BOLLETTINO Gennaio 2010 Pubblicazione riservata ai Soci fondata da Arnaldo Toni ****************************************************************************** SOMMARIO • Cariche sociali per l’anno 2009/2010 • Editoriale • Lettera del Presidente • “La via della seta e la civiltà cinese” di Adriano Madaro • Riunione interclub del 19 gennaio 2010 • “La funzione della regia nel teatro lirico” di Elena Barbalich • Incontro con gli Amici del R. C. Issy les Moulineaux • Proposta • Il Rotary in pillole • Invito alla Convention di Montreal • Promemoria del Tesoriere • “Un modo diverso di fare la politica” di Fabio Longoni • Una bellissima storia • Rassegna stampa EDITORIALE Anche se mi rendo conto del rischio di acquisire la nomea o la qualifica di noioso rompiscatole, voglio ancora una volta ritornare sul tema della assiduità. D’altra parte, l'assiduità alle riunioni settimanali è il barometro della vitalità di un club e, come ho già detto in altre occasioni, da una sedia vuota non si sprigiona alcuna amicizia! E’ già stato affermato più volte, ma poche volte realizzato, il principio per cui, su segnalazione del Segretario, si dovrebbe contattare il socio assenteista, tramite il Presidente o un suo delegato o, soprattutto, tramite il suo padrino, e avvisarlo circa il suo poco encomiabile livello di presenze e circa il pericolo di essere estromesso dal club (come stabilisce - forse troppo rigorosamente e burocraticamente - il manuale di procedura) se tale livello non ha raggiunto entro un semestre il 60% o se le assenze si sono protratte, senza compensazione, per quattro riunioni consecutive. Per fortuna, nel nostro Club un buon numero di Soci sente il piacere e il dovere di partecipare e di attivarsi per vivacizzare gli incontri settimanali; ma, purtroppo, qualcuno sembra voler partecipare solo quando non ha altro di meglio da fare e, magari, quelle poche volte che interviene alle riunioni, assume un atteggiamento di critica; ma si guarda bene dal prospettare iniziative che, a suo avviso, potrebbero essere più valide o coinvolgenti. Io definisco questo tipo di socio come “autostoppista”. Approfitta dell’impegno e dell’attività degli altri senza alcuna partecipazione personale. Questi soci sembrano pensare - ma a volte fanno ampiamente intendere - che "Tu vai alle riunioni, ti assumi dei grattacapi nel consiglio direttivo, ti sudi le tue sette camicie lavorando in una commissione, ti fai le ore piccole per riempire un verbale o un formulario, o per scrivere un articolo per il Bollettino, esegui un'inchiesta per approfondire un problema o per collaborare con il Presidente nella programmazione delle riunioni, ma guai a te se cerchi di turbare la mia quiete o, peggio ancora, se fai degli sbagli: io ho uno spirito critico molto sviluppato !" . Sei anche tu un ”autostoppista" del genere? Arturo Riunione conviviale del 14 gennaio 2010 L’intervento del Dott. Adriano Madaro sul tema: “La via della seta e la civiltà cinese” ha reso particolarmente interessante la serata. Il Dott. Madaro, ovviamente, non si è limitato a parlare della pur interessantissima mostra sul tema “I segreti della città proibita” che potrà essere visitata a Treviso, alla Casa dei Carraresi, ma si è diffuso nella esposizione delle mille sfaccettature del mondo cinese, antico e moderno, da lui ben conosciuto. Adriano Màdaro, infatti, giornalista e scrittore trevigiano, è considerato uno dei massimi esperti mondiali della Cina dove, negli ultimi trent'anni, ha compiuto oltre 140 viaggi alternandoli a lunghi soggiorni e percorrendo anche le regioni più remote, dalla Mongolia al Tibet, dalla Manciuria all'isola di Hainan. Giornalista professionista con una lunga esperienza in quotidiani, periodici ed emittenti televisive private, ha contemporaneamente seguito le vicende cinesi come studioso e spesso come inviato speciale soprattutto nell'area Cina-Corea-Giappone. Ha pubblicato una