TEATRO COMUNALE RUSSI
Stagione Teatrale 2010 – 2011
Stagione Concertistica
mercoledì 20 ottobre 2010 – ore 20.45
CONCERTO LIRICO
Daniela Pini (mezzosoprano), Fabrizio Milani (pianoforte)
musiche di G. Bizet, G. Rossini, G. Gerswhin, A.L. Webber, A. Piazzola, C. Saint Saëns
Daniela Pini si è laureata in lettere presso l’Università di Bologna con tesi in storia della musica ed ha
studiato canto a Modena. Ha lavorato con direttori quali Roberto Abbado, Yuri Terminakov, Daniel Oren,
Claudio Scimone, Jean Christophe Spinosi e con registi quali Graham Vick, Gabriele Lavia, Dario Fo, Lina
Wertmuller, Pierluigi Pizzi. Del repertorio sacro ha cantato lo Stabat Mater di Pergolesi e la Petite messe
solennelle e lo Stabat Mater di Rossini; il Requiem di Mozart e il Messiah di Händel, lo Stabat Mater e il
Gloria di Vivaldi. Ha avuto grande successo con La pietra del paragone di Rossini al Teatro Regio di Parma
e al Teatro Verdi di Sassari, in Butterfly di Puccini a Tokyo e Nagoya, in Viaggio a Reims di Rossini al
Teatro Reale di Bruxelles, Ariodante di Handel a Francoforte, Italiana in Algeri di Rossini a Bologna, Nozze
di Figaro di Mozart a Tokyo, Orlando furioso di Vivaldi a Edimburgo, Clemenza di Tito di Mozart al Teatro
Regio di Torino. Prossimamente calcherà i palcoscenici del National Theatre di Tokio con “Così fan tutte”
di Mozart e di Seattle (USA) con “La Cenerentola” di Rossini.
Fabrizio Milani ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna,
diplomandosi in Pianoforte, Composizione e Direzione d’orchestra. Ha suonato in numerose città italiane e
per importanti associazioni musicali, tra le altre il Teatro Verdi di Pisa, Circolo degli artisti di Venezia, Aula
absidale di S. Lucia di Bologna, Accademia di S.Cecilia a Roma, Recital hall del National Theatre di Taipei
(Taiwan). Come Maestro Collaboratore partecipa alle produzioni liriche della Fondazione Teatro Rossini di
Lugo (RA), del Teatro Comunale di Modena, della Fondazione Toscanini di Parma; della Fondazione Teatro
Comunale di Bologna e del Teatro Coliseo di Porto (Portogallo). Si dedica al repertorio lirico come
preparatore di cantanti; con orchestra dirige opere del repertorio italiano e straniero tra le quali “Il trovatore”,
“La bohème”, Il barbiere di Siviglia” e inoltre “Il flauto magico” andato in scena all’auditorium di S.Cecilia
in Roma, il “Don Pasquale” al Teatro D.Fabbri di Forlì e “Rigoletto” al teatro Comunale di Ferrara. Ha
registrato per RAI Radio 3 e ha inciso per la casa discografica “Bongiovanni”.
giovedì 4 novembre 2010 – ore 20.45
QUARTETTO SAXOFONIA
musiche di J.B. Singelée, A. Scarlatti, I. Albèniz, K. Weill, P. Iturralde
Gianfranco Berardi (sax soprano), Gilberto Monetti (sax contralto),
Luca Quadrelli (sax tenore), Riccardo Righi (sax baritono)
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Il gruppo strumentale Quartetto Saxofonia si è costituito negli anni settanta con finalità di dedicarsi allo
studio ed interpretazione della letteratura preesistente per saxofono, con particolare attenzione al repertorio
di fine Ottocento e primo Novecento italiano. Successivamente con le esperienze acquisite, parallelamente
all’evolversi del saxofono nel campo della musica classica e da camera e l’inserimento dello studio
accademico negli organici dei Conservatori Musicali di Stato, al Quartetto vengono offerte diverse
possibilità di collaborazione nell’esecuzione di musiche di autori contemporanei ottenendo riscontro di
merito nelle opportune sedi di competenza. Il percorso artistico del Quartetto Saxofonia (nome iniziale
“Nuovo Quartetto d’Ance”) alternato da momenti di affermazione dei risultati ottenuti alle verifiche
autentiche nei confronti degli emergenti della nuova scuola di saxofono italiana, può vantare un ventennio di
partecipazione attiva (concerto, registrazioni discografiche, convegni musicali nazionali e mondiali) a
contributo di quello che è ora il saxofono nell’ambito della musica classica.
