle rare modifiche
­visivamente percettibile. I bambini infatti,
­anche nei corridoi al piano primo si sentono
partecipi della vita che si svolge nel cortile
di ricreazione. In armonia con la scala vetra­
ta, le facciate appaiono uniformi. Le aule in
origine non possedevano una protezione so­
lare ma erano predisposta solo con tendag­
gi interni. I cassonetti per la protezione sola­
re applicati in una fase successiva, avevano
fatto perdere completamente la complanari­
tà della facciata. Per restituire l’uniformità,
abbiamo deciso di disporre una veneziana
regolabile a funzionamento elettrico all’inter­
no dell’intercapedine tra i due vetri isolanti.
Traduzioni in italiano
Dietro il rivestimento dei fronti dell’edificio
in clinker blu olandese è stato insufflato
­materiale isolante.
Le scale
Entrambi i corpi scala corrispondono alle
due necessarie vie di fuga della scuola. Nel­
la scala si collocano due lame in calcestruz­
zo armato tinteggiate di arancio acceso che
portano la copertura, le gallerie e i pianerot­
toli conferendo un accento cromatico allo
spazio. La facciata trasparente consente la
vista fino alla corte interna. I montanti verti­
cali della facciata originariamente in getto
di calcestruzzo non corrispondevano più ai
requisiti statici e dovevano essere sostituiti.
Abbiamo optato per una nuova interpreta­
zione della tenda in vetro trasparente e ab­
biamo sviluppato una facciata in vetro strut­
turale senza profilo orizzontale. La struttura
verticale portante della facciata è stata rea­
lizzata con un profilo piano d’acciaio doppio.
Gli elementi d’appoggio fissati ai montanti in
acciaio portano le lastre di vetro. Il fissaggio
meccanico avviene tramite profili a leva
nell’area intermedia della vetrata isolante. Il
sistema non a vista di fissaggio ha richiesto
una certificazione per ogni singola applica­
zione. L’evacuazione dei fumi dalla scala è
assicurata da portelli collocati all’intradosso
del soffitto. L’aria di alimentazione penetra
attraverso le porte d’accesso del foyer. Non
è stato permesso di utilizzare lastre di vetro
ognuna di un colore diverso e la protezione
solare fissa con cellule fotovoltaiche non è
stata realizzata per motivi economici.
I tetti
Lo smaltimento delle acque piovane delle
due ali di aule avveniva originariamente tra­
mite quattro doccioni collocati in corrispon­
denza dei due tetti dei corpi scala. Dalla
­copertura l’acqua meteorica veniva convo­
gliata tramite canali di scolo nelle quattro
nicchie d’angolo. Il sistema era sottodimen­
sionato rispetto al volume d’acqua raccolto.
La pendenza esigua ha avuto poi come con­
seguenza il deterioramento della pelle di ri­
vestimento della copertura. Per questo moti­
vo, tutta la copertura è stata asportata.
Particolarmente impegnativo si è dimostrato
il sollevamento del massetto in pendenza in
calcestruzzo posato sul tetto principale e su
quelli secondari. L’operazione era necessa­
ria per mantenere l’altezza originaria del col­
mo sostituendo la vecchia struttura con una
nuova copertura a caldo con pendenza suf­
ficiente. L’ala delle aule e la copertura del
corpo scala vengono drenate separatamen­
te. I cinque canali di scolo predisposti per
ogni ala delle aule sono accessibili da ogni
livello tramite aperture di revisione.
Interni
I corridoi anulari intorno al cortile centrale
che collegano le scale consentono con le
ampie vetrate di percorrere ogni livello sen­
za perdere d’orientamento. La struttura reti­
9
colare a vista con travi e pilastri conferisce
un ritmo alle pareti divisorie del corridoio
all’interno. Nelle nicchie sono disposti arma­
di guardaroba in linea coi pilastri. Le porte in
precedenza con chiudiporta elettrico sono
state dotate di una chiusura più semplice a
magnete e possono essere utilizzate come
guardaroba nei corridoi. I radiatori visibili in
facciata sono stati sostituiti da convettori ul­
tra piatti poco visibili sotto i guardaroba.
L’aerazione che in origine avveniva da due
lati nelle aule avviene ora tramite lamelle di
ventilazione al di sopra dei controsoffitti nei
corridoi e sopra i lucernari delle facciate del­
le aule. Originariamente le pareti divisorie
sui corridoi erano bucate sopra il controsof­
fitto utilizzando laterizi traforati al fine di ga­
rantire una aerazione trasversale dal cortile
interno attraverso i corridoi fino alle aule. In
seguito all’esigenza di rispettare il requisito
REI 30 per le pareti divisorie del corridoio, la
riproposizione di questo principio è stata ab­
bandonata, soprattutto poiché dal punto di
vista energetico l’aerazione permanente non
sarebbe più stata sostenibile.
Conclusione
Tramite la reinterpretazione della tecnologia
a scheletro utilizzando una struttura a lastre
sospese abbiamo esplorato un percorso
che permette di operare ristrutturazioni di
edifici degli anni ’50 e ’60 senza dover ac­
cettare perdite architettoniche e formali.
Contemporaneamente gli elementi in calce­
struzzo fibrorinforzato offrono la possibilità di
realizzare facciate ventilate in modo econo­
mico e sostenibile. Purtroppo il restauro
dell’opera del gruppo di artisti ZERO non fa­
ceva parte dell’intervento di ristrutturazione.
Oggi i parapetti di protezione impediscono
la messa in funzione della scultura mobile.
Sarebbe stato un passo importante, coeren­
temente con l’originaria intenzione degli
­architetti Schneider-Eslebens portare nuova­
mente in vita l’opera accostando i bambini in
maniera ludica all’arte.
