Inserto ampliato in italiano traduzione più ampia e approfondita dei testi e delle legende in internet versione in italiano di www.detail.de Il contrasto non poteva essere più intenso: da un lato, il carattere meditativo degli spazidell’Hotel termale di Kengo Kuma a Obanazawa, dall’altro, l’esplosione di energia del ristorante di Burkhalter Sumi di Zurigo. Da un lato, legno e bambù in tonalità naturali in una composizione geometrica di estremo rigore, dall’altro, colori intensi e forme curve assolvono scrupolosamente la propria funzione enfatizzata da un mirato inserimento della luce. Nonostante la differenza, in comune le due realizzazioni hanno il fatto che si tratta di esecuzioni di progetti d’interni contemporanei tratteggiati su una specifica concettualità. Il processo formale, i materiali e lo studio della luce generano impareggiabili atmosfere. L’inserimento di un materiale ha un ruolo più decisivo nelle ristrutturazioni d’interni rispetto a quando lo stesso viene usato solo in facciata; negli interni c’è un diretto contatto con la materia. Oggi gli interventi sulla sostanza esistente diventano sempre più frequenti e non di rado hanno un carattere sperimentale. Nel settore del consumo, pur trattandosi di progetti accattivanti, la ricerca progettuale è complessa. Christian Schittich Rivista di Architettura 4 · Luce e interni 2 L’opinione Piero Castiglioni 3 Pubblicazioni sulla luce Progettare con la luce, luce naturale ed artificiale, luce per la casa e luci per esporre 4 Progetti di luci ed interni in Italia Centro sperimentazione arti contemporanee a Brenta VA, Rossella Mombelli 5 Prodotti Texarredo, Velux, iguzzini, ABP, Cesana, Zumtobel. secco sistemi, Kobold-evente 6 Traduzioni in italiano di testi e legende Discussione Documentazione Tecnologia 2 L’opinione Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 4 ∂ L’opinione di Pietro Castiglioni Uffizi le Sale del Caravaggio e dei Caravaggeschi, ovvero la semplicità complessa del progetto di illuminazione a cura di Chiara Baldacci B A Gli spazi occupati dagli Archivi di Stato al primo piano, dal 1885 fino al loro trasloco nel 1988, vengono acquisiti per l’ampliamento delle Gallerie degli Uffizi e diventano dal 2004, dopo un lungo periodo di riflessioni sul loro utilizzo museale, le nuove sale espositive destinate ad accogliere la pittura del Caravaggio e dei Caravaggeschi. Il lungo corridoio che si affaccia sul Piazzale degli Uffizi, longitudinale e senza soluzione di continuità, è scandito da una teoria di finestre e crea, con la successione prospettica delle travature delle porte, un cannocchiale ottico su cui si affacciano direttamente le sale, di dimensioni regolari, a pianta quadrata, con alti soffitti a volta decorati con tenui affreschi “alla raffaellesca”. Il recupero a spazi museali ha coinvolto le pubbliche istituzioni, le soprintendenze, i curatori, gli architetti e gli allestitori in un lungo e animato dibattito. Sono state prese in esame le diverse ipotesi e soluzioni progettuali presentate, tutte non corrispondenti ai criteri generali enunciati dal Documento della commissione Ministeriale (ottobre ’99) al fine di elaborare il metodo di intervento per i Nuovi Uffizi: “… scopo principale del progetto per i Nuovi Uffizi deve essere prioritariamente quello del recupero della struttura architettonica secondo i consueti e collaudati metodi del restauro architettonico monumentale finalizzato ad un riuso a destinazione museale. Tenendo ben presente, però che si opera all’interno di un fabbricato complesso e stratificato, in cui sarebbe mortificante e riduttivo tentare di reperire unicamente quelle ampie superfici necessarie per una comoda e corretta esposizione delle opere d’arte, tanto più facilmente ottenibili in un fabbricato di nuova edificazione appositamente realizzato….” La scelta di operare un restauro conservativo totalmente rispettoso di tutte le stratificazioni e modificazioni intervenute nella grande fabbrica vasariana nei quattro secoli di vita comporta, quindi, un allestimento museale “minimo”, lascia i volumi e i decori della antica architettura protagonisti assoluti ad accogliere le opere con: “il minimo di visibilità architettonica contempo- C ranea nei percorsi espositivi e nel massimo di modernità nelle attrezzature, nei servizi, nella sicurezza” auspica Antonio Paolucci, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino. La luce del giorno entra nell’ala est dell’edificio, dall’ordine delle finestre (orientate nordsud). Il rilievo dei valori di illuminamento effettuato ha denunciato una decisa variabilità nel corso della giornata a seconda delle ore del giorno (insolazione diretta pomeridiana) e delle stagioni. La normativa per la buona conservazione delle opere d’arte (CIE) fissa a 150 lux il valore massimo per l’illuminazione delle opere pittoriche e a 50 lux quello per disegni, acquerelli, tempere, pastelli. Infatti, come è noto, le radiazioni solari, oltre ad apportare calore all’interno delle sale (raggi infrarossi), danneggiano i pigmenti delle pitture (raggi ultravioletti). Il controllo del day-lighting ha reso indispensabile la decisione di dotare le finestre di un doppio strato di tende per abbattere i picchi più elevati di luce diurna (UV). I sopralluoghi, le prove effettuate con vari apparecchi di mercato dotati di ottiche diverse e il confronto tra diverse tipologie di sorgente (fluorescente, ioduri metallici, incandescenza con alogeni) non hanno dato la risposta cercata ed hanno determinato la necessità di studiare un apposito sistema di illuminazione espressamente dedicato alle Sale dell’ex Archivio di Stato, con caratteristiche tecniche ed estetiche particolari che ben si adattino al luogo e allo scopo museale. E’ stato progettato un nuovo sistema illuminotecnico, strettamente funzionale, assolutamente non invasivo, che utilizza la curvatura delle volte come parabola e riflettore naturale del corpo illuminante. L’intervento prevede un’unica struttura perimetrale di minime dimensioni, posizionata sotto l’imposta delle volte: questa, costituita da un profilo metallico a sezione rettangolare, piatto, consente l’aggancio dei quadri e contiene l’alimentazione degli apparecchi illuminanti, permettendo il massimo rispetto ∂ 2008 ¥ 4 Inserto ampliato in italiano L’opinione e pubblicazioni sulla luce 3 Pubblicazioni sulla luce 1 2 D 1 2 3 4 4 3 allogiamento per gruppi di alimentazione Vetro di protezione profilo in estruso di aluminio finitura interna in nero ottico dell’edificio, non operando con tracce e fori sulla muratura. Il nuovo sistema di illuminazione delle sale a luce indiretta nasce dallo studio di un nuovo proiettore, espressamente dedicato alle gallerie, prodotto in piccola serie ed entrato successivamente in produzione industriale. L’apparecchio progettato è costituito da un corpo metallico verniciato di bianco, a sezione triangolare per ridurre l’impatto visivo e per direzionare la totalità del flusso luminoso verso la copertura voltata delle sale. Ogni apparecchio ospita sette lampade alogene dicroiche con riflettore incorporato, posizionate in fila continua. Queste mantengono la direzionalità dell’intensità luminosa in corrispondenza della chiave di volta e da questa indirizzano la massima componente riflessa sulle opere: le lampade proiettano i fasci luminosi a soffitto, le pareti espositive vengono illuminate per riflessione a luce indiretta, in assenza di ombre e di sovraesposizione della porzione superiore del cornicione, con un illuminamento costante ed omogeneo e con i valori consentiti dalla normativa internazionale per la conservazione delle opere d’arte (CIE). Le sorgenti ad alogeni, inoltre, possiedono una temperatura di colore e uno spettro fotometrico simile alla luce del sole ed un elevato indice di resa cromatica: fattori, questi, che permettono un’ottima visione dei colori. L’apparecchio installato al di sopra dell’angolo visivo, ripetuto in ogni sala, aggregato all’unico, naturale, elemento di allestimento museale delle gallerie a esclusivo sostegno delle opere, diventa parte integrata agli spazi. Il sistema di illuminazione mette in mostra i soffitti voltati e affrescati ed in modo omogeneo le intere pareti, permette l’assoluta flessibilità di ordinamento delle sale e rende possibile il posizionamento delle tele su tutta la superficie espositiva, indipendentemente dalle dimensioni delle opere, dalle cornici, dal vetro di protezione, in assenza di ombre, riflessioni o effetto specchiante. Le sorgenti ad alogeni con riflettore integrato garantiscono la massima resa cromatica e il perfetto controllo del fascio, il trattamento IRC (infra red coating o “recupero termico”) limita l’apporto di calore delle sorgenti mentre la luce indiretta, data dalla riflessione della luce dalla volta sulle pareti, rende nullo l’apporto di raggi ultravioletti sulle opere. Il pre-orientamento delle sorgenti all’interno di ogni apparecchio contribuisce a mantenere inalterate le caratteristiche di funzionamento in caso di manutenzione. Le sale si presentano in successione “come scatole luminose” chiare ed equilibrate, mantengono un rapporto con la luce del giorno, permettono la riconoscibilità spaziotemporale attraverso tende opportunamente calibrate e, unitamente all’assenza dell’ingombro visivo degli apparecchi, mostrano le opere “naturalmente” illuminate. A,B Pianta e sezione in scala 1:100 con schema del sistema di illuminazione artificiale, Grandi Uffizi, Firenze C Vista del sistema di illuminazione delle vetrine della Mostra sugli Etruschi, Palazzo Grassi, Venezia D Dettaglio corpo illuminante in scala 1:2 Grandi Uffizi, Firenze Pietro Maria Castiglioni, detto Piero, si laurea in architettura nel 1970 a Milano, dove vive e lavora dedicandosi, quasi esclusivamente all’illuminotecnica. 