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Il buratto grosso
La regola del poliziotto
Nessun paese come l’Italia pretende di normare l’Ovvio, e ci riesce. Regolamenta lo sciamare dello sciame d’api; la rotondità delle
ruote delle automobili (che devono essere "cilindriche, senza spigoli, sporgenze o discontinuità"); i fori delle case (casomai a qualcuno venisse in mente di costruirle senza). Nessuna meraviglia che detti regole su come devono essere fatti i poliziotti.
E poiché, com’è noto, la vita imita l’arte – e le leggi italiane la finzione televisiva – i poliziotti devono essere fatti come Raul Bova e
Claudia Koll nei serial sulle "Squadre" di Polizia.
Il decreto del 2003 "concernente i requisiti di idoneità fisica, psichica e attitudinale di cui devono essere in possesso i candidati ai concorsi
per l’accesso ai ruoli del personale di Polizia di Stato", stabilisce, naturalmente, che un poliziotto per fare il poliziotto deve essere di
sana e robusta costituzione fisica. E fin qui, niente di eccezionale: il Ministero degli Interni non rispetta le leggi dello Stato italiano
che hanno abolito questo certificato; poi pretende che le rispettino gli italiani. Deve essere alto e slanciato – niente tracagnotti,
niente culi bassi in questura. "Il rapporto altezza peso, il tono e l’efficienza delle masse muscolari, la distribuzione del pannicolo adiposo e il
trofismo devono rispecchiare un’armonia atta a configurare la robusta costituzione e la necessaria agilità indispensabile per l’espletamento
dei servizi di polizia". Non deve avere "tatuaggi sulle parti del corpo non coperte dall’uniforme o [che], per la loro sede o natura, siano
deturpanti o per il loro contenuto siano indice di personalità abnorme". Non deve soffrire di "malformazioni e malattie della bocca, ad incidenza funzionale ed estetica, in particolare le malocclusioni dentarie con alterazione della funzione masticatoria e/o dell’armonia del volto";
né di "malformazioni ed alterazioni congenite dell’orecchio esterno [o medio, o interno (sic!)], quando siano deturpanti...".
Quest’insistenza sull’armonia del volto e delle membra, sulla beltà e sulla proporzione, sullo slancio e sull’estetica, suscita una
domanda: il ministro dell’Interno, che firma il decreto, è il rude Beppe Pisanu o il raffinato Giorgio Armani?
Naturalmente, anche i poliziotti hanno una psiche (honny soit qui mal y pense). Questa psiche dev’essere psichica, come tutte le
altre; e rispecchiare le caratteristiche dell’homo sapiens. "Un livello evolutivo che esprima una valida integrazione della personalità", "fondato su significative esperienze di vita, integrato dalla consapevolezza di sé". Un "controllo emotivo" superiore, o almeno medio. "Una
capacità intellettiva che consenta di far fronte alle situazioni problematiche pratiche... con soluzioni appropriate basate su processi logici e su
un pensiero adeguato quanto a contenuti e capacità deduttiva, sostenuto in ciò da adeguate capacità di percezione, attenzione, memorizzazione ed esecuzione".
Tutta questa insistenza sull’integrazione delle pulsioni e sulla consapevolezza del Sé, sul controllo dell’Es e centralità dell’Ego, pone
un quesito: il ministro dell’Interno, che ha firmato il decreto, è Pisanu Giuseppe il balente o Herr Sigmund Freud il decadente?
Fosse anche Sigmund Freud in persona, ecco cosa pensa la Società psicanalitica italiana – quella freudiana, per intenderci – dei test
attitudinali: qui a proposito dei magistrati; ma varrà anche per i poliziotti, immagino. "La norma sembra proporre una forma di valutazione predittiva psicologico-psichiatrica, presupponendo una capacità “scientifica” e tecnica di discriminare, attraverso test e colloqui, la specifica idoneità. È doveroso chiarire che nessun tecnico, anche solo minimamente competente in materia, saprebbe in coscienza avallare una simile supposizione o presunzione. Ciò non per un’insufficienza dei nostri strumenti di indagine, ma in ragione di più cogenti criteri metodologici
che impediscono la costruzione di griglie riduttive attendibili, atte a testare funzioni così complesse, che coinvolgono ideali, motivazioni, passioni, interessi, come se si trattasse di mere capacità oggettivamente standardizzabili".
Alla fine del decreto, un lungo elenco di inidoneità, dalle tonsilliti croniche alle emorroidi procidenti.Tra di esse, ci sono anche i
"disturbi sessuali e disturbi dell’identità di genere, attuali o pregressi". La frase è chiara: si discriminano gli aspiranti poliziotti sulla base
dell’orientamento sessuale. In Francia, proprio in questi giorni, si legifera, parificando l’omofobia al razzismo e all’antisemitismo; in
Italia l’omofobia si sancisce per legge, e si avalla con certificato medico.
Il quesito, stavolta, è il seguente: il ministro utilizza, là sul colle dei vimini in fasci ritorti, nel suo alto Ufficio quando decreta, l’epiteto di Buttiglione o l’epiteto di Tremaglia?
E segnalare quest’odioso atto di discriminazione alla Corte Costituzionale, configurerà oppure no una congiura anticristiana? mobiliterà oppure no Galli Della Loggia e Panebianco? attirerà oppure no gli strali di Ferrara e di Adornato?
(Ad ogni buon conto, il decreto è datato 30 giugno 2003, reca il numero 198, ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1
agosto 2003).
Giorgio Ferigo