Diapositiva 1 - Istituto Comprensivo di Pralboino

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
ISTITUTO COMPRENSIVO DI PRALBOINO
PLESSI SCUOLA PRIMARIA DI CIGOLE, MILZANO, PAVONE DEL MELLA, PRALBOINO, SENIGA
SCUOLA SENCONDARIA STATALE DI I GRADO DI PRALBOINO, PAVONE DEL MELLA
via Borgo Sopra, 9 – 25020 Pralboino (BS) - tel 030 954135 – fax 030 9547865
C.F. 97016200178 - codice min. BSIC894004 – e.mail [email protected]
DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO
Cosa sono , come
riconoscerli e cosa fare….
MERCOLEDI’ 9 APRILE
ORE 17
Sportello DSA/BES prof.ssa PAOLA BONAZZOLI
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
STELLE SULLA TERRA
http://www.youtube.com/watch?v=-2YPvOOw68c
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
ISTITUTO COMPRENSIVO DI PRALBOINO
PLESSI SCUOLA PRIMARIA DI CIGOLE, MILZANO, PAVONE DEL MELLA, PRALBOINO, SENIGA
SCUOLA SENCONDARIA STATALE DI I GRADO DI PRALBOINO, PAVONE DEL MELLA
via Borgo Sopra, 9 – 25020 Pralboino (BS) - tel 030 954135 – fax 030 9547865
C.F. 97016200178 - codice min. BSIC894004 – e.mail [email protected]
DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO
Cosa sono , come
riconoscerli e cosa fare….
MERCOLEDI’ 9 APRILE
ORE 17
Sportello DSA/BES prof.ssa PAOLA BONAZZOLI
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
LEGGE 170/2010
Art. 1
"Riconoscimento e definizione
di dislessia, disgrafia, disortografia,
discalculia"
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
I DSA …
NON
NON
NON
NON
NON
NON
sono
sono
sono
sono
sono
sono
UNA MALATTIA
conseguenza di UN BLOCCO PSICOLOGICO
conseguenza di UN BLOCCO EDUCATIVO
conseguenza di UN BLOCCO RELAZIONALE
dovuti a DEFICIT DI INTELLIGENZA
dovuti a DEFICIT SENSORIALI
I DSA SONO CARATTERISTICHE…
• GENETICHE
CONGENITE
NEUROBIOLOGICHE
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
La legge riconosce
la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia
quali disturbi
specifici di apprendimento
che si manifestano
• in presenza di capacità cognitive
adeguate,
• in assenza di patologie neurologiche e di
deficit sensoriali, …
ma che possono costituire una limitazione importante
per alcune attività della vita quotidiana
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Essi sono
EVOLUTIVI, …
• … cioè sono disturbi che si manifestano in
età scolastica e si modificano nel tempo:
per questo si parla di Dislessia Evolutiva,…
• ≪I disturbi dei bambini sono disturbi che cambiano in persone
che cambiano≫
•
•
(Giovanni Bollea)
“La Dislessia Evolutiva (DE) è una difficoltà
selettiva nella lettura, in presenza di capacità
cognitive adeguate e di adeguate opportunità sociali
e relazionali, e in assenza di deficit sensoriali e
neurologici.”
•
•
(Brizzolara e Stella)
LA DISLESSIA EVOLUTIVA È IL PROTOTIPO DEI DSA…
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Sembra che Albert Einstein, Leonardo Da Vinci,
Galileo Galilei, Napoleone, Pablo Picasso, Agatha
Christie, … fossero dislessici.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
“Ci sono tonnellate di documenti prodotti dalla ricerca che dicono che la dislessia
non è una malattia, ma l’espressione di una piccola differenza di alcune aree del
cervello che non impedisce di imparare, ma lo rende molto più faticoso.
E in questa società che vuole tutto e subito questa fatica e lentezza
non viene tollerata” (G.Stella)
PERSONA NON
DISLESSICA
DISLESSICO
Perché è necessario modificare la didattica per i
ragazzi con DSA?
