1 Gli indicatori della violenza nelle relazioni affettive. Analisi di un caso a cura di Teresa Staropoli Psicologa clinica e psicoterapeuta del Cedav Onlus - Centro donne antiviolenza di Messina 2 Premessa Il fenomeno della violenza maschile contro le donne è un crimine e rappresenta una violazione dei diritti umani. Serve da parte di tutti - mondo istituzionale e società civile - una posizione chiara di condanna contro questo fenomeno. Per questo l’ANCI e Di.Re (Donne in Rete contro la Violenza) hanno convenuto sulla necessità di collaborare per promuovere iniziative finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza e per la promozione di una cultura del rispetto della figura femminile. 3 La convenzione di Istambul . Capitolo III – Prevenzione Articolo 12 – Obblighi generali…… Articolo 13 – Sensibilizzazione ….. Articolo 14 - Educazione…… 4 Articolo 15 – Formazione delle figure professionali 1 -Le Parti forniscono o rafforzano un'adeguata formazione delle figure professionali che si occupano delle vittime o degli autori di tutti gli atti di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione in materia di prevenzione e individuazione di tale violenza, uguaglianza tra le donne e gli uomini, bisogni e diritti delle vittime, e su come prevenire la vittimizzazione secondaria. 2 -Le Parti incoraggiano a inserire nella formazione di cui al paragrafo 1 dei corsi di formazione in materia di cooperazione coordinata interistituzionale, al fine di consentire una gestione globale e adeguata degli orientamenti da seguire nei casi di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione 5 Gli altri articolo del capitolo III Articolo 16 – Programmi di intervento di carattere preventivo e di trattamento Articolo 17 – Partecipazione del settore privato e dei mass media 6 Premessa Con questo spirito il 16 maggio 2013 le due Associazioni hanno sottoscritto un importante Protocollo di intesa con l’obiettivo di promuovere e sviluppare azioni, progetti o iniziative volti alla prevenzione e al contrasto della violenza maschile contro le donne, con particolare riguardo ai temi delle azioni di sensibilizzazione e di informazione sulla violenza di genere ovviamente nel rispetto della normativa nazionale ed internazionale. 7 Premessa Tra gli impegni del protocollo rientra anche la realizzazione delle Linee guida per l’intervento e la costruzione di rete tra i Centri Antiviolenza e i Servizi sociali dei Comuni, uno strumento, il primo a livello nazionale, dedicato alle operatrici e agli operatori sociali dei Comuni, che si pone l’obiettivo di costruire una rete di sostegno concreto alle donne vittime di violenza e ai loro figli: dagli effetti della violenza sulla salute delle donne (conseguenze fisiche, psicologiche e comportamentali), agli aspetti per riconoscere i casi di violenza (identificazione degli indicatori di rischio, valutazione dei sintomi fisici e psichici nella donna). 8 Premessa Le Linee guida forniscono anche le modalità per intercettare la violenza di genere e le buone pratiche per l’accoglienza. riconoscimento delle situazioni di violenza domestica, un fenomeno assai diffuso, e alle conseguenze sulla madre nel suo rapporto con i figli e sull’equilibrio psicofisico del minore. si indaga anche sui percorsi di supporto per l’uscita dalla violenza, dai Centri Antiviolenza alle case rifugio e alle case di semi-autonomia, con una disamina sui servizi pubblici e privati del territorio dedicati alle donne vittime di violenza. Il femminicidio deve rappresentare una priorità dell’agenda politica e della futura attività di Governo. L’auspicio è che siano garantite misure concrete e che si prosegua sempre con maggiore impegno per l’affermazione dei diritti della donna nella nostra società. 