∂ 2003 ¥ 3 Testo in italiano ∂ – Rivista di architettura Testo in italiano 2003 ¥ 3 · Scuole Traduzione: Architetto Rossella Letizia Mombelli E-Mail: [email protected] Testo in italiano vano essere standardizzati, tipizzati. Il loro valore risiedeva nella qualità della localizzazione e nella funzione esplicita assolta. Le superfici tradizionalmente destinate ai lunghi e noiosi corridori furono assemblate per creare un unico spazio intorno al quale disporre le aule. Esternamente l’edificio aveva un aspetto introspettivo, mentre all’interno gli spazi erano aperti e polivalenti; accoglievano diverse attività scolastiche e allo stesso tempo fornivano lo spazio per gruppi privati e associazioni locali. Alla fine degli anni ’50 abbiamo progettato una scuola elementare presso Lorch, e all’inizio degli anni ’70 lo stesso comune ci ha commissionato il progetto della scuola superiore “auf dem Schäfersfeld” (fig. 3–5), situata su un’altura nei pressi dell’abitato. Anche in questo caso, le aule dalle forme irregolari erano distribuite ad anello intorno ad uno spazio a doppia altezza. Sotto altri aspetti i dettagli erano diversi da quelli della scuola di “in den Berglen”. Al piano terra, la disposizione circolare degli spazi si apriva verso nord dove si trovavano l’ingresso principale, le aule speciali, gli spazi riservati agli insegnanti e altre aree complementari. La geometria della struttura portante conferiva un ordine severo che non andava comunque a condizionare i subsistemi costruttivi. Agli inizi degli anni ’80 abbiamo realizzato un’altra scuola superiore sul Schäfersfeld (fig. 6,7). Le caratteristiche distintive di questo edificio erano un uso adeguato dei materiali, una forma logica e versatilità dell’insieme. Lo scopo era di rendere tutti gli elementi dell’edificio leggibili individualmente. Invece di scegliere una forma circolare, che sotto certi aspetti non era stata soddisfacente, abbiamo scelto per la pianta il triangolo equilatero, una figura geometrica , come il cerchio, dalla forma rigorosa e definitiva . L’impianto triangolare definiva anche la hall centrale del complesso. Le aule erano disposte solamente su due lati, affaccite sulla meravigliosa valle di Rems, sul’abitato di Lorch e Hohenstaufen. Lungo il terzo lato, la hall centrale si apriva con una parete completamente vetrata verso Schäfersfeld e la vicina foresta sveva. Le scuole che abbiamo recentemente pro- Pagina 148 Molteplicita’ e democrazia 50 anni di progetti di scuole da Behnisch & Partner In Germania, l’assegnazione di incarichi per i progetti di edilizia scolastica e di opere pubbliche avviene mediante concorsi. Durante i primi anni di attività dello studio, abbiamo ottenuto numerose commesse grazie a concorsi pubblici. Nel 1952 abbiamo progettato la nostra prima scuola presso Schwäbisch Gmünd, nel 1959 la Vogelsang School a Stoccarda e il Hohenstaufen Gymnasium a Göppingen, seguiti da numerosi altri progetti. Negli anni ’50 e ’60 la progettazione per l’edilizia scolastica era priva di qualsiasi forma di ideologia. L’obiettivo era costruire luoghi aperti e liberali per l’apprendimento, adeguandosi il più possibile alla situazione sociale-politica locale. Verso la fine degli anni ’60 divenne evidente l’influsso dell’ideologia nella progettazione. Le scuole a tempo pieno dovevano fornire uno spazio educativo alternativo a quello familiare. Il processo di produzione del sapere acquista omportanza; insegnanti e studenti si trovano isolati dal mondo esterno all’ interno di “spazi di produzione” illuminati e areati artificialmente. Durante questa fase fummo incaricati della progettazione e della realizzazione della scuola “in der Berglen” presso Opppelsbohm, una scuola unificata che serviva quattro comuni più piccoli (Fig. 1,2). Prioritario era sottostare al programma spaziale dell’amministrazione scolastica che prevedeva per esempio pareti divisorie scorrevoli che all’occorrenza avrebbero permesso la partizione o l’ampliamento dello spazio. In altre parole, si desiderava che l’edificio fosse flessibile agli adattamenti previsti in futuro. Abbiamo cercato in qualche misura di soddisfare questi requisiti concentrando il nostro impegno nell’ implementare l’idea di architettura democratica. Il nostro approccio si è basato sul concetto di collettività e di individualità, di una società con valori comuni e libera da imposizioni. Di conseguenza, anche gli spazi per l’insegnamento non pote- 1 1 gettato sono naturalmente frutto dell’esperienza accumulata negli ultimi anni. Il centro di educazione per disabili di Bad Rappenau (1991) insiste su un’area verde allungata, collocata in prossimità del centro urbano. Abbiamo inserito il corpo di fabbrica su un terreno leggermente in pendenza in modo che i due livelli fossero direttamente accessibili dal piano di calpestio. La disposizione fortemente articolata è espressione della distibuzione interna. Gli spazi interni, in un susseguirsi di piccoli raggruppamenti, si aprono verso l’intorno, verso il sole e i prati. Al centro, e’ racchiusa la piccola hall che costituisce il punto di riferimento del complesso scolastico. La scuola professionale di Öhringen (1993), localizzata in mezzo ad aree verdi a prato, insiste su un territorio segnato dall’autostrada Heilbronn-Nürnberg e da un tessuto periferico urbano con destinazione industriale. In questo tessuto eterogeneo abbiamo progettato un complesso autonomo in grado di conferire un nuovo carattere all’intorno. L’impianto centrale che si sviluppa su due livelli è sollevato su pilotis e dispone le aule in una successione radiale. Al centro, si trovano le scale, gli spazi complementari e un’ampia hall a tripla altezza. Tutte le forme e gli elementi sono derivanti dall’impianto circolare. Poiché la facciata di vetro verso il cortile interno doveva essere “opaca”, il pittore Erich Wiesner commissionato aveva il compito di dissolvere visivamente questa pelle attraverso un acceso cromatismo esteso anche alle pareti divisorie tra aule e corridoio. Il nuovo ginnasio St Benno di Dresda, costruito nel 1996 (fig. 8,9), si trova in un’area ad alta densità di traffico. Le aule sono protette dai rumori della strada da un’alta muratura e si aprono verso ovest. Al piano superiore dell’edificio che si sviluppa su quattro piani, la successione delle aule è articolata in tre sezioni. Verso ovest, l’impatto dato dall’estrema vicinanza delle aule didattiche ad un complesso di edifici residenziali multipiano è stato moderato dalla posizione ruotata delle aule. L’ingresso arretra rispetto alla strada principale per creare uno spazio di mediazione fra strada e scuola. Nella scuola di S.Benno, l’intervento artistico, non è più un elemento 2 Testo in italiano accessorio dell’architettura, ma diventa leggible autonomamente. L’edificio della nuova scuola Montessori di Ingolstadt (1998) si colloca in un’area libera da preesistenze che ne delimitano i confini. L’impianto è stato concepito come aggregato di volumi funzionali connessi da passaggi coperti, atri, con ambienti privati, postazioni di lavoro collettive e giardini prospicienti le aule. Anche per il European Training Institute presso Biitburg (2002), l’area d’intervento è stata collocata in uno spazio transitorio fra paesaggio urbano e rurale. L’impianto particolarmente articolato si integra nell’ambiente urbano ed è permeato da elementi paesaggistici. Le aree sono distribuite ad isola sul terreno in maniera versatile e aperta verso il paesaggio. Il grado di flessibilita’che richiede un edificio scolastico e’ raggiungibile se si permette ai principi guida progettuali di emergere liberi da condizionamenti imposti “dall’alto”, e assicurandosi che i risultati formali cosi’ raggiunti non ne impongano indirettamente di nuovi a terzi L’espressione individuale e l’integrazione sociale diventano un tutt’uno, se anche le parti e gli elementi architettonici sono concepiti individualmente e indipendentemente. L’architettura è specchio del nostro mondo e della sua diversificazione. Günter Behnisch, nato a Dresda nel 1922, dopo gli studi svolti presso il Politecnico di Stoccarda, fonda nel 1952 il proprio studio; dal 1966 lo studio ha preso il nome Behnisch & Partner poi convertito nel 1989 in 2003 ¥ 3 ∂ Benisch, Benisch & Partner. Manfred Sabatke, nato a Pyritz, Pomerania nel 1938, dal 1970 è partner nello studio Benisch & Partner. Pagina 152 Le scuole sono il mio cavallo di battaglia Intervista con Herman Herzberger Detail: Costruisce scuole dagli anni ’60. Quali sviluppi politico-educativi pensa che si siano affermati in questi anni? Hertzberg: Attualmente, in Olanda, uno degli scopi politico-educativi è quello di conformare tra di loro le scuole private e quelle pubbliche e di unificare l’istruzione. Attraverso tale unificazione, si spera di ridurre il numero delle istituzioni; cio’ non è negativo ma non ha sempre senso. Le scuole di piccole dimensioni hanno, ad esempio, un’aspetto formale chiaro e contenuto. Le scuole di grandi dimensioni dispongono di spazi complementari, come una mediateca. Non si può dire che una scala sia meglio dell’altra. D: Quali sono i requisiti fondamentali per la progettazione di scuole in Olanda? Dagli anni ’90 stiamo vivendo una situazione di cambiamenti radicali. In passato, il Ministero esercitava la funzione di organo centrale per la formazione, la cultura e la scienza. Sette o otto anni fa, la responsabilità è passata nelle mani dello Stato. In campo di edilizia scolastica, le istituzioni statali garantiscono una copertura finanziaria di base che poi deve essere integrata dal Comune. Purtroppo ci sono poche autorità comunali che sono interessate a costruire edifici scolastici di una certa qualità. A tal proposito, c’è da dire che in Olanda, si applica ancora una legge risalente al XIX° secolo per cui le scuole cattoliche, protestanti e pubbliche sono soggette al medesimo tipo di finanziamento. Se poi vi si iscriva un numero sufficiente di studenti, dipende naturalmente dall’andamento demografico. Può comunque succedere che ci sia una carenza o un eccesso di presenze; le circostanze politiche in cui si costruiscono le scuole in Olanda sono difficili ma le scuole sono il mio cavallo di battaglia. Secondo lei, la mancanza d’interesse per una progettazione di qualità nell’edilizia scolastica è una problematica politico-sociale? Certamente. In Olanda dovremmo investire molto di più nella formazione. Purtroppo, se continuiamo a specializzarci e ad esportare conoscenze, a livello internazionale non saremo più competitivi. A mio parere, una scuola non è fatta solo di aule e corridoi. Dovrebbe essere una specie di ‘home base’, dovremmo arrivare ad identificarla come il nostro “nido”. Non si tratta solo di imparare una lingua o di apprendere matematica; in una società multiculturale, la cosa fondamentale è che i ragazzi imparino a convivere invece che ad entrare in competizione. Con quali strumenti ha convertito la sua ideologia nell’architettura? Sono dell’opinione che una scuola debba ∂ 2003 ¥ 3 essere una sorta di piccola città, un microcosmo. Per questo, a prescindere dalle singole aule, nel mio concetto di spazio considero in primo luogo gli spazi complementari. La flessibilità dello spazio si esprime ad esempio con il concetto che i corridoi non siano più delle semplici superfici distributive. Nella scuola Apollo ad Amsterdam, a differenza delle aule, i corridoi sono spazi polifunzionali dove gli studenti si possono intrattenere, incontrare, parlare, risolvere conflitti; possono essere spazi in cui si svolge l’attività didattica. Questa