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Punti di forza e di debolezza
dello studente con DSA
•
•
•
•
Intelligenza
Intuito
Creatività
Alta variabilità
di ogni individuo)
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
•
•
•
Disturbo di linguaggio
pregresso
Difficoltà nella memoria
procedurale e/o di lavoro
Difficoltà nella gestione
del tempo
Lentezza (difficoltà di
•
•
Difficoltà di attenzione
Difficoltà organizzative
•
•
(unicità
elaborazione)
Il COMPORTAMENTO …
è il 1° campanello d’allarme?
I PROBLEMI COMPORTAMENTALI
in un ragazzo con DSA
SONO CONSEGUENZA di un DSA
NON RICONOSCIUTA
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
DISAGIO
DISAGIO
Comportamento
in classe può
ragazzo “tappezzeria”
ragazzo “rompiscatole”
bla bla
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Ha continui INSUCCESSI
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
DISAGIO
• . Bambini con disturbi di apprendimento
possono essere ad alto rischio per lo
sviluppo di disturbi psicologici, in
quanto tendono ad avere un più basso
concetto di sé, confrontano le loro
prestazioni con quella dei loro compagni,
perdono la motivazione per gli studi,
presentano incertezza in relazione al
proprio futuro
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
• Diversi segnali indicativi possono essere
identificati in età precoce dello sviluppo
infantile essendo confermati dopo
l'ingresso dei bambini nella scuola
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
non tutti i "sintomi" significano che il
bambino rientri nel quadro della dislessia,
in quanto:
molti di essi possono fare parte dello
sviluppo del bambino, un sintomo isolato
non caratterizza il quadro, e possono
anche essere associati ad altre diagnosi.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
I disturbi dell' apprendimento sono
presenti nei soggetti in maniera
molto diversa
Diversa per intensità e quindi avremo
dislessici:
lievi,
medio/ lievi,
gravi, severi.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Per chi
ha un
DSA
• LEGGERE …
• SCRIVERE …
• CONTARE …
non sono abilità automatiche
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
22
COME AIUTARE L’ALLIEVO CON
D.S.A.?
MISURE DISPENSATIVE
• Dispensa da alcune prestazioni: lettura ad alta voce,
scrittura veloce sotto dettatura, uso cartaceo del
vocabolario, studio mnemonico delle tabelline,
lettura di consegne
• Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua
straniera scritta
• Preferire le prove orali a quelle scritte
• Organizzazione di interrogazioni programmate
• Evitare prove a tempo
• Evitare lunghe copiature dalla lavagna
• Assegnazione di compiti a casa in quantità ridotte
• Evitare lo studio sui propri appunti
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
• Tabella dell’alfabeto, dei caratteri, dei
mesi
• Tavola pitagorica
• Tabella delle misure e delle formule
geometriche
• Carte geografiche e storiche
• Tabelle della memoria
• Calcolatrice
• Registratore
• Libro parlato (utilizzo di audiolibri)
• Testi digitali
• Computer (uso di sintesi vocale,
e predizione ortografica
Paola correzione
Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Come si manifesta
• Si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori
commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato
per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà
di comprensione del testo scritto indipendente sia dai
disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di
decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. La
Consensus Conference ha ribadito l'importanza di
promuovere la ricerca per identificare il disturbo di
comprensione del testo come separato da quello di
decodifica (correttezza e rapidità).
• Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura
errori caratteristici come l'inversione di lettere e di
numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f;
b/d).
• A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune
informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i
giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare
confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e
temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e
giorni;lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a
esprimere verbalmente ciò che pensa.
•
In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune
abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella
capacità di attenzione e di concentrazione..
• Spesso il bambino finisce con l'avere
problemi psicologici, quale demotivazione,
scarsa autostima, ma questi sono una
conseguenza, non la causa della dislessia
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
• Il bambino appare disorganizzato nelle
sue attività, sia a casa che a scuola. Ha
difficoltà a copiare dalla lavagna e a
prendere nota delle istruzioni impartite
oralmente.
• Il disturbo specifico comporta un impatto
significativo e negativo per l'adattamento
scolastico e /o per le attività della vita
quotidiana
Errare humanum est…
34
Come si riconosce
• Già nella scuola dell'infanzia bambini che
presentano uno sviluppo linguistico (in
produzione e/o comprensione) atipico, come
parole storpiate, scarso vocabolario, dovrebbero
• consultare il pediatra che nel bilancio di salute
annuale deve monitorare le situazioni a rischio
valutando anche l'anamnesi familiare (presenza
di disturbo specifico del linguaggio, dislessia) ed
inviando il bambino alle strutture competenti.