mercoledì 24 novembre 2010 – ore 20.45
DUO NOFERINI – CATTANI
Roberto Noferini (violino), Chiara Cattani (clavicembalo)
musiche di J.S. Bach, G. Sarti, L. Boccherini
Roberto Noferini si è diplomato con lode al Conservatorio Verdi di Milano, si è perfezionato con Arthur
Grumiaux, Salvatore Accardo, Dora Schwartzberg, Pavel Vernikov e, per la musica da camera, con Dario
De Rosa. Ha vinto numerosi primi premi e premi speciali in importanti concorsi internazionali. Membro
fondatore dal 2000 dello SchuberTrio e dal 2002 del Quartetto Mantegna, di cui è primo violino, si esibisce
in concerti da camera, riscuotendo unanimi consensi. Segnalato da numerose critiche come uno dei più
brillanti violinisti della sua generazione, ha suonato in veste di solista alcuni dei principali concerti per
violino e collabora in formazioni cameristiche con Bruno Canino, Alessandro Specchi, Denis Zardi,
Salvatore Accardo, Domenico Nordio, Massimo Quarta, Isabelle Faust, Bruno Giuranna, Sylvie Gazeau,
Anthony Pay, Emanuele Segre e Giampaolo Bandini.
Con la sorella Anna (violinista del Maggio Musicale Fiorentino e violista) e il fratello Andrea (primo
violoncello del Teatro dell’Opera di Roma) suona in trio d’archi in omaggio al padre Giordano Noferini,
compositore, direttore d’orchestra e direttore del Conservatorio G. B. Martini di Bologna.
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martedì14 dicembre 2010 – ore 20.45
CONCERTO DI PIANOFORTE
Giuseppe Aneomanti (pianoforte)
musiche di F. Liszt, F. Schubert, G. Verdi, A. Alabiev, N. Paganini
Giuseppe Aneomanti si è diplomato in Pianoforte e Composizione al Conservatorio di Musica G. Verdi di
Milano. E’ vincitore del concorso internazionale pianistico P. Neglia di Enna.
Già titolare di ruolo della Cattedra di Pianoforte Principale nei Conservatori di Musica di Stato ha tenuto
corsi di perfezionamento e Master-Classes alla R. Accademia Filarmonica di Bologna di cui è socio
accademico nella classe dei pianisti e dei compositori, all’istituto Superiore di Studi Musicali F. Cittadini di
Pavia, alla Scuola di Musica G.B.Pergolesi di Sanremo e attualmente prosegue la collaborazione con le
classi di Pianoforte dell’Istituto Superiore di Studi Musicali A. Peri di Reggio Emilia.
E’ stato invitato a suonare nelle sedi delle più prestigiose associazioni musicali straniere e italiane come il
Mozarteum di Salisburgo, il Konzerethaus di Vienna, il Fest-Saal di Monaco di Baviera, il conservatorio di
Atene, il Teatro Fraschini di Pavia, la Società Concerti di Cremona, il Teatro Comunale di Alessandria, il
Teatro Bibiena di Mantova, il Teatro Comunale di Ferrara, il Teatro Comunale di Lugo, il Teatro delle
Grazie di Bergamo, la Sala grande del Conservatorio di Piacenza, la Rassegna musicale “Ottobre Dauno” di
Foggia, il Festival Internazionale degli “Incontri musicali” di Venezia e il Festival Musicale Internazionale
dell’Umbria.
