Corso di Psicologia Clinica dello Sviluppo Anno Accademico 2013-2014 Docente:Prof.Pasquale Chianura Il concetto di Attaccamento in psicopatologia è di fondamentale importanza non solo perché mostra lo stile interattivo che si instaura tra il bambino e la figura di riferimento che eroga sostegno e protezione(madre o padre) ma in quanto rappresenta la prima forma di ‘relazione’ nella vita psichica dell’infante ↓ l’Attaccamento è quella dimensione attraverso la quale avvengono gli scambi simbolici che costruiscono l’impalcatura del Sé (scaffolding) → dunque una dimensione che veicola strutture cognitive,modelli di comunicazione e affetti Questo vuol dire che il bambino costruisce dei Modelli Operativi Interni, ovvero delle griglie di lettura della realtà, che facilitano e determinano(modellano in maniera incisiva) l’adattamento psichico all’ambiente ↓ schemi,strutture di conoscenza che permettono di interpretare la realtà e prevedere il comportamento altrui ↓ strumenti ‘integrativi’ della dimensione intersoggettiva ↓ IL ‘LEGAME’ Quando l’attaccamento ‘ci parla di’……...continuità,discontinuità,psicopatologia Il legame è qualitativamente funzionale quando comprende e sviluppa tutta una serie di aree di regolazione intersoggettiva Il legame è disfunzionale quando produce pattern di relazione non armonici( distorsione della regolazione-distorsione del Sé) Gli stili di attaccamento possono essere classificati in base a due costrutti dell’esperienza: ∙ sicurezza-insicurezza ∙ organizzazione-disorganizzazione(la coerenza) ↓ E quest’ultima dimensione a essere collegata e correlata all’insorgenza della psicopatologia cioè non è il grado di sicurezza nella risposta positiva dell’altro alle proprie esigenze a determinare di per sé un buon equilibrio emozionale MA l’integrità della relazione (la rappresentazione sé-altro coerente ed unitaria) L’Attaccamento di tipo sicuro(B),quello insicuro-evitante(A) e quello insicuro-ambivalente(C) presentano tutti un sufficiente grado di coerenza interna,organizzazione e finalizzazione Stile sicuro:il bambino protesta quando la figura d’attaccamento si allontana e si calma prontamente quando questa ritorna e lo consola Stile insicuro-evitante:il bambino non protesta quando la figura d’attaccamento si allontana e la evita attivamente quando ritorna Stile insicuro-ambivalente:il bambino protesta quando la figura d’attaccamento si allontana ma resiste al conforto offertogli al momento della riunione,continuando a lungo a piangere anche mentre la madre lo abbraccia In questi casi il comportamento del bambino nei confronti della figura d’attaccamento appare ben orientato e finalizzato (alla sicurezza nel rapporto del modello B, all’evitamento nel modello A, alla protesta protratta nel rapporto del modello C) La finalizzazione e l’orientamento dell’azione interpersonale si correla all’atteggiamento prevalente della figura d’attaccamento nei confronti del bambino ↓ Le madri modello sicuro sono disponibili a sintonizzarsi con i bisogni del bambino;le madri modello A sono rifiutanti;modello C madri preoccupate/invischiate Invece il modello disorganizzato-disorientato (tipo D) è caratterizzato da comportamenti incoerenti,contraddittori e non finalizzati(Main, Hesse 1992; Main e Solomon,1990) ↓ Indici di disorganizzazione interattiva quali sguardo fisso o perso nel vuoto,immobilizzazione in posture innaturali (freezing e stilling),il bambino appare disorientato nei movimenti o impegnato simultaneamente in due o più azioni fra loro contradditorie Il caregiver presenta uno stile di attaccamento irrisolto per lutto e/o trauma La figura d’attaccamento è spaventata e spaventante →mostra atteggiamenti motivati da paura,dolore,collera esplosiva e incontrollabile Se il bambino si allontana e la evita perde il conforto che a tratti è capace di dargli,se si avvicina in cerca di rassicurazioni,corre il rischio di esserne spaventato il bambino oscilla continuamente tra la tendenza all’avvicinamento e la tendenza all’evitamento della figura di riferimento,senza poter organizzare il suo comportamento in maniera coerente