Scuola Secondaria di Primo grado Paritaria “Don Bosco”
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PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE
ANNO SCOLASTICO 2016/2017
Premessa
La direttiva ministeriale emanata il 27 dicembre 2012, “Strumenti di intervento per gli alunni
con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“, ha
delineato indicazioni e strategie volte a consentire a tutti gli alunni, quali che siano le loro
difficoltà, il pieno accesso all’apprendimento.
Tale documento, diffuso a più di trent’anni dall’introduzione della legge n°517 del 1977, che
ha dato avvio ai processi di integrazione scolastica, richiama la scuola a riflettere sulle criticità
emerse e a valutare l’opportunità di ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema. Gli alunni con
disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la
discriminante tradizionale - alunni con disabilità / alunni senza disabilità - non rispecchia
pienamente la complessa realtà delle nostre classi. È ormai noto che un numero sempre più
ampio di alunni, con continuità o per determinati periodi, per una pluralità di motivi (fisici,
biologici, fisiologici, psicologici, sociali), può presentare delle difficoltà di apprendimento, di
sviluppo di abilità e competenze e/o dei disturbi del comportamento, di fronte ai quali è
necessario che la Scuola sia preparata ad offrire una risposta adeguata e personalizzata. Nel
panorama scolastico attuale, la diversità, nella molteplicità delle sue forme, è ormai la norma
e pone la necessità di attuare una didattica “speciale”, in grado di rispondere ai bisogni non
più e non solo dell’alunno disabile ma di ogni singolo discente. L’alunno disabile non è più solo
nella sua “specialità” poiché anche altri suoi compagni necessitano di interventi specializzati e
individualizzati più congeniali alle loro specifiche necessità. L’attenzione viene quindi rivolta
ai Bisogni Educativi Speciali nella loro totalità, andando oltre la certificazione di disabilità,
per abbracciare il campo dei Disturbi evolutivi specifici, dello svantaggio socio-culturale, delle
difficoltà linguistiche per gli alunni stranieri.
Secondo l’ICF (la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della disabilità e della
salute) «il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento,
permanente o transitoria, in ambito educativo e/o apprenditivo, dovuta all’interazione dei
vari fattori di salute e che necessita di educazione speciale individualizzata». Rientrano nella
più ampia definizione di BES tre grandi sotto-categorie:
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
la disabilità;

i disturbi evolutivi specifici (disturbi specifici dell’apprendimento, deficit del
linguaggio, deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività, borderline cognitivo,
ma anche altre tipologie di deficit o disturbo non altrimenti certificate);
Norme primarie di riferimento per tutte le iniziative che la scuola ha finora intrapreso sono
state la legge n. 104/1992, per la disabilità, la legge n. 170/2010 e successive integrazioni per
gli alunni con DSA, e sul tema della personalizzazione la legge n. 53/2003 di riordino dei cicli.
La nuova direttiva ha esteso in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto – e
quindi il dovere per tutti i docenti – alla personalizzazione dell’apprendimento, nella
prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni.
L’attenzione ai BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni ma di rimuovere quanto
ostacola i percorsi di apprendimento, non vuole generare un livellamento degli
apprendimenti ma una modulazione degli stessi sulle potenzialità di ciascuno, nell’ottica di
una scuola più inclusiva, capace di valorizzare i punti di forza di tutti e di ciascun alunno.
Tali problematiche, certificate da uno o più specialisti, documentate dalla famiglia o rilevate
dalla scuola, devono trovare risposte adeguate e articolate, ed essere al centro dell’attenzione
e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia: ciò è possibile attraverso una lettura
attenta e un continuo monitoraggio dei segni di disagio, in funzione di una didattica inclusiva
e personalizzata che si avvalga della collaborazione della famiglia e degli enti locali e
territoriali, al fine di favorire il successo formativo di tutti gli alunni.
Lo strumento privilegiato di una didattica inclusiva è rappresentato dal percorso
individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che
tutti i docenti del Consiglio di classe sono chiamati ad elaborare: si tratta di uno strumento di
lavoro che ha la funzione di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più
idonee. Come ha esplicitato ancora la Direttiva, il delicato e importante compito di presa in
carico dei BES riguarda tutta la comunità educante e richiede un approfondimento e un
accrescimento delle competenze specifiche di docenti e dirigenti scolastici.
Un approccio integrato, scuola - famiglia - servizi sanitari- enti locali e territoriali, consente di
rispondere adeguatamente ai bisogni speciali manifestati dagli alunni in difficoltà. In tal modo
i BES non riguardano più solo il singolo che ne è colpito, bensì tutta la comunità e le
istituzioni.
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La Circolare ministeriale del 22 novembre 2013 chiarisce che “il corrente anno scolastico
dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche
anche organizzative, con l’obiettivo comune di migliorare sempre più la qualità
dell’inclusione” e che la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 poneva “l’attenzione sulla
distinzione tra ordinarie difficoltà di apprendimento, gravi difficoltà e disturbi di
apprendimento. […] Nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito
del Consiglio di classe o del team docenti si concordi di valutare l’efficacia di strumenti
specifici questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico
Personalizzato. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali,
ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie
didattiche”.
VERSO UNA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
Una scuola inclusiva deve prevedere:

un coinvolgimento di tutti gli insegnanti e di tutti gli operatori scolastici;

una filosofia dell’integrazione come strumento per integrare tutte le diversità;

una modalità di approccio che non sia centrata solo sugli obiettivi e sui programmi ma
anche sugli aspetti relazionali e affettivi

il passaggio da un modello didattico rigido, monologico e individualistico ad una
didattica diversa, incentrata sullo scambio dialogico, sulla cooperazione;

un’istruzione individualizzata e personalizzata, realizzata attraverso l’adeguamento
dell’insegnamento alle caratteristiche individuali degli alunni (ai loro tempi, ai loro stili
cognitivi, alle loro modalità di apprendimento), evitando il rischio, tuttavia, che
l’individualizzazione diventi essa stessa una forma di emarginazione;

il potenziamento delle risorse residue o esistenti in ciascuno;

il perseguimento dell’autonomia dei soggetti da educare.
FINALITÀ
Il presente Piano costituisce un concreto impegno programmatico per l'inclusione e uno
strumento di lavoro, pertanto potrà essere soggetto a modifiche ed integrazioni periodiche.
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Questo documento è parte integrante del POF e si propone di:

delineare prassi condivise di carattere amministrativo e burocratico (tramite
l’acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del
fascicolo personale), comunicativo e relazionale (prima conoscenza dell’alunno e sua
accoglienza all’interno della nuova scuola con incontri ed attività programmati con le
famiglie e con l’équipe neuropsicologica), educativo – didattico (predisposizione del
PEI o del PDP);

facilitare l’accoglienza e realizzare un proficuo percorso formativo degli studenti
con BES;

individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze
educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva ed
accogliente;

monitorare l'efficacia degli interventi.
AZIONI DEL GRUPPO DI INCLUSIONE
Alla luce della normativa e delle indicazioni vigenti, la Scuola si dota di un Gruppo di Lavoro
per l’inclusione (GLI) che, oltre ai componenti dei GLHI, comprende tutte le risorse specifiche
e di coordinamento della scuola (funzioni strumentali, insegnanti specializzati, AEC,
rappresentanti dei docenti disciplinari) e si riunisce per:

elaborare un piano annuale per l’inclusione;

rilevare e monitorare gli alunni con BES presenti a scuola;

organizzare e coordinare gli incontri con l’équipe medica e con i servizi socio-assistenziali a
favore degli alunni con bisogni educativi speciali;

predisporre una programmazione individualizzata/personalizzata;

promuovere e pubblicizzare iniziative formazione dei docenti;

collaborare con i consulenti esterni, attraverso l’attività di mediazione scuola-famiglia, per
un’adeguata presa in carico delle situazioni di difficoltà;

compartecipare a eventuali progetti di prevenzione e riduzione del disagio con altri enti o
istituti;

promuovere l’attivazione di progetti e laboratori speciali.
4
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PARTE 1 ANALISI DELLA SITUAZIONE PRESENTE NELL’ISTITUTO
A Rilevazione dei BES presenti
1. Disabilità certificate (Legge 104/92)
Scuola secondaria di primo grado
- n° 0 in classe prima
- n° 1 in classe seconda
- n°1 in classe terza
2. DSA e ADHD
Scuola secondaria di primo grado
- n° 5 in classe prima
- n° 2 in classe seconda
3. Difficoltà di apprendimento
- n° 3 in classe terza
Scuola secondaria di primo grado
- n° 0 in classe prima
- n° 0 in classe seconda
4. Area dello svantaggio:
disagio comportamentale/relazionale
- n° 2 in classe terza
Scuola secondaria di primo grado
- n° 0 in classe prima
- n° 0 in classe seconda
- n° 0 in classe terza
Totali
15 % su popolazione scolastica
PEI redatti n° 2
N° di PDP
 n° totale 10 (redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria)
 n° totale 2 (redatti dai Consigli di classe sulla base di osservazioni relative al primo
quadrimestre e/o documentazioni)
PIANO DI INCLUSIONE PER GLI ALUNNI CON HANDICAP
Gli alunni con handicap sono tutelati dalla legge n.104 del 1992 che consente di assegnare alle
classi in cui sono inseriti risorse di insegnamento (insegnanti di sostegno) e usufruiscono di
un insegnante specializzato e di un piano didattico individualizzato. Nella norma (art. 3,
comma 1) si precisa che "E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica,
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psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento,
di relazione o di integrazione".
L’espressione “difficoltà di apprendimento” si riferisce, in modo molto generale, a tutti quegli
alunni che incontrano un qualche tipo di ostacolo o di rallentamento nei processi di
apprendimento e che di conseguenza esprimono bisogni educativi speciali. Tale ostacolo o
rallentamento porta a esiti significativamente negativi sia nello sviluppo e nella carriera
scolastica, sia nell’integrazione sociale e nella partecipazione alla vita comunitaria, tali da
rendere necessari interventi individualizzati e di sostegno. In questa ampia categoria
rientrano in primis gli alunni con ritardo mentale (dovuto a una sindrome organica specifica e
ben definita come sindrome di down, lesioni cerebrali, ecc.), come anche alunni che
presentano deficit di ordine fisico e sensoriale (come i minorati della vista e dell’udito),
ovvero tutti coloro che sono tutelati dalla legge citata sopra e che beneficiano di un insegnante
di sostegno.
L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona
disabile nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. Come
precisa la legge 104 “l'esercizio del diritto all'educazione non può essere impedito da difficoltà
di apprendimento né di altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap”. Pertanto
la scuola ha il compito di acquisire la documentazione risultante dalla diagnosi funzionale e di
elaborare
un
piano
educativo
individualizzato,
alla
cui
definizione
provvedono
congiuntamente, con la collaborazione dei genitori della persona disabile, gli operatori delle
unità sanitarie locali, l’insegnante specializzato e gli insegnanti curricolari.
GRUPPI DI LAVORO
1. GLHI (Gruppo di Lavoro per l’Handicap di Istituto)
2. GLHO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Handicap)
3. GLI (Gruppo di Lavoro per l’inclusione)
COMPOSIZIONE
GLHI




Dirigente Scolastico,
Referente
dell’Area
strumentale per la Disabilità,
insegnanti di sostegno,
rappresentante dei docenti
COMPETENZE


gestire e coordinare l’attività relativa
agli alunni diversamente abili;
“collaborare alle iniziative educative
d’integrazione predisposte dal piano
educativo” (Legge 104/92, art. 15,
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

curricolari,
uno o più rappresentanti dei
genitori degli alunni certificati,
uno o più rappresentanti degli
operatori socio-sanitari e degli
enti locali





GLHO





GLI


Dirigente Scolastico,
docente
di
classe
(il
coordinatore di classe e ,
laddove necessario, tutto il
consiglio di classe),
docente specializzato,
assistente all’autonomia e alla
comunicazione,
specialista
dell’ASL
o
dell’ente
convenzione che ha in cura
l’alunno certificato, famiglia

Dirigente Scolastico,
docenti di sostegno,
rappresentanti dei docenti
curricolari,
referente per la Disabilità,
assistenti all’autonomia e alla
comunicazione





comma 2);
assegnare le ore di sostegno, sulla
base del numero degli insegnanti
specializzati assegnati alla scuola e
della gravità della patologia degli
alunni certificati;
richiedere ore di assistenza per gli
alunni che presentano difficoltà
nell’autonomia e nella
comunicazione;
formulare proposte di inclusione
scolastica.
Individuare gli obiettivi educativi e
didattici
della
programmazione
individualizzata;
Verificare il livello di integrazione
scolastica raggiunto
Verificare
l’efficacia
della
programmazione
individualizzata
nella prassi scolastica e formulare
ipotesi volte a migliorarla
Rilevare gli alunni con handicap
presenti a scuola;
Elaborare
una
progettazione
educativa
individualizzata
rispondente ai bisogni speciali
manifestati dagli alunni certificati
Valutare e monitorare il livello di
integrazione scolastica ;
DOCUMENTAZIONE
1. Diagnosi Funzionale (DF)
2. Profilo Dinamico Funzionale (PDF)
3. Programmazione Individualizzata (PEI)
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COSA?
CHI?
QUANDO?
È redatta dagli operatori All’atto
della
ASL o specialisti privati segnalazione.
raccoglie i dati anamnestici,
convenzionati.
clinico-medici, familiari e sociali
e
descrive
i
livelli
di
competenza raggiunti nelle aree
fondamentali dello sviluppo.
Diagnosi funzionale:
Profilo Dinamico Funzionale:
è uno strumento di raccordo tra
la
conoscenza
dell’alunno,
prodotta
dalla
diagnosi
funzionale, e la definizione di
attività, tecniche, mezzi e
strumenti
specificati
nella
programmazione; indica le
caratteristiche fisiche, psichiche
e
sociali
dell’alunno,
le
possibilità di recupero e le
capacità residue.
È redatto dagli operatori
dei servizi ASL che hanno
in carico l’alunno in
collaborazione
con
il
docente specializzato, i
docenti curricolari e la
famiglia.
prima
Viene
aggiornata
a
conclusione della scuola
dell’infanzia, della scuola
primaria, e della scuola
secondaria di 1° grado.
Programmazione educativa
individualizzata:
È redatta dal docente Entro i primi tre mesi di ogni
specializzato
e
dagli anno scolastico.
insegnanti curricolari, in
analizza la situazione di
collaborazione
con
la
partenza
dell’alunno
nelle
famiglia e gli operatori
diverse aree di sviluppo,
socio-sanitari.
individua gli obiettivi da
raggiungere,
le
modalità
dell’intervento
didattico,
strategie, mezzi e strumenti,
criteri e modalità di verifica e
valutazione.
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INTERVENTI E STRATEGIE

