2013
gennaio - aprile
UNA STAGIONE
PER LA TOSCANA
| Teatro Era - Pontedera |
| Teatro Francesco di Bartolo -Buti |
| Teatro di Lari |
da UN FLAUTO MAGICO
regia Peter Brook - © Alicia Peres
Siamo coetanei
Io e Pontedera Teatro abbiamo la stessa età. Ci separa appena
qualche mese. Io ho già superato la soglia dei quaranta mentre la
Fondazione Pontedera Teatro celebrerà l’anniversario tra qualche
settimana. Ed è proprio come pensando ad un coetaneo, ad un
amico dei giochi d’infanzia, che mi rivolgo e mi avvicino a questa
magnifica esperienza artistica e culturale di Pontedera. Tra amici
ci si scambia pareri ed opinioni, ci si prende in giro e si scherza.
Per questo anche io vorrei evidenziare i lati positivi e i miglioramenti
possibili in questa fase storica così strana e critica.
Certamente il nostro Teatro è stato ed è uno dei punti di riferimento
culturali più importanti della nostra città. Uno dei testimonial positivi
della nostra cultura e della voglia di innovazione. Non è stato raro,
per molti di noi, trovarsi all’estero ed imbattersi in persone e riferimenti all’attività del teatro di Pontedera. Il Teatro ha una meritata
fama che travalica i confini nazionali ed europei.
Ma occorre sempre rinnovarsi e migliorare. Se devo dare un consiglio a chi porta avanti il nostro Teatro è quello proprio di non smettere mai di migliorarsi, di non adagiarsi, di cercare nuove strade, di
puntare sull’innovazione e sulla ricerca che oggi viaggiano a velocità altissime.
La nostra città, ma anche il nostro Paese, hanno nell’innovazione
e nel sapere, il nostro unico “petrolio”, la nostra unica fonte di ricchezza.
Siamo un Paese che non detiene risorse naturali ma ha la più ricca tradizione culturale di questo pianeta. Un paese che nel cuore
del mediterraneo ha saputo più volte guidare lo sviluppo mondiale
dell’arte. La scelta di Grotowski, di stabilirsi a Pontedera, ha testimoniato quanto importante sia stata la nostra città nella storia del
teatro. Mi auguro che questa tradizione e questa capacità di ricerca
possano continuare. Oggi Pontedera Teatro dispone di una struttura che nessuno avrebbe potuto immaginare quaranta anni addietro:
uno dei teatri più moderni e belli della Toscana e dell’Italia. Certo
viviamo un periodo di crisi economica e dell’intero sistema produttivo occidentale, ma sono proprio queste le occasioni nelle quali oc-
corre valorizzare la ricerca, l’innovazione, il sapere. La Fondazione
Pontedera Teatro può darci una mano a fare ciò.
Mi auguro quindi che i festeggiamenti per il mezzo secolo di attività,
tra dieci anni, ci vedranno con un carniere ancora più ricco di traguardi e di grandi sfide vinte. Infine voglio ringraziare chi ha saputo
guidare questa grande avventura: il mio ringraziamento va al direttore Roberto Bacci, ai suoi collaboratori, al Presidente della Fondazione Antonio Chelli e ai membri del consiglio di amministrazione.
Simone Millozzi
Sindaco di Pontedera
C’era una volta...
potrebbe veramente cominciare così, come le favole di una volta, la storia della Fondazione Pontedera Teatro. Si tratta, infatti, di
una storia congiunta a quella della nostra città che vide, molti anni
or sono, quasi quaranta, un gruppo di giovani attori ed un regista
pisano alle prime esperienze, avventurarsi nei campi della sperimentazione teatrale.
Chi ha la mia età si ricorda quegli anni. Tempi difficili, intrisi di grandi idee ed aspettative ma anche di grandi fatti delittuosi. Momenti di
riflessione che si aprivano al futuro con forte innovazione e tendenze fortissime alla radicazione in un passato che non voleva lasciar
posto al nuovo. All’inizio il nuovo teatro fece scandalo, così come lo
facevano quei giovani contestatori con i capelli lunghi, i libri sotto il
braccio e tante, molte speranze dentro al cuore.
Il giovane gruppo teatrale si è evoluto passando dall’esperienza
del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale a quella
della Fondazione Pontedera Teatro i cui soci, la Provincia di Pisa,
il Comune di Pontedera e quello di Peccioli, ne hanno sostenuto
l’attività fino ad oggi.
La Fondazione è, inoltre, conosciuta nel mondo e gli ultimi, importanti successi del 2012, hanno richiamato un pubblico numeroso dal
Giappone al Brasile, dal Portogallo alla Danimarca, ne sono la testimonianza.
La Fondazione è anche incontro e confronto di culture. Il Centro
Grotowski ne è un esempio felice, con le decine di artisti che dai
cinque continenti vengono a Pontedera per imparare e portare nei
loro Paesi un’esperienza teatrale unica.
Ma più si vola alto e lontano, più forte nasce il bisogno di mantenere
salde le proprie radici. Per questo il 2012 è stato anche l’anno di
un impegno attento e costante della Fondazione verso la nostra
città. L’apertura di un corso di teatro amatoriale che ha dato risultati
eccellenti, spettacoli nelle frazioni che hanno riscosso un grande
successo di pubblico, la collaborazione con altre associazioni culturali pontederesi per la stagione e, infine ma non per ultimo, una
presenza costante e continua con il Teatro di Buti e con il festival
del Comune di Lari.
E poi il teatro fisico, utilizzato dalla banda Volere è Potere, dalle scuole di danza, dalle compagnie amatoriali, da gruppi musicali, che ne
fanno il punto di riferimento artistico della nostra città e del territorio
circostante.
Se la storia fosse finita potremmo concludere, appunto come nelle favole di quando eravamo bambini, dicendo… e vissero felici e
contenti.
Ma la storia non è finita, fortunatamente continua e la vita della
Fondazione, per quanto possa essere felice oggi la vita dei teatri in
Italia, affronta il proprio futuro mantenendo quel delizioso strabismo
di Venere che ci consente di navigare sulla duplice rotta di apertura
al mondo e di attenzione a Pontedera ed ai suoi cittadini.
Antonio Chelli
Presidente
Fondazione Pontedera Teatro
A porte aperte
Ogni frutto ha la sua stagione.
Anche il teatro è un frutto, non di un albero o di un arbusto, ma dell’uomo
stesso. È il frutto dei suoi linguaggi, delle sue storie, delle sue tecniche,
delle sue filosofie, dei suoi sogni, della coscienza di sé e del proprio destino.