Anno di costruzione: 1961
Tipologia scolastica prima e dopo l’intervento:
scuola elementare/primaria a tempo pieno
Numero aule: 21
Superficie lorda complessiva: 5707 m²
Volume lordo: 19 548 m³
Opere principali di riqualificazione: rinnovo totale
­della facciata secondo nuove regole di risparmio
energetico e prescrizioni della Soprintendenza,
bonifica da sostanze nocive contenute nei materiali
edili, ammodernamento degli impianti
Costo dell’intervento: 5,74 milioni di €
Planimetria generale
Scala 1:2500
La documentazione di 10 pagine di presentazione
del progetto originario, contenuta in DETAIL 6/1962 è
­disponibile online all’indirizzo:
DETAILplus: Dokumentation (1962),
immagini: www.detail.de/0177
1 Foto del plastico dell’anno 1961
2 Foyer sud con “Organo di colori” di Heinz Mack
3 Ingresso nord con “Gioco di ombre” di
10
Traduzioni in italiano
2009 ¥ 9   ∂
fissaggio a graffe alluminio/isolamento termico
in lana minerale insacchettata in velo nero 80 mm
intonaco 40 mm
parete in muratura di mattoni 300 mm
intonaco (esistente)
Guenther Uecker
4 Veduta del cortile di ricreazione, 1962
5 Veduta del cortile di ricreazione dopo la
­ristrutturazione, 2006
Pianta piano terra
Pianta piano primo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Ingresso
Foyer
Aula
Assistenza / Cucina
Alloggio custode
Corte interna
Cortile ricreazione
Spazio ricreativo
Amministrazione
Laboratorio
Aula magna
Sala musica
Piante • Sezioni
Scala 1:750
Pianta piano secondo
Facciata stecca minore
Sezioni orizzontali • Sezioni verticali
Scala 1:20
Scala 1:5
A Sezione orizzontale giunto a pilastro
(in grigio: Detail 1962)
B Sezione verticale giunto a pilastro
(in grigio: Detail 1962)
C Ritegno aggraffato del cornicione
1 Parete di rivestimento in
clinker olandese blu vetrificato
disposizione ad una testa 115 mm (esistente)
isolante insufflato in granulato
di lana minerale idrofobo 125 mm
parete in c.a. 240 mm (esistente)
pannello leggero in lana di legno 20 mm
intonaco 15 mm
2 Intonaco termoisolante 20 mm
3 Elemento prefabbricato in ca. fibrorinforzato
colorato in pasta 25 mm
fissaggio a graffe
alluminio/strato termoisolante
lana minerale insacchettata in velo nero 80 mm
guaina impermeabilizzante
in EPDM monostrato 2,5 mm
mensola del sistema serramento
in lamiera d’acciaio 3 mm
c.a. (esistente)
4 Serramento in alluminio anodizzato:
vetrazione isolante 6+ intercap. 32 + 6 mm
Uw = 1,1 W/m2K, veneziana nell’intercapedine
5 Guaina impermeabilizzante
in EPDM a doppio strato
strato termoisolante in schiuma estrusa
di polistirene rivestita 40 mm
+ schiuma estrusa di polistirene
in pendenza 200 mm
freno al vapore
membrana bituminosa elastomerica
solaio nervato in c.a. 245 mm (esistente)
pannello leggero in fibra di legno 20 mm
intonaco 15 mm
6 Sospensione soffitto acustico
in cartongesso 12,5 mm
7 Elemento di rivestimento del radiatore
in pannello multistrato impiallacciato
8 Pannello isolante sottovuoto 40 mm
lamiera di alluminio su entrambi i lati
verniciata a polvere bianco
9 Pannello isolante sottovuoto 28 mm
con lamelle, alluminio anodizzato
e fissato a viti sul retro
10 Elemento prefabbricato in calcestruzzo
rinforzato con fibre di vetro 25 mm
con motivo a lettere
Sezione verticale
Scala 1:20
Passaggio in copertura stecca aule/tetto vano scale
(in grigio: Detail 1962 con doccione)
Cornicione e facciata del vano scale
(in grigio: Detail 1962 cornicione vano scale)
Sezioni orizzontali • Sezioni verticali
Scala 1:5
A
B
C
D
E
F
Detail 1962: montante in cls. con coprigiunto in amianto-cemento
Montante in acciaio e ritegno della vetrazione
con profilato a leva
Giunto montante – solaio di piano
Giunto montante – solaio di piano con battuta del vetro/mensola di appoggio
Battuta del vetro, particolare standard
Assonometria della mensola di sostegno
a forma di T
1 Copertina in zinco-titanio
prepatinato 0,8 mm
conrnicione in pino marittimo impregnato
160/40 mm
strato termoisolante in PS estruso 45 mm
barriera vapore, cls. armato
2 Elemento prefabbricato
in cls. fibrorinforzato colorato in pasta 25 mm
fissaggio con staffe di alluminio e fori ovali
strato termoisolante in lana minerale
insacchettata in velo nero 80 mm
profilato di acciaio ∑ 60/60 mm
cls. armato (esistente)
3 Aggetto del solaio (non più utilizzato per lo scolo delle acque meteroriche)
rivestimento con piastra antincendio 20 mm
4 Impermeabilizzazione in guaina di EPDM
a doppio strato
strato termoisolante in schiuma estrusa di
polistirene rivestita 40 mm +
strato termoisolante in schiuma estrusa di
polistirene in pendenza 200 mm
freno al vapore
membrana bituminosa elastomerica
solaio nervato in c.a. 220 mm (esistente)
5 Intonaco termoisolante 30 mm
cls. armato
6 Portello vetrato di evacuazione fumo
7 Profilo coprigiunto in piatto d’acciaio verniciato
con ematite micacea ¡ 150/15 mm
8 Montanti di facciata in doppia barra d’acciaio
¡ 150/15 mm
9 Vetrazione isolante in vetro di sicurezza 10 +
intercap. 16 + vetro di sicurezza 8 mm