Stagione di Prosa
Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna
venerdì 19 novembre 2010 – ore 20.45
SE PERDO TE 2
scritto da Francesco Freyrie
con Vito e Maria Pia Timo
scene Leonardo Scarpa
regia di Daniele Sala
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In un´Emilia la cui morfologia è ormai radicalmente mutata, e i centri commerciali, gli outlet, i grandi saloni
del mobile hanno frastagliato l’orizzonte piatto della pianura e i padelloni delle tv satellitari infestano come
piccioni i tetti delle villette a schiera, costruite alle spalle degli argini, paesi e frazioni hanno chinato il capo
al nuovo che avanza. Dove prima c’erano le drogherie ora ci sono i negozi dei telefonini, i video-nolo hanno
sfrattato i cartolai e le insegne delle balere hanno ceduto il passo ai nomi esotici dei locali di lap-dance. C’è
solo un posto che resiste agli attacchi del consumismo. Questa riserva indiana è Fossa Ranuzzi, il feudo di
Don Guido. Nessuna parabola svetta sul tetto della sagrestia se non quelle di Gesù, gli sms qui si chiamano
ancora “telegrammi” e quando l’anziana perpetua, la Marisa, si sveglia, nessuno può prevedere che piega
prenderà la giornata, perché il destino a Fossa Ranuzzi gioca scherzi misteriosi. Tanto per cominciare un
lutto inaspettato ha gettato lo sconforto su Don Guido, i fedeli dal canto loro la domenica alla messa
preferiscono il bowling, non ci sono più offerte e la chiesa è sempre più malandata: nell’acquasantiera
galleggiano le barchette di carta e qualche burlone ha dipinto sulla statua della Madonnina un paio di baffi.
Così quando la pazienza di Don Guido sembra ormai grattare il fondo del barile, giunge la inspiegabile
notizia che il Santo Padre farà un’ispezione alla parrocchia. Ma quella del Santo Padre non è l’unica visita
capace di provocare clamore. Una mattina una Harley Davidson cromata e luccicante si schianta contro la
fiancata della chiesa: il conducente perde i sensi e viene immediatamente soccorso dalla perpetua e chiuso a
chiave in sagrestia. Ma le voci in paese corrono veloci e ben presto tutti raccontano che Don Guido ha rapito
George Clooney.
Una nuova irruzione sulla scena di Vito con tutto il bagaglio di umanità e simpatia che conosciamo. Quando
racconta porta un mondo. Il mondo della sua infanzia, le radici della sua infanzia, le radici della sua
maschera emiliana.
CTB Teatro Stabile di Brescia
In collaborazione con Le Belle Bandiere
martedì 30 novembre 2010 – ore 20.45
L’AMANTE
una tragicommedia
da Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
progetto, elaborazione drammaturgica e interpretazione
Elena Bucci, Marco Sgrosso
Elena Bucci e Marco Sgrosso dopo aver affrontato testi ‘classici’ di un passato anche recente, nell’intento di
riscoprirli e ‘riscriverli’ al presente, attraverso una sensibilità contemporanea, ora mettono in scena un
grande drammaturgo contemporaneo qual è il premio Nobel Harold Pinter, grandissimo e spietato rivelatore
di convenzioni vuote e di confortanti assurdità mascherate da quieta e ragionevole normalità.
Ne L’amante - una tragicommedia ci troviamo di fronte ad una coppia che, ribaltando il mito di Anfitrione e
Giove, che sotto una stessa apparenza restavano uno il marito e uno l’amante, gioca al suo interno tutti i
ruoli, ammettendo la possibilità, a tratti disorientante, della compresenza di molte identità in ognuno di noi.
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Affrontando questo testo, apparentemente semplice, ma che coniuga lo stile del teatro, del radiodramma e
del cinema, offrendo tagli ironici, tragici e talvolta commoventi, lo spettacolo ricerca le radici del mistero
dell’attrazione e del tentativo di costruzione di un legame, possibile tra menzogne e verità.
Le Art’Teatro
giovedì 27 gennaio 2011 – ore 20.45
ROMEO & GIULIETTA
nati sotto contraria stella
da William Shakespeare
con Ruggero Dondi, Salvatore Lanolina, Marco Godetti, Giulio Baraldi, Giordano Mancioppi, Dario
Buccino
e la partecipazione straordinaria di Ernesto Mahieux
scene e costumi Maria Carla Ricotti
musiche originali Dario Buccino
disegno luci Alessandro Verazzi
drammaturgia e regia di Leo Muscato
Nel teatro elisabettiano, quando un drammaturgo metteva mano a un testo, non si poneva l’obiettivo di
scrivere un’opera letteraria. Suo compito era quello di fornire gli attori di elementi strutturali e verbali
necessari per poter “raccontare” una storia, e far sì che chi l’ascoltava, si sentisse partecipe. Spesso si
limitava a trascrivere per la scena, un poema già esistente, il più delle volte, conosciuto anche dal pubblico.
Raramente gli autori facevano pubblicare i loro scritti; Shakespeare non lo fece mai. La maggior parte delle
sue opere, vennero stampate molti anni dopo essere andate in scena. Erano pubblicazioni che non si
basavano su manoscritti dell’autore, ma su semplici ricostruzioni mnemoniche, ad opera di alcuni attori che
avevano preso parte alle prime rappresentazioni; o di editori, che vi avevano assistito. Di una stessa opera,
potevano essere stampate versioni diverse, ridotte ai suoi momenti memorabili, con molte imprecisioni,
ripetizioni o omissioni di frasi intere, confusioni nella designazione della battuta e altro ancora. Quindi le
opere di Shakespeare, che noi oggi leggiamo, in realtà, non sono altro che ricostruzioni congetturali di quelle
che, il singolo curatore, ritiene siano state le intenzioni dell’autore nello scrivere il testo. Punti cardini di
quel teatro elisabettiano erano il Gioco, la Metafora e il Travestimento.
Le compagnie erano composte da dieci, dodici attori più qualche avventizio che fungeva da comparsa.
Poiché in uno spettacolo potevano esserci anche una quarantina di personaggi, era diffusa la pratica del
doubling, che consisteva nell’affidare diverse parti ad uno stesso attore. Questa pratica era stata presa in
prestito direttamente dai moralities e dagli interludes del Cinquecento, in cui, opere con quindici, venti
personaggi, venivano interpretate da piccoli gruppi girovaghi che non comprendevano mai più di cinque, o
sei attori. Ed è proprio da qui che parte il nostro lavoro.
Teatro Stabile di Verona
In collaborazione con I Fratellini
Martedì 8 febbraio 2011 – ore 20.45
IL BUGIARDO
di Carlo Goldoni
con Marcello Bartoli, Dario Cantarelli, Roberto Petruzzelli
regia di Paolo Valerio
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Il Bugiardo con Marcello Bartoli nei panni di un Pantalone padre caparbio e Dario Cantarelli in veste
dell’ambiguo Lelio per la regia di Paolo Valerio debutta in prima nazionale all’Estate Teatrale Veronese
nella splendida cornice del Teatro Romano a luglio 2010. Il Bugiardo appartiene alla stagione capitale della
carriera teatrale di Carlo Goldoni, quella, nell’anno comico 1750-51, delle cosiddette “sedici commedie
nuove” con cui egli – scrivendo il doppio dei testi rispetto al numero fissato dal suo contratto – cerca di
imporre il suo nome e la sua opera sul repertorio di compagnia. In realtà si tratta di una “commedia nuova”
fino a un certo punto, e questa è la ragione del fascino teatrale che essa emana, del suo prolungato successo
nell’Ottocento e del Novecento. Capolavoro della tradizione e novità sono concepiti come perfetti
meccanismi teatrali, e in quanto tali teatralmente efficaci per la loro stessa “falsità” e ambiguità. Commedia
della propagazione del disegno della menzogna e del plagio – a carico dell’ambiguo Lelio, eroe
necessariamente negativo che rappresenta lo stesso teatro – Il Bugiardo è molte cose insieme. Anzitutto una
trama che Goldoni “plagia”, o di cui si impossessa a sua volta, da due grandi drammaturghi dell’età barocca,
Juan Ruíz de Alarcón e Pierre Corneille, spostandola però sul piano del teatro italiano e della tradizione
della commedia dell’arte. Privandola dell’ambiguità metafisica – quella che si imprime nel titolo dello
spagnolo: “La verità sospetta” – ma proiettandovi dentro, anche se completamente deformata, un po’ della
storia della sua giovinezza, sospesa tra la vita scapestrata ai limiti della società messa in carico a Lelio e al
triste, appartato, ruolo dello spento Florindo. Due personaggi che sono – come il barone dimezzato di Italo
Calvino – in realtà due facce della stessa medaglia, ovvero della storia di uomo e di autore che Goldoni
raccontata per l’intera sua vita, nelle commedie e nell’autobiografia.