Se al termine del primo anno della
scuola primaria
• il bambino presenta una delle seguenti
caratteristiche:
• difficoltà nell'associazione grafemafonema e/o fonema grafema
• mancato raggiungimento del controllo
sillabico in lettura e scrittura
• eccessiva lentezza nella lettura e scrittura
• incapacità a produrre le lettere in stampato
maiuscolo in modo riconoscibile
• è opportuno consultare le strutture
competenti rivolgendosi ad uno specialista
(neuropsichiatra, psicologo) per avere una
diagnosi;
• l'Associazione Italiana Dislessia offre al
riguardo una consulenza gratuita
indicando i Centri competenti a cui riferirsi
a seconda della Regione.
• di insegnanti formati con la consulenza di
professionisti sanitari. Esso andrebbe condotto
all'inizio dell'ultimo anno della scuola
dell'infanzia con l'obiettivo di realizzare attività
didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le
abilità deficitarie. Nel caso in cui alla fine
dell'anno permangano significativi segnali di
rischio è opportuna la segnalazione ai servizi
sanitari per l'età evolutiva.
• La diagnosi viene effettuata da un equipe
multidisciplinare composta da Neuropsichiatria
Infantile, Psicologo e Logopedista.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
La memoria di lavoro è «un sistema
•
per il mantenimento e per la
manipolazione dell’informazione
durante l’esecuzione di differenti
compiti cognitivi, come la
comprensione, l’apprendimento e il
ragionamento». (Baddeley A. D., Working Memory,
• Studi recenti hanno
evidenziato il ruolo
importante della
MEMORIA DI LAVORO
Oxford University Press, Oxford, 1986, p 46 -Trad. it. La Memoria di
lavoro, Cortina, Milano, 1990)
nelle differenti fasi degli
apprendimenti.
•
Compito della memoria di
lavoro è recuperare una
formula/regola, mantenerla per
un breve periodo in una delle
memorie a breve termine (verbale
o visuo-spaziale) e applicarla.
• Molti studenti che hanno un
DSA hanno anche un deficit
a livello della
• memoria di lavoro.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
•
( A.V., Alunni speciali. Non solo dislessia, DeAgostini
Scuola, Novara, 2012, pag. 29)
LA MEMORIA : COME FARE?
•
•
•
•
•
•
MAPPE CONCETTUALI
SCHEMI
SINTESI
PAROLE CHIAVE
USO DI GLOSSARI PERSONALI
STRATEGIE MNEMONICHE
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Come apprendono i ragazzi con DSA
• ATTRAVERSO:
• DISCUSSIONE COLLETTIVA E
COSTRUZIONE DI MAPPE , etc.
• REDAZIONE DI TESTI IN GRUPPO
VALORIZZANDO LE DIVERSE
COMPETENZE
• LEZIONI CON L’AUSILIO DI POWERPOINT E MAPPE CONCETTUALI
• REGISTRAZIONI
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Dal documento
“LA PRIVACY TRA I BANCHI DI SCUOLA”
http://www.garanteprivacy.it
• REGISTRAZIONE DELLA LEZIONE (pag. 17)
• È possibile registrare la lezione esclusivamente per
scopi personali, ad esempio per motivi di studio
individuale. Per ogni altro utilizzo o eventuale diffusione, anche su
Internet,
• è necessario prima informare adeguatamente le
persone coinvolte nella registrazione (professori, studenti…)
e ottenere il loro esplicito consenso.
• Nell’ambito dell’autonomia scolastica, gli istituti
possono decidere di regolamentare diversamente o
anche di inibire gli apparecchi in grado di registrare.
•
(Vedi anche il paragrafo: “Videofonini, filmati, mms”)
Bonazzoli 9 aprile
•Paola
2014
IC
Il 12 luglio 2011…
… sono state emanate
Le Linee Guida
e le disposizioni attuative …
ben precise!
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
-
NON NASCONDERE il PROBLEMA,
ma SPIEGARE alla classe LE DIVERSE NECESSITÀ dell'alunno
dislessico e il perché del diverso trattamento (naturalmente con il consenso
della famiglia e del ragazzo, se maggiorenne)
MA COME?
• Partendo dalla semplice spiegazione di CHE COSA SONO I DSA,…
• Sottolineando che si tratta di un DIVERSO FUNZIONAMENTO
DEL CERVELLO in soggetti dal quoziente intellettivo pari e,
spesso, superiore alla norma, …
• Constatando che SIAMO TUTTI DIVERSI … Portando vari esempi:
occhiali, stampella, bastone, apparecchio denti, carrozzella.
• Spiegando che ognuno di noi ha esigenze diverse, quindi:
Paola Bonazzoli 9 aprile
DIVERSI
STILI DI APPRENDIMENTO = DIVERSI STILI DI INSEGNAMENTO
2014
IC
La Legge 170/2010
… parlando di valutazione degli
apprendimenti, assicura che …
“agli studenti con DSA sono garantite,
durante il percorso di
istruzione e di formazione scolastica e
universitaria,
adeguate forme di verifica e di
valutazione,
anche per quanto concerne gli esami di
Stato
…”.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Percorso Didattico Personalizzato
Avvalendosi della diagnosi specialistica,
la scuola redige
il PERCORSO PERSONALIZZATO,
dove vengono indicate
le strategie da mettere in atto
per rispondere alle esigenze specifiche
dell’allievo.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
QUANDO?
• All’inizio di ogni anno scolastico entro i
primi due mesi… per gli studenti già
segnalati
• Appena la famiglia consegna la diagnosi
… per i nuovi
Il PDP prodotto va dato in copia alla famiglia con
lettera protocollata a mano o raccomandata,
inserito nel fascicolo personale riservato e una
copia nel registro di classe
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Il Consiglio di classe, acquisita la diagnosi
specialistica di DSA, dopo avere analizzato
l’ entità del disturbo, le difficoltà, i punti di forza
dell’allievo con DSA,
definisce quali strategie didattiche mettere in
atto e quali strumenti utilizzare
… confrontandosi con
la famiglia , lo studente e, dove è possibile,
con i tecnici.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Si sa, non basta una legge per
modificare la scuola.
Infatti ….
“Il nemico per i dislessici non è la scuola in sé (in cui
spesso non c’è preparazione sufficiente), né i servizi
sanitari (che talora non danno adeguate risposte
diagnostiche e riabilitative), né la società in generale:
il nemico è l’ignoranza sul problema e la mancanza
di collaborazione e di alleanza per
uno scopo preciso”
( Prof. Enrico Ghidoni, Responsabile Clinico C. Esp. Inter. Disturbi Cognitivi
Reggio Emilia – Albinea)
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
AMBIENTE SCUOLA:
ELEMENTI FACILITANTI
• I-II CLASSE DI SCUOLA PRIMARIA:
• Pareti parlanti: per la scrittura, per i numeri…
• III-IV-V CLASSE DI SCUOLA PRIMARIASCUOLA SECONDARIA:
• Pareti attrezzate: riferimenti visivi per le
discipline, riferimenti extralinguistici (grafici,
schemi, mappe, foto…)
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
INDICATORI DI RISCHIO:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Difficoltà copiare dalla lavagna
Perdita di riga o salto di parola in lettura
Difficoltà di usare lo spazio del foglio
Omissione delle lettere maiuscole
Lettere e numeri scambiati
Sostituzione di suoni simili
Difficoltà nei digrammi
Punteggiatura ignorata
Difficoltà ad imparare le tabelline
Difficoltà nel memorizzare le procedure delle
operazioni aritmetiche
• Difficoltà a ricordare i termini specifici delle
Paola discipline,
Bonazzoli 9 aprile
le epoche storiche, le date degli
2014
IC
APPRENDIMENTO DELLA SCRITTURA
PRIME CLASSI SCUOLA PRIMARIA:
• Proporre giochi linguistici
• Inizialmente presentare i caratteri scritti in stampato
maiuscolo; passare allo stampato minuscolo dopo
che i vari suoni sono stati presentati e
padroneggiati; introdurre il corsivo con gradualità
• Evitare di presentare contemporaneamente più
caratteri
• Fermare il lavoro più tempo sui suoni difficili
• Lavorare sull’ortografia in modo vario e vivace
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
• Organizzare un lavoro sulla struttura del
testo
• Selezionare gli aspetti grammaticali più
significativi
• Sollecitare l’uso dei mezzi compensativi
(computer con correttore automatico);
evitare di valutare l’ortografia
• Predisporre lavori mirati
• Proporre attività di completamento di lacune
testuali (CLOZE)
• Proporre attività di riscrittura del testo, di
tipo sintattico o semantico (orientata sulla
forma), di tipo pragmatico o cognitivo
(orientata sul contenuto)
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
APPRENDIMENTO DELLA
LETTURA
• In fase di apprendimento lasciar leggere per
anticipazione
• Non forzare a leggere a voce alta
• Organizzare la lettura ad alta voce con
“appuntamenti”
• Utilizzare la lettura dell’adulto per testi specifici
• Proporre attività di lavoro per l’attivazione di
strategie di comprensione testuale: anticipazione,
inferenza, individuazione della struttura del testo,
ricerca delle informazioni principali
• Predisporre tracce, domande-guida
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Chi legge normalmente
Chi è dislessico…
METODO DI STUDIO: ABILITA’
IMPLICATE
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Organizzare il lavoro personale
Saper ascoltare
Prestare attenzione
Saper memorizzare
Usare i sussidi
Comprendere un testo
Studiare un testo
Saper preparare una prova orale o scritta
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
MAPPE CONCETTUALI: COME
COSTRUIRLE
• Osservare immagini, chiedersi che cosa si conosce
dell’argomento
• Leggere il testo
• Selezionare i concetti più importanti
• Elencare gli aspetti principali in ordine di importanza
• Trasformare i concetti principali in parole-chiave
• Ordinare le parole-chiave in mappa con le frecce
• Leggere la mappa
• Spiegare la mappa
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
MAPPE CONCETTUALI: COME
ORDINARE LE PAROLE CHIAVE
• Scrivere le parole chiave in cartoncini mobili
• Scrivere in stampato maiuscolo il concetto
chiave, in alto o al centro
• Scrivere i concetti specifici in stampato
maiuscolo o minuscolo
• Usare le frecce per stabilire relazioni
• Usare poche parole e/o sostituirle con
immagini
• Usare ampi spazi della pagina
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
STUDIO: CONSIGLI UTILI
• Predisporre periodicamente percorsi sulle abilità di
studio, sulla preparazione di mappe concettuali, di
schemi, sulle sottolineature
•
•
•
•
•
•
Insegnare in classe a preparare un’interrogazione con le tecniche della
simulazione
Programmare le interrogazioni perché ciò responsabilizza e dà
fiducia in se stessi
Avvisare 10 minuti prima di interrogare, per dare il tempo di prepararsi
psicologicamente
Far spiegare ai ragazzi tra loro, in varie situazioni, i diversi metodi che
ognuno usa per prepararsi, per stare attento, per studiare
Usare materiale audiovisivo e tutti i sussidi possibili perché ognuno
ha un diverso stile di apprendimento
Richiedere tempi di attenzione contenuti e far riposare cinque minuti
tra un’ attività ed un’altra
•
Proporre spesso il lavoro di gruppo; l’apprendimento cooperativo,
oltre ad essere un ottimo strumento per lo sviluppo cognitivo, è
estremamente
Paola
Bonazzoli 9 aprile motivante
2014
IC
• Cercare di fare in modo che ciò che deve
essere studiato individualmente a casa sia
stato prima chiarito in classe. Per gli alunni
dislessici non si può prevedere la stessa
quantità di esercizi e materiali di studio a
casa e a scuola che si prevede per il resto
della classe
• Ricordarsi che gli alunni dislessici hanno
bisogno di più tempo e non devono essere
penalizzati per questo
• Responsabilizzare i compagni per la lettura e
la dettatura e concordare tutor coetanei,
scelti da chi ha bisogno di aiuto
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
APPRENDIMENTO MATEMATICO:
DIFFICOLTA’ SPECIFICHE
• L’apprendimento matematico avviene attraverso la costruzione
della conoscenza numerica che implica lo sviluppo di processi
lessicali (lettura e scrittura del numero), semantici
(comprensione della quantità numerica), sintattici
(comprensione del valore posizionale delle cifre) e di counting.
• Tali processi comprendono diverse abilità: comprensione di
simboli, ordinamenti e confronti numerici, riconoscimento del
valore posizionale dei numeri, numerazioni, combinazioni e fatti
numerici, incolonnamenti, procedure del calcolo scritto,
strategie di calcolo mentale.
• Le difficoltà a scuola possono comprendere errori di
applicazione, mantenimento e recupero di procedure, recupero
di fatti numerici, difficoltà visuo-spaziali.
• E’ l’analisi qualitativa dell’ errore che permette al
docente di riconoscere le componenti di elaborazione numerica
coinvolte nel disturbo e di intervenire adeguatamente.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
CHE “SCONFUSIONE….”
• Scrivi centotre:
“1003”
• Scrivi milletrecentosei:
“1000306”
• Scrivi centoventiquattro:
“100204”
• Scrivi centosette:
“1007”
COSA
FARE
?
dimostrazioni
• Fornire
• Dare istruzioni esplicite
• Sostenere con guida esterna nelle fasi iniziali
del compito
• Favorire l’autoverbalizzazione
• Rinforzare
• Dare tempo per la pratica
• Suddividere il momento pratico in fasi
concatenate
• Fornire feedback sistematico
• Porre domande durante la pratica
• Costruire tabelle e rappresentazioni di dati
• Usare indicatori per evidenziare l’ordine
spaziale
e
sequenziale
dell’algoritmo
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
VALUTAZIONE
• Predisporre verifiche scalari, chiare
graficamente, possibilmente su un
unico argomento, non a tempo
• Lasciare usare gli strumenti di
compensazione
• Valutare in modo costruttivo
• Valutare l’impegno
• Verificare le competenze acquisite e far
emergere gli apprendimenti raggiunti
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
PARCC – Fattori di rischio
Due o più anestesie generali successive al
parto prima del quarto anno di vita
• Presenza di disturbo del linguaggio (bambini
che all’età di 5 anni cadono sotto il 10°
centile in più di una prova di sviluppo del
linguaggio e che mantengono questo livello
di prestazione a 8 anni)
• Sesso maschile
• Storia genitoriale di alcolismo o disturbo da
uso di sostanze
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
75
PARCC – Fattori di rischio 2
• Familiarità: genitori affetti da DSA (evidenza
maggiore per la Dislessia Evolutiva)
• Esposizione prenatale alla cocaina
NB: molti degli studi condotti sinora offrono risultati
dubbi dal punto di vista statistico, esistono
contraddizioni e in generale non viene
mantenuta una uniformità di definizione del
disturbo e del metodo diagnostico
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
76
Ritardi non DSA – Fattori di
rischio
• Basso peso alla nascita e/o prematurità (abilità
di lettura e calcolo, ma anche quadri
neuropsicologici più complessi)
• Esposizione al fumo materno durante la
gravidanza (abilità di calcolo, ma anche quadri
neuropsicologici più complessi)
• Esposizione a fattori psicologici traumatizzanti
durante l’infanzia (abilità di lettura, ma anche
quadri clinici più complessi)
• Familiarità (abilità di calcolo)
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
77
Fino a quando riabilitare?
• Sempre in senso psicologico
• In senso neuropsicologico finchè produce
un effetto
• Utile sempre una razionalità nella
decisione
• Nota bene: una riabilitazione inutile è un
costo importante e un danno ad altri
• Quindi non è eticamente accettabile!
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
78
Chi ha un DSA, e quindi non è
dotato degli automatismi di
base, necessita di un supporto
nella fase di input/output
attraverso gli strumenti
compensativi
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
• esistono determinate finestre temporali
nelle quali l’apprendimento è possibile e
raggiunge i massimi risultati
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile 2014
IC PRALBOINO
FORMAZIONE GENITORI
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Come si comporta nello studio
• Un dislessico si stanca più facilmente ed ha perciò
bisogno di molta più concentrazione:
• può leggere un brano correttamente e non cogliere il
significato
• può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la
notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di
simboli da interpretare
• può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue
straniere (es. inglese, latino, greco, ecc..)