Uw= 1,1 W/m2K
10 Chiusura solaio in barra d’acciaio saldata
11 Battuta del vetro con guarnizione in silicone
12 Profilo di chiusura in piatto d’acciaio
¡ 180/15 mm
13 Fissaggio lastra di vetro (profilato a leva girevole)
14 Mensola a T per appoggio lastra di vetro,
in acciaio saldato
15 Giunto in piatto d’acciaio
¡ 30/20 mm + 15/20 mm
Risanamento da sostanze nocive e
­arredamento d’interni
Burkhard Franke
La riqualificazione degli edifici del periodo
del Movimento Moderno nel dopoguerra,
porta con sé non solo il confronto con una
durata di utilizzo di 40 – 50 anni o con caren­
ze tecniche, ma per lo più con materiali no­
civi per la salute dell’uomo, il cui utilizzo è
oggi vietato. Tra questi materiali il primo del­
la lista è l’amianto una fibra di silicato mine­
rale che ha trovato impiego in diversi pro­
dotti cementizi fibrorinforzati, nei quali, però,
trovandosi in un materiale compatto solo ra­
ramente può rilasciare quantità di sostanze
nocive. I problemi maggiori si verificano
quando questo materiale è stato invece uti­
lizzato come materiale antincendio o di
­isolamento, in situazioni in cui le fibre che
possono causare tumori sono “debolmente
compattate” e possono inquinare l’aria. Già
negli anni ’80 l’amianto è stato sostituito da
altre fibre e la sua produzione è stata proibi­
ta nel 1993. Anche le fibre minerali artificiali
(KMF) sono classificabili come cancerogene
e si trovano ancora come materiale isolante
o come coibente acustico in controsoffitti
leggeri. Il terzo gruppo di materiali cancero­
geni sono i policlorobifenili (PCB) che si tro­
vano anche come plastificante nelle vernici,
nei rivestimenti e nelle paste sigillanti. La
produzione e l’utilizzo sono state proibite nel
2001. Tutti e tre i gruppi di prodotti nocivi al­
la salute dell’uomo sono stati riscontrati ab­
bondantemente nella scuola elementare
­Rolandstraße e documentati da una perizia.
Prima di smontare la facciata, tutte le super­
fici interne sono state smantellate. Il Comune
ha voluto che tutti i materiali contenenti
amianto fossero smaltiti anche se la normati­
va per l’amianto non ne stabiliva l’urgenza. I
costi totali del risanamento sono ammontati
a circa 200.000 Euro. Fortunatamente le por­
te dei guardaroba impiallacciate in teak il cui
ritmo caratterizza l’aspetto del corridoio, non
erano compromesse. La proposta degli ar­
chitetti di allestire con i colori questa “secon­
da facciata” non è stata approvata a favore
dell’allestimento originale di Schneider-Esle­
ben tale che porte e armadi sono solo stati
rimodernati. Un nuovo accento, al contrario,
è stato posto dalla serigrafia a fasce colora­
te delle porte del corridoio. Riprendono il
motivo delle lettere degli elementi di facciata
al piano terra e conferiscono alla scuola
un’impronta moderna nonostante la restitu­
zione quasi perfetta della forma originale.
Pagina 914
Riqualificazione e conversione della
scuola media integrata, Splügen
Splügen si trova nel Cantone svizzero dei
Grigioni a quasi 1500 metri d’altezza lungo
la strada per il San Bernardino. La località
accoglie dal 1960 la scuola media integrata
del Rheinwald. L’edificio non è solo una cit­
tadella della formazione ma anche un centro
per associazioni, manifestazioni culturali,
sport, politica e infrastruttura per l’intera val­
lata. Dopo decenni privi di qualsiasi cambia­
mento, emerge l’esigenza immediata di spa­
zi del genere: sia la situazione tecnico
impiantistica che le condizioni spaziali con­
sentono un utilizzo polifunzionale contempo­
∂   2009 ¥ 9
Traduzioni in italiano
raneo. Il concorso indetto non richiedeva
­solo la riqualificazione dell’involucro esterno
dell’edificio, incluse finestre e protezioni so­
lari, ma auspicava accanto ad opere di rin­
novamento generali anche un riordino e un
ampliamento delle singole aree funzionali
senza modificare il volume intero. Il gioco
delle superfici colorate in diverse tonalità
di grigio consente formati diversi di finestre.
I pilastri in acciaio disposti ogni tre finestre
caratterizza la una nuova partizione delle
aperture. In un ritmo pacato si alternano ve­
trate fisse ad ante di aerazione, a pannelli di
legno che si collocano all’esterno davanti ai
profilati d’acciaio. La cornice montata in cor­
rispondenza della linea di bordo e di gronda
sottolinea il passaggio sullo stesso piano tra
parete e tetto. Il carattere parallelepipedo
della volumetria rappresenta una chiara
­cesura con il nucleo abitativo. All’interno, le
singole aree funzionali sono state ampliate
e tecnicamente ammodernate. In particola­
re, l’attività scolastica approfitta dei nuovi
spazi per le lezioni e per i servizi realizzati
con il nuovo intervento e diventa utente di
tutte le aree. Colori accesi definiscono le tre
funzioni: scuola, sport e cultura.
risanamento. Mancava un isolamento termi­
co mentre la condizione spaziale soddisfa­
ceva le esigenze di un’attività scolastica al
passo con i tempi e di un luogo di eventi.