La stagione del Teatro Era da gennaio ad aprile 2013 mostrerà frutti di
diversa natura, provenienti da diversi paesi ed esperienze. È una stagione
molto ricca e, ci auguriamo, fertile.
Gli spettatori potranno nutrirsi e riflettere con noi su come il teatro sta
comunicando con i nostri tempi, con il nostro smarrimento quotidiano, con
le nostre speranze.
Venite, le porte sono aperte,
Roberto Bacci
Direttore Artistico
Fondazione Pontedera Teatro
C’è un rito di passaggio che unisce tutti in teatro, gli attori e gli spettatori,
ed è quando lo spettacolo sta per cominciare, quando si spengono le luci
della platea e uno strano silenzio si fa sentire: è molto rapido, ma tutto in
questo breve attimo è sospeso, e in questa sospensione sta il mistero del
teatro, la sua fascinazione.
La stagione è anche questa, al di là dei titoli, avere questi momenti di buio
dove poter sentire questo unico respiro che unisce.
Dario Marconcini
Direttore Artistico
Teatro Francesco di Bartolo di Buti
Un testo terribile per come rappresenta la depravazione, un atto
di cannibalismo non meno estremo di Anna Cappelli, anche se
non portato fino in fondo. Un rapporto col religioso pieno di cocenti
contraddizioni e rappresentato con cruda violenza, ma sempre con
quell’amore struggente che mi pare abbia Ruccello verso le ossessioni della sua vita. Il desiderio per un inafferrabile adolescente,
nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di
tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don
Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine. Allora tutto l’aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro
della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è
essa stessa lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno
del tanto “schifato” italiano.
Arturo Cirillo
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
giovedì 10 gennaio ore 21.15
Fondazione Salerno Contemporanea
FERDINANDO
di Annibale Ruccello
regia Arturo Cirillo
con Nino Bruno, Arturo Cirillo, Monica Piseddu, Sabrina Scuccimarra
in collaborazione con Benevento Città Spettacolo
Teatro comunale di Lari
domenica 13 gennaio ore 17
Compagnia Ribolle
RIBOLLE INTERNATIONAL
Operetta per bolle di Sapone senza Parole
con Maurizio Muzzi, Simona Baldeschi, Mariagrazia Fiore
al pianoforte Mirco Carosello
regia Michelangelo Ricci
Ribolle è un viaggio tra e con bolle di sapone, bolle d’ogni forma e
dimensione, da quelle giganti a quelle piccolissime, da quelle che nascono dalle semplici mani nude e da un soffio a quelle generate da
complesse procedure o da attrezzature improbabili.
Ribolle è un racconto visivo e musicale che trarposta chi vi assiste
in un mondo dalla consistenza incerta, dalle forme instabili, ora geometriche, ora danzanti; bolle multiformi, dal carattere imprevedibile, a
tratti addomesticabili e docili sino a momenti di incontenibile sfuggevolezza. Si entra così in un mondo di bolle dalle sembianze umane o di
sogno, che nel loro volteggiare, fermarsi, resistere o sparire, raccontano episodi di vita reale e di favola, in un succedersi di quadri, pantomime e gags che mettono lo spettatore in una sorta di sospensione
temporale, di incanto primordiale. Uno spettacolo che attraversa con
le abilità dei suoi attori, sorprese magiche, immagini di rara bellezza,
musica e poesia.
martedì 22 gennaio ore 21
Teatro Franco Parenti
UNA NOTTE IN TUNISIA
di Vitaliano Trevisan
con Alessandro Haber
e con Maria Ariis, Pietro Micci, Roberto Trifirò
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
© Tommaso Le Pera
Teatro Era - Pontedera
Si potrebbe definire Una notte in Tunisia un classico contemporaneo, dove Vitaliano Trevisan, una delle penne più autorevoli della
drammaturgia italiana, racconta gli ultimi giorni di vita di X, un uomo
dal forte carisma, il cui destino è segnato dalla sua natura, dalla
sua incapacità di fingersi quello che non è. Andrée Shammah offre
una lettura del testo che sposta lo sguardo dalla cronaca degli ultimi giorni di vita di Craxi (X è il nome con il quale il personaggio è
indicato nel testo) per alzarlo più in alto e trasformarlo in metafora
del potere e della sua caduta. Molto apprezzato la scorsa stagione
sia dal pubblico che dalla critica, lo spettacolo ha per protagonista
un Alessandro Haber in stato di grazia che dà fisicità ad un personaggio di Thomas Bernhard “con la sua voracità, il suo talento, la
sua energia sempre pronta ad esplodere”, è immerso in un corpo a
corpo con la parola scritta alla quale non vuole rinunciare e che ha
bisogno di verificare con se stesso e con tutti quelli che ha intorno.
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
mercoledì 23 gennaio ore 21.15
AttoDue / Armunia
MAROS_GELO
da Tre sorelle di Anton Cechov
regia Renata Palminiello
con Camilla Bonacchi, Costantino Buttitta, Carolina Cangini, Giuliano Comin, Elena De Carolis, Lorenzo Delaugier, Lia Locatelli, Sena
Lippi, Agnese Manzini, Francesco Mauri, Giovanna Sammarro, Veronica Tinnirello, Jacopo Trebbi, Michele Zaccaria
Il lavoro parte dal testo Tre Sorelle di Cechov e viene condotto da un
gruppo di giovani attori guidati da Renata Palminiello e col pensiero
a Thierry Salmon. Un cammino per riconoscere quello che sembra
già saputo e scoprirne nuove forme e nuovi significati. Lasciandosi
stupire. In questa ricerca gli attori hanno svuotato lo spazio, lo hanno
toccato, ascoltato, respirato, modificato. Poi sono usciti a guardare
cosa c’era fuori e hanno portato dentro il fuori, oggetti, esperienze
nuove. Così gli ambienti ordinari della scuola prima e di villa Pertusati di Castiglioncello poi (dove lo spettacolo ha debuttato quest’estate) sono diventati lo spazio del dramma di Cechov. Ne sono nati
personaggi vivi e vividi, che desiderano, ricordano, soffrono, ridono,
ballano, conquistano e rinunciano e che, con leggerezza, vanno incontro anche alla morte. Fieri e slavi.
Maros è uno spettacolo che si appropria dello spazio che lo ospita e
lo modifica, lo fa proprio. Qualsiasi spazio viene trasformato, vissuto,
riorganizzato in ogni suo angolo, esterno, interno per diventare la
casa delle Tre Sorelle. Lo spettatore vive nella casa delle tre sorelle.
