Corso di Psicologia Clinica dello Sviluppo
Anno Accademico 2013-2014 Docente:Prof.Pasquale Chianura
Il concetto di Attaccamento in psicopatologia è di fondamentale
importanza non solo perché mostra lo stile interattivo che si
instaura tra il bambino e la figura di riferimento che eroga sostegno
e protezione(madre o padre) ma in quanto rappresenta la prima
forma di ‘relazione’ nella vita psichica dell’infante
↓
l’Attaccamento è quella dimensione attraverso la quale avvengono
gli scambi simbolici che costruiscono l’impalcatura del Sé
(scaffolding)
→ dunque una dimensione che veicola strutture cognitive,modelli
di comunicazione e affetti
Questo vuol dire che il bambino costruisce dei Modelli
Operativi Interni, ovvero delle griglie di lettura della realtà,
che facilitano e determinano(modellano in maniera incisiva)
l’adattamento psichico all’ambiente
↓
schemi,strutture di conoscenza che permettono di
interpretare la realtà e prevedere il comportamento altrui
↓
strumenti ‘integrativi’ della dimensione intersoggettiva
↓
IL ‘LEGAME’
Quando l’attaccamento ‘ci parla
di’……...continuità,discontinuità,psicopatologia
Il legame è qualitativamente funzionale quando comprende e
sviluppa tutta una serie di aree di regolazione intersoggettiva
Il legame è disfunzionale quando produce pattern di relazione
non armonici( distorsione della regolazione-distorsione del
Sé)
Gli stili di attaccamento possono essere classificati in base a
due costrutti dell’esperienza:
∙ sicurezza-insicurezza
∙ organizzazione-disorganizzazione(la coerenza)
↓
E quest’ultima dimensione a essere collegata e correlata
all’insorgenza della psicopatologia
cioè non è il grado di sicurezza nella risposta positiva
dell’altro alle proprie esigenze a determinare di per sé un
buon equilibrio emozionale MA l’integrità della relazione (la
rappresentazione sé-altro coerente ed unitaria)
L’Attaccamento di tipo sicuro(B),quello insicuro-evitante(A) e quello
insicuro-ambivalente(C) presentano tutti un sufficiente grado di
coerenza interna,organizzazione e finalizzazione
Stile sicuro:il bambino protesta quando la figura d’attaccamento si
allontana e si calma prontamente quando questa ritorna e lo
consola
Stile insicuro-evitante:il bambino non protesta quando la figura
d’attaccamento si allontana e la evita attivamente quando ritorna
Stile insicuro-ambivalente:il bambino protesta quando la figura
d’attaccamento si allontana ma resiste al conforto offertogli al
momento della riunione,continuando a lungo a piangere anche
mentre la madre lo abbraccia
In questi casi il comportamento del bambino nei confronti della
figura d’attaccamento appare ben orientato e finalizzato
(alla sicurezza nel rapporto del modello B, all’evitamento nel
modello A, alla protesta protratta nel rapporto del modello C)
La finalizzazione e l’orientamento dell’azione interpersonale si
correla all’atteggiamento prevalente della figura d’attaccamento nei
confronti del bambino
↓
Le madri modello sicuro sono disponibili a sintonizzarsi con i bisogni
del bambino;le madri modello A sono rifiutanti;modello C madri
preoccupate/invischiate
Invece il modello disorganizzato-disorientato (tipo D) è
caratterizzato da comportamenti incoerenti,contraddittori e
non finalizzati(Main, Hesse 1992; Main e Solomon,1990)
↓
Indici di disorganizzazione interattiva quali sguardo fisso o
perso nel vuoto,immobilizzazione in posture innaturali
(freezing e stilling),il bambino appare disorientato nei
movimenti o impegnato simultaneamente in due o più azioni
fra loro contradditorie
Il caregiver presenta uno stile di attaccamento irrisolto per
lutto e/o trauma
La figura d’attaccamento è spaventata e spaventante
→mostra atteggiamenti motivati da paura,dolore,collera esplosiva e
incontrollabile
Se il bambino si allontana e la evita perde il conforto che a tratti è
capace di dargli,se si avvicina in cerca di rassicurazioni,corre il
rischio di esserne spaventato
il bambino oscilla continuamente tra la tendenza all’avvicinamento
e la tendenza all’evitamento della figura di riferimento,senza poter
organizzare il suo comportamento in maniera coerente né in un
senso né nell’altro
Rappresentazioni del Sé e dell’Altro multiple e incoerenti fra
loro
Modelli cognitivi multipli del Sè
↓
↓
alterazione dello stato di coscienza
Nella memoria del bambino prendono forma rappresentazioni di sé
e dell’altro molteplici,drammatiche e non integrabili l’una con l’altra
Il genitore è percepito dal bambino come fonte di conforto(un
“salvatore”), ma anche come fonte di pericolo(un
“persecutore”) e ancora come un essere vulnerabile e
sofferente( una “vittima”)
Nello stesso tempo il bambino percepisce se stesso come
“persecutore”(causa con il proprio pianto della sofferenza che
percepisce nel genitore), “vittima”impotente(del genitore che
incute paura), “salvatore”
Disturbi dissociativi
D
Disturbo borderline di personalità
Il concetto di trauma è un concetto generico o un concetto
specifico in relazione alle fasi evolutive del bambino?
La letteratura fa riferimento alla parola trauma in senso
dimensionale ovvero sia facendo riferimento ad episodi specifici di
violenza o maltrattamento (situazioni occasionali)→dimensione
sincronica dell’evento
sia a situazioni relazionali e contestuali continuative nel tempo che
determinano una progressiva alterazione della struttura di
personalità del bambino(condizioni permanenti di deprivazione e
disfunzionalità)→dimensione diacronica del trauma
Dunque quando parliamo di trauma facciamo riferimento non solo
a situazioni di violenza fisica o sessuale ma consideriamo in senso
più ampio gli effetti distorsivi della ‘relazione’ che riguardano il
contesto genitoriale e familiare
Il TRAUMA come violenza fisica
Il TRAUMA come violenza della ‘relazione’
↓
è importante definire il contesto del trauma perché da questo
dipende il livello di compromissione dello sviluppo individuale
↓
PERVASIVITA’
pervasività delle esperienze traumatiche→pervasività del
malfunzionamento immediato e successivo
Il trauma ripetuto nel tempo o maltrattamento genera una
disorganizzazione strutturale psicologica e comportamentale del
bambino tale da tracciare il destino psicopatologico dell’adulto
↓
la dimensione della Trascuratezza emotiva(vissuto interno di
sfiducia,incertezza,negatività)
Luigi Cancrini parla di infanzie infelici riferendosi a bambini
profondamente segnati perché la situazione in cui vivono è tale da
impedire che le loro ferite guariscono
↓
disturbo borderline,antisociale,paranoide e
schizotipico→maltrattamenti evidenti e gravi
Le ferite prodotte nel bambino da un’esposizione prolungata a una
situazione di maltrattamento determinano effetti immediati in
termini di regressione a un livello borderline di funzionamento
mentale
Quando le situazioni di maltrattamento sono meno gravi e
implicano un’esposizione limitata nel tempo, è più facile elaborare
l’esperienza traumatica
↓
il bambino impara a narrare il dolore, a dare un senso ed un nome
alla sofferenza all’interno del contesto di terapia,innalzare la soglia
di attivazione funzionale(soglia bassa→alta probabilità di
regressione,soglia alta→protezione dalla regressione) e impedire
rapidi scivolamenti in forme strutturate di personalità
Se facciamo riferimento alle conseguenze comportamentali e
sintomatologiche dell’esposizione a situazioni traumatiche,la
sindrome che per eccellenza definisce e descrive tali
conseguenze è quella del Disturbo Post-Traumatico da
Stress(PTSD) i cui criteri,secondo le più recenti edizioni del
DSM,includono sia il fattore causale,l’evento traumatico,che le
reazioni ad esso conseguenti.
Tipologie Eventi traumatici: aggressioni,maltrattamento o abuso
fisico
o
sessuale,rapimenti,torture,disastri
naturali,gravi
incidenti,diagnosi di malattie incurabili, ma anche trascuratezza
grave, separazione dei genitori,violenza psicologica
I raggruppamenti sintomatologici che definiscono il PTSD sono:
-la risperimentazione del trauma, attraverso ricordi,sogni
angoscianti e incubi notturni,flashback dal carattere intrusivo e
ricorrente,episodi dissociativi durante i quali la persona sente e
agisce,a livello percettivo e affettivo,come se stesse rivivendo
l’evento
-l’evitamento di tutte le situazioni che rievocano il ricordo
traumatico
-l’iperattivazione che si manifesta con una difficoltà a modulare il
grado di arousal anche di fronte a sollecitazioni ambientali di
lieve entità,con la presenza di scoppi di irritabilità e scoppi di
collera improvvisi,ipervigilanza e risposte di allarme,alterazioni
del sonno e disturbi della concentrazione e della memoria
-somatizzazione
-disturbi della regolazione affettiva
Da un punto di vista della processualità traumatica si considera
rilevante il ruolo dei meccanismi dissociativi
La dissociazione media il passaggio verso lo sviluppo di una
psicopatologia a partire dall’esperienza traumatica
Separazione e non integrazione di contenuti mentali in
condizioni di stress
↓
Meccanismo difensivo attivato al fine di mantenere separati
dalla coscienza stati mentali traumatici
All’interno di un contesto traumatico il ‘legame’ può seguire due vie
Quando il ‘legame’ si fa
Quando il ‘legame’ si fa
Dipendenza
↓
violenza comunicativa
triangolazione
deprivazione
caotizzazione
Abuso o incesto
Un legame genitoriale/familiare disfunzionale può generare infanzie infelici
attraverso(a partire dai)i vincoli che regolano le dinamiche (di relazione e
appartenenza) tra le generazioni
la violenza come sintomo di disfunzionalità e disarmonia dell’intero
contesto trigenerazionale(Alfredo Canevaro )
Vincolo di Alleanza →il vincolo d’unione della coppia
Vincolo di Filiazione →il vincolo che unisce i coniugi con i propri genitori e con
i figli che insieme a loro formeranno una famiglia
Queste due tipologie di vincoli esistono(co-esistono) in relazione inversamente
proporzionale cioè più il vincolo di alleanza si consolida creando una serie di
regole proprie,più tendono a indebolirsi i legami che uniscono i due coniugi ai
rispettivi sistemi delle famiglie d’origine
Il rafforzamento del vincolo di alleanza è fondamentale per la
differenziazione dei sistemi intergenerazionali nella linea del
vincolo di filiazione sia con una generazione che con un’altra
Quando si produce un sistema inverso emergono coalizioni e
scissioni delle relazioni tali da determinare la presenza di sintomi
nelle diverse generazioni coinvolte
↓
la violenza nelle coppie o nei confronti di un figlio rappresenta il
fallimento dell’armonia intergenerazionale
Caso clinico esemplificativo
Silvana 40 anni titolare agenzia di assicurazioni di proprietà del
padre che svolge attività di supervisione del suo lavoro
Sposata con Riccardo farmacista,hanno un figlio di 8 anni di nome
Antonio
Silvana lamenta depressione e sensi di colpa dovuti alla gravidanza
vissuta come imposizione
Descrive il bambino come fisicamente uguale a suo marito(“della
razza loro”) e lo ritiene ‘responsabile’ di non averle mai fatto
‘sciogliere’ l’astio e rifugiandosi nel padre ‘aggrava’ la sua situazione
di malessere
Nel corso di una terapia familiare con Riccardo e la sua famiglia
d’origine emerge una vecchia conflittualità tra Silvana ed una sorella
di Riccardo sua collaboratrice in farmacia
Sorella figura prepotente e irrascibile ebbe una violenta litigata con
Silvana in farmacia la quale dopo l’episodio si distanziò dalla famiglia
del marito;Riccardo cerca di gestire ‘al meglio’ le tensioni familiari e
la gestione della farmacia in una sorta di dedizione paterna senza
guardare al bene della coniugalità ma ‘sacrificandola’ all’altare della
famiglia
In terapia emerge come questa situazione va ad incastrarsi ad un
vissuto di dipendenza di Silvana dalla propria figura paterna che
‘supervisiona’ il suo lavoro in agenzia e non le permette di vedersi
come entità autonoma→anche il bambino risulta essere ‘la copia’
del padre
↓
riversamento sul bambino dell’immagine psichica relativa a se
stessa come non autonoma,rafforzamento dei vincoli filiali
(Riccardo che fa ‘il meglio’ per gestire la conflittualità tra Silvana e
la sua famiglia d’origine e il sacrificio della complicità coniugale)
La violenza comunicativa→il doppio legame
Sistema di comunicazione familiare che consiste nell’imporre a un
individuo(il paziente designato) due ingiunzioni inconciliabili (doppio
messaggio) in modo che risulta impossibile obbedire ad
entrambe,un messaggio dunque paradossale sul piano logico→
la comunicazione a doppio legame acquista un senso patologico in
quanto l’interazione è per il bambino funzione di relazione e
attaccamento
↓
il doppio legame come modalità comunicativa reiterativa che altera
e compromette lo sviluppo funzionale del bambino
↓
il doppio legame come ‘trauma’ della relazione
La Triangolazione
La triangolazione implica l’incorporazione dei figli nei giochi
relazionali
dei
genitori
mediante
dinamiche
di
seduzione,minaccia,premio,castigo,corruzione,ecc.
Minuchin(1974) ha introdotto il termine ‘triade rigida’ per
identificare una configurazione di relazioni nelle quali i figli
vengono utilizzati per risolvere,evitare o spostare i conflitti
esistenti tra i genitori
↓
Caratteristica della triangolazione è l’azione di una coniugalità
disarmonica che va ad inficiare una dimensione genitoriale
primariamente(originariamente)conservata
↓
la triangolazione è una forma di maltrattamento
La triangolazione può essere di tipo
manipolatorio,disconfermante,equivoco e complementare
Triangolazione manipolatoria: “Vieni dalla mia parte,io ti darò
di più”(più attenzione,più comprensione,più riconoscimenti
materiali)
il bambino attiva ‘conflitti di lealtà’ e paure legate
all’abbandono
Disturbi nevrotici
Caso clinico esemplificativo
Marta diagnosi di attacco di panico e agorafobia,ha dovuto
sospendere gli studi per l’impossibilità di uscire di casa da sola. I
sintomi di Marta si sviluppano in un contesto di separazione dei
genitori,separazione messa in atto su iniziativa della madre.
Madre,donna molto vitale, padre personalità passiva rimane
ancorato alla routine e rifiuta il cambiamento. Sin da piccola Marta
è stata sempre alleata del padre anche se la madre le è stata
sempre vicina
Questi sintomi non a caso emergono in un momento particolare
del ciclo di vita della famiglia, la fase dello svincolo,per contro la
forte conflittualità nega a Marta la possibilità(le condizioni per)
diventare adulta
↓
Marta con i suoi attacchi di panico consolida l’alleanza con il padre,
trovo un compromesso per negare a se stessa le tendenze
centrifughe della madre, e mette in atto un tentativo di unione tra i
genitori ‘rimango a te fedele,povero papà perdente e in più
trattengo mamma che dovendomi accudire,senz’altro abbandonerà
l’idea di andarsene’
Triangolazione disconfermante
La
triangolazione
disconfermante
comporta
prima
l’invischiamento nelle dinamiche conflittuali poi il tradimento
e l’abbandono
Disturbi psicotici
Caso clinico
Alvaro e Josè Maria hanno 23 e 22 anni quando il primo presenta un
episodio psicotico con un delirio florido e abbondanti allucinazioni
uditive. Da piccoli,il padre era solito giocare con loro sotto lo
sguardo compiacente della madre;progressivamente Alvaro viene
escluso dai giochi. Secondo l’opinione del padre era troppo
suscettibile e mal accettava di perdere e quando questo succedeva
diventava sgradevole. Il punto è che Josè Maria e il padre
continuarono a giocare senza che quest’ultimo si preoccupasse di
recuperare la partecipazione del fratello maggiore,né la madre
modificasse la sua attitudine compiacente. Il piccolo era sempre
quello che rallegrava la vita dei genitori, mentre Alvaro era
considerato una presenza periferica e fastidiosa
In questo caso l’altro fratello viene triangolato nel gioco
disconfermante
Delirio come unica modalità identitaria
Triangolazione equivoca
Questo tipo di triangolazione avviene quando i genitori
condividono l’equivoco di fondo che sia ‘l’altro’ a soddisfare le
necessità relazionali del figlio
Si sviluppa un conflitto di evitamento-evitamento e il bambino
‘sosta’ in un ambiente privo di intesa e gravemente carenziale
Disturbi Borderline
Triangolazione complementare
Quando il centro delle relazioni è l’abuso sessuale
Contrariamente
alle
forme
di
triangolazione
viste
precedentemente che sono di tipo simmetrico,qui la posizione del
figlio non è utilizzata all’ interno di una coalizione,in quanto la
coppia appare troppo sbilanciata per instaurare una lotta di potere
ma viene utilizzata e sfruttata col pretesto di stabilire una relazione
molto speciale e privilegiata
Maltrattamento con Deprivazione
La deprivazione è una grave carenza di nutrimento relazionale che
deriva da una genitorialità deteriorata precocemente che agisce
dunque indipendentemente dagli equilibri coniugali
La deprivazione genera importanti problematiche sul versante della
socializzazione del bambino
Deprivazione ipersociale→ipertrofia delle funzioni normative
richieste rigorose e pretese che hanno la funzione di salvare le
apparenze ma che si traducono in una profonda squalifica del
figlio(Linares,2007)
Depressione maggiore
Deprivazione iposociale
In questo caso i genitori neutralizzano il figlio attraverso
dinamiche iperprotettive
In questo caso il disadattamento sociale prenderà forme di
condotte violente e impulsive,instabilità,consumo di sostanze
Disturbo borderline
Maltrattamento con Caotizzazione
Anche questa tipologia di maltrattamento come la deprivazione
non è triangolato e si sviluppa a partire da due condizioni
fondamentali: genitorialità primariamente deteriorata e coniugalità
disarmonica
Questo genera caos relazionale e confusione,caratteristica delle
famiglie multiproblematiche
(emigrazione scarsamente integrata,precarietà
lavorativa,prostituzione,alcolismo,cattive condizioni di vita)
Quando il ‘legame’ si fa abuso: la violenza fisica e sessuale
I “sistemi familiari abusanti”(Bogliolo,1998)sono quei sistemi
che adottano la sopraffazione sessuale come una delle
molteplici modalità attraverso le quali si approfitta dello
squilibrio di potere e si frantumano i confini generazionali
Sintesi descrittiva della Famiglia incestuosa
Grave permeabilità dei confini,sia tra genitori e figli,sia tra
sottosistemi(ad es:il sistema dei fratelli)
Abnorme squilibrio nel livello di potere tra i genitori
Rigido confine di separazione tra la famiglia e il mondo esterno
Le famiglie a transazione incestuosa vengono descritte come
chiuse alla realtà esterna e non codificate da regole condivise,
non c’è un’organizzazione del vivere insieme e rituali di
interazione.
Confusione dei ruoli e significati del sintomo
L’incesto (il sintomo) svolge la funzione di ‘regolatore della
conflittualità di coppia’
↓
Il figlio/la figlia viene prescelta e usata allo scopo di raggiungere un
istanza di intimità,dominio,rassicurazione che l’abusante non è
capace di ottenere relazionandosi con sua moglie e con altri adulti
L’esperienza emotiva del bambino è centrata sulla paura,sulla
dipendenza e sull’incapacità di dialogare:quello che avviene nel
bambino è una sorta di “anestesia emotiva”
↓
La vittima viene deprivata della libertà di provare odio e rancore
‘si deve amare il padre’, ‘il papà vuole il nostro bene’, ‘è vietato
provare sentimenti ostili verso un genitore’
Il ruolo materno nelle famiglie abusanti
La madre svolge un ruolo di ‘pietra angolare’ del sistema
patologico,su cui si basa anche la regola secondo cui l’abuso può
anche verificarsi ma non è consentito svelare il segreto
Spesso le madri sono state loro stesse vittime di violenza durante
l’infanzia→inferiorità,impotenza,sottomissione caratteristiche che
vanno perfettamente ad incastrarsi con il profilo psicologico
dell’abusante,cioè il ruolo materno diventa funzionale alle
dinamiche dell’abuso
↓
I ricercatori avanzano l’ipotesi che sia la figura materna stessa per
paura di rimanere sola a ‘facilitare’ la disponibiltà della figlia nei
confronti del padre
MECCANISMO del SILENZIO e della SCOTOMIZZAZIONE
↓
grave sistema disfunzionale che include tutti i componenti,inclusa
la vittima
→transazione del ruolo della vittima
La figlia/figlio opera un radicale spostamento della propria posizione
nel sistema familiare:abbandona il sottosistema di figlio per
adempiere funzioni di caregiving nei confronti di entrambi i genitori
svolge la funzione di ‘piccola sposa’ rispetto al padre, e di ‘piccola
madre’ rispetto all’equilibrio familiare e alla madre stessa→ruolo di
compensazione
Caso clinico
La storia di Bruno
Bruno 7 anni,famiglia borghese che vive in un piccolo centro di
provincia. Madre pendolare per lavoro,lascia il bambino dai nonni
sino a sera tardi. All’età di sei anni Bruno inizia a manifestare
inquietudine e a lamentarsi di quello che accade quando il padre
dopo la perdita del lavoro rimane con lui a casa. Il bambino ha
sviluppato modalità ossessivo-compulsive che sono subito notate
dal terapeuta durante la prima seduta:quando entra nella stanza
sistema il suo zainetto sulla sedia,tira fuori la bottiglia d’acqua e
rimette a posto meticolosamente ogni oggetto dopo averlo
utilizzato.