Involucro riqualificato dal punto di vista
energetico con nuovo aspetto formale,
colori vivaci all’interno
Corinna Menn
Riprogettare degli interni
Le opere edili negli interni dovevano princi­
palmente ampliare le aree funzionali ridu­
cendo le superfici di transito, i rifugi e gli al­
loggiamenti di quartiere che in Svizzera
erano soliti essere ospitati nel piano interra­
to. Gli spazi, oltre a nuovi pavimenti, una
nuova tinteggiatura in bianco, all’illuminazio­
ne e alla protezione solare e soprattutto ad
una adeguata installazione internet e multi­
media, è stato ammodernato per quanto ri­
guarda l’antincendio e la sicurezza.
Al piano interrato, sono stati predisposti un
laboratorio e dei servizi a disposizione an­
che per lo spazio manifestazioni.
Anche per la palestra e lo spazio polifunzio­
nale era richiesto più spazio per le attrezza­
ture. L’ampliamento è integrato nella hall
d’ingresso. La parte superiore del volume è
accessibile tramite una scala utilizzabile co­
me galleria espositiva.
Si è dovuto rinunciare ad un ascensore per
una questione di costi.
Situazione di partenza
L’edificio di estrema chiarezza architettonica
si articola in tre aree che si dispongono a
raggiera intorno ad una hall centrale. Nella
parte meridionale si trovano l’ala didattica
con la scuola primaria, secondaria e la
scuola media, nella parte orientale la pale­
stra e lo spazio polifunzionale e a nord la
­sala comune e altri spazi per le infrastrutture
generali.
L’edificio costruito in calcestruzzo armato
massivo e in mattoni nel 1968, è coperto da
tetti a spiovente con struttura lignea e scan­
dole di Eternit. L’intensa divisione delle fine­
stre rappresenta un’ulteriore peculiarità di
un tipico edificio scolastico degli anni ’60.
All’interno, i materiali sono introdotti nel ri­
spetto della funzionalità con estrema sobrie­
tà. La pietra artificiale e il massivo corrimano
in rovere della scala caratterizzano la visione
degli interni. Il plesso, prima della ristruttura­
zione, era in un tale stato di degrado da ri­
chiedere necessariamente un intervento di
Riqualificazione dell’involucro dell’edificio
Il concetto architettonico di riqualificazione
della facciata mira ad un edificio di buone
proporzioni, ad implementare il gioco della
giustapposizione dei corpi di fabbrica. Con
un canale integrato si risolve il passaggio tra
facciata e pelle di copertura. La struttura li­
gnea di copertura viene mantenuta mentre
l’isolamento e il rivestimento in beola è nuo­
vo. Le pareti esterne sono state incapsulate
in un sistema isolante a cappotto; senza mo­
dificare la dimensione e la posizione delle
aperture era necessario raggiungere una
nuova interpretazione del corpo di fabbrica.
Un reticolo avvolge il corpo di fabbrica rive­
stito a campiture in intonaco fine nelle tonali­
tà dei grigi. Nei vuoti di facciata sono inserite
all’esterno dei pilastri le finestre in legno
bianco. Il riposizionamento delle finestre crea
un profondo imbotte verso la stanza, utilizza­
to come postazione lavoro o come appoggio
con aeratore integrato sottofinestra.
Concetto cromatico
Le differenti combinazioni cromatiche defini­
scono le semplici aree funzionali: giallo e
blu per la scuola, blu e arancio per lo sport,
arancio e giallo per le associazioni e la
­cucina. Blu e verde indicano il percorso
­verso l’area centrale d’ingresso.
Tipologia scolastica: scuola integrata
Anno di costruzione (esistente): 1968
Aule didattiche/laboratori: 8/1 prima, 9/2 dopo
Volume lordo: 13.716 m³ / Superficie lorda: 2927 m2
Interventi: riqualificazione involucro, nuovo progetto
d’interni (zona didattica, aula magna, servizi igienici in
parte rinnovati, palestra, installazione cucina)
Costo dell’intervento: 3,725 milioni (lordo, inclusi arre­
di/allestimenti e totale di spese accessorie)
11
Piante
Sezione
Scala 1:750
1 Laboratorio
2 Spogliatoio
3 Docce
4 WC
5 Corridoio
6 WC disabili
7 Aula didattica
8 Atrio d’ingresso
9 Palestra
10 Deposito attrezzi
11 Magazzino arredi
12 Aula magna
13 Cucina scolastica
14 Galleria
15 Sala professori
16 Palcoscenico
Sezione verticale • Sezione orizzontale
Scala 1:20
1 Struttura di copertura
lastre in fibrocemento 400/400 mm
listellatura 24/48 mm
controlistellatura 40/100 mm
guaina impermeabilizzante
strato termoisolante 180 mm
barriera al vapore
tavolato 22 mm
puntoni 80/140 mm
2 Rete parainsetti
3 Canale di gronda e rivestimento
acciaio inox 0,5 mm
4 Pannello in compensato 27 mm
5 Piatto in acciaio zincato 8/50 mm
saldato al profilo di acciaio fi 160 mm
6 Riscaldamento canale di gronda
7 Angolare di montaggio
elemento architrave in acciaio zincato
8 Rivestimento intonacato, prefabbricato
9 Pannello in cartongesso 5 mm intonacato
10 Serramento in legno di abete rosso
con anta di aerazione:
rivestimento in abete rosso 19 mm
strato termoisolante in PU 45 mm
barriera al vapore
rivestimento in abete rosso 19 mm
valore di U = 1,3 W/m2K
11 Davanzale finestra
in pannello di particelle 30 mm
12 Intonaco minerale 7 mm
strato termoisolante in EPS 150 mm
intonaco 20 mm
strato termoisolante 50 mm
c.a. 150 mm