tendenza all’apertura desidera promuovere una vita sociale comune. C’è una relazione tra il concetto di spazio espresso nel trattato di pedagogia di Maria Montessori e la sua interpretazione? Non proprio. Sono convinto che non si possa concedere libertà solo in un certo contesto. Non si tratta di lasciar fare agli studenti quello che vogliono, atteggiamento questo che definirei “una diseducazione antiautoritaria”. La Montessori concede la maggior libertà possibile agli studenti ma solo entro certi limiti. Le possibilità di scelta si riferiscono alla forma di insegnamento; gli studenti possono scegliere come, dove, quando e con chi lavorare. Sono convinto di questo paradosso: in un ristorante con un menù spesso è terribilmente difficile dover scegliere; in un locale di elevata qualità non c’è menù, e quindi la scelta è più facile. Nei miei progetti di edilizia scolastica cerco di fornire un contesto architettonico all’interno del quale gli studenti si possano esprimere liberamente. Fino a che punto l’età degli studenti può influenzare l’architettura? A mio parere, spesso si dà troppa importanza a questo aspetto. Spesso si dice “a scala di bambino”. Io non ci credo. I bambini fanno le scale come gli adulti, non ho mai visto la necessità di scale a misura di bambino. Naturalmente tavoli e sedie hanno dimensioni adeguate per i bambini più piccoli. Su questo non si discute. Bisognerebbe invece preoccuparsi maggiormente delle fonti di luce naturale, della relazione visiva e della successione degli spazi. L’elemento della nicchia per guardaroba, ad esempio, serve ad evitare che ci siano lungo i corridoi pareti rivestite di abiti e cianfrusaglie. Purtroppo corridoi di questo tipo con un’unica funzione di percorso di distribuzione sono ancora ricorrenti nelle tipologie tradizionali. Sin dall’inizio, abbiamo voluto sviluppare un altro modello. Nel collegio di Atlas a Hoorn (2202–2004) abbiamo ulteriormente eleborato il nostro programma spaziale. In tale edificio, oltre alle aule abbiamo integrato aree didattiche, separate da porte scorrevoli a pacchetto. Nella scuola Eiladen di Asterdam (1996–2002) avevamo già introdotto le porte scorrevoli. Studenti ed insegnanti partecipano al processo progettuale? Cerco sempre di sviluppare il progetto di una scuola insieme ad insegnanti e scolari. Testo in italiano Desidero che siano partecipi all’ideazione, alla realizzazione e alla costruzione della loro scuola. Gli scolari si identificano molto di più con l’architettura. Nel College Montessori Oost di Amsterdam ci siamo incontrati ogni mese con 30–40 studenti, ma non abbiamo avuto risultati concreti: hanno mstrato interesse unicamente per la loro classe, richiedevando un numero maggiore di prese di corrente, l’acqua calda, una maggiore illuminazione naturale e possibilità di oscurare l’ambiente. Pensa che le diverse nazionalità degli studenti abbiamo un influenza sul progetto? No, fondamentalmente il mio interesse è concentrato sulle forme; cerco di sviluppare per tutti gli studenti un programma spaziale collettivo caratterizzato da due aspetti: protezione ed apertura. In questo contesto, ho capito una cosa. Per i tedeschi “spazio” è qualcosa di diverso che per gli olandesi: per noi, popolo di navigatori, i limiti sono recepiti al di là dell’orizzonte, mentre per i tedeschi, lo spazio è un luogo definito da limiti. Le architteture da Lei create sono testimoni dei suoi sviluppi culturali? Il mio progetto nasce dall’interno; sin dall’origine, in tutti gli edifici che si sviluppano su più di due piani, prevedo un collegamento verticale. Nel progetto del Ministero per le Politiche Sociali a L’Aja (1979–1990) era nata l’idea di un unico spazio di connessione, una grande hall centrale, concetto che non è però stato portato a compimento, cosa di cui mi dispiace ancor oggi. Il Ministero per le Politiche Sociali, ha significato per me la conclusione di una fase dal punto di vista formale. In seguito a questo progetto, la mia posizione in architettura è diventata più aperta, piu’ contestualizzata. Oggi sono più incline ad una progettazione fatta di grandi interventi con cui si possano unificare microstrutture. A livello regolamentare, pensa ci siano differenze nel costruire in Germania rispetto all’Olanda? Ho costruito scuole solo in Olanda, quindi non sono in grado di fare un confronto diretto. I progetti di scuole che trovo particolarmente interessanti in Germania hanno avuto un budget più elevato a disposizione di quanto sia concesso mediamente in Olanda. Per quanto concerne i regolamenti edilizi, dato che abbiamo norme europee, la situazione è ovunque abbastanza simile. In Germania stiamo progettando attualmente un grande edificio per uffici, il Media Park Office Building a Colonia. Forse non dovrei dirlo, ma trovo che gli olandesi abbiano un atteggiamento più ottuso e mirato al risparmio economico rispetto ai tedeschi. In Germania, la gente è più liberale. Tuttavia pensiamo che un edificio sia portatore di significati quali onore e potere. Anche per questo motivo cerchiamo con grande sforzo di realizzare erchitetture significative nonostante la mancanza di flessibilità dei regolamenti edilizi, cercando di collaborare in maniera comunicativa e informale con i diversi partner. 3 Un’ultima domanda: quale è il suo progetto di edilizia scolastica preferito? Do sempre molta importanza all’ultimo progetto: attualmente si tratta della scuola di Eilanden. L’intervento era alquanto complesso per la presenza, sopra il volume della scuola, di spazi a destinazione residenziale non progettati da noi. Una follia. Non avrei mai pensato che ce l’avremmo fatta. Nei progetti complicati si investe più tempo e si è felici quando arriva un successo inaspettato. E’ come con i propri figli. L’intervista con Herman Hertzberg è stata condotta ad Amsterdam da Sabine Drey e Gerard Bergers. Pagina 160 Il ‘Parco della Musica”, auditorio a Roma Per 60 anni Roma ha atteso invano un centro di cultura e di musica simile alla grande sala dei concerti che sovrastava il Mausoleo d’Augusto, demolita all’epoca di Mussolini. Nel 1993 il Comune ha indetto un concorso, vinto da Renzo Piano. Le forme dei corpi di fabbrica fanno chiaramente riferimento alla cassa armonica di uno strumento a corda. Le tre sale concerto insieme ad un anfiteatro all’aperto creano un nuovo complesso polifunzionale per Roma, situato tra il villaggio olimpico e il padiglione sportivo di Pier Luigi Nervi del 1960. Il progetto, che insiste su un’area compresa fra il Tevere e i Parioli, ha integrato i ritrovamenti archeologici di un’antica villa romana, rinvenuti durante i lavori di costruzione. Anche il museo di strumenti musicali storici fa rivivere il passato. Il complesso si compone di tre auditori indipendenti che cingono l’anfiteatro all’aperto, la piazza di questa città urbana della musica. Musica da camera, opera e teatro e anche piccoli concerti sinfonici si svolgono nella salapiù piccola di 700 posti. Al centro, la sala maggiore Sala Sinopoli con 1200 posti a sedere, ha un palcoscenico che si modifica in relazione alla platea, consentendo una grande liberta’ formale. La sala sinfonica più grande dispone di 2800 posti a sedere intorno ad palcoscenico modulare. Non solo le sale prova, anche il foyer e gli spazi intermedi con i loro rivestimenti in legno create per rappresentazioni musicali. Tutti i pavimenti e le superfici delle pareti sono di ciliegio americano. Per i pannelli acustici e quelli del controsoffitto sono stati usati pannelli impiallacciati. L’auditorio è stato inaugurato nell’aprile 2002 dopo 5 anni di cantiere. Schizzo, Renzo Piano Pagina 161 Progetto di una scuola a Manang, Nepal Situata in una remota valle dell’Himalaya nepalese, a quota 3500 metri, Manang dista cinque giorni a piedi dalla strada più vicina ed è soggetta ad un clima estremo. La scuola Lophelling fu fondata nel 1996 per ospitare 70 bambini rifugiati dal Tibet. La carenza di spazio, d’igiene e di corrente elettrica sono stati i presupposti per il progetto di 4 Testo in italiano riadattamento ed espansione dell’edificio. Realizzato con l’ausilio di un piano d’aiuto finanziario il progetto di base è stato studiato durante un sopraluogo in loco di 10 giorni. La costruzione è stata affidata ai residenti sotto la supervisione dello studio di progettazione ott plan und bau gmbh di Augusta. La nuova struttura che accoglie uno spazio di ristorazione, una cucina, sale riservate agli insegnanti e alloggi doveva essere edificata con tecnologie semplici. Il tetto piano ricoperto di terra sfrutta l’abbondante irraggiamento solare. L’intervento prevede anche la costruzione di una serra, di spazi interni riscaldati, l’uso di moduli fotovoltaici, celle solari per la generazione di corrente elettrica e collettori piatti per riscaldare l’acqua per uso comune. Pagina 166 Edilizia scolastica: tipologie Lo sviluppo dell’edillizia scolastica nel XX° secolo La scuola, un ambiente che ha lasciato quanto la casa paterna un segno profondo nella nostra memoria: tutti noi abbiamo ricordi della scuola, dei compagni e degli insegnanti, degli spazi di ricreazione e dell’odore soffocante delle aule e delle palestre nelle giornate invernali. Nell’edilizia scolastica, l’approccio formale della progettazione architettonica è da sempre testimone del mutamento delle condizioni sociali e dell’evoluzione dei principi educativi. In Germania, l’introduzione della scuola dell’obbligo risale al Trattato di Weimar (1919), anche se, già nel 1717, le Autorità prussiane avevano introdotto un programma d’istruzione obbligatorio che però, i Land tedeschi iniziarono a seguire nel XIX° secolo. Le scuole furono, in seguito, distinte tra scuole femminili e maschili. La Rivoluzione Industriale portò la necessità di forze lavoro tecniche e scientifiche specializzate che verso la fine del XIX° secolo determinò un incremento di edifici scolastici nelle città in piena espansione; non si trattava di nuove costruzioni, bensì della conversione d’edifici a nuove funzioni. Con l’introduzione della scuola dell’obbligo si stabilirono per la prima volta regolamenti per la progettazione e gli arredi; la scuola si distingue come tipologia architettonica indipendente. Tale sviluppo tipologico subì un arresto con l’avvento della 1° Guerra Mondiale; ma neppure nel Dopoguerra, negli anni ’20, si ebbe un boom di costruzioni scolastiche dato che non ne sussisteva la necessità. La scuola di Praunheim, nuovo quartiere d’espansione urbano di Francoforte, progettata da Eugen Kaufmann è un esempio dei diversi sviluppi di questa epoca. In tessuti urbani ad alta densità, caratterizzati da una limitazione di spazio, i progettisti cercano di applicare i principi della tipologia scolastica ad edifici multipiano. La sperimentazione non fu limitata al territorio tedesco: nel progetto di Hannes Meyer e Hans Wittwer per la scuola di Peter a Basilea (1926), per compensare la carenza di 2003 ¥ 3 ∂ spazi, la funzione di cortile di ricreazione è assunta dalla superficie di un corpo aggettante con struttura d’acciaio. Nella metà degli anni ’30, in concomitanza con l’affermarsi di regimi autoritari in Germania, Italia e Spagna, si diffondono anche nuovi ideali: l’ubbidienza e la devozione allo Stato influenza i caratteri culturali e pone come priorità l’allenamento ginnico e nuovi ideali educativi. In Germania, si chiudono le scuole della Riforma, mentre sorgono le nuove scuole con rigorosi corpi di fabbrica decorati dalle insegne del potere statale, come la scuola superiore femminile costruita da Karl Hocheder. La