Editore Centrála cestovního ruchu – Jižní Morava, z. s. p.o. (Centrale per il Turismo della Moravia del Sud) via Radnická 2, CZ-602 00 Brno www.ccrjm.cz Padiglione A, Zona fieristica, Brno-Pisárky Testi Lenka Kudělková Progetto grafico Ladislav Němeček Fotografie Zdeněk Borovanský, archivio dell´autore, Museo della città di Brno, Pixmac Produzione Advertum s.r.o. Propag servis Brno, s.r.o. Stampa Tipografia EXPODATA – DIDOT, s.r.o. Anno di pubblicazione 2009 Padiglione della Moravia, Zona fieristica, Brno-Pisárky Padiglione A, Zona fieristica, Brno-Pisárky SEGUENDO SEGUENDO LE TRACCE LE TRACCE DELFUNZIO DEL FUNZIO NALI NALI SMO SMO ARCHITETTONICO ONICO 1 Banca Morava (l’odierna Banca Commerciale) Bohuslav Fuchs – Ernst Wiesner Brno, piazza nám. Svobody n. 21; 1928-30 Nel 1928, il Consiglio d’amministrazione della Banca Morava bandì il concorso per la costruzione di un edificio nuovo nel luogo dove prima stava il palazzo Kaunitz, allora già demolito. I vincitori furono B. Fuchs e E. Wiesner i quali redassero in seguito il progetto esecutivo. La costruzione fu avviata nel settembre 1929 e terminata nell’anno successivo. L’edificio a schiera, a sei piani, presentava un tetto piatto, una loggia continua al quinto piano con appartamenti e il piano superiore rientrante, anch’esso abitabile; esso occupava l’intera superficie del lotto edificabile fra la piazza e la via Veselá. La disposizione interna era concentrata attorno alla sala centrale, alta più di due piani ed illuminata da un soffitto in calcestruzzo e vetro, ed attorno all’abbaino spazioso sovrastante. Fra il secondo e il terzo piano fu inserito un interpiano d’installazione che permise di variare la disposizione degli ambienti amministrativi sotto i piani destinati ad abitazioni. L’edificio con un’ampia galleria commerciale che sfocia con una scalinata in via Veselá, determinò notevolmente l’aspetto della piazza principale di Brno. Fu soprattutto per la struttura in cemento armato con murature di riempimento in mattoni che fece sì che i due prospetti potessero essere ideati come una specie di fragile cortina di vetro bianco i cui segmenti verticali non facevano che articolare la superficie del prospetto. Wiesner è di solito ritenuto l’autore solo degli interni, ma può aver partecipato anche alla concezione del prospetto che rende leggera la sensazione suscitata dall’intero edificio. 2 Grandi magazzini Brouk & Babka (gli odierni Grandi magazzini Baťa) Miloslav Kopřiva; Brno, via Česká n. 4; 1934 I grandi magazzini furono eretti nel luogo dove stava l’antico palazzo Žerotín, sostituito nel XIX secolo da un edificio a tre piani in cui fu aperto nel 1894 il primo negozio ceco di Brno, e cioè la libreria Barvič. L’edificio più antico della città, riservato esclusivamente al commercio, fu costruito secondo il progetto di concorso di Kopřiva in tempi record: in marzo l’edificio precedente stava ancora in piedi e l’architetto fu incaricato di stendere il progetto, in maggio fu scelta l’impresa edile V. Nekvasil e si cominciarono a scavare le fondamenta. I grandi magazzini dovevano essere compiuti, incluso l’arredamento interno, entro la fine di settembre, ma il termine fu accorciato e i magazzini Brouk & Babka furono inaugurati il 22 settembre 1934. L’edificio a schiera, a sette piani, con una costruzione a scheletro, il piano superiore rientrante e un tetto piatto coperto, sono caratteristiche tipiche della corrente conservatrice del funzionalismo di Brno. Il prospetto piatto fu disegnato seguendo un principio di equilibrio pacato fra le orizzontali delle finestre rettangolari e della ringhiera “a battello” del piano superiore, e fra le file verticali delle piastrelle chiare. La rigida ortagonalità della facciata è bilanciata da un pianterreno composto di tre vetrine, orientate in senso orizzontale ed intercalate da larghi ingressi. Gli angoli arrotondati delle vetrine di tavole di vetro svolgono, oltre a una funzione estetica, anche quella “psicologica”: è come se con le loro forme attirassero i passanti nel negozio. 3 Palazzo con appartamenti in affitto e con negozi detto Convalaria (l’odierno edifico polifunzionale d’abitazione e di commercio, sede della redazione del quotidiano Mladá Fronta Dnes); Oskar Poříska; Brno, via Česká nn. 19-21 / via Veselá n. 26; 1937-39 Verso la fine degli anni trenta, anche O. Poříska contribuì alla collezione preziosa dell‘architettura funzionalista di Brno con un palazzo d’affitto con negozi, il caffè e la galleria, eretto su un sito esposto sull’incrocio tra le vie Česká e Veselá. Sia nel pianoterra sia nel primo piano, leggermente avanzato, l’autore rispettò la scala degli edifici minuti, costruiti precedentemente, ma dal secondo piano in poi egli diede all’edificio un carattere metropolitano, ampliandone la pianta e individualizzandone il prospetto. Concepì i prospetti laterali che danno sulle vie Česká e Veselá, come facciate di un palazzo per appartamenti, mentre il prospetto sopra l’incrocio delle due vie fu monumentalizzato da nastri di finestre alte, come se si trattasse d’un edificio commerciale. L’integrità del manto dell’edificio fu però conservata dall’arrotondamento della cantonatura e dal rivestimento corrente dei muri di pannelli in ceramica. Così, la Convalaria divenne un contrappunto dignitoso del vicino Avion, e con esso contribuì a dare un aspetto moderno alla parte più vivace del centro della città. Fino a che punto l’autore fosse consapevole del movimento nei dintorni dell’edificio, lo testimonia anche lo spostamento dell’ingresso della profumeria che diede il nome al palazzo nella facciata laterale e l’inserimento di un passaggio (la galleria più piccola della città) fra le due vie. La Convalaria divenne un luogo frequentato anche grazie all’esclusivo caffè Dorotík con la pasticceria al primo piano, progettata dal giovane architetto K. Růžička. 4 Albergo Avion Bohuslav Fuchs; Brno, via Česká n. 20; 1926-27 L’albergo Avion fu eretto nel luogo dove stava l’osteria gestita da I. Kostelecký; suo figlio fece costruire lì e sul lotto adiacente, in base a un progetto di B. Fuchs, il primo albergo di Brno del dopoguerra, il quale presto divenne, grazie alle sue soluzioni originali, uno dei simboli dell’architettura d’avanguardia di Brno. In questo caso, il compito dell’architetto fu estremamente difficile: dovette progettare un albergo con un caffè su un lotto stretto, il che richiedeva un’organizzazione efficace degli ambienti su una pianta che aveva la profondità di 34 metri, ma la facciata era larga solo 8,5 metri. Eppure il giovane Fuchs riuscì magistralmente a sfruttare la forma ostile del cantiere a favore dell’edificio. I lavori di cantiere, conseguenti al progetto del dicembre 1926, furono avviati subito nell’anno successivo, e nello stesso anno furono anche terminati. I due piani inferiori dell’edificio a nove piani sono riservati al caffè, mentre gli altri piani sono occupati dalle camere d’albergo. Nell’atrio vengono già nettamente separati gli ambienti dello snack-bar del piano terra, delle abitazioni e del caffè. L’architetto affrontò la disposizione interna degli ambienti in una maniera del tutto sua. Grazie a una soluzione ardita che prevedeva l’eliminazione del muro centrale della struttura e il poggiare del soffitto su pilastri in calcestruzzo nei muri di testa, egli riuscì a togliere al caffè il senso di ristrettezza e a tradurre in pratica l’idea di uno spazio continuato. Quest’ultimo non si basa qui su una successione meccanica delle unità di spazio, ma su un collegamento libero degli ambienti adiacenti che si pervadono, creando così un tutt’uno, separato parzialmente da mobilio o dal vetro. Inoltre, le sale si sovrappongono non solo in senso orizzontale, ma anche in quello verticale. I mezzanini spioventi verticalmente, con altezza differenziata, sono riuniti in ambienti più grandi, offerenti scorci straordinariamente impressionanti dal punto di vista estetico, il cui effetto poetico è rafforzato ulteriormente da pareti a specchio. Le qualità architettoniche dell’albergo si riversano anche nel prospetto che si affaccia sulla strada: esso è alleggerito dalle grandi superfici delle finestre, dalle piastrelle di porcellana e dal vetro bianco opaco. La facciata tradisce anche l’organizzazione interna dell’edificio: la finestra sporgente, leggermente avanzata, con enormi tavole di vetro fa parte del caffè, mentre le finestre a nastro nei piani superiori filtrano la luce nelle camere d’albergo. Nel 1948, l’Avion fu espropriato dallo Stato ed integrato nell’azienda statale “Alberghi cecoslovacchi”. Fino agli anni novanta esso mantenne la sua funzione d’origine, e – con pause – funse da albergo e da locanda anche dopo essere stato acquisito da proprietari privati. Per motivi di rapporti di proprietà poco chiari, di manutenzione insufficiente e – ultimo ma non meno importante – di una clientela cambiata, esso sprofondò nel grigio livello medio di alcuni alberghi risalenti agli anni venti e trenta il cui spirito caratteristico venne meno in maniera ineluttabile con i cambiamenti politici del 1948. 