isolamento, sughero 30 mm
intonaco 20 mm
13 Pavimento in linoleum 2,5
massetto (esistente)
14 Pannello leggero in lana di legno 30 mm
15 Pavimento in lastre di asfalto 25 mm
massetto cementizio 80 mm
guaina in PE
strato termoisolante in lana di vetro 60 mm
massetto composito 30 mm (esistente)
16 Serramento in legno di abete rosso
con vetrazione isolante fissa
valore di U = 1,0 W/m2K
17 Tubolare in acciaio ¡ 150/100 mm
(esistente)
18 Protezione solare avvolgibile
19 Canalizzazione elettrica
20 Strato termoisolante in XPS
a spessore variabile
a
Volume esistente del 1968:
Costruzione massiva con pannelli leggeri di lana di legno intonacati; facciata a nastro con
modanature accentuate e serramenti lignei
di colore bianco, scandole di copertura di colore
nero; tavolato in legno marrone in gronda
12
Traduzioni in italiano
Pagina 920
Stewart Middle School, Washington DC
In seguito alla ristrutturazione e all’amplia­
mento della scuola media Stewart Middle
School nel campus della Sidwell Friends
School, gli studenti e i docenti beneficiano
ora di spazi didattici moderni ma anche di
edifici che si basano su un concetto di so­
stenibilità per apprendere un atteggiamento
rispettoso nei confronti dell’ambiente. La
struttura originale risalente al 1950 è stata
progettata per 230 alunni, numero che negli
anni è aumentato fino a 340. Nel 1971 è sta­
to addizionato un nuovo livello ma il resto
della struttura è rimasto invariato. La nuova
estensione prevede spazi moderni per arte
e musica, scienze naturali ed informatica
­oltre a spazi informativi e ad una biblioteca.
L’area all’aperto collocata nella zona retro­
stante, necessitava di una rivalutazione; pa­
rallelamente si era fatta strada l’idea di crea­
re un impianto di chiarificazione biologica
delle acque nere della scuola. I due concetti
sono confluiti nella realizzazione di un bioto­
po umido che funge da campo studio per gli
studenti. Le acque bianche sono invece rici­
clate per un uso interno. La facciata lignea
prefabbricata raccorda nuovo ed esistente.
Gli elementi utilizzati nel volume di nuova
costruzione in cedro rosso riciclato si so­
vrappongono in maniera simile anche ai pia­
ni superiori dell’esistente rinnovati. Elementi
in aggetto con lamelle orizzontali ombreg­
giano i corridoi lungo la facciata sud del
nuovo tratto di edificio. L’idea delle lamelle
viene ripresa tramite elementi di riflessione
luminosa che proiettano all’interno delle aule
sufficiente luce naturale. Da nord, la luce dif­
fusa penetra dalle finestre prive di sistemi di
ombreggiamento. Sulle facciate esposte ad
est ed ovest, nella parte ristrutturata di edifi­
cio esistente, si dispongono lamelle verticali
a contrastare surriscaldamento e abbaglia­
mento durante la mattinata ma soprattutto il
pomeriggio. I camini solari che aspirano aria
attraverso la facciata settentrionale, garanti­
scono una ventilazione passiva del nuovo
tratto e riducono a pochi giorni l’utilizzo di un
sistema di raffrescamento meccanico. Siste­
mi intelligenti inoltre, assicurano lo spegni­
mento dell’impianto di raffrescamento e di ri­
scaldamento se vengono aperte le finestre.
Una caldaia combinata predisposta per l’in­
tero Campus provvede anche all’approvvi­
gionamento energetico della scuola. Gli ele­
2009 ¥ 9   ∂
menti fotovoltaici in copertura contribuiscono
a fornire una bassa percentuale di energia e
fungono da oggetto didattico per gli studenti.
I dati del guadagno e del fabbisogno ener­
getico oltre che dell’acqua si possono scari­
care in ogni momento da internet. Nelle ba­
cheche sono descritti anche i materiali
utilizzati che sono in gran parte di origine lo­
cale. La durata delle opere è stimata di 40 –
50 anni prima di procedere ad un successivo
intervento di ristrutturazione. Le ampie luci
permetteranno anche in futuro un utilizzo
flessibile della struttura; pareti divisorie
­leggere ed elementi prefabbricati di facciata
possono facilmente essere sostituiti oppure
assumere una nuova disposizione. Anche gli
impianti sono lasciati a vista e potrebbero es­
sere riallestiti senza interventi sulla struttura.
Tipologia: scuola media (classi dalla V all’VIII)
Anno di costruzione (esistente): 1950
(sopraelevazione di un livello nel 1971)
Opere principali di riqualificazione:
riqualificazione sostenibile (temi di ecologia inseriti nel
programma di apprendimento), ampliamento per otte­
nere nuovi spazi di laboratorio
Numero di aule didattiche (prima/dopo): 33/36
Superficie complessiva lorda/netta: 3552/2068 m²
Volume edificato esistente/nuovo: 9497/23199 m³
Costo dell’intervento: 21,5 milioni di dollari
Planimetria
Scala 1:1500
1
2
3
Esistente ristrutturato
(veduta di copertura: pannelli fotovoltaici)
Nuova costruzione
(veduta di copertura: camini solari/giardino)
Biotopo per trattamento acque
Un’opera didattica per le
generazioni future
Gli architetti parlano del progetto
Kieran Timberlake
Il master plan per la Sidwell Friends School,
completato nel 2001, costituisce l’ossatura
per la ristrutturazione dell’impianto eteroge­
neo del Campus della Wisconsin Avenue.