1985 Parigi - Centro G. Pompidou / 1986 Venezia – Palazzo Grassi, Parigi - Gare d’Orsay / 1989 Lisbona- Centro Culturale di Belem / 1992 Genova – ExpoInternazio nale ‘92 / Lisbona – Expò Internazionale ‘98 - (Prémio Design de Ambientes – Prémios Nacionais de Design 98/99) / 1998 San Paolo (Brasile) – Pinacoteca di Stato / 1998 Roma – Aula di Palazzo Montecitorio / 2001 Buenos Aires – Malba (Museo de Arte Latinoamericano de Buenos Aires) / 2002 Milano – Sala Alessi / 2003 Caltagirone – Scala Santa Maria al Monte / 2004 Ferrara – Il Castello / 2004 Genova, Palazzo Ducale Mostra Arti & Architettura / 2005 San Pietroburg – La Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato – 2006 Maninalco (Messico) Convento di Sant’Agostino – 2007 Milano – Portello. Dal 1989 è direttore della rivista “Flare – architectural lighting magazine”. Designer per varie case produttrici (sistema “Scintilla” – Fontana Arte / sistema “Cestello”- iGuzzini). Docente dal 1995 presso la Facoltà di Architettura di Milano, dal 1995 per il corso “Eclairage et Architecture” all’Istituto di Architettura dell’Università di Ginevra, dal 1999 all’Accademia di Belle Arti di Brera, dal 1998 membro APIL.dal 2005 Presidente APIL, dal 2007 membro PLDA. Progettare con la luce Donatella Ravizza, Franco Angeli, Milano, 2003, 160 pp., 88-46-42651-2, ™ 26,00 La luce crea ombre e plasticità, influenza in modo determinante la piacevolezza di un ambiente e quindi il benessere delle persone che lo vivono. Questo manuale si compone di quattro parti, che presentano l’illuminotecnica nei suoi principi fisici di complessa disciplina tecnica, negli aspetti articolati di approccio al progetto, nell’analisi della grande varietà di prodotti e tecnologie disponibili. un testo di facile consultazione, ricco di informazioni e indicazioni concrete sulle metodologie e sulle consuetudini del progetto illuminotecnico. Luce per la casa - Soluzioni di lighting design per interni Gianni Forcolini, Hoepli, Milano, 2007, 144 pp., ISBN 88-20-33957-9, ™ 24,00 Il testo, prendendo in considerazione tutti gli ambienti che compongono uno spazio abitativo, presenta numerose soluzioni innovative di lighting design per interni corredate da immagini di alta qualità e fornisce strumenti teorici e consigli pratici dettagliati per integrare l’illuminazione artificiale nel progetto degli spazi interni. Luci per esporre - illuminare tra design e tecnica Alberto Pasetti, Marsilio, Venezia, 2007, 115 pp., ISBN 88-31-79199-1, ™ 20,00 Il testo, caratterizzato da un taglio analitico che lega design e tecnica, affronta la tematica della luce artificiale negli spazi espositivi in una panoramica articolata tra cenni teorici dettagliatti e alcuni esempi pratici esplicativi presentati con il supporto di disegni ed immagini. Luce - naturale e artificiale Ulrike Brandi Licht, UTET, Torino, 2005, 102 pp., ISBN 978-88-598-0155-9, Il testo è acquistabile al prezzo di ™ 130,00 insieme ad un cofanetto contenete i libri Intonaci - stucchi e pitture e Trasparenze - vetri plastiche e metalli ed un CD-rom nel sito: www.detail.de/italiano La luce, più di qualsiasi altro materiale, determina gli effetti volumetrici dello spazio, crea l’atmosfera e mette in scena l’architettura. Un’accurata progettazione illuminotecnica in grado di coordinare le fonti naturali diurne con quelle artificiali conduce invariabilmente a grandi risparmi energetici, soprattutto negli ambienti destinati ad ospitare uffici. Accanto alle semplici regole di buona progettazione che coinvolgono il disegno planimetrico, l’orientamento dell’edificio e l’articolazione della facciata, il manuale offre un’ampia visione d’insieme dei più attuali sistemi d’illuminazione naturale e artificiale, valutandone l’efficacia nel contesto di alcuni progetti esemplari che vengono presentati con accurati disegni di dettaglio. 4 Luci ed interni in Italia Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 4 ∂ Luci ed interni in Italia A Vista interna B Sezione verticale di dettaglio scala 1:20 1 Solaio P2° in cassero a perdere di polistirolo, getto integrativo di cls con resina, perlina, trave esistente non portante 2 Parapetto in vetro temperato 8+8, PVB 1,52 mm profili di acciaio inox 3 Piano in vetro temperato 12+12+12, PVB 1.52 4 HEA/IPE in acciaio verniciato, fazzoletti in ferro crudo verniciato transparente 5 Pavimento in resina grigia su vespaio aerato con cappa di cls armato 6 Proiettore, binario elettrificato Centro sperimentazione arti contemporanee, Brenta VA Progettista: Rossella Mombelli Collaboratori: Anna Cermesoni, Marica Farano Progetto delle strutture: Pierumberto Perucchini A L’acquisizione da parte di una coppia di contemporanei mecenati delle arti ha consentito di salvare dalla demolizione un complesso industriale costruito tra la fine dell’800 e la metà degli anni ’60 del secolo scorso. Il progetto segue il concetto della “conversione creativa” a servizio delle arti trasformando l’area in un luogo di ricerca scientifica e culturale oltre che di promozione artistica. L’intervento parte dal presupposto di valorizzare la presenza di una pregnante luce lombarda che invade durante la giornata il corpo di fabbrica dell’antico opificio. I primi interventi funzionali, di stabilizzazione delle murature perimetrali e di asportazione delle superfetazioni hanno mirato a svuotare parte del corpo demolendo l’intero solaio del primo piano e asportando lo spesso intonaco, operazione che ha portato alla luce la tessitura muraria realizzata a tecnica mista. Le mura sono state stabilizzate con aspersione siliconica all’interno e fugate con malta di calce di cromia identica all’originaria all’esterno. Le campiture delle finestre mantengono la proporzione con telai in ferro di esili sezioni in rapporto alle dimensioni delle specchiature al fine di consentire il dialogo tra interni e maestosi scorci sulla Valcuvia. Al solaio demolito è stato sostituito un piano in grandi lastre di vetro extra chiare posato su una struttura di travi di ferro crudo verniciato trasparente. La trasparenza, il gioco di massivo e di diffusione luminosa crea inusuali scenari. Anche al piano secondo, particolare attenzione è stata conferita alla luce naturale inserendo un’esile scala in lamiera che connette il soppalco la cui presenza non interrompe la diffusione di luce. L’illuminazione artificiale delle sale è affidata ad esili binari sospesi da cavi di acciaio con corpi illuminanti a compasso. Al piano terra, nel corridoio di servizio, le finestre a tetto, di giorno, proiettano una rigorosa lama di luce proveniente da nord; di notte, diventano corpi illuminanti: fari esterni proiettano luce artificiale zenitale attraverso il vetro creando un particolare effetto di luci ed ombre oltre che assumendo il ruolo di scenica illuminazione artificiale di un disimpegno altrimenti monotono. B 1 6 2 3 4 5 ∂ 2008 ¥ 4 Inserto ampliato in italiano Prodotti Prodotti Velux 65, Velux Fuoco, secco sistemi La nuova finestra per tetti VELUX 65 consente la diffusione di luce naturale dall’alto anche in case a basso consumo energetico possedendo un ottimo coefficiente di isolamento per l’intera finestra (Uw=1,0 W/m2K). Soddisfa i severi requisiti di CASA CLIMA e della zona climatica F. E’ disponibile con finitura legno o bianca, nella versione manuale o elettrica, per adattarsi a ogni stile. Il vetro esterno è proposto di serie con funzione autopulente. Con la pubblicazione dei nuovi decreti ministeriali sulla prevenzione degli incendi del maggio 2007, compare, per la prima volta in Italia, il concetto di “fire engineering”. Seccofuoco EI 30 è il prodotto più indicato quando il progetto di “fire engineering” richiede caratteristiche di tenuta e isolamento. EW 60 ed EW 90 sono indicati dove le vie di fuga sono particolarmente ampie. Indiscutibile vantaggio è la possibilità di scegliere serramenti nei metalli più evoluti. VELUX Italia Spa. Via Strà 152, Colognola ai Colli www.velux.it [email protected] Secco Sistemi Spa. Via Terraglio, 195, Preganziol www.seccosistemi.it [email protected] Canopy, ABP Luci Daylight, Kobold-event La Collezione Design Canopy comprende un vasto assortimento di controsoffitti acustici che si distinguono per un eccellente assorbimento acustico ed una elevata riflessione della luce. Ultima Canopy è un pannello minerale bianco modellato in forma concava o convessa. Orcal Canopy è un pannello in metallo extra microperforato, realizzato in forma piana, concava o convessa, personalizzabile nei colori RAL. I prodotti sono dotati di un apposito sistema di aggancio. I nuovi sistemi di illuminazione Daylight DEO400 proiettore open face messa a fuoco con riflettore testurizzato, DEP400 proiettore daylight PAR ad alta efficienza con riflettore parabolico e DE800 proiettore con attacco a baionetta hanno un’elevata resa luminosa. Rispondono allo standard IP 54 e possiedono un corpo in acciaio e alluminio di dimensioni compatte, peso limitato e massima funzionalità, regolazione dimmer continua da 60 a 100%. Armstrong Building Products Srl. Vicolo Diomede Pantaleoni 4, Milano www.armstrong-soffitti.it [email protected] Movie Tech Srl. Viale Edison 318, Sesto San Giovanni www.kobold-rent.de [email protected] Exit onice, Texarredo Cielos, Zumtobel Luce che traspira da un ambiente all’altro, porte che stravolgono completamente il concetto classico di ingresso, sipari che si aprono, dove materia e visione si fondono creando nell’ambiente delle situazioni assolutamente uniche. Tutta la collezione “exit”, disegnata da Samuele Mazza, colpisce per la particolarità dei rivestimenti. Stone si distingue nella collezione per il pannello in lastre di onice Arco Iris inserite in telaio di acciaio cromato. Cielos è un sistema modulare plug&play che lascia spazio ad ogni idea creativa sulla luce. Nel sistema si possono combinare uno, due o tre colori. I moduli quadrati sono disponibili come prodotti di serie in due diverse misure: da 600 mm o 900 mm di lato. Sono coperti da rifrattori di vetro che rendono particolarmente raffinato l’aspetto del soffitto. Straordinaria poi la profondità d‘incasso: soli 80 mm per la luce bianca monocromatica e 150 mm per la luce colorata. Texarredo Srl. Via Piemonte, 19, Sona www.texarredo.com [email protected] Zumtobel Illuminazione Srl. Via Isarco, 1/B, Varna www.zumtobel.it [email protected] Tecnostar, Cesana Glim Cube, iguzzini Disegnata da Piet Billekens, interpreta la contemporaneità del vivere urbano: oltre all’aspetto funzionale, particolare riguardo è dato all’aspetto estetico del sistema. Le linee estremamente rigorose ed essenziali, le grandi superfici di cristallo che consentono ampia diffusione di luce anche in una cabina doccia chiusa e i supporti in ottone cromato rendono tecno star molto versatile e facilmente integrabile in differenti ambienti bagno. Glim Cube è un nuovissimo sistema di apparecchi da camminamento e ad applique dalla forma geometrica rigorosa ed essenziale, studiato da Piero Castiglioni per l’impiego di sorgenti luminose a LED. E’ un vero concentrato di tecnologia e di prestazione. Una temperatura massima inferiore ai 40°, un vetro prismato in polimetilmetacrilato per una diffusione d’effetto, supporti e basi in alluminio e dettagli in acciaio inox o in materiale termoplastico. Cesana