né in un senso né nell’altro Rappresentazioni del Sé e dell’Altro multiple e incoerenti fra loro Modelli cognitivi multipli del Sè ↓ ↓ alterazione dello stato di coscienza Nella memoria del bambino prendono forma rappresentazioni di sé e dell’altro molteplici,drammatiche e non integrabili l’una con l’altra Il genitore è percepito dal bambino come fonte di conforto(un “salvatore”), ma anche come fonte di pericolo(un “persecutore”) e ancora come un essere vulnerabile e sofferente( una “vittima”) Nello stesso tempo il bambino percepisce se stesso come “persecutore”(causa con il proprio pianto della sofferenza che percepisce nel genitore), “vittima”impotente(del genitore che incute paura), “salvatore” Disturbi dissociativi D Disturbo borderline di personalità Il concetto di trauma è un concetto generico o un concetto specifico in relazione alle fasi evolutive del bambino? La letteratura fa riferimento alla parola trauma in senso dimensionale ovvero sia facendo riferimento ad episodi specifici di violenza o maltrattamento (situazioni occasionali)→dimensione sincronica dell’evento sia a situazioni relazionali e contestuali continuative nel tempo che determinano una progressiva alterazione della struttura di personalità del bambino(condizioni permanenti di deprivazione e disfunzionalità)→dimensione diacronica del trauma Dunque quando parliamo di trauma facciamo riferimento non solo a situazioni di violenza fisica o sessuale ma consideriamo in senso più ampio gli effetti distorsivi della ‘relazione’ che riguardano il contesto genitoriale e familiare Il TRAUMA come violenza fisica Il TRAUMA come violenza della ‘relazione’ ↓ è importante definire il contesto del trauma perché da questo dipende il livello di compromissione dello sviluppo individuale ↓ PERVASIVITA’ pervasività delle esperienze traumatiche→pervasività del malfunzionamento immediato e successivo Il trauma ripetuto nel tempo o maltrattamento genera una disorganizzazione strutturale psicologica e comportamentale del bambino tale da tracciare il destino psicopatologico dell’adulto ↓ la dimensione della Trascuratezza emotiva(vissuto interno di sfiducia,incertezza,negatività) Luigi Cancrini parla di infanzie infelici riferendosi a bambini profondamente segnati perché la situazione in cui vivono è tale da impedire che le loro ferite guariscono ↓ disturbo borderline,antisociale,paranoide e schizotipico→maltrattamenti evidenti e gravi Le ferite prodotte nel bambino da un’esposizione prolungata a una situazione di maltrattamento determinano effetti immediati in termini di regressione a un livello borderline di funzionamento mentale Quando le situazioni di maltrattamento sono meno gravi e implicano un’esposizione limitata nel tempo, è più facile elaborare l’esperienza traumatica ↓ il bambino impara a narrare il dolore, a dare un senso ed un nome alla sofferenza all’interno del contesto di terapia,innalzare la soglia di attivazione funzionale(soglia bassa→alta probabilità di regressione,soglia alta→protezione dalla regressione) e impedire rapidi scivolamenti in forme strutturate di personalità Se facciamo riferimento alle conseguenze comportamentali e sintomatologiche dell’esposizione a situazioni traumatiche,la sindrome che per eccellenza definisce e descrive tali conseguenze è quella del Disturbo Post-Traumatico da Stress(PTSD) i cui criteri,secondo le più recenti edizioni del DSM,includono sia il fattore causale,l’evento traumatico,che le reazioni ad esso conseguenti. Tipologie Eventi traumatici: aggressioni,maltrattamento o abuso fisico o sessuale,rapimenti,torture,disastri naturali,gravi incidenti,diagnosi di malattie incurabili, ma anche trascuratezza grave, separazione dei genitori,violenza psicologica I raggruppamenti sintomatologici che definiscono il PTSD sono: -la risperimentazione del trauma, attraverso ricordi,sogni angoscianti e incubi notturni,flashback dal carattere intrusivo e ricorrente,episodi dissociativi durante i quali la persona sente e agisce,a livello percettivo e affettivo,come se stesse rivivendo l’evento -l’evitamento di tutte le situazioni