Le aree all’aperto diventano elemento di co­
esione che insieme all’esistente e ad amplia­
menti disposti in posizione strategica costi­
tuiscono un insieme articolato e funzionale.
Il progetto si basa su una visione ambientali­
sta che esplica i principi alla base della
scuola dei quaccheri di semplicità, autosuffi­
cienza e responsabilità. La ristrutturazione e
l’ampliamento della Steward Middle School
ha trasformato una scuola degli anni ‘50 in
un paesaggio didattico per le generazioni
future in cui spazi all’aperto ed edifici com­
pongono una rete estesa di diversi sistemi.
Prima dell’ampliamento, le acque meteori­
che venivano convogliate nel sistema fogna­
rio pubblico. Ora vengono raccolte sulla su­
perficie del tetto verde, fluiscono in parte in
canali aperti in una costellazione di stagni e
in una cisterna. Tra le ali dell’edificio trova
posto un biotopo umido per il riciclo delle
acque reflue della scuola. Come una busso­
la, la disposizione delle protezioni solari rive­
la l’orientamento dell’edificio: a nord non es­
sendo necessarie schermature solari, sono
state realizzate finestre alte che lasciano pe­
netrare una luce diffusa. A sud, le scherma­
ture si dispongono orizzontalmente sulle ve­
trate per aumentarne l’efficienza. Verso est
ed ovest, le lamelle verticali contrastano
l’abbagliamento quando il sole è basso. Le
schermature solari sono parte integrante di
una pelle esterna multistrato realizzata in le­
gno di cedro rosso riciclato da barili di fer­
mentazione. Il rivestimento dell’edificio di
ampliamento è il proseguo dell’esistente con
le lamelle di protezione solare mentre i mat­
toni in laterizio continuano nel basamento
della parte costruita ex novo. L’esistente vie­
ne riqualificato ed il nuovo contestualizzato.
Per velocizzare i tempi di realizzazione, ele­
menti prefabbricati lignei ad altezza di piano
sono stati assemblati in laboratorio integrati
di finestre ad alto rendimento a due camere
e protezioni solari esterne. L’edificio istruisce
gli utenti circa i materiali e i sistemi, infor­
mando dell’origine delle pavimentazioni in
sughero fino all’impatto provocato dall’ac­
censione e dallo spegnimento di una luce.
Un impianto centralizzato fornisce energia
all’intero campus permettendo un controllo
puntuale delle risorse e fornendo agli stu­
denti una dimostrazione dell’utilizzo respon­
sabile dell’energia. Il cinque percento del
carico elettrico totale dell’ edificio viene ge­
nerato da pannelli fotovoltaici (fig. 5). I cami­
ni solari sono progettati per la ventilazione
passiva. Il sole scalda l’aria all’interno dei
camini in vetro creando una corrente ascen­
sionale che aspira aria più fresca all’interno
dell’edificio tramite aperture orientate verso
nord. Il sistema viene spiegato agli studenti
con l’ausilio di campanelli che suonano con
il movimento naturale dell’aria all’interno dei
camini. Il tetto verde sopra l’ampliamento
serve per le lezioni di giardinaggio all’aperto
(fig. pag. 928). La docenza di scienze eco­
logiche nella scuola superiore ha creato 15
laboratori che si svolgono presso il biotopo,
sul tetto verde, o hanno come tema i pannel­
li solari, l’utilizzo dell’ acqua, la stazione cli­
matica del plesso. Anche chi studia con un
indirizzo umanistico, non tralascia nel pro­
prio programma un’unità di studio sull’ecolo­
gia e la sostenibilità ambientale. Anche l’am­
ministrazione del campus ne è stata
influenzata: il servizio mensa preferisce ser­
vire cibi prodotti localmente, ingredienti fre­
schi ed ecologici mentre il servizio di pulizia
della scuola ha sviluppato un programma
certificato di pulizia ecologica. La scuola è
ad impatto zero: si acquistano quote di car­
bonio ed energia eolica.