Non viene coinvolto direttamente ma è dentro lo spazio scenico.
sabato 2 febbraio ore 21
Popular Shakespeare Kompany
LA TEMPESTA
di William Shakespeare
regia Valerio Binasco
con Valerio Binasco, Fabrizio Contri, Fortunato Cerlino, Andrea Di
Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Deniz Ozdogan, Fulvio Pepe,
Giampiero Rappa, Sergio Romano, Roberto Turchetta, Ivan Zerbinat
produzione Oblomov Films/Teatro Metastasio Stabile della Toscana e
Festival shakespeariano - Estate Teatrale Veronese
Teatro Era - Pontedera
Dal successo di Romeo e Giulietta è nata una nuova compagnia, la
Shakespeare Popular Kompany, che ha il suo battesimo ufficiale con
lo spettacolo La tempesta per la regia di Valerio Binasco, che interpreta il ruolo del protagonista, Prospero.
© Cristina Pasino
“La Tempesta è uno dei testi più misteriosi e affascinanti del teatro
mondiale. Gran parte del suo fascino dipende proprio dal suo mistero…”. “Cercare il bandolo della matassa è inutile; è molto meglio puntare dritti al cuore della matassa, e perdersi. Qual è il cuore de La
Tempesta? Per me è un dramma (malinconicamente) giocoso sulla
fine della civiltà, sulla fine della vita e sulla fine delle cose in generale”.
Valerio Binasco
© Francesca Padovan
Teatro comunale di Lari
mercoledì 6 febbraio ore 21
Macelleria Ettore__ teatro al kg
ALICE DELLE MERAVIGLIE
con Maura Pettorruso
testo e regia Carmen Giordano
Cadere nella tana di un coniglio, dentro un cassetto. Non riuscire a
oltrepassare una porta. Espandersi. Allungarsi come un telescopio.
Crescere. Piangere. Rimpicciolire. Cercare una chiave. La misura giusta per entrare nel giardino. Sottomondo. Ultramondo. Wonderland. Il
posto delle meraviglie.
Alice si meraviglia di se stessa, nello specchio. Come nei sogni dove
siamo e non siamo, perché osiamo cose mai viste e parliamo una
lingua misteriosa. La lingua delle meraviglie. La lingua di Carroll: parole – valige piene zeppe di significati, vocazione al nonsenso, onnipotenza del gioco. Scopriamo la libertà assoluta di tradire il reale. Farci
specchio deformante del mondo di tutti i giorni. Sovvertirlo. Superarlo.
Meravigliarlo.
Alice nel paese delle meraviglie e Alice attraverso lo specchio non
sono libri per bambini e non sono per adulti. Sono libri per adulti stanchi di crescere per niente. È il testo che non è: spostato un po’ più
avanti e un po’ più indietro di dove lo si coglie. Ha più tempo di noi.
Ognuno sta al proprio passo.
© Andrea Casini
Il lavoro si sviluppa intorno alla tematica “paure metropolitane” ovvero l’insieme delle paure, delle fobie e delle tensioni sociali e individuali che innegabilmente caratterizzano e condizionano la nostra
quotidianità e la qualità delle relazioni. Pregiudizio, intolleranza, sospetto, insicurezza, solitudine, terrorismo ideologico come elementi
che costantemente influenzano un tessuto sociale sempre più fragile
e disarmato. In un mondo incrinato da una profonda crisi economica, sociale e umana, dove ogni via d’uscita sembra ormai perduta,
l’unica speranza di salvezza è rappresentata dagli Alieni, da qualche
tempo sulla terra per aiutarci a risolvere i nostri problemi più gravi.
Inizialmente percepiti come un miracolo vengono poi demonizzati,
strumentalizzati ed eliminati da chi detiene un potere costituito privo
di alcun interesse al cambiamento. I notiziari in sottofondo accompagnano la trama, raccontando le contraddizioni e le distorsioni del
nostro tempo, specchio di una società ridicola e invasiva, nella quale
il fatto diventa notizia, la notizia pettogolezzo, il pettegolezzo verità.
Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera
giovedì 7 febbraio ore 21
Carrozzeria Orfeo
ROBE DELL’ALTRO MONDO *
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimilliano Setti, Roberto Capaldo
con Gabriele Di Luca, Luisa Supino, Massimilliano Setti, Roberto Capaldo
Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera
venerdì 8 febbraio ore 21
Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
EDUCAZIONE FISICA
di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
testo Elena Stancanelli
con Enrico Ballardini, Sabino Civilleri, Alice Conti, Giulia D’imperio,
Daniele Giacomelli, Veronica Lucchesi, Dario Mangiaracina, Dario
Muratore, Chiara Muscato, Quinzio Quiescenti, Francesca Turrini,
Marcella Vaccarino, Gisella Vitrano
produzione CRT Centro di Ricerca per il Teatro, Uddu Associazione
è educazione fisica, non libertà.
Un allenatore vuole trasformare un gruppo di adolescenti nella
squadra perfetta. Forgiare i loro corpi, orientare le loro teste. Portarli
verso il gesto esemplare, convincerli ad abbandonare la mediocrità per il sublime. I ragazzi gli credono, e si abbandonano alla sua
esaltazione. è gratificante farsi strumento delle sue ambizioni, assecondare la sua volontà. La squadra non pensa, i giocatori sono
ingranaggi della stessa macchina. Reagiscono, non elaborano. Si
allenano al grido di “If you can’t, then you must!!! Se non puoi, allora
devi”. Ma se davvero non puoi, che cos’è il dovere? Con cosa confina, che cosa dovranno essere disposti a cedere? L’ Allenatore è
il sovrano. Si occupa di morale. Annienta modestia, benevolenza e
moderazione perchè sono ostacoli alla sovranità. Predica il sacrificio,
perpetua la menzogna e insinua la diffidenza. La Squadra ritiene la
soggezione necessaria. Teme l’allenatore, ne venera l’autorità.
Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
sabato 9 febbraio ore 21
Teatro dei Venti
IL DRAAAGO
con Oksana Casolari, Daniele De Blasis,
Francesca Di Traglia, Francesca Figini, Simone Lampis
Beatrice Pizzardo, Antonio Santangelo, Igino L. Caselgrandi
regia Stefano Tè
musiche Igino L. Caselgrandi
dai 6 anni in su
© Chiara Ferrin
Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera
Un Drago, una piccola città in balìa del suo potere, vittime, complici
e un Cavaliere sconosciuto che prova a sconfiggerlo.
La più classica sfida tra il Cavaliere e il Drago è il pretesto per uno
spettacolo che meraviglia i bambini e fa sognare i grandi.
Lo spettacolo è liberamente tratto da Il Drago di Evgenij Schwarz.
Le atmosfere dell’opera originale, fiabesche ed infernali allo stesso
tempo, prendono vita attraverso l’utilizzo delle tecniche del teatro
di strada: trampoli, bastoni infuocati, 7 maschere giganti, sputafuoco, macchine teatrali, un drago alto 5 metri, cavalli rachitici e altre
scenografie mobili.
In una piccola città, da più di 400 anni, un terribile Drago tormenta
il popolo rendendolo pazzo di paura.
È un drago che cambia sempre aspetto: una volta si presenta come
Bestia, un’altra come Uomo e solo raramente come vero Drago
sputafiamme.
Un uomo. Una donna. Una coppia. Una stanza. Una camera da
letto. Un mese.
Dicembre. Una notte. Quella di Natale.
La neve che tutto ricopre e tutto cancella.
L’alba che coglie d’anticipo il buio,
svela i desideri osceni, consuma i pensieri, stravolge gli animi,
conduce al logoramento.
Eccoli. Gli sposi ribelli. Gli amanti stremati.
Eccoli. Il superstite e il boia. L’incontro degli opposti.
Urlano che l’estasi non è in quello che si offre, ma in quanto si
rifiuta.
Fecondano il tempo perché nessuno creda che non lascino
impronte.
Nulla li soddisfa. Nulla li sazia.
Ma dove si scappa mentre ci si viene incontro?
© Marco Davolio
Scendere da cavallo | Teatro Era - Pontedera
domenica 10 febbraio ore 19
Biancofanco
PORCO MONDO *
drammaturgia Francesca Macrì e Andrea Trapani
regia Francesca Macrì
con Aida Talliente, Andrea Trapani
disegno luci Luigi Biondi
Antigone di Sofocle ci ha colpito soprattutto per la straordinaria nettezza nell’affrontare un tema mitico ma al tempo stesso di sconcertante attualità e per la sorprendente semplicità poetica di una lingua
capace di attraversare il tempo e le mode, senza nulla perdere dello splendore diretto della sua comunicatività.
Grande tragedia di contrasti, limpidi e insanabili, a cominciare dal
nucleo primario che oppone la ragione del cuore di Antigone alla
ragione di stato di Creonte, figure mastodontiche nella loro umana
vulnerabilità: sul corpo insepolto di Polinice, guerriero, eroe e traditore di una patria infettata dalla grande colpa di Edipo, si consuma
lo scontro tra la pietas ostinata di Antigone, donna e sorella, e l’inflessibile rigore di Creonte, uomo e sovrano, specchio del conflitto
insanabile tra la legge degli dèi e quella degli uomini.
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
giovedì 14 febbraio ore 21.15
Le Belle Bandiere
ANTIGONE
ovvero una strategia
del rito da Sofocle
regia Elena Bucci
con la collaborazione di
Marco Sgrosso
con Elena Bucci, Marco Sgrosso,
Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo,
Nicoletta Fabbri, Filippo Pagotto,
Gabriele Paolocà
con il sostegno del
Comune di Russi
Teatro comunale di Lari
venerdì 15 Febbraio ore 21
Piccola Compagnia Dammacco
L’ULTIMA NOTTE DI ANTONIO
di Mariano Dammacco
con Serena Balivo, Mariano Dammacco, Salvo Lombardo
ideazione e drammaturgia Mariano Dammacco
regia Mariano Dammacco e Salvo Lombardo
produzione Piccola Compagnia Dammacco/Asti Teatro 34
Testo vincitore del Premio nazionale di drammaturgia Il centro del
discorso – edizione 2010
L’ultima notte di Antonio offre agli spettatori una storia di malessere crescente, di tentativi falliti, di percezioni alterate, di ossessioni
quotidiane. Lo spettacolo racconta le innumerevoli “ultime notti” di
Antonio prima della sua fine dando voce e corpo ai suoi incubi,
alle sue forme di dipendenza, attraverso l’alternanza tra un registro
lirico-poetico e uno comico-grottesco. Lo spettacolo è un’azione teatrale con una sua scrittura scenica corale all’interno della quale
prendono vita figure e immagini, seguendo gli intenti poetici della
Compagnia: realizzare una visione, agire un rito, offrire allo spettatore l’evocazione di uno stato altro/alto, poetico, un luogo di analogia della vita. L’ultima notte di Antonio è il primo dei tre spettacoli
che andranno a comporre la Trilogia della Fine del Mondo. Gli altri
due spettacoli saranno intitolati Esilio e L’esorcista.
sabato 16 febbraio ore 21 - prima nazionale
OKT/Vilnius City Theatre (Lituania)
I BASSIFONDI
di Maksim Gor’kij
regia Oskaras Koršunovas
con Jonas Verseckas, Rasa Samuolytė, Nelė Savičenko, Julius
Žalakevičius, Darius Meškauskas, Dainius Gavenonis, Darius Gumauskas, Giedrius Savickas, Tomas Žaibus, Rytis Saladžius
spettacolo con sopratitoli in italiano
© Dmitrijus Matvejevas
Teatro Era - Pontedera
I Bassifondi è un laboratorio, un esperimento che abbiamo fatto su
noi stessi.
è il primo spettacolo teatrale in cui non ci concentriamo sull’opera
finita, sul risultato, ma cerchiamo di metterci alla prova per scoprire
la nostra natura. In questo lavoro gli attori non solo elaborano i propri
personaggi, ma mantengono costantemente il contatto con la realtà
per rimanere se stessi.
Il testo di Gor’kij assume un’importanza fondamentale nel momento in cui gli interpreti cercano di far crescere i personaggi a partire
dalla propria esperienza personale.
Ne I Bassifondi abbiamo scelto uno spazio speciale e ci siamo liberati dell’intreccio e della trama. Abbiamo osato sederci vicino al
pubblico, o meglio, far sedere il pubblico così vicino agli attori in
modo da stabilire un confronto diretto.
Oskaras Koršunovas
Mutando Riposa, che prende il titolo da un frammento di Eraclito, è
uno di quegli spettacoli che nasce quasi “loro malgrado”, che possono lievitare nella direzione di una loro organicità, di un loro senso, oppure restare dei frammenti staccati senza riuscire a diventare
un’opera compiuta.
Lo stimolo iniziale è nato da un’indagine sull’origine della coscienza
nell’essere umano. Libri, viaggi e incontri con esperti ci hanno offerto
suggestioni vivificanti per produrre materiali scenici.
Roberto Bacci
© Enzo Cei
Teatro Era - Pontedera
da martedì 19 a sabato 23 febbraio ore 21
Compagnia Laboratorio di Pontedera
MUTANDO RIPOSA *
regia Roberto Bacci
drammaturgia Stefano Geraci
con Savino Paparella, Tazio Torrini
pitture di scena Sergio Seghettini
luci Marcello D’Agostino
musiche originali Ares Tavolazzi
direzione tecnica Sergio Zagaglia
allestimenti Stefano Franzoni
produzione Fondazione Pontedera Teatro
spettacolo per 20 spettatori
La passione che divora Swann è il tema di questo spettacolo: amore come gelosia, tradimento, ansia, angoscia, solitudine. Ma anche
gioia di possesso, condivisione, forza sensuale... A questo si aggiunge il risvolto pirandelliano che si esplica nel mistero della natura di ogni essere umano, sempre sfuggente: Odette, che appare a
Swann come una donna quasi irraggiungibile non è altro che una
ex-prostituta: un tempo aveva battuto i marciapiedi di Nizza!...
Insieme ritratto di una società in via di disfacimento e analisi accorata ma anche spietata dei moti dell’animo e delle leggi dell’amore,
Un amore di Swann offre la possibilità di una drammaturgia asciutta e tagliente, spumeggiante di toni comici e drammatici, dolenti e
ferocemente ironici.
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
© Antonio Giacomin
domenica 24 febbraio ore 21.15
Compagnia Sandro Lombardi
UN AMORE DI SWANN
di Marcel Proust
drammaturgia Sandro Lombardi e Fabrizio Sinisi
regia Federico Tiezzi
con Sandro Lombardi, Elena Ghiaurov, Iaia Forte
scene di Pier Paolo Bisleri
costumi di Giovanna Buzzi
luci di Gianni Pollini
immagini digitali di Antonio Giacomin
Teatro Era - Pontedera
da giovedì 28 febbraio a sabato 2 marzo ore 21
Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards
Focused Research Team in Art as Vehicle
THE LIVING ROOM *
diretto da Thomas Richards
con Benoit Chevelle, Jessica Losilla Hébrail, Philip Salata, Cécile
Richards, Thomas Richards
The Living Room, una nuova opera nel campo dell’arte come veicolo, ci porta a casa, nel luogo in cui accogliamo l’altro. Partendo
da questa azione fondamentale, che può avvenire anche in un soggiorno, c’inoltriamo in un’investigazione sui modi in cui le potenzialità del mestiere performativo arricchiscono e sono arricchite dalla
realtà e dalle relazioni interpersonali quotidiane. Come può questa
nostra stanza diventare viva [living room]?
Come si può essere con l’altro in modo che il quotidiano fluisca
senza rotture nel non quotidiano?
Qui il testimone ha la possibilità di liberarsi della sua anonimità,
ed essere un individuo, un ospite. Durante l’incontro si svolge un
evento performativo, strutturato e preciso, un flusso vivente di azioni basate sul lavoro su canti di tradizione, e su testi che esplorano cosa comporta il risvegliarci di fronte a noi stessi, all’altro e al
mondo.
Si firmava NOF4, stava per Nannetti Oreste Fernando, 4 invece
per i posti in cui è stato rinchiuso, un orfanotrofio, un carcere, due
manicomi. Uno di questi ultimi a Volterra. Arriva nel 1959. E’ stato
arrestato a Roma per oltraggio a pubblico ufficiale e assolto per
infermità mentale. La diagnosi per lui è: psicotico grave. Finisce
nel padiglione Ferri, quello in cui c’erano le persone che avevano
avuto guai con la giustizia. Lì ci resta, con qualche breve spostamento all’interno del manicomio fino alla chiusura della struttura per
la legge Basaglia. Muore nel 1994 in una casa famiglia a Volterra.
NOF4 voleva scrivere, non gli davano penne e fogli. Allora lui comincia a incidere sui muri esterni del padiglione. Ha lasciato centottanta metri di pensieri incisi.
Pensieri che fanno tremar le vene e i polsi. Per dolore, follia, solitudine e bellezza.
Dopo la scommessa vinta con Il Processo di Franz Kafka, il nuovo
progetto produttivo di Francesco Niccolini, Ciro Masella e Simone
Martini con la compagnia teatrale toscana Kanterstrasse è dedicato
a una storia toscana e internazionale al tempo stesso: la vita e la
mente di Oreste Nannetti.
Le collaborazioni in campo sono di altissimo livello: alla scrittura del
testo, insieme a Francesco Niccolini, fresco del grandissimo successo teatrale e televisivo del suo ITIS Galileo con Marco Paolini,
stanno lavorando due giornalisti di Repubblica, Laura Montanari e
Fabio Galati.
Teatro comunale di Lari
sabato 9 marzo ore 21 - Anteprima
KanterStrasse Teatro/ Uthopia/ tra Cielo e Terra
Comune di San Giovanni Valdarno
MURO
vita di NOF4, astronautico ingegnere minerario nel sistema
mentale
di Francesco Niccolini, Laura Montanari e Fabio Galati
con la collaborazione di Luigi Rausa e Filippo Quezel
con Simone Martini, Ciro Masella e altri due giovani attori
All’interno della casa dove Cenerentola fa da sguattera, la matrigna
e le due sorellastre si presentano in maniera totalmente diversa da
come invece appaiono all’esterno. A casa sono sciatte, malvestite,
trasandate e per di più comunicano tra loro in un dialetto ricco di parole ed espressioni accese. Ma quando entrano a stretto contatto con
l’alta società, negli ambienti aristocratici, i loro modi diventano raffinati
e sensibili. La stessa cosa fa il principe: il suo disagio lo esprime in
dialetto come se il dialetto fosse la lingua privata con cui i personaggi
possono dire in tutta franchezza ciò che pensano. Ma anche la lingua
della vergogna, quella che non si può, non si deve parlare in pubblico.
Cenerentola è l’unica a usare sempre lo stesso linguaggio proprio perché non ha niente da nascondere: la sua disperazione è alla luce del
giorno e la sua indole è nobile e gentile sia all’interno che all’esterno
della casa.
© Carmine Maringola
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
domenica 10 marzo ore 17 e ore 21.15
Sud Costa Occidentale
ANASTASIA, GENOVEFFA E CENERENTOLA
Favola per bambini e adulti
testo e regia Emma Dante
con Italia Carroccio, Davide Celona, Gisella Vitrano, Valentina
Chiribella
Questo concerto è il mio incontro con il violino. Il violino che suonava mio padre alla sera quando tornava da lavorare. Il violino che
un giorno ha venduto. Il violino che non ho sentito più suonare. Il
violino che appartiene ad una presunto legame familiare che tengo
con Nicolò Paganini. Il violinista del demonio. Quando ho ascoltato
Alexander Balanescu suonare il violino ho sentito in lui quelle note
che uscivano come urli dell’anima. Ho risentito quelle note che non
mi facevano dormire la notte da piccolo. E ho sentito in lui il canto di
altre vite, di esili, di fierezze di un popolo, il canto di una terra bella e
amara: la Romania.