che rievocano il ricordo traumatico -l’iperattivazione che si manifesta con una difficoltà a modulare il grado di arousal anche di fronte a sollecitazioni ambientali di lieve entità,con la presenza di scoppi di irritabilità e scoppi di collera improvvisi,ipervigilanza e risposte di allarme,alterazioni del sonno e disturbi della concentrazione e della memoria -somatizzazione -disturbi della regolazione affettiva Da un punto di vista della processualità traumatica si considera rilevante il ruolo dei meccanismi dissociativi La dissociazione media il passaggio verso lo sviluppo di una psicopatologia a partire dall’esperienza traumatica Separazione e non integrazione di contenuti mentali in condizioni di stress ↓ Meccanismo difensivo attivato al fine di mantenere separati dalla coscienza stati mentali traumatici All’interno di un contesto traumatico il ‘legame’ può seguire due vie Quando il ‘legame’ si fa Quando il ‘legame’ si fa Dipendenza ↓ violenza comunicativa triangolazione deprivazione caotizzazione Abuso o incesto Un legame genitoriale/familiare disfunzionale può generare infanzie infelici attraverso(a partire dai)i vincoli che regolano le dinamiche (di relazione e appartenenza) tra le generazioni la violenza come sintomo di disfunzionalità e disarmonia dell’intero contesto trigenerazionale(Alfredo Canevaro ) Vincolo di Alleanza →il vincolo d’unione della coppia Vincolo di Filiazione →il vincolo che unisce i coniugi con i propri genitori e con i figli che insieme a loro formeranno una famiglia Queste due tipologie di vincoli esistono(co-esistono) in relazione inversamente proporzionale cioè più il vincolo di alleanza si consolida creando una serie di regole proprie,più tendono a indebolirsi i legami che uniscono i due coniugi ai rispettivi sistemi delle famiglie d’origine Il rafforzamento del vincolo di alleanza è fondamentale per la differenziazione dei sistemi intergenerazionali nella linea del vincolo di filiazione sia con una generazione che con un’altra Quando si produce un sistema inverso emergono coalizioni e scissioni delle relazioni tali da determinare la presenza di sintomi nelle diverse generazioni coinvolte ↓ la violenza nelle coppie o nei confronti di un figlio rappresenta il fallimento dell’armonia intergenerazionale Caso clinico esemplificativo Silvana 40 anni titolare agenzia di assicurazioni di proprietà del padre che svolge attività di supervisione del suo lavoro Sposata con Riccardo farmacista,hanno un figlio di 8 anni di nome Antonio Silvana lamenta depressione e sensi di colpa dovuti alla gravidanza vissuta come imposizione Descrive il bambino come fisicamente uguale a suo marito(“della razza loro”) e lo ritiene ‘responsabile’ di non averle mai fatto ‘sciogliere’ l’astio e rifugiandosi nel padre ‘aggrava’ la sua situazione di malessere Nel corso di una terapia familiare con Riccardo e la sua famiglia d’origine emerge una vecchia conflittualità tra Silvana ed una sorella di Riccardo sua collaboratrice in farmacia Sorella figura prepotente e irrascibile ebbe una violenta litigata con Silvana in farmacia la quale dopo l’episodio si distanziò dalla famiglia del marito;Riccardo cerca di gestire ‘al meglio’ le tensioni familiari e la gestione della farmacia in una sorta di dedizione paterna senza guardare al bene della coniugalità ma ‘sacrificandola’ all’altare della famiglia In terapia emerge come questa situazione va ad incastrarsi ad un vissuto di dipendenza di Silvana dalla propria figura paterna che ‘supervisiona’ il suo lavoro in agenzia e non le permette di vedersi come entità autonoma→anche il bambino risulta essere ‘la copia’ del padre ↓ riversamento sul bambino dell’immagine psichica relativa a se stessa come non autonoma,rafforzamento dei vincoli filiali (Riccardo che fa ‘il meglio’ per gestire la conflittualità tra Silvana e la sua famiglia d’origine e il sacrificio della complicità coniugale) La violenza comunicativa→il doppio legame Sistema di comunicazione familiare che consiste nell’imporre a un individuo(il paziente designato) due ingiunzioni inconciliabili (doppio messaggio) in