Predisposizione di una programmazione individualizzata (PEI) in cui specificare
obiettivi, attività, metodologie, strumenti e interventi educativi su “misura”per la
singola e specifica difficoltà manifestata dall’alunno certificato;

attuazione di una didattica individualizzata e inclusiva;

coinvolgimento degli insegnanti curricolari nelle attività didattiche pianificate nel PEI;

valorizzazione del ruolo dei compagni di classe e di scuola, nel tutoring e nei gruppi di
apprendimento cooperativo al fine di creare un ambiente il più possibile inclusivo;

sperimentazione di una pluralità di metodi, interventi, materiali, tecniche educative e
didattiche;

valorizzazione delle capacità residue e dei punti di forza dell’alunno certificato;

forme adeguate di verifica e valutazione che tengano conto del livello di partenza;

promozione di corsi di formazione e di aggiornamento che interessino tanto i docenti
specializzati che i docenti curricolari;

collaborazione con gli enti locali e con gli operatori socio-sanitari;

coinvolgimento delle famiglie nel progetto di vita elaborato per i loro figli.

proposte di attivazione di laboratori speciali per la disabilità.
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PIANO DI INCLUSIONE PER GLI ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELLO SVILUPPO
Che cosa sono i disturbi specifici dello sviluppo?
Quest’ampia categoria si riferisce a:
1. disturbi specifici dell’apprendimento (DSA);
2. disturbi da deficit di attenzione con iperattività (o sindromi ipercinetiche);
3. funzionamento cognitivo limite o borderline;
4. altri disturbi (come deficit del linguaggio, deficit della coordinazione motoria, disturbi
della condotta, disturbi d’ansia, della sfera emozionale, dell’eloquio ecc.)
Tali problematicità scolastiche sono tutelate dalla legge n. 170 del 18 ottobre 2010 che
riconosce e definisce in quanto tali i disturbi specifici di apprendimento (DSA) in ambito
scolastico
Come si legge all’articolo 2, la presente legge persegue, per le persone con Dsa, le seguenti
finalità:
a) garantire il diritto all’istruzione;
b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto,
garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità;
c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli
studenti;
e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche
legate ai Dsa
f) favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari
durante il percorso di istruzione e di formazione;
h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e
professionale.
SOGGETTI COINVOLTI


DIRIGENTE SCOLASTICO




trasmette alla famiglia apposita segnalazione;
riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la
acquisisce al protocollo e la condivide con il gruppo
docente;
promuove attività di aggiornamento e formazione;
promuove e valorizza progetti mirati;
gestisce le risorse umane e strumentali;
promuove l’intensificazione dei rapporti tra gli
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


REFERENTE PER LA
DISABILITÀ/DSA







DOCENTI







FAMIGLIA



insegnanti e le famiglie degli alunni con DSA;
attiva il monitoraggio di tutte le azioni messe in atto;
fornisce informazioni circa le disposizioni normative
vigenti;
fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi
e misure dispensative al fine di realizzare un intervento
didattico il più possibile adeguato e personalizzato;
offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali
didattici e di valutazione;
diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione
specifica o di aggiornamento;
fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti ai
quali poter fare riferimento per le tematiche in oggetto;
funge da mediatore tra colleghi, famiglie e operatori dei
servizi sanitari;
durante le prime fasi degli apprendimenti scolastici
curano l’acquisizione dei prerequisiti fondamentali e la
stabilizzazione delle prime abilità relative alla scrittura,
alla lettura e al calcolo, ponendo contestualmente
attenzione ai segnali di rischio
mettono in atto strategie di recupero;
segnalana alla famiglia la persistenza delle difficoltà
nonostante gli interventi di recupero, prendono visione
della certificazione diagnostica rilasciata dagli
organismi preposti;
procedono, in collaborazione dei colleghi della classe,
alla documentazione dei percorsi didattici
individualizzati e personalizzati previsti;
attuano strategie educativo-didattiche di
potenziamento e di aiuto compensativo;
adottano misure dispensative;
attuano modalità di verifica e valutazione adeguate e
coerenti;
realizzano incontri di continuità con i colleghi del
precedente e successivo ordine o grado di scuola al fine
di condividere i percorsi educativi e didattici effettuati
dagli alunni con DSA
consegna alla scuola la diagnosi di cui all’art. della
Legge 170/2010;
condivide le linee elaborate nella documentazione dei
percorsi didattici individualizzati e personalizzati;
sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno nel
lavoro scolastico e domestico;
verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti
assegnati;
verifica che vengano portati a scuola i materiali
richiesti;
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

incoraggia l’acquisizione di un sempre maggiore grado
di autonomia nella gestione dei tempi di studio,
dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti;
considera non soltanto il significato valutativo, ma
anche formativo delle singole discipline.
CHI FA CHE COSA (linee guida allegate al D.M. 5669/2011)
SCUOLA
Interventi di
identificazione
precoce di casi
sospetti

Attività di
recupero mirato

Persistenti
difficoltà

Comunicazione
della scuola alla
famiglia

Provvedimenti
compensativi e
dispensativi –
Didattica e
valutazione
personalizzata

FAMIGLIA
SERVIZI
Richiesta di
valutazione
Iter
diagnostico
Comunicazione
della famiglia alla
scuola



Diagnosi:
documento di
certificazione
diagnostica
GRUPPI DI LAVORO


GLI


CONSIGLIO DI CLASSE

Rilevare gli alunni DSA presenti a scuola;
elaborare una progettazione educativa personalizzata
rispondente ai bisogni speciali manifestati dagli alunni
certificati;
valutare e monitorare il livello di inclusione scolastica;
fornire supporto didattico-metodologico ai docenti
curricolari degli alunni certificati.
Individuare obiettivi educativi e didattici, strategie e misure
compensative e dispensative da inserire nel piano didattico
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

personalizzato;
verificare l’efficacia della programmazione personalizzata
nella prassi scolastica e formulare ipotesi volte a migliorarla;
verificare il livello di inclusione scolastica raggiunto.
DOCUMENTAZIONE
COSA?
Diagnosi
Piano didattico
Personalizzato ( PDP):
CHI?
QUANDO?
All’atto
della
prima
segnalazione e ad ogni
Neuropsichiatri,
psicologi,
scadenza prevista.
strutture pubbliche e private.
Operatori socio-sanitari
Docenti curricolari.
Entro i primi tre mesi di ogni
anno scolastico.
è un contratto fra docenti,
Istituzione
Scolastiche,
Istituzioni Socio-Sanitarie e
famiglia per individuare e
organizzare un percorso
personalizzato, nel quale
devono essere definiti i
supporti compensativi e
dispensativi che possono
portare alla realizzazione del
successo scolastico degli
alunni DSA.
STRUMENTI DI LAVORO
Piano didattico personalizzato:

è lo strumento di lavoro per eccellenza di cui 
dispongono i docenti


descrive il funzionamento delle abilità
strumentali (lettura, calcolo, scrittura..);
illustra
le
caratteristiche
comportamentali,
le
modalità
del
processo di apprendimento;
individua
strategie,
strumenti,
metodologie;
specifica eventuali modifiche degli
obiettivi specifici di apprendimento
previsti dalla programmazione di classe;
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

Strumenti compensativi:

sollevano lo studente con DSA da una
prestazione resa difficoltosa dal disturbo, 
senza peraltro facilitargli il compito dal
punto di vista cognitivo



Misure dispensative:
sono invece interventi che consentono
all’alunno o allo studente di non svolgere
alcune prestazioni che, a causa del disturbo,
risultano particolarmente difficoltose e che
non migliorano l’apprendimento.













precisa le misure compensative e
dispensative di cui necessita l’alunno
certificato;
forme di valutazione e di verifica
personalizzate
la sintesi vocale, che trasforma un
compito di lettura in un compito di
ascolto;
il registratore, che consente all’alunno o
allo studente di non scrivere gli appunti
della lezione;
i programmi di video scrittura con
correttore ortografico, che permettono la
produzione di
testi sufficientemente corretti senza
l’affaticamento della rilettura e della
contestuale correzione degli errori;
la calcolatrice, che facilita le operazioni di
calcolo;
altri strumenti tecnologicamente meno
evoluti quali tabelle, formulari, mappe
concettuali, etc.
Gli alunni con DSA sono dispensati da:
Lettura ad alta voce
Scrittura veloce sotto dettatura
Scrittura alla lavagna
Copiatura dalla lavagna
Copiatura di testi o esercizi nelle
verifiche, nelle esercitazioni e nei compiti
a casa
Uso del vocabolario
Scrittura e lettura di numeri romani
Studio mnemonico ( poesie, regole
grammaticali, definizioni, tabelline)
Studio delle lingue straniere in forma
scritta
Prendere appunti
Hanno diritto a :
Tempi più lunghi per le prove scritte e per
lo studio a casa
Interrogazioni programmate
Valutazione delle prove scritte e orali con
modalità che tengano conto del contenuto
e non della forma.
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INTERVENTI E STRATEGIE