Argot Produzioni – Teatro Artigiano
venerdì 18 febbraio 2011 – ore 20.45
DIVORZIO CON SORPRESA
di Donald Churchill
con Paola Gassman, Pietro Longhi, Elisa Gallucci
scena Francesco Ghisu
costumi Lucia Mariani
regia di Maurizio Panici
Continua con un nuovo allestimento del 2009 la collaborazione tra Argot e Teatro Artigiano per la messa in
scena di commedie intelligenti e significative. Dopo “Un grande grido d’amore”, di Josiane Balasko ,
protagonista Pamela Villoresi insieme a Pietro Longhi e “L’appartamento è occupato!” di Jean Marie
Chevret , con Paola Gassman e Lydia Biondi, viene proposto Divorzio con sorpresa (Moment of weakness)
di Donald Churchill, protagonisti la stessa Gassman con Pietro Longhi: la storia di una coppia che si è
lasciata da anni con molti nodi in sospeso, che si incontra nuovamente per mettere in vendita la casa di
campagna ancora in comune. In questa occasione si intrecciano ricordi, tenerezze, tradimenti e dispetti.
L’intervento della figlia complica ancora di più le cose: tra un matrimonio che si dovrebbe fare e un
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bambino che nasce all’improvviso, tutto porta verso un finale imprevedibile, dove ancora una volta la storia
si rovescia.
Una commedia piena di divertimento e di imprevisti, che vede gli attori tesi a trovare le ragioni di un
sentimento troppo spesso confuso nel trascorrere monotono della vita familiare.
Diablogues – Teatro Stabile di Sardegna – Teatro de Gl’Incamminati – Teatro Caracano di Milano
In collaborazione con il Teatro Comunale di Imola
lunedì 28 febbraio 2011 – ore 20.45
I GIGANTI DELLA MONTAGNA
di Luigi Pirandello
con Stefano Randisi, Enzo Vetrano, Ester e Maria Cucinotti, Marika Pugliatti,Giovanni Moschella, Giuliano
Brunazzi, Luigi Tabita, Antonio Lo Presti, Margherita Smedile, Eleonora Giua, Paolo Baietta
luci di Maurizio Viani
scene di Marc’Antonio Brandolini
costumi di Mela Dell’Erba
regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi
L’arrivo della Compagnia della Contessa Ilse alla villa del Mago Cotrone e dei suoi “scalognati”
somiglia al rispecchiamento di un’idea utopica con la sua impossibile realizzazione. La compagnia,
fedele all’idea di Poesia assoluta, si è ormai ridotta in miseria: nessuno, nel mondo, sembra più
comprendere e accettare il suo messaggio. Ma ecco che arrivati alla Villa, come in un sogno (e il finale
dell’opera è stato veramente dettato da Pirandello al figlio Stefano dopo un sogno chiarificatore) ciò che i
teatranti cercano strenuamente sembra manifestarsi in quel luogo. In un gioco fantastico di apparizioni ed
evocazioni, di doppi e di identità rubate, la Villa stessa dà corpo ai personaggi, alle scene, alle musiche,
alle atmosfere che i poveri attori non sono più in grado di riprodurre. Il Mago Cotrone invita i teatranti a
rimanere lì, per creare nuovi e più favolosi sogni dei quali potranno godere insieme, ma la Contessa Ilse,
personificazione del Teatro puro, non può accettare che la sua missione di portare e far vivere la Poesia
tra la gente si chiuda entro le mura di quel luogo, e decide di affrontare il confronto con la realtà, a costo
della sua stessa vita. Due alberi faranno da prologo e da epilogo a questo spettacolo: all’inizio un
cipresso, tipico albero da camposanto, albero dell’Ade, come se si fosse, in quel luogo, ai confini
dell’aldilà, dove si potrebbe, con un semplice passo, scivolare nell’invisibile. Alla fine, quando tutti gli
eventi si saranno compiuti, un olivo saraceno, simbolo di vita e di memoria, a rappresentare e contenere
in sé il passato, il presente e il futuro.
Per Vetrano e Randisi I Giganti della Montagna rappresentano l’approdo di un lungo viaggio nel mondo
pirandelliano cominciato nel ‘99 con la messinscena de Il berretto a sonagli e proseguito, con la
formazione di una Compagnia particolarmente affiatata, con L’uomo, la bestia e la virtù e il più recente
Pensaci, Giacomino! , spettacolo selezionato nella terna finalista al Premio Eti - Gli Olimpici del Teatro
2009 per la categoria Miglior Spettacolo di prosa. I Giganti della Montagna, ultimo testo incompiuto di
Luigi Pirandello attendeva da anni, nella mente dei due attori-registi siciliani, un incontro con il
palcoscenico.
