2013 gennaio - aprile UNA STAGIONE PER LA TOSCANA | Teatro Era - Pontedera | | Teatro Francesco di Bartolo -Buti | | Teatro di Lari | da UN FLAUTO MAGICO regia Peter Brook - © Alicia Peres Siamo coetanei Io e Pontedera Teatro abbiamo la stessa età. Ci separa appena qualche mese. Io ho già superato la soglia dei quaranta mentre la Fondazione Pontedera Teatro celebrerà l’anniversario tra qualche settimana. Ed è proprio come pensando ad un coetaneo, ad un amico dei giochi d’infanzia, che mi rivolgo e mi avvicino a questa magnifica esperienza artistica e culturale di Pontedera. Tra amici ci si scambia pareri ed opinioni, ci si prende in giro e si scherza. Per questo anche io vorrei evidenziare i lati positivi e i miglioramenti possibili in questa fase storica così strana e critica. Certamente il nostro Teatro è stato ed è uno dei punti di riferimento culturali più importanti della nostra città. Uno dei testimonial positivi della nostra cultura e della voglia di innovazione. Non è stato raro, per molti di noi, trovarsi all’estero ed imbattersi in persone e riferimenti all’attività del teatro di Pontedera. Il Teatro ha una meritata fama che travalica i confini nazionali ed europei. Ma occorre sempre rinnovarsi e migliorare. Se devo dare un consiglio a chi porta avanti il nostro Teatro è quello proprio di non smettere mai di migliorarsi, di non adagiarsi, di cercare nuove strade, di puntare sull’innovazione e sulla ricerca che oggi viaggiano a velocità altissime. La nostra città, ma anche il nostro Paese, hanno nell’innovazione e nel sapere, il nostro unico “petrolio”, la nostra unica fonte di ricchezza. Siamo un Paese che non detiene risorse naturali ma ha la più ricca tradizione culturale di questo pianeta. Un paese che nel cuore del mediterraneo ha saputo più volte guidare lo sviluppo mondiale dell’arte. La scelta di Grotowski, di stabilirsi a Pontedera, ha testimoniato quanto importante sia stata la nostra città nella storia del teatro. Mi auguro che questa tradizione e questa capacità di ricerca possano continuare. Oggi Pontedera Teatro dispone di una struttura che nessuno avrebbe potuto immaginare quaranta anni addietro: uno dei teatri più moderni e belli della Toscana e dell’Italia. Certo viviamo un periodo di crisi economica e dell’intero sistema produttivo occidentale, ma sono proprio queste le occasioni nelle quali oc- corre valorizzare la ricerca, l’innovazione, il sapere. La Fondazione Pontedera Teatro può darci una mano a fare ciò. Mi auguro quindi che i festeggiamenti per il mezzo secolo di attività, tra dieci anni, ci vedranno con un carniere ancora più ricco di traguardi e di grandi sfide vinte. Infine voglio ringraziare chi ha saputo guidare questa grande avventura: il mio ringraziamento va al direttore Roberto Bacci, ai suoi collaboratori, al Presidente della Fondazione Antonio Chelli e ai membri del consiglio di amministrazione. Simone Millozzi Sindaco di Pontedera C’era una volta... potrebbe veramente cominciare così, come le favole di una volta, la storia della Fondazione Pontedera Teatro. Si tratta, infatti, di una storia congiunta a quella della nostra città che vide, molti anni or sono, quasi quaranta, un gruppo di giovani attori ed un regista pisano alle prime esperienze, avventurarsi nei campi della sperimentazione teatrale. Chi ha la mia età si ricorda quegli anni. Tempi difficili, intrisi di grandi idee ed aspettative ma anche di grandi fatti delittuosi. Momenti di riflessione che si aprivano al futuro con forte innovazione e tendenze fortissime alla radicazione in un passato che non voleva lasciar posto al nuovo. All’inizio il nuovo teatro fece scandalo, così come lo facevano quei giovani contestatori con i capelli lunghi, i libri sotto il braccio e tante, molte speranze dentro al cuore. Il giovane gruppo teatrale si è evoluto passando dall’esperienza del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale a quella della Fondazione Pontedera Teatro i cui soci, la Provincia di Pisa, il Comune di Pontedera e quello di Peccioli, ne hanno sostenuto l’attività fino ad oggi. La Fondazione è, inoltre, conosciuta nel mondo e gli ultimi, importanti successi del 2012, hanno richiamato un pubblico numeroso dal Giappone al Brasile, dal Portogallo alla Danimarca, ne sono la testimonianza. La Fondazione è anche incontro e confronto di culture. Il Centro Grotowski ne è un esempio felice, con le decine di artisti che dai cinque continenti vengono a Pontedera per imparare e portare nei loro Paesi un’esperienza teatrale unica. Ma più si vola alto e lontano, più forte nasce il bisogno di mantenere salde le proprie radici. Per questo il 2012 è stato anche l’anno di un impegno attento e costante della Fondazione verso la nostra città. L’apertura di un corso di teatro amatoriale che ha dato risultati eccellenti, spettacoli nelle frazioni che hanno riscosso un grande successo di pubblico, la collaborazione con altre associazioni culturali pontederesi per la stagione e, infine ma non per ultimo, una presenza costante e continua con il Teatro di Buti e con il festival del Comune di Lari. E poi il teatro fisico, utilizzato dalla banda Volere è Potere, dalle scuole di danza, dalle compagnie amatoriali, da gruppi musicali, che ne fanno il punto di riferimento artistico della nostra città e del territorio circostante. Se la storia fosse finita potremmo concludere, appunto come nelle favole di quando eravamo bambini, dicendo… e vissero felici e contenti. Ma la storia non è finita, fortunatamente continua e la vita della Fondazione, per quanto possa essere felice oggi la vita dei teatri in Italia, affronta il proprio futuro mantenendo quel delizioso strabismo di Venere che ci consente di navigare sulla duplice rotta di apertura al mondo e di attenzione a Pontedera ed ai suoi cittadini. Antonio Chelli Presidente Fondazione Pontedera Teatro A porte aperte Ogni frutto ha la sua stagione. Anche il teatro è un