9 Caratteristiche di una relazione affettiva sana Equilibrio, sintonia, scambio reciproco, rispetto di ruoli Simmetria Sostegno reciproco Condivisione di obiettivi e mete Presenza di conflitto che può essere anche molto acceso, assenza di violenza Rispetto dell’indole e dell’Autonomia personale 10 Violenza versus conflitto 11 Caratteristiche di una relazione affettiva patologica Presenza di alcuni Indicatori tipici della relazione violenta Incapacità di comunicare Assenza di rispetto dell’altro (“Io sono reale. Tu non esisti” “Io ti amo e lo faccio per il tuo bene” “ quello che io penso è il bene per te perchìè ti amo”) Assenza di autonomia personale e presenza di dipendenza ed attaccamento patologico non equilibrato. Incapacità di rispettare l’indole dell’altro Scarsa empatia Incapacità di prevedere le conseguenze di scelte ed azioni 12 Descrizione e caratteristiche della violenza domestica L’espressione “violenza domestica” designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima. L’espressione “violenza contro le donne basata sul genere” designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato. art. 3 Convenzione di Istanbul - 2011 13 E’ importante ricordare che la violenza maschile contro le donne • Ha una dimensione mondiale ed è riconosciuta dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani 14 • è un fenomeno multifattoriale composto da fattori politici, sociali, culturali, internazionali, individuali 15 • Si sviluppa soprattutto nell'ambito dei rapporti d’intimità perché si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi, nel desiderio di controllo e di possesso da parte del genere maschile sul femminile 16 • la violenza contro le donne è un fenomeno esteso, anche se ancora sommerso e per questo sottostimato 17 • la violenza è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenze di età, religione e razza 18 • i luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari, gli aggressori più probabili sono i loro partners, ex partners o altri uomini conosciuti: amici, familiari, colleghi, insegnanti, vicini di casa. 19 La violenza contro le donne incide gravemente sul loro benessere fisico e psicologico 20 21 PERCHÉ È CHIAMATA VIOLENZA DI GENERE: E’ di genere non solo perché è agita dagli uomini contro le donne ma perché solo alle donne succede che qualcuno ritiene di poter decidere per loro su ogni aspetto della vita, usando la forza in caso di resistenza e volendo spesso definire: 22 Troppo spesso alle donne accade che qualcuno ritienga di poter decidere per loro su ogni aspetto della vita, usando la forza in caso di resistenza e volendo spesso definire: Come devono vestirsi o truccarsi Quando uscire di casa Chi frequentare (a volte si impedisce anche di frequentare i genitori e i fratelli) Di quanti soldi disporre (anche quando lavorano e hanno un proprio stipendio) Le scelte professionali Cosa e come cucinare Quando prendere la parola…… 23 Violenza PSICOLOGICA Comprende tutti quei comportamenti che ledono la dignità e l’identità della donna. La violenza psicologica ha un grande potere distruttivo soprattutto quando si manifesta in sottili meccanismi comunicativi all’intero dei rapporti di intimità. Si manifesta in diversi modi…. 24 SVALORIZZAZIONE • • • • • • • • Dire alla donna che non vale niente Svalorizzare la sua femminilità e sessualità Offenderla “ sei stupida, sei brutta! Sottolineare gli errori che commette e definirla pessima madre o madre incapace Fare leva sulle debolezze personali per farla sentire inadeguata Criticarla continuamente Distruggere i valori e la rete amicale Gridare ed insultarla in pubblico o in casa o davanti in presenza di familiari ed estranei 25 ECCESSIVA ATTRIBUZIONE DI RESPONSABILITÀ • Attribuirle un sovraccarico di responsabilità nell’organizzazione del menage familiare • Costringere la donna a farsi carico di tutte le