Segnalazione precoce dei soggetti con indice di rischio di sviluppare un Disturbo
specifico dello sviluppo;

Elaborazione di un piano didattico personalizzato calibrato sulla specificità dei disturbi
dell’alunno certificato

Attuazione di una didattica personalizzata ed inclusiva

Adozione di appositi provvedimenti dispensativi ( come ad esempio dispensare
l’alunno dislessico dalla lettura ad alta voce o l’alunno discalculico
dallo studio
mnemonico delle tabelline) e misure compensative ( come l’uso di formulari e della
calcolatrice in caso di discalculia, l’uso programmi di videoscrittura o di sintesi vocale
in caso di dislessia) come indicato dalla legge 170 (da applicare in tutte le fasi del
percorso scolastico, anche in sede di esame conclusivo dei cicli)

valorizzazione dei punti di forza ( buone capacità intellettive, intuizione, pensiero
visivo..) e minimizzazione dei punti di debolezza ( errori ortografici, lentezza nella
lettura, facile affaticabilità..);

forme adeguate di verifica e valutazione;

coinvolgimento delle famiglie;

collaborazione con gli operatori socio-sanitari, gli psicologi o psichiatri che hanno
diagnosticato i disturbi;

formazione dei docenti;

proposte di attivazione di laboratori e/o progetti speciali;
A tutte queste tipologie, la Direttiva del 27 dicembre 2012 estende i benefìci della citata
Legge 170/10 attraverso la predisposizione di in piano didattico individualizzato.
Piano Annuale per l’Inclusione – scheda tecnica
A. Risorse professionali specifiche
Prevalentemente utilizzate
in…
Insegnanti di sostegno
Attività individualizzate e di
piccoli gruppi
Sì / No
Sì
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Attività laboratoriali
integrate (classi aperte,
laboratori, ecc.)
Sì
Assistenti alla comunicazione
Attività individualizzate e di
piccolo gruppo
No
Funzioni strumentali / coordinamento
in itinere nell’anno scolastico
Sì
Referenti di Istituto (disabilità, DSA,
BES)
Sì
Attività individualizzate con
colloqui regolari
Docenti tutor
B. Coinvolgimento docenti curricolari
Coordinatori di classe e simili
Attraverso…
Sì
Sì / No
Partecipazione a GLI
Sì
Rapporti con famiglie
Sì
Tutoraggio alunni
Sì
Progetti didatticoeducativi a prevalente
tematica inclusiva
Sì
Altro:
Altri docenti
Partecipazione a GLI
Sì
Rapporti con famiglie
Sì
Tutoraggio alunni
Sì
Progetti didatticoeducativi a prevalente
tematica inclusiva
Sì
Altro:
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C. Coinvolgimento famiglie
Altro: informazione e
condivisione dei
documenti redatti/metodo
di lavoro
Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati* nella scuola
secondaria di primo grado:
0
1
Sì
2
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento
inclusivo
3
x
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e
aggiornamento degli insegnanti
x
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;
x
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno
della scuola
x
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno
della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti;
x
Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel
partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle
attività educative;
x
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di
percorsi formativi inclusivi;
x
Valorizzazione delle risorse esistenti
x
Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per
la realizzazione dei progetti di inclusione
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono
l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini
di scuola e il successivo inserimento lavorativo.
4
x
x
Altro:
Altro:
* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimo
Adattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi
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scolastici
Sintesi dei punti di criticità rilevati nel nostro Istituto


Mancanza di spazi;
Riproporre corsi di aggiornamento per gli insegnanti;
Sintesi dei punti di forza rilevati nel nostro Istituto



Buona collaborazione tra insegnanti;
Buono il servizio di tutoraggio;
Buona la comunicazione con le famiglie.
Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il triennio
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli
insegnanti

Corso di formazione su disabilità psichiche, fisiche e sensoriali

Corso di formazione sul Cooperative Learning

Corso di formazione sul curricolo e didattica per competenze

Corso di aggiornamento DSA

Corso di formazione sull’Autismo proposto dal USP di Verona

Corso di aggiornamento sulla valutazione degli alunni con BES
Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo



DS. Coordina tutte le attività, stabilisce priorità e strategie, presiede il GLI e promuove
un sostegno ampio e diffuso per rispondere ai bisogni e alle diversità di tutti gli
alunni;
Referente disagio e alunni H : collabora alla pianificazione di interventi mirati con i
coordinatori di classe,riferisce sulle normative al collegio docenti e mette a
disposizione di tutti gli operatori scolastici materiali utili sui BES in accordo il CTS
attraverso i siti web della scuola;
Coordinatori di classe: raccolgono le osservazioni dei docenti curriculari che
individuano i BES che segnalano poi al GLI e propongono interventi di recupero
confrontandosi con le figure di riferimento;
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
Docenti curriculari: rilevano situazioni di disagio all’interno delle classi, si
confrontano con il coordinatore e suggeriscono interventi specifici;
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli
insegnanti
Ogni anno vengono forniti ai docenti curricolari e ai docenti di sostegno corsi di formazione
interna e/o esterna sui temi di inclusione e integrazione e sulle disabilità presenti nella
scuola (es. corso autismo, corsi DSA).
Lo scopo è quello di promuovere modalità di formazione affidate alla partecipazione degli
insegnanti, coinvolti non come semplici destinatari, ma come professionisti che riflettono e
attivano modalità didattiche orientate all’integrazione efficaci nel normale contesto del fare
scuola quotidiano.
Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive
Il filo conduttore che guiderà l’azione della scuola sarà quello del diritto all’apprendimento di
tutti gli alunni.
L’esercizio di tale diritto comporta da parte dei docenti un particolare impegno in relazione
agli stili educativi, al ripensamento della trasmissione-elaborazione dei saperi, ai metodi di
lavoro, alle strategie di organizzazione delle attività in aula; il tutto si traduce nel passaggio,
dalla scuola dell’insegnare alla scuola dell’apprendere che tiene insieme l’importanza
dell’oggetto culturale e le ragioni del soggetto.
Per quanto riguarda la modalità di verifica e di valutazione degli apprendimenti i docenti
tengono conto dei risultati raggiunti in relazione al punto di partenza e verificano quanto gli
obiettivi siano riconducibili ai livelli essenziali degli apprendimenti.
Relativamente ai percorsi personalizzati i Consigli di Classe/team dei docenti concordano le
modalità di raccordo con le discipline in termini di contenuti e competenze, individuano
modalità di verifica dei risultati raggiunti che prevedano anche prove assimilabili, se
possibile, a quelle del percorso comune. Stabiliscono livelli essenziali di competenza che
consentano di valutare la contiguità con il percorso comune e la possibilità del passaggio alla
classe successiva.
Per non disattendere gli obiettivi dell’apprendimento e della condivisione e dell’inclusione, è
indispensabile che la programmazione delle attività sia realizzata da tutti i docenti
curricolari, i quali, insieme all’insegnante per le attività di sostegno definiscono gli obiettivi di
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apprendimento sia per gli alunni con disabilità, sia per gli alunni BES in correlazione con
quelli previsti per l’intera classe. La progettualità didattica orientata all’inclusione comporta
l’adozione di strategie e metodologie favorenti, quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro
di gruppo e/o a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, la suddivisione del tempo
in tempi, l’utilizzo di mediatori didattici, di attrezzature e ausili informatici, di software e
sussidi specifici.
Da menzionare la necessità che i docenti predispongano i documenti per lo studio o per i
compiti a casa in formato elettronico, affinché essi possano risultare facilmente accessibili
agli alunni che utilizzano ausili e computer per svolgere le proprie attività di apprendimento.
A questo riguardo risulta utile una diffusa conoscenza delle nuove tecnologie per
l'integrazione scolastica, anche in vista delle potenzialità aperte dal libro di testo in formato
elettronico.
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola
BES (104 e DSA) Coordinamento tra docenti curriculari e di classe per la rilevazione iniziale
delle
potenzialità e definizione dei percorsi personalizzati.
BES (altra tipologia)