frutto, non di un albero o di un arbusto, ma dell’uomo stesso. È il frutto dei suoi linguaggi, delle sue storie, delle sue tecniche, delle sue filosofie, dei suoi sogni, della coscienza di sé e del proprio destino. La stagione del Teatro Era da gennaio ad aprile 2013 mostrerà frutti di diversa natura, provenienti da diversi paesi ed esperienze. È una stagione molto ricca e, ci auguriamo, fertile. Gli spettatori potranno nutrirsi e riflettere con noi su come il teatro sta comunicando con i nostri tempi, con il nostro smarrimento quotidiano, con le nostre speranze. Venite, le porte sono aperte, Roberto Bacci Direttore Artistico Fondazione Pontedera Teatro C’è un rito di passaggio che unisce tutti in teatro, gli attori e gli spettatori, ed è quando lo spettacolo sta per cominciare, quando si spengono le luci della platea e uno strano silenzio si fa sentire: è molto rapido, ma tutto in questo breve attimo è sospeso, e in questa sospensione sta il mistero del teatro, la sua fascinazione. La stagione è anche questa, al di là dei titoli, avere questi momenti di buio dove poter sentire questo unico respiro che unisce. Dario Marconcini Direttore Artistico Teatro Francesco di Bartolo di Buti Un testo terribile per come rappresenta la depravazione, un atto di cannibalismo non meno estremo di Anna Cappelli, anche se non portato fino in fondo. Un rapporto col religioso pieno di cocenti contraddizioni e rappresentato con cruda violenza, ma sempre con quell’amore struggente che mi pare abbia Ruccello verso le ossessioni della sua vita. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine. Allora tutto l’aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è essa stessa lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto “schifato” italiano. Arturo Cirillo Teatro Francesco di Bartolo - Buti giovedì 10 gennaio ore 21.15 Fondazione Salerno Contemporanea FERDINANDO di Annibale Ruccello regia Arturo Cirillo con Nino Bruno, Arturo Cirillo, Monica Piseddu, Sabrina Scuccimarra in collaborazione con Benevento Città Spettacolo Teatro comunale di Lari domenica 13 gennaio ore 17 Compagnia Ribolle RIBOLLE INTERNATIONAL Operetta per bolle di Sapone senza Parole con Maurizio Muzzi, Simona Baldeschi, Mariagrazia Fiore al pianoforte Mirco Carosello regia Michelangelo Ricci Ribolle è un viaggio tra e con bolle di sapone, bolle d’ogni forma e dimensione, da quelle giganti a quelle piccolissime, da quelle che nascono dalle semplici mani nude e da un soffio a quelle generate da complesse procedure o da attrezzature improbabili. Ribolle è un racconto visivo e musicale che trarposta chi vi assiste in un mondo dalla consistenza incerta, dalle forme instabili, ora geometriche, ora danzanti; bolle multiformi, dal carattere imprevedibile, a tratti addomesticabili e docili sino a momenti di incontenibile sfuggevolezza. Si entra così in un mondo di bolle dalle sembianze umane o di sogno, che nel loro volteggiare, fermarsi, resistere o sparire, raccontano episodi di vita reale e di favola, in un succedersi di quadri, pantomime e gags che mettono lo spettatore in una sorta di sospensione temporale, di incanto primordiale. Uno spettacolo che attraversa con le abilità dei suoi attori, sorprese magiche, immagini di rara bellezza, musica e poesia. martedì 22 gennaio ore 21 Teatro Franco Parenti UNA NOTTE IN TUNISIA di Vitaliano Trevisan con Alessandro Haber e con Maria Ariis, Pietro Micci, Roberto Trifirò uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah © Tommaso Le Pera Teatro Era - Pontedera Si potrebbe definire Una notte in Tunisia un classico contemporaneo, dove Vitaliano Trevisan, una delle penne più autorevoli della drammaturgia italiana, racconta gli ultimi giorni di vita di X, un uomo dal forte carisma, il cui destino è segnato dalla sua natura, dalla sua incapacità di fingersi quello che non è. Andrée Shammah offre una lettura del testo che sposta lo sguardo dalla cronaca degli ultimi giorni di vita di Craxi (X è il nome con il quale il personaggio è indicato nel testo) per alzarlo più in alto e trasformarlo in metafora del potere e della sua caduta. Molto apprezzato la scorsa stagione sia dal pubblico che dalla critica, lo spettacolo ha per protagonista un Alessandro Haber in stato di grazia che dà fisicità ad un personaggio di Thomas Bernhard “con la sua voracità, il suo talento, la sua energia sempre pronta ad esplodere”, è immerso in un corpo a corpo con la parola scritta alla quale non vuole rinunciare e che ha bisogno di verificare con se stesso e con tutti quelli che ha intorno. Teatro Francesco di Bartolo - Buti mercoledì 23 gennaio ore 21.15 AttoDue / Armunia MAROS_GELO da Tre sorelle di Anton Cechov regia Renata Palminiello con Camilla Bonacchi, Costantino Buttitta, Carolina Cangini, Giuliano Comin, Elena De Carolis, Lorenzo Delaugier, Lia Locatelli, Sena Lippi, Agnese Manzini, Francesco Mauri, Giovanna Sammarro, Veronica Tinnirello, Jacopo Trebbi, Michele Zaccaria Il lavoro parte dal testo Tre Sorelle di Cechov e viene condotto da un gruppo di giovani attori guidati da Renata Palminiello e col pensiero a Thierry Salmon. Un cammino per riconoscere quello che sembra già saputo e scoprirne nuove forme e nuovi significati. Lasciandosi stupire. In questa ricerca gli attori hanno svuotato lo spazio, lo hanno toccato, ascoltato, respirato, modificato. Poi sono usciti a guardare cosa c’era fuori e hanno portato dentro il fuori, oggetti, esperienze nuove. Così gli ambienti ordinari della scuola prima e di villa Pertusati di Castiglioncello poi (dove lo spettacolo ha debuttato quest’estate) sono diventati lo spazio del dramma di Cechov. Ne sono nati personaggi vivi e vividi, che desiderano, ricordano, soffrono, ridono, ballano, conquistano e rinunciano e che, con leggerezza, vanno incontro anche alla morte. Fieri e slavi. Maros è uno spettacolo che si appropria dello spazio che lo ospita e lo modifica, lo fa proprio. Qualsiasi spazio