spese economiche familiari • Accusarla di tutte le difficoltà che possono avere i figli 26 DISTORSIONE DELLA REALTÀ OGGETTIVA • Criticare continuamente la visione del mondo della donna • Mettere in dubbio le cose che da lei vengono provate e viste • Negare i suoi sentimenti • Far sentire la donna in colpa • Far passare per normalità gli episodi di abuso e maltrattamento 27 INDURRE SENSO DI PRIVAZIONE ED ISOLAMENTO • Privare la donna dei contatti sociali • Privare o ridurre alla donna dei rapporti con la famiglia di origine • Mettere in atto un controllo esclusivo da parte del partner in tutti i rapporti sociali • Negare le risorse necessarie al soddisfacimento dei diritti umani fondamentali 28 IMPAURIRE ED IMPORRE • Minacciare la donna di fare danni ai suoi beni personali • Minacciare la donna di percosse • Rompere gli oggetti e sbattere le porte • Minacciare la donna di toglierle i figli, di lasciarla in povertà • Minacciare la donna di uccidersi se lei non fa quello che lui vuole • Minacciare la donna con armi • Minacciare la donna di morte 29 TRATTARE COME UN OGGETTO • • • • • Richiedere di cambiare il proprio aspetto fisico per compiacere il partner Manipolare lo stato psichico della donna e farle assumere comportamenti e reazioni diversi dalla sua indole Avere una maniacale possessività, controllare cosa fa e i luoghi che frequenta Impedirle di avere contatti autonomi con il mondo esterno Considerarla come una proprietà “tu sei mia!” 30 Violenza spirituale Distruzione dei valori e della fede religiosa di una donna attraverso la ridicolizzazione sistematica Costringere una donna con la violenza o il ricatto a fare cose contrarie ai suoi valori, o a non fare cose obbligatorie nella sua religione Fonte: Casa delle donne per non subire violenza, Bologna 31 L’importanza degli indicatori Molti indicatori non sono una chiara prova dell’esistenza di una violenza in ambito familiare, ma possono essere interpretati come segnali di allarme e portare ad una maggiore attenzione. La presenza di manifestazioni fra quelle elencate aumenta il rischio che ci si trovi di fronte a situazioni di violenza. 32 Alcuni indicatori Molte donne si vergognano delle violenze subite o che stanno vivendo e in genere non ne parlano, anche per paura e rischio delle conseguenze (“…lui verrà a saperlo – si aggraverà la violenza – mi farà passare per matta, moglie e madre inadeguata…!) . 33 Gli indicatori mascherati: i sintomi Sintomi psichici Valutazione psicologica e psichiatrica Sintomi psicosomatici Valutazione medica, psicologica e medico specialistica Indicatori psicosiociali Valutazione sociale 34 Sintomi psichici agitazione, ipervigilanza, apatia, mutismo intrusioni costanti senso di vergogna e di colpa comportamento autolesionista – abuso di alcool, droga, autolesionismo, perdita di ogni meccanismo di auto-protezione tentati suicidi, intenzioni suicidarie, irrequietezza, atteggiamento molto pauroso eccesso di adattabilità disturbi del sonno, stati di paura, panico disforia, umore negativo e altalenante Cambi di umore repentini che rendono difficile relazionarsi e entrare in empatia Eccesso di agitazione comportamento autolesionista – abuso di alcool, droga, cutting, perdita di ogni meccanismo di auto-protezione irrequietezza, atteggiamento molto pauroso 35 Sintomi psicosomatici disturbi diversi in parti corporee diverse disturbi al basso ventre disturbi alla respirazione disturbi dermatologici disturbi gastro-intestinali stati di esaurimento/stanchezza Indicatori psico-sociali Ricorso frequente a trattamenti sanitari presso istituzioni più diverse richiesta frequente e non giustificata del trattamento medico specialistico negazione, racconto contraddittorio dell’evento lesivo comportamento iperprotettivo della persona accompagnante comportamento di controllo atteggiamento pauroso 36 Indicatori psico-sociali: ricorso frequente a trattamenti sanitari presso istituzioni e professionisti La presenza di un intervallo temporale di tempo irragionevolmente lungo tra il momento della lesione e la richiesta del trattamento La presenza di negazione, racconto contraddittorio dell’evento lesivo Il verificarsi di comportamento iperprotettivo della persona che accompagna , comportamento di controllo La presenza atteggiamento pauroso e diffidente La manifestazione di reazioni fortemente difensive rispetto a domande mirate 37 Indicatori _Riconoscere la violenza maschile contro le donne Come si manifesta il Controllo E’ spesso confuso con la preoccupazione per la salute della partner o per la sua sicurezza. Il maltrattante può arrabbiarsi molto se lei arriva in ritardo, anche se ha avvertito. La necessità del controllo porta il partner a impedirle di prendere decisioni personali riguardanti la gestione domestica, l’abbigliamento, le spese e la libertà di uscire di casa. Quando permette alla partner di fare le sue scelte, poi la critica e la rimprovera per aver fatto la cosa sbagliata. 38 Affrettare la relazione bruciare le tappe Molte vittime di violenza conoscevano il partner da meno di un anno prima di sposarsi o di convivere. Il partner maltrattante si aspetta spesso che la partner sia moglie, madre, amante e amica perfetta. Egli è molto dipendente da lei per tutti i suoi bisogni emozionali, materiali, finanziari e si arrabbia molto se non risponde alle sue aspettative. aspettative irrealistiche la colpa non è mai sua Molto raramente un maltrattante accetta la responsabilità per gli accadimenti negativi. Se è senza lavoro o non riesce a trovare un lavoro, per esempio, è sempre colpa di qualcuno o di qualcosa d’altro. I maltrattanti Si sentono sempre vittime, anche quando non lo sono. 39 La dinamica relazionale della violenza 40 Breve accenno alla violenza assistita ed agli indicatori “L’Esposizione dei bambini alla violenza tra i genitori avviene quando i bambini vedono o ascoltano aggressioni fisiche tra i loro genitori, oppure ne osservano gli effetti” (J.Wolak, D. Finkelor, 1997) 41 DEFINIZIONE DI VIOLENZA ASSISTITA (COMMISSIONE C.I.S.M.A.I) 42 Per violenza assistita si intende qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuta su figure di riferimento o su altre figure significative adulte o minori; di tale violenza il bambino può fare esperienza direttamente (quando avviene nel suo campo percettivo), indirettamente o può percepirne gli effetti. 43 Le modalità con cui i bambini sono esposti alla violenza tra i genitori sono: - bambini osservatori passivi (ma non per questo distanziati rispetto a quello che vedono) - bambini che partecipano agli scontri tra i genitori a vari livelli - bambini bersaglio dell’aggressione insieme al genitore aggredito - bambini che assistono ad abuso sessuale 44 Indicatori DEI BAMBINI ESPOSTI ALLA VIOLENZA •COMPORTAMENTALI •SOCIALI •FISICI •COGNITIVI •EMOTIVI 45 COMPORTAMENTALI •Aggressività •Irrequietezza •Immaturità •Svogliatezza a scuola 46 SOCIALI • Delinquenza •Isolamento • Rifiuto dei pari •Incapacità di empatizzare • Scarse competenze sociali 47 FISICI •Difficoltà nello sviluppo •Insonnia •Comportamenti regressivi •Disturbi dell’alimentazione •Scarse competenze motorie •Sintomi psicosomatici 48 COGNITIVI •Scarso rendimento •Ritardo nel linguaggio • Ritardo nello sviluppo cognitivo • Deficit dell’attenzione 49 EMOTIVI • Ansia • Depressione • Senso di impotenza • Bassa autostima • Rabbia 50 La violenza è un comportamento appreso e può essere disimparato . 