modo che risulta impossibile obbedire ad entrambe,un messaggio dunque paradossale sul piano logico→ la comunicazione a doppio legame acquista un senso patologico in quanto l’interazione è per il bambino funzione di relazione e attaccamento ↓ il doppio legame come modalità comunicativa reiterativa che altera e compromette lo sviluppo funzionale del bambino ↓ il doppio legame come ‘trauma’ della relazione La Triangolazione La triangolazione implica l’incorporazione dei figli nei giochi relazionali dei genitori mediante dinamiche di seduzione,minaccia,premio,castigo,corruzione,ecc. Minuchin(1974) ha introdotto il termine ‘triade rigida’ per identificare una configurazione di relazioni nelle quali i figli vengono utilizzati per risolvere,evitare o spostare i conflitti esistenti tra i genitori ↓ Caratteristica della triangolazione è l’azione di una coniugalità disarmonica che va ad inficiare una dimensione genitoriale primariamente(originariamente)conservata ↓ la triangolazione è una forma di maltrattamento La triangolazione può essere di tipo manipolatorio,disconfermante,equivoco e complementare Triangolazione manipolatoria: “Vieni dalla mia parte,io ti darò di più”(più attenzione,più comprensione,più riconoscimenti materiali) il bambino attiva ‘conflitti di lealtà’ e paure legate all’abbandono Disturbi nevrotici Caso clinico esemplificativo Marta diagnosi di attacco di panico e agorafobia,ha dovuto sospendere gli studi per l’impossibilità di uscire di casa da sola. I sintomi di Marta si sviluppano in un contesto di separazione dei genitori,separazione messa in atto su iniziativa della madre. Madre,donna molto vitale, padre personalità passiva rimane ancorato alla routine e rifiuta il cambiamento. Sin da piccola Marta è stata sempre alleata del padre anche se la madre le è stata sempre vicina Questi sintomi non a caso emergono in un momento particolare del ciclo di vita della famiglia, la fase dello svincolo,per contro la forte conflittualità nega a Marta la possibilità(le condizioni per) diventare adulta ↓ Marta con i suoi attacchi di panico consolida l’alleanza con il padre, trovo un compromesso per negare a se stessa le tendenze centrifughe della madre, e mette in atto un tentativo di unione tra i genitori ‘rimango a te fedele,povero papà perdente e in più trattengo mamma che dovendomi accudire,senz’altro abbandonerà l’idea di andarsene’ Triangolazione disconfermante La triangolazione disconfermante comporta prima l’invischiamento nelle dinamiche conflittuali poi il tradimento e l’abbandono Disturbi psicotici Caso clinico Alvaro e Josè Maria hanno 23 e 22 anni quando il primo presenta un episodio psicotico con un delirio florido e abbondanti allucinazioni uditive. Da piccoli,il padre era solito giocare con loro sotto lo sguardo compiacente della madre;progressivamente Alvaro viene escluso dai giochi. Secondo l’opinione del padre era troppo suscettibile e mal accettava di perdere e quando questo succedeva diventava sgradevole. Il punto è che Josè Maria e il padre continuarono a giocare senza che quest’ultimo si preoccupasse di recuperare la partecipazione del fratello maggiore,né la madre modificasse la sua attitudine compiacente. Il piccolo era sempre quello che rallegrava la vita dei genitori, mentre Alvaro era considerato una presenza periferica e fastidiosa In questo caso l’altro fratello viene triangolato nel gioco disconfermante Delirio come unica modalità identitaria Triangolazione equivoca Questo tipo di triangolazione avviene quando i genitori condividono l’equivoco di fondo che sia ‘l’altro’ a soddisfare le necessità relazionali del figlio Si sviluppa un conflitto di evitamento-evitamento e il bambino ‘sosta’ in un ambiente privo di intesa e gravemente carenziale Disturbi Borderline Triangolazione complementare Quando il centro delle relazioni è l’abuso sessuale Contrariamente alle forme di triangolazione viste precedentemente che sono di tipo simmetrico,qui la posizione del figlio non è utilizzata all’ interno di una coalizione,in quanto la coppia appare troppo sbilanciata per instaurare una lotta di potere