1
2
Modelli di varianti della facciata lignea
Schizzo e progetto del rilievo parietale
(progetto di Kieran Timberlake)
rappresentazione grafica del trattamento acque
(collocato all’ingresso del biotopo, foto a sin. pag.924)
3 Scasseratura del rilievo in calcestruzzo)
4,6 Esistente del 1950 con elevazione del 1971
∂   2009 ¥ 9
5,7 L’edificio scolastico ultimato: a sin. immagine del volume esistente riqualificato;
a destra l’ampliamento
Sezioni
Scala 1:400 • scala 1:20
A Giunto tra vecchia e nuova costruzione
B Esistente con sopraelevazione
1 Serramento in legno/alluminio
con vetro a doppia camera
2 Parete piano superiore:
rivestimento in cedro rosso riciclato 19 mm
correnti/listelli
barriera al vento stabile agli UV
cartongesso 16 mm
pannello in compensato 19 mm
pannello termoisolante estruso 254 mm
freno al vapore
cartongesso 16 mm
3 Protezione solare
in lamelle verticali di cedro rosso
(orient. 51° a nord rispetto all’ovest o all’est)
4 Lastra in acciaio inox curvata 5 mm
5 Rivestimento in alluminio verniciato
6 Struttura del basamento:
muratura 102 mm
intercapedine ventilata 51 mm
muratura 152 mm
strato termoisolante estruso 203 mm
freno al vapore
cartongesso 16 mm
pannello in fibra impiallacciato in bambù 19 mm
7 Canale di raccolta in alluminio rivestito
su distanziatore in neoprene
8 Protezione solare interna
9 Armadio a muro, fronte in pannello fibra
impiallacciato bambù
10 Pavimento in linoleum
11 Distanziatore: tubolare in acciaio inox
| 51/51/6,35 mm
12 Serramenti esistenti (rinnovati)
13 Parete in muratura (esistente)
Sezioni
Nuova ala
Scala 1:400
Scala 1:20
a Camino solare/giardino scuola
b Riflettori luce nel corridoio
c Concetto aerazione naturale/camino solare
d Concetto illuminazione diurna
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Lucernario ad apertura meccanica
Lamelle a regolazione meccanica
Vasca per piante (giardino scuola)
Controsoffitto aule a riflessione luminosa
Lamelle aerazione camino solare
Rivestimento camino solare sul lato nord:
pannello in fibre e cemento 8 mm
pannello in compensato 16 mm
pannello in fibre e cemento 12,7 mm
(tinteggiato nero sul lato interno)
Vetrazione camino solare sul lato sud:
stratificato di sicurezza 6,35 mm
Substrato
membrana
materassino protettivo
strato isolante in materiale estruso 152 mm
guaina impermeabilizzante in PVC
strato isolante in pendenza
solaio in c.a. 305 mm
Tubo fluorescente integrato
Riflettore in alluminio verniciato
Lamelle di protezione solare
in alluminio verniciato
Serramento in legno/alluminio
con vetro a doppia camera
Rivestimento in cedro rosso riciclato 19 mm
correnti/listelli
barriera al vento stabile agli UV
cartongesso 16 mm
pannello in compensato 19 mm
strato isolante in materiale estruso 254 mm
freno al vapore
Traduzioni in italiano
13
cartongesso 16 mm
pannello in fibre
impiallacciato in bambù 19 mm
14 Pavimento in linoleum
15 Rivestimento in alluminio verniciato
16 Muratura 102 mm
intercapedine ventilata 51 mm
muratura 152 mm
strato isolante in materiale estruso 203 mm
freno al vapore
cartongesso 16 mm
pannello in fibra impiallacciato in bambù 19 mm
Pagina 930
Ristrutturazione della scuola elementare
Herzog-­Ulrich, Lauffen sul Neckar
Concetto cromatico e nuovi spazi –
identità della scuola
Il primo edificio scolastico fu eretto nel 1907.
Incise sull’ingresso stanno scritte queste
­parole: “La nostra gioventù”. In cento anni, il
sistema educativo e quello scolastico hanno
subito notevoli cambiamenti. Già al primo
sopralluogo sono emersi chiaramente a noi
architetti le problematiche più evidenti: le
aule e la sala professori non possedevano
una struttura spaziale, il magazzino era trop­
po piccolo e i servizi erano da ammodernare
completamente. La riprogettazione funziona­
le ed estetica degli spazi e dei servizi, della
scala di emergenza dovevano essere ade­
guati alle esigenze attuali e rispettare le ri­
chieste della Soprintendenza ai monumenti.
Si doveva leggere chiaramente l’inserimento
architettonico di elementi d’arredo tridimen­
sionali che contribuiscono ad articolare lo
spazio, a definire le stanze, a delimitare le
aree prendendo le distanze dalla sostanza
storica. Violenza, aggressione e vandalismo
sono frequenti nelle scuole: alla Herzog-­
Ulrich prevale un senso di identità e di iden­
tificazione, che sono diventati fattori fonda­
mentali del progetto. Maggiore è il senso
di identificazione da parte degli studenti,
­minori sono le possibilità che nuovi elementi
vengano vandalizzati.
Concetto cromatico
Il concetto prevedeva l’uso di colori intensi
in quanto i bambini quando li vedono mo­
strano una reazione emozionale positiva. Il
colore conferisce agli spazi un’identità pe­
culiare che fa interpretare gioco e lavoro co­
me un’esperienza completamente nuova. Il
fucsia richiama i dolci, le fragole e le cicche.
Viola e lilla sono associati a certe marche
di cioccolato o alla lavanda. In altre parole
i colori non sono solo stimolatori visivi, ma
propongono ai bambini anche sapori e odo­
ri. L’ intensità della colorazione dipende dal­
le funzioni degli spazi e dalla durata del loro
utilizzo. I luoghi dove c’è una breve perma­
nenza, per esempio scale e bagni, sono sta­
ti tinteggiati con una colorazione più intensa,
mentre le aule e la sala professori hanno
una colorazione più tenue, in quanto imple­
mentano la peculiarità dello spazio ma non
devono distrarre. Ad ogni ambiente
­caratterizzato da un colore segue sempre
uno ­spazio completamente bianco.
Trapianto architettonico
Gli elementi d’arredo nella zona amministra­
tiva hanno requisiti funzionali in quanto inte­
grano armadi, definiscono gli spazi di lavoro
degli insegnanti, l’ufficio del rettore e la sala
riunioni. Dato che il sistema di arredo non
raggiunge il soffitto, vengono considerate
delle “inserzioni” architettoniche. Le vetrate
portano apertura e trasparenza, stimolando
gli studenti a considerare in ogni momento
come referenti i docenti del corpo insegnan­
ti. Il viola e il lilla degli armadietti creano su­
bito un’atmosfera accogliente ed amichevo­
le. Al piano terreno, i servizi sono una “cella
colorata” accessibile a tutti, con wc per ma­
schi e femmine, sia per i bambini che per gli
insegnanti. Il design e il colore verde rendo­
no il luogo uno spazio dove anche lavarsi le
mani è una esperienza speciale. L’ elemento
centrale è un elemento scultoreo con inseriti
i lavandini. L’atmosfera surreale rafforza la
percezione sensuale degli alunni. Il tratta­
mento uniforme in resina epossidica sui mu­
ri, pavimento e soffitto in verde chiaro e gli
angoli smussati del blocco lavamani accen­
tuano la fluidità dello spazio. La luce natura­
le penetra dall’esterno attraverso asole ton­
de in arancio a specchio. Le aule sono
bianche, immerse in una tonalità naturale,
con lunghi pannelli espositivi a muro realiz­
zati in feltro verde come unica nota di colore.