51 I/LE BAMBINI/E CHE ASSISTONO ALLA VIOLENZA IN FAMIGLIA IMPARANO • Che chi ti ama è anche colui che ti picchia, per cui tu puoi picchiare coloro che ami; • Che esiste una gerarchia nel sistema familiare in cui chi è più giovane e/o debole è più vulnerabile – i/le bambini/e non hanno la possibilità di vincere in tale sistema; • A rispettare la violenza e ad usarla quando possono prevalere all’interno della gerarchia; • A venire a patti con il sistema violento spesso reagendo in maniera disadattiva 52 •A “controllare” le emozioni poiché gli è stato insegnato che esprimere le proprie sensazioni ed emozioni, a esclusione della rabbia, vuol dire essere deboli • Che è facile farla franca usando la violenza contro donne e bambini •Stereotipi di genere : (ad es. che i “veri uomini” sono grandi e rudi e che le “donne ” sono piccole e deboli). 53 Assistere alla violenza e averne esperienza in casa propria stabilisce il “diritto morale” di picchiare coloro che amiamo Di conseguenza, se altri modi per far valere le propri ragioni, affrontare lo stress, o esprimere se stessi non funzionano, è permessa la violenza. 54 E’ importante sapere che... 55 Quando la donna inizia a ribellarsi e cerca di uscire dalla violenza, la violenza aumenta di intensità. Passata la fase acuta del maltrattamento, la persona violenta mostra spesso segni di pentimento; soprattutto nei primi episodi vorrebbe poter tornare indietro e promette di cambiare il proprio comportamento, rinnovando dichiarazioni di amore. Durante la “fase della falsa riappacificazione” gli uomini che esercitano violenza riescono a illustrare le loro promesse in modo assolutamente credibile persino a terzi. A volte anche i famigliari e gli amici fanno pressione sulla donna affinché perdoni il partner e gli conceda un'altra chance. 56 Alcuni motivi per cui le donne decidono di non lasciare il PARTNER violento •Situazione di pericolo •Mancanza di sostegno esterno •Autobiasimo •Tentativi di salvare il matrimonio •Tentativi di cambiamento 57 • Situazione di pericolo: quando una donna decide di lasciare il partner violento la situazione tende a diventare più pericolosa per la sua incolumità. 58 • Mancanza di sostegno esterno: familiare , amicale e da parte dei servizi istituzionali. 59 • Autobiasimo: la donna tende a ritenere sé colpevole della violenza. 60 • Tentativi di salvare il matrimonio: la donna per salvare la famiglia continua a tentare di mantenere la relazione con il coniuge violento sperando di poterlo cambiare 61 • Tentativi di cambiamento: la donna può sospendere e poi riprendere la relazione con il partner violento molte volte per verificare la possibilità di un cambiamento effettivo del partner, per valutare oggettivamente le risorse esterne ed interne disponibili, per osservare la reazione delle/i figlie/i alla mancanza del padre. 62 Fattori psicosociali che impediscono alla vittima di riconoscere e fuoriuscire dalla violenza o o o o Paura del giudizio altrui Timore dell’abbandono sociale Timore di non essere creduta Adesione agli stereotipi di ruolo (al modello della moglie condiscendente, passiva e obbediente e del marito come risorsa e padrone o Adesione agli stereotipi di genere (pazienza, disponibilità, abnegazione come qualità ideali per la donna o Credenze familiari (rappresentazione sociale della famiglia e del matrimonio come inscindibili e unità coniugale indissolubile) 63 I fattori emotivi • • • • • • • Dipendenza emotiva Timore di ritorsioni da parte del partner Senso di colpa verso i figli o verso il partner stesso Apatia dovuta al trauma emozionale Senso di impotenza Speranza di cambiare il comportamento del partner Timore di eventuali situazioni sconosciute e meno controllabili 64 I fattori di ordine pratico Dipendenza economica Minacce da parte del partner(di non pagare gli alimenti, di sottrarre i figli, ecc) Presenza dei figli e difficoltà nell’accudimento e di gestione (per orari di lavoro, impegni ecc) Difficoltà burocratiche (tutela legale inadeguata, scarsa assistenza da parte delle