ma viene utilizzata e sfruttata col pretesto di stabilire una relazione molto speciale e privilegiata Maltrattamento con Deprivazione La deprivazione è una grave carenza di nutrimento relazionale che deriva da una genitorialità deteriorata precocemente che agisce dunque indipendentemente dagli equilibri coniugali La deprivazione genera importanti problematiche sul versante della socializzazione del bambino Deprivazione ipersociale→ipertrofia delle funzioni normative richieste rigorose e pretese che hanno la funzione di salvare le apparenze ma che si traducono in una profonda squalifica del figlio(Linares,2007) Depressione maggiore Deprivazione iposociale In questo caso i genitori neutralizzano il figlio attraverso dinamiche iperprotettive In questo caso il disadattamento sociale prenderà forme di condotte violente e impulsive,instabilità,consumo di sostanze Disturbo borderline Maltrattamento con Caotizzazione Anche questa tipologia di maltrattamento come la deprivazione non è triangolato e si sviluppa a partire da due condizioni fondamentali: genitorialità primariamente deteriorata e coniugalità disarmonica Questo genera caos relazionale e confusione,caratteristica delle famiglie multiproblematiche (emigrazione scarsamente integrata,precarietà lavorativa,prostituzione,alcolismo,cattive condizioni di vita) Quando il ‘legame’ si fa abuso: la violenza fisica e sessuale I “sistemi familiari abusanti”(Bogliolo,1998)sono quei sistemi che adottano la sopraffazione sessuale come una delle molteplici modalità attraverso le quali si approfitta dello squilibrio di potere e si frantumano i confini generazionali Sintesi descrittiva della Famiglia incestuosa Grave permeabilità dei confini,sia tra genitori e figli,sia tra sottosistemi(ad es:il sistema dei fratelli) Abnorme squilibrio nel livello di potere tra i genitori Rigido confine di separazione tra la famiglia e il mondo esterno Le famiglie a transazione incestuosa vengono descritte come chiuse alla realtà esterna e non codificate da regole condivise, non c’è un’organizzazione del vivere insieme e rituali di interazione. Confusione dei ruoli e significati del sintomo L’incesto (il sintomo) svolge la funzione di ‘regolatore della conflittualità di coppia’ ↓ Il figlio/la figlia viene prescelta e usata allo scopo di raggiungere un istanza di intimità,dominio,rassicurazione che l’abusante non è capace di ottenere relazionandosi con sua moglie e con altri adulti L’esperienza emotiva del bambino è centrata sulla paura,sulla dipendenza e sull’incapacità di dialogare:quello che avviene nel bambino è una sorta di “anestesia emotiva” ↓ La vittima viene deprivata della libertà di provare odio e rancore ‘si deve amare il padre’, ‘il papà vuole il nostro bene’, ‘è vietato provare sentimenti ostili verso un genitore’ Il ruolo materno nelle famiglie abusanti La madre svolge un ruolo di ‘pietra angolare’ del sistema patologico,su cui si basa anche la regola secondo cui l’abuso può anche verificarsi ma non è consentito svelare il segreto Spesso le madri sono state loro stesse vittime di violenza durante l’infanzia→inferiorità,impotenza,sottomissione caratteristiche che vanno perfettamente ad incastrarsi con il profilo psicologico dell’abusante,cioè il ruolo materno diventa funzionale alle dinamiche dell’abuso ↓ I ricercatori avanzano l’ipotesi che sia la figura materna stessa per paura di rimanere sola a ‘facilitare’ la disponibiltà della figlia nei confronti del padre MECCANISMO del SILENZIO e della SCOTOMIZZAZIONE ↓ grave sistema disfunzionale che include tutti i componenti,inclusa la vittima →transazione del ruolo della vittima La figlia/figlio opera un radicale spostamento della propria posizione nel sistema familiare:abbandona il sottosistema di figlio per adempiere funzioni di caregiving nei confronti di entrambi i genitori svolge la funzione di ‘piccola sposa’ rispetto al padre, e di ‘piccola madre’ rispetto all’equilibrio familiare e alla madre stessa→ruolo di compensazione Caso clinico La storia di Bruno Bruno 7 anni,famiglia borghese che vive in un piccolo centro di provincia. Madre