seconda Riforma scolastica si svolge in concomitanza con il secondo Dopoguerra. In seguito a numerosi Congressi inerenti l’edilizia scolastica (a Stoccarda e a Düsseldorf nel 1950, a Zurigo nel 1950 e a Rotterdam nel 1954), torna in auge l’idea dell’aula all’aperto, metafora della liberazione dalle regole autoritarie. Si costruiscono ampie tipologie a padiglione con aule caratterizzate da illuminazione bilaterale e flessibilita’ nella disposizione degli arredi. Nel 1951, Hans Scharoun propone un progetto di scuola come luogo dello sviluppo dell’umanità. L’edificio è organizzato come una successione di ambienti aperti e chiusi raggruppati lungo un percorso interno. Scharoun persegue questo concetto definito “di diversificazione piuttosto che di uniformità” coerente con il processo di democratizzazione dei metodi didattici. La scuola delle sorelle Scholl a Lünen (1962) risulta da tale ideologia: gli spazi comuni sono disposti lungo una struttura a spina, mentre le aule accoppiate in serie formano stecche perpendicolari. La particolare disposizione a catena degli ambienti esagonali consente l’illuminazione naturale dei disimpegni, la connessione di ogni aula con uno spazio all’aperto e una certa flessibilità nella disposizione degli arredi. Ad eccezione di questi singoli esercizi progettuali l’architettura scolastica rimane noiosa ed impersonale. In sintonia con un concetto di sobrio funzionalismo, nel 1961 Paul Schneider-Esleben progetta un rigoroso volume di calcestruzzo a vista articolato su tre piani per la Scuola Roland a Düsseldorf. Rispetto ai progetti organici degli architetti tedeschi degli anni ‘50, in Svizzera, dove prevalgono forme rigorose e severe, si evidenzia una differente reazione agli sviluppi politici. Nelle Scuola Cantonale di Freudenberg/Zurigo (1960), un ginnasio e una scuola superiore, Jacques Schader si ricollega alla tradizione del Movimento Moderno. Il basamento dell’edificio contenente la palestra per la ginnastica crea una piattaforma su cui sono disposti due corpi di fabbrica contrapposti: la scuola commerciale con il volume lineare e le aule del ginnasio con una disposizione più articolata. Nella metà degli anni ’60, l’organizzazione gerarchica verticale della tipologia scolastica tedesca è messa definitivamente in dubbio. In nome della “democrazia” si propone una struttura orizzontale e un nuovo tipo di edificio scolastico. Un modello integrativo di vari tipi di scuole applicato ad un unico edificio e metodi didattici alternativi sono diffusi da progetti inglesi e statunitensi. Individuali metodi pedagogici e la naturale tendenza degli scolari al lavoro in piccoli gruppi si espressero nella creazione di le aree centrali collettive come la biblioteca o le aule di gruppo che rappresentavano il cuore pulsante della scuola. In Germania, la così detta scuola pluridisciplinare si identificò con ampi edifici climatizzati e illuminati artificialmente, con aule collettive la cui disposizione variabile interna faceva riferimento alle nuove forme di organizzazione didattica. Uno dei primi progetti realizzati secondo questo modello è il ginnasio a Osterburken di Bassenge, Puhan-Schulz, Schreck (1967). Misure economiche restrittive portano alla realizzazione di progetti scarni qualitativamente non conformi a ciò che in quel momento era necessario e possibile. La flessibilità consentiva una suddivisione degli ambienti nel rispetto delle norme di protezione acustica. I vantaggi del processo di prefabbricazione e le tecnologie costruttive economiche e rapide furono presto dimenticate mentre la scuola pluridisciplinare, assunse ben presto un’immagine negativa. Contemporaneamente al dibattito sulla scuola pluridisciplinare, Gunter Behnisch contrappone un’alternativa. Con il Ginnasio “auf Schafersfeld” a Lorch (1973), egli realizza un prototipo di nuova architettura scolastica (Pag.148). L’utopia sociale degli anni ’70 è soppiantata dai requisiti d’individualizzazione e di differenziazione in cui si riflette la filosofia di Behnisch. L’influenza del modello scolastico ideato dallo studio Behnisch si protrae fino agli anni ’90: forme libere, molto vetro e acciaio, molta luce e la rinuncia a simmetrie e reticolo di riferimento. Nel 1992 lo studio Auer+Weber realizza a Monaco la Scuola Reale Helen Keller: si tratta di un corpo longitudinale dove, intorno all’atrio, sono disposte le aule speciali, i laboratori e gli spazi riservati all’amministrazione. Dalla metà degli anni ’90, si riafferma la tendenza alla progettazione di edifici cubici compatti che, a prescindere dalla loro rigida soluzione di pianta, offrono un’ampia molteplicità di relazioni spaziali. Costruire scuole oggi Le attuali realizzazioni offrono uno spettro di soluzioni molto ampie che dipendono dal livello scolare (scuole elementari o specialistiche, ginnasi o scuole), dall’età degli studenti, dall’indirizzo didattico scelto e dal programma spaziale. Anche altri fattori, come lo sviluppo di nuove competenze sociali, l’assistenza individuale, l’aspetto ecologico e l’uso di nuove tecnologie definiscono il programma progettuale. Nel nuovo modello ∂ 2003 ¥ 3 Testo in italiano di scuola, alla base dello sviluppo del progetto di organizzazione dello spazio, si impongono come presupposti, anche i regolamenti specifici di ogni Land. Il committente è il Comune oppure il Distretto Regionale, l’autorizzazione è invece rilasciata dal Provveditorato Superiore e dal Ministero alla Cultura. Tra gli attori del processo, insieme all’architetto e ai committenti ci sono anche i rappresentanti della comunità, la direzione didattica, i rappresentanti degli insegnanti e degli studenti e anche associazioni di genitori. Edition ∂ Edilizia scolastica all’estero In Austria, dal 1992 il controllo degli edifici pubblici statali e l’affidamento in concessione delle opere per mezzo di una selezione di curricula è assegnato ad una società immobiliare privata (BIG). I termini di assegnazione della progettazione delle opere di edilizia scolastica non offrono molte possibilità di inserimento a giovani e piccoli studi di architettura. Tuttavia, dato che il valore dei progetti non si basa su fattori di economicità e di realizzazioni a basso costo, si spiega l’elevata qualità architettonica dei progetti e il crescente standard degli edifici in Austria. In Francia, la legge di decentralizzazione decretata nel 1982 ha avviato una riforma del sistema amministrativo, per cui le competenze in fatto di opere pubbliche sono state demandate alle singole regioni, ai dipartimenti e ai comuni. In seguito alla riforma, negli anni Ottanta, sono stati realizzati molti progetti di scuole i cui criteri di assegnazione consistevano nell’esito di concorsi a partecipazione non selettiva, A differenza di quanto succede in Austria, cio’ ha permesso l’ingresso sulla scena di giovani progettisti. Il sistema pubblico scolastico negli USA, simile a quello francese, è de- centralizzato, ma la scelta dei progettisti avviene per mezzo di colloqui individuali, i concorsi rappresentano un’eccezione. Le aule, il cuore pulsante della scuola Nonostante il profilo dei requisiti sia stato definito in base a nuovi modelli didattici, fino ad ora non si notano sviluppi particolari nell’ambito della struttura spaziale delle aule. Anche nelle scuole pluridisciplinari, l’aula non ha subito sostanziali trasformazioni anche se a livello di attrezzature e forma si può affermare che qualcosa è cambiato. Di regola, nelle scuole elementari l’attività didattica si svolge nelle aule, per cui ambienti a doppio affaccio non sono più realizzabili. Nei successivi livelli di istruzione la distinzione delle aule per l’insegnamento delle singole materie rende costante la presenza di spazi a singolo affaccio. Lo spazio a disposizione degli scolari varia in relazione al tipo di scuola ma in genere la superficie per alunno va da 1,8 a 2,2 mq. La dimensione consigliata delle classi e’ di 8–14 studenti per le scuole speciali, e 30–35 in quelle di proseguimento. Secondo le Norme tecniche relative all‘edilizia scolastica, gli arredi delle aule non devono impedire la visuale diretta, ideale se compresa entro un angolatura massima di 60 gradi , sulla lavagna che a sua volta non deve provocare fenomeni di abbagliamento; la luce naturale deve in oltre idealmente provenire da sinistra. Oltre alle aule, in relazione alla dimensione della scuola e alla tipologia, si aggiungono laboratori e ambienti polivalenti, biblioteche, impianti sportivi con relativi spazi accessori, spazi riservati all’amministrazione e abitazione del custode; nelle scuole a tempo pieno, bisogna considerare anche la cucina, la dispensa e la mensa. Dato che nella definizio- ne del programma spaziale l’architetto ha un ristretto campo d’azione, le qualità spaziali nell’edilizia scolastica si esprimono in particolare nell’ideazione e nella realizzazione delle zone di mediazione che hanno un ruolo particolare nella comunicazione tra studenti ed insegnanti. L’aspetto acustico è particolarmente importante: sono raccomandati valori relativi ai tempi di risonanza compresi fra 0,3 e 0,5 secondi per i rumori di sottofondo di 30 db. Una cattiva acustica nelle aule non solo impedisce la concentrazione, ma fa diminuire rapidamente anche la comprensione linguistica. Tipologia dell’edificio scolastico Un importante criterio progettuale nell’edilizia scolastica è la distribuzione delle funzioni. Gli spazi dove si svolgono attività rumorose devono essere separati dalle aule per attività didattiche. Contemporaneamente è auspicabile un collegamento diretto fra le varie aree. In relazione al tipo di scuola, al numero degli studenti e alla localizzazione, si distinguono le seguenti categorie tipologiche: centrale, lineare, lineare combinato, lineare con nucleo centrale e additivo. La scuola di Allmann Sattler Wappner a Markt Indersdorf (ill.8 e pag.174) è un esempio di impianto centrale; il percorso distributivo lineare intorno ad un nucleo costituisce un elemento di rapida distribuzione dei flussi di studenti (in totale 1200). La distribuzione della pianta è molto chiara e riprende l’impianto centrale usato nel progetto di Floha del 1996; la differenza fra i due progetti sta nella scelta di una forma rettangolare, piuttosto che di una circolare. Al centro dell’architettura, gli architetti hanno collocato un nucleo con lo spazio di ricreazione, un cortile Il fascino degli involucri Le facciate del XXI° secolo ¯ Più di 100 disegni tecnici e 200 immagini ¯ 30 progetti internazionali a confronto ¯ dalle bottiglie di PET alle cortine metalliche – plastica, legno, metallo, vetro e calcestruzzo: materiali da costruzione usati in modo innovativo ¯ progetti di Shigeru Ban, Steven Holl, Thomas Herzog ed altri architetti “Involucri” Christian Schittich (Ed.) 196 pagine con innumerevoli disegni e fotografie, formato 23 ≈ 29,7 cm ISBN 3-920034-10-4 5 “Involucri” analizza le facciate futuribili di architetti di grido. Nuove prospettive nella realizzazione di involucri energetici, economici e inconfondibili: in mostra idee e soluzioni di facciate intelligenti – Dal contesto al dettaglio – tutti i disegni sono stati studiati e disegnati con competenza ed esperienza dalla redazione di DETAIL. Se desiderate ordinare “Involucri edilizi”, spedite un fax: Institut für internationale Architektur-Dokumentatio GmbH & Co. KG, Sonnenstr. 