viene trasformato, vissuto, riorganizzato in ogni suo angolo, esterno, interno per diventare la casa delle Tre Sorelle. Lo spettatore vive nella casa delle tre sorelle. Non viene coinvolto direttamente ma è dentro lo spazio scenico. sabato 2 febbraio ore 21 Popular Shakespeare Kompany LA TEMPESTA di William Shakespeare regia Valerio Binasco con Valerio Binasco, Fabrizio Contri, Fortunato Cerlino, Andrea Di Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Deniz Ozdogan, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Ivan Zerbinat produzione Oblomov Films/Teatro Metastasio Stabile della Toscana e Festival shakespeariano - Estate Teatrale Veronese Teatro Era - Pontedera Dal successo di Romeo e Giulietta è nata una nuova compagnia, la Shakespeare Popular Kompany, che ha il suo battesimo ufficiale con lo spettacolo La tempesta per la regia di Valerio Binasco, che interpreta il ruolo del protagonista, Prospero. © Cristina Pasino “La Tempesta è uno dei testi più misteriosi e affascinanti del teatro mondiale. Gran parte del suo fascino dipende proprio dal suo mistero…”. “Cercare il bandolo della matassa è inutile; è molto meglio puntare dritti al cuore della matassa, e perdersi. Qual è il cuore de La Tempesta? Per me è un dramma (malinconicamente) giocoso sulla fine della civiltà, sulla fine della vita e sulla fine delle cose in generale”. Valerio Binasco © Francesca Padovan Teatro comunale di Lari mercoledì 6 febbraio ore 21 Macelleria Ettore__ teatro al kg ALICE DELLE MERAVIGLIE con Maura Pettorruso testo e regia Carmen Giordano Cadere nella tana di un coniglio, dentro un cassetto. Non riuscire a oltrepassare una porta. Espandersi. Allungarsi come un telescopio. Crescere. Piangere. Rimpicciolire. Cercare una chiave. La misura giusta per entrare nel giardino. Sottomondo. Ultramondo. Wonderland. Il posto delle meraviglie. Alice si meraviglia di se stessa, nello specchio. Come nei sogni dove siamo e non siamo, perché osiamo cose mai viste e parliamo una lingua misteriosa. La lingua delle meraviglie. La lingua di Carroll: parole – valige piene zeppe di significati, vocazione al nonsenso, onnipotenza del gioco. Scopriamo la libertà assoluta di tradire il reale. Farci specchio deformante del mondo di tutti i giorni. Sovvertirlo. Superarlo. Meravigliarlo. Alice nel paese delle meraviglie e Alice attraverso lo specchio non sono libri per bambini e non sono per adulti. Sono libri per adulti stanchi di crescere per niente. È il testo che non è: spostato un po’ più avanti e un po’ più indietro di dove lo si coglie. Ha più tempo di noi. Ognuno sta al proprio passo. © Andrea Casini Il lavoro si sviluppa intorno alla tematica “paure metropolitane” ovvero l’insieme delle paure, delle fobie e delle tensioni sociali e individuali che innegabilmente caratterizzano e condizionano la nostra quotidianità e la qualità delle relazioni. Pregiudizio, intolleranza, sospetto, insicurezza, solitudine, terrorismo ideologico come elementi che costantemente influenzano un tessuto sociale sempre più fragile e disarmato. In un mondo incrinato da una profonda crisi economica, sociale e umana, dove ogni via d’uscita sembra ormai perduta, l’unica speranza di salvezza è rappresentata dagli Alieni, da qualche tempo sulla terra per aiutarci a risolvere i nostri problemi più gravi. Inizialmente percepiti come un miracolo vengono poi demonizzati, strumentalizzati ed eliminati da chi detiene un potere costituito privo di alcun interesse al cambiamento. I notiziari in sottofondo accompagnano la trama, raccontando le contraddizioni e le distorsioni del nostro tempo, specchio di una società ridicola e invasiva, nella quale il fatto diventa notizia, la notizia pettogolezzo, il pettegolezzo verità. Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera giovedì 7 febbraio ore 21 Carrozzeria Orfeo ROBE DELL’ALTRO MONDO * drammaturgia Gabriele Di Luca regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimilliano Setti, Roberto Capaldo con Gabriele Di Luca, Luisa Supino, Massimilliano Setti, Roberto Capaldo Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera venerdì 8 febbraio ore 21 Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco EDUCAZIONE FISICA di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco testo Elena Stancanelli con Enrico Ballardini, Sabino Civilleri, Alice Conti, Giulia D’imperio, Daniele Giacomelli, Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Dario Muratore, Chiara Muscato, Quinzio Quiescenti, Francesca Turrini, Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano produzione CRT Centro di Ricerca per il Teatro, Uddu Associazione è educazione fisica, non libertà. Un allenatore vuole trasformare un gruppo di adolescenti nella squadra perfetta. Forgiare i loro corpi, orientare le loro teste. Portarli verso il gesto esemplare, convincerli ad abbandonare la mediocrità per il sublime. I ragazzi gli credono, e si abbandonano alla sua esaltazione. è gratificante farsi strumento delle sue ambizioni, assecondare la sua volontà. La squadra non pensa, i giocatori sono ingranaggi della stessa macchina. Reagiscono, non elaborano. Si allenano al grido di “If you can’t, then you must!!! Se non puoi, allora devi”. Ma se davvero non puoi, che cos’è il dovere? Con cosa confina, che cosa dovranno essere disposti a cedere? L’ Allenatore è il sovrano. Si occupa di morale. Annienta modestia, benevolenza e moderazione perchè sono ostacoli alla sovranità. Predica il sacrificio, perpetua la menzogna e insinua la diffidenza. La Squadra ritiene la soggezione necessaria. Teme l’allenatore, ne venera l’autorità. Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco sabato 9 febbraio ore 21 Teatro dei Venti IL DRAAAGO con Oksana Casolari, Daniele De Blasis, Francesca Di Traglia, Francesca Figini, Simone Lampis Beatrice Pizzardo, Antonio Santangelo, Igino L. Caselgrandi regia Stefano Tè musiche Igino L. Caselgrandi dai 6 anni in su © Chiara Ferrin Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera Un Drago, una piccola città in balìa del suo potere, vittime, complici e un Cavaliere sconosciuto che prova a sconfiggerlo. La più classica sfida tra il Cavaliere e il Drago è il pretesto per uno spettacolo che meraviglia i bambini e fa sognare i grandi. Lo spettacolo è liberamente tratto da Il Drago di Evgenij Schwarz. Le atmosfere dell’opera originale, fiabesche ed infernali allo stesso tempo, prendono vita attraverso l’utilizzo delle tecniche del teatro di strada: trampoli, bastoni infuocati, 7 maschere giganti, sputafuoco, macchine teatrali, un drago alto 5 metri, cavalli rachitici e altre scenografie mobili. In una piccola città, da più di 400 anni, un terribile Drago tormenta il popolo rendendolo pazzo di paura. È un drago che cambia sempre aspetto: una volta si presenta come Bestia, un’altra come Uomo e solo raramente come vero Drago sputafiamme. Un uomo. Una donna. Una coppia. Una stanza. Una camera da letto. Un mese. Dicembre. Una notte. Quella di Natale. La neve che tutto ricopre e tutto cancella. L’alba che coglie d’anticipo il buio, svela i desideri osceni, consuma i pensieri, stravolge gli animi, conduce al logoramento. Eccoli. Gli sposi ribelli. Gli amanti stremati. Eccoli. Il superstite e il boia. L’incontro degli opposti. Urlano che l’estasi non è in quello che si offre, ma in quanto si rifiuta. Fecondano il tempo perché nessuno creda che non lascino impronte. Nulla li soddisfa. Nulla li sazia. Ma dove si scappa mentre ci si viene incontro? © Marco Davolio Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera domenica 10 febbraio ore 19 Biancofanco PORCO MONDO * drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani regia Francesca Macrì con Aida Talliente, Andrea Trapani disegno luci Luigi Biondi Antigone di Sofocle ci ha colpito soprattutto per la straordinaria nettezza nell’affrontare un tema mitico ma al tempo stesso di sconcertante attualità e per la sorprendente semplicità poetica di una lingua capace di attraversare il tempo e le mode, senza nulla perdere dello splendore diretto della sua comunicatività. Grande tragedia di contrasti, limpidi e insanabili, a cominciare dal nucleo primario che oppone la ragione del cuore di Antigone alla ragione di stato di Creonte, figure mastodontiche nella loro umana vulnerabilità: sul corpo insepolto di Polinice, guerriero, eroe e traditore di una patria infettata dalla grande colpa di Edipo, si consuma lo scontro tra la pietas ostinata di Antigone, donna e sorella, e l’inflessibile rigore di Creonte, uomo e sovrano, specchio del conflitto insanabile tra la legge degli dèi e quella degli uomini. Teatro Francesco di Bartolo - Buti giovedì 14 febbraio ore 21.15 Le Belle Bandiere ANTIGONE ovvero una strategia del rito da Sofocle regia Elena Bucci con la collaborazione di Marco Sgrosso con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Pagotto, Gabriele Paolocà con il sostegno del Comune di Russi Teatro comunale di Lari venerdì 15 Febbraio ore 21 Piccola Compagnia Dammacco L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO di Mariano Dammacco con Serena Balivo, Mariano Dammacco, Salvo Lombardo ideazione e drammaturgia Mariano Dammacco regia Mariano Dammacco e Salvo Lombardo produzione Piccola Compagnia Dammacco/Asti Teatro 34 Testo vincitore del Premio nazionale di drammaturgia Il centro del discorso – edizione 2010 L’ultima notte di Antonio offre agli spettatori una storia di malessere crescente, di tentativi falliti, di percezioni alterate, di ossessioni quotidiane. Lo spettacolo racconta le innumerevoli “ultime notti” di Antonio prima della sua fine dando voce e corpo ai suoi incubi, alle sue forme di dipendenza, attraverso l’alternanza tra un registro lirico-poetico e uno comico-grottesco. Lo spettacolo è un’azione teatrale con una sua scrittura scenica corale all’interno della quale prendono vita figure e immagini, seguendo gli intenti poetici della Compagnia: realizzare una visione, agire un rito, offrire allo spettatore l’evocazione di uno stato altro/alto, poetico, un luogo di analogia della vita. L’ultima notte di Antonio è il primo dei tre spettacoli che andranno a comporre la Trilogia della Fine del Mondo. Gli altri due spettacoli saranno intitolati Esilio e L’esorcista. sabato 16 febbraio ore 21 - prima nazionale OKT/Vilnius City Theatre (Lituania) I BASSIFONDI di Maksim Gor’kij regia Oskaras Koršunovas con Jonas Verseckas, Rasa Samuolytė, Nelė Savičenko, Julius Žalakevičius, Darius Meškauskas, Dainius Gavenonis, Darius Gumauskas, Giedrius Savickas, Tomas Žaibus, Rytis Saladžius spettacolo con sopratitoli in italiano © Dmitrijus Matvejevas Teatro Era - Pontedera I Bassifondi è un laboratorio, un esperimento che abbiamo fatto su noi stessi. è il primo spettacolo teatrale in cui non ci concentriamo sull’opera finita, sul risultato, ma cerchiamo di metterci alla prova per scoprire la nostra natura. In questo lavoro gli attori non solo elaborano i propri personaggi, ma mantengono costantemente il contatto con la realtà per rimanere se stessi. Il testo di Gor’kij assume un’importanza fondamentale nel momento in cui gli interpreti cercano di far crescere i personaggi a partire dalla propria esperienza personale. Ne I Bassifondi abbiamo scelto uno spazio speciale e ci siamo liberati dell’intreccio e della trama. Abbiamo osato sederci vicino al pubblico, o meglio, far sedere il pubblico così vicino agli attori in modo da stabilire un confronto diretto. Oskaras Koršunovas Mutando Riposa, che prende il titolo da un frammento di Eraclito, è uno di quegli spettacoli che nasce quasi “loro malgrado”, che possono lievitare nella direzione di una loro organicità, di un loro senso, oppure restare dei frammenti staccati senza riuscire a diventare un’opera compiuta. Lo stimolo iniziale è nato da un’indagine sull’origine della coscienza nell’essere umano. Libri, viaggi e incontri