La voce e il violino si sono avvicinate mischiandosi con le parole di
Pasolini, di Rimbaud, di Whitman, di Eliot, per cercare di trovare quei
fili segreti, magici forse, che uniscono le persone, le storie, al di là
delle differenze, al di là delle nazioni, della lingua, al di là dell’essere
ancora qui vivi, al di là dell’essere già partiti. Chissà, forse la musica
è quel racconto segreto che unisce, e dà armonia alle cose.
Pippo Delbono
Teatro Era - Pontedera
© Chiara Ferrin
mercoledì 13 marzo ore 21
Compagnia Pippo Delbono
AMORE E CARNE
di e con Pippo Delbono e Alexander Balanescu
Teatro Era - Pontedera
venerdì 22 marzo ore 21
Teatro Minimo
STORIE D’AMORE E DI CALCIO
di Michele Santeramo
con Vittorio Continelli,
Michele Santeramo
produzione Teatro Minimo
Le storie di cui tratta lo spettacolo legano calcio e amore di paese.
I protagonisti sono persone di cui mai si sentirà parlare. La piazza
della quale si racconta non sarà mai sui giornali, eppure contiene
ogni sera il pulsare profondo delle vite di quelle poche persone che
spendono il tempo a inseguire sogni, perderli, innamorarsi, perdere.
a seguire
Michele Santeramo
NOBILI E PORCI LIBRI
Fogli nuovi per don Gennaro de Gemmis
di e con Michele Santeramo
produzione Teatro Minimo
Qui si racconta la storia di un uomo, delle sue debolezze e delle
sue solennità, delle passioni e della conoscenza; si racconta la storia
di un ingegnere, filosofo, storico, pensatore, galantuomo, chimico,
grande esperto di agronomia, e agricoltura, e di libri. Tanto da sperperare tutto il suo immenso patrimonio, fatto di terre e case e bellezze tutte preziose, per acquistare libri, tutti sulla storia della Puglia,
per dare vita alla biblioteca più grande, la più grande, esistente nel
1963 ed oggi ancora.
A seguito della pubblicazione del libro Memoria, storia di una famiglia teatrale, scritto da Francesco Niccolini e Loris Seghizzi e edito
da Titivillus, Scenica Frammenti presenta lo spettacolo che racconta la storia di Vincenza Barone e della Compagnia.
Memoria è la storia di una “famiglia teatrale” nata agli inizi del Novecento. Enza Barone, figlia di attori, nata e vissuta nella Compagnia di Teatro Viaggiante, inizia la propria esperienza artistica
durante la seconda guerra mondiale.
Attrice vera, vittima delle atrocità del nazifascismo, ripercorre insieme al figlio un secolo di teatro e, in parallelo inevitabile, “stracci”
di storia d’Italia dall’avvento di Mussolini fino ai primi anni Ottanta.
In un’ora di parole ed emozioni riaffiorano i ricordi, i viaggi, gli aneddoti, gli incontri importanti e gli stessi ricordi spesso si materializzano in frammenti di spettacoli.
Teatro comunale di Lari
sabato 23 Marzo ore 21
Scenica Frammenti
MEMORIA
(evento speciale con presentazione del libro:
Memoria, storia di una famiglia teatrale ed. Titivillus)
di Loris Seghizzi
con Enza Barone, Loris Seghizzi
e la partecipazione di Walter Barone, Iris Barone e Gabriella Seghizzi
regia Loris Seghizzi
Teatro Era - Pontedera
venerdì 5 aprile e sabato 6 aprile ore 21
The Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards
Open Program
I am america
regia Mario Biagini
testi poetici di Allen Ginsberg
musiche Open Program – Workcenter of Jerzy Grotowski and
Thomas Richards
con Mario Biagini, Itahisa Borges Méndez (Spagna), Lloyd Bricken
(USA), Cinzia Cigna, Davide Curzio, Agnieszka Kazimierska (Polonia), Felicita Marcelli, Alejandro Tomás Rodriguez (Argentina)
Copyright © Allen Ginsberg Trust, utilizzati con il permesso della
Wylie Agency LLC
I am America è l’esito della ricerca dell’Open Program del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards sul senso della parola
poetica e sulla sua azione.
Con la regia di Mario Biagini I am America, basato sulle opere di Allen Ginsberg (1927-1997), è uno spettacolo in cui la poesia fa luce
sul ruolo e la funzione che ci competono all’interno di uno specifico
panorama sociale, economico e culturale.
Alberto Savinio, scrittore, pittore, critico, giornalista, uomo di teatro,
rappresenta una delle figure di spicco della cultura italiana del Novecento ed in particolare incarna quell’ecclettismo intellettuale così
poco praticato nel panorama degli intellettuali italiani spesso alla
ricerca di una categoria in cui essere inseriti per diventare organici
alla società.
Emma B Vedova Giocasta resta il cardine del teatro Saviniano, un
punto di arrivo, un sunto della sua poetica; questo testo, partendo
dal rapporto madre / figlio, incarna con forza quella necessaria ridiscussione del sistema delle relazioni, quella fondante affermazione
di verità, che travalica barriere, limiti e confini.
Ed è proprio in questo costante “sconfinamento” che sta la ricchezza di significato, di cui Savinio ci fa partecipi invitandoci con ironia
a dissacrare noi stessi, le regole che come adulti ci siamo dati, conservando quello sguardo bambino, artistico, che possa illuminare il
buio “del dolore del presente”.
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
venerdì 5 aprile e sabato 7 aprile ore 21.15 - prima nazionale
Associazione Teatro Buti
EMMA B – VEDOVA GIOCASTA
di Alberto Savinio
con Elena Croce e Elisabetta Furini
regia e spazio scenico Alessio Pizzech
assistente alla regia Elisabetta Furini
Teatro comunale di Lari
sabato 6 aprile ore 21
LeVieDelFool
MACARON (studio)
causa maltempo la rivoluzione
è stata posticipata a data da definire
di e con Simone Perinelli
aiuto regia Isabella Rotolo
Più che una situazione, sarà il ricordo o la suggestione di un pomeriggio di fine esta- te. Se fosse un colore sarebbe verde mela;
se fosse musica sarebbe Bodysnatcher dei Radiohead. Se fosse
un dolce sarebbe un macaron: ganache di cioccolata fondente tra
due biscotti al cioccolato morbidi dentro, friabili fuori; tempo di preparazione 2 ore e 45 minuti. Macaron: una parola bella da pronunciare, una ricetta difficile da realizzare. Come la vita? Difficile ma
possibile. A volte basta isolare gli ingredienti giusti; diffidare da ciò
che non è.