5 Caffè Savoy Jindřich Kumpošt; Brno, via Běhounská n. 9 / piazza Jakubské nám. n. 1; 1928-29 Il caffè Savoy di J. Nekvapil nacque dall’adattamento dei piani inferiori del palazzo ad angolo detto Thonenthof, con la pianta contenente due ali e la cantonatura diagonale. Anche se era prevedibile un ingresso situato nell’asse della cantonatura, l’architetto utilizzō lo spazio dietro di essa, sia al piano terra che al primo piano, per creare gli ambienti principali del caffè, spostando l’ingresso in via Běhounská. L’impiego delle innovazioni tecniche rese possibile una soluzione molto ardita degli ambienti dal punto di vista costruttivo. La sala centrale, con un paio di pilastri snelli in acciaio che supportavano i piani superiori, rimase del tutto libera; essa fu collegata con il primo piano, parzialmente abbassato e ampiamente aperto nella parte centrale, da una dominante scalinata a due rampe ricurve. Queste si ramificavano nelle ali collocate simmetricamente lungo la via Běhounská e lungo la piazza Jakubské náměstí. La disposizione ingegnosa delle sale su diversi livelli, con una quantità di scorci pittorici, effetti luce, forme decorative e materiali preziosi regalava ai visitatori un’insolita esperienza estetica. Gli interni del caffè furono danneggiati notevolmente all’inizio degli anni cinquanta, nel loro adattamento poco rispettoso in un negozio di tessuti. Solo nel 2008, a questo luogo dalla lunga tradizione di caffè furono restituiti sia la sua funzione d’origine sia il suo aspetto originale (seppure solo parzialmente). 6 Caffè Zeman Bohuslav Fuchs; Brno, Koliště; 1925 La ristrutturazione del caffè Zeman segnò, nel 1925, una svolta radicale nello sviluppo dell’architettura di Brno fra le due guerre. Infatti, essa pose il fine alla ricerca di nuove concezioni e delineò la direzione di un suo futuro sviluppo, coincidente con il concetto rivoluzionario che Le Corbusier aveva dell’architettura. L’edificio non molto grande in calcestruzzo con riempimenti leggeri in mattone, costruito nel parco adiacente alla via Koliště nel sito del già ristorante all’aperto e il caffè Schopp Café Pavillon, rappresenta uno dei primi edifici coerentemente funzionalisti non solo a Brno, bensì in tutta la Cecoslovacchia. Vale a dire, il caffè non fu soltanto una somma di ambienti autonomi, ma un tutt’uno architettonico la cui pianta pratica si traduceva, all’esterno, nelle grandi finestre saliscendi che collegavano l’interno con la terrazza e il parco. L’insieme armonioso dell’edificio con il minimo di mezzi estetici tradizionali fu collocato con cura nel verde circostante. Gli intonaci esterni ed interni non furono colorati, le cornici delle finestre in metallo presentavano, sia nell’interno che all’esterno, il colore rosso. L’edificio eccezionale fu demolito avventatamente nel 1964 per fare largo al teatro Janáček. Nel 1991 apparve per la prima volta l’idea di ricostruire il caffè in un altro sito. Il suo duplicato fu inaugurato il 24 marzo 1995, il giorno del 100° anniversario della nascita di Fuchs. 7 Grandi magazzini Baťa (gli odierni grandi magazzini Centrum) Vladimír Karfík; Brno, via Kobližná n. 24; 1930-31 La prima opera importante dell’architetto principale di Baťa dopo il suo ritorno dagli Stati Uniti e insieme il suo unico edificio costruito a Brno tra le due guerre fu preceduto da una storia complessa del concorso per il palazzo Baťa a cui parteciparono J. Kumpošt, B. Fuchs, J. Gočár e F. L. Gahura. Neanche il lavoro di Karfík fu privo di complicazioni che successivamente provocarono modifiche radicali del suo progetto originale. Infatti, il palazzo fu inizialmente progettato come un grattacielo di 23 (o forse 28) piani. Visto il terreno instabile sopra un ruscello sotterraneo e i dubbi sulla correttezza dei calcoli statici, il numero dei piani veniva abbassandosi fino a scendere, a dispiacere dell’architetto, ai soli otto piani che potevano essere retti con sicurezza dalla struttura in cemento armato sui piloni. Nonostante l’interruzione ripetuta del cantiere, i grandi magazzini furono terminati in breve tempo; il punto vendita, situato precedentemente nel vicino palazzo Morava, vi fu trasferito già nel 1931 e poco dopo fu aperto al pubblico. Dopo la seconda guerra, il palazzo delle calzature si trasformò nei grandi magazzini Centrum; il campione eccellente del funzionalismo di Brno fu riadattato, con scarsa sensibilità, ai suoi bisogni secondo il progetto di J. Brichta. L’edificio, uno dei simboli della città moderna degli anni trenta, perse così l’alternarsi caratteristico delle strisce orizzontali di vetro puro e di quello bianco, e con esso la fragilità dell’intero manto dei prospetti non portanti. 8 Palazzo Alfa Karel Bezrouk, l‘ufficio tecnico dell‘impresa edilizia Frantisek Hrdina (inizialmente in collaborazione con Bohuslav Fuchs); Brno, via Jánská nn. 11, 13 / via Poštovská nn. 10, 8, 6, 4; 1929-37 Il progetto più antico di Bezrouk – non realizzato, con soluzioni ardite, del 1929 – si ispirò al concorso per il grattacielo di Baťa della vicina via Kobližná siccome doveva avere, nella parte più alta, ben 14 piani. Nel 1930, a partecipare fu chiamato B. Fuchs il cui progetto di un edificio monumentale ad angolo, con il cinema nel seminterrato, la galleria commerciale con un ballatoio perimetrale e i piani superiori con terrazze, arretrati progressivamente, divenne base per il progetto di Bezrouk che lo realizzò, negli anni 1931-37. L’edificio a otto piani, uno dei palazzi dominanti della Brno moderna che attira l’attenzione per le facciate in lastre di vetro chiaro opaco, divenne subito dopo il compimento un centro commerciale prediletto, nonché un centro di divertimento preferito. A parte il grande caffè nel mezzanino, vi erano un cinema e il locale notturno Metro-Hall nel seminterrato. I piani superiori furono occupati soprattutto da appartamenti di taglio piccolo, ma attrezzati di ogni comfort. La galleria comunicava con la piazza náměstí Svobody e con le vie Jánská e Poštovská. Questo esempio avanzato della soluzione organizzativa e formale di un edificio metropolitano polifunzionale del periodo del funzionalismo culminante, danneggiato notevolmente nella guerra, rientra oggi fra i monumenti più preziosi dell’architettura moderna di Brno. 9 Prima Cassa di Risparmio Morava (l’odierna Cassa di Risparmio Ceca) Heinrich Blum – Josef Polášek – Otakar Oplatek; Brno, via Jánská nn. 4-10; 1937-39 Il nucleo della Cassa di Risparmio a schiera, a sei piani, è costituito da un vasto salone degli sportelli e da un vestibolo ovale con una rampa di scale curvilinea che accede alla sala aperta del primo piano, illuminata da una cupola in calcestruzzo con lenti di vetro. La quantità di mezzi architettonici, scelti dagli autori per la loro opera, fu determinata soprattutto da un insieme delle funzioni che dovevano essere svolte sotto un tetto comune. Ma la scelta dei mezzi, il loro utilizzo e l’aspetto finale furono dettati anche dallo sforzo di arricchire il postulato funzionalista di base, cioè quello di un funzionamento ineccepibile, con ulteriori qualità derivate sì dalle funzioni, eppure rientranti nella categoria dell’operare estetico ed emozionale dell’architettura. Ciò riguardava sia gli ambienti della Cassa di Risparmio dietro la parte concava ed avanzata del prospetto, sia la formazione del vestibolo, e soprattutto il salone principale con grandi finestre a forma di oblò. Proprio il salone rifletteva in modo più palese le relazioni fra il volume, lo spazio e la luce, senza che l’eleganza fragile della loro armonia facesse pensare alla megalomania, spesso caratteristica del presente tipo di edificio. Soprattutto grazie a queste qualità, la Cassa di Risparmio, che suscitò un’attenzione straordinaria già ai tempi della sua nascita, divenne uno degli edifici più importanti del tardo funzionalismo e non solo di quello di Brno. 10 Agenzia di promozione turistica della città di Brno (l’odierna agenzia viaggi Čedok) Oskar Poříska; Brno, via Nádražní / via Bašty n. 2; 1927-28 Quest’edificio tipologicamente insolito – un’agenzia-informazioni non molto grande, istituita nel 1928 durante i preparativi per l’Esposizione della cultura contemporanea nella Cecoslovacchia – è caratterizzato dalle qualità già rese note da molti altri edifici di Brno, costruiti verso la metà degli anni venti. Si trattava soprattutto della composizione dei volumi che presentava forme cubiche di base sopra una pianta progettata efficacemente, e forme semplici che corrispondevano sia alla purezza purista-funzionalista dei cubi, sia alla funzione dei singoli ambienti e alla loro espressione all’esterno. A dominare fuori vi era un grande muro in calcestruzzo e vetro, usato a Brno per la prima volta. Il significato dell’edificio di Poříska consisteva però soprattutto nella sua collocazione molto curata in un ambiente storico nelle vicinanze immediate della stazione ferroviaria principale, la quale rispettava gli edifici più antichi presso le mura della città, nonché una comunicazione scorrevole accanto alla parte ad angolo, dotata di una pianta a semicerchio, allora eccezionale. 11 Uffici postali presso la stazione ferroviaria Bohuslav Fuchs; Brno, via Nádražní n. 7; 1937-38 L’edificio fu costruito su un suolo assai instabile, nel sito del già fossato delle mura della città, vicino alla stazione ferroviaria. Il piano terra conteneva il salone principale con il ballatoio e la sala smistamento pacchi, il primo piano era riservato ai servizi per inviare o ricevere lettere. Dalla parte della via, all’edificio si attaccava un capannone al pianoterra dei garage, e dalla parte della stazione ferroviaria una pensilina. L’intero edificio prevalentemente tecnico è dominato dal vetro e dal metallo, dal momento che la sua struttura in acciaio è in vista e sia i divisori sia il manto dell’edificio sono prevalentemente vetrati. Più importante dell’organizzazione formale del prospetto allungato degli uffici postali fu la loro soluzione costruttiva. Il terreno del fossato delle mura, inzuppato di acque freatiche, determinò la creazione di un’imponente vasca in calcestruzzo, dalle dimensioni di due piani sotterranei, dall’altra parte lo scheletro leggero in acciaio sopra la vasca doveva essere costruito in modo che, data la complessità delle funzioni, la disposizione interna dell’edificio potesse essere facilmente modificata e nel futuro magari anche ampliata. Nonostante ciò, anche la facciata, realizzata per motivi economici nella sua variante più semplice, sostituendo la pietra immaginata con materiali artificiali, svolgeva un ruolo importante: con la divisione fluente in due piani principali unificò le altezze diverse e la varietà funzionale degli ambienti interni, coprendo con il ritmo tranquillo della sua composizione il funzionamento animato dell’edificio. 