17, 80331 Monaco di Baviera, Germania, Tel. 0049 89 38 16 20-22, Fax 0049 89 39 86 70 Oppure consultate il nostro sito e ordinate online: www.detail.de 65,– € + posta li e di imballa ggio 6 Testo in italiano per le pause e un padiglione per le attività sportive. Lo spazio della ricreazione funge anche da elemento di distribuzione per gli ambienti riservati all’amministrazione e le aule didattiche. Nelle aule, disposte verso sudovest, l’illuminazione è monolaterale, mentre i laboratori sono orientati verso nord-est. Nelle aule e nei corridoi le pareti in calcestruzzo sono lasciate a vista; sono state adottate misure di protezione acustica integrando nei controsoffitti pannelli acustici. La struttura minimalista della scuola è sottolineata da un uso limitato di materiali: pareti in calcestruzzo a vista, lamelle di metallo, superfici di acero. La scuola elementare Strawberry Vale di Patkau Architects (pag. 176) e la scuola di Helmut Wimmer (pag. 178) sono due esempi di tipo lineare che risolvono in maniera differente l’assenza di un nucleo centrale. Nella prima, il programma spaziale ridotto e il limitato numero di studenti (448) permette un disegno di pianta libera. La disposizione lineare è favorita anche da flussi distributivi notevolmente ridotti dato lo svolgimento della maggior parte delle attività didattiche in aula. Un ampio spazio aperto con gradinate assolve funzioni collettive, ricreative e anche di distribuzione dato che su di esso si affacciano direttamente le aule dalla pianta articolata. Anche la scuola di Helmut Wimmer (pag. 178) è una variante rispetto al tipo lineare, organizzata su un unico livello. In confronto alla prima, la forma architettonica è alquanto sobria. L’inserimento del cortile consente l’illuminazione naturale dell’edificio articolato in tre corpi in cui lo spazio di distribuzione coincide con il nucleo centrale. Le aule per l’insegnamento specialistico e quelle applicative, la biblioteca e gli spazi riservati all’amministrazione sono distribuiti come singoli volumi lungo i corridoi e separati da elementi di facciata trasparente. Le aule si succedono a due a due intorno allo spazio centrale che le illumina. Alla categoria degli edifici scolastici lineari combinati appartengono, invece, le scuole con pianta angolare o a pettine. In alcuni casi, con questa disposizione, è possibile collocare spazi comuni nel punto di intersezione delle stecche; l’impianto favorisce, tra l’altro, la distribuzione di ambienti didattici indipendenti tra di loro. Nella pianta ad angolo della scuola di Benedito/Orteu (pag. 180), in corrispondenza dell’intersezione delle due stecche perpendicolari, si colloca l’ingresso principale e gli spazi riservati all’amministrazione; nel corpo di fabbrica che si sviluppa su un livello unico, sono distribuite una palestra, la mensa e i laboratori, nella stecca nord-ovest perpendicolare le aule. Il cortile su cui si affacciano i piccoli laboratori per gli studenti, consente l’illuminazione naturale degli interni. Questo spazio di mediazione funge da filtro visivo tra aule e laboratori. La scuola di sostegno di Dieziger e Kramer (pag.182) ha un impianto a pettine con stecche tra loro connesse da una spina longitudinale, ma i cui spazi sono usufruibili 2003 ¥ 3 ∂ in maniera indipendente. Gruppi di tre aule con con uno spazio comune intermedio formano le varie unita’ didattiche e gli spazi d’uso individuale sorgono in corrispondenza dell’intersezione del corpo trasversale con quello longitudinale. L’orientamento favorevole delle aule consente un’illuminazione naturale sul lato sud filtrata da una schermatura fissa verticale che impedisce il surriscaldamento. L’atrio centrale del complesso scolastico progettato da Stephan Eberding (pg.XX) è posto all’intersezione delle tre stecche disposte a Y e assolve la funzione di Aula magna per entrambe le sezioni. I lucernari illuminano i corridoi interni, mentre all’illuminazione laterale degli ambienti provvedono le aperture della facciata. Le tre stecche, in cui sono organizzate le aule e la sezione di sostegno, sono contraddistinte da una differenziazione cromatica che costituisce anche un elemento di orientamento e di identificazione. Le scuole con impianto additivo sono caratterizzate dall’integrazione diretta degli ambienti che negli edifici multipiano non favorisce l’illuminazione naturale. Inoltre, la successione ripetitiva degli spazi può rendere difficile l’orientamento. La soluzione escogitata da Gruntuch e Ernst nella scuola per disabili (pag. 186) ovvia queste problematiche distribuendo le aule in cinque comparti concepiti come volumi indipendenti, uniti da uno spazio con doppia funzione di distribuzione e ricreazione. L’ordine rigoroso della pianta è interrotto dall’ampio atrio, punto di riferimento e di orientamento dell’intero plesso scolastico. Lo studio dei colori nelle aule è stato pensato per consentire un’identificazione e un adattamento spaziale ai 120 bambini disabili. Scale e corridoi sono caratterizzati da vetrate colorate. Le aule di circa 50 m2 di superficie sono orientativamente pensate per 6-8 studenti e godono della migliore esposizione a sud. Tutti gli elementi del progetto sono stati pensati per i piccoli ospiti disabili e per il passaggio di carrozzelle. La facciata, all’interno è intonacata bianca, all’esterno è una cortina rivestita di mosaico su rete con accenti cromatici dati dalle vetrate colorate. Il corpo di fabbrica della scuola che si sviluppa su cinque piani e insiste su un terreno urbano (pg. 118) è articolata verticalmente. Gli architetti Miller & Marante hanno progettato un grande atrio d’accesso che funge da spazio di distribuzione verticale per i vari livelli delle aule. La pianta ha una distribuzione particolare: gli ambienti si succedono secondo una trama a fascia in cui i corridoi di distribuzione seguono i volumi sfalsati delle aule e degli ambienti complementari con un andamento labirintico. Le aule ed i corridoi affacciati sul cortile sono illuminati lateralmente. Anche l’integrazione del grande volume dell’impianto sportivo è stata risolta con una soluzione ipogea. Architettura scolastica I progetti presentati mostrano una varietà tipologica ed architettonica. Un punto comu- ne di tutti i progetti è senz’altro la ricerca di una sequenza spaziale non tanto a misura di bambino quanto mirata alla comunicazione e l’apprendimento: ed esattamente questa dovrebbe essere la funzione di un’architettura scolastica. Pagina 174 Ginnasio a Markt Indersdorf Collocato in un tessuto urbano eterogeneo ai margini dell’abitato, il corpo di fabbrica della scuola, sollevato su pilotis, è limitato da un asse viario ad alta densità di traffico e da un’area punteggiata di casali di campagna e case unifamiliari, mentre verso nordovest si apre su prati e pascoli. Il volume parallelepipedo è articolato intorno al cortile, area di ricreazione all’aperto, e all’atrio collocato in posizione intermedia. I materiali dominanti sono calcestruzzo a vista all’interno e il larice naturale sulla facciata esterna in contrasto con l’aspetto scuro del metallo sul lato verso il cortile. Le aule sono orientate verso il paesaggio agreste e sono connesse con spazi di distribuzione affacciati sul cortile. La sala ricreativa è caratterizzata da una pavimentazione a base cementizia di tipo industriale. Porte ed infissi sono in acero. Pagina 176 Scuola elementare a Victoria, Canada Il nuovo edificio, che raggruppa la scuola materna ed elementare, costruito nel 1893, si sviluppa longitudinalmente rispetto al margine meridionale dell’area d’intervento; le aule orientate verso sud, si affacciano su un parco. Dato che la natura aveva un ruolo rilevante nel programma di insegnamento, ad ogni aula corrisponde un’area giardino esterna. I rivestimenti sono stati ridotti al minimo per lasciare ampiamente a vista l’ossatura portante di legno, acciaio e cemento. Per soddisfare i requisiti fonoassorbenti, le pareti delle aule e di alcuni spazi complementari sono stati rivestiti con lastre di cartongesso. A causa di un budget limitato per le opere di costruzione della scuola, i progettisti hanno deciso di eseguire gli impianti di ventilazione, riscaldamento e illuminazione con tecniche semplici. I dispositivi di ventilazione meccanica sono stati, ad esempio, montati a vista sul controsoffitto della zona di distribuzione. Pagina 178 Scuola elementare a Vienna La copertura continua della palestra segna l’ingresso della scuola elementare per 120 bambini situata nel quartiere orientale di Breitenlee presso Vienna-Donaustadt. L’edificio, articolato in tre corpi di fabbrica disposti in linea, si sviluppa arretrato rispetto al cortile della scuola lungo la parete esterna della palestra parzialmente immersa nel terreno. La palestra funge da elemento di mediazione separando la scuola dall’asse viario principale. Gli architetti hanno collocato sui lati longitudinali orientati verso nord e ∂ 2003 ¥ 3 sud gli spazi funzionali che formalmente richiamano la tipologia in linea dell’agglomerato locale. Le aule, in posizione centrale, sono disposte in una successione accoppiata; la loro relazione con le corti verdi interne, stabilita grazie alla parete vetrata dell’atrio, è un chiaro riferimento all’edilizia residenziale unifamiliare circostante. In ognuna delle cinque corti-giardino destinate all’uso degli scolari delle classi adiacenti e’ stato piantato un albero. La copertura verde estensiva è elemento di coesione che conferisce uniformità agli spazi differenziati della scuola. La palestra, connessa alla scuola da un sottile e lungo passaggio coperto, si sviluppa su un livello; le pareti realizzate in muratura sono esternamente intonacate bianche ,scandite dalle bucature delle finestre. Il volume si affaccia sul cortile con una facciata trasparente di montanti e correnti d’alluminio. Avvolgibili in stoffa traslucida proteggono l’interno dalle radiazioni solari. Come rifiniture interne sono stati scelti, parquet e tinte chiare per le aule e un pavimento di pietra naturale grigio-verde per corridoi e laboratori. Nel cortile e’ installata una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. L’impianto flessibile è stato studiato per consentire, negli anni a venire, un ampliamento della struttura di quattro nuove aule e un asilo. Pagina 180 Scuola di proseguimento a Castelló d’Empúries Coerentemente con la morfologia urbana della località catalana, la scuola si sviluppa su un unico livello. Una torre, che sorge in corrispondenza della punta della struttura ad angolo, costituisce un segno urbanistico di riferimento oltre a contrassegnare l’ingresso. L’edificio è stato volutamente collocato nella parte nord dell’area d’intervento per proteggere gli spazi ricretivi e dello sport dal tipico vento di Tramontana delle regioni montuose circostanti. L’arretrare e aggettare della facciata genera un gioco di luci ed ombre che conferisce alla facciata un particolare aspetto formale che si aggiunge a quello materico dato dalla convivenza di tre materiali (cemento a vista, vetro profilato e lamiera di zinco traforata). Nonostante la molteplicita’ dei materiali, l’immagine della scuola risulta uniforme. Nella ala est sono collocate la mensa e la palestra, mentre l’ala ovest è limitata da un lungo corridoio concepito come una strada interna di connessione. Cortili interni portano la luce nell’edificio; al piano terra si trovano la biblioteca e i laboratori, mentre sul cortile si affacciano le classi, unici ambienti distribuiti su due piani. L’articolazione in pianta e la successione ritmica è leggibile anche in facciata dove aggettano i volumi dei laboratori con finestre schermate da pannelli leggermente ondulati di lamiera traforata. Anche sul lato sud le vetrate antepongono