• può scrivere una parola due volte o non scriverla
• può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici,
non di uso comune
• può avere difficoltà nello studio (storia,
geografia, scienze, letteratura, problemi
aritmetici) quando questo è veicolato dalla
lettura e si giova invece dell'ascolto (es.
registratori, adulto che legge, libri digitali)
• non prende bene gli appunti perché non riesce
ad ascoltare e scrivere contemporaneamente
• quando si distrae da ciò che sta leggendo o
scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto.
• Un dislessico lavora lentamente a causa delle
sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal
tempo.
Come si affronta
• Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di
trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante
che venga fatta, al più presto una valutazione
diagnostica.
La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti,
mediante specifici test. La diagnosi permette di capire
finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori
più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara
perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi
psicologici, errori che determinano sofferenze,
frustrazioni.
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Cosa fare dopo la diagnosi
• Dopo la diagnosi il percorso è differenziato
a seconda dell'età del soggetto dislessico,
della specificità del disturbo (correttezza,
rapidità, comprensione del testo), e dal
grado di gravità.
• Alcuni elementi importanti dopo aver
ottenuto la diagnosi sono:
• il professionista deve comunicare la diagnosi
in maniera chiara e precisa specificando anche
gli aspetti psicologici secondari (demotivazione,
bassa autostima, ) e redigere un referto scritto
• indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti
compensativi e dispensativi
• comunicare con la scuola per creare una rete di
condivisione di obiettivi e contattare il referente
scolastico per la dislessia
• programmare dei controlli a breve scadenza
(minimo 6 mesi, massimo 1 anno)
• la famiglia deve prendere coscienza del
problema ricordando che la strada per il
recupero del dislessico è difficile in quanto il
carico dei compiti scolastici resta il problema più
gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire
questa situazione si può affidare il lavoro
scolastico a casa ad una persona
estranea alla famiglia, in questo modo si
ottengono diversi risultati: migliorare il clima
familiare , riappropriarsi del ruolo di madre e non
di insegnante, al fine di ridurre l'ansia della
prestazione nel bambino e aumentare
l'autostima e la motivazione.
• se il bambino è nel primo ciclo della scuola
primaria si consiglia una terapia logopedica o
una terapia neuropsicologica
• nelle fasi successive è consigliato un intervento
metacognitivo che chiarisca gli scopi della
lettura a seconda del materiale da studiare al
fine di incrementare la consapevolezza dei
processi che intervengono nella lettura
• l'ambiente, soprattutto quello familiare,
deve appoggiare il bambino, aiutandolo
nelle strategie di compenso e nella
costruzione di un'immagine positiva di sé
• I ragazzi dislessici possono imparare
anche se in maniera un po' diversa dagli
altri
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
IC
Cosa devono fare i genitori
• informarsi sul problema
• cercare una appropriata valutazione
diagnostica
• discutere del problema con gli insegnanti
• aiutare il bambino nelle attività scolastiche
(leggere ad alta voce)
• utilizzare strumenti alternativi alla pura
lettura (cassette, cd, video, computer)
Cosa devono fare gli insegnanti
• riconoscere e accogliere realmente la "diversità";
• parlare alla classe e non nascondere il
problema;
• spiegare alla classe le diverse necessità
dell'alunno dislessico e il perché del diverso
trattamento;
• collaborare attivamente con i colleghi per
garantire risposte coerenti al problema;
• comunicare con i genitori
Le cose da non fare
•
•
•
•
•
•
far leggere il bambino a voce alta
ridicolizzarlo
correggere tutti gli errori nei testi scritti
dare liste di parole da imparare
farlo copiare dalla lavagna
farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché
scorretto o disordinato
• paragonarlo ad altri
LETTURA FONOLOGICA
• Lapido munato bacuto miotra
notole ecchiu lapiro quodre
amizio gamapi falaso tigomo
nivaba barlom giagna dagumi
buglia strova defito fromopu irrole
scorpi pilcone tifola beniro enchea
vostia fucido avelli vicepo chiore
digato
LETTURA LESSICALE
Paola Bonazzoli 9 aprile
2014
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