La relazione con la terapeuta dopo una prima conoscenza inizia con
un disegno di Bruno che rappresenta la madre con i denti serrati e
una mano davanti alla bocca,disegno che poi ritaglia come se fosse
una maschera.
Il disegno successivo è una persona vicino alla quale scrive il
proprio nome preceduto dall’iniziale del nome del padre,elemento
che darà avvio alle rilevazioni del piccolo,che si susseguiranno
durante gli incontri. Bruno afferma che il padre “quando era piccolo
lo ha fatto star male e che il giudice ha fatto bene a chiedere
l’intervento della psicologa per aiutarlo”. Inizia qui una fase in cui
Bruno disegna e scrive ma poi ha bisogno di stropicciare i fogli con
il lavoro fatto accartocciandoli e inviandoli come se fossero
aeroplanini alla terapeuta,con i suoi messaggi. In uno dei disegni c’è
una persona per cui inventa un nome e un’età e di
cui,parlando,distorce e deforma lo schema corporeo:inverte le
varie parti del corpo fino a dire che quella persona ‘fa la cacca dal
naso e la pipì dalla bocca,la pipì la va a bere dal water e con il
pisellino guarda gli altri piselli più grandi’.
Ma poi alla richiesta della sua firma sul retro del foglio,disegna se
stesso nudo e intitola il disegno “Vergogna”. E’ in questa fase che
Bruno inizia a guardare negli occhi la terapeuta(prima il contatto
visivo era del tutto assente) e a proporre dei giochi portandone di
suoi da casa ‘per giocare insieme’.In seduta si alternano dunque
momenti di gioco e momenti molto intensi in cui il bambino scrive
e disegna le cose che lo hanno fatto star male con il padre.
Un passaggio cruciale è quello dell’incontro in cui Bruno chiede alla
psicologa di rivedere il disegno della madre fatto precedentemente
e con la penna buca gli occhi,per poi correre dalla madre e
metterle la maschera sul viso dicendo “Così mamma sicuramente
vede”.
Racconta poi di svegliarsi di notte perché un Pokemon lo sveglia e
lo sbatte sul letto;appare agitato e chiede: “Ho i miei genitori”?....
Da qui inizia il suo percorso di rivelazione:Bruno è pronto a
raccontare…il volto è decisamente contratto e suda moltissimo
nonostante la stanza non sia calda “Mi menava sempre
…dappertutto”. Racconta quando la madre era al lavoro e il padre
gli faceva un ‘dolore allucinante’perché si buttava su di lui e ‘saltava’.
La seduta successiva inizia con un disegno esplicito fatto a casa in
cui ci sono Bruno e il padre ‘che mi fa leccare la pipì per terra
tenendomi il collo,mi fa la pipì dappertutto’….
Con l’avvicinarsi dell’audizione protetta Bruno mette in atto
un’oscillazione tra momenti regressivi e momenti di apertura alla
speranza di un futuro diverso proprio grazie all’imminenza
dell’ascolto dal giudice. Durante gli incontri si mostra disposto a
comunicare:disegna il sole dicendo ‘Oggi è coperto’,come per
evidenziare che il sole ora è presente nella sua vita,ma che fino
all’incontro con il giudice era in parte oscurato. Poi aggiunge “Non
ho mai fatto un disegno così prima d’ora”….
Distinzione prima/seconda infanzia
Durante la prima infanzia non essendo ancora formate le
fondamentali funzionalità psichiche nel bambino così traumatizzato
si verificherà un inevitabile funzionamento borderline che diventerà
quasi automaticamente psicotico, soprattutto se il bambino non ha
la possibilità di raccontare e rivivere all’interno di una relazione
terapeutica efficace i vissuti relativi al trauma sessuale
I bambini che invece hanno la possibilità di essere curati in maniera
adeguata sviluppano in modo corretto le facoltà di integrazione e
non sedimentano un disturbo di personalità