Spa. Via Dalmazia, 3, Milano www.cesana.it [email protected] iGuzzini illuminazione Spa. Via Mariano Guzzini 37, Recanati MC www.iguzzini.it [email protected] 5 6 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 4 ∂ Pagina 278 Editoriale Il contrasto non poteva essere più intenso: da un lato, il carattere meditativo degli spazi dell’Hotel termale realizzato da Kengo Kuma nella località giapponese di Obanazawa (pag.342), dall’altro, l’esplosione di energia del ristorante di Burkhalter Sumi di Zurigo (pag.322). Da un lato, legno e bambù in tonalità naturali in una composizione geometrica di estremo rigore, dall’altro, colori intensi e forme curve assolvono scrupolosamente la propria funzione enfatizzata da un mirato inserimento della luce. Nonostante la differenza, in comune le due realizzazioni hanno il fatto che si tratta di esecuzioni di progetti d’interni contemporanei tratteggiati su una specifica concettualità. Il processo formale, i materiali e lo studio delle luce generano impareggiabili atmosfere. L’inserimento di un materiale ha un ruolo più decisivo nelle ristrutturazioni d’interni rispetto a quando lo stesso viene usato solo in facciata; negli interni c’è un diretto contatto con la materia: la si può toccare, percepire, odorare o sentire direttamente. Le sfide e la gamma di possibilità di un progetto d’interni è risaputo essere poliedrica. Oggi gli interventi sulla sostanza esistente diventano sempre più frequenti e dato che in genere le realizzazioni interne hanno vita più breve rispetto all’edificio stesso, non di rado si tratta di interventi sperimentali. La cosa vale soprattutto per progetti che riguardano il settore del consumo, per negozi e locali nei luoghi di veloce utilizzo e dove ad un trend se ne sostituisce rapidamente un altro. Progetti visivamente accattivanti ma di complessa progettazione. Il numero di Detail offre una carrellata di soluzioni creative alle più diverse problematiche riscontrabili nei progetti di questo tipo. Christian Schittich Dibattito Pagina 280 Non solo gli artisti danno vita ad un universo di immagini. Axel Müller-Schöll “L’artista è il meglio, la cosa più bella e magnifica che la società possa avere!” A tale conclusione è arrivato il pittore e rettore dell’Accademia d’Arte di Düsseldorf Markus Lüpertz argomentando e approfondendo brevemente durante una recente intervista, l’aspetto più pragmatico dell’arte figurativa: “I pittori hanno aiutato Dio a creare il mondo. Chi fa parte della nostra area culturale europea, nella contemplazione di un tramonto guarderà sempre all’inglese William Turner e vivrà i paesaggi attraverso le pennellate di Caspar David Friedrich”. Secondo le teorizzazioni di Lüpertz gli artisti sono i primi a “vedere” ed è proprio in questo che Lüpertz vede la missione dell’arte. • che non è trascorso così tanto tempo da quando si è affermato un processo formale nella sua totalità: “dal cucchiaio alla città” (Max Bill) Un interessante punto da cui trarre ispirazione deriva dall’assimilazione nel dibattito di un’architettura madre di tutte le arti. Meinhard von Gerkan, in un articolo pubblicato da “Spiegel” a firma di Albert Speer, ha vinto il concorso per la realizzazione della città cinese per 800.000 abitanti Lingang New City per aver stupito la giuria con un’immagine impressionante: il progetto urbanistico si delineava da una forma concentrica intorno ad un lago “come la goccia che disegna cerchi nell’acqua”. L’architettura di interni e l’architettura del paesaggio usano le immagini per distinguere impressioni e metter a nudo peculiarità: enfatizzano, acuiscono talvolta quello che è percettibile ed esperibile, e di conseguenza trasmettono rigorosamente il messaggio. Un mondo di immagini creato con l’ausilio della somma di supporti informativi e di oggetti per i quali viene usato il termine Design. La disciplina del Design si è sviluppata dalla propria nicchia di esistenza negli anni passati in un complesso fattore in seno all’economia e alla cultura generale mutando radicalmente. Aderisco dunque con grande entusiasmo alla tesi di Lüpertz in quanto sono dell’idea che entrambe le discipline aiutino gli uomini a trovare un orientamento nei loro immediati dintorni creando delle relazioni riconoscibili e attribuendovi uno status. In altri termini, abbiamo raggiunto l’obbiettivo di attribuire ai contesti non solo una funzione oggettiva, ma un carattere riconoscibile ed apprezzabile. • che le correnti e le mode hanno una vita limitata, ma in linea di massima durano più a lungo negli interni. Nel saggio vorrei avanzare diverse riflessioni dimostrando: • che con l’onnipresenza dei media è emerso anche l’influsso del foto design a mostrare l’effetto sostenibile della nostra cultura quotidiana • che l’abitudine alla percezione muta con lo sviluppo progressivo degli strumenti formali e di conseguenza cambiano anche le aspettative • che la crescente importanza data al design di oggetti e di interni ha fatto sì che le scelte in questo ambito facessero ormai parte del management strategico • che possiamo apprendere ancora molto dall’avanguardia degli anni ’60 e ’70 che aveva sperimentato molto nel settore del design • che nelle scuole professionali è sorta una consapevolezza per il mutato stato delle cose e la conversione di “laurea/master” costituisce un’occasione per attualizzare e arricchire l’offerta didattica per le prossime generazioni di esteti. Frammentazione reciproca dell’arte Michelangelo Buonarroti è stato soprattutto pittore, scultore o architetto? La sala di lettura della Biblioteca Laurenziana di Firenze è di una tale bellezza – a partire dallo studio per il pavimento in terrazzo, attraverso la seducente soluzione degli arredi (una ∂ 2008 ¥ 4 Inserto ampliato in italiano Traduzioni in italiano 7 combinazione di panche con leggio integrato) sino al gabinetto tondo – che il famoso scalone passa in secondo piano. Nella realizzazione è fondamentale un concetto di architettura d’interni complesso. Che la realizzazione sia frutto di una o di due mani poco importa, fin tanto che ci sia la consapevolezza della necessità di una visione duplice, quella dall’esterno e quella dall’interno. Anche nella costruzione di un buon strumento musicale ci vuole l’intervento di un valido falegname, chi lo accorda deve avere anche una buona formazione musicale. Una delle doti più stimate di Michelangelo, infatti, era l’intuizione dell’effetto delle sue azioni, non il proprio virtuosismo nella pittura di intonaci freschi o nella scultura del marmo. Si dice infatti che egli stesso durante la ricerca della pietra nelle cave di marmo di Carrara sosteneva che la figura doveva solo essere “liberata” dal blocco di marmo trovato. “Tantris”, Nouvelle Cuisine e Gulasch Il motivo per cui i ristoranti scelgano come stile di arredamento il barocco di Gelsenkirchen rimane un mistero. Il fatto che possa assomigliare alla cucina casalinga dei nostri simili è un’ipotesi da sfatare. Inoltre, la sensazione definita dal termine “accogliente” è ambivalente, ma non devono necessariamente essere arredati con travi di finto rovere spazzolate. All’inizio degli anni ’70, per la ristrutturazione interna del proprio ristorante che si costruì “solo per diletto” a Monaco di Baviera, un’impresa edile ebbe il coraggio di affidare l’incarico all’architetto Justus Dahinden di origine svizzera che si ispirò al Radical-Design italiano e alla Pop-Art. Questo generò nel ristorante “Tantris” la percezione della cultura giovanile che vigeva, con reminiscenze psichedeliche e insolite combinazioni di materiale, al punto da riuscire a materializzare l’innovazione; alla stessa stregua la Nouvelle Cuisine lavorò sui menù del ristorante rendendolo uno dei locali più celebrati della città. D’altro canto, il locale, ieri come oggi, non era solo festaiolo ma da un certo punto di vista anche accogliente. Nel frattempo, gli interni sopravvissuti quasi intatti per 37 anni hanno subito una cauta ristrutturazione e rimangono tuttora uno dei rari ambienti Sixties esistenti che consentono un contatto autentico ed un’esperienza ai massimi livelli culinari; nonostante il menù sia cambiato infatti, le proposte sono sempre sperimentali e brillanti. Alla Nouvelle Cuisine si abbina un peculiare stile di tecnica per la fotografia dei cibi che fino ad oggi “imperversava” ovunque, come sostiene Vincent Klink, cuoco decorato con premi e stelle nonché spirito libero della cucina. Il cuoco sostiene che quello che si vede fotografato nelle riviste di cucina non ha molto a che vedere con la realtà. Se un cuoco mettesse gli stessi piatti davanti ai propri ospiti, il locale si svuoterebbe in fretta. Il problema è che quanto più un cibo è appetitoso, tanto meno gradevole è il suo aspetto. “Un gulasch fatto bene, è un piatto squisito ma sembra una montagna marrone”. Cucine in linea anche di rinomati produttori appaiono antisettiche; si mette in evidenza la grandiosità planimetrica che nella realtà esiste in pochi casi evitando di fotografare i locali di sgombero. La cucina è un laboratorio che nonostante tutto può esercitare un grande fascino. A prescindere da questo, è significativo il fatto che il punto di giunzione tra piano di lavoro orizzontale e piano verticale della parete non è un argomento tra i produttori di cucina. Quello che succede tra fughe e profili, potrebbe essere argomento di un intero capitolo. Un universo d’arte hight-tech I notiziari, agli albori della televisione, presentavano una situazione simile: il moderatore sedeva dietro un tavolo semplice, sullo sfondo scorreva un treno di parole, un logo o una carta geografica del mondo stilizzata. Lo si poteva seguire durante la sua prestazione, serio ed onesto come doveva essere anche il suo pubblico: una fiducia ereditata dal radionotiziario. L’ unica differenza ora era che il presentatore poteva essere visto durante il suo lavoro, anche se il codice comportamentale non permetteva di commentare i contenuti né con la mimica facciale né con i gesti. Cosa è cambiato oggi? La tipologia degli studi delle news lascia il posto ad un universo artistico con una propria immagine che favorisce la distanza tra coloro che consumano il notiziario e gli esperti della notizia che hanno l’accesso esclusivo a sistemi di informazione high-tech e alle news dell’ultima ora. Nonostante le informazioni siano in gran parte drammatiche, i presentatori sembrano a loro agio probabilmente perché sono in due e sono particolarmente socievoli. Creare atmosfere significa molto di più di installare una parete colorata di