12 Compagnia di assicurazioni Riunione Adriatica di Sicurtà (l’odierno edificio polifunzionale amministrativo e di abitazioni) Karel Kotas; Brno, via Nádražní n. 2; 1936-38 Un altro “biglietto da visita” architettonico della città e, contemporaneamente, una prova della vita utile del sistema formale funzionalista è costituito dal palazzo multifunzionale della compagnia italiana di assicurazioni, costruito negli anni 1937-38 in base al progetto di K. Kotas del 1936. Il palazzo a schiera, a sette piani, con la pianta di un rettangolo irregolare, ha una disposizione interna regolare in tutti i piani. Il nucleo del pianoterra commerciale è formato dal vestibolo centrale con due rampe di scale laterali che sfociano in un altro piano, quello amministrativo. I piani successivi sono caratterizzati da una disposizione simmetrica di appartamenti a tre vani e di monolocali. La simmetria si manifesta anche sul prospetto rivestito di pietra naturale giallognola. Un motivo appariscente del prospetto consiste nel volume leggermente avanzante dei piani abitati che monumentalizza il palazzo e si proietta nello stesso tempo all’interno, aumentandone la superficie e sorreggendo i balconi del sesto piano. Il piano superiore, rientrante, è coperto da un tetto piatto che supera lievemente la superficie della facciata ed è portato da pilastri regolarmente distribuiti. L’edificio occupa un posto di spicco nell’architettura di Brno grazie a taluni elementi abbastanza estranei ad un funzionalismo ortodosso, quali la formazione “verticale” del pianoterra e del piano superiore o la simmetria del prospetto principale, i quali lo fanno rientrare piuttosto fra gli esempi di una variante neoclassicista del tardo funzionalismo. 13 Zona fieristica Brno-Pisárky; 1926-28 La zona fieristica di Brno nacque sulla c.d. rampa di Bauer, nella conca di Pisárky, in una zona ricreativa tradizionale della città lungo il fiume Svratka. L’impulso alla sua costruzione fu dato dai preparativi dell’Esposizione della cultura contemporanea della Cecoslovacchia: un’impresa generosamente concepita, organizzata in occasione del 10° anniversario della nascita della Repubblica Cecoslovacca. A parte il contenuto ideologico della mostra, ormai dimenticato, un compito altrettanto difficile consisteva nella costruzione della zona fieristica. Infatti, bisognava stendere non solo il progetto della trama complicata delle piante dell’area, ma anche i progetti dei padiglioni sia stabili che provvisori e di altri fabbricati. La storia di questo complesso progetto urbanistico ed architettonico risale già al 1924 quando fu bandito un concorso per ottenere progetti di una stabile Fiera regionale. All’inizio fu raccomandato di realizzare il progetto vincitore di J. Kalous di Praga, ma nel 1926 la soluzione urbanistica definitiva fu affidata a E. Králík che coniugò le proprie idee, in modo creativo, con quelle di Kalous. La disposizione dell’area si svolge dal portale centrale dove si biforcano i due assi principali della fiera che serrano il padiglione centrale, cioè il Palazzo commerciale ed industriale (l’odierno Padiglione A) di J. Kalous e J. Valenta. Anche questo elemento dominante della fiera ebbe un’evoluzione complessa. All’inizio, Kalous lo concepì come un sistema di archi a semicerchio, di un soffitto piatto e di una galleria che facesse pensare a un tempio a tre navate. La struttura del padiglione, che sembrava disorganica, fu radicalmente mutata da J. Valenta, statico di Brno, il quale la sostituì con archi portanti a forma parabolica che erano più dinamici e rendevano uni- forme lo spazio. La realizzazione finale in calcestruzzo e vetro rientrava fra le opere più riuscite nel settore dell’architettura tecnica della Cecoslovacchia di allora. Il viale della fiera, parallelo alla via Hlinky, fu terminato dal padiglione del Mercato della fiera di Brno di B. Čermák (l’odierno Padiglione G) con una torre panoramica vetrata. L’aspetto della fiera fu influenzato notevolmente anche da B. Fuchs, autore del Padiglione della città di Brno, un parallelepipedo semplice in mattoni con una rampa di scale curviformi sulla facciata posteriore, imparentato nei volumi e nell’aspetto con l’adiacente Padiglione della Moravia di V. Chroust. Disposizioni utilitarie e concetti architettonici equilibrati caratterizzarono anche altri edifici, progettati da architetti non provenienti da Brno, p.e. da J. Gočár (Padiglione dell‘Accademia delle belle arti di Praga), P. Janák (Padiglione della Scuola di arti applicate di Praga), K. Roškot (Padiglione della città di Praga), tutti provenienti da Praga, oppure da F. L. Gahura di Zlín (Padiglione della Provincia e della città di Zlín). Finita la fiera, molti di questi edifici furono demoliti. Da esempio concettuale pratico, avente però anche un altissimo valore estetico, funsero p.e. il Padiglione Werkbund der Deutschen di V. Baier o il padiglione dei costruttori edili cecoslovacchi di J. Rössler di Praga, ecc. Ma tutti i detti edifici furono superati dal cinema-teatro e caffè di E. Králík. La duplice funzione dell’edificio era espressa sia da una superficie non articolata della facciata, una pianta compatta e la curva dominante della galleria della sala del cinema-teatro, sia da una struttura leggera del caffè con una facciata vetrata, una rampa di scale e la galleria aperte e dai loro dettagli costruttivisti (p.e. la ringhiera “a battello“). Una categoria a se stante di “campioni“ fu rappresentata da edifici d’abitazione sperimentali, realizzati in base alle idee contemporanee dell’abitare moderno. L’edificio a due piani con un tetto-terrazza di O. Starý fu un tentativo di realizzare una casa di famiglia economica e di serie. Il palazzo d’affitto dell’Unione dell’opera cecoslovacca di J. Havlíček introdusse una nuova concezione del presente tipo di edificio, tenendo presente anche i suoi legami urbanistici più estesi. Il fabbricato a tre piani, con la rampa avanzata della scala, balconi ad angolo e una terrazza abitabile sul tetto piatto, nei cui interni l’Unione fece installare l’arredamento degli eminenti architetti, rappresentava due sezioni centrali di un blocco di un grande complesso abitativo di condomini a schiera. La costruzione della zona fieristica, caratterizzata da un’attività ed energia laboriosa, tuttora insuperata, divenne così non solo un evento culturale eccezionale, ma anche il coronamento dell’evoluzione attuale dell’architettura e dell’urbanismo, nonché una manifestazione trionfante del funzionalismo in quanto corrente fondamentale e portante dell’architettura cecoslovacca. 14 Insieme delle case di famiglia “Casa Nuova” Bohuslav Fuchs, Josef Štěpánek, Jaroslav Grunt, Jiří Kroha, Hugo Foltýn, Miroslav Putna, Jan Víšek, Jaroslav Syřiště, Ernst Wiesner; Brno, via Petřvaldská nn. 2-10, via Šmejkalova nn. 144-148, via Drnovická nn. 2-12, via Bráfova nn. 109-111; 1927-28 L’esposizione sperimentale dell’abitare moderno “Casa nuova” doveva presentare al pubblico i risultati della ricerca attuale di un aspetto moderno di una casa di famiglia piccola, utilizzando le innovazioni in edilizia di allora. L’attività cui presero parte nove architetti, fu preceduta dalla lottizzazione del terreno edificabile sotto il boschetto Wilson, realizzata da due autori partecipanti, e cioè J. Grunt e B. Fuchs. Questi raggrupparono gli edifici in una forma concentrica e simmetrica lungo un’asse longitudinale, intersecata in origine solo da una comunicazione per pedoni. Tutte e sedici le case offrivano una soluzione moderna. Il piano terra, riservato ai servizi, fu occupato dalle cantine e dalla base tecnica, mentre il primo piano era abitabile: presentava un ambiente centrale di soggiorno e una zona pranzo adiacente a una cucina piccola e pratica. Il secondo piano fu destinato a camere da letto con un bagno, spesso collegate con la terrazza solario sul tetto piatto. L’esposizione adempì il suo compito solo parzialmente siccome solo alcune case, p.e. quelle di Víšek, Fuchs e Grunt, proponevano una soluzione del problema attuale concernente la disposizione degli appartamenti di piccolo taglio. Nonostante ciò l’insieme divenne conosciuto non solo come un manifesto dell’abitare in una casa propria, ma anche come quello di un’appartenenza incondizionata al funzionalismo. 15 Chiesa Cecoslovacca degli hussiti Jan Víšek; Brno, via Botanická n. 1; 1926-29 La Chiesa Cecoslovacca degli hussiti in via Botanická fu uno dei primi edifici sacri costruiti a Brno nel primo dopoguerra: fu eretta negli anni 1927-29 in base ai risultati del concorso, bandito dalla Chiesa Cecoslovacca nel 1926 e vinto da J. Víšek. I singoli ambienti, diversi per la funzione, dell’edificio autonomo con un tetto piatto sono allineati l’uno dietro l’altro in un asse longitudinale, parallello alla via. La disposizione di base deriva da uno schema della chiesa cristiana con una navata longitudinale e un campanile snello, a forma di parallelepipedo, a fianco, coronato simbolicamente, su richiesta dei rappresentanti della Chiesa, da un sole hussita. Al piano terra si trova una sala multifunzionale e al primo piano la sala di preghiera cui si accede dalla terrazza, accessibile da una scalinata esterna. Alla sala del piano terra si accede direttamente dalla via. L’edificio della chiesa hussita – sobrio, equilibrato nei volumi – occupa un posto eccezionale nel contesto della produzione di Víšek, fra l‘altro per una concezione straordinariamente civile dell’edificio sacro. Con la sua composizione di cubi bianchi, chiaramente delimitati, esso rimanda soprattutto a una corrente ancora purista dell’architettura che era ben radicata a Brno anche ai tempi in cui la sua “missione purificatrice” d’origine si era già estinta, e che trovò il suo rappresentante più puro proprio in J. Víšek, il che viene testimoniato in modo convincente anche dalle sue opere precedenti. 16 Casa dello studente Masaryk (l’odierna Casa della gioventù) Bohuslav Fuchs; Brno, via Cihlářská n. 21; 1929-30 Nel lotto di terreno fra le vie Cihlářská, Botanická e Burešova doveva inizialmente nascere solo una mensa per studenti della scuola superiore e un ambulatorio. Nel 1926 la richiesta fu estesa a contenere anche il collegio per gli studenti non provenienti da Brno e un loro centro sociale. In base a questo programma fu bandito il concorso, vinto da B. Fuchs il quale fu in seguito incaricato di stendere il progetto esecutivo. Il complesso è composto di due edifici collegati tramite una rampa di scale. L’edificio più basso fu destinato alla mensa, con i ritrovi nel mezzanino e una sala conferenze al primo piano. Nell’altro edificio, a quattro piani, si trovavano le camere da letto, le sale di studio e l’ambulatorio del medico. La facciata più stretta del collegio è articolata da balconi continui, quella più larga da finestre orizzontali. L’ala con la mensa dinamizza il contrasto fra la superficie vetrata delle finestre a nastro e il muro pieno bianco. Il programma edile duplice, cioè di una parte sociale e di una parte abitativa, fu espresso qui da una composizione impressionante dei corpi parallelepipedi che creano un insieme articolato, accentuato originariamente anche dal colore. All’inserimento urbanistico del fabbricato nella zona edificata contribuì la differenziazione dei volumi, sottolineata dai balconi, una parete vetrata e una tettoia sorretta sopra l’ingresso. La Casa dello studente concluse così in modo appropriato il blocco di palazzi in vie Cihlářská e Botanická e creò un piccolo piazzale davanti all‘imponente Istituto generale pensionistico. 17 Istituto generale pensionistico (l´odierno Tribunale Supremo della Repubblica Ceca) Emil Králík; Brno, via Burešova n. 20; 1930-32 Nel luglio 1930 fu bandito un concorso ristretto per l’Istituto pensionistico nel cantiere fronteggiante la Casa dello studente Masaryk, allora in fase di terminazione. La rielaborazione del progetto definitivo fu affidata, nel novembre 1930, a E. Králík. La costruzione fu iniziata nel giugno 1931 e già il 20 settembre 1932 sia l’ufficio ceco che quello tedesco avviarono le loro attività. Dopo la guerra vi ebbero sede varie istituzioni; dagli anni sessanta il palazzo fu sede del segretariato del Comitato regionale del Partito Comunista Cecoslovacco per le esigenze del quale furono eseguiti, nel 1986, un rialzamento dell’edificio e una costruzione di una sala a gradini nel cortile, secondo il progetto di M. Steinhauser. Agli inizi degli anni novanta vi presero sede il rettorato dell’Università Masaryk di Brno e il suo Istituto di tecniche di calcolo computerizzate. Nel settembre 1993 l’edificio fu dato in uso al Tribunale Supremo della Repubblica Ceca. Il piazzale di dimensioni sostenute, in lieve pendio, è dominato dallo scheletro in cemento armato, a sei piani, con una pianta a U con le ali laterali corte. Lo zoccolo, costituito dal pianoterra e da un mezzanino leggermente indietreggiante, supporta il volume dell’ala principale. Nonostante il prospetto articolato in modo monotono, l’edificio suscita una sensazione di equilibrio che è sottolineata anche dall’ingresso vetrato raffinato e dal vestibolo rivestito di marmo. Grazie a una disposizione nitida, alla sufficienza di luce e di aria e soprattutto alla sua ”misura d’uomo”, l’edificio è di diritto incluso fra i monumenti più preziosi dell’architettura moderna di Brno. 18 Palazzi con appartamenti d’affitto Václav Dvořák – Jaroslav Brázda; via Kotlářská nn. 34-50; 1938-39 Le basi dell‘aspetto metropolitano della via Kotlářská furono poste già dal suo assetto precedente, ma l’impulso decisivo pervenne dall’ambito della sua modernizzazione progressiva, p.e. dagli edifici di A. Kuba e V. Dvořák all‘angolo della via Botanická degli anni 1930-31, e soprattutto dai palazzi con appartamenti d’affitto nn. 34-50, realizzati verso la fine degli anni trenta secondo il progetto di V. Dvořák e J. Brázda. Il livello architettonico dei nove palazzi a schiera, a cinque piani, con le mansarde, fu straordinariamente alto dal punto di vista della qualità dell’abitare, dovuta non solo alla pianta ragionata degli appartamenti, alla loro categorizzazione socialmente differenziata e ai loro accessori (il balcone, il giardino d’inverno, il garage, l’ascensore, la sistemazione dei dintorni del palazzo), ma anche allo sforzo di estetizzare il loro aspetto. Tale sforzo si palesò, nel nostro caso, nel rivestimento nero e bianco delle facciate, nelle finestre sporgenti, nelle finestre continue, nelle nicchie con balconi ed infine nei tratti obliqui dei muri che si replicavano in ogni palazzo, introducendo nell’ortogonalità statica dei prospetti principali un elemento plastico e dinamico. L’insieme dei palazzi doveva culminare con un grattacielo mai realizzato all’angolo delle vie Lidická e Kotlářská. 19 Comando militare regionale e il comando del III corpo militare di Brno (l’odierna Università della Difesa) Bohuslav Fuchs; Brno, via Kounicova n. 65; 1936 L’architetto ritornò al cantiere all’angolo delle vie Kounicova e Zahradníkova già per la seconda volta, essendosi già occupato, con J. Kumpošt, dell’edificazione del luogo anche nel 1931, in uno studio mai realizzato di regolazione della Piazza accademica. Il progetto di un’area universitaria con la biblioteca era andato a vuoto ma nel luogo prestabilito cominciò a crescere un comando militare secondo il progetto di concorso di Fuchs, notevole per la linea concava del prospetto d’ingresso la quale doveva avere il riscontro nell’edificio simmetrico del Tribunale regionale dello stesso autore. La curvatura del blocco longitudinale, non articolato, fu una reazione alle esigenze urbanistiche dell’appalto. Le linee curve del comando militare e del progettato Tribunale regionale dovevano correggere otticamente l’incrinatura della via Kounicova prima del suo sfociare nel piazzale serrato dagli edifici e suscitare, ancora in linea con i principi urbanistici del funzionalismo, un’illusione del proseguimento del suo svolgersi diretto. L’edificio divenne così un „solo“ strumento del ragionamento urbanistico, ma dall’altro lato, la dinamizzazione della sua pianta, ottenuta con la curvatura concava, soffocava la monotonia della facciata principale longitudinale. Grazie alla generosità delle sue dimensioni e al suo effetto urbanistico, l’edificio divenne un elemento dominante di una delle vie principali di Brno. 20 Insieme di palazzi con appartamenti d’affitto Jindřich Kumpošt; Brno, via Pod kaštany nn. 26-30, via Tábor nn. 28a, 28b, 28c, 34a, 34b, 34c, via Kounicova nn. 93-97; 1931 Il progetto di Kumpošt, in alcune varianti, di triplici palazzi con appartamenti d‘affitto per le cooperative Stavog e Blahobyt, fu una delle opere più avanzate nell’ambito dei condomini con appartamenti di taglio medio e piccolo. Ciò fu dovuto al valore urbanistico, avendo l’autore usato, per la prima volta a Brno, per il loro dislocamento il sistema dell’edificazione “a strisce”, e anche all’accento posto sul contenuto sociale dell’appalto, tradotto qui in una sistemazione estremamente economica degli appartamenti, ed infine ad un tentativo di creare un piccolo centro con servizi e con una scuola materna, situata nel verde e circondata da campi sportivi. L’insieme dei palazzi a quattro piani, con appartamenti di taglio piccolo, coperti in origine da tetti piatti, il quale contiene 220 appartamenti con 1-2,5 vani, è costituito da quattro blocchi con tre sezioni, ciascuna delle quali ha un proprio ingresso. Dal punto di vista formale, i palazzi sono caratterizzati dall’impiego di una delle idee-base del funzionalismo, e cioè dalla presenza della finestra a nastro e del balcone a nastro indietreggiato: essi sono riuniti in un lunghissimo nastro comune, costituendo così l’unico motivo, eppure formalmente straordinariamente espressivo, dell’intonaco liscio e chiaro. Il complesso edile tipicamente funzionalista fu completato, nel 1940, da due blocchi centrali, costruiti in base al progetto degli impiegati dell’Ufficio edile della città di Brno. 21 Caffè Era Josef Kranz; Brno, via Zemědělská n. 30; 1927-29 La casa abitabile, inizialmente indipendente, di J. Špunar con il caffè, costruita negli anni 1927-29 in base al progetto di J. Kranz, rientra fra gli edifici straordinariamente preziosi, dal punto di vista architettonico, del primo funzionalismo di Brno. Il compito difficile di progettare il caffè e l’appartamento del proprietario sotto un tetto comune in modo tale che risultassero separati, fu eseguito dal giovane architetto molto efficacemente, avendo egli articolato orizzontalmente l’edificio in due unità con funzioni diverse: nel caffè del piano terra e nell’appartamento del primo piano. Gli interni del caffè furono progettati come un ambiente compatto, articolato solo dalla struttura portante e dal braccio appeso della rampa di scale curvilinee il cui effetto estetico fu ulteriormente intensificato anche dalla plasticità e dai colori spiccati. L’architetto ottenne l’atmosfera magica e la sensazione di intimità grazie a un’illuminazione traversale, alla luce filtrata dalle finestre a grandi ante dalla parte della via e la parete in mattoni in vetro dalla parte del cortile. Un tratto caratteristico del caffè consisteva nel suo equilibrio a misura d’uomo dovuto al collegamento e all’articolazione delle singole parti, e all’impiego frequente della scrittura su alcuni elementi portanti e sulla scala. La composizione graficamente pura del prospetto affacciato alla via in cui gli elementi plastici venivano talmente ridotti da creare quasi un effetto bidimensionale, da manifesto, si ispirò forse alla facciata del caffè De Unie di Rotterdam, poco più vecchio, di J. J. P. Oud. 22 Villa di Grete e Fritz Tugendhat Ludwig Mies van der Rohe; Brno, via Černopolní n. 45; 1928-30 A cavallo tra gli anni venti e trenta fu costruita a Brno, in base al progetto di Mies van der Rohe, la villa Tugendhat, considerata l’opera più significativa di Mies prima della guerra, grazie al radicalismo dell’idea principale e alla soluzione formale e tecnica all’avanguardia. La disposizione di base, l’aspetto della facciata e l’orizzontalità della villa prendono le mosse dal terreno in pendio che inizialmente faceva parte della casa dei genitori di Grete in via Drobného. Nel piano d’ingresso furono situati un atrio e le camere da letto, e nell’ala indipendente il garage e l’alloggio dei domestici. Il secondo piano fu destinato all’ambiente principale d’abitazione con il giardino d’inverno, articolato da una parete in onice, una parete in ebano di Macassar e mobili bassi, e alla cucina con la sala di preparazione. Nel piano più basso si trova l’impianto tecnico dell’edificio. L’opera dell’architetto straniero non fu del tutto estranea al programma dell’architettura di Brno: essa infatti realizzò, su una scala maggiore, quello che funse già da idea-guida a Fuchs nella progettazione del caffè Zeman, del caffè dell’albergo Avion o della sua propria casa. Tutte queste opere avevano in comune l’idea di sostituire le stanze tradizionalmente separate da un ambiente “continuo”, comunicante con gli ambienti circostanti. Nella villa Tugendhat, la detta tendenza fu portata agli estremi, insieme con la relazione radicale degli interni con gli esterni. Mentre il piano d’ingresso è chiuso, dalla parte della via, da un muro pieno, il piano abitabile si apre con pareti in vetro verso il giardino. Questa soluzione è sottolineata anche dalla possibilità di abbassare le grandi finestre nel seminterrato e dai colori tenui degli interni che fanno spiccare i colori della natura circostante. Pure il mobilio di Mies ha forme perfette e tuttora viene prodotto all’estero. Anche il progetto del giardino, realizzato dall’architetto dei giardini G. Roderová di Brno, è opera di Mies che rispettò il desiderio dei clienti, come fece pure con il progetto della casa. All’eccezionalità dell’edificio contribuirono le innovazioni tecniche: l’aria condizionata oppure il dispositivo elettronico d’allarme con fotocellula. La famiglia ebrea abitò nella villa soltanto fino al 1938, anno in cui lasciò il Paese. In seguito, un’impresa tedesca produttrice di motori per aerei vi trasferì i suoi uffici, e nel 1945 essa fu sostituita dall’esercito sovietico che distrusse soprattutto gli interni. La struttura edilizia della villa rimase però intatta anche mentre l’edificio veniva utilizzato da una scuola ritmica e dal reparto della ginnastica correttiva dell’Ospedale Infantile. Già dagli anni sessanta, l’opinione pubblica rivendicava il restauro della villa, il che fu ottenuto parzialmente 20 anni più tardi, quando la villa rinnovata servì al Comitato nazionale della città di Brno. Subito dopo il novembre 1989 venne chiesto un suo impiego più dignitoso, perciò essa fu consegnata nel 1994 al Museo della città di Brno, che la aprì al pubblico. Un anno più tardi, la villa fu dichiarata monumento nazionale e nel 2001 fu iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. 23 Scuola elementare ceca Masaryk maschile e femminile (l’odierna Scuola elementare) Mojmír Kyselka sr.; Brno, via Zemědělská n. 29; 1930-31 Una delle realizzazioni più pregiate del funzionalismo di Brno, un edificio simmetrico, riccamente articolato in volumi, con una composizione impressionante delle superfici, merita l’ammirazione anche per la disposizione, basata sul principio della scuola con un salone centrale. La simmetria della sua disposizione interna con l’atrio, la sala da pranzo e la sala di lettura nel centro, corrispondente al tipo di scuola comune con sezioni maschili e femminili, si manifestò pienamente anche nella configurazione della facciata principale della scuola e nel bovindo d’ingresso, situato nell’asse, con la terrazza. La stessa facciata divenne, contemporaneamente, anche portatrice principale dei valori estetici dell’edificio. Un rapporto accuratamente equilibrato fra le dimensioni del blocco orientato orizzontalmente, la forma delle finestre e il loro relazionarsi con la superficie circostante, nonché l’eleganza complessiva dell’edificio, creata solo con un minimo di mezzi, rimandano a un influsso significativo dell’architettura di accezione lecorbusieriana. La scuola, di cui faceva parte anche una scuola materna, fu eretta in un vasto giardino con due grandi campi sportivi e con una piscina all’aperto; essa era dotata pure di una piscina al coperto con le docce e vi si trovava pure un consultorio del pediatra. La scuola progettata da Kyselka suscitò interesse già nel periodo della sua fondazione, e non solo nella cerchia professionale cecoslovacca, ma anche all’estero, per il suo concetto impegnativo e per l’altissimo livello della sua realizzazione figurativa. 24 Bagni pubblici Bohuslav Fuchs; Brno, via Zábrdovická n. 25; 1929-31 Nel 1929 fu bandito il concorso per bagni pubblici, vinto da B. Fuchs. Il progetto esecutivo fu steso con lui dagli impiegati della Centrale idrica della città. La costruzione fu iniziata nel maggio 1931 e portata a termine nel giugno dell’anno successivo. I bagni, collocati nell’area urbanisticamente sfavorevole della periferia industriale, furono concepiti come due esercizi autonomi, quello estivo e quello invernale. Lo scheletro in cemento armato dell’edificio a due piani, a forma di parallelepipedo, dei bagni invernali che conteneva molti servizi e funzioni, rese possibile una sua disposizione pratica, palesandosi anche all’esterno in una composizione d’effetto grazie alle cornici chiare della costruzione e ai riempimenti leggeri dei mattoni a vista. I bagni estivi con piscine, superfici in erba e campi sportivi fornivano una cornice architettonica impressionante all’edificio degli spogliatoi, a due piani, con scalinate anteposte, con ballatoi continui comunicanti e con una terrazza solario. L’esito innovativo dei bagni di Zábrdovice non consiste però solo nell’esecuzione architettonica con mezzi funzionalisti sobri e nella soluzione ineccepibile di un appalto difficile dal punto di vista dell‘esercizio, ma soprattutto nei sensi di armonia, libertà, salute e gioia che essi suscitavano. Già per questo motivo essi vennero definiti di diritto, dalla letteratura specialistica contemporanea, come una delle costruzioni più avanzate dell’avanguardia architettonica cecoslovacca. 25 Casa privata di famiglia (“Casa dei due scapoli”) Otto Eisler; Brno, via Neumannova n. 10; 1930-31 Il nome originale dalla casa con cui essa appare spesso nella letteratura specialistica, fu scelto dallo stesso autore del progetto siccome vi abitava con suo fratello Mořic, anch’esso celibe. Peculiare era non solo il nome, ma anche la disposizione interna dell’edificio che corrispondeva allo stile di vita e alle predilezioni dell’architetto che era uno sportivo appassionato, un musicista dilettante, botanico e zoologo. La casa si trova nel mezzo di un vecchio orto in pendio il cui aspetto originale fu quanto più possibile conservato dall’architetto. Sopra il seminterrato dove è collocato l’impianto tecnico dell’edificio, poggia il pianoterra, dominato da un grande ambiente abitabile, aperto tramite la porta vetrata verso il giardino. Il primo piano è riservato a due camere da letto, separate da una camera comune, la quale è collegata con il balcone che costeggia l’intera facciata meridionale e quella orientale. Il piano in soffitta contiene un giardino d’inverno con un’uccelliera, una doccia e una terrazza aperta per la ginnastica. La Casa dei due scapoli mostra un passaggio progressivo del progettista dal purismo razionale al funzionalismo, un’affinità con le opere degli insegnanti di Eisler al Politecnico tedesco di Brno, e infine anche una lezione tratta dalle ville di A. Loos e di E. Wiesner la cui esclusività fu adattata da lui alle esigenze dei ceti medio alti. 26 Istituto professionale per le professioni femminili Vesna (l’odierno Istituto professionale per le infermiere e la Scuola superiore di sanità) Bohuslav Fuchs, Josef Polášek; Brno, via Lipová nn. 16–18; 1929–30 Casa Eliška Machová (l´odierna Casa della gioventù) Bohuslav Fuchs; Brno, via Lipová nn. 16-18; 1929-30 La scuola indipendente, a due piani, con una terrazza-tetto e una sala da ginnastica anteposta fu progettata senza il corridoio tradizionale la cui funzione viene svolta da un unico balcone. Il muro portante centrale fu sostituito da pilastri e da pareti pieghevoli che rendevano possibile l’ampliamento delle aule con gli ambienti adiacenti di lavoro, separati dai mobili incassati. Un proseguimento edilizio e comunicativo della scuola era la casa-alloggio a quattro piani, progettata in origine come una pensione femminile e una casa delle donne lavoratrici. Entrambi gli edifici presentavano, con il loro programma e la sua realizzazione, molte innovazioni. Nella disposizione della scuola si tennero in considerazione i metodi più avanzati dell’insegnamento, e un nuovo sistema di costruzione fu usato per entrambi gli edifici, probabilmente per la prima volta nella Cecoslovacchia. Esso consisteva nel trasferimento della funzione portante dai muri longitudinali sui muri fra le stanze e sulla disposizione traversale delle travi del solaio. In questo modo, le facciate venivano talmente devolumizzate da ridursi a un fragile scheletro a retino con grandi finestre. Come si vedeva sul prospetto della casa-alloggio, il nuovo sistema permise anche la nascita di balconi indietreggianti „a scatola“ che apersero l’edificio verso l’ambiente circostante e anche alla luce e all’aria. Il sistema della costruzione abbreviò anche i tempi di esecuzione: la costruzione grezza di un piano con camere della casa-alloggio durò solo 5-6 giorni. 27 Casa di famiglia privata Jiří Kroha; Brno, via Sedlákova n. 45; 1928-29 L‘edificio d’angolo, a tre piani, su una pianta rettangolare, sta in fondo della via, ai piedi di un pendio ripido una cui parte fu adattata a giardino ornamentale. Attraverso un piccolo giardino adiacente alla via Sedlákova si accede a un piccolo cortile dove si apre l’ingresso principale della casa. Il piano terra è riservato alla base tecnica, nel primo piano si trovano ambienti destinati alla vita sociale della famiglia: l’atrio, la sala di soggiorno con la zona pranzo, una piccola cucina e uno stanzino da lavoro. Il piano superiore, quello delle camere da letto, ha anche una funzione ricreativa perché dotato di un balcone che sfocia in una terrazza con solario. Il concetto del piano abitabile che costituisce un sistema di ambienti collegati, con scorci sull’interno e sul giardino, nonché la concezione delle facciate, sono originali. Il prospetto della via, ravvivato solo da un risalto differenziato nel colore, suscita una sensazione compatta, mentre il prospetto del giardino, dominato da una grande finestra a nastro, sorprende per la sua articolazione. Ad un possente effetto plastico dell’edificio contribuisce pure il colore dell’intonaco: una composizione dinamica del verde ulivo, bianco, rosso e nero. La casa costituisce uno degli esempi in cui Kroha sfiorò i confini del funzionalismo senza però mai superarli. Infatti, nella sua opera egli cercò sempre di ottenere una simbiosi dell’elemento tecnico con quello figurativo, il che era in netto contrasto con i postulati principali del funzionalismo, soprattutto di quello culminante. 28 Casa di famiglia privata Bohuslav Fuchs; Brno, via Hvězdárenská n. 2; 1927-28 La casa indipendente, a tre piani, ha l’impianto tecnico e il garage nel seminterrato, mentre il piano terra e il primo piano sono costituiti da un salone con il soggiorno, con un ballatoio perimetrale: la biblioteca. Fanno parte del salone anche il giardino d’inverno e la zona pranzo con una pratica cucina adiacente. A parte la biblioteca, il primo piano viene occupato dallo studio progetti di Fuchs e dall’atelier, mentre il piano superiore era destinato a camere da letto, alle camere degli ospiti, al guardaroba e al bagno. Il tetto piatto fungeva da terrazza abitabile. La comunicazione verticale dal pianoterra alla terrazza del tetto era disposta da una scala a chiocciola. La facciata sulla via è semplice, mentre la facciata del giardino è dominata dalla finestra a due piani dell’atrio. L’architetto non trattò gli interni della sua casa come una composizione tradizionale delle stanze precisamente delimitate, bensì come un ambiente unificato in senso orizzontale e verticale, usando una pianta variabile con l’orizzontale del tratto movibile della “parete” e delle tende nell’atrio e con la verticale degli scorci nel primo piano. La casa non doveva più essere soltanto un “macchina da abitare” ben funzionante, ma anche un ambiente d’ispirazione che veniva incontro alle esigenze spirituali degli utenti. Realizzando questo progetto, influenzato dall’opera di Le Corbusier, Fuchs superò la prima fase – quella razionale – del funzionalismo, per muoversi verso il concetto estetico-emozionale, anticipando, in un certo senso, l’interpretazione radicale che Mies van der Rohe fece dell’ambiente interno. Cassa di Risparmio della città di Tišnov (l‘odierna Banca Commerciale) Bohuslav Fuchs – Jindřich Kumpošt; Tišnov, piazza Komenského nám. n. 4; 1931-33 L’edificio nuovo della Cassa di Risparmio della città di Tišnov fu costruito all’inizio degli anni trenta nel sito del già albergo “Dal cervo d’oro”, in un posto in vista all’angolo di due vie in salita che portano verso la piazza principale. L’opera funzionalista matura dei due eminenti architetti di Brno si basa sui piloni sottili della struttura metallica portante, talvolta visibile anche all’esterno, e si presenta come un edificio multifunzionale a quattro piani, costituito da due ali. Gli ambienti destinati al pubblico sono stati collocati nei piani bassi dell’ala principale che fa da proseguimento alle case di schiera costruite precedentemente, mentre l’ala posteriore serviva all’amministrazione interna dell’istituto bancario; nei piani superiori si trovavano ambulatori dei medici e appartamenti. L’edificio si impose radicalmente nel circostante centro storico, soprattutto per aver tolto, in modo vistoso, volume al corpo a forma di parallelepipedo dell’ala principale; a ciò contribuirono un atrio interno, la finestra sporgente a vetri del salone degli sportelli che fa da supporto al balcone sovrastante, le finestre a nastro con piloni divisori, tramite i quali la disposizione razionale degli spazi interni si proietta verso l’esterno, le grandi superfici in mattoni di vetro che filtrano la luce sulla rampa delle scale, ed infine la terrazza aperta al secondo piano della cantonata diagonale. L’edificio dell’istituto bancario mantiene tuttora la sua funzione d’origine, anche se la Banca Commerciale, il suo nuovo proprietario, adattò alle proprie esigenze soprattutto gli ambienti interni, ideati in maniera originale. Banca Morava (l’odierna Cassa di risparmio Ceca) Jindřich Polášek; Boskovice, piazza Masarykovo nám. n. 14; 1936-37 L’edificio a schiera a tre piani, costruito laddove stava prima una casa borghese del fine del XVIII secolo, ha la pianta trapezoidale che si apre verso il cortile in cui si trova una struttura a piano terra, disposta perpendicolarmente, con l’alloggio di servizio. Gli ambienti per il pubblico e l’ufficio del direttore sono collocati al piano terra, mentre i due piani sovrastanti presentano appartamenti aperti verso la piazza da due finestre a due ante che danno sul balcone rettangolare, e da una finestra a quattro ante. L’edificio è coperto da un tetto piatto che non supera in altezza i palazzi circostanti. La spiccata tendenza orizzontale, espressa nei piani superiori da balconi e da file delle finestre, si manifesta anche nell’ammezzato e nel pianterreno il quale presenta due ingressi spostati verso l’interno (sia quelle della banca che quello della rampa delle scale che portano verso gli appartamenti), nonché due vetrine. Il soffitto originale – reticolo fatto di tavolette di vetro latteo e di aste metalliche -, la porta d’ingresso, il rivestimento in travertino delle pareti e del pilastro portante comprovano la qualità altissima di esecuzione che può essere notata anche nelle vetrine di vetro puro nella cornice di metallo al pianoterra e nelle superfici trasparenti che fanno parte dell’ammezzato. La sobrietà ricercata caratterizza anche gli ambienti interni della banca dove si sono conservate tali curiosità quali pulisciscarpe tondi e unità di illuminazione dalla forma identica, appesi sopra di essi. A dominare esteticamente la facciata del cortile è la verticale, cara a Polášek, del finestrone della scala, composto di mattoni profilati in vetro. Istituto di assicurazione sanitaria provinciale (l’odierna Scuola elementare delle Arti) Jindřich Kumpošt; Boskovice, piazza nám. 9. května n. 7; 1928-32 L’edificio ha la pianta a L: l’ala più lunga, a due piani, è suddivisa in senso orizzontale in un plinto (il pianoterra) rivestito di pietra naturale, e in un primo piano, tagliato da una serie di finestre regolarmente distribuite, separate l’una dall’altra da piloni divisori che sono presenti anche al pianoterra. Alla detta ala è attaccata, perpendicolarmente, l’ala più corta, a tre piani, anch’essa rivestita di pietra al piano terra, e con un tetto a spioventi. L’accento visivo, posto dalla modanatura plastica in materiale di colore contrastante sulle finestre al secondo piano di questa parte dell’edificio, fa intendere che esse facciano parte di un ambiente assai importante dal punto di vista dell’esercizio, p.e. di una sala delle riunioni. A dominare l’edificio è la “torre” sovradimensionata, coronata da cuspidi triangolari. Il balcone angolare, sostenuto da un pilastro in pietra, sovrasta la parte libera del pianterreno con l’ingresso principale. Un elemento architettonico appariscente della facciata laterale della “torre” è costituito dallo stretto finestrone verticale della scalinata. Risulta difficile dare una spiegazione all’aspetto curioso della “torre”, ispiratosi forse all’espressionismo tedesco dell’inizio degli anni venti, soprattutto se esso suscita una sensazione di estraneità nell’ambito di una cittadina e danneggia l’effetto architettonico di un edificio altrimenti sobrio. Per la quantità di elementi autentici conservati, dominati nel vestibolo da una colonna con rilievi figurativi, opera di F. Fabiánek, scultore di Brno, sono però degni di attenzione anche gli interni dell’edificio. Immobile a destinazione commerciale e abitativa di Eduard Sedlmajer (l’odierno negozio Mountfield) Václav Hilský – Rudolf Jasenský piazza Sušilovo nám. n. 25, Rousínov; 1939 A Rousínov, la tradizione della produzione mobiliare risale fino alla metà del XIX secolo ed è legata alla famiglia Sedlmajer che già allora esercitava il suo mestiere nell’odierna piazza Sušilovo náměstí, nella casa n. 25. In quel sito venne eretto nel 1939 un edificio nuovo che riunisce sotto un tetto il negozio con un’ampia mostra di prodotti, l’officina nel cortile e l’appartamento con quattro stanze e servizi al primo piano; esso è collegato con il piano terra da una scalinata in legno. Le finestre a nastro filtravano la luce in due delle tre camere che davano nella piazza, mentre la terza – la più grande – aveva una loggia non molto profonda con un giardino d’inverno. La facciata, sobria nel volume, rigidamente geometrica fino a essere graficamente pura, rivestita di piastrelle di ceramica di color marrone e bianco, era scandita dall’alternarsi, in senso orizzontale, delle superfici delle vetrate e finestre e delle strisce del muro compatto. L’insegna aziendale apposta sull’attico produceva un vivace accento architettonico. La casa a schiera di dimensioni sostenute, introdotta con sensibilità nell’ambiente di una piccola città e allacciata in maniera colta all’edificio adiacente dell’organizzazione sportiva Sokol, costruito precedentemente, rappresenta un esempio di altissima qualità del concetto funzionalista, già in via di spegnimento, di un edificio multifunzionale. Neanche in un periodo così tardivo, gli autori seppero superare l’ordine rigorosamente rettangolare del funzionalismo culminante il quale veniva comunemente sostituito, in quei tempi, da una sua tonalità più smorzata, “emozionale”. Cassa di Risparmio della città di Kyjov (l’odierna Cassa di Risparmio Ceca) Miloslav Kopřiva; Kyjov, piazza Masarykovo nám. n. 2; 1925-26 L’edificio costituisce l’esempio di un primo funzionalismo, molto riservato, che si faceva strada solo in modo titubante sia nell’opera di Kopřiva che nell’ambiente di una piccola città. L’edificio nuovo della Cassa di Risparmio fu eretto in un sito collocato all’inizio della piazza principale, nelle vicinanze del municipio rinascimentale. L’edificio a tre piani, con finestre formanti quattro assi, si conforma per altezza al municipio e si relaziona ad esso tramite la finestra sporgente al primo piano la quale funge da parallelismo moderno alla torre del municipio, anch’essa sporgente, ma più alta. Mentre i due piani superiori della Cassa di Risparmio sono tagliati da una serie di finestre rettangolari non molto grandi, attorniate da una battentatura plastica, il piano terra con tre grandi superfici vetrate che fanno pensare piuttosto alle vetrine di un negozio, fu ideato in maniera del tutto moderna. La nuova concezione del pianterreno aperto spicca specialmente in contrasto con il portone d’ingresso non molto grande, incastonato in una battentatura tradizionale, con un arretramento progressivo. Indubbiamente, la concisione espressiva dell’edificio rientra in gran parte nell’intenzionalità dell’autore. Infatti, allo stesso periodo risale anche l’Istituto di assicurazione sanitaria provinciale, realizzato da Kopřiva nella vicina Uherský Ostroh; si tratta di un edificio sorprendentemente dinamico, composto di alcune unità cubiche, incastrate le une nelle altre. A Kyjov però l’architetto operò all’interno di un tessuto urbano storico, cercando di rispettarla con l’ideazione di un progetto appunto moderato della Cassa di Risparmio. Casa di famiglia di Stella e Arnošt Hayek Bohumil Tureček; Kyjov, piazza Seifertovo nám. n. 21; 1931-32 La casa si trova nel quartiere detto Na Újezdě, ovvero nel quartiere residenziale in cui fu costruita per clienti privati, fra le due guerre, una serie tipologicamente eterogenea di edifici d’abitazione: case di famiglia, piccole ville con più alloggi oppure piccoli palazzi d’appartamenti in affitto. L’edificio indipendente ha una pianta irregolare, delimitata da linee rigorosamente rettangolari. L’organizzazione nitida degli ambienti si evolve dall’interno all’esterno e si rispecchia anche nella disposizione delle finestre e delle porte. Il nucleo del pianoterra è costituito da un salone centrale, dominato dal camino; attorno al salone si svolgono i principali ambienti d’abitazione e di comunicazione. Prendendo le scale, dal salone si sale in un mezzo piano incompleto, situato sotto tetto, dove si trovavano la camera degli ospiti, trasformata più tardi in una camera di bambini, la lavanderia e la stanza adibita all’asciugatura della biancheria. La parte residua di questo piano veniva occupata da una spaziosa terrazza abitabile, delimitata da una ringhiera di tubi sottili con pannelli di leggera rete metallica. Nella facciata meridionale, costituita in gran parte da una parete vetrata della veranda, rientrante un po’ nella casa, si apre l’ingresso principale. Grazie alla finestra a nastro della sala da pranzo sporgente, pure alla parete occidentale viene tolta gran parte del suo volume. La netta composizione dei volumi, graduati con effetto, fu perduta nelle ristrutturazioni poco sensibili del dopoguerra quando l’immobile, già proprietà della famiglia ebrea, passò allo Stato cecoslovacco. Casa di famiglia di Marie e Metoděj Souček Josef Polášek; Kyjov, U Parku n. 2; 1929-30 Questo edificio indipendente ha una pianta nitida a L, con gli ambienti principali d’abitazione collocati nell’ala più lunga e con la galleria d’arte in quella più corta. La galleria, destinata ad ospitare le opere della collezione dello stesso Souček, è illuminata da una luce indiretta diffusa che filtra all’interno dal pozzo vetrato sul tetto, avente la forma di una piramide allungata. L’edificio a piano terra è parzialmente interrato, per motivi di un terreno in pendio. Il seminterrato è riservato alla base tecnica della casa e del garage la cui parte sopra il livello del terreno è collocata in diagonale rispetto alla facciata, evocando così la forma della chiglia, uno degli elementi nautici cari all’architetto. Il volume del garage fa nello stesso tempo da sostegno alla terrazza adiacente alla camera di soggiorno, tagliata da una lunga finestra a nastro. Salvo la galleria, l’edificio è coperto da un tetto piatto, utilizzato come una terrazza abitabile, delimitata da una sottile ringhiera “da battello”. La prima opera di Polášek per un investitore privato divenne anche il primo elemento di un gruppo di almeno 12 case di famiglia, costruite a Kyjov in base ai suoi progetti. Essa si distingue per la disposizione a piano terra, meno frequente dalle nostre parti, che si richiama alla lezione dell’architettura olandese, specialmente alla villa dell’architetto H. Wegerif che egli progettò per se stesso vicino all’Aia e che Polášek ebbe l’occasione di conoscere nel 1928, durante un suo soggiorno di studio in Olanda. Direzione provinciale (l’odierna Agenzia del lavoro) Jan Víšek; Hodonín, via Národní tř. n. 25; 1936-39 Fra le due guerre, l’ultima grande realizzazione a Hodonín consistette, nella seconda metà degli anni trenta, nella più volte rinviata costruzione della Direzione provinciale, situata sul punto d’incontro di due vie: Národní třída e Velkomoravská. Il progetto fu elaborato nel 1936 da J. Víšek; costui risalì, nella concezione chiara e razionalmente giustificata del progetto, fino al periodo purista della sua attività che sentì come affine per tutta la sua vita. L’edificio rigido, basato su proporzioni e relazioni austere e precise, quasi „matematiche“, dominò interamente, con la sua volumetria monumentale, il sito esposto nel centro della città e pose una fine risolutiva all’intrusione delle „particolarità“ di stampo regionale nell’architettura moderna locale. Si trattò comunque di una fine inesorabile. Infatti, il corpo di fabbrica a quattro piani, sovradimensionato nei volumi, con due ali costruite sopra la pianta L, con lunghi prospetti affacciati sulla strada ed articolati solo dal ritmo monotono delle aperture delle finestre, assorbì completamente edifici circostanti più minuti, a ciò contribuirono notevolmente anche le grandi superfici omogenee dell’intonaco chiaro. Anche se l’edificio rappresenta, da un lato, un esempio convincente dell’influsso delle tendenze sovraregionali, o forse addirittura sovranazionali, conosciute già prima nella cerchia dei frequentatori di A. Loos che Víšek prese a modello per tutta la sua vita, dall‘altro lato esso fa sorgere la domanda se l’architettura nelle piccole città dovesse svolgersi in questa direzione. Istituti professionali superiori Masaryk (l’odierno Istituto tecnico e artistico e l’Istituto professionale) Jaroslav Grunt; Hodonín, via Brandlova n. 32; 1929-30 All’edificio indipendente a due piani fu attaccato, tramite un’esile unità di allacciamento, il padiglione a forma di parallelepipedo delle officine, e dalla parte opposta, seguendo l’asse parallelo, un riparo per le biciclette e il magazzino. L’edificio principale fu progettato come una doppia ala con le aule affacciate sul cortile e gli altri ambienti (la presidenza, la sala professori, i servizi ecc.) affacciati sulla strada. I servizi e le aule erano comunicanti e arredati con mobili incassati. L’allontanamento delle officine di addestramento nei settori di metallo e di legno nel padiglione laterale rese possibile la separazione delle attività più rumorose della scuola da quelle più tranquille. La facciata rettangolare è articolata nelle tre linee orizzontali delle finestre regolarmente scandite, dall’ingresso sormontato da una tettoia di forma triangolare, sorretta da una colonna sottile, e da due grandi finestre rettangolari sopra l’ingresso. Nella facciata laterale si afferma considerevolmente la verticale del finestrone di mattoni in vetro della scalinata. Il tetto piatto, protetto dalla ringhiera di tubi, fungeva da terrazza. Il primo incarico architettonico di Grunt da parte della città di Hodonín, risalente a cavallo degli anni venti e trenta, divenne una pietra miliare anche nella storia edilizia della città, dal momento che sembrerebbe separare simbolicamente il decennio volto al termine, rappresentato dall’opera piuttosto unilaterale di A. Blažek, dal decennio seguente, caratterizzata da forme moderate e da quelle “regionali” del purismo e funzionalismo. Scuola elementare Tyrš (l‘odierna Scuola elementare e materna) Bohuslav Fuchs; Znojmo; via Vrchlického n. 1; 1931 (Scuola elementare della città; Bohuslav Fuchs; Znojmo, via Slovenská n. 33; 1931) Dal momento che all’inizio degli anni trenta la capacità delle scuole di Znojmo non era più sufficiente, il Consiglio della città decise di far costruire due scuole elementari ceche, contenenti anche le scuole materne. B. Fuchs fu incaricato di elaborare il progetto; egli progettò le scuole, situate in due località diverse, in quanto edifici quasi identici ma rovesciati lateralmente. Ciascuna delle scuole ha una pianta ben decifrabile, composta di due rettangoli che si susseguono lungo l’asse longitudinale. La parte a due piani con nove assi di finestre fu riservata alla scuola elementare, mentre la scuola materna si trovava nel blocco al piano terra con sei assi di finestre. L’edificio è coperto da un tetto piatto di altezza differenziata il quale viene usato, nella parte sovrastante la scuola materna, come una terrazza abitabile, protetta da una ringhiera di metallo con riempimenti in leggera rete metallica. Le facciate rettangolari sono scandite da file di grandi finestre dalle quali filtra negli interni il massimo di luce e di aria. L’edificio dimensionato favorevolmente dal punto di vista psicologico, suscita un’impressione leggera, quasi divertita; essa viene rafforzata anche dall’intonaco chiaro uniforme che sostituì la differenziazione delle facciate per colori e il loro rivestimento, progettati in origine. L’edificio fu così impoverito di tali elementi figurativi di spicco quali indubbiamente il colore e le combinazioni di vari materiali, eppure – o forse proprio per questo motivo – esso è uno degli esempi più puri del funzionalismo maturo di Znojmo. Grandi magazzini Kratochwill & Wozelka (l’odierna sala giochi) Robert Farsky; Znojmo, piazza Slepičí trh n. 5; 1930 L’intervento più esteso nel centro storico di Znojmo venne espresso dall’edificio nuovo dei grandi magazzini di tessuti e merceria della ditta Kratochwill & Wozelka all’angolo della via Kovářská e della piazza Slepičí trh; esso fu eretto in base al progetto dell’architetto tedesco di Brno nel sito della già libreria Loos. Il concetto della facciata principale dell’edificio a due piani, affacciata sulla piazza Horní náměstí, si basa sulla parte angolare a semicerchio, leggermente arretrata e riccamente articolata da snelli sostegni adiacenti al muro con strette finestre fra di essi. Alla modellazione plastica e figurativamente efficiente del volume, e al suo alleggerimento contemporaneo contribuiscono, in gran parte, anche i balconi aperti che si alternano con le superfici delle tavole delle finestre e con tratti di parete piena. A dominare la facciata è la verticale stretta in vetro latteo in una cornice metallica in cui fu collocata, con ogni probabilità, l’insegna aziendale. A completare il carattere metropolitano del palazzo è il pianoterra, ideato modernamente con le vetrate spaziose dei negozi, che culmina dall’ingresso all’angolo, rientrato, anch’esso a semicerchio e con il soffitto in vetro latteo e metallo. Soprattutto l’uso precoce della linea curva e l’articolazione verticale fanno sì che il detto edificio, poco conosciuto eppure originale, le cui dimensioni rispettano anche la circostante zona urbana storica, quasi rientri già nella categoria di un funzionalismo tardo, quello emozionale. Palazzo dei servizi Baťa (l´odierno negozio di calzature Baťa) František Lydie Gahura – Arnošt Sehnal; Znojmo, piazza Horní náměstí n. 1; 1928-29 Alla fine degli anni venti fu costruito, nel centro storico di Znojmo, il primo edificio funzionalista locale, e cioè il Palazzo dei servizi Baťa. Sebbene la ditta avesse comprato la vecchia casa dell’angolo nel cui sito doveva nascere l’edificio nuovo, già nel 1928, per controversie con l’Ufficio dei beni culturali di Brno essa ottenne il permesso di demolire e di costruire solo nell’anno seguente, e inizialmente soltanto a patto che venisse demolita solo una parte della casa esistente, mentre l’altra parte sarebbe stata solo riadattata ai bisogni dell’azienda. Il progetto fu rielaborato in origine da F. L. Gahura e successivamente modificato da un altro architetto di Zlín, e cioè da A. Sehnal il quale probabilmente sostituì – certamente ai danni della realizzazione finale – le finestre a nastro, ideate in origine, di questa prima costruzione in cemento armato nella città, con le scialbe finestre tipizzate a tre ante. Il cubo compatto dell’edificio a quattro piani nella cantonatura della piazza Horní náměstí e della via Kovářská ottenne così un aspetto piuttosto pesante, sottolineato ulteriormente dalla presenza minima di elementi articolanti, che soffocava completamente gli edifici circostanti di taglio più minuto. L’evidente irresolutezza creativa degli autori di questo cubo, sovradimensionato sia nell’altezza sia nel volume, le cui qualità architettoniche si concentrarono tutt’al più nel pianterreno vetrato con una zona diagonale dell’ingresso, si fa notare ancora di più se paragonata con i poco distanti grandi magazzini Kratochwill & Wozelka, concepiti in maniera originale. Villa di JUDr. Josef Mareš Jan Víšek; Znojmo, via Na Vyhlídce n. 4; 1931-32 L’ex sindaco della città di Znojmo scelse per la sua abitazione rappresentativa un sito esposto sopra la valle del fiume Dyje. J. Víšek, amico di famiglia, progettò per lui un edificio di grande effetto, realizzato – con certe modifiche delle quali l’autore deve essere stato al corrente – dal costruttore locale L. Všetečka. La casa a tre piani con un mezzanino in soffitta contiene al piano terra l’alloggio del domestico, l’ingresso e l’atrio collegato da una scala con il piano sopra, riservato a sua volta all’appartamento della madre di Mareš, alla sala da pranzo e al salotto. Nel piano successivo si trovavano le camere da letto e la cucina. Quasi un terzo della superficie del tetto piatto era occupato da una terrazza, mentre nel mezzo piano in soffitta furono collocate la camera della domestica e quella degli ospiti. Le modifiche menzionate erano visibili soprattutto negli esterni della casa: una parte delle terrazze che erano in origine aperte, venne adibita ad ambienti d’abitazione. A una percezione più dinamica dell’edificio contribuirono anche le cantonature opposte curviformi, tagliate da finestre a nastro che tolgono otticamente peso ai volumi. Le superfici chiare delle facciate con le cornici delle finestre e le ringhiere di verde scuro vengono però contrastate dall’arredamento tradizionalista degli interni, realizzato da una bottega di un falegname locale e completato da mobili storici di proprietà della famiglia. La villa mantenuta accuratamente, tuttora di proprietà della famiglia Mareš, rientra, senza esagerare, fra gli esempi più importanti degli edifici d’abitazione privata della Moravia meridionale “funzionalista”. Seguendo le tracce del funzionalismo architettonico Brno 20 23 21 28 19 18 22 17 16 14 15 Il razionalismo che si impose nell’architettura ceca alla fine degli anni venti e negli anni trenta del XX secolo, prendendo in questo contesto il nome di “funzionalismo”, viene di solito associato a grandi centri urbanistici, e nella Moravia meridionale soprattutto a Brno. L’interesse per il funzionalismo di Brno le cui qualità eccezionali furono riconosciute già nel periodo della sua nascita, non si è spento neanche ai giorni di oggi. Le attività degli architetti del luogo non solo plasmarono, in modo significativo, l’aspetto della Brno fra le due guerre, trasformando la città in una moderna metropoli, bensì promossero la diffusione delle idee funzionaliste anche fuori Brno, sebbene lì la loro affermazione non fu priva di esitazioni. Fatta eccezione per le città di Kyjov e di Znojmo dove fu realizzato un maggior numero di edifici funzionalisti, si trattò in gran parte di opere solitarie: cosa determinata certamente dalla situazione locale politica, economica e culturale. Inoltre, l’influsso dell’architettura popolare continuò ad esercitare un gran potere a sud-est della Moravia, soprattutto a Hodonín dove la cultura autentica popolare si mantenne a lungo in vita. Nonostante ciò, anche lì ed in altri siti nacquero edifici sorprendentemente moderni in grado di reggere al confronto con quelli di Brno. Del resto, i visitatori della Moravia meridionale potranno rendersene conto, partendo alla scoperta dell’architettura funzionalista di questa interessantissima regione della Repubblica Ceca Lenka Kudělková 24 27 3 4 26 25 6 2 5 1 7 8 9 10 12 11 13 LEGGENDA 1. Banca Morava (l’odierna Banca Commerciale) 2. Grandi magazzini Brouk & Babka (gli odierni Grandi magazzini Baťa) 3. Palazzo Convalaria (l’odierno edifico polifunzionale d’abitazione e di commercio, sede della redazione del quotidiano Mladá Fronta Dnes) 4. Albergo Avion 5. Caffè Savoy 6. Caffè Zeman 7. Grandi magazzini Baťa (gli odierni grandi magazzini Centrum) 8. Palazzo Alfa 9. Prima Cassa di Risparmio Morava (l’odierna Cassa di Risparmio Ceca) 10. Agenzia di promozione turistica della città di Brno (l’odierna agenzia viaggi Čedok) 11. Uffici postali presso la stazione ferroviaria 12. Compagnia di assicurazioni Riunione Adriatica di Sicurtà (l’odierno edificio polifunzionale amministrativo e di abitazioni) 13. Zona fieristica 14. Insieme delle case di famiglia “Casa Nuova” 15. Chiesa Cecoslovacca degli hussiti 16. Casa dello studente Masaryk (l’odierna Casa della gioventù) 17. Istituto generale pensionistico (l´odierno Tribunale Supremo della Repubblica Ceca) 18. Palazzi con appartamenti d’affitto, via Kotlářská 19. Comando militare regionale e il comando del III corpo militare di Brno (l’odierna Università della Difesa) 20. Insieme di palazzi con appartamenti d’affitto, quartiere di Tábor 21. Caffè Era 22. Villa Tugendhat 23. Scuola, quartiere di Černá Pole 24. Bagni pubblici, quartiere di Zábrdovice 25. Casa di famiglia privata di O. Eisler 26. Vesna e Casa Eliška Machová (l’odierno Istituto professionale per le infermiere e la Scuola superiore di sanità, Casa della gioventù) 27. Casa di famiglia privata di J. Kroha 28. Casa di famiglia privata di B. Fuchs