Non è il paesaggio sbiadito del cartellone appeso alla vetrina dell’agenzia di viaggi. Non è il test nell’ultimo numero di Focus per scoprire come sei veramente. Non è una puntata di American Horror
Story. Macaron è resistenza alla quotidianità e accettazione del
tempo che passa, scandito dalla lancetta di un orologio.
mercoledì 10 aprile ore 21
Teatro Nazionale Rumeno
Cluj-Napoca
IDIOTA
di F.M. Dostoievski
regia Anna Stigsgaard
con Petre Băcioiu, Ionuț Caras,
Miriam Cuibus, Ramona Dumitrean,
Cristian Grosu / Silvius Iorga,
Anca Hanu, Romina Merei,
Cristian Rigman, Matei Rotaru
drammaturgia Anna Stigsgaard e
Ștefana Pop-Curșeu
scenografia Adrian Damian
spettacolo con
sopratitoli in italiano
© Nicu Cherciu
Mentre racconta la storia del romanzo, l’Idiota di Anna Stigsgaard,
prodotto dal Teatro Nazionale Romeno di Cluj-Napoca, ci offre momenti musicali e visivi di grande potenza.
Gli attori, considerati tra i migliori del loro paese, rendono presenti i personaggi creati da Dostoievski ricreando sulla scena, nella
cornice di una festa che porta verso la morte, le passioni, le lotte,
la disperazione di un mondo che non può essere salvato dalla bellezza e dalla bontà.
Teatro Era - Pontedera
prima nazionale
Teatro comunale di Lari
giovedì 11 aprile ore 21
Scenica Frammenti
IL SOGNO DEL MARINAIO (studio)
studio da Il Marinaio di Fernando Pessoa
con Iris Barone, Alice Giulia di Tullio, Giulia Vagelli
regia Loris Seghizzi in collaborazione con Gabriele Benucci
Quanto è possibile mettere in scena un sogno? Forse i sogni sono
comprensibili solo per chi li fa.
Ma il testo di Pessoa (tradotto da Tabucchi) è di una bellezza insolita, sembra ti cerchi come l’onda cerca la riva, emettendo quello
splendido suono che solo acqua e sabbia messi insieme possono
ricreare.
Il suono dunque diventa protagonista di questa messa in scena. La
musicalità delle parole e delle azioni rendono l’immagine.
Le tre donzelle di scena vivono come tre strumenti di una banda,
di una band o di un’orchestra. E come ogni strumento, così rigido
nell’essere materia, diventa armonico grazie al suono che emette.
Le tre donzelle di scena sono fatte della stessa materia dei sogni
e vivono la notte come l’ultimo e unico momento della propria esistenza.
Quando verrà il giorno?…
Al sud c’è anche l’inverno. A volte il tempo si guasta, e le persone non
sono abituate.
Vincenzo è un lavoratore della terra. A seguito dell’utilizzo dei veleni che
si usano in agricoltura, scopre di non poter tenere fede alla promessa
di dare un figlio a sua moglie. I veleni gli hanno causato una disfunzione dalla quale può guarire soltanto sottoponendosi ad una cura molto
costosa. Nel frattempo, il terreno che gli dà da vivere viene espropriato
perché ci passi una ferrovia. Senza guadagno e con la volontà di avere
un figlio, in fretta si ritrova impigliato in una rete di soldi in prestito, difficoltà, problemi, aumentati dalla presenza di suo fratello che, pur affezionato, combina solo ulteriori guai.
Una storia di terra e bisogni primari, nella quale c’è poco spazio per il
desiderio.
Teatro Era - Pontedera
venerdì 12 aprile ore 21 e sabato 13 aprile ore 22.30
Teatro Minimo
LA RIVINCITA *
regia Leo Muscato
con Michele Cipriani, Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Paola
Fresa, Riccardo Lanzarone, Michele Sinisi
di Michele Santeramo
produzione Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro
in coproduzione con Bollenti Spiriti – Regione Puglia Assessorato alle
Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale in collaborazione con
l’Assessorato alla Cultura del Comune di Andria
© Nicu Cherciu
Teatro Era - Pontedera
sabato 13 aprile ore 21 - prima nazionale
Teatro Nazionale Rumeno - Cluj-Napoca
AMLETO
di William Shakespeare
con Cristian Grosu, Cătălin Codreanu, Eva Crişan/Patricia Brad,
Cătălin Herlo, Radu Lărgeanu, Miron Maxim, Irina Wintze
regia Roberto Bacci
drammaturgia Roberto Bacci, Stefano Geraci
traduzione in rumeno Maria Rotar
spettacolo con sopratitoli in italiano
Giorno dopo giorno siamo Amleto.
Nasciamo al mattino e moriamo la sera, come un personaggio della
nostra vita. Forze di cui non siamo consapevoli ci spingono non si
sa dove. Forze della natura. Forze presenti nella società. Forze
delle nostre deboli credenze. Forze degli affetti.
Forze dell’odio. Forze della riproduzione. Forze di nostro padre e di
nostra madre. Forze della paura.
Forze che prendono la forma, le parole ed il nome di coloro che
ci circondano: i personaggi della nostra storia, della nostra vita, i
compagni del nostro destino.
Cosi é per il nostro Amleto.
Roberto Bacci
Tà-kài-Tà (‘Questo e Quello’, in greco antico), non è un testo ‘da’
ma ‘su’ Eduardo De Filippo.
Non è un racconto né una sorta di sinossi riepilogativa della sua
vicenda artistica ed umana.
Così come non si basa – né vuole farlo – su alcun dato biografico
‘scientifico ‘ o storicamente fondato sulla vita, interiore ed esteriore,
che a lui è toccato ‘veramente‘ di condurre.
è piuttosto un periplo immaginario, fantastico, (e quello della fantasia è l’unico dono ‘vero’, forse, che un drammaturgo, un fingitore
d’emozioni e vita, può fare a un altro drammaturgo, un altro fingitore d’emozioni e vita, io credo) intorno ai pensieri e ai sentimenti
– ante e post mortem - che possono avergli sfiorato, per un attimo,
l’anima ed il cuore.
è un vagare per ipotesi, illazioni, supposizioni, né malevoli né benigne, solo magari spontanee, istintive, che implicano, però, da parte
mia, due grandi cose, due grandi fedi, due speranze.