vetro retro-illuminata con davanti un deck curvo di estremo dinamismo per il moderatore e sullo sfondo una diapositiva di grandi dimensioni di una città al crepuscolo. Solo quando si instaura anche una relazione spaziale e un’atmosfera di verosimiglianza, il dramma dei contenuti si esibisce efficacemente. Ma tutto ciò ha bisogno di astrazione, come quando si compone un’immagine. Correzioni delle immagini nei fast-food Secondo alcune ricerche, i clienti tipici di McDonald vorrebbero vedere il proprio locale in una luce differente: più elegante e più particolare. Un drastico declino nel fatturato è stato lo spunto per uno studio che ha presentato dieci modelli di modifica del design degli interni. Si trattava forse della fine dell’ uniformità globale e la fine delle catene gastronomiche? I cambiamenti nell’immagine e soprattutto la metamorfosi degli interni non significano di certo che i fast-food verranno spazzati via. Al contrario: entro la fine del 2008 i 1330 ristoranti presenti in Germania dovranno essere rinnovati, operazione da 450-800.000 euro a locale, finanziata da ogni affiliato in franchising. Investire in piatti di porcellana, in bicchieri per il latte macchiato, vasi per fiori o egg-chair sembra essere redditizio. Dopo che nel 2007 i primi 500 ristoranti in Germania e i primi 2000 di 6400 filiali sono stati ristrutturati, il fatturato è salito fino al 40%, non tramite una variazione dell’offerta 8 Traduzioni in italiano culinaria ma sulla spinta del design e soprattutto dell’allestimento d’interni. Imparare il processo formale, generare allegorie superare i limiti Il grande designer, architetto e artista italiano Ettore Sottsass che ci ha lasciati nel 2007, l’ultimo giorno dell’anno, è stato precursore di questo processo. Per la sua architettura e in particolare per i suoi lavori postumi ha utilizzato un vocabolario composto nel suo lavoro di designer ma continuamente esercitato nell’opera di disegnatore, scultore e scenografo. O forse la sequenza era esattamente al contrario e i meravigliosi lavori liberi di Sottsass erano l’ispirazione per il suo lavoro in architettura. A suo padre, anche lui architetto, ha dedicato il libro “Metafora” che raccoglie schizzi e fotografie di scene teatrali in cui Sottsass raffigura le azioni con nature morte. Rivela liberamente il carattere di un’azione trasponendolo in un contesto spaziale completamente diverso e rafforzando la percezione della vita quotidiana. L’ “Esercizio formale” è un libello simile ad un cahier di schizzi che Sottsass compone durante un viaggio in Grecia. In questa opera si distinguono osservazioni paesistiche, progetti di mobili, cartoons, ecc. in maniera così fresca, che si deduce che Sottsass non era in viaggio in qualità di “maestro”, ma che traeva ispirazione dalle percezione e dalle esperienze del viaggio stesso. La rivista “terrazzo” porta questa forma di relazione reciproca con il passato e il futuro della quotidianità e l’enorme potenziale connesso all’immaginazione. Nonostante Sottsass venisse ricordato come grande designer, non è da dimenticare che il suo lavoro costituisce un’arringa per una grande attenzione nei confronti del nostro spazio vitale, un concetto che è ancora di vitale importanza per le future generazioni di designer. Modello d’azione, Crossover, allegoria e metafora Le scuole d’arte frequentate dagli architetti dovrebbero differenziarsi dalle università e dagli istituti professionali superiori per un approccio all’ architettura contrassegnato da una contrapposizione artistica. La cosa vale soprattutto per l’architettura d’interni dato che in futuro il suo compito sarà concepire spazi d’azione, attribuendovi una logicità. La reminiscenza del ruolo dell’arte che inserisce con armonia, l’intuizione e la riflessione come catalizzatori del processo creativo è una grande occasione. In questo senso, il design viene riconosciuto sempre di più come vettore di significati allegorici e metaforici, nei quali diverse persone che si sentono legate a certe sensazioni di vita hanno le medesime percezioni. L’artista Stefan Lausch, che insegna fondamenti Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 4 ∂ di arte formale presso la scuola superiore di Folkwang, vede la funzione del design come azione sistematizzata attiva nella società. Presso il castello di Giebichenstein quattro anni fa è stata istituita una nuova cattedra di Design che si muove nell’ambito dell’industrial design e che ha come punto chiave lo sviluppo concettuale e le strategie. Il cross-over prosegue anche in tutti gli altri corsi di studio; il design costituisce sempre un elemento di connessione. Istituire 10 master di studio rende possibile aggiungere un master in design di interni ad uno studio di design industriale, della comunicazione e della moda. Gli studenti del corso di studi in architettura possono anche seguire solo un master in architettura d’interni. L’intenzione è creare una piattaforma che metta a confronto le più diverse competenze, prima nello studio e successivamente nel lavoro. Pelo morbido o pelo ispido? L’esigenza dell’allestimento d’interni di essere strumento strategico e pilastro di una cultura dinamica del quotidiano non solo si è sviluppata ma ha guadagnato enorme attenzione. Le diverse discipline del design hanno un ruolo decisivo nella differenziazione dei target. Impariamo dalla moda a dare un’immagine leggermente diversa dal design industriale, dato che non è solo una questione di gusto se si rende attraente la funzionalità; dai teorici del design impariamo che è impossibile negare la comunicazione e dai designer della comunicazione che i messaggi non-verbali possono avere una raffinatezza retorica peculiare. Altre cose nuove ed emozionali giungono a noi continuamente, anche sospette e ripugnanti. Tutto scorre, la dinamica è contagiosa e rigorosa allo stesso modo. C’è comunque un vantaggio per noi architetti d’interni: l’immagine della nostra disciplina che viene associata con la casalinga sul divano è definitivamente sorpassata, lasciando il posto alla convinzione sempre più radicata che disponiamo di potenti strumenti di design, usati talvolta in modo controverso. Axel Müller-Schöll professore di architettura d’interni e progettazione presso la scuola di Burg Giebichenstein per arte e design, ha pubblicato nel 2007 il “ManuSkript” una combinazione tra il manoscritto e il cahier di appunti di architetti d’interni, designers. Libero professionista, lavora come architetto, architetto d’interni e designer nel suo studio Paretaia di Stoccarda. Documentazioni Pagina 308 Negozio di calzature a Roma Sul pavimento, sul soffitto e sulle pareti dello shop, uno spazio ad estensione longitudina- le, si snoda tridimensionalmente una fascia che parte all’esterno dall’insegna, attraversa la vetrina principale, passa sopra le casse e si diffonde nel retrostante spazio di vendita. La fascia color vaniglia “senza fine” diventa sfondo decorativo oltre che elemento di presentazione per i modelli di calzatura femminile del designer americano Stuart Weitzman. Osservando le sue torsioni arbitrarie e psichedeliche risulta incredibile che l’elemento, che si suppone essere privo di fughe, si riveli poi una combinazione di elementi formati in composito minerale. Ogni frammento preformato a caldo con sagome di legno in officina, viene accoppiato lungo il lato superiore, inferiore o frontale, incollato e levigato. Il montaggio in opera dei “ripiani” orizzontali in parte con nastri di LED e spot è stato effettuato tramite staffe in acciaio fissate a muro: in una seconda fase, gli operatori hanno inserito gli elementi intermedi incollando e levigando. Il composito minerale legato con resina è ideale non solo per la semplicità di lavorazione ma soprattutto per la possibilità che offre di realizzare una struttura a nastro incredibilmente uniforme che pur servendo da ripiano, pavimento o insegna commerciale, ricorda veramente un nastro regalo. Pianta · Sezione scala 1:200 1 2 3 4 5 6 7 Ingresso Spazio commerciale Casse Servizio clienti Ingresso personale Deposito Servizio personale Prospetto frammenti preformati Sezione particolareggiata scala 1:20 1 2 3 4 5 6 7 8 8 9 Muratura esistente Ripiano continuo in composito minerale 42/350 mm composto di 8 frammenti differenti preformati incollati, stuccati e laccati Fissaggio con staffe di acciaio Spot a LED Ø 35 mm Manicotto con iniezione di malta Guscio in cartongesso Angolo a sguscio di intonaco Tonalità in base alla parete e al pavimento Soffitto sospeso in cartongesso Vetrata fissa in stratificato di sicurezza non intelaiata, fissaggio puntuale a muro ∂ 2008 ¥ 4 Inserto ampliato in italiano 10 Insegna negozio continua (in esterno) composito minerale 42/300 mm fissaggio puntuale alla vetrata fissa 11 Porta d’ingresso in stratificato di sicurezza 12 Zerbino 13 Pavimento: resina epossidica, moquette (solo nei camerini), nastro di separazione continuo in composito minerale 6 mm Pagina 312 Negozio a Monaco In un fabbricato risalente al XIX secolo, il committente incarica gli architetti della ristrutturazione di uno spazio commerciale per un prodotto da lui stesso ideato: una cintura con chiusura a scatto. 