decina di libri, (Mao in prima pagina (1977), Cina, 700 anni dopo Marco Polo (1980), Gran Catai (1983), Viaggio in Cina (1986), Welcome Cina (1988), Nel Grande Ignoto Paese al di là della Muraglia (1989), Fiori di carta-Poesie dalla Cina (1990), Autunno in Corea (1990), Le giornate di Tien An-men (1990), La Rivolta dei Boxer (2001). E' anche l'autore di importanti monografie sull'Estremo Oriente per l'Istituto Geografico De Agostini di Novara. Ne1 2002 è stato nominato rappresentante ufficiale dell'Accademia Cinese di Cultura Internazionale per l'ltalia e l'Europa. Ha partecipato a convegni internazionali in Cina, ha assistito delegazioni in visita al grande Paese orientale verso il quale, con ritardo rispetto al resto dell'Occidente, si sta accentuando l'attenzione culturale ed economica degli organismi e degli imprenditori italiani. Nell'autunno 1977 Adriano Màdaro è stato invitato dal governo americano a visitare gli Stati Uniti quale esperto sulla Cina incontrandosi con i maggiori sinologi delle Università di Washington, Harvard, Stanford e New York e con gli esperti della Libreria del Congresso. Nel 1988 è stato il primo giornalista occidentale a viaggiare nella Corea del Nord fino al 38° parallelo e nel 1990 ha assistito alle prime elezioni democratiche della Mongolia, a Ulan Bator. Dal 1991 è l'unico membro non cinese del Consiglio direttivo permanente dell'Accademia Cinese di Cultura Internazionale, con sede a Pechino. Nell'ottobre dello stesso anno ricoprì la carica di direttore del simposio internazionale su Marco Polo, ospitato nella Città Proibita. Nel settembre 2003 e stato nominato congiuntamente dall'Accademia Cinese di Cultura Internazionale e dalla Fondazione Cassamarca di Treviso curatore delle grandi mostre "La Via della Seta e la Civiltà Cinese" che sono state e saranno allestite a Treviso, nella "Casa dei Carraresi" tra il 2005 e il 2011. Questo eccezionale curriculum vitae, peraltro sicuramente incompleto, può dare un’idea dell’interesse che ha suscitato nel pubblico la relazione del Dott. Madaro che ha veramente aperto una finestra sull’ancora misterioso e affascinante mondo della Cina, attualmente connotato da inimmaginabili progressi industriali e commerciali e, per converso, da differenze tra le classi sociali a volte esasperate. RIUNIONE INTERCLUB DEL GIORNO 19 GENNAIO 2010 Presso l’Istituto Veneto di Scienze. Lettere ed Arti, nel Palazzo Cavalli Franchetti, in Venezia, si è tenuto il secondo convegno su "Etica e responsabilità, nella visione e nella pratica rotariana" Bisogna dare atto al R. C. Venezia e al suo Presidente, Filippo Lo Torto, di aver proposto ed organizzato, pur con l’adesione del R. C. Venezia Mestre Torre e del R. C. Venezia Riviera del Brenta, un “service” di notevole spessore, con la partecipazione di relatori di altissimo livello. Filippo Lo Torto ha giustamente richiamato l’attenzione sul fatto che il Rotary, che riunisce professionisti ed imprenditori, dirigenti e protagonisti della vita quotidiana, uniti nel perseguimento dei fini statutari orientati al concetto di servizio e di rettitudine, non può restare inerte di fronte alla progressiva scomparsa di fondamentali valori umani e, particolarmente, dell’etica nei rapporti sociali e nella pratica degli affari. Così, al primo convegno, nel corso del quale sono stati trattati il tema del Service e gli aspetti filosofico-giuridici e morali dell 'Etica, hanno fatto seguito gli altri incontri dedicati alle Professioni e alla Gestione della Cosa Pubblica. A quest’ultimo convegno, tenutosi martedì 19 gennaio, hanno partecipato pubblici amministratori, e docenti universitari. L’interesse suscitato dai convegni già svolti determinerà sicuramente una folta e attenta partecipazione di pubblico anche a quelli che si svolgeranno prossimamente e che riguarderanno il tema dell’etica nella Imprenditoria e nella Bioetica. Le ambiziose finalità dei