istituzioni) Mancanza di un alloggio alternativo Scarso sostegno sociale e strumentale 65 IL PERCORSO DI RICERCA DI AIUTO… CHIEDERE AIUTO ACCOGLIERE LA RICHIESTA DI AIUTO Inizialmente la donna, mantenendo la relazione con il partner, cerca in tutti i modi di fermare la violenza, senza ricorrere all'aiuto esterno, facendo leva sulle sue risorse personali. Solo quando riconosce di non potercela fare da sola si decide a chiedere aiuto. Ogni momento di comunicazione all'esterno del proprio vissuto è un momento delicato, e spesso decisivo, rispetto alla possibilità di costruire un percorso di uscita dalla violenza. Teme di non essere creduta, prova vergogna, può rifiutarsi di parlarne pensando che non la si prenderà sul serio, che sia "inutile", o perché pensa che lei sia meritevole della violenza subita. 66 L’obiettivo di qualsiasi intervento a sostegno alle vittime di violenza dev’essere il superamento del senso d’impotenza che si prova nei confronti dell’aggressore e la promozione dell’ empowerment in modo da poter ricominciare a condurre una vita autodeterminata. 67 L'intervento offerto , che è di tipo relazionale, psico sociale e, all'occorrenza, legale, consiste, solitamente, in un percorso costituito da colloqui di conoscenza, di aiuto, di sostegno e di supporto, a cadenza periodica, la cui durata non può essere stabilita a priori in quanto finalizzato a degli obiettivi che la donna deve raggiungere. 68 È importante ricordare sempre che • la violenza subita non è colpa sua; • non c'è mai nessuna giustificazione alla violenza ed è necessario condannarla sempre ed in modo esplicito; • credere alla donna quando esprime il suo bisogno di sicurezza; •sottolineare l'importanza della certificazione medica in tutti i casi di aggressione ed informarla sui termini della denuncia; •fornire tutte le informazioni relative ai servizi presso i quali potrà rivolgersi per ricevere aiuto. 69 La strumentalizzazione della violenza e del centro antiviolenza “Vengo al Cedav perché mi hanno suggerito che se la mia separazione venisse seguita dall ’avvocata del centro antiviolenza mio marito la pagherà cara !” 70 Durante un primo colloquio con operatrice all’ascolto: “Quando me la rilascerete la relazione che attesta che sono seguita dal voi come centro antiviolenza, mi serve per dimostrare che è colpa sua, la devo allegare alle note legali che sta preparando il mio avvocato!” 71 Come intervenire: Creare uno spazio alla certezza che si viene picchiate perché si è una vittima e non una colpevole (convinzione molto comune) Cercare un forte sostegno psicologico Rivolgersi ai centri antiviolenza e alla rete delle istituzioni preposte Ascoltare e denunciare i casi Creare la consapevolezza che non si è sole ed isolate 72 L’ ASCOLTO Saper ascoltare è il primo passo per poter aiutare queste donne in difficoltà Si tratta di problemi così delicati e di donne così provate e intimidite, che il primo passo per poterle aiutare è proprio la capacità di ascoltarle e farle sentire al sicuro. Non dimentichiamoci che in molti casi ci sono reticenze di tipo culturale che ostacolano la denuncia e che per così dire imprigionano le donne nelle loro gravose situazioni. 73 Il primo contatto La storia della violenza L’operatore si trova di fronte ad un racconto e deve accompagnare la vittima a ripercorrere la sua storia personale per gettare luce su angoli bui senza paura di disseppellire mostri, ma per riconoscere, capire, e dare senso a parti di sé trascurate e abbandonate 74 Il problema della violenza e soprattutto della violenza intrafamiliare è uno di quei temi che nessuno di noi vorrebbe mai affrontare: È brutto, è scomodo, è difficile… 75 È doloroso e crea impotenza ed attiva le parti narcisistiche dell’operatore “Io ti salverò” perché incontrare le vittime significa offrire loro riparo, un alternativa al confronto quotidiano con i “Mostri” che lasciano a casa…. 