23 metri quadri di superficie che includono oltre all’esposizione anche un’area per gli incontri con i clienti, un ufficio amministrativo e un deposito per i campionari. L’architetto fa del tema “cintura” il motivo formale dello spazio e riveste le pareti senza soluzione di continuità con fasce orizzontali bianche che assumono diverse funzioni nella variazione di posizione, arretrando o aggettando rispetto alla parete esistente. In alcuni casi emergono superfici espositive illuminate dal basso che presentano le cinture, in altri le fasce creano pedane con gradonate che conducono agli altri locali e sono usate come elementi di seduta. Anche il tavolo di lavoro è composto di parti in aggetto a celare elementi di disturbo quali i materiali da ufficio e l’informatizzazione. La parete presenta anche cassetti e ripiani che offrono posto per un mini deposito. Le fasce orizzontali sono state realizzate in pannelli di MDF con parti preformate curvate. I singoli elementi sono stati incollati in loco, levigati e laccati. Inizialmente si è pensato ad una prefabbricazione completa degli elementi, in seguito la soluzione è stata tralasciata per l’elevato costo. Sezione • Pianta scala 1:200 Sezione particolareggiata scala 1:10 1 2 3 4 Tavolo Modulo armadio integrato Elemento di seduta Ingresso alloggio Traduzioni in italiano 5 Sedute imbottite in pelle bianca 75 mm 6 Pannello di compensato a tre fogli 19 mm rivestimento in cemento fluido grigio colorato in pasta 7 mm 7 Radiatore 8 Rivestimento in MDF bianco laccato 12 mm, giunto incollato 9 Struttura non a vista in listelli di legno 50/50 mm 10 Vetro acrilico bianco satinato 6 mm 11 Cemento fluido grigio colorato in pasta 7 mm superficie trattata ad olio massetto a secco pannello in truciolare 10 mm parquet (esistente) massetto (esistente) Sezione particolareggiata modulo cucina scala 1:10 1 2 3 4 5 6 7 Pagina 315 Appartamento a Parigi L’intervento d’interni trasforma il piccolo appartamento in posizione centrale in un funzionale e mutevole spazio abitativo. La cucina, il bagno e la nicchia notte incorniciano la parete frontale. Gli spazi in apparenza sono celati dietro a due pareti piane in compensato di betulla non trattato, senza soluzione di continuità con il pavimento ma in contrasto con le tre superfici intonacate bianche contrapposte delle pareti longitudinali e del soffitto, favorendo una percezione armonica dello spazio. Se osservata più da vicino la parete frontale di legno si rivela come una composizione di elementi rettangolari di diverse dimensioni da traslare, girare o anche ribaltare verso l’esterno. La realizzazione consente vari utilizzi in economia di spazio. Le proporzioni degli elementi mobili variano pur mantenendo una correlazione dimensionale basata sulla lunghezza. L’illuminazione indiretta disegna il profilo degli elementi chiusi enfatizzando i volumi con una luce azzurra o rossa. Sezione · Pianta scala 1:100 1 2 3 4 5 6 7 8 Piano scorrevole Sala da bagno Specchio scorrevole Asola finestra Nicchia notte Ripiano a ribalta Tavolo a ribalta Cucina 9 8 9 Tubi fluorescenti Ø 26 mm con filtro colorato rosso o blu Cilindro idraulico in acciaio Cerniera in acciaio nichelato 22/67 mm Piano a ribalta in pannello di compensato impiallacciato in betulla 20 mm esternamente non trattato, all’interno verniciato di colore blu Piano girevole in pannello di compensato impiallacciato in betulla 30 mm esternamente non trattato, all’interno verniciato di colore blu Articolazione snodata in acciaio 58/80 mm Piano scorrevole in pannello di compensato impiallacciato in betulla 20 mm esternamente non trattato, all’interno verniciato di colore blu Guida di scorrimento in acciaio zincato 492/35/28 mm Pavimento: pannello di compensato impiallacciato in betulla 20 mm laccato opaco autolivellante 50 mm solaio con travi lignee, esistente Pagina 318 Loft a Metzingen Negli edifici industriali degli anni ’50 con spazi per il deposito e la logistica di due produttori tessili è stata impiantata una struttura di acciaio a due piani in aggetto che offre spazio per nove appartamenti a loft. Vetrate ad altezza di piano, passerelle di manutenzione e scala esterna in profili di acciaio conferiscono un accento alla facciata. La scala esistente conduce ad un loggiato esposto a nord che mette in connessione gli appartamenti. Addizionando un altro loft ricavato dalla ristrutturazione di un ex garage, la superficie residenziale ottenuta è in totale di 890 mq. Ogni unità è ripartita tramite una galleria su due livelli. Un box rivestito in vetro profilato industriale contiene al piano terra la cucina e un bagno di servizio, al piano galleria uno spogliatoio e un bagno con dotazioni essenziali. Materiali sobri: come i componenti di grande dimensione zincati, gli elementi in acciaio a vista e l’intonaco che richiama il carattere del vecchio edificio industriale si pongono in 10 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 4 ∂ contrasto con l’atmosfera calda e accogliente della galleria, con travi e pavimento in legno. Dal livello superiore del loft, tramite una scala esterna in acciaio si accede alla terrazza collocata sulla copertura pavimentata in legno di larice, dove la vista spazia sulle colline coltivate a vitigno dei dintorni. Prospetto sud sezione Piante scala 1:500 Planimetria generale 1 2 3 4 5 6 7 Edificio industriale in calcestruzzo armato esistente Sopralzo realizzato in struttura di acciaio Loft 1-9 Bagno Spogliatoio Bagno ospiti Cucina Loft 10 (garage convertito) Assonometria con indicazioni di montaggio Sezione del box scala 1:50 Sezione verticale Sezione orizzontale porta scala 1:10 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 15 16 17 18 19 Solaio in c.a. 160 mm lamiera nervata usata come cassero a perdere Lamiera di acciaio zincata 6 mm Tubolare in acciaio continuo di sezione rettangolare 100/60/4 mm Angolare in acciaio saldato a L 50/30/5 mm Vetro profilato ornamentale parzialmente rivestito bianco 4 mm Profilo in acciaio a T 40/40/5 mm Strato di appoggio in neoprene Grappa di fissaggio in acciaio Pavimento in linoleum 3 mm pannello in particelle di legno 21 mm Tubolare in acciaio di sezione quadra 30/30/5 mm Pannello in particelle di legno in pino marittimo 19 mm Trave nel vano del controsoffitto profilo in acciaio HEB 160 Trave di legno 160/120 mm Montante in profilo di acciaio IPE 80 Profilo in acciaio a L 50/30/5 mm Profilo in acciaio a L 40/40/5 mm Angolare in profilo di acciaio inox a L 40/20/4 mm Lamiera in acciaio zincata Pagina 322 Ristorante e bar a Zurigo Ultimo intervento dell’opera di ristrutturazione del complesso di edifici a torre risalente agli anni ’70 del secolo scorso, il capannone accoglie un nuovo ristorante con bar e cantina. L’accesso avviene tramite una bussola di modesta altezza che si innesta in diagonale nello spazio interno, lasciando subito coin- volgere il visitatore nella dinamica spaziale e nel vortice delle cromie anticonvenzionali. I colori accesi si propagano concettualmente in tutti gli spazi. La partenza circolare della scala e la galleria sono vestiti di un rosso acceso, trattenuti solo da un pilastro centrale verde. In realtà, sono i sobri pilastri verniciati di nero a portare la galleria. Intorno alla scala si avvita un bancone bar circolare in rovere decapato scuro con parti in vetro curve. Tutti gli spazi al piano terra sono accomunati da una pavimentazione in resina liquida poliuretanica verde. Il bancone a forma circolare articola lo spazio di altezza sovradimensionata dell’ingresso, del bar con il lounge e dell’area ristorante collocata sotto la galleria. L’area self service adiacente offre agli ospiti la possibilità durante il giorno di accedere a diverse isole gastronomiche. La scala a chiocciole si avvita come elemento centrale dello spazio e collega il secondo piano del ristorante. La galleria è limitata da un elemento di seduta di forma ergonomica che si sviluppa dal parapetto della scala. Esternamente la facciata trova peculiarità negli elementi sospesi semitrasparenti di protezione solare con motivi a foglia sovradimensionati, diaframmando la luce del sole che penetra dalla vetrata su due livelli. Planimetria generale scala 1:2000 Piante • Sezioni scala 1:500 1 2 3 4 5 6 Ingresso Bar in piedi Ristorante Freeflow Cucina Galleria Sezione scala 1:20 1 2 3 4 5 Facciata esistente Pannello con isolante 178 mm Isolante in foamglas 140 mm Soffitto in lamiera cruda zincata verniciata a polvere, traforata Ø 40 mm strato acustico 20 mm Avvolgibile di protezione solare, tessuto di rete stampato 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 Vetrata isolante 4+16+4+16+4 mm con struttura in montanti e traversi Panca in pannello di particelle con impiallaccio trattato ad olio 19 mm Corrimano in barra di acciaio 40/5 mm Rivestimento in PU 3 mm materassino fonoassorbente 4 mm massetto all’anidride 43 mm calcestruzzo 320 mm Bocchette di alimentazione d’aria Canale di estrazione dell’aria Rivestimento in PU 3 mm materassino fonoassorbente 4 mm massetto all’anidride 43 mm calcestruzzo 320 mm Canale a pavimento 25/12 mm Canale di alimentazione dell’aria Canale di scolo Nicchia in pannelli di MDF 30 mm Aperture di alimentazione dell’aria Ø 50 mm Pagina 327 Edificio per uffici a Kempten A Kempten, città medievale, gli architetti hanno recuperato una spazialità del tutto nuova per allestire il proprio studio. Al momento dell’acquisto, i requisiti del luogo non erano riconoscibili: la casa d’angolo, il cui muro più antico aveva fatto parte delle mura civiche, era utilizzato come deposito di piastrelle e giaceva in un evidente stato di abbandono. L’intervento ha portato alla luce il valore storico dell’edificio; oggi sulle pareti si possono leggere tutte le fasi costruttive dal XI secolo in poi. Trovandosi in un quartiere tutelato dal punto di vista storico e urbano, l’edificio è stato inserito dalla Soprintendenza nella lista degli edifici da salvaguardare. In seguito ai nuovi ritrovamenti avvenuti durante l’opera di conversione e ristrutturazione, gli architetti hanno rielaborato le planimetrie. L’asportazione dell’intonaco e la sabbiatura hanno messo in evidenza la tessitura in pietra a spacco e mattoni delle mura storiche. Gli allestimenti interni, come gli arredi e le scale, non si accostano all’apparato murario perimetrale; rare pareti divisorie separano lo spazio ricavando pochi ambienti funzionali: il WC, la cucina e la sala riunioni. Il pavimento in mastice d’asfalto scuro e i mobili minimalisti conferiscono agli interni un’atmosfera lavorativa di calma tranquillità, in contrasto con la vitalità delle textures murarie. ∂ 2008 ¥ 4 Inserto ampliato in italiano La semplice struttura delle pareti portanti esterne e le travi in legno sono state conservate; è stata aggiunta una nuova trave che poggia su uno snello pilastro, interrompendone a metà la tratta di sette metri. Dal punto di vista impiantistico ed energetico, l’edificio segue le più moderne tendenze. Esternamente è stato posato un sistema composito di isolamento a filo con il piano delle nuove finestre. Tutti gli impianti, gli interruttori e le prese sono state posate a pavimento o nelle nuove pareti divisorie in cartongesso. Sezioni · Piante scala 1:400 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Ingresso Spazio accessorio Accoglienza Corte interna Ufficio Cucina Spazio di soggiorno Biblioteca Sala riunione Ingresso al sottotetto (archivio) Sezione scala scala 1:20 1 Solaio: pannello in truciolare 19 mm isolamento termico in polistirolo 200 mm barriera al vapore pellicola in PE incollata tavole (esistenti) travi di legno (esistenti) 2 Copertura: tegole di copertura canadesi listelli puntoni (esistenti) 3 Vetrata isolante con infisso legno-alluminio 4 Intonaco sistema composito di isolamento a cappotto 120 mm muratura in laterizio 700 mm ca. (esistente) 5 Solaio: massetto radiante in asfalto colato