detti convegni trovano autorevole riscontro nella Enciclica "Caritas in veritate", in cui il Pontefice evidenzia la responsabilità sociale dell’impresa ed il deficit di etica nelle strutture economiche che è alla base della crisi globale, e non ravvisa possibilità di sviluppo senza uomini impegnati ad eliminare le ingiustizie. E ciò rafforza il messaggio che si vuole diffondere con il Service ottimamente organizzato dal R. C. Venezia. Senza cadere in sterili campanilismi, bisogna avere il coraggio e l’intelligenza di prendere esempio anche dalle importanti iniziative assunte dagli altri Club. Riunione conviviale del 28 gennaio 2010 La Dott.ssa Elena Barbalich, ha tenuto una interessante relazione sul tema: “La funzione della regia nel teatro lirico” Ritengo opportuno, al fine di inquadrare degnamente la figura della relatrice, esporre il suo interessante “curriculum vitae”. Elena Barbalich, veneziana, si è laureata in lettere all'Università di Ca' Foscari con il massimo dei voti con una tesi sulla storia della messinscena dell'opera Aida di G. Verdi al Teatro alla Scala di Milano. Ha cominciato a lavorare nel campo del teatro lirico come aiuto regista collaborando con i maggiori teatri italiani come la Fenice di Venezia, l'Arena di Verona, il Regio di Torino, il Carlo Felice di Genova, il Comunale di Bologna, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo. Come regista ha esordito con La Serva Padrona di G. B. Pergolesi, rappresentata a Milano al Castello sforzesco. Ha realizzato numerose regie nel campo del repertorio contemporaneo quali Phonophonie di M. Kagel (prima rappresentazione italiana) e Ratsel von Mozart di M. Cardi, M. D'Amico, O. Neuwirth, F. Nieder e E. Olivero (prima rappresentazione assoluta) andate in scena nel febbraio del 1999 al Teatro delle Fondamente Nuove di Venezia per la fondazione Malipiero in collaborazione con il Teatro La Fenice. Sempre per il Teatro la Fenice, nel settembre del 2002, ha messo in scena Per Voce Preparata, spettacolo con musiche di Aperghis, Cage, Casale, Doati, Kagel, Pachini, Schnebel. A Parigi, all’Auditorium de la Cité des Arts, nel gennaio del 2000, ha rappresentato Recitations di Aperghis e rep!icato Phonophonie di M. Kagel. Al Festival di Opera Barga ha messo in scena Il Tribuno di M.Kagel, replicato al Festival di Tourcoing organizzato da Jean Claude Malgoire, dove ha anche curato la ripresa di Ratsel von Mozart. Nel 2005, per il Teatro San Carlo di Napoli, ha curato la regia della prima rappresentazione assoluta dell'opera Garibaldi in Sicile di Marcello Panni. Nel 2000, come regista, ha vinto uno “Stipendium" della Richard Wagner Stipendienstiftung. Nel campo del repertorio classico ha realizzato la regia di Cavalleria Rusticana e di Pagliacci di R. Leoncavallo al Teatro Verdi di Salerno e al Politeama di Catanzaro (dicembre 2003). Per gli stessi teatri l’anno successivo ha messo in scena Tosca. E nel 2006 ha inaugurato la stagione lirica di Salerno con il Macbeth di Verdi, ripreso nel maggio 2007 al Teatro Sao Carlos di Lisbona e nel settembre del 2008 a La Coruna. Nel maggio 2007 ha curato la riedizione di Tosca al Teatro Piccinni per la Fondazione Petruzzelli di Bari, ripresa nel 2009, sempre al Teatro Piccinni. Nel novembre del 2007 ha curato, al Teatro Verdi di Sassari, la regia di “Les Mamelles de Tìresias” di F. Poulenc e di La Demoiselle elue di Debussy (prima rapprensentazione assoluta). Per il compositore veneziano Paolo Furlani ha scritto i libretti delle flash-opere Otòno Shirabe e Singin'in the brain, da cui è stata tratta una suite, eseguita il 28 settembre 2009 alla Biennale Musica di Venezia. Nel 2009 ha diretto il Laboratorio di arte scenica e il laboratorio di regia al Conservatorio Tito Schipa di Lecce e ha tenuto una serie di lezioni di Arte scenica al Corso di Formazione Professionale Superiore per cantanti lirici dei TEATRI S.p.A di Treviso (1 009). Il