76 Il coraggio dell’operatore L’operatore prima deve avere il coraggio e la forza di guardare in faccia i mostri interni ed esterni e la violenza delle loro azioni e poi avvicinarli anche se sono molto pericolosi 77 Le Rappresentazioni e gli stereotipi della violenza domestica Ecco alcune rappresentazioni e credenze che possono avere una forte influenza nelle percezioni degli episodi di violenza 78 Si crede che la violenza verso le donne riguardi solo le fasce sociali svantaggiate, emarginate, deprivate. Invece è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenze di età, religione e razza. Si crede che la violenza verso le donne sia causata da una momentanea perdita di controllo. Invece la maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati: basta solo pensare al fatto che le donne sono picchiate in parti del corpo in cui le ferite sono meno visibili. Si crede che i partner violenti siano persone con problemi psichiatrici o tossicodipendenti. Invece credere che il maltrattamento sia connesso a manifestazioni di patologia mentale ci aiuta a mantenerlo lontano dalla nostra vita, a pensare che sia un problema degli altri. Inoltre la diffusione della violenza degli uomini contro le donne esclude che il fenomeno sia da imputarsi a situazioni eccezionali o di devianza. Si crede che solo alcuni tipi di uomini maltrattino la propria compagna. Invece, come molti studi documentano, non è stato possibile individuare il tipo del maltrattatore: non sono determinanti né razza, né età o condizioni socioeconomiche o culturali. I maltrattatori non rientrano in nessun tipo specifico 79 di personalità o di categoria diagnostica. Si crede che gli uomini violenti siano stati a loro volta vittime di violenza nell'infanzia. Invece il fatto di aver subito violenza da bambini non comporta automaticamente diventare violenti in età adulta. Ci sono infatti sia maltrattatori che non hanno mai subito o assistito alla violenza durante l'infanzia, sia vittime di violenza che non ripetono tale modello di comportamento. Si crede che alle donne che subiscono violenza "piaccia" essere picchiate, altrimenti se ne andrebbero di casa. Invece paura, dipendenza economica, isolamento, mancanza di alloggio, riprovazione sociale spesso da parte della stessa famiglia di origine, sono alcuni dei numerosi fattori che rendono difficile per le donne interrompere la situazione in cui si trovano. Si crede che le donne siano più a rischio di violenza da parte di uomini a loro estranei. Invece i luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari. Gli aggressori più probabili sono i loro partner, ex partner o altri uomini conosciuti: amici, familiari, colleghi, insegnanti, vicini di casa. 80 Si crede che la donna venga picchiata perché se lo merita. Invece nessun comportamento messo in atto dalle donne giustifica la violenza da loro subita ed inoltre gli episodi di violenza iniziano abitualmente per futili motivi. Si crede che i figli abbiano bisogno del padre anche se violento. Invece gli studi a questo riguardo dimostrano che i bambini crescono più sereni con un solo genitore piuttosto che in una famiglia in cui il padre picchia la madre. Si crede che anche le donne sono violente nei confronti dei loro partner. Invece una significativa percentuale di aggressioni e di omicidi compiuti dalle donne nei confronti del partner, si verifica a scopo di autodifesa e in risposta a gravi situazioni di minaccia per la propria sopravvivenza. Inoltre, quando esiste si configura in modo diverso e raramente assume le caratteristiche di sistematicità e lesività che caratterizzano il maltrattamento maschile. Si crede che la violenza non incida sulla salute delle donne. Invece la violenza di genere è stata definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come un problema di salute pubblica che incide gravemente sul benessere fisico e psicologico delle donne e di tutti coloro che ne sono vittima. 