strato di separazione isolante 60 mm materiale di frammentazione 10 mm nastro protettivo tavole 35 mm (esistente) travi di legno (esistente) 6 Architrave della porta in c.a. 700 mm 7 Pavimento: massetto radiante in asfalto colato strato di separazione in PE pannello isolante in perlite 80 mm impermeabilizzazione 10 mm solaio in c.a. 160 mm strato 50 mm ghiaia 250 mm 8 Corrimano/montanti barra di acciaio Ø 25 mm 9 Barre del parapetto di acciaio Ø 25 mm 10 Cosciale scala in piatto di acciaio 20/180 mm 11 Gradino scala 40/220 mm 12 Parete divisoria: cartongesso 2x 12,5 mm montanti cartongesso 2x 12,5 mm Traduzioni in italiano Pagina 332 Sinagoga del Centro ebraico a Monaco di Baviera Il progetto persegue l’obbiettivo di integrare il complesso dei tre edifici che compongono il centro ebraico in una struttura urbana composta di una successione di piazze, vicoli e passaggi tramite lo spazio pubblico. La Sinagoga, l’edificio di maggior importanza del complesso, si colloca in Piazza Jacob nel centro storico di Monaco, orientata verso est in armoniosa relazione con il museo ebraico e il centro comunitario. Il basamento del corpo compatto rivestito in pietra naturale cinge lo spazio liturgico proteggendolo. Al di sopra, spicca l’esile struttura di acciaio della copertura a lanterna. Velato da un tessuto reticolare bronzeo relaziona la propria pelle traslucida e stratificata al primo luogo santo d’Israele, la tenda con il tabernacolo. L’arcaica matericità della crosta di travertino, plastico rivestimento del basamento, contrasta con l’involucro visivamente di estrema fragilità, composto di tre stratificazioni: la rete che appare come un tessuto a maglia spiraliforme in bronzo e aste di bronzo, uno strato interno in lamiera di acciaio saldata ad una struttura portante il cui motivo a triangoli richiama la geometria della stella di Davide e l’intermedio piano di vetro con fermavetri bronzati. All’interno della Sinagoga, superfici di legno di cedro e pietra naturale avvolgono lo spazio liturgico, la cui organizzazione a pianta centrale è sottolineata dall’Almemor collocato in posizione elevata: il centro spirituale sull’asse longitudinale tra l’accesso e il luogo dove si conserva la Torah, situato sulla parete orientale. Una possente porta protegge la nicchia dove è collocata la Torah che durante il giorno riceve la luce naturale dall’alto. Sui matronei disposti lungo le pareti longitudinali si dispongono le sedute per le donne. Il sole proietta le ombre dell’ornamentale struttura di copertura sulle superfici lignee della sala di preghiera. La scala del foyer conduce al piano interrato dove trovano posto una sinagoga diurna e un bacino per le immersioni rituali oltre agli ambienti di servizio e accessori. Planimetria generale scala 1:2500 Sezione • Piante scala 1:500 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Centro comunitario Sinagoga Museo ebraico Almemor (pulpito) Aron Hakodesch (arca-armadio con i rotoli della Thora) Matroneo Sinagoga diurna Milkwe (bagno rituale) “Passaggio della memoria” che conduce al centro comunitario Sezione scala 1:20 1 Tubolare di acciaio inox Ø 114,3/5 mm 2 Struttura reticolare tridimensionale composta di tubolari di acciaio inox trattamento: pallinatura con microsfere di vetro Ø 76,1/4 mm 3 Rete a maglia di fettuccia spiraliforme in bronzo 10/1 mm con aste di bronzo a sezione tonda 5 mm 4 Copertina in lamiera di alluminio 3 mm 5 Impermeabilizzazione isolante termico 120 mm barriera al vapore 5 mm laminato di legno impiallacciato 60 mm struttura non a vista in profili di acciaio IPE 120 6 Facciata in montanti e traversi listello di copertura in profilo di bronzo con vetrata isolante a controllo solare stratificato 8 + intercapedine 16 + float 8 mm 7 Tubolare di acciaio Ø 50,4/4 mm 8 Distanziatore in bronzo di sezione rettangolare ¡ 35/10 mm 9 Struttura reticolare in lamiera di acciaio 20 mm 10 Sospensione cavi di acciaio inox Ø 6 mm 11 Proiettori 12 Tenditore a vite in acciaio inox 13 Lastre di travertino 50 mm grigliato in acciaio su orditura regolabile in altezza 50 mm 14 Lastre di travertino 80-120 mm intercapedine d’aria 50 mm isolante termico 120 mm c.a. 300 mm correnti 80/100 mm multistrato in legno di cedro 19 mm 15 Vetro stratificato di sicurezza praticabile, per manutenzione Sezione scala 1:500 Sezione particolareggiata scala 1:20 11 12 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 4 ∂ Piante Piano terra Piano primo Sezione scala 1:500 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Castello Edificio amministrativo Foresteria Ponte/ingresso principale Corte interna Caffetteria Lounge Sala da pranzo Studio Colonne/deambulatorio Salone Seminari Sala club Clausura Particolare corpi illuminanti scala 1:10 A B C 1 Lastre di travertino 80-120 mm intercapedine d’aria 50 mm isolante termico 120 mm c.a. 300 mm correnti 80/100 mm multistrato in legno di cedro 19 mm 2 Multistrato a tre fogli in legno di cedro 22 mm 3 Legno squadrato 40/40 mm 4 Profilo di acciaio L 120/80/8 mm 5 Tavola portante in legno con nastro di feltro 160/40 mm 6 Profilo di acciaio IPE 120 7 Asole per aerazione 8 Tubolare di acciaio ¡ 100/60/5,6 mm 9 Pulpito in multistrato a tre fogli, legno di cedro 10 Parapetto in maglia di bronzo tra profili in bronzo ¡ 40/10 mm 11 Pietra naturale 20 mm malta di allettamento 5 mm massetto all’anidride 72 mm pellicola PE sistema di riscaldamento a pavimento 33 mm isolamento termico 20 mm 12 Lastre di travertino 50 mm grigliato di acciaio regolabile in altezza 50 mm struttura non a vista in acciaio IPE 120 13 Grigliato di acciaio zincato 14 Vetrata isolante in stratificato 15 Lamiera di alluminio piegata con irrigidimento Pagina 338 Centro congressi Palazzo Hohenkammer Il palazzo Hohenkammer, a circa 40 Km a nord di Monaco, è uno dei pochi esempi bavaresi di palazzina rinascimentale sull’acqua. La ristrutturazione, operata negli anni ’70 del secolo scorso, ha distrutto molta della sostanza storica, sostituendo con travi di ferro e pannelli in calcestruzzo alveolare la maggior parte dei solai lignei originari. L’intervento recente non sarebbe quindi stato in grado di riportare il fabbricato alle condizioni originarie. Gli architetti, non essendo più nelle condizioni di stabilire una relazione di contrasto fra l’esistente e il nuovo, hanno optato per l’armonizzazione delle stratificazioni storiche, cercando di ottenere un’uniformità spaziale. I frammenti storici non demoliti durante la ristrutturazione degli anni ’70 sono stati accuratamente conservati mentre i nuovi elementi restano riconoscibili solo in seconda analisi. Anche nell’area moderna destinata ai seminari e alle conferenze le attrezzature impiantistiche necessarie sono state mimetizzate nel miglior modo possibile, a volte attraverso una tematizzazione: il riscaldamento a parete sotto l’intonaco è leggibile come zoccolatura ad altezza di parapetto, le asole nel pavimento per l’impianto di comunicazione generano sul parquet un motivo di reminiscenza rinascimentale. Da un unico tipo di corpo illuminante sono derivate le soluzioni a parete per gli spazi di distribuzione e per quelli comuni, o le soluzioni sospese singole o a gruppi per lo spazio seminari, per la parte dedicata alla preparazione gastronomica e nell’aula magna. I materiali edilizi convenzionali come l’intonaco, il massello di legno e la pietra naturale fungono da collegamento tra esistente e nuovo. I locali sono decorati con pitture murali astratte che seguono la tradizione di quelle rinascimentali: motivi floreali di Martin Schwenk nelle anticamere e negli studioli e un’opera grafica di Lawrence Weiner nell’antica cappella. Le travi di acciaio rivestite durante l’intervento ricordano le antiche travi lignee. La nuova riorganizzazione degli spazi all’interno della struttura storica, soprattutto il salone disposto su due livelli e l’ampia scala con il parapetto metallico di reminescenza classica, amplificano l’ampiezza degli ambienti. Planimetria generale scala 1:4000 Lampada a sospensione Lampada a muro Lampadario salone 1 Box in lamiera di acciaio, brunito ottone-antico 2 Tubolare di sospensione in acciaio, brunito ottone-antico Ø 5 mm 3 Rete di protezione parainsetti maglia 1 mm 4 Lamiera piegata in acciaio, brunito ottone-antico 5 Lampada 6 Lastra di vetro (trasmissione luminosa 32%) in vetro di sicurezza trasparente 3 mm + strato diffusore opalino 0,45 mm 7 Vetro bianco satinato 3 mm 8 Coperchio incollato 9 Lamiera di acciaio, brunito ottone-antico 10 Scatola derivazione incassata in nicchia a muro 11 Tubolare di sospensione in acciaio cromato 12 Lastra di vetro serigrafata a fasce, satinata, corpo di vetro incollato in modo reversibile 13 Telaio cromato del corpo illuminante (dotato di passacavi nascosto) ∂ 2008 ¥ 4 Inserto ampliato in italiano Pagina 342 Hotel a Obanazawa Molte realizzazioni di Kengo Kuma sono caratterizzate dalla spettacolarizzazione della materia, spesso ottenuta un unico materiale da costruzione dominante. Il radicale intervento di ristrutturazione operato in questo hotel termale si basa sulla lavorazione manuale dei diversi materiali tradizionali e sull’esecuzione minuziosa dei particolari costruttivi. Nella nevosa regione di Obanazawa, a nord della grande isola giapponese di Honshu, prediletta dai circuiti turistici e conosciuta per le fonti di acqua calda (Onsen), le strutture di accoglienza tradizionali giapponesi sono allineate lungo le sponde del fiume Ginzan, una a fianco all’altra. Anche se molti di questi hotel sono stati visibilmente modernizzati di recente, l’architetto non si è posto nemmeno lontanamente il problema di apportare ampie modifiche a livello di scala o di cubatura all’antico “Ginzan Onsen Fujiya”; accettando tuttavia il compito di attualizzare la costruzione e metterla in grado di soddisfare ogni moderno requisito di comfort. L’edificio esistente è stato per lo più smontato e ricostruito impiegando vecchi e nuovi elementi edilizi. Esternamente, il fabbricato si distingue per le aperture delle finestre ampliate e le lamelle di legno che articolano le facciate, ma anche per lo specchio d’acqua e la parete di vetro semitrasparente scorrevole che separa l’area di ingresso, reinterpretando in chiave moderna l’aspetto tradizionale delle strutture ricettive giapponesi. All’interno, si inserisce un ampio foyer disposto su due livelli. Una parte della pareti interne è rivestita di carta giapponese a mano, mentre le pareti e i soffitti degli spazi di distribuzione e dei servizi sono ricoperti con pannelli di verghe di