notevole spessore culturale ed umano di Elena Barbalich è stato ampiamente confermato anche dal successo della serata e dagli applausi che hanno accolto la fine della sua esposizione. Devo alla cortesia della relatrice e dell’amico Tito che ha fatto da tramite l’invio del riassunto della relazione che qui di seguito integralmente trascrivo. Spero che l’esempio 29 - 31 gennaio 2010 Incontro con gli Amici del R. C. di Issy le Moulineaux Una piccola rappresentanza del nostro Club costituita da Anna e Salvatore Gravili, Silvia e Furio Sandei, Margherita e Renato Zaffalon, Nicoletta e Arturo Lucchetta ha aderito al simpatico invito rivoltoci dal R. C. di Issy les Moulineaux e, con la sempre perfetta organizzazione fornita dall’Agenzia di Viaggi Rallo, si è incontrata con i nostri “gemelli” francesi. L’incontro con gli Amici di altri Clubs è sempre interessante e piacevole. L’incontro con gli Amici del R. C. di Issy les Moulineaux è stato non solo interessante e piacevole ma esaltante, divertente, istruttivo … e mi limito a questi soli aggettivi per non tediare i lettori. In effetti, l’accoglienza è stata veramente fraterna, cordiale e priva di vuoti formalismi, dando a noi tutti la sensazione di un’amicizia immediata e spontanea. Il primo incontro è avvenuto nell’affollato auditorium del Palais des Arts et des Congrès di Issy dove, dopo un brindisi di benvenuto, abbiamo potuto assistere ad un concerto di musica jazz sudamericana originale e piacevole, preceduto dalla proiezione di un filmato in cui venivano esposti gli scopi del Rotary e i “service” svolti dal R. C. di Issy. Bisogna riconoscere che l’organizzazione di incontri così impegnativi ma utili per raccogliere fondi da destinare alla realizzazione di importanti programmi di intervento umanitario, a livello locale e nei paesi del terzo mondo, rappresenta un esempio da imitare. La sera successiva, dopo aver camminato per tutto il giorno visitando i posti più interessanti di Parigi e apprezzando anche la cucina francese, ci siamo recati presso la sede del R. C. di Issy les Moulineaux, un ristorante dal dolce nome di “Le pavillon de la Turelle” dove siamo stati accolti con viva simpatia dai nostri “gemelli” e, in primo luogo, dai già conosciuti Maurice e Madeleine Hunemann nonché dalla Presidentessa Katia Blas e dalla Protocole Jeannine Collière. Il pranzo è stato veramente piacevole, inaffiato da vini generosi e seguito dalla fase protocollare che ha visto lo scambio di doni tra la Presidente del Club ospitante e la nostra “ambasciatrice” Anna De Vaucher Gravili. IL ROTARY IN PILLOLE Riprendo l’esame dello statuto tipo del Rotary per esporre ai miei quattro lettori il contenuto di un altro articolo e commentarlo brevemente. L’art. 5 stabilisce, in forma giustamente perentoria, che i R. C. devono riunirsi una volta alla settimana, nel giorno e nell’ora indicati nei loro regolamenti e pubblicati negli annuari. Oltre ad una motivazione di carattere storico che risale alle origini del Rotary, tale disposizione ha lo scopo evidente di intensificare la partecipazione dei Soci alla vita del Club e di rendere più agevoli le visite di rotariani iscritti ad altri Clubs, in occasione di viaggi o, comunque, di assenza dalla loro città. A conferma di tale obbligo di riunione settimanale il predetto articolo prevede che solo per validi motivi il Consiglio può rimandare la riunione settimanale ad altra data (ma entro quella della riunione successiva) o spostarla ad un’ora diversa dello stesso giorno o in un luogo diverso da quello abituale. Il Consiglio, inoltre, può cancellare una riunione se essa cade in un giorno festivo, o in caso di decesso di un socio, o in caso di conflitto armato che possa mettere a repentaglio la vita dei soci (sic!). Prescindendo dalla estrema gravità di queste ultime due circostanze - la cui menzione ci costringe a fare gli scongiuri - il Consiglio può cancellare non