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
domenica 14 aprile ore 21.15
Compagnia Enzo Moscato
TÀ-KÀI-TÀ
(Eduardo per Eduardo)
di Enzo Moscato
regia Enzo Moscato
con Isa Danieli e Enzo Moscato
produzione Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro
Festival Italia, Compagnia Teatrale Enzo Moscato
© Attilio Marasco
Teatro Era - Pontedera
martedì 16 e mercoledì 17 aprile ore 21
C.I.C.T. / Théâtre Des Bouffes Du
Nord (Francia)
UN FLAUTO MAGICO opera
da Wolfgang Amadeus Mozart
liberamente adattatato da Peter
Brook, Franck Krawczyk e MarieHélène Estienne
regia Peter Brook
al pianoforte Vincent Planès
con Malia Bendimerad, Anne-Emmanuelle Davy, Antonio Figueroa,
Virgile Frannais, Betsabée Haas,
Alex Mansoori, Vincent Pavesi,
attore Abdou Ouologuem
produzione C.I.C.T. / Théâtre des
Bouffes du Nord, Parigi
con il sostegno del Centre Internatinal de Création Théâtrale
in coproduzione con Festival d’Automne a Parifi; Attiki Cultural Society,
Athènes; Musikfest Bremen; Théâtre de Caen; MC2, Grenoble; Barbican, Londra; Les Théâtres de la Ville de Luxembourg; Piccolo Teatro
di Milano – Teatro d’Europa; Lincoln Center Festival, New York
spettacolo con sopratitoli in italiano
in collaborazione con Fabbrica Europa - Firenze
Mozart, pronto a giocare con i suoi trucchi, ci accoglie con un sorriso malizioso, cercando di tirarci fuori dal nostro torpore. Ci muoviamo
verso di lui a braccia aperte, con l’impudenza che nasconde un profondo amore e rispetto per il mondo che si apre. Questo “Flauto” sarà
lontano da ciò che uno si aspetterebbe. Il solito carico di effetti scenici,
il simbolismo non farà parte del viaggio. Al loro posto lo spettatore
potrà trovare un Mozart eternamente giovane, circondato da interpreti
freschi e talentuosi, pronti a improvvisare, a plasmare, trasformare il
testo musicale con forme e colori nuovi.
Un ‘Flauto’ leggero ed effervescente, dove la vicinanza del gioco permette allo spettatore di entrare nella magia e nell’amore del lavoro.
Peter Brook, Franck Krawczyk e Marie-Hélène Estienne
I cantanti nella foto non sono necessariamente gli stessi che saranno in scena al Teatro Era.
Nel corso della stagione, in occasione della residenza al Teatro
Era con Luisa Cortesi, Massimo Barzagli presenterà nel foyer
del Teatro Era Action Figures Drawings - che diventerà l’allestimento Action Figures Performing Paper - Fabbricare - Corpo
a corpi - Lavorìo.
© Courtesy Galleria Roberto Peccolo Livorno
Testimonianza del passaggio umano in un tempo impegnato al di
là della contemplazione e del soccombere di fronte alla supremazia
schiacciante del paesaggio. Sembra che l’affermazione di Campana lo colga purtroppo sprovvisto di quella dote umana atta alla
sopravvivenza che altrimenti lo avrebbe salvato e che lui stesso
come indicazione salvifica indica proprio nell’accezione del “Fare”.
“Domare il paesaggio”.
Teatro Era - Pontedera
Fabbricare Fabbricare Fabbricare
preferisco il rumore del mare
Che dice fabbricare Fare e disfare
Fare e disfare è tutto un lavorare
Ecco quello che so fare…
Dino Campana, Canti orfici.
© Massimo Agus
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
fine aprile (date da definire) ore 21.15
prima nazionale
Associazione Teatro Buti
PAGINE SPARSE
regia Dario Marconcini
Fondazione Pontedera Teatro -Teatro Era - Pontedera
Parco Jerzy Grotowski Via indipendenza - 56025 Pontedera (PI)
tel. +39 0587.55720 / 57034 - biglietteria +39 0587 213988
[email protected] – www.pontederateatro.it
Servizio di prevendita online su www.vivaticket.it
oppure alla biglietteria del Teatro Era nei due giorni precedenti la
replica, in orario 17.30-19.30, e il giorno stesso dalle ore 17.30 a
inizio spettacolo.
Biglietti: 20 € Intero | 15 € Ridotto | 10 € Studenti
ad eccezione di UN FLAUTO MAGICO:
Biglietti: 35 € Intero | 30 € Ridotto | 20 € Studenti
Carnet a 3 spettacoli (eccetto UN FLAUTO MAGICO):
50 € Intero | 40 € Ridotto | 25 € Studenti
Carnet a 5 ingressi (eccetto UN FLAUTO MAGICO)
90 € Intero | 70 € Ridotto | 45 € Studenti
Riduzioni
Under 18 e over 60, ARCI, Carta Più Feltrinelli, collaboratori e
dipendenti dell¹Università di Pisa, docenti e collaboratori Scuola Normale Superiore di Pisa, collaboratori e dipendenti del Polo
Sant¹Anna Valdera e di Pont-Tech, ACLI, UTE, ACSI, Soci CTS,
Carta Giovani, Spazio Nu, soci e dipendenti del Credito Valdinievole e altre associazioni convenzionate il cui elenco sarà disponibile
in biglietteria.
Teatro Era ----> Teatro di Buti
I possessori del carnet a 5 spettacoli del Teatro Era (previa prenotazione telefonica al Teatro Era) hanno diritto alla riduzione Biglietto amico a 10 € e alla riduzione dell’Abbonamento amico a
50 € al al Teatro Francesco di Bartolo di Buti.
Scendere da Cavallo
Biglietti: Posto Unico 8 €
INFO E BIGLIETTI
* PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
dal lunedì al venerdì dalle ore 15 alle 18
Tel. 0587.55720/57034 - e-mail: [email protected]
Teatro Francesco di Bartolo - Buti
Via F.lli Disperati, 4 - 56032 Buti (PI)
Tel. +39 0587 724548 - [email protected] – www.teatrodibuti.it
Biglietti: 12 € Intero | 10 € Ridotto
Abbonamento: 70 € Intero | 60 € Ridotto
INFO E BIGLIETTI
Teatro di Buti ----> Teatro Era
Gli abbonati del Teatro Francesco di Bartolo di Buti hanno diritto
(previa prenotazione telefonica al Teatro di Buti) alla riduzione Biglietto amico a 10 € e alla riduzione del Carnet amico a 3 spettacoli a 25 € e Carnet amico a 5 spettacoli a 45 € al Teatro Era.
Teatro Comunale di Lari
Via Dante - 56035 Lari (PI)
[email protected] – www.teatrodilari.it
L’ingresso agli spettacoli è consentito solo ai soci dell’Associazione
Culturale Scenica Frammenti.
L’ingresso per i soci è gratuito ad offerta libera.
Teatro Francesco
di Bartolo di Buti
Comune
di Pontedera
Bandecchi e Vivaldi
Comune
di Buti
Comune
di Lari
Provincia
di Pisa