bambù, che servono anche a creare la divisione semitrasparente intorno al foyer. Nei bagni termali aperti al pubblico l’architetto enfatizza alcuni materiali tradizionali come il bambù o il legno di hiba. L’illuminazione indiretta e le viste panoramiche sul paesaggio circostante creano un’atmosfera di serena tranquillità. La divisione degli spazi è essenziale; gli arredi appositamente progettati per il foyer e per le stanze degli ospiti esibiscono un grande rigore formale contribuendo alla creazione di uno spazio contemporaneo e contemplativo all’interno di un involucro tradizionale. Piante Sezione scala 1:400 1 2 3 4 5 6 7 8 Specchio d’acqua Ingresso Atrio d’ingresso Caffè Cucina Ufficio Spogliatoio/ricreazione dipendenti Area bagni termali Traduzioni in italiano 9 Camera ospiti 10 Sala da pranzo 11 Loggia Particolare bagno scala 1:20 1 Manto di copertura in olmo 30/100 mm (distanza 102 mm), listelli in olmo 30/50 mm 2 Lastra acidata in stratificato di sicurezza 3 Travi di legno 60/120 mm 4 Aperture di aerazione 5 Profilo di chiusura in acciaio inox 6 Rivestimento in tavole di olmo verticali e sfalsate 15 mm listelli 15/40 mm 7 Listelli in legno hiba 12/40 (distanza 33 mm) lastra di copertura in legno hiba 15 mm pannello per ambienti umidi 9 mm listelli 25/40 mm pannello poliuretanico isolante 26 mm guaina impermeabilizzante c.a. 150 mm 8 Guida in acciaio inox curvata per illuminazione indiretta 9 Ghiaia tonda massetto 20 mm guaina impermeabilizzante 10 Vasca in legno hiba 11 Listelli in legno hiba 12/40 mm (distanza 10,5 mm) listelli 20/40 mm listelli 90/90 mm 12 Piano lavabo in aomori-hiba 13 Listelli in hiba 12/40 mm (distanza 21 mm) listelli 20/50 mm 14 Rivestimento in bambù disposto verticalmente Sezione particolareggiata scala scala 1:20 scala 1:5 1 Carta giapponese incollata carta all’idrossido di alluminio cartongesso 12,5+12,5 mm multistrato 9 mm 2 Vetro acrilico traslucido 4 Lamiera di acciaio piegata 1,6 mm 5 Unità d’illuminazione con fissaggio magnetico 6 Parquet di olmo 15 mm multistrato 12 mm isolante 60 mm multistrato 18 mm 7 Pedata in olmo 36 mm 8 Asta in acciaio trattato con acido fosforico Ø 9 mm 9 Manicotto in acciaio trattato con acido fosforico Ø 14/2 mm 10 Carta giapponese incollata carta all’idrossido di alluminio cartongesso 12,5+12,5 mm 11 Rivestimento: verghe di bambù inserite in telaio di olmo 12 Fodera di rivestimento rattata con acido fosforico Ø 2 mm 13 Dado saldato con la fodera di rivestimento 13 Tecnologia Pagina 350 Progettare la luce Gerd Pfarré La luce affascina. La luce è carica di magia. E’ uno strumento seducente e versatile che dà un’impronta alla quotidianità della nostra vita. La luce ci permette di vedere, stimola, informa e ci rende felici. Ma può essere anche desolante e fastidiosa. Non esiste forma visiva che possa essere percepita senza luce. Alla base del lighting design sta un’elevata qualità della luce e un’idea. Impressioni formali e aspetti tecnici come le caratteristiche dei corpi illuminanti, sistemi e apparecchi di regolazione oltre ai relativi requisiti tecnici e ai contenuti progettuali sono molto importanti, anche se sono subordinati all’idea formale. Per raggiungere gli obbiettivi formali di ogni progetto, il progettista deve essere in grado di confrontarsi con uno strumentario di tecnologie versatili in continua fase di implementazione. Uno dei primi compiti del progettista della luce è includere l’illuminazione del luogo in una fase progettuale precoce; partendo da diverse angolazioni visive, crea una sorta di presentazione tridimensionale virtuale a 360° 14 Traduzioni in italiano Inserto ampliato in italiano 2008 ¥ 4 ∂ media e di sicurezza, relazionarsi in una fase preliminare con un lighting designer diventa sempre più necessario. La procedura ha un valore generale, ma riguarda in particolare progetti con soffitti in calcestruzzo armato: il processo di lighting design deve iniziare ben prima per definire anticipatamente tutte le indicazioni riguardanti le nicchie, i particolari di connessione, l’alloggiamento di scatole o pezzi speciali per luci ad incasso. che tiene in considerazione i requisiti della luce definiti sulla base delle finalità visive, dell’orientamento e della presentazione. Un lighting designer riesce ad ottenere consenso in qualsiasi situazione spaziale. Il progettista della luce è “the lighting eye of the architect”. Architettura e progettazione della luce si valorizzano a vicenda. La conformità a certi “requisiti convenzionali” quali la necessaria intensità luminosa, l’uniformità d’illuminazione o la disposizione di un impianto di illuminazione economico di facile uso e manutenzione, è comunque un aspetto irrinunciabile. Per chi allestisce con la luce è importante individuare in una fase iniziale il potenziale del luogo, dell’architettura e dello spazio, armonizzando le componenti con la funzione desiderata. Anche ottemperare alle normative in vigore ad esempio alle normative antincendio, a quelle sui luoghi di ritrovo, ecc. è uno dei compiti del lighting designer al pari di prendere in considerazione le stratificazioni storiche o le esigenze dettate da un progetto conservativo. Cooperazione tra architetto e progettista tecnico. Il lighting designer può collaborare con architetti e tecnici per sviluppare strutture spaziali e atmosfere che caratterizzano un progetto. La cosa non coinvolge soltanto l’aspetto di un edificio quanto piuttosto la qualità dello spazio da accertare sulla base della funzione e del luogo. Prima si procede a definire il concetto di tecnica d’illuminazione come parte integrante dell’architettura e dell’impiantistica illuminotecnica, migliore è l’allestimento della luce negli spazi. Un altro vantaggio della relazione fra progetto architettonico e lighting design in fase preliminare –oltre a lavorare senza stress – sta nel fatto di avere spazio per lavorare a livello formale e per sviluppare particolari in maniera accurata tramite un timing di programmazione realistico e una buona struttura di comunicazione (processo di progettazione verificato, workshops, ecc). Data la presenza di molteplici elementi illuminotecnici a soffitto e l’implementazione di altri elementi accessori quali l’impianto di ventilazione forzata, lo sprinkler, gli impianti La necessità di una progettazione interdisciplinare è dovuta tra l’altro all’esigenza di verifiche statiche determinate dalla presenza di incavi per alloggiamenti tecnici; inoltre, nel caso di corpi illuminanti a soffitto, a pavimento o integrati negli arredi e nelle pareti o in altri elementi accessori, una progettazione interdisciplinare è indotta dalla necessità di particolari costruttivi spesso da verificare in stretta collaborazione con altri progettisti e con i produttori. Un lighting designer con una certa esperienza progetta un impianto di illuminazione stabile nel tempo sia esteticamente che tecnicamente. Del processo progettuale fa parte anche l’elaborazione di un fascicolo di illuminazione dove vengono raccolte tutte le indicazioni concettuali, il processo formale, l’impianto e la regolazione, la manutenzione straordinaria e ordinaria. Anche la scelta di un’idonea regolazione della luce ha un ruolo chiave negli effetti che si vengono a creare con gruppi di accensione, dimmer, ecc. Negli interni si fanno strada spesso altri professionisti provenienti dall’Interior Design, dalla grafica, dall’arte, dal marketing, dalla progettazione commerciale, dalla gastronomia e dall’illuminazione di eventi, dall’impiantista per conferenze, fino alla scenografia. Lo scambio critico-creativo con l’architetto è molto utile. Per il lighting designer è molto interessante rielaborare soluzioni a livello interdisciplinare con tutti i partners e realizzare un progetto con la “luce giusta”. La cosa non cambia sia che si tratti di un piccolo progetto d’interni che di un progetto d’esterni a grande scala urbana: il momento in cui per la prima volta l’impianto entra in funzione è magico. Onorario e qualifiche Il quadro prestazionale di un libero professionista si orienta alla fase 1-9/HOAI §§68-73 traducibile a livello internazionale nelle “Guidelines of specification Integrity” dell’Association of Lighting Designers IALD. Tra le prestazioni particolari si annoverano la progettazione di corpi illuminanti particolari, modelli, Mock-up, prove luce (in loco o in studio), modifiche operate su corpi illuminanti di serie, analisi sotto un cielo artificiale, rendering, animazioni, calcoli economici e aziendali. Le prestazioni progettuali e di design come la consulenza potrebbero essere riconosciute anche a forfait oppure definite caso per caso. Non esistono tariffari per la progettazione di illuminazione urbana, pianificazioni generali d’illuminazione e piani d’illuminazione naturale. La qualificazione degli aderenti ai due albi professionali, il IALD (www.iald.org) e il PLDA (www.pld-a.org), rispecchia gli standards professionali ed etici di questa professione relativamente recente. A seguire, l’analisi di due progetti, entrambi più volte premiati a livello internazionale. “Manufactum” a Monaco di Baviera Otto corpi d’illuminazione del diametro di 3,4 metri realizzati ad hoc dominano lo spazio commerciale di circa 1.000 mq di “manufact”. Esternamente hanno un effetto catalizzatore, negli interni si relazionano dimensionalmente ad un’architettura imponente e ad una infinita varietà di prodotti in vendita. Sono reminiscenza di storici lampadari a corona: la sala principale è l’unico spazio dell’”antica corte” risalente al XII secolo sopravvissuto integro alla guerra. L’installazione degli otto corpi illuminanti contribuisce a mitigare il soffitto a volte. Tredici ulteriori corpi d’illuminazione di soli 1,2 metri di diametro proiettano luce sugli articoli presentati nel cosiddetto “gabinetto”. Il concetto illuminotecnico definisce esattamente i seguenti criteri d’illuminazione: i lampadari tondi provvedono ad una illuminazione economicamente vantaggiosa con livello di luminosità di base a medio contrasto. Sulla corona più esterna sono stati poi montati proiettori cardanici (a rotazione libera) attivi. Ogni corpo è dotato per due terzi di lampade a ripartizione estensiva, per un terzo a ripartizione intensiva. L’angolo di distribuzione della luce relativamente ampio ha la funzione di mettere in risalto i gruppi di prodotti, mentre i proiettori con angolo stretto sviscerano tramite una luce focalizzata di particolare intensità decorativa. Dodici corpi illuminanti dimmerabili rischiarano la superficie luminosa