DEPRESSIONE Il Disturbo Depressivo Maggiore è un disturbo dell’umore caratterizzato da: Stato emotivo prolungato di tristezza, sconforto, disperazione, sensazione di vuoto, infelicità, pessimismo. Perdita di piacere o d’interesse generale. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa. Ridotta incapacità di concentrazione. Significativa perdita o aumento di peso. Agitazione o rallentamento psicomotorio. Pensieri ricorrenti di morte. Insonnia o ipersonnia. Durata dei sintomi per la maggior parte del giorno per un periodo di due settimane (secondo i criteri diagnostici del DSM-IV-TR). Il Disturbo Depressivo Maggiore può esordire ad ogni età, con un'età media di esordio intorno ai 25 anni. Il rischio nel corso della vita varia dal 10% al 25% per le donne, e dal 5% al 12% per gli uomini. Il decorso del Disturbo Depressivo Maggiore è variabile. Alcuni hanno episodi isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno gruppi di episodi, e altri ancora hanno episodi sempre più frequenti con l'aumentare dell'età (DSM-IV-TR). L’IPNOSI NEL TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE Ci sono prove sostanziali che la psicoterapia per il trattamento della depressione può essere molto efficace (Antonuccio, Danton & DeNelsky, 1995). Nei casi in cui è possibile sottoporre un paziente a psicoterapia, è altresì possibile l'uso dell’ipnosi clinica (Spanos & Coe, 1992; Yapko, 1990,1995). Le ricerche mostrano che trattamenti che impiegano l’ipnosi rispetto ad altri diversi trattamenti, hanno la probabilità di ottenere un risultato significativo più favorevole (Kirsch, Montgomery & Sapirstein, 1995; Lynn, Kirsch, Barabasz, Cardena & Patterson, 2000; Schoenberger, 2000). L'ipnosi è utile nel ridurre i sintomi comuni di depressione maggiore agendo direttamente sul senso d’impotenza e di disperazione del paziente. L’aspettativa negativa, che genera di fatto il senso di sconforto e assenza di speranza, è una questione centrale nel trattamento della depressione. (Beck, Rush, Shaw & Emery, 1979). La progressione di età che l’ipnosi annovera tra le sue tecniche come veicolo per rendere concreto una visione positiva e motivante del futuro, risulta pertanto essere utile per recuperare tali capacità. (Torem, 1987, 1992; Yapko, 1988, 1990, 1992). L'ipnosi è anche efficace nel facilitare l'apprendimento di nuove competenze e riduzioni di fattori di rischio tra cui i disturbi del sonno e la sensazione di affaticamento. Per ragioni attualmente sconosciute vi è una correlazione tra insonnia e ricadute successive. E’ stato osservato di fatto che quando vi è una remissione del disturbo del sonno, statisticamente la persona ha un ridotto numero di recidive. L'acquisizione di competenze per fronteggiare lo stress si sono dimostrate anche esse utili per ridurre la depressione. In particolar modo la capacità di distinguere le aspettative realistiche da quelle non realistiche. In tal senso l'ipnosi può aiutare in questo sforzo terapeutico incoraggiando una strategia per un più efficace "test di realtà" (Yapko, 2001). Aiutare le persone a imparare a "rallentare" il loro pensiero, a ridurre le loro elucubrazioni, stabilire più forti confini tra il loro lavoro e vita personale, sono tutti obiettivi utili a evitare recidive. L'ipnosi può essere altresì un efficace veicolo per l'insegnamento di tali competenze, utilizzandola seppure solo come tecnica di rilassamento. Di fatto un rilassamento muscolare profondo e altre forme di strategie di rilassamento progressivo aiutano il paziente a recuperare una capacità di addormentarsi naturalmente. Studi controllati suggeriscono in effetti come si ottengano miglioramenti duraturi ed efficaci in tal senso (Thase, 2000). L’ipnosi è stata descritta nella letteratura clinica come un significativo mezzo per migliorare il senso dell'empowerment personale. Attraverso lo sviluppo di personali risorse che in precedenza erano non riconosciute o non sviluppate da un paziente, o attraverso la facilitazione di riposo e una disponibilità ad apprendere nuove competenze, come pure per aumentare il senso di realtà. Un ulteriore vantaggio è la possibilità di utilizzare l’ipnosi in modo autonomo (autoipnosi); ciò è utile per ridurre il senso di vittimizzazione associato con la depressione, e anche molti dei sintomi della depressione stessa. In una metanalisi sull'efficacia dell’ipnosi nel trattamento dei sintomi depressivi (Shih M., Yang Y.H., Koo M., 2009) la dimensione dell'effetto risultava essere di 0,57. L'ipnosi risulta quindi un metodo utile per migliorare significativamente i sintomi della depressione (p <.001). La letteratura scientifica non sembra riportare dati che indichino effetti collaterali dell’uso dell’ipnosi nella cura della depressione forse perché, quando usata in modo professionale, essa non presenta conseguenze degne di nota. È importante sottolineare che, essendo la depressione un disturbo complesso, spesso necessita di trattamenti integrati. BIBLIOGRAFIA Antonuccio, Danton & DeNelsky (1995). “Psychotherapy versus medication for depression: Challenging the conventional wisdom with data.” Professional Psychology: Research and Practice, 26,6,574-585. Beck, A., Rush, A., Shaw, B., & & Emery, G. (1979). Cognitive therapy of depression. New York: Guilford. Kirsch, I., Montgomery, G., & Sapirstein, G.(1995). “Hypnosis as an adjunct to cognitivebehavioral psychotherapy: A meta-analysis.” Journal of Consulting and Clinical Psychology,63, 214-220. Cardena & Patterson, 2000; Schoenberger, 2000 Shih M., Yang Y.H., Koo M. (2009). “A meta-analysis of hypnosis in the treatment of depressive symptoms: a brief communication.” Int J Clin Exp Hypn, Oct;57(4):431-42. Spanos, N. & Coe, W. (1992). “A socialpsychological approach to hypnosis.” In E. Fromm & M. Nash (Eds.), Contemporary hypnosis research (pp.102-130). New York: Guilford. Thase, M. (2000). “Treatment issues related to sleep and depression.” Journal of Clinical Psychiatry, 61,(suppl. 11): 46-50. Torem, M. (1988). “Hypnosis in the treatment of depression.” In W. Wester (Ed.), Clinical hypnosis: A case management approach (p.288-301). Cincinnati, OH: Behavioral Science Center. Torem, M. (1992). “Back from the future: A powerful age progression technique.” American Journal of Clinical Hypnosis, 35, 2:81-88. Yapko, M. (1988). When living hurts: Directives for treating depression. NewYork: Brunner/Mazel. Yapko, M. (1990). Trancework: An introduction to the practice of clinical hypnosis (2nd ed.).New York: Brunner/Mazel. Yapko, M. (1992). Hypnosis and the treatment of depressions. New York: Brunner/Mazel. Yapko, M. (2001). Treating depression with hypnosis: Integrating cognitivebehavioral and strategic approaches. Philadelphia, PA.: Brunner/Routledge.