pendolare per lavoro,lascia il bambino dai nonni sino a sera tardi. All’età di sei anni Bruno inizia a manifestare inquietudine e a lamentarsi di quello che accade quando il padre dopo la perdita del lavoro rimane con lui a casa. Il bambino ha sviluppato modalità ossessivo-compulsive che sono subito notate dal terapeuta durante la prima seduta:quando entra nella stanza sistema il suo zainetto sulla sedia,tira fuori la bottiglia d’acqua e rimette a posto meticolosamente ogni oggetto dopo averlo utilizzato. La relazione con la terapeuta dopo una prima conoscenza inizia con un disegno di Bruno che rappresenta la madre con i denti serrati e una mano davanti alla bocca,disegno che poi ritaglia come se fosse una maschera. Il disegno successivo è una persona vicino alla quale scrive il proprio nome preceduto dall’iniziale del nome del padre,elemento che darà avvio alle rilevazioni del piccolo,che si susseguiranno durante gli incontri. Bruno afferma che il padre “quando era piccolo lo ha fatto star male e che il giudice ha fatto bene a chiedere l’intervento della psicologa per aiutarlo”. Inizia qui una fase in cui Bruno disegna e scrive ma poi ha bisogno di stropicciare i fogli con il lavoro fatto accartocciandoli e inviandoli come se fossero aeroplanini alla terapeuta,con i suoi messaggi. In uno dei disegni c’è una persona per cui inventa un nome e un’età e di cui,parlando,distorce e deforma lo schema corporeo:inverte le varie parti del corpo fino a dire che quella persona ‘fa la cacca dal naso e la pipì dalla bocca,la pipì la va a bere dal water e con il pisellino guarda gli altri piselli più grandi’. Ma poi alla richiesta della sua firma sul retro del foglio,disegna se stesso nudo e intitola il disegno “Vergogna”. E’ in questa fase che Bruno inizia a guardare negli occhi la terapeuta(prima il contatto visivo era del tutto assente) e a proporre dei giochi portandone di suoi da casa ‘per giocare insieme’.In seduta si alternano dunque momenti di gioco e momenti molto intensi in cui il bambino scrive e disegna le cose che lo hanno fatto star male con il padre. Un passaggio cruciale è quello dell’incontro in cui Bruno chiede alla psicologa di rivedere il disegno della madre fatto precedentemente e con la penna buca gli occhi,per poi correre dalla madre e metterle la maschera sul viso dicendo “Così mamma sicuramente vede”. Racconta poi di svegliarsi di notte perché un Pokemon lo sveglia e lo sbatte sul letto;appare agitato e chiede: “Ho i miei genitori”?.... Da qui inizia il suo percorso di rivelazione:Bruno è pronto a raccontare…il volto è decisamente contratto e suda moltissimo nonostante la stanza non sia calda “Mi menava sempre …dappertutto”. Racconta quando la madre era al lavoro e il padre gli faceva un ‘dolore allucinante’perché si buttava su di lui e ‘saltava’. La seduta successiva inizia con un disegno esplicito fatto a casa in cui ci sono Bruno e il padre ‘che mi fa leccare la pipì per terra tenendomi il collo,mi fa la pipì dappertutto’…. Con l’avvicinarsi dell’audizione protetta Bruno mette in atto un’oscillazione tra momenti regressivi e momenti di apertura alla speranza di un futuro diverso proprio grazie all’imminenza dell’ascolto dal giudice. Durante gli incontri si mostra disposto a comunicare:disegna il sole dicendo ‘Oggi è coperto’,come per evidenziare che il sole ora è presente nella sua vita,ma che fino all’incontro con il giudice era in parte oscurato. Poi aggiunge “Non ho mai fatto un disegno così prima d’ora”…. Distinzione prima/seconda infanzia Durante la prima infanzia non essendo ancora formate le fondamentali funzionalità psichiche nel bambino così traumatizzato si verificherà un inevitabile funzionamento borderline che diventerà quasi automaticamente psicotico, soprattutto se il bambino non ha la possibilità di raccontare e rivivere all’interno di una relazione terapeutica efficace i vissuti relativi al trauma sessuale I bambini che invece hanno la possibilità di essere curati in maniera adeguata sviluppano in modo corretto le facoltà di integrazione e non sedimentano un disturbo di personalità