interna di ciascun corpo. Un rivestimento in pellicola traslucida garantisce una diffusione uniforme della luce. L’impianto sprinkler in acciaio inox viaggia parallelamente all’impiantistica elettrica, all’illuminazione di sicurezza e alla regolazione della luce. Una particolare attenzione è stata rivolta all’illuminazione della sala a volte ristrutturata. Sebbene siano presenti diversi elementi di illuminazione, si è ritenuto indispensabile che l’asse visivo centrale restasse privo di corpi illuminanti. Le volte sono rischiarate ∂ 2008 ¥ 4 Inserto ampliato in italiano con proiezione di luce indiretta realizzata tramite minimali Uplights realizzati appositamente per il progetto, collocati al punto di spicco delle nervature dell’arco della volta. L’illuminazione dello shop si colloca in corrispondenza del punto in cui le nervature confluiscono (tre proiettori per ogni lato). Il concetto di luce del negozio è stato studiato in stretta collaborazione tra committente, architetto, architetto d’interni, progettisti tecnici e produttori. La progettazione del sistema di illuminazione e dei corpi illuminanti è base per i computi estimativi sui quali poi si assegna un appalto ad un produttore specializzato in luci. Il controllo programmato dell’illuminazione con cui creare scenari a quattro colori – inclusa l’’illuminazione delle vetrine, l’illuminazione pubblicitaria e la scenografica illuminazione notturna-, consente un’illuminazione alla portata di tutti. Traduzioni in italiano Paralleli ai nastri di luce i corpi fluorescenti illuminano indirettamente con riflettori asimmetrici la superficie riflettente sopra il reticolo. La distribuzione della luce avviene tramite diffusori in acrilico. L’aspetto del soffitto è equilibrato. L’intensità luminosa viene calibrata da un sistema di regolazione tarato sull’intensità della luce naturale esterna per il risparmio energetico. Il soffitto luminoso pensato per l’intera superficie espositiva di 1.000 mq è un elemento studiato e realizzato appositamente per Globus. E’ una “lighting superstructure” con campi di soffitto completamente illuminati e binari ad elevata flessibilità per luce diretta orientabile; una superstruttura con un ruolo fondamentale nel nuovo concetto di shop dove è importante l’atmosfera, l’orientamento, la qualità, la motivazione dei dipendenti e la presentazione degli articoli in vendita. ∂ - Inserto in italiano Zeitschrift für Architektur Rivista di Architettura 48° Serie 2008 · 4 Luce e interni L’Impressum completo contenete i recapiti per la distribuzione, gli abbonamenti e le inserzioni pubblicitarie è contenuto nella rivista principale a pag. 431 Redazione Inserto in italiano: Frank Kaltenbach George Frazzica Monica Rossi e-mail: [email protected] telefono: 0049/(0)89/381620-0 Partner italiano e commerciale: Reed Businness Information V.le G. Richard 1/a 20143 Milano, Italia [email protected] [email protected] “Globus” a Zurigo “Manufactum” a Monaco di Baviera, 2006 In occasione della modernizzazione della sede centrale del rinomato grande magazzino “Globus” sulla Löwenplatz, si è predisposto lo sviluppo di un piano d’illuminazione per 13 filiali. L’analisi riassuntiva dell’esistente e i requisiti dell’illuminazione hanno costituito la base per il concetto di lighting design. Un ruolo cardine è stato dato alla necessità di creare per i clienti un’atmosfera serena durante gli acquisti in un ambiente che fosse alla vista armonioso. Il concetto si basa su un ampio campo luminoso che si estende sul soffitto. Nastri di luce accompagnano i settori merceologici, mentre altri componenti tecnici che di solito deturpano l’aspetto del soffitto come l’impianto di climatizzazione e di aerazione, lo sprinkler, l’amplificazione, l’illuminazione di emergenza e le telecamere dell’impianto di sicurezza non sono visibili essendo integrati in queste fasce. Per garantire flessibilità al variare della presentazione degli articoli esposti è stato sviluppato un sistema con proiettori scorrevoli che è possibile posizionare in modo preciso tramite una sospensione cardanica e due diversi angoli di distribuzione. Corpi illuminanti, cavi, viti e tutti gli altri elementi tecnici all’interno del canale hanno lo stesso colore. La realizzazione di un apposito “carrello” invaso consente di far slittare i proiettori su un esiguo profilo di acciaio all’intradosso del canale. Il fissaggio avviene tramite viti a testa zigrinata per non scalfire la superficie dei profili. Numerose le soluzioni grafiche del soffitto in metallo al fine di determinare la relazione ottimale tra dimensione del reticolo geometrico, larghezza e trasmissione luminosa. Architetti: Landau+Kindelbacher, Monaco di Baviera Progettazione della luce: pfarré lighting design, Monaco di Baviera 1 2 3 4 5 6 Schizzo della situazione dal punto di vista dell’illuminazione, spazio principale centrale Spazio centrale con vista sul passaggio delle volte Passaggio delle volte Schizzo del particolare costruttivo del corpo illuminante a sospensione Corpo illuminante a sospenzione del “gabinetto” (diametro 1,2 mt) Corpo illuminante a sospensione della “sala centrale” (diametro 3,4 mt) Fonti delle illustrazioni: pag. pag. pag. pag. pag. pag. 2: Chiara Baldacci, Milano 4: Ken Shore, Trieste 6: Klaus Maria Einwanger, Rosenheim 7: Bulthaup GmbH 8: Alberto Ferrero, Milano 9 sinistra: Florian Holzherr, Monaco di Baviera pag. 9 centro: Yasmine Eid-Sabbagh, Paris pag. 9 destra: Frank Kleinbach, Stuttgart pag. 10 sinistra. Heinz Unger, CH-Schlieren pag. 10 destra: Hermann Rupp, Kempten pag. 12 sinistra: Michael Heinrich, Monaco di Baviera pag. 12 destra.Daici Ano, Tokio “Globus” a Zurigo, 2005 Architetti: Globus progettazione e direzione progettuale, Zurigo Progettazione della luce: pfarré lighting design, Monaco di Baviera 7 8 Particolare costruttivo del canale di luce/reticolo geometrico soffitto Schizzo particolareggiato canale di luce1 Gerd Pfarré nel 1998 inizia a dirigere la pfarré lighting design a Monaco di Baviera dopo aver collaborato per anni con Ingo Maurer. E’ membro dell’International Association of Lighting Designers IALD a Chicago e in Germania Ha realizzato diversi worlshop, partecipato a progetti internazionali e ricevuto vari premi per il suo lavoro. Piano editoriale anno 2008: ∂ 2008 1/2 Costruire con il Cemento ∂ 2008 3 Detail Conzept: Asili ∂ 2008 4 Luce e interni ∂ 2008 5 Materiali plastici e membrane ∂ 2008 6 Costruire semplice ∂ 2008 7/8 Grandi strutture portanti ∂ 2008 9 Detail Conzept: abitare ∂ 2008 10 Facciate ∂ 2008 11 Costruire con il Legno ∂ 2008 12 Tema particolare 15 • Luce – naturale e artificiale Materia luce • Intonaci – stucchi e pitture Le facciate intonacate e poi -pittura, tinta o rivestimento? • Trasparenze – vetri plastiche e metalli Materiali trasparenti, traslucidi, perforati Lo stato dell’arte dei materiali da costruzione diafani Il materiale traslucido offre al progettista un’ampia libertà creativa, impensabile con il vetro, che consente un rapporto sensoriale con la luce e stimola l’avvincente alternanza di interni ed esterni. Attraverso l’impiego di nuovi vetri speciali, lastre di materiale sintetico, membrane e metalli perforati è possibile ottenere una nuova interpretazione delle atmosfere create dagli antichi finestroni colorati delle chiese, dalle sottili lastre di alabastro e dai riquadri di carta intelaiata dei tempi passati. Frank Kaltenbach, 2003 108 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21× 29,7 cm Gli intonaci, le tinteggiature e i rivestimenti determinano l’aspetto delle superfici, creano effetti spaziali, giocano con la luce. Il loro impiego è determinante per la caratterizzazione formale dell’edificio e per la qualità dello strato protettivo. Il nuovo volume di DETAIL Praxis “Intonaci, colori, rivestimenti” presenta convincenti soluzioni, sia tradizionali che innovative. Gli autori descrivono e definiscono i fondamenti della materia, indicano gli aspetti problematici e offrono utili suggerimenti per la pratica dell’edilizia. Utilizzando i particolari di due costruzioni esemplari, gli esperti documentano in scala 1:10 la realizzazione di tutti i giunti più importanti di un edificio. Alexander Reichel, Anette Hochberg, Christine Köpke 2004. 112 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm La luce, più di qualsiasi altro materiale, determina gli effetti volumetrici dello spazio, crea l’atmosfera e mette in scena l’architettura. Negli spazi ben illuminati ci sentiamo bene e siamo produttivi; la luce migliora la salute. Inoltre, un’accurata progettazione illuminotecnica in grado di coordinare le fonti naturali diurne con quelle artificiali conduce invariabilmente a grandi risparmi energetici, soprattutto negli ambienti destinati ad ospitare uffici. Il nuovo volume della collana DETAIL Praxis approfondisce i fondamenti della progettazione illuminotecnica sia nel campo della luce diurna che artificiale avvalendosi del contributo dei migliori specialisti in questo campo. Accanto alle semplici regole di buona progettazione che coinvolgono il disegno planimetrico, l’orientamento dell’edificio e l’articolazione della facciata, il manuale offre un’ampia visione d’insieme dei più attuali sistemi d’illuminazione naturale e artificiale, valutandone l’efficacia nel contesto di alcuni progetti esemplari. Ulrike Brandi Licht, 2005 102 pagine con numerose illustrazioni e fotografie. Formato 21×29,7 cm Buono d’ordine Fax +49 (0)89 398670 · [email protected] · www.detail.de/italiano · Tel. +49 (0)89 3816 20-0 ∂ Praxis ___ 3 Libri + CD ROM in un cofanetto (Intonaci, Luce, Trasparenze) € 139,10 + costo di spedizione e imballaggio per un cofanetto: € 9,63 Desidero ricevere le pubblicazioni al seguente indirizzo: Modalità di pagamento: ¥ Carta di credito/Kreditkarte Nome/ Vorname ¥ VISA ¥ Eurocard/ Mastercard ¥ Diners ¥ American Express Cognome/Name Professione/Beruf Carta no/ Kartennr. Via, piazza, no/ Straße, Hausnummer Scadenza (mese/anno) Verfallsdatum (Monat/Jahr) CAP, città, prov./ PLZ, Stadt Importo ™/ Betrag ™ Telefono, Fax / Telefon, Fax ¥ In contrassegno/Gegen Rechnung Telefono cellulare/Handy E-Mail L955 ¥ Si, desidero ricevere gratuitamente per e-mail la newsletter mensile di DETAIL Data, Firma del titolare/ Datum, Unterschrift Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG, Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. +49 89 38 16 20-0, Fax +49 89 39 86 70, E-Mail: [email protected] I prezzi sono riferiti al listino di novembre 2007 ∂ Praxis 3 libri + CD ROM in un cofanetto: