CORSO ASE-ASS-ASC
Dr. Vincenzo Palomba
ANE - Medico di Montagna
Scuola Regionale di Escursionismo
Lombardia
I fattori “critici” in montagna
• Impegno fisico e psichico
richiesto (“ambiente ostile”)
• Fattori climatici
• Esperienza, grado di
allenamento
• Adeguatezza dell’attrezzatura
•
•
•
•
Età del soggetto
Eventuali patologie individuali
Conoscenza dell’itinerario
Carenza di ossigeno
Cosa si intende per “quota” ?
• BASSA QUOTA - da 0 a
1800 m s.l.m.
• MEDIA QUOTA - da 1800
a 3000 m s.l.m.
• ALTA QUOTA - da 3000 a
5500 m s.l.m.
• ALTISSIMA oltre i 5500 m
s.l.m.
In linea di massima, si
può affermare che la
pratica della montagna è
aperta a tutti, anche a
chi ha sofferto importanti
problemi di salute.
L’allenamento mentale e fisico
alla fatica gioca comunque un
ruolo fondamentale per
ottenere il massimo in termini
di soddisfazione personale e ,
soprattutto, di sicurezza.
Prima di tutto: ….pianificare
- Acquisire informazioni
più precise possibili sulla
composizione del gruppo,
grado di allenamento,
esperienza, età, eventuali
soggetti con patologie
- Verificare la disponibilità
di punti di appoggio lungo il
percorso e la copertura
telefonica
- Portare uno o più kit di
primo soccorso
La prevenzione innanzitutto…
• Sarebbe opportuno che ogni
frequentatore della montagna si
sottoponesse, periodicamente,
ad esami per la valutazione dello
stato di salute, tra i quali si
consigliano:
• -Visita medica
• -Esami di laboratorio di base
• -ECG da sforzo
• -Spirometria
Al di sopra dei 3700 m ( circa ) di quota l’organismo
è costretto ad adattamenti che diventano sempre
più importanti e critici per la sopravvivenza , fino a
diventare eclatanti alle quote estreme.
In alta quota ….
¾Riduzione della
pressione atmosferica
¾Riduzione della
pressione di Ossigeno
nell’aria
¾ Riduzione della
temperatura
¾ Riduzione
dell’umidità dell’aria
¾ Aumento delle
radiazioni ultraviolette
(UV - B)
Modificazioni del fisico in quota:
9
9
9
9
9
9
9
Aumenta la pressione arteriosa
Aumenta la frequenza del respiro (soprattutto
oltre i 2500 m di quota)
Aumenta la frequenza cardiaca
Aumenta la perdita idrica per sudorazione ed
espirazione in aria secca
Si riduce la quantità di ossigeno che arriva ai
polmoni (ipossia )
Si riduce la capacità di svolgere lavoro in quota
Diminuisce la visione notturna e la capacità di
attenzione prolungata
Il dispendio energetico
Nel corso di una uscita in
ambiente montano, la quantità di
calorie che il corpo impiega può
variare dalle 200-250 kcal per
ora nelle passeggiate di tipo
“Turistico”, senza nessuna
difficoltà e senza impegno fisico
particolare, fino alle 1000-1200
kcal per ora nelle salite
alpinistiche difficili o in
condizioni climatiche severe.
L’assunzione di alimenti e di
acqua da parte del canale
digerente ha dei limiti : in
determinate condizioni non si
riesce ad integrare tutte le
perdite.
Regole generali per una corretta alimentazione
in montagna.
Preferire cibi ad elevato
valore energetico e a buona
digeribilità (carboidrati
presenti nei cereali,nei
legumi, nella frutta secca,
negli zuccheri derivati dal
fruttosio, )
• Ridurre l'apporto di grassi
(attenti alla cioccolata…)
• Attenzione alle bevande
alcooliche…
• … e non eccedere con la
caffeina.
•
Durante l’escursione , è consigliabile una
alimentazione leggera, che non sovraccarichi troppo
la digestione ; la quota principale deve essere
costituita da carboidrati (60-65 % ), con un 15-20 %
di proteine e un 15-20 % di grassi . In caso di sforzo
intenso, la quota di carboidrati può anche essere
leggermente aumentata.
E’ opportuno che gli alimenti
siano di facile assimilazione, ma
che, al tempo stesso, mantengano
un livello piuttosto regolare di
carboidrati nel sangue -alimenti
con Indice Glicemico basso: es.
mela, pera, ciliegie (slurp !)
fagioli,orzo arancia, fruttosio ,
spaghetti, soia), in modo da evitare
fenomeni di temporaneo
benessere subito seguiti da un
rapido calo di energie (picco di
glicemia con rapida risposta
insulinica )
Importanza del bere…
Occorre ricordare che in caso di sforzi fisici
intensi e in condizioni di temperatura elevata, ma
anche in alta quota, si possono perdere fino al 1,5
-2 litri di acqua in un’ora. In una escursione media
si perdono, di solito, da 1 a 2 litri di acqua.
Con il sudore s perde proporzionalmente più
acqua che sali, ed il senso soggettivo della sete
non e’ tale da compensare le perdite,nemmeno
negli atleti.
Bisogna quindi bere prima che compaia la sete,
assumendo con una certa frequenza (ogni 20-30’),
100-200 cc di soluzione salina ipotonica o isotonica,
possibilmente fresca , o acqua . il té è da evitare come
dissetante in quanto stimola la diuresi.
L'acqua di fusione dei ghiacciai è molto povera di sali.
Spesso, l’acqua dei ruscelli è infetta da vari tipi di
microbi portati soprattutto dagli animali.
Opportuno l’uso di purificatori o pastiglie
disinfettanti. Fare attenzione, soprattutto se si è in
giro per più giorni…
Le conseguenze generali
della carenza di ossigeno
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Facile stancabilità
Aumento del lavoro
cardiocircolatorio
Aumento del ritmo
respiratorio e
dell'evaporazione
Cefalea
Intorpidimento dei riflessi
Perdita dell’appetito e
insonnia
Allucinazioni
Perdita di coscienza (circa
7500 m nei non acclimatati )
Gravi alterazioni della vista
Morte
Non occorre andare in Himalaya…
L’ipossia si può verificare
anche per brusche salite in
quota (funivie o elicotteri ); è
caratterizzato da improvvisa
stanchezza, difficoltà di
concentrazione e memoria, a
volte euforia.
Occorre ricordare che circa il
30% delle persone a 3500 m e
circa il 50% a 4500 accusano
lievi segni da ipossia
(stanchezza, nausea,
inappetenza, insonnia,cefalea
,ecc. )
Nausea, cefalea, stanchezza; anoressia; insonnia;
vomito, diminuzione del campo visivo, ronzii
auricolari, sonnolenza o eccitazione; ridotte
capacità di giudizio e di reazione;difficoltà di
equilibrio
Respiro frequente e superficiale, con oppressione
toracica; tachicardia.
La gamma dei disturbi varia dalle forme lievi, che
scompaiono con l'acclimatazione e con analgesici,
fino ai disturbi gravi, che possono essere
complicati dalla possibile insorgenza di edema
polmonare o edema cerebrale.
Consigli da ricordare
Il mal di montagna è favorito da uno sforzo fisico intenso; un
buon allenamento non lo previene completamente ma è utile in
quanto il soggetto compie meno fatica a salire.
Sopra i 3000m salire molto lentamente (non bisogna accusare
intensa fatica).
Dovendo trascorrere la notte sopra i 3000 m, si consiglia
l'avvicinamento a piedi.
Se si usano impianti di risalita, programmare una notte a
quota intermedia.
SE NONOSTANTE TUTTO SI VIENE COLPITI: SCENDERE !
NON assumere sonniferi e limitare gli alcoolici: favoriscono la
comparsa del mal di montagna.
Bere liquidi (almeno 1.5 L al giorno) e alimentarsi
regolarmente, preferendo gli alimenti a base di carboidarati.
IL FREDDO….
IPOTERMIA: Abbassamento generale della
temperatura corporea. Di solito si ha la morte
quando la temperatura interna scende sotto i 24
°C. A 30°C la probabilità è del 50 %.
Viene favorito dall'assunzione di alcool o da
malattie o digiuno o affaticamento eccessivo. Di
solito è preceduto da una fase di resistenza con
brividi, pallore, tachicardia, cefalea, debolezza,
dolori diffusi.
Subentra poi la fase del cedimento, con
sonnolenza, disorientamento, calo del polso e del
respiro, fino al coma o all'arresto cardiaco.
E' importante il riscaldamento graduale
dell'organismo, con massaggi e panni caldi;
possono essere utili sostanze energetiche per
bocca . Occorre controllare e sostenere le
funzioni vitali.
Effetti del vento sulla temperatura
percepita (wind chill)
T °C
10
6
2
0
-2
-4
-8
-10
-14
Vento
10
8
3
-1
-4
-6
-8
-12
-15
-19
20
3
-2
-7
-10
-12
-15
-20
-23
-28
30
1
-5
-11
-14
-16
-19
-25
-28
-33
40
-1
-7
-13
-16
-19
-22
-28
-31
-37
Potere di raffreddamento delle temperature all'aumentare delle
condizioni di vento (in km/h )
Congelamento: di solito si
riferisce all'azione locale del
freddo: per il rallentamento o
il blocco della circolazione
periferica, si ha impaccio nei
movimenti, con pelle fredda e
pallida e disturbi della
sensibilità.
Poi subentrano i vari gradi di
congelamento , dal rossore
(eritema doloroso ), fino alle
bolle, alla gangrena dei tessuti.
Ricordare: ci si può congelare anche in
estate !
CONGELAMENTI…
Crampi da calore: sono dovuti in
genere ad una eccessiva perdita
di sali con la sudorazione.
Utile la somministrazione di
bevande saline ipotoniche
Esaurimento da calore: estrema
stanchezza,con cefalea, nausea,
vertigini e calo della pressione. Il
paziente si presenta in genere
pallido e freddo.
Colpo di calore:febbre, delirio,
calo di pressione,non
sudorazione,perdita di coscienza.
Può essere fatale.
IL CALDO…
I problemi agli occhi…
La permanenza su terreni innevati o
ghiacciai senza utilizzare adeguati occhiali
da sole può causare l’OFTALMIA DA
MONTAGNA , una grave infiammazione degli
occhi, che si manifesta solitamente dopo
svariate ore dall’esposizione, e può condurre
alla cecità almeno temporanea, e quindi
all’impossibilità di proseguire la scalata o
l’escursione. Si può verificare anche con cielo
nuvoloso, in quanto la causa sono i raggi UV,
sempre presenti, soprattutto alle alte quote.
Il cardiopatico in montagna…
La montagna è accessibile, almeno a
quote fino ai 2500 m, anche al
cardiopatico ben controllato, che può
trarne giovamento.
I fattori di rischio principali, più che
all'altitudine, sono legati al freddo
intenso o ai forti stress (p.es. da
situazioni pericolose ) che andrebbero
evitati.
E' ovvio che per le altre patologie
cardiache è importante una
valutazione caso per caso. Il paziente
iperteso deve avere la possibilità di
controllare la pressione ed
eventualmente la terapia.
Controindicazioni alle quote alte (e agli
sforzi)
¾ Recente infarto miocardico
(entro 6 mesi ),
specialmente se con dolori
persistenti, aritmie e
ridotta funzione
ventricolare.
¾ Ipertensione severa, non
ben controllata dalla
terapia
¾ Recenti interventi di
chirurgia toracica, specie
se con asportazioni di
rilevanti quote di polmone
¾ Diabete mal controllato
dalla terapia con insulina .
¾ Condizioni ambientali molto
sfavorevoli o a rischio
Stato anemico significativo
¾ Recenti malattie infettive o
debilitanti
¾
L'anziano in montagna
Gli studi più recenti
sull'argomento indicano che la
risposta fisiologica all'altezza nel
soggetto di età > 65 anni è
sostanzialmente simile a quella
del giovane.
Sembra particolarmente delicato
il periodo di acclimatazione dei
primi 5 giorni, a quote intorno ai
2500 m, con la precauzione di
non svolgere attività fisicamente
intense dopo un veloce arrivo in
quota.
I bambini in montagna
Occorre ricordare che per il
bambino l’aspetto ludico ,
anche in montagna, è
fondamentale; rispetto
all’adulto la resistenza allo
stress, alla fatica, al freddo
è ovviamente minore.
Vanno evitate, almeno fino
all’adolescenza, le uscite su
ghiacciaio o alpinistiche di un
certo impegno. Cautela anche
sulle vie ferrate e nelle
escursioni lunghe o trekking.
Le vipere presenti in Europa non hanno
una elevata pericolosità, e i casi di
morso mortale sono rarissimi.
Il siero antivipera non viene ormai più
proposto come primo soccorso in quanto
molto pericoloso.
Le manifestazioni possono limitarsi al
malessere (ovviamente accompagnato da
ansia …), e ad una reazione locale, anche
intensa.
E’ importante: impedire alla vittima di
correre o agitarsi.
Non improvvisare manovre tipo incisione
della ferita o aspirazione del veleno.
E’ utile applicare un bendaggio
compressivo all’arto (se si è capaci…), e
vigilare, ospedalizzando il paziente
prima possibile
Morso di
vipera…
Il kit del primo soccorso
¾
Garze sterili in buste;
¾
cerotti di varie misure; cerotto in rotolo;
¾
bende orlate;
¾
disinfettante;
¾
pinzetta, forbici, guanti, benda - laccio emostatico
¾
cerotti anti-vescica;
¾
Stick per labbra e palpebre;
¾
antidiarroico;
¾
reintegratori salini in bustine;
¾
antinfiammatorio (nimesulide /paracetamolo/ibuprofene, ecc.
)
¾
+ robusta dose di
BUON SENSO….
L’approccio all’infortunato negli
incidenti gravi
Non muovere il soggetto se non si è sicuri che non
abbia riportato traumi alla colonna vertebrale.
Aspettare i soccorsi del 118
Se occorre necessariamente spostare il ferito ,
farsi aiutare e procedere con le dovute cautele
Verificare il livello di coscienza (vigilanza,reazione a
stimoli vocali e al dolore, assenza di reazioni, pupilla
)
Controllare la pervietà delle vie aeree, la
respirazione spontanea e il battito cardiaco. Se
necessario iniziare la manovra di rianimazione.
allertamento del 118
• Dare subito informazioni sul luogo da cui si
chiama, riferimenti visibili e quota
• Fornire indicazioni sull’accaduto: quando, come,
quante persone coinvolte
• Qualificarsi (generalità, n. telefono)
• Rispondendo alle domande dell’operatore,
precisare se la persona è cosciente, respira, se
ha emorragie visibili; informare sulla posizione
del corpo dell’infortunato
• Fornire informazioni sulle condizioni in loco
(vento, visibilità, presenza di fili elettrici o altri
ostacoli al volo,raggiungibilità con automezzi )
• Predisporre il luogo di eventuale atterraggio e
segnalarlo
• Se ci si trova all’estero: FRANCIA n. 15;
SVIZZERA 144; GERMANIA 110; AUSTRIA
144; SLOVENIA 112
Se arriva l’elicottero …….
O
T
N
E
V
Alcuni dati su cui riflettere:
Tra il 40 e il 50 % degli interventi del Soccorso
Alpino (dati variabili secondo regione ) sono
dovuti ad escursionisti
Tra le cause più comuni di richiesta di soccorso:
cadute e scivolamenti, incapacità , perdita
dell’orientamento, sfinimento
Risultano in costante incremento gli incidenti e le
richieste di soccorso per escursionisti in
ambiente innevato (ciaspole )
Elenco dei problemi più comuni…
• Le vesciche…
• La stanchezza eccessiva o
sfinimento
• L’ansia e la paura delle
difficoltà; il panico
• Le insolazioni e scottature
• Le distorsioni e
sovraccarico delle
articolazioni in genere
• Le piccole ferite/abrasioni
• I crampi
Materiali da non dimenticare !
-
Buoni occhiali da sole ! (filtri e colore adeguati, lente
certificata )
-
Guanti (più di un paio, meglio)
-
Cappellino e berretto di lana
-
Calze di ricambio
-
Adeguati indumenti (protetti dall’umidità in un
sacchetto)
-
Telo isotermico
-
Coltellino
-
Fiammiferi /accendifuoco in confezione a tenuta