pannelli di lamiera traforata su un’orditura strutturale per ridurre l’incidenza delle radiazioni solari. Testo in italiano Pagina 182 Centro speciale di sostegno pedagogica ad Eichstätt L’edificio, risolto con una struttura a pettine su due e tre piani si apre verso il preesistente centro scolastico attraverso tre corti : una concepita come laboratorio all’aperto, quella centrale come spazio di ricreazione, e la terza, integra area d’ingresso e pausa. Un percorso sospeso coperto connette il volume di nuova edificazione con il vicino centro logopedico, consentendo un uso promiscuo dei nuovi spazi. L’atrio a doppia altezza, in corrispondenza del cortile d’accesso, è uno spazio caratterizzato da una serie cromatica opera di artisti, che funge tra l’altro da punto di partenza per i corridoi che servono le aule orientate verso sudovest. La facciata nord, lungo la strada principale, è compatta e funge da elemento fonoassorbente; la facciata sud invece è ampiamente vetrata con finestre a nastro. Entrambe le pareti sono di c.a., quelle restanti di muratura. Il centro, che possiede 20 aule per bambini in età prescolare e scolare, si occupa di bambini con difficolta’ di comunicazione verbale, apprendimento e disturbi comportamentali. Al piano superiore dell’ala est è stato collocato una medioteca. Pagina 184 Scuola primaria e secondaria ad Alzenau La forma ad Y della scuola s’innesta nella struttura terrazzata della collina adiacente gli insediamenti residenziali circostanti ed un castello. L’edificio che si sviluppa su due livelli, è caratterizzato da un atrio centrale distributivo, metafora formale della piazza; le tre ali che da essa si diramano come vicoli, generano gli ambienti esterni (cortile di ricreazione, corte laboratorio con impianto sportivo e corte d’ingresso). Nell’ala ovest è disposta la scuola media, dove è integrata una sezione speciale per l’insegnamento a bambini con particolari difficolta’ che necessitano di assistenza individuale o in piccoli gruppi. A tal scopo è stato progettato un sistema mobile di tendaggi che permette all’occorenza di ripartire lo spazio in unità pedagogiche minori. Al piano terra della stecca ovest si trovano ambienti polifunzionali e laboratori e in quella nord est gli spazi riservati agli insegnanti ed aule ad uso flessibile; la sala della musica al piano terra può essere aperta verso l’atrio per le rappresentazioni e funge, grazie al sottostante canale tecnico, da sistema climatico: in inverno, fornisce alle aule aria naturale preriscaldata, in estate consente una ventilazione incrociata attraverso l’atrio. L’estrazione dell’aria avviene attraverso le travi cave al di sopra della controsoffittatura. La copertura verde estensiva, l’illuminazione naturale e il cromatismo degli ambienti favoriscono le attività didattiche e la concentrazione. Le aule sono uniformemente distribuite verso sud-est e sudovest, e sono dotate di protezioni solari di lamelle di alluminio. 7 Pagina 186 Scuola sperimentale ad Hallersdorf, Berlino Parte di un centro educativo nella periferia est della città, la scuola assiste bambini con gravi minorazioni. Nell’area d’intevento, il complesso si articola con un volume compatto di aule, un padiglione sportivo e spazi terapeutici. Un passaggio non (!?) riscaldato, in corrispondenza del quale si trova l’atrio d’ingresso, connette le due sezioni d’intervento. L’atrio funge da spazio ricreativo e d’assemblea. Con l’ausilio di un programma cromatico consistente in fascie colorate per le aule e fogli applicati sulle vetrate dei corridoi, si crea un elemento di orientamento per gli alunni. La pianta è distribuita lungo un percorso lineare principale, con corridoi laterali che da esso si diramano. I lucernari dell’atrio, con funzione anche di aerazione, sono verniciati di rosso e conferiscono una calda tonalita’ alla luce che vi penetra. L’impianto a setti portanti ripartisce il complesso terrazzato in cinque gruppi di aule larghe 12 metri ciascuna. La struttura portante del secondo blocco con la piscina terapeutica, e’ lasciata completamente a vista. Nonostante il baudget limitato la struttura scolastica ha acquisito in questo modo notevole vitalita’. Pagina 188 Scuola Volta a Basilea La scuola, inserita in un tessuto tipicamente industriale risalente al XIX°–XX° secolo, con prevalenza di case per appartamenti in affitto ed edifici produttivi, occupa il sito di una vecchia cisterna per la raccolta di oli pesanti dell’Azienda Energetica Municipale. La demolizione di un terzo della cisterna ha creato un vuoto profondo 6,20 metri nel quale è stata collocata la scuola. Costruita interamente di cemento armato a vista, l’edificio si eleva con quattro piani al di sopra del volume della cisterna conservato. Gli spazi per le attività sportive si distribuiscono nel piano interrato con quota soffitto a + 3.00 metri rispetto al piano campagna e godono di luce naturale grazie alla presenza di quattro grosse finestrature. Gli architetti in collaborazione con uno studio d’ingegneria, sono riusciti tramite un innovativo sistema statico, ad evitare che gli spazi per lo sport fossero scanditi da massicce travi alte necessariamente 1.20 metri: l’intero edificio e’ stato concepito come un unico insieme strutturale composto da piattaforme e setti portanti in cemento armato. La struttura a setti dei piani fuori terra divide la superficie interna in 4 comparti definendo la struttura spaziale delle aule, cortili, laboratori e luoghi per la pausa. La struttura statica è leggibile anche nei corridoi, dove le pareti portanti sono in cemento armato a vista, mentre tutte le altre superfici murarie hanno tonalità chiare e perlate. Pagina 192 AHS, SCUOLA SECONDARIA A VIENNA HENKE-SCHREIECKE ARCHITEKTEN, VIENNA 8 Testo in italiano Un ambizioso programma di opere di edilizia scolastica a Vienna e un committente come il BIG, un ente austriaco che gestisce gli immobili di proprietà statale, hanno determinato i presupposti per la progettazione di una scuola media alla periferia della capitale. Una corte centrale che conferisce all’impianto planimetrico spazio centrale equilibratore, ottiene chiarezza tipologica e determina un evidente segnale di orientamento. La scuola è concepita come un luogo per l’infanzia carico di significati, luminoso e trasparente. Gli spazi di distribuzioni sono separati dallo spazio all’aperto del cortile solo da ampie superfici vetrate. La terrazza, collocata al primo piano, crea una relazione fra interno ed esterno. L’architettura cita la visione delle scuole all’aperto e in ogni caso è evidente un credo moderno di luce, aria e sole che enfatizzano i materiali usati per lo più “grezzi”. Infine, la precisione del dettaglio e la tensione spaziale fa emergere un’immagine estetica di grande effetto. Pagina 194 Individuale e peculiare Marta Schreieck, Dieter Henke L’architettura è interpretazione e invenzione, è una continua ricerca di espressione e di relazioni. In venti anni di attività professionale, abbiamo affrontato diversi temi. Progettare significa per noi approssimarsi ai contenuti del luogo sperimentando tattilmente. I nostri progetti non sono isole, sono contestualizzati nella trama urbana e in quella pesaggistica. La nostra architettura scaturisce sempre dall’interpretazione del luogo e die suoi messaggi, mai da atratte ideologie o convinzioni. Il nostro lavoro è iniziato con una ricerca progettuale nell’ edilizia residenziale e unifamiliare dove la nostra personale interpretazione di pianta libera si congiunta all’intensa relazione tra lo spazio interno e quello praticamente “infinito” dell’esterno. A tal proposito, il dialogo con materia, luce, atmosfera e stato d’animo hanno caratterizzato, insieme ai caratteri di trasparenza e stratificazione, i nostri lavori. Per ogni progetto siamo alla ricerca di una soluzione individuale e peculiare allo stesso tempo. La rielaborazione del processo costruttivo, procedimento cui conferiamo un valore particolare, non è solo in sé ma è concepita come parte del Tutto. In primo piano c’è lo spazio. La struttura e il materiale si sottomettono generalmente all’originario concetto spaziale. Proprio per la cristallizzazione della nostra idea progettuale siamo stati scelti dopo una prequalificazione operata sulla base delle referenze. La giuria ha scelto il nostro progetto proprio per le relazioni con il contesto. La sfida consisteva infatti nell’integrazione di un volume in un tessuto residenziale costellato di orti urbani, alla periferia di Vienna. L’obiettivo era integrare, in un edificio che si sviluppava al massimo su due livelli, un ampio programma progettuale. In seguito allo 2003 ¥ 3 ∂ studio di numerose tipologie, abbiamo dedotto che sarebbe stato prioritario un rapporto con il tessuto urbano e per questo abbiamo optato per la tipologia a corte. Tale modello ci diede la possibilita’ –in riferimento al luogo in questione- di applicare le nostre premesse in riferimento alla densità urbana, all’apertura e alla trasparenza, alla relazione con l’intorno e all’articolazione funzionale rispettando naturalmente il budget previsto. L’atrio, come idea dominante e punto di riferimento urbano, non è né ermetico, né monodimensionale, bensì si apre in trasparenza verso la strada. Alcune soluzioni inerenti i materiali, le funzioni e l’atmosfera sono state condizionate dalle prescrizioni dell’amministrazione scolastica; vincolanti per il progetto sono stati anche alcuni concetti tradizionali pedagogici, ma cio’ non ha intaccato il concetto spaziale di fondo originario Pagina 196 Il committente: la società immobiliare statale austriaca (BIG) Peter Holzer Le opere pubbliche realizzate dal BIG differiscono da quelle costruite direttamente dallo Stato per il fatto che sono vengono locate agli enti pubblici a normali condizioni di mercato. In qualità di committenti, non solo ci sentiamo responsabili di mantenere entro un certo limite il valore di queste strutture e di assicurarne un utilizzo appropriato, siamo anche depositari di una responsabilità politico-culturale. Come dimostrano molti dei nostri progetti, l’aspetto economico non e’ necessariamente in conflitto con la qualità architettonica. Le scuole moderne non sono solo luoghi funzionali dell’apprendimento. Sono spazi di vita, di movimento e di divertimento per i giovani. In tal senso, l’architetto ha una grande responsabilità nell’ambito della progettazione della luce e della forma di strutture per le attività sportive, ricreative, ecc. La progettazione della AHS presso Heustadelgasse si basa su un approfondito programma spaziale steso dal Ministero dell’Educazione che integrava il plesso scolastico nell’intorno e si distingueva per la chiarezza formale e l’uso di pochi materiali. Il BIG organizzò un concorso europeo d’architettura e scelse lo studio Henke & Screieck. Per mantenere una diretta relazione contrattuale tra committente e architteto, il BIG incaricò una società che fosse responsabile dello sviluppo del progetto. La società responsabile delle opere di rinnovamento civiche e rurali (GSD) ,con la supervisione di Michael Wachberger, ha coordinato progettazione, appalti e budget con una grande dedizione personale e tecnica. Il progetto ha rispettato il tetto massimo di spesa fissato e timing; per questo gli fu assegnato un “premio committenza”. Le differenze di opinione sorte durante il corso del progetto sono state viste come delle sfide. Volevamo creare un’atmosfera da cui scaturissero idee e abbiamo stimolato gli architetti a trovare soluzioni che migliorassero il progetto. Consideriamo l’AHS come un modello per il futuro che anche insegnanti e allievi hanno accolto favorevolmente. Per quanto riguarda i requisiti fisicotenici, il funzionamento dell’edificio sarà testato d’estate, in concomitanza con il massimo irraggiamento solare. Planimetria generale, scala 1: 10000 Il BIG è stato fondato nel 1992; si tratta di un ente che sovrintende a numerose proprietà statali che gli sono state affidate (circa 5000 scuole, edifici universitari e amministrativi, oltre a circa 10000 edifici residenziali) e controlla le nuove costruzioni. L’arch. Peter Holzer, classe ’42, è stato dirigente al BIG dal 1993 al 1994; attualmente è Procuratore Capo del Dipartimento di Tecnologia del BIG Pagina 198 Tipologia a corte scolastica – apertura e trasparenza L’edificio, che insiste sul tessuto suburbano periferico del 22esimo distretto di Vienna, si pone tra un piccolo edificio preesistente ad esso adiacente ed i campi circostanti, portando una nuova dimensione urbanistica. A prescindere dall’esperienza progettuale degli architetti in fatto di edilizia scolastica (ad es. scuole superiori), l’AHS evidenzia un’impostazione completamente nuova. Il complesso comprende una serie di apparati ad uno o due piani che cingono un ampio atrio vetrato che conferisce trasparenza e traslucenza su tutti i lati. Arrivando dal lato settentrionale si ha un immediato confronto con il corpo distribuito su un livello che galleggia su sottili pilastri d’acciaio. La sospensione del volume consente l’accesso al cortile leggermente sollevato e raggiungibile mediante una lieve rampa fiancheggiata da un basso setto in calcestruzzo a vista e da una scala che separano l’ingresso degli insegnanti. Nel cortile, i 4 fronti interni sono caratterizzati da diverse texture materiche. I fronti lunghi sono orlati da pensiline lamellari in legno aggettanti a diverse altezze. La facciata interna orientale è scalare e definita dagli avanzamenti delle terrazze sovrastanti. Al margine della facciata meridionale, chiusa solo da un’epidermide sottile di vetro con profili quasi invisibili, aggetta l’atrio a doppia altezza con l’ingresso principale. La vista spazia attraverso l’atrio fino alla palestra, ribassata rispetto all’impianto. La distribuzione degli spazi segue un ordine chiaro e logico. Le aule speciali e gli spazi riservati agli insegnanti, la direzione e lo spazio manifestazioni sono collocate al piano terra nella stecca orientale. Sul lato ovest le aule si succedono in serie sopra le aule speciali. Al piano superiore, la successione delle aule segue pedissequamente il perimetro dell’edificio. Gli ampi corridoi affacciati sul cortile assumono la funzione di spazi di comunicazione per l’intervallo. La presenza di diverse scale consente svariate modalità d’accesso al complesso. ∂ 2003 ¥ 3 Piante sezione, scala 1:1250 1 Aula 2 Terrazza 3 Aula didattica 4 Amministrazione 5 Sala polivalente 6 Custode 7 Aula informatica 8 Spazio di soggiorno 9 Sala musica 10 Area d’accesso 11 Cortile di ricreazione 12 Atrio-Aula Magna 13 Palestra 14 Garage sotterraneo 15 Spazio per l’insegnamento specializzato Luogo: Heustadelgasse 4, Vienna Tipo di scuola: ginnasio statale Concorso: novembre 1998 Inizio lavori: aprile 2000 Fine lavori: maggio 2002 Aule: 32, per 900–1000 alunni Aule speciali: 10 Biblioteca: 153 m2 Atrio centrale: 458 m2 Sala polifunzionale: 156 m2 Palestra trivalente: 1225 m2 Cortile centrale: 30x40 metri Area d’intervento: 17.019 m2 Superficie costruita: 5.500 m2 Superficie utile: 11.450 m2 Cubatura: 57.500 m3 Numero posti auto nel garage 31 Pagina 202 Gli esecutivi come parte del concetto generale Il disegno a matita ha avuto un ruolo fondamentale nel progetto (per il lavoro di Henke+Schreieck?): se le piante esecutive sono state realizzate con sistemi CAD (scala 1:100), sin dall’inizio, ogni particolare discusso dal team di architetti, strutturisti e tecnici viene riassunto in piani stilati a matita (scala 1:20, 1:10 e 1:5) raccolti poi in raccoglitori A3. L’uso della vista assonometrica e di quella prospettica di volumi e dettagli disegnate a matita su carta da spolvero ha contribuito a definire i nessi progettuali. Per la supervisione del progetto sono stati incaricati un architetto e un assistente dello studio, ma Henke e Schreieck si sono occupati sino alla fine di intervenire sulle questioni progettuali. I particolari più importanti sono stati studiati considerando una gamma di possibilità: ad es. per le protezioni solari sono state prese in considerazione veneziane esterne e anche lastre di vetro serigrafate. Sezione, scala 1:1250 Sezione di dettaglio, scala 1.20 1 Strato di ghiaia 50 mm Telo filtrante Pannello termoisolante di schiuma rigida Guaina impermeabilizzante a base elastomero-bituminosa Soletta di copertura di cemento armato 150–30 mm C.a. 300 mm Lana minerale 32 mm Pannello di derivati del legno traforati impiallacciato 18 mm 2 Guida a doppio binario per i tendaggi 3 Vetrata termoisolante U=1,1 W/m2K 4 Vetro camera stampato in colore Pannello di lamiera termoisolato 90 mm Lana minerale 25 mm 5 Pilastro di c.a. Ø 300 mm Testo in italiano 6 7 8 9 Pietra naturale serpentino verde Vitorio 18 mm Lamellare di larice 160/20 mm Lamiera d’alluminio 3 mm C.a. 200 mm Anima isolante di pannelli di schiuma rigida 80 mm C.a. 200 mm Sezione, scala 1:20 1 Profilo d’alluminio a fi 250/120 mm 2 Lamiera d’alluminio 3 mm 3 Lucernario a cupola di vetro acrilico a tre strati 4 Sistema di facciata d’alluminio a montanti e traversi, vetro camera U=1,1 W/m2K 5 Parquet 20 mm Pavimento continuo 55 mm Strato di separazione Materassino fonoassorbente 30 mm Termoisolante 45 mm Solaio composito C.a. 100 mm Trave d’acciaio HEB 200 Termoisolante 120 mm Profilo d’alluminio Lastra di fibrocemento 16 mm 6 Cartongesso 150 mm 7 Armadietto alunni di paniforte 18 mm con rivestimento di lamiera d’alluminio verniciata a polvere 8 Acciaio massiccio 600/300/100 mm 9 Elemento tornito d’acciaio massiccio ZUL>50 kN/cm2 10 Acciaio massiccio Ø 220 mm 11 Piastra di c.a. 150 mm 12 Elemento d’acciaio massiccio fissato su plinto di fondazione Pagina 207 Il progetto strutturale Manfred Gmeiner, Martin Haferl Per noi ingegneri strutturisti è importante essere coinvolti nel progetto fin dalla fase preliminare. Come in questo caso, se si tratta di concorsi, la realizzazione avviene in modo più mirato, poiché sono già state indagate diverse soluzioni alternative. Il progetto architettonico fissa i parametri per la struttura portante. La progettazione della struttura stimola nuove idee formali. In questo modo, si innesca un’interazione fra l’architetto ed ingegnere. Minimizzare la struttura ed escogitare espedienti tecnici per contrarre le fasi di produzione e assemblaggio, comporta un effetto sulla qualita’ del bilancio costi-benefici della costruzione. Nel caso della scuola, che possiede un chiaro programma di requisiti funzionali, la struttura sarà facilmente subordinata ad aspetti inerenti lo spazio. Nel progetto della AHS si richiedeva una sottile struttura a scheletro con un minimo numero si setti al fine di favorire una distribuzione flessibile degli spazi. La parte di edificio sovrastante l’area d’accesso “galleggia” sostenuta da supporti a V formati da cilindri d’acciaio massiccio con diametro di 210 mm; la parte finale d’acciaio ad alta resistenza è tornita con un assottigliamento graduale che determina una punta di 80 mm di diametro. La struttura dei solai è stata realizzata con lastre d’acciaio composite spesse 10 cm, usate per minimizzare il carico del peso proprio. In effetti il carico della struttura è stato ridotto del 60% rispetto ad un tradizionale sistema con lastre di cemento armato (7,5 KN/m2). La leggerezza della struttura orizzontale ha chiara- 9 mente influito sul design dei pilastri a V. Il calcolo delle loro dimensioni ha comportato moltissimo lavoro rispetto a quello di un normale pilastro. Nonostante la complessità della struttura, in particolare riferimento alla complementarieta’ tra elementi d’acciaio e di cemento armato, non si è riscontrata la formazione di fessurazioni nel calcestruzzo. Il settore delle aule è stato realizzata in cemento armato con elementi di solaio piani con supporti puntuali e un ridotto numero di setti di calcestruzzo armato. L’elevata qualità richiesta per le superfici in c.a. a vista, ha richiesto una progettazione precisa dei giunti, delle dimensioni, delle aperture, ecc. Dato che elementi di c.a. di qualità non potevano essere realizzati con normali casseforme, si è escogitato un sistema ibrido composto di un’armatura in telai d’acciaio e di pannelli di grandi dimensioni che si dimostrò una soluzione soddisfacente ed economica. Il padiglione sportivo parzialmente immerso nel terreno era soggetto ad un carico di spinta verso l’alto dovuto alla falda acquifera che è stato ovviato incrementando il peso della struttura orizzontale. L’integrazione di solai più spessi e di uno strato di 20 cm di terra di coltivo per la copertura verde si temeva compromettessero la leggerezza della forma architettonica. Un processo progettuale calibrato e intelligente ha però permesso ai progettisti di ottenere l’immagine desiderata. Manfred Gmeiner, classe ‘57 1977–83 studi di ingegneria civile presso il Politecnico di Vienna 1987–91 ruolo di assistente all’Accademia delle Arti Visive 1989 abilitazione alla libera professione Martin Haferl, classe ‘63 1982–87 studi di ingegneria civile presso il Politecnico di Vienna 1992 abilitazione alla libera professione 1989 fondazione di una società di ingegneria per la pianificazione strutturale e statica edilizia Pagina 209 Progettazione fisico-impiantistica Walter Prause Il progetto fisico-impiantistica di un edificio deve garantire efficienza funzionale, comfort e qualità strutturale. Per raggiungere questo scopo è necessaria fin dalla fase di progetto preliminare, una stretta collaborazione tra l’architetto, il cliente e gli impiantisti. Nel caso dell’AHS, le vetrate basso-emissive, i dispositivi di ombreggiamento, l’aerazione degli spazi e l’uso della massa termica non compromisero la trasparenza desiderata, aspetto fondamentale dell’idea di progettuale. La presenza dei tecnici sin da una prima fase realizzativa ha consentito di montare la facciata applicando varianti del sistema di protezione solare. Le lamelle sono state concepite per resistere al carico del vento; in considerazione delle vaste aree vetrate, particolarmente curata è stata tutta la problematica della ventilazione e della protezione solare che adeguatamente progettate ha determinato un piacevole microclima inter- 10 Testo in italiano no. Il rischio di surriscaldamento può essere ulteriormente inibito dalla ventilazione notturna e dalla ventilazione incrociata. Il ricambio di aria nelle aule avviene attraverso le finestre. In estate, elementi passivi posizionati sulla copertura aspirano naturalmente l’aria immettendola mediante ventole in corrispondenza dei solai da raffreddare. La ventilazione incrociata delle aule è inoltre facilitata dalla chiusura non ermetica delle porte. La definizione precisa della geometria dell’edificio ha avuto come risultato un limitato rischio di ponti termici (ad es. in corrispondenza della connessione pilastro solaio pavimento e i giunti fra pavimento e parete). È stata considerata anche l’umidità massima con un massimo di presenze nell’aula. L’isolamento termico dell’involucro con vetro doppio isolante a bassa emissivita’ (U=1,1 W/m_K) garantisce un soddisfacente microclima interno anche d’inverno. Anche nella palestra, la composizione dei soffitti con bucatura delle piastre di metallo e l’integrazione di fibra minerale ha consentito di mantenere i requisiti acustici richiesti. Walter Prause, classe ’38 In seguito agli studi svolti presso il Politecnico di Vienna con indirizzo tecnologico, è stato assistente presso il Politecnico di Vienna. Nel 1978 ha fondato il proprio studio che si occupa in particolare di fisica costruttiva. Pagina 212 Centro di Formazione a Freising Le scuole di sostegno, come quella accolta nel nuovo centro didattico di Pulling, quartiere di Freising, offrono un’assistenza didattica a ragazzi con problemi di dislessia. La scuola ha un impianto modulare che metaforizza la trama urbana a scacchiera: le “case” (aule) sono connesse con “vie secondarie” (corridoi di distribuzione) intorno ad una piazza centrale (atrio). Il trattamento cromatico delle facciate enfatizza il concetto di corpi di fabbrica a nucleo, facilita l’orientamento e l’identificazione dei ragazzi nel luogo. La stretta collaborazione tra architetti, manager di progetto e aziende ha consentito la realizzazione in tempi relativamente brevi (febbraio 2000/settembre 2002). Dato che la scuola si trova nelle vicinanze del demanio dell’aeroporto di Monaco, sono state necessarie misure di protezione acustica per le aule. Sia l’involucro esterno di legno sia la parete di calcestruzzo a vista interna non intonacata contribuiscono ad un’esperienza sensoriale materica dell’architettura. Pagina 214 Le aule-case Eberhard Schunk Costruire per bambini in difficoltà I bambini che hanno uno sviluppo diverso rispetto ai coetanei, necessitano un’assistenza didattica in piccoli gruppi, lontani dalle normali strutture dove paragoni e concorrenza potrebbero essere deleteri. Nel nuovo complesso costruito a Freising, in Baviera, insegnanti di sostegno forniscono assistenza a bambini con difficoltà di comunicazione 2003 ¥ 3 ∂ verbale; nel centro si trova anche un dipartimento in via di sviluppo per bambini con disturbi comportamentali. Il programma progettuale prevedeva una suddivisione dei dipartimenti per gruppi di età e la realizzazione di una palestra doppia con attrezzature esterne. La scuola sorge a nord di Pulling al confine con la zona agricolo-rurale, nelle dirette vicinanze dell’aeroporto di Monaco. I livelli intensità del suono possono raggiungere i 85 db. Una lezione a finestre aperte risulta praticamente impensabile. Il programma progettuale comprendeva una serie di unità volumetriche basse ben leggibili che si riferisse formalmente alla morfologia residenziale dell’intorno. Ritmata da una successioni di cortili delimitati o aperti verso il paesaggio, la disposizione planimetrica segue un andamento lineare, metaforizzando l’idea di villaggio. L’accesso alle “case” – aule- avviene attraverso due vie principali parallele (percorsi di distribuzione). Nella parte nord del complesso sono stati collocati le strutture dell’asilo e gli spazi per le attività di gruppo. Nella parte centrale si dispongono gli spazi collettivi, gli ambienti riservati agli insegnanti, l’amministrazione, il cortile di ricreazione e il bar della scuola. La parte sud alloggia la palestra e la sezione per i bambini con disturbi comportamentali attrezzata con una sala giochi, un cortile di ricreazione e con la possibilità di un accesso indipendente. L’aggetto della copertura e gli elementi in lamelle di legno di ombreggiamento filtrano il sole che penetra dall’ampia facciata di vetro evitando il rischio di surriscaldamento estivo. Il calore assorbito dalla massa d’accumulo della struttura, è estratto durante la notte con l’ausilio di dispositivi di ventilazione meccanica. In inverno, l’irraggiamento solare contribuisce ad incrementare il carico di calore dell’interno, e le pareti esterne ben coibentate ne impediscono le dispersioni termiche. Negli spazi dove si svolgono le attività sportive è stato installato un sistema di accumulo del calore. La produzione di acqua calda è integrata da un impianto solare; gli elementi fotovoltaici sono stati integrati in una prozione della facciata meridionale. Per le superfici sono stati scelti materiali “ comprensibili al tatto” in grado con la loro texture di stimolare le sensazioni percettive dei bambini: la facciata è arricchita dalla protezone solare a cortina realizzata in lamelle di legno, le pareti interne alternano mattoni a vista a blocchi modulari di calcestruzzo. Pianta piano terra, piano primo, scala 1:1500 A Spazi di assistenza linguistica e didattica B Attrezzature per l’insegnamento prescolare C Unità pedagogica per alunni con disturbi comportamentali 1 Aula 2 Aule collettive 3 Passaggio di connessione 4 Atrio di ricreazione 5 Caffè 6 Spogliatoio 7 Cortile 8 9 10 11 12 13 14 15 Cortile di ricreazione Sala musica Sala polivalente Palestra Attrezzistica Arena con graolante Appartamente custode Impianti Pagina 217 Colore Ebberhard Schunk, Erich Wiesner La scelta del colore è un elemento cruciale della nostra architettura e in particolare dei progetti di edilizia scolastica. I colori conferiscono leggibilità ai volumi rendendoli di chiara comprensione. Nonostante si sia sempre alla ricerca di una prolifica collaborazione con artisti, non sempre il committente accetta la presenza di uno specialista “particolare” come l’artista. Fino a che Erich Wiesner ha iniziato a lavorare sul progetto, noi abbiamo continuato a concepirlo monocromatico. Wiesner ha dato un’interpretazione molto radicale della successione di volumi delle aule (le “case”). Oltre a proporre un trattamento cromatico per ogni unità, immaginava che le diverse superfici di facciata delle singole “case” fossero trattate con gamme cromatiche diverse. Il committente e i futuri utenti hanno richiesto molte rappresentazioni grafiche ed artistiche che li convincessero dell’intervento, ma alla fine si sono dimostrati convinti del risultato cromatico d’insieme. Eberhard Schunk Io uso il colore spontaneamente, ignorando principi economice e psicologici. Sono sensibile alla combinazione di circostanze: consideriamo un campo energetico in cui sussitono cariche opposte, che lavorano reciprocamente o in modo opposto. La scelta cromatica si sviluppa dall’incontro con il luogo. I campi colore non sono autonomi, sono parte di un insieme di relazioni risultanti dal dialogo tra l’energia del colore e lo spazio. La colorazione non è una rappresentazione figurativa di un oggetto, e non è neppure percezione. È semplicemente una manifestazione: esiste e basta. Il modo preciso in cui una persona si avvicina ad una particolare situazione coinvolge un duplice aspetto: adattamento e diversificazione. Quanta energia cromatica è tollerata dal luogo, per sottolineare la propria unicità? Noi percepiamo coscientemente solo una minima frazione degli impulsi che fluiscono attraverso il nostro sistema nervoso. L’armonia di energia materiale e immateriale è decisiva per la “formatività” dello spazio. Alcuni sensitivi percepiscono le aure di colore. La loro sensibilità stabilisce la profondità della percezione. Erich Wiesner Pagina 219 Direzione di un progetto e costi Eberhard Schunck Molti architetti guardano con scetticismo al project management, spesso considerato come uno strumento la cui funzione principale è di garantire la stretta osservanza delle scadenze. I project manager possono fornire ∂ 2003 ¥ 3 un valido supporto agli architetti, alleviandoli delle responsabilità per la pianificazione dei costi e delle tempistica. Se il project manager è responsabile per il controllo della presentazione dei progetti, l’architetto guadagnerà più tempo per la fase di progettazione vera e propria. Una proficua collaborazione dipende ampiamente dagli individui che compongono il team di progettazione. In tal senso, la nostra progettazione non può che dirsi estremamente positiva. Dato che la scadenza fissata dall’inizio della progettazione (maggio 2000) fino alla fine lavori (settembre 2002) sembrava troppo breve per il grado di qualità richiesta dal progetto, abbiamo considerato un periodo di tolleranza di 3 mesi. Avere una tempistica del genere, a livello progettuale, ha significato che abbiamo dovuto concentrarci su soluzioni già introdotte in altri progetti invece di dedicarci alla sperimentazione di alternative. Anche le modifiche sono state ridotte al minimo. Dato che la nostra previsione costi superava il budget previsto dal concorso, abbiamo dovuto operare una serie di modifiche nella scelta dei materiali e degli aspetti formali scendendo talvolta a compromessi. Non sempre questo ha avuto effetti negativi sull’insieme: l’omissione, a d esempio, della vetrata al piano terra nel tratto di collegamento sud risultò un fatto positivo per lo schema planimetrico in quanto conferì al cortile una maggiore trasparenza. D’altra parte, la sostituzione del parquet con il linoleum, o quella della pietra artificiale al posto della naturale sono state sicuramente grandi rinunce e hanno comportato un ulteriore lavoro di rielaborazione delle piante. Come disse il famoso comico Karl Valentin: “ l’arte è bella, ma è un gran lavoro”. Project management Oliver Rühm Nel Luglio 1999, lo studio Drees & Sommer di Monaco di Baviera ha ottenuto l’incarico di project management della scuola. Dopo la supervisione del concorso, fu nostra responsabilità preparare la struttura organizzativa per l’intervento e preparare un manuale di progetto. La pianificazione e la costruzione prevedevano una tempistica di 28 mesi, anche se tutti erano d’accordo nell’ammettere un minimo di flessibilità alle scadenze. Questa flessibilità permise di consegnare entro i termini nonostante un ritardo di sei mesi nella costruzione della facciata che sconvolse l’intero progetto. Il tetto massimo dei costi stabilito dopo i preventivi fu fissato a 20,6 milioni di Euro; ogni variante è stata discussa dai progettisti e sottoposta ad un’analisi critica. A nostro parere, il management dei costi non implica automaticamente un rifiuto delle modifiche, specialmente se queste contribuiscono a migliorare l’immagine del progetto, come nel caso della proposta di uno studio cromatico dell’insieme da parte di un artista. Il fatto che i costi siano usciti dal budget solo di una percentuale dell’1,5% dimostra la qualità dei calcoli e del processo di appalto ma Testo in italiano anche la responsabilità assunta da ognuno nei confronti dell’aspetto economico. Il bilancio finale mostrerà probabilmente che il progetto è rimasto al di sotto del massimo tetto di spesa del 6 %. Oltre alle responsabilità finanziarie, il project management deve osservare la collaborazione tra tutti gli attori del processo progettuale. Il management del cantiere rimane comunque sotto la supervisione dello studio di progettazione. Oliver Rühm è project manager presso Drees&Sommer GmbH , Monaco di Baviera La facciata Dall’inizio il nostro concetto prevedeva una facciata in legno che sarebbe piaciuto al senso haptico così pronunciato nei bambini. La dissolvenza del rivestimento in legno in strisce a spazio aperto diede alla facciata una certa profondità. Per sottolineare la continuità di questo involucro e la natura compatta dei singoli volumi, le strisce furono tagliate agli angoli ad incastro con uno spazio aperto di 6 mm tra le giunture. Il rivestimento era fisso nella forma di elementi prefabbricati di dimensioni intorno ai due metri. La locazione della scuola vicino all’aeroporto di Monaco rendeva l’isolamento al suono essenziale. L’idea originale di ventilare gli spazi interni attraverso telai scorrevoli in una costruzione di finestra a scatola fu tralasciata per questioni economiche. Fu inoltre tralasciato un sistema di ventilazione centrale per via della necessità di assistenza e spazio che questo avrebbe significato. Finalmente fu approvato un sistema decentralizzato di ventilazione con isolamento sonoro. Come aumentano le temperature esterne, rallenta la velocità delle ventole oppure sono spente completamente. In estate si ha il vantaggio del raffreddamento per ventilazione ad estrazione . Queste unità si trovano dietro ad elementi di schermatura solare per non influenzare l’aspetto formale della facciata. Nonostante non sia strettamente necessario, ogni stanza ha una finestra apribile. La protezione dalle radiazioni solari avviene attraverso infissi con lamelle in alluminio e strisce di legno fisse orizzontalmente con centri a 17,5 cm. Come alternativa al sistema descritto, consistente di sezioni in alluminio con fissaggi a vite utilizzando una striscia isolante (fi. 1) l’azienda che ha costruito la facciata ha proposto un sistema con sezioni isolanti fissate in fessure e strisce di aggancio avvitate direttamente nella facciata di legno (fig. 2). La ditta non è stata in grado di superare il nostro riserbo riguardo al drenaggio incontrollabile alla base della costruzione e l’effetto della condensazione sulle strutture in legno. Abbiamo per cui insistito nell’applicazione della nostra soluzione. I pali e le protezioni in faggio laminato erano soggetti a ritardi nella consegna. Il committente propose di usare elementi trattati di betulla, che significava che i paletti dovevano avere uno spessore di 10 mm superiore; in vista del risparmio la proposta venne accettata. 