con esperti ci hanno offerto suggestioni vivificanti per produrre materiali scenici. Roberto Bacci © Enzo Cei Teatro Era - Pontedera da martedì 19 a sabato 23 febbraio ore 21 Compagnia Laboratorio di Pontedera MUTANDO RIPOSA * regia Roberto Bacci drammaturgia Stefano Geraci con Savino Paparella, Tazio Torrini pitture di scena Sergio Seghettini luci Marcello D’Agostino musiche originali Ares Tavolazzi direzione tecnica Sergio Zagaglia allestimenti Stefano Franzoni produzione Fondazione Pontedera Teatro spettacolo per 20 spettatori La passione che divora Swann è il tema di questo spettacolo: amore come gelosia, tradimento, ansia, angoscia, solitudine. Ma anche gioia di possesso, condivisione, forza sensuale... A questo si aggiunge il risvolto pirandelliano che si esplica nel mistero della natura di ogni essere umano, sempre sfuggente: Odette, che appare a Swann come una donna quasi irraggiungibile non è altro che una ex-prostituta: un tempo aveva battuto i marciapiedi di Nizza!... Insieme ritratto di una società in via di disfacimento e analisi accorata ma anche spietata dei moti dell’animo e delle leggi dell’amore, Un amore di Swann offre la possibilità di una drammaturgia asciutta e tagliente, spumeggiante di toni comici e drammatici, dolenti e ferocemente ironici. Teatro Francesco di Bartolo - Buti © Antonio Giacomin domenica 24 febbraio ore 21.15 Compagnia Sandro Lombardi UN AMORE DI SWANN di Marcel Proust drammaturgia Sandro Lombardi e Fabrizio Sinisi regia Federico Tiezzi con Sandro Lombardi, Elena Ghiaurov, Iaia Forte scene di Pier Paolo Bisleri costumi di Giovanna Buzzi luci di Gianni Pollini immagini digitali di Antonio Giacomin Teatro Era - Pontedera da giovedì 28 febbraio a sabato 2 marzo ore 21 Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards Focused Research Team in Art as Vehicle THE LIVING ROOM * diretto da Thomas Richards con Benoit Chevelle, Jessica Losilla Hébrail, Philip Salata, Cécile Richards, Thomas Richards The Living Room, una nuova opera nel campo dell’arte come veicolo, ci porta a casa, nel luogo in cui accogliamo l’altro. Partendo da questa azione fondamentale, che può avvenire anche in un soggiorno, c’inoltriamo in un’investigazione sui modi in cui le potenzialità del mestiere performativo arricchiscono e sono arricchite dalla realtà e dalle relazioni interpersonali quotidiane. Come può questa nostra stanza diventare viva [living room]? Come si può essere con l’altro in modo che il quotidiano fluisca senza rotture nel non quotidiano? Qui il testimone ha la possibilità di liberarsi della sua anonimità, ed essere un individuo, un ospite. Durante l’incontro si svolge un evento performativo, strutturato e preciso, un flusso vivente di azioni basate sul lavoro su canti di tradizione, e su testi che esplorano cosa comporta il risvegliarci di fronte a noi stessi, all’altro e al mondo. Si firmava NOF4, stava per Nannetti Oreste Fernando, 4 invece per i posti in cui è stato rinchiuso, un orfanotrofio, un carcere, due manicomi. Uno di questi ultimi a Volterra. Arriva nel 1959. E’ stato arrestato a Roma per oltraggio a pubblico ufficiale e assolto per infermità mentale. La diagnosi per lui è: psicotico grave. Finisce nel padiglione Ferri, quello in cui c’erano le persone che avevano avuto guai con la giustizia. Lì ci resta, con qualche breve spostamento all’interno del manicomio fino alla chiusura della struttura per la legge Basaglia. Muore nel 1994 in una casa famiglia a Volterra. NOF4 voleva scrivere, non gli davano penne e fogli. Allora lui comincia a incidere sui muri esterni del padiglione. Ha lasciato centottanta metri di pensieri incisi. Pensieri che fanno tremar le vene e i polsi. Per dolore, follia, solitudine e bellezza. Dopo la scommessa vinta con Il Processo di Franz Kafka, il nuovo progetto produttivo di Francesco Niccolini, Ciro Masella e Simone Martini con la compagnia teatrale toscana Kanterstrasse è dedicato a una storia toscana e internazionale al tempo stesso: la vita e la mente di Oreste Nannetti. Le collaborazioni in campo sono di altissimo livello: alla scrittura del testo, insieme a Francesco Niccolini, fresco del grandissimo successo teatrale e televisivo del suo ITIS Galileo con Marco Paolini, stanno lavorando due giornalisti di Repubblica, Laura Montanari e Fabio Galati. Teatro comunale di Lari sabato 9 marzo ore 21 - Anteprima KanterStrasse Teatro/ Uthopia/ tra Cielo e Terra Comune di San Giovanni Valdarno MURO vita di NOF4, astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale di Francesco Niccolini, Laura Montanari e Fabio Galati con la collaborazione di Luigi Rausa e Filippo Quezel con Simone Martini, Ciro Masella e altri due giovani attori All’interno della casa dove Cenerentola fa da sguattera, la matrigna e le due sorellastre si presentano in maniera totalmente diversa da come invece appaiono all’esterno. A casa sono sciatte, malvestite, trasandate e per di più comunicano tra loro in un dialetto ricco di parole ed espressioni accese. Ma quando entrano a stretto contatto con l’alta società, negli ambienti aristocratici, i loro modi diventano raffinati e sensibili. La stessa cosa fa il principe: il suo disagio lo esprime in dialetto come se il dialetto fosse la lingua privata con cui i personaggi possono dire in tutta franchezza ciò che pensano. Ma anche la lingua della vergogna, quella che non si può, non si deve parlare in pubblico. Cenerentola è l’unica a usare sempre lo stesso linguaggio proprio perché non ha niente da nascondere: la sua disperazione è alla luce del giorno e la sua indole è nobile e gentile sia all’interno che all’esterno della casa. © Carmine Maringola Teatro Francesco di Bartolo - Buti domenica 10 marzo ore 17 e ore 21.15 Sud Costa Occidentale ANASTASIA, GENOVEFFA E CENERENTOLA Favola per bambini e adulti testo e regia Emma Dante con Italia Carroccio, Davide Celona, Gisella Vitrano, Valentina Chiribella Questo concerto è il