Produzioni Fuorivia – Teatro Stabile di Torino
giovedì 17 marzo 2011 – ore 20.45
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18 MILA GIORNI
Il pitone
testo originale di Andrea Bajani
con Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa
disegno luci di Andrea Violato
musiche originali di Gianmaria Testa
regia di Giorgio Gallione
18 mila giorni corrispondono a 50 anni. E’ curioso come la prospettiva e il senso del tempo possano
cambiare a seconda del criterio col quale lo si organizzi: gli anni o i giorni.
Il pitone è un animale che prima se ne sta buono e ti prende le misure e poi, quando ha raggiunto la tua
stessa lunghezza o la tua stessa forza, ti fa fuori.
Il nostro spettacolo parte da qui: dal tempo e da una metafora.
Protagonista un uomo di 50 anni che perde il lavoro. Riflessioni personali e epocali si intrecciano a
sottolineare come in soli 18 mila giorni siano radicalmente mutate le prospettive e le aspettative sociali in
Italia. Dalla dignità del lavoro del gruista della “Chiave a stella” di Primo Levi, da un’epoca in cui il lavoro
era un diritto e elemento fondante dell’umana dignità, al trionfo dell’odierno precariato, divenuto persino
forma più o meno palese di ricatto sociale.Protagonista Giuseppe Battiston, pluripremiato attore del nostro
cinema e del nostro teatro (recentissimo il Premio UBU come miglior attore italiano). Accanto a lui, a fare
da contrappunto musicale, il cantautore Gianmaria Testa che comporrà canzoni nuove e inedite apposta per
questo spettacolo.
Irma Spettacoli
martedì 12 aprile 2011
ARIE
con Lella Costa
regia di Giorgio Gallione
Nel marzo del 2010, gli Amici del Conservatorio di Milano hanno deciso di insignirmi del premio “Una vita
per la musica”, insieme a Luciana Serra e Liliana Cosi, e scusate se è poco. Lì per lì ho pensato si fossero
sbagliati: macchè, me l’hanno confermato. Convinti e contenti. E la motivazione era, tra l’altro, bellissima. E
coglieva nel mio lavoro qualcosa “che aveva a che fare con la musica/e il modo in cui la musica scorre,
emblema della vita/e come non puoi isolare una sola nota e dire/se va bene o no:devi aspettare/che sia
finita”. Questi versi di John Ashbery, scoperti mentre lavoravo al copione di “Ragazze”, alla luce di quel
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premio acquisivano un valore e un significato ancora più precisi e decisivi: non mi è sembrato saggio
ignorare tutte queste coincidenze. E così sono andata a rileggermi i copioni dei miei spettacoli, da “Ragazze”
su su fino ad “Adlib”, per verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno
consapevole, qualcosa “che aveva a che fare con la musica”. E se ci tenete a saperlo sì, c’era. C’era la
costante presenza della musica, non solo come semplice colonna sonora, ma proprio come voce altra, come
interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico; e c’erano anche, in ogni testo, dei brani costruiti
con una scansione metrica che li rendeva molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a
un monologo. Piccole romanze recitate. Arie.
Riproporle,oggi, non vuole essere soltanto una sorta di rivisitazione antologica, ma anche e forse soprattutto
un’occasione per cucire insieme momenti in apparenza lontani e diversi e magari scoprire che sì, c’è un filo
che li unisce,ed è saldo, e regge al tempo e all’usura. Quanto al colore, non può essere che “rosso Marras”, il
ligazzo rubio che da qualche anno avvolge di bellezza i miei abiti di scena, e non solo. E poi a tutto questo
materiale, che è ricco e vivo e vibrante di suo, non posso non sommare il meraviglioso regalo che è stato, in
questi ultimi anni soprattutto, lavorare con i musicisti in carne e ossa, vivi e dal vivo, sul palco e in sala
d’incisione : Paolo Fresu, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Furio Li Castri, Paolo Damiani, Danilo Rea,
Antonello Salis, Bebo Ferra. Per non parlare delle incursioni nella musica classica, con Ruggero Laganà, con
Giorgio Mezzanotte, con Rosetta Cucchi. Insomma: ho un curriculum, e intendo farlo valere. E chissà che
non trovi anche il coraggio di andare a riscuotere la promessa pronunciata in presenza di testimoni da Paolo
Conte, qualche tempo fa, di scrivere qualcosa per la soubrette che è in me (testuale). In fondo è stato lui-il
Maestro che è nell’anima- a dichiarare che per fare musica “ci va carattere e fisarmonica, senso del brivido e
solitudine”: almeno due elementi su quattro mi appartengono profondamente. E se volete scoprire quali,
dovete solo venire a teatro.