Apprendimento cooperativo per sviluppare forme di cooperazione e di rispetto
reciproco fra gli allievi e per veicolare conoscenze, abilità e competenze
Tutoring (apprendimento fra pari: lavori a coppie)
Didattica laboratoriale per sperimentare in situazione (lavoro di gruppo a classi
aperte, peereducation, scuola-lavoro…)
Didattica per progetti
Costruzione di attività che includano competenze trasversali e di cittadinanza attiva
Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in
rapporto ai diversi servizi esistenti
1. Rapporti con ASL per confronti periodici, in occasione degli incontri PEI e per
l’attivazione di percorsi di educazione all’affettività
2. Collaborazioni con Enti pubblici (Comune, provincia, USP …)
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Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni
che riguardano l’organizzazione delle attività educative
La famiglia è corresponsabile al percorso da attuare all’interno dell’istituto; perciò viene
coinvolta attivamente nelle pratiche inerenti all’inclusività. La modalità di contatto e di
presentazione della situazione alla famiglia è determinante ai fini di una collaborazione
condivisa. Le comunicazioni sono e saranno puntuali, in modo particolare riguardo alla
lettura condivisa delle difficoltà e alla progettazione educativo/didattica del Consiglio di
Classe/Team dei docenti per favorire il successo formativo dello studente. In accordo con le
famiglie vengono individuate modalità e strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità
dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispetto degli
obiettivi formativi previsti nei piani di studio.
Le famiglie saranno coinvolte sia in fase di progettazione che di realizzazione degli interventi
inclusivi anche attraverso:




la condivisione delle scelte effettuate
un eventuale focus group per individuare bisogni e aspettative
l'organizzazione di incontri calendarizzati per monitorare i processi e individuare
azioni di miglioramento
il coinvolgimento nella redazione dei PDP
Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi
inclusivi
In base alle situazioni di disagio e sulle effettive capacità degli studenti con bisogni educativi
speciali, viene elaborato un PDP (PEI nel caso di alunni con disabilità –BES).
Nel PDP vengono individuati gli obiettivi specifici d’apprendimento, le strategie e le attività
educativo/didattiche, le iniziative formative integrate tra istituzioni scolastiche e realtà
socio/assistenziali o educative territoriali, le modalità di verifica e valutazione.
Per ogni soggetto si dovrà provvedere a costruire un percorso finalizzato a:





rispondere ai bisogni di individuali
monitorare la crescita della persona ed il successo delle azioni
monitorare l'intero percorso
favorire il successo della persona nel rispetto della propria individualità
identità
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Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei
progetti di inclusione
L’eterogeneità dei soggetti con BES e la molteplicità di risposte possibili richiede
l’articolazione di un progetto globale che valorizzi prioritariamente le risorse della comunità
scolastica e definisca la richiesta di risorse aggiuntive per realizzare interventi precisi.
Le proposte progettuali, per la metodologia che le contraddistingue, per le competenze
specifiche che richiedono necessitano di risorse aggiuntive e non completamente presenti
nella scuola.
L’istituto necessita:











L’assegnazione di docenti da utilizzare nella realizzazione dei progetti di inclusione e
personalizzazione degli apprendimenti
Il finanziamento di corsi di formazione sulla didattica inclusiva, in modo da
ottimizzare gli interventi di ricaduta su tutti gli alunni
L’assegnazione di un organico di sostegno adeguato alle reali necessità per gli alunni
con disabilità
L’assegnazione di educatori dell’assistenza specialistica per gli alunni con disabilità
dal primo periodo dell’anno scolastico
L’assegnazione di assistenti alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale
dal primo periodo dell’anno scolastico
L’incremento di risorse umane per favorire la promozione del successo formativo per
alunni stranieri e per corsi di alfabetizzazione
Risorse umane per l’organizzazione e la gestione di laboratori informatici, nonché
l’incremento di risorse tecnologiche in dotazione alla singole classi, specialmente dove
sono indispensabili strumenti compensativi
Risorse per la mediazione linguistico culturale e traduzione di documenti nelle lingue
comunitarie ed extracomunitarie
Definizione di nuove intese con i servizi socio-sanitari
Costituzione di reti di scuole in tema di inclusività
Costituzioni di rapporti con CTS per consulenze e relazioni d’intesa.
Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema
scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento
lavorativo
Notevole importanza viene data all'accoglienza: così per i futuri alunni vengono realizzati
progetti di continuità, in modo che, in accordo con le famiglie e gli insegnanti, essi possano
vivere con minore ansia il passaggio fra i diversi ordini di scuola.
Il PAI che si intende proporre trova il suo sfondo integratore nel concetto di "continuità".
Tale concetto si traduce nel sostenere l'alunno nella crescita personale e formativa.
Fondamentale risulta essere l'Orientamento inteso come processo funzionale a dotare le
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persone di competenze che le rendano capaci di fare scelte consapevoli dotandole di un senso
di autoefficacia (empowerment) con conseguente percezione della propria "capacità".
L'obiettivo prioritario che sostiene l'intera progettazione è permettere alle persone di
"sviluppare un proprio progetto di vita futura".
L’equipe PAI
Prof.ssa Valentina Ambrosi
Prof.ssa Paola Bonizzato
Prof.ssa Anna Maria Campara
Il Dirigente scolastico
Prof.ssa Anna Maria Campara
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