81 Un caso risolto 82 LA STORIA DI PATRIZIA Nel 2005 aveva effettuato una serie di colloqui. Poi interrompeva i contatti con il Cedav perché non aveva trovato il coraggio di andare avanti Patrizia aveva anche effettuato presso i carabinieri una denuncia contro il marito. Lei stessa successivamente aveva deciso di ritirare la denuncia spinta dalla pressione del marito e dei familiari. Alla fine del 2006 Patrizia chiedeva per la seconda volta aiuto al Cedav 83 LA STORIA DI PATRIZIA: “ Ma come faccio a denunciare il padre dei miei figli? Se poi andrà in carcere? Se poi dovesse perdere il lavoro? Mi sentirei in colpa, troppa responsabilità sulle mie spalle!!” 84 LA STORIA DI PATRIZIA: “Vorrei essere invisibile quando mio marito viene dal lavoro e mi fa le scenate di gelosia, così nessuno potrà ridere di me e neanche mio marito potrà più tormentarmi!” 85 LA STORIA DI PATRIZIA: Mi sento come in prigione, sono impotente, non so come devo difendermi! Nessuno mi crede ” 86 LA STORIA DI PATRIZIA: “…Ieri mio marito è andato a parlare con il sacerdote che ci ha sposati: prima gli ha chiesto di aiutarlo a riconquistarmi, lui ha rifiutato e allora mio marito lo ha accusato di essere stato il mio amante!!” 87 LA STORIA DI PATRIZIA: Patrizia è una donna di 43 anni, sposata da 20 anni . È bella, alta, magra e con lo sguardo smarrito e impaurito. Giunge al Cedav (centro donne antiviolenza) dopo anni di molestie e persecuzioni subite dal marito. Patrizia ha deciso di separarsi dal marito perchè stanca di subire pedinamenti e accuse di tradimento senza alcun fondamento. 88 La presa in carico di Patrizia Lo staff legale insieme al Patrizia attiva un percorso di separazione giudiziale Patrizia denuncia il marito: Nelle memorie presentate dal suo legale ci sono circa 850 sms Numerose Testimonianze dei colleghi di lavoro Alcune testimonianze di amici La testimonianze del sacerdote che ha sposato la coppia La testimonianza della sorella e dei genitori 89 La presa in carico di Patrizia: la rete Lo staff di psicologhe, avvocate e assistenti sociali ed educatrici discute insieme del caso di Patrizia, valuta gli indicatori che presenta, valuta le potenzialità e la fase critica che attraversa Patrizia… 90 La cura di Patrizia Viene presa in carico dalla psicologa per aiutarla: 1) a difendersi dalle molestie e persecuzioni del marito 2)a prendere una decisione per separarsi legalmente e denunciare il marito molestatore 91 L’intervento sullo stalker Il marito viene denunciato per stalking e si impaurisce. Subisce prima l’ammonimento e poi l’allontanamento dalla casa della vittima, dal suo ufficio, dalla casa della famiglia di origine. Il persecutore inizia a temere che la sua posizione nei confronti della giustizia si possa aggravare In poco tempo smette di perseguitare Patrizia, ogni tanto si apposta sotto casa e le invia qualche sms pieno di minacce, ma non è più come prima. 92 Patrizia ha ripreso a sorridere! Con il supporto dell’equipe del cedav Patrizia ha seguito il percorso con la soprattutto per gestire tutto l’iter e lo stress del processo. Patrizia alternava momenti in cui si sente in colpa per avere denunciato il marito e momenti in cui è serena perché ha iniziato una nuova vita 93 Attualmente Patrizia non si sente più intrappolata e imprigionata dalle molestie del marito. Ha concluso il percorso psicologico e da qualche settimana ha ottenuto la sentenza di separazione 94 Bisogna combattere la violenza. Il bene che pare derivarne e' solo apparente. Il male che ne deriva rimane per sempre. (Gandhi) 95 Grazie a tutte e a tutti per l’ascolto e per l’attenzione! 96