Rassegna …E la danza…
Botega Dance Company
martedì 11 gennaio 2011 – ore 20.45
PARACASOSCIA
per 8 danzatori
musiche di Donizetti, Verdi, Puccini, Rossini
coreografia e regia di Enzo Celli
Paracasoscia, forma dialettale per “sembra che soffi”, è uno spettacolo popolare, arguto e ironico, che
rivisita il patrimonio lirico nazionale con il linguaggio frizzante ed energico dell’hip hop, specialità in cui
eccelle Enzo Celli. Un modo originale ed estremamente moderno di avvicinarsi all’opera, capace di catturare
l’attenzione dei più giovani e di divertire i più attempati. Lo spettacolo è un carosello di celebri arie che dal
mondo della lirica “soffiano” verso il pubblico, travolgendolo con un linguaggio che mescola break dance,
acrobatica e arti circensi, fuse tra loro in un gioco semi serio. Paracososcia vuole giocare con le nostre
tradizioni “soffiando via” il peso del tempo.
Compagnia Artemis Danza – Monica Casadei
mercoledì 30 marzo 2011 – ore 20.45
LATINO AMERICA
Trilogia
9
per 7 danzatori
musiche originali di Luca Vianini
elaborazione musicale Mauro Casappa
video Enanuele Sciannamea
ideazione, coreografia e regia di Monica Casadei
A partire dal 2005 la Compagnia Artemis Danza si è dedicata intensamente alla realizzazione del progetto
di residenze artistiche all’estero “Artemis incontra culture altre”, scegliendo come meta il continente latino
americano in tre distinti viaggi in Messico (2007), Cuba (2006) e Brasile (2005).
Latino America.Trilogia nasce dall’esigenza di consegnare ad una nuova sintesi le esperienze umane e
creative vissute in un caleidoscopio di situazioni, ritmi, colori e sonorità che riflette l’immagine dei tre paesi.
Coreografie ora ieratiche e rituali, ora crude e sanguigne. Quadri di vivida e colorata quotidianità carioca.
Archetipi e simboli delle antiche civiltà mesoamericane che parlano al nostro presente di un collasso
imminente. Dignità e forza di sopravvivenza sospesa tra passato e futuro del popolo cubano.
Bambini a teatro
Centro Teatrale Viterbese
Domenica 16 gennaio 2011– ore 16.30
LAPRINCIPESSA E ILRANOCCHIO
di Cristina Caldani
da una favola dei Fratelli Grimm
con Sante Paoloucci, Cristina Caldani,
scenografia Massimo Risca
scenotecnica Luca Morucci
costumi Viviana Ginebri
regia di Carlo Vitale
Laprincipessa era bella, tanto bella….era così bella che tutti, i compagni di scuola, le sue amiche del cuore,
gli invidiosi, nonne zie e tutti i parenti, la chiamavano Laprincipessa, non Principessa, ma Laprincipessa,
tuttoattaccato, come per dire che lei era la più bella, che non ce ne poteva essere una più bella…e lei ci
teneva, eccome se ci teneva. Il ranocchio era brutto, tanto bruttino, …era così bruttino che tutti, i compagni
di scuola, i suoi migliori amici, i nemici, gli antipatici, nonne zii e tutti i parenti, lo chiamavano…
Ilranocchio, tuttoattaccato, perché non era brutto come “un” ranocchio, ma come il ranocchio più brutto del
mondo…ma lui non se la prendeva, davvero, non se la prendeva.”
“Ti darò la tua palla, ma tu, prendimi con te, tienimi vicino, ti farò compagnia!”
“Gli dirò di sì, così mi restituirà la palla, ma poi lo lascerò qui, figuriamoci se io, Laprincipessa, posso
andare in giro con un ranocchio del genere!”