mio incontro con il violino. Il violino che suonava mio padre alla sera quando tornava da lavorare. Il violino che un giorno ha venduto. Il violino che non ho sentito più suonare. Il violino che appartiene ad una presunto legame familiare che tengo con Nicolò Paganini. Il violinista del demonio. Quando ho ascoltato Alexander Balanescu suonare il violino ho sentito in lui quelle note che uscivano come urli dell’anima. Ho risentito quelle note che non mi facevano dormire la notte da piccolo. E ho sentito in lui il canto di altre vite, di esili, di fierezze di un popolo, il canto di una terra bella e amara: la Romania. La voce e il violino si sono avvicinate mischiandosi con le parole di Pasolini, di Rimbaud, di Whitman, di Eliot, per cercare di trovare quei fili segreti, magici forse, che uniscono le persone, le storie, al di là delle differenze, al di là delle nazioni, della lingua, al di là dell’essere ancora qui vivi, al di là dell’essere già partiti. Chissà, forse la musica è quel racconto segreto che unisce, e dà armonia alle cose. Pippo Delbono Teatro Era - Pontedera © Chiara Ferrin mercoledì 13 marzo ore 21 Compagnia Pippo Delbono AMORE E CARNE di e con Pippo Delbono e Alexander Balanescu Teatro Era - Pontedera venerdì 22 marzo ore 21 Teatro Minimo STORIE D’AMORE E DI CALCIO di Michele Santeramo con Vittorio Continelli, Michele Santeramo produzione Teatro Minimo Le storie di cui tratta lo spettacolo legano calcio e amore di paese. I protagonisti sono persone di cui mai si sentirà parlare. La piazza della quale si racconta non sarà mai sui giornali, eppure contiene ogni sera il pulsare profondo delle vite di quelle poche persone che spendono il tempo a inseguire sogni, perderli, innamorarsi, perdere. a seguire Michele Santeramo NOBILI E PORCI LIBRI Fogli nuovi per don Gennaro de Gemmis di e con Michele Santeramo produzione Teatro Minimo Qui si racconta la storia di un uomo, delle sue debolezze e delle sue solennità, delle passioni e della conoscenza; si racconta la storia di un ingegnere, filosofo, storico, pensatore, galantuomo, chimico, grande esperto di agronomia, e agricoltura, e di libri. Tanto da sperperare tutto il suo immenso patrimonio, fatto di terre e case e bellezze tutte preziose, per acquistare libri, tutti sulla storia della Puglia, per dare vita alla biblioteca più grande, la più grande, esistente nel 1963 ed oggi ancora. A seguito della pubblicazione del libro Memoria, storia di una famiglia teatrale, scritto da Francesco Niccolini e Loris Seghizzi e edito da Titivillus, Scenica Frammenti presenta lo spettacolo che racconta la storia di Vincenza Barone e della Compagnia. Memoria è la storia di una “famiglia teatrale” nata agli inizi del Novecento. Enza Barone, figlia di attori, nata e vissuta nella Compagnia di Teatro Viaggiante, inizia la propria esperienza artistica durante la seconda guerra mondiale. Attrice vera, vittima delle atrocità del nazifascismo, ripercorre insieme al figlio un secolo di teatro e, in parallelo inevitabile, “stracci” di storia d’Italia dall’avvento di Mussolini fino ai primi anni Ottanta. In un’ora di parole ed emozioni riaffiorano i ricordi, i viaggi, gli aneddoti, gli incontri importanti e gli stessi ricordi spesso si materializzano in frammenti di spettacoli. Teatro comunale di Lari sabato 23 Marzo ore 21 Scenica Frammenti MEMORIA (evento speciale con presentazione del libro: Memoria, storia di una famiglia teatrale ed. Titivillus) di Loris Seghizzi con Enza Barone, Loris Seghizzi e la partecipazione di Walter Barone, Iris Barone e Gabriella Seghizzi regia Loris Seghizzi Teatro Era - Pontedera venerdì 5 aprile e sabato 6 aprile ore 21 The Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards Open Program I am america regia Mario Biagini testi poetici di Allen Ginsberg musiche Open Program – Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards con Mario Biagini, Itahisa Borges Méndez (Spagna), Lloyd Bricken (USA), Cinzia Cigna, Davide Curzio, Agnieszka Kazimierska (Polonia), Felicita Marcelli, Alejandro Tomás Rodriguez (Argentina) Copyright © Allen Ginsberg Trust, utilizzati con il permesso della Wylie Agency LLC I am America è l’esito della ricerca dell’Open Program del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards sul senso della parola poetica e sulla sua azione. Con la regia di Mario Biagini I am America, basato sulle opere di Allen Ginsberg (1927-1997), è uno spettacolo in cui la poesia fa luce sul ruolo e la funzione che ci competono all’interno di uno specifico panorama sociale, economico e culturale. Alberto Savinio, scrittore, pittore, critico, giornalista, uomo di teatro, rappresenta una delle figure di spicco della cultura italiana del Novecento ed in particolare incarna quell’ecclettismo intellettuale così poco praticato nel panorama degli intellettuali italiani spesso alla ricerca di una categoria in cui essere inseriti per diventare organici alla società. Emma B Vedova Giocasta resta il cardine del teatro Saviniano, un punto di arrivo, un sunto della sua poetica; questo testo, partendo dal rapporto madre / figlio, incarna con forza quella necessaria ridiscussione del sistema delle relazioni, quella fondante affermazione di verità, che travalica barriere, limiti e confini. Ed è proprio in questo costante “sconfinamento” che sta la ricchezza di significato, di cui Savinio ci fa partecipi invitandoci con ironia a dissacrare noi stessi, le regole che come adulti ci siamo dati, conservando quello sguardo bambino, artistico, che possa illuminare il buio “del dolore del presente”. Teatro Francesco di Bartolo - Buti venerdì 5 aprile e sabato 7 aprile ore 21.15 - prima nazionale Associazione Teatro Buti EMMA B – VEDOVA GIOCASTA di Alberto Savinio con Elena Croce e Elisabetta Furini regia e spazio scenico Alessio Pizzech assistente alla regia Elisabetta Furini Teatro comunale di Lari sabato 6 aprile ore 21 LeVieDelFool MACARON (studio) causa