più di quattro riunioni all’anno per cause diverse da quelle sopra indicate. Scagli la prima pietra il Club che si è attenuto sempre, rigorosamente, ai dettami sopra esposti; ma è da riconoscere, tuttavia, che non trova giustificazione alcuna il comportamento di quei Clubs che, con molta disinvoltura, tengono normalmente solo due o tre riunioni al mese o sospendono le riunioni settimanali senza validi motivi. L’esame dei prospetti di assiduità dei Clubs che, fino all’anno scorso, venivano pubblicati nel notiziario distrettuale conferma l’esistenza di tale comportamento. Ed è estremamente spiacevole che un rotariano si presenti presso la sede di un R. C., nel giorno stabilito per la riunione settimanale, intenzionato ad ottenere la compensazione di presenza (di cui parleremo in una prossima puntata) ma anche a creare nuovi ponti di amicizia e a consegnare, com’è consuetudine, il guidoncino del proprio Club, e venga inopinatamente a sapere che la riunione non si tiene. Anche questa prassi - per fortuna poco diffusa - denota una scarsa conoscenza, da parte di alcuni, dello statuto del Rotary. Il nostro Tesoriere, con la sua solita diligenza e avvedutezza, mi ha trasmesso un promemoria da pubblicare sul Bollettino, al fine di rendere edotti i Soci circa le modalità di conteggio dei contributi trimestrali da versare al Club. Vi prego di prenderne nota. Promemoria Caro/a socio/a mi permetto di informarti sinteticamente sugli aspetti amministrativo-gestionali che intercorrono tra il socio ed il Club. Premesso che l’anno finanziario inizia il 1° luglio e finisce il 30 giugno dell’anno successivo, amministrativamente il periodo viene diviso in 4 trimestri. La quota sociale trimestrale attuale è di euro 270,00. Solitamente viene segnalata al socio nel primo mese di ciascun trimestre tramite mail e mediante una scheda allegata che comprende, oltre alla quota sociale, anche altri importi (recupero su cene, recupero su cene degli ospiti, recupero spese, arretrati - che non ci dovrebbero mai essere - ecc.. ), come calcolato più sotto. Il nuovo socio deve corrispondere una quota aggiuntiva una tantum “d’ingresso” al Club di euro 270,00 e una quota, sempre una tantum, per il Distretto di euro 10,33. Per quanto riguarda le cene, il costo attuale presso l’Hotel Russott è il seguente: - Caminetto euro 16,00 - Conviviale euro 26,00 Il costo delle predette cene è compreso nelle quote sociali. convenienza a partecipare a tutte le cene. Il socio ha pertanto la Se il socio invita alla cena uno o più ospiti, gli viene addebitato, per ciascun ospite, l’ importo di cui sopra, a seconda che sia un caminetto o una conviviale. Nel caso si stabiliscano delle cene conviviali extra (ad es. Passaggio consegne, Festa degli Auguri, cena fuoriporta, ecc.), che di solito hanno un prezzo maggiore, il costo per il socio della relativa cena viene parzialmente compensato con l’importo della conviviale (26,00 euro), mentre per gli eventuali ospiti il prezzo è ovviamente pieno. Questo in linea di massima. Per quanto concerne il pagamento, per una più facile gestione, è preferito il pagamento tramite R.I.D. da formalizzare con l’apposito modulo di autorizzazione. In difetto, a mezzo bonifico bancario sul c/c 2696 intestato al Rotary Club Venezia Mestre Torre presso la Banca Popolare di Milano - Ag. 310 di Via Tasso a Mestre IBAN IT84G0558402000000000002696 (specificare la causale del versamento). Resto a Tua disposizione per ogni ulteriore chiarimento. Il Tesoriere Maurizio Gasperazzo [email protected] Proposta Faccio seguito alla relazione dell’incontro con gli Amici del R. C. di Issy les Moulineaux per riferire il contenuto di un colloquio avuto con alcuni soci di quel Club, a proposito della opportunità di realizzare “service” di grande spessore. E’ indubitabile che un solo club difficilmente può avere la capacità economica e organizzativa per assumere iniziative di ampio respiro e, per questo motivo, anche i nostri Governatori Distrettuali hanno esortato ad unire le risorse di più club per avere una maggiore potenzialità realizzativa delle finalità del Rotary, anche con l’eventuale appoggio della Rotary Foundation. Se, però, noi potessimo abbinare l’encomiabile scopo istituzionale di realizzare “service”, con il coinvolgimento programmato di altri club stranieri, raggiungeremmo la duplice finalità di aumentare le disponibilità organizzative ed economiche ma anche - e soprattutto - di rafforzare lo spirito internazionale del Rotary e di creare stabili ponti di amicizia con rotariani che abitano fuori del nostro Distretto e del nostro Paese. A tale scopo ribadisco quanto detto informalmente agli amici francesi e propongo di rafforzare i nostri gemellaggi con incontri periodici organizzati anche al fine di individuare e realizzare “service” comuni. Noi siamo gemellati con il R. C. Salzburg Flachgau (gemellaggio che da alcuni anni sta languendo) e con il R. C. Issy les Moulineaux con il quale abbiamo instaurato un vincolo di sincera amicizia. Ritengo auspicabile contattare i predetti Club per chiedere se sarebbero disponibili a proporre ciascuno, annualmente e alternativamente, un service da realizzare in comune, organizzando ogni anno un incontro trilaterale, alternativamente nelle nostre città, per stabilire le modalità di attuazione. In tal modo si potrebbe avere anche un maggior stimolo a ben figurare, non solo per auspicabile spirito rotariano ma anche per orgoglio nazionale. Resto in attesa di sapere se i nostri soci ritengono praticabile la mia proposta. Arturo P. S. Spero che questa mia provocazione possa stimolare i soci a partecipare alla redazione del Bollettino, esprimendo le loro idee e le loro proposte per vivacizzare la vita del Club. A tutt’oggi, infatti, la mia richiesta di collaborazione è rimasta delusa. Una bellissima storia Tito Stival, qualche tempo fa, mi ha inviato una lettera che lui aveva ricevuto da altri e che riteneva giustamente rimarchevole per il suo contenuto umano. Io ho letto tale lettera ma, forse, non con la dovuta attenzione. Oggi l’ho casualmente ritrovata e, rileggendola e rapportandola al mondo generalmente spietato e materialista che ci circonda, sento il bisogno di darne diffusione anche nel nostro Bollettino. Se Rotary, secondo una mia definizione, significa “migliorare se stessi migliorando gli altri”, è bene che meditiamo sul messaggio trasmesso dall’amico Tito ***** Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arriva per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perche aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse visitarlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico, dato che aveva tanta fretta. L 'anziano signore mi rispose che doveva recarsi alla casa di cura dove era ricoverata la moglie per far colazione con lei. Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'A Izheimer. Gli chiesi allora se per caso la moglie si sarebbe preoccupata di un suo eventuale ritardo. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva ormai da 5 anni. Ne fui sorpreso, e gli chiesi "E nonostante ciò lei si reca ancora ogni mattina a farle visita anche se non sa chi lei sia?" L 'uomo sorrise e mi batte la mano sulla spalla dicendo: "Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei". Dovetti trattenere le lacrime e commosso pensai: "Questo è il genere di amore che vorrei nella mia vita ". Il vero amore non è ne fisico ne romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, che è stato, che sarà e che non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. Spero condividerai questo messaggio con qualcuno a cui vuoi bene, io l'ho appena fatto. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia. Sii più gentile del necessario, perche ciascuna delle persone che incontri sta combattendo qualche sorta di battaglia. "