Da questo nasce l’idea per questo spettacolo: fin da piccoli, ad un certo punto, per esempio un giorno mentre
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si perde una palla con cui si sta giocando, bisogna mettersi in rapporto con l’altro, confrontarsi, abbandonare
un pochino di sé stessi e guardare gli altri, che non sono come noi, sono diversi, semplicemente diversi, a
volte, come nel caso de “Laprincipessa e Ilranocchio” sono migliori di noi, e quasi sempre accettare la
diversità degli altri, condividere tempo, amicizia, affetti, oggetti, con altre individualità, rende anche noi
migliori, meno narcisisti, più inclini alla generosità e alla comprensione, insomma più buoni.
In un momento come il nostro, in cui il mondo intero è affetto da una forma estrema di narcisismo, fin da
bambini, nel momento in cui il narcisismo è indispensabile alla formazione della personalità, è importante
dare un segnale forte di accettazione dell’altro, di partecipazione ed empatia con il mondo.
Lo spettacolo racconta, con un po’ di narrazione, tanto teatro, il momento del “confronto”, la scoperta della
“bellezza” degli altri, di come sia importante “conoscere” gli altri, al di là delle apparenze dietro le quali a
volte possono nascondersi dei veri tesori.
Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus
Domenica 30 gennaio 2011– ore 16.30
ASPETTANDO BIANCANEVE
di Graziamo Melano e Vanni Zinola
con Giulia Rabozzi, Vanni Zinola
costumi Clara Daniele
oggetti scenici Agostino Nardella
ideazione maschere a cura di Claudio Dughera
collaborazione Veronica Siracusa
regia Graziano Melano
In un luogo non luogo, che forse è proprio lì dove ci si trova insieme, pubblico ed attori, accade che si
incontrino due personaggi assai differenti: una fanciulla che si muove sui pattini a rotelle, inafferrabile nel
suo continuo vagare ma incuriosita da ogni novità che si presenti ai suoi occhi e un uomo, un mago-mobile,
artefice di sorprese che lui, con gran maestria, estrae da un baule che si porta appresso.
Insieme aspettano Biancaneve per consegnarle una mela. Lei pare non avere nulla, né aver bisogno di nulla;
lui ha tutto con sé, in quel baule capace e inesauribile che si tira dietro. Eppure ogni volta che cerca di
raccontare la storia che il cassone contiene, si ritrova ad aver bisogno di lei. Solo così può svolgersi la
storia antica, che parla di una ragazza con la pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue, i
capelli neri come l’ebano.
Man mano che si procede, il suo apporto diviene sempre più coinvolgente, fino a perdere i confini fra realtà
e finzione e scoprire che la storia è uscita dalle pagine del libro ed è divenuta l’unica vera realtà.
Viva Opera Circus – Teatro dell’Angelo
Domenica 13 febbraio gennaio 2011– ore 16.30
IL GATTO CON GLI STIVALI
spettacolo ispirato alla fiaba di Charles Perrault
di Gianni Franceschini
attore - pittore Gianni Franceschini
musiche Marco Remondini
scene Gianni Volpe
regia di Gianni Franceschini
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La fiaba tradizionale è lo stimolo per sottolineare l’azione del gatto come un “portatore di buone cose”, un
personaggio-animale, perciò con caratteristiche misteriose e magiche, che aiuta un umano in difficoltà. Il
giovane è tra i fratelli il più debole e maltrattato, ma l’incontro col gatto lo renderà fortunato e felice. Il
valore dell’amicizia e della solidarietà sono alla base di questo accompagnatore, di questo “aiutante magico”
che ha come suo compito quello di accudire e soddisfare l’avventura della vita del ragazzo. Tutti possiamo
identificarci sia nel gatto che nel ragazzo, in questo caso l’adulto-gatto si propone come solidale appoggio al
bambino che sta affrontando la vita, solo e timoroso.” Niente paura la vita porta con sé incontri che
diventano importanti per il crescere e per la scoperta dei suoi valori.”
Con il patrocinio della
Provincia di Ravenna
ed il sostegno di
Credito Cooperativo Ravennate e Imolese
Pegaso Ravenna
Moviter Strade Cervia
Rondinelli Escavazioni Srl Russi
Hera Ravenna
Mercatone Uno Russi
Ascom Confcommercio Ravenna
Confederazione Nazionale Artigianato Russi
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
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