maltempo la rivoluzione è stata posticipata a data da definire di e con Simone Perinelli aiuto regia Isabella Rotolo Più che una situazione, sarà il ricordo o la suggestione di un pomeriggio di fine esta- te. Se fosse un colore sarebbe verde mela; se fosse musica sarebbe Bodysnatcher dei Radiohead. Se fosse un dolce sarebbe un macaron: ganache di cioccolata fondente tra due biscotti al cioccolato morbidi dentro, friabili fuori; tempo di preparazione 2 ore e 45 minuti. Macaron: una parola bella da pronunciare, una ricetta difficile da realizzare. Come la vita? Difficile ma possibile. A volte basta isolare gli ingredienti giusti; diffidare da ciò che non è. Non è il paesaggio sbiadito del cartellone appeso alla vetrina dell’agenzia di viaggi. Non è il test nell’ultimo numero di Focus per scoprire come sei veramente. Non è una puntata di American Horror Story. Macaron è resistenza alla quotidianità e accettazione del tempo che passa, scandito dalla lancetta di un orologio. mercoledì 10 aprile ore 21 Teatro Nazionale Rumeno Cluj-Napoca IDIOTA di F.M. Dostoievski regia Anna Stigsgaard con Petre Băcioiu, Ionuț Caras, Miriam Cuibus, Ramona Dumitrean, Cristian Grosu / Silvius Iorga, Anca Hanu, Romina Merei, Cristian Rigman, Matei Rotaru drammaturgia Anna Stigsgaard e Ștefana Pop-Curșeu scenografia Adrian Damian spettacolo con sopratitoli in italiano © Nicu Cherciu Mentre racconta la storia del romanzo, l’Idiota di Anna Stigsgaard, prodotto dal Teatro Nazionale Romeno di Cluj-Napoca, ci offre momenti musicali e visivi di grande potenza. Gli attori, considerati tra i migliori del loro paese, rendono presenti i personaggi creati da Dostoievski ricreando sulla scena, nella cornice di una festa che porta verso la morte, le passioni, le lotte, la disperazione di un mondo che non può essere salvato dalla bellezza e dalla bontà. Teatro Era - Pontedera prima nazionale Teatro comunale di Lari giovedì 11 aprile ore 21 Scenica Frammenti IL SOGNO DEL MARINAIO (studio) studio da Il Marinaio di Fernando Pessoa con Iris Barone, Alice Giulia di Tullio, Giulia Vagelli regia Loris Seghizzi in collaborazione con Gabriele Benucci Quanto è possibile mettere in scena un sogno? Forse i sogni sono comprensibili solo per chi li fa. Ma il testo di Pessoa (tradotto da Tabucchi) è di una bellezza insolita, sembra ti cerchi come l’onda cerca la riva, emettendo quello splendido suono che solo acqua e sabbia messi insieme possono ricreare. Il suono dunque diventa protagonista di questa messa in scena. La musicalità delle parole e delle azioni rendono l’immagine. Le tre donzelle di scena vivono come tre strumenti di una banda, di una band o di un’orchestra. E come ogni strumento, così rigido nell’essere materia, diventa armonico grazie al suono che emette. Le tre donzelle di scena sono fatte della stessa materia dei sogni e vivono la notte come l’ultimo e unico momento della propria esistenza. Quando verrà il giorno?… Al sud c’è anche l’inverno. A volte il tempo si guasta, e le persone non sono abituate. Vincenzo è un lavoratore della terra. A seguito dell’utilizzo dei veleni che si usano in agricoltura, scopre di non poter tenere fede alla promessa di dare un figlio a sua moglie. I veleni gli hanno causato una disfunzione dalla quale può guarire soltanto sottoponendosi ad una cura molto costosa. Nel frattempo, il terreno che gli dà da vivere viene espropriato perché ci passi una ferrovia. Senza guadagno e con la volontà di avere un figlio, in fretta si ritrova impigliato in una rete di soldi in prestito, difficoltà, problemi, aumentati dalla presenza di suo fratello che, pur affezionato, combina solo ulteriori guai. Una storia di terra e bisogni primari, nella quale c’è poco spazio per il desiderio. Teatro Era - Pontedera venerdì 12 aprile ore 21 e sabato 13 aprile ore 22.30 Teatro Minimo LA RIVINCITA * regia Leo Muscato con Michele Cipriani, Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Paola Fresa, Riccardo Lanzarone, Michele Sinisi di Michele Santeramo produzione Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro in coproduzione con Bollenti Spiriti – Regione Puglia Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Andria © Nicu Cherciu Teatro Era - Pontedera sabato 13 aprile ore 21 - prima nazionale Teatro Nazionale Rumeno - Cluj-Napoca AMLETO di William Shakespeare con Cristian Grosu, Cătălin Codreanu, Eva Crişan/Patricia Brad, Cătălin Herlo, Radu Lărgeanu, Miron Maxim, Irina Wintze regia Roberto Bacci drammaturgia Roberto Bacci, Stefano Geraci traduzione in rumeno Maria Rotar spettacolo con sopratitoli in italiano Giorno dopo giorno siamo Amleto. Nasciamo al mattino e moriamo la sera, come un personaggio della nostra vita. Forze di cui non siamo consapevoli ci spingono non si sa dove. Forze della natura. Forze presenti nella società. Forze delle nostre deboli credenze. Forze degli affetti. Forze dell’odio. Forze della riproduzione. Forze di nostro padre e di nostra madre. Forze della paura. Forze che prendono la forma, le parole ed il nome di coloro che ci circondano: i personaggi della nostra storia, della nostra vita, i compagni del nostro destino. Cosi é per il nostro Amleto. Roberto Bacci Tà-kài-Tà (‘Questo e Quello’, in greco antico), non è un testo ‘da’ ma ‘su’ Eduardo De Filippo. Non è un racconto né una sorta di sinossi riepilogativa della sua vicenda artistica ed umana. Così come non si basa – né vuole farlo – su alcun dato biografico ‘scientifico ‘ o storicamente fondato sulla vita, interiore ed esteriore, che a lui è toccato ‘veramente‘ di condurre. è piuttosto un periplo immaginario, fantastico, (e quello della fantasia è l’unico dono ‘vero’, forse, che un drammaturgo, un fingitore d’emozioni e vita, può fare a un altro drammaturgo, un altro fingitore d’emozioni e vita, io credo) intorno ai pensieri e ai sentimenti – ante e post mortem - che possono avergli sfiorato, per un attimo, l’anima ed il cuore. è un