11 Sezione aula, scala 1:20 1 Copertura: lastra di lamiera profilata d’alluminio 0,8 mm termoisolante, lana minerale 140 mm barriera al vapore c.a. 240 mm 2 Soffitto acustico parziale di cartongesso 12,5 mm 3 Lucernario di vetro di sicurezza stratificato, G30, 12 mm in telaio d’acciaio, ¡ 40/20 mm 4 Elemento prefabbricato di calcestruzzo, 80/240 mm 5 Blocco di calcestruzzo 240 mm 6 Elemento di protezione solare: listelli di legno di larice, verniciati colorati 24/40 mm 7 Aeratore 8 Parete: listelli di legno di larice levigati, verniciati colorati 24/40 mm retrovetilazione/lama d’aria 56 mm substruttura d’alluminio termoisolante lana minerale 80 mm c.a. 240 mm 9 Pavimento: linoleum 5 mm pavimento continuo di cemento 55 mm pellicola di PE materassino fonoassorbente 20 mm strati installazioni e termoisolante di schiuma rigida di PS 60 mm impermeabilizzazione 10 mm c.a. 240 mm Sezioni sul corridoio distributivo, scala 1:20 10 Copertura: strato di ghiaia tonda 50 mm strato di separazione/pellicola a poro aperto drenante termoisolante di schiuma rigida di EPS impermeabilizzazione di bitume polimerico a doppio strato 20 mm appretto c.a. in pendenza (2%) 180-250 mm 11 Lamiera d’alluminio 1 mm 12 Barra d’acciaio ¡ 340/20 mmm saldata con barra d’acciaio ¡ 45/14 mm 13 Barra d’acciaio ¡ 250/20 mm 14 Facciata a montanti e correnti compensato multiplex impiallacciato di betulla lastra di copertura impiallaccio di faggio 170/50 mm con vetrata termoisolante 4+16+4 mm, U= 1,1 W/m2K 15 Pilastro di tubo d’acciaio Ø 114/8,8 mm 16 Listello di MDF, impiallaccio di rivestimento di frassino, levigato, verniciato colorato 24/40 mm tubo d’alluminio | 30/30/3 mm profilo d’alluminio a L 80/40/4 mm profilo d’acciaio a L 60760/3 mm 17 Pavimento continuo di cemento 65 mm pellicola di PE materassino fonoassorbente c.a. 160 mm 18 Pavimento: pietra artificiale in letto di malta 45 mm pavimento continuo di cemento armato 65 mm pellicola di PE materassino fonoassorbente 10 mm strato installazioni e termoisolante di schiuma rigida di PS 60 mm impermeabilizzazione 10 mm c.a. 160 mm 19 Pannello a tre strati di larice verniciati colorati 230/22 mm 20 Finestre di faggio 68>/75 mm, verniciate colorate, vetrata termoisolante 4+16+4 mm, U= 1,1 W/m2K 21 Pannello multiplex di betulla impiallaccio di rivestimento di faggio 475/50 mm 22 Protezione anticaduta di tubi di alluminio Ø 20 mm 23 Lamiera d’alluminio 3 mm Pagina 224 Il College Oost Montessori ad Amsterdam Un principio pedagogico fondamentale per 12 Testo in italiano Maria Montessori era di stimolare nell’ambiente scolastico i giovani ad apprendere spontaneamente, offrendo ambienti versatili in uno spazio progettato e strutturato. Nel College Oost Montessori di Amsterdam (MOC) tale concetto è leggibile nell’architettura; l’atrio centrale, che funge da elemento di collegamento di tutti i settori della scuola, rappresenta il punto d’incontro, il fulcro comunicativo dell’intero complesso. Qui si riuniscono circa 1200 giovani provenienti da più di 50 regioni diverse. Il College di Amsterdam rappresenta il risultato tangibile del primo approccio dell’architetto Herman Hertzberger alla scuola avanzata Montessori. La peculiarità del MOC consiste proprio negli spazi di mediazione. All’esterno delle aule sono offerte infinite possibilità d’incontro; nelle balconate interne sono stati previsti tavoli, le gradinate si possono usare da elementi di seduta e da piani di scrittura contemporaneamente, in ogni angolo della scuola si ritrovano panche o gradinate. Percorsi e relazioni visive costituiscono parte integrante del programma architettonico: “La scuola è come una piccola città”. Pagina 226 Più spazio per lo sviluppo: tra individuale e collettivo Gerard Bergers Non appena Herman Hertzberger ricevette l’incarico per la costruzione della nuova struttura scolastica che incorporasse i re edifici preesistenti, gli fu subito chiaro lo scopo dell’intervento: creare unità, uno spazio d’identificazione per i giovani studenti, dove essi potessero sentirsi parte integrante, stimolando il senso di appartenenza del luogo. Per favorire lo sviluppo socioculturale degli studenti che provenivano da condizioni molto disagiate, era necessario un elevato grado di assistenza e molta libertà. Lo spazio distributivo interno centrale, svolge in questo senso con le sue infinite prospettive visive e la continuità spaziale, un ruolo fondamentale: controllo e libertà. A livello architettonico il complesso si compone di due stecche: la prima si sviluppa su cinque piani è disposta parallela alla strada e leggermente sollevata dalla quota su cui insiste la seconda, più bassa e disposta lungo la linea ferroviaria. L’assetto formale esterno dell’edificio è definito da Hertzberger più un “puzzle matematico” che una composizione architettonica. Grazie alla possibilità di arretrare l’edificio rispetto al filo stradale senza ridurre la superficie coperta predeterminata, si è potuto creare uno spazio all’aperto di mediazione fra ambiente scolastico e realtà esterna. Il MOC è stato il primo edificio scolastico costruito ad Amsterdam dopo la decentralizzazione giuridico-amministrativo delle responsabilità ministeriali alle Provincie. I finanziamenti continuano ad essere rilasciati dallo Stato ma la Provincia ha iniziato ad occuparsi delle concessioni, della progettazione e dei singoli budget d’intervento; ciò si è 2003 ¥ 3 ∂ rivelato molto costruttivo nella fase di realizzazione della nuova scuola, soprattutto a livello economico. Secondo Hertzberger il ruolo dell’architetto consiste anche nel saper trasformare i limiti urbanistici ed economici in qualità: l’edificio è stato premiato nel 2000 con il Premio per l’Edilizia Scolastica Nazionale, nella categoria delle strutture scolastiche innovative. Maria Montessori ha sviluppato il suo modello pedagogico per le scuole materne ed elementari all’inizio del XX° secolo. Secondo la sua filosofia, un’atmosfera chiara e riconoscibile all’interno della scuola stimola l’agire autonomo dei singoli e rafforza nei giovani l’autostima ed il senso di responsabilità. Nel College, si respira questo concetto; e gli studenti non hanno avuto difficoltà ad ambientarsi nei nuovi spazi della struttura. Pagina 232 Dal progetto al particolare costruttivo “Una scuola deve essere come una città”, un microcosmo. Per l’architetto, i caratteri fondamentali che definiscono una città sono le “piazze” e il ”traffico”. Nel progetto, infatti, il grande atrio è come la piazza centrale urbana. Qui s’incontrano studenti e insegnanti prima e dopo le ore di lezione. L’atrio connette al piano terra i corpi di fabbrica dell’edificio più bassi con il corpo sviluppato su cinque piani, dividendolo in due parti. La relazione visiva che scaturisce dagli elementi architettonici e che l’architetto ricerca anche tra i “percorsi di traffico” hanno influito notevolmente sulla circolazione all’interno degli spazi. Il “ponte a gradinate” non ha solo la funzione d’elemento di connessione è più che altro un luogo di sosta. Ci si può sedere sulle gradinate che possono essere usate anche come piano di scrittura. Per creare lo spazio continuo dell’atrio, in relazione alle dimensioni dell’edificio escludendo elementi tagliafuoco, abbiamo escogitato alternative vie di fuga, quali ad esempio i ballatoi che collegano la scala esterna e le aule. Per garantire i livelli acustici consentiti, la parete frontale dell’atrio è stata rivestita con feltro e la scala che si sviluppa libera nell’atrio è stata rivestita con pannelli acustici di legno. L’architetto cerca di raggiungere un equilibrio tra finiture materiche “hard” e “soft”: in corrispondenza dei parapetti è stato usata lamiera d’acciaio che contrasta con i rivestimenti di legno e feltro. Pianta piano quarto, piano primo, piano terra, scala 1:1250 Planimetria generale, scala 1:4000 1 Ingresso 2 Reception 3 Personale 4 Ufficio 5 Deposito 6 Atrio 7 Ristorazione 8 WC 9 Officina 10 Sala stampa 11 Impianti 12 Cucina didattica 13 Ristorante didattico 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Sala cinematografica Spogliatoio Palestra Spazio all’aperto Vuoto Sala lezioni Galleria Sala riservata agli insegnanti Climatizzazione Terrazza Biblioteca Sezione verticale, scala 1:50 Sezione di dettaglio, scala 1:50 1 Lamiera d’acciaio perforata 3 mm 2 Tavolo ribaltabile di multiplex 40 mm 3 Barra d’acciaio saldata 120/10 400/10 mm 4 PVC 3 mm, pavimento continuo 30 mm c.a. 250 mm pannello di fibre minerali 30/600/1200 mm 5 Gradino di legno iroko 35/245 mm 6 Tubolare d’acciaio Ø 65 mm 7 Linoleum 2,5 mm piastra di c.a. 100 mm profilo d’acciaio 180 isolante acustico di lana minerale 30 mm listelli 50/100 mm, profilo d’acciaio HEA 140 mm pannello di multiplex perforato 9 mm 8 Pannello di multiplex 16 mm isolante acustico 30 mm listelli di legno 40/40 mm profilo d’acciaio UPN 80 mm listelli di legno 30/50 mm pannello di multiplex perforato 115 mm 9 Barra d’acciaio 20/165 mm Sezione verticale, scala 1:50 Sezione verticale, scala 1:600 1 Guaina impermeabilizzante bituminosa in pendenza lana minerale 180–120 mm barriera al vapore lamiera grecata 35 mm profilo d’acciaio HEA 200 2 Perline di legno di cedro rosso 18 mm 3 Profilo d’acciaio HEA 240 4 Pannello di fibre minerali 5 Vetro camera in infisso di legno iroko 6 Corrimano di tubo di acciaio Ø 34 mm 7 Barra d’acciaio 20/70 mm 8 Lamiera d’acciaio traforata 3 mm 9 Pannello di calcestruzzo 600/600 mm su neoprene impermeabilizzazione bituminosa termoisolante pannello di schiuma rigida 120 mm berriera al vapore c.a. 250 mm 10 PVC 3 mm, pavimento continuo 30 mm 11 rete di acciaio zincata a fuoco 30 mm 12 Cartongesso 12,5+12,5 mm con orditura di profili ad U intermedia ad fi termoisolante lana minerale 70 mm 13 Vetro 7 mm, telaio di barre d’acciaio 50/18 mm e tubolare 5/30 mm 14 Mattoni neri 95 mm intercapedine d’aria 45 mm termoisolante lana minerale 80 mm pietra arenaria 150 mm