1
2
3
4
Isometria di progetto del locale lavaggio e
vano scale
Isometria di progetto dell’arredo della segreteria
(inclusa rappresentazione dell’arredo del
corridoio, progettato ma non realizzato)
Aula didattica con arredo di pannelli
Ingresso dell’edificio del 1907 con vincolo
monumentale
Sezioni • Piante
Scala 1:500
1
2
3
4
5
6
7
Ingresso
Aula didattica
Lavanderia
WC Ragazzi
WC ragazze
Deposito detergenti
WC docenti uomini
14
8
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15
16
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18
Traduzioni in italiano
WC docenti donne
WC diversamente abili
Vano scale
Ascensore
Strumenti didattici
Segreteria/ingresso
Sala docenti
Cucina
Rettore
Vicerettore
Sala riunioni
Tipologia: scuola elementare
Ultimazione esistente: 1907, annesso 1947
Aule: 10 per 250 studenti, 5 aule di gruppo
Superficie complessiva lorda: 1350 m2
Intervento:
nuova sistemazione degli ambienti interni (aule
­didattiche, scale di emergenza, ascensore, ambienti
per lavabi e wc, segreteria, stanze docenti, ambienti
amministrazione)
Sezione verticale • sezione orizzontale
Scala 1:50
1 Lavagna scorrevole
in altezza misure 2000/1000/16 mm
con due ante laterali da 1000/1000/16 mm
2 Montante di scorrimento in alluminio
con elemento di bloccaggio in gomma
100/140/2400 mm ca.
3 Struttura non a vista per il fissaggio dei montanti:
elemento in legno squadrato 110/120 mm
rivestimento in MDF laccato bianco 19 mm
4 Corpo dell’armadio 1200/600/1200 mm
diviso nella metà, MDF laccato bianco 19 mm
5 Porte armadio in MDF laccato bianco 19 mm:
quattro porte ogni blocco
spigoli tagliati a sguincio per consentire la presa
6 Ripiani 520/550 mm in
MDF laccato bianco 19 mm
7 Parquet industriale in rovere naturale 15 mm
massetto flottante 60 mm
1
2
3
4
5
6
7
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18
Pannello di particelle smaltato violetto 38 mm
Pannello di particelle smaltato violetto 19 mm
Ante armadio in MDF smaltate lilla 19 mm
Anta scorrevole, vetro in stratificato di sicurezza
Fondo armadio in MDF smaltato bianco 5 mm
Strato fonoisolante in lana minerale 50 mm
Imbotte in MDF smaltato color violetto 38 mm
Massetto 60 mm, rivestito in resina epossidica
Nicchia per illuminazione indiretta
Cavidotto in plastica
Pannello di particelle violetto con rivestimento
melamminico 38 mm
Listello per vetro in profilo di alluminio
20/40/2 mm
Controsoffitto sospeso cartongesso 12,5 mm
membrana in fibra di vetro tinteggiata bianca
Vetrata fissa in temprato di sicurezza
Parete di fondo con bande di magneti
(per la manutenzione della porta scorrevole
in vetro)
Ferramenta dell’anta scorrevole
Listello illuminazione e prese di corrente
Lavabo in acciaio inox Ø 400 mm
Sezione orizzontale • sezioni verticali segreteria
Scala 1:20
A Guardaroba
B Bancone
C Passaggio
D Cucinetta
2009 ¥ 9   ∂
Particolare costruttivo sala umida
Scala 1:5
1 Vetro acrilico bianco opaco e arancio 2≈ 3 mm
2 Tubolare in vetro acrilico arancio
Ø 100 – 457/3 mm
3 Cartongesso verde rivestito con resina epossidi­
ca 12,5+12,5 mm
4 Pannello di particelle verde rivestito con resina epossidica 12 mm
5 Asciuga mani
6 Tubolare in plastica Ø 100/3 mm
7 Struttura non a vista MDF 12 mm per condotti
8 Tubolare in vetro acrilico rivestito verde carteg­
giato Ø 400/5 mm
9 Profilo cavo in PU estruso rivestito in resina
epossidica verde, diametro 200 mm
10 Massetto 60 mm rivestito in resina epossidica
verde
11 Elemento in compensato prefabbricato 40 mm
­rivestito in resina epossidica, diam. 200 mm
12 Protezione angolare nastro continuo in acciaio
inox 40/2 mm
13 Anello d’arresto in acciaio inox 30/2 mm saldato
14 Apertura di revisione in pannello multiplex
­smaltato verde 18 mm
15 Profilo cavo in PU estruso rivestito in resina
epossidica verde, diametro 100 mm
Particolari di sezione del lavatoio, asciugatore per
­mani, lucernario circolare, tavolo con apertura di
­manutenzione
Scala 1:5
Fonti delle illustrazioni:
pag. 1:
pag. 2:
pag. 4:
pag. 6:
pag. 7:
pag. 8:
pag. 11:
pag. 12:
pag. 13:
Roberto Gonzalo, Monaco di Baviera
Frank Kaltenbach, Monaco di Baviera
Beat Bühler, Zurigo
Daniel Kurz, Zurigo
Werner Huthmacher Berlino
Jens Willebrand, Colonia
Franz Rindlisbacher, Zurigo
Peter Aaron/Esto, Nueva York
Kim Ahrend , Saarbrücken