vagare per ipotesi, illazioni, supposizioni, né malevoli né benigne, solo magari spontanee, istintive, che implicano, però, da parte mia, due grandi cose, due grandi fedi, due speranze. Teatro Francesco di Bartolo - Buti domenica 14 aprile ore 21.15 Compagnia Enzo Moscato TÀ-KÀI-TÀ (Eduardo per Eduardo) di Enzo Moscato regia Enzo Moscato con Isa Danieli e Enzo Moscato produzione Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia, Compagnia Teatrale Enzo Moscato © Attilio Marasco Teatro Era - Pontedera martedì 16 e mercoledì 17 aprile ore 21 C.I.C.T. / Théâtre Des Bouffes Du Nord (Francia) UN FLAUTO MAGICO opera da Wolfgang Amadeus Mozart liberamente adattatato da Peter Brook, Franck Krawczyk e MarieHélène Estienne regia Peter Brook al pianoforte Vincent Planès con Malia Bendimerad, Anne-Emmanuelle Davy, Antonio Figueroa, Virgile Frannais, Betsabée Haas, Alex Mansoori, Vincent Pavesi, attore Abdou Ouologuem produzione C.I.C.T. / Théâtre des Bouffes du Nord, Parigi con il sostegno del Centre Internatinal de Création Théâtrale in coproduzione con Festival d’Automne a Parifi; Attiki Cultural Society, Athènes; Musikfest Bremen; Théâtre de Caen; MC2, Grenoble; Barbican, Londra; Les Théâtres de la Ville de Luxembourg; Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa; Lincoln Center Festival, New York spettacolo con sopratitoli in italiano in collaborazione con Fabbrica Europa - Firenze Mozart, pronto a giocare con i suoi trucchi, ci accoglie con un sorriso malizioso, cercando di tirarci fuori dal nostro torpore. Ci muoviamo verso di lui a braccia aperte, con l’impudenza che nasconde un profondo amore e rispetto per il mondo che si apre. Questo “Flauto” sarà lontano da ciò che uno si aspetterebbe. Il solito carico di effetti scenici, il simbolismo non farà parte del viaggio. Al loro posto lo spettatore potrà trovare un Mozart eternamente giovane, circondato da interpreti freschi e talentuosi, pronti a improvvisare, a plasmare, trasformare il testo musicale con forme e colori nuovi. Un ‘Flauto’ leggero ed effervescente, dove la vicinanza del gioco permette allo spettatore di entrare nella magia e nell’amore del lavoro. Peter Brook, Franck Krawczyk e Marie-Hélène Estienne I cantanti nella foto non sono necessariamente gli stessi che saranno in scena al Teatro Era. Nel corso della stagione, in occasione della residenza al Teatro Era con Luisa Cortesi, Massimo Barzagli presenterà nel foyer del Teatro Era Action Figures Drawings - che diventerà l’allestimento Action Figures Performing Paper - Fabbricare - Corpo a corpi - Lavorìo. © Courtesy Galleria Roberto Peccolo Livorno Testimonianza del passaggio umano in un tempo impegnato al di là della contemplazione e del soccombere di fronte alla supremazia schiacciante del paesaggio. Sembra che l’affermazione di Campana lo colga purtroppo sprovvisto di quella dote umana atta alla sopravvivenza che altrimenti lo avrebbe salvato e che lui stesso come indicazione salvifica indica proprio nell’accezione del “Fare”. “Domare il paesaggio”. Teatro Era - Pontedera Fabbricare Fabbricare Fabbricare preferisco il rumore del mare Che dice fabbricare Fare e disfare Fare e disfare è tutto un lavorare Ecco quello che so fare… Dino Campana, Canti orfici. © Massimo Agus Teatro Francesco di Bartolo - Buti fine aprile (date da definire) ore 21.15 prima nazionale Associazione Teatro Buti PAGINE SPARSE regia Dario Marconcini Fondazione Pontedera Teatro -Teatro Era - Pontedera Parco Jerzy Grotowski Via indipendenza - 56025 Pontedera (PI) tel. +39 0587.55720 / 57034 - biglietteria +39 0587 213988 [email protected] – www.pontederateatro.it Servizio di prevendita online su www.vivaticket.it oppure alla biglietteria del Teatro Era nei due giorni precedenti la replica, in orario 17.30-19.30, e il giorno stesso dalle ore 17.30 a inizio spettacolo. Biglietti: 20 € Intero | 15 € Ridotto | 10 € Studenti ad eccezione di UN FLAUTO MAGICO: Biglietti: 35 € Intero | 30 € Ridotto | 20 € Studenti Carnet a 3 spettacoli (eccetto UN FLAUTO MAGICO): 50 € Intero | 40 € Ridotto | 25 € Studenti Carnet a 5 ingressi (eccetto UN FLAUTO MAGICO) 90 € Intero | 70 € Ridotto | 45 € Studenti Riduzioni Under 18 e over 60, ARCI, Carta Più Feltrinelli, collaboratori e dipendenti dell¹Università di Pisa, docenti e collaboratori Scuola Normale Superiore di Pisa, collaboratori e dipendenti del Polo Sant¹Anna Valdera e di Pont-Tech, ACLI, UTE, ACSI, Soci CTS, Carta Giovani, Spazio Nu, soci e dipendenti del Credito Valdinievole e altre associazioni convenzionate il cui elenco sarà disponibile in biglietteria. Teatro Era ----> Teatro di Buti I possessori del carnet a 5 spettacoli del Teatro Era (previa prenotazione telefonica al Teatro Era) hanno diritto alla riduzione Biglietto amico a 10 € e alla riduzione dell’Abbonamento amico a 50 € al al Teatro Francesco di Bartolo di Buti. Scendere da Cavallo Biglietti: Posto Unico 8 € INFO E BIGLIETTI * PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle 18 Tel. 0587.55720/57034 - e-mail: [email protected] Teatro Francesco di Bartolo - Buti Via F.lli Disperati, 4 - 56032 Buti (PI) Tel. +39 0587 724548 - [email protected] – www.teatrodibuti.it Biglietti: 12 € Intero | 10 € Ridotto Abbonamento: 70 € Intero | 60 € Ridotto INFO E BIGLIETTI Teatro di Buti ----> Teatro Era Gli abbonati del Teatro Francesco di Bartolo di Buti hanno diritto (previa prenotazione telefonica al Teatro di Buti) alla riduzione Biglietto amico a 10 € e alla riduzione del Carnet amico a 3 spettacoli a 25 € e Carnet amico a 5 spettacoli a 45 € al Teatro Era. Teatro Comunale di Lari Via Dante - 56035 Lari (PI) [email protected] – www.teatrodilari.it L’ingresso agli spettacoli è consentito solo ai soci dell’Associazione Culturale Scenica Frammenti. L’ingresso per i soci è gratuito ad offerta libera. Teatro Francesco di Bartolo di Buti Comune di Pontedera Bandecchi e Vivaldi Comune di Buti Comune di Lari Provincia di Pisa