L`Arlésienne - Persinsala Teatro

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Persinsala Teatro
Fabrizio Migliorati
febbraio 7, 2017
Dopo lo scandalo di Jeanne au bûcher di Romeo Castellucci,
l’Opéra di Lione ci regala una piccola favola d’amore, che si
muove tra i poli del sogno e dell’incubo, inaugurando una serie
di “spectacles de poche”. L’Arlésienne di Alphonse Daudet,
musicata da Georges Bizet, apre questo ciclo che vuole conquistare i più
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Serge Dorny, il direttore dell’Opéra di Lione, l’aveva dichiarato durante la
conferenza stampa di presentazione della stagione 2016-2017: l’Opéra di
Lione avrebbe aperto un nuovo canale di comunicazione, una nuova
possibilità di lettura della musica classica e dell’opera, particolarmente
indicato per il pubblico più giovane. Questa serie di spettacoli, a metà
strada tra l’opera, il concerto e una pièce teatrale, rappresenta una vera e
propria apertura verso i giovanissimi senza, però rinunciare all’alta qualità
della quale l’Opéra si è sempre fatta portatrice. Il primo appuntamento,
fissato per il 6 e per il 7 febbraio, ha visto due giorni consacrati a quattro
ripetizioni de L’Arlésienne, un racconto di Alphonse Daudet facente parte
de Lettres de mon moulin, interpretato dall’ensemble Agora con la
partecipazione di Anne Girouard come voce recitante.
Jan, giovane e aitante ragazzo di campagna è follemente innamorato di
una ragazza arlesiana. Le note iniziali mostrano una favola sognante e
positiva (la celeberrima aria del Carillon), quasi semplice. Nulla sembra
poter rompere questa positività. Ma ecco che l’arrivo di un giovane
sconosciuto, che sventola nell’aria qualche lettera manoscritta, cambia
immediatamente questa prospettiva. Ecco la prova che la giovane
arlesiana, infatti, intrattiene una relazione amorosa con questo uomo.
All’interno della favola si apre quindiun abisso di terrore e di dolore.
L’arlesiana scompare dalla vita del giovane Jan, ma senza farlo veramente.
Se infatti la giovane fedifraga non compare mai né in scena né nelle parole
di Daudet (non conosciamo nemmeno il suo nome), ella rappresenterà una
presenza fantasmatica e terribile, incancellabile e, purtroppo, vincente. Jan
cade immediatamente in una depressione ed è in questo momento che la
favola musicale diviene dramma familiare, grazie all’intervento, amorevole
e condannatorio, della madre. L’Arlésienne, infatti, non è una favola
sull’amore di una coppia, ma sull’amore materno, pronto a sacrificare tutto
per il proprio ruolo salvifico. Volontà che si scontra con la terribile realtà.
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Fabrizio Migliorati
febbraio 7, 2017
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La madre decide di lasciar libera scelta al proprio figlio, e se egli vuole a
tutti i costi quella donna libertina e infida, che se la prenda. Forse l’unico
modo per combattere il mostro della depressione amorosa è proprio quello
di vincerlo con lo stesso oggetto del desiderio, breve gioia e inappellabile
condanna mortifera? Ma ecco che Jan lascia tutti di stucco preferendo
chiedere la mano di un’altra donna, da sempre innamorata del giovane: la
vicina Yvette. Questa decisione “ragionevole” marcherà la fine del giovane
Jan. Durante la notte la madre sente dei rumori e non riesce a penetrare
nel fienile. La decisione di Jan è presa: egli trova la forza per sbarazzarsi di
quella presenza che lo ha sempre salvato e accompagnato, quella della
madre, chiedendo la porta ed impedendola di intervenire nel passaggio
all’atto. La finestra, il volo. La madre si ritrova quindi a raccolgliere
delicatamente il corpo del figlio, in una scena di vera e propria pietas
concepita con delicatezza e emotività.
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L’interpretazione di Anne Girouard (conosciuta dal pubblico francese
soprattutto per aver interpretato il ruolo della regina Guenièvre in
Kamelott, la geniale serie televisiva di Alexandre Astier) è a dir poco
straordinaria. La sapienza teatrale con la quale ella è in grado di far
emergere i diversi personaggi è cattivante, a tal punto da azzerare tutte le
differenze di età in sala. L’ensemble Agora decostruisce e ricostruisce
l’opera musicale di Bizet per farne un agevole ed efficace strumento di
lettura sinestetica: i fiati e gli ottoni fanno danzare su arie celeberrime
come quella inebriante della Farandole, mentre l’arpa esegue un lavoro
più certosino, rifinendo uno spettacolo breve e straordinariamente intenso,
immerso in una scenografia minima ed incisiva concepita da Sébastien
Davis.
Spettacolo visto lunedì 6 febbraio 2017
L’ensemble Agora et Anne Girouard portent en scène, à l’Opéra de Lyon, L’arlesienne, le conte
d’Alphonse Daudet mis en musique par Georges Bizet. Un « spectacle de poche » capable d’émouvoir et
de faire réfléchir sur l’amour, la vie et un choix terrible.
Lo spettacolo va in scena:
Opéra de Lyon
Place de la Comédie – Lione
lunedì 6 e martedì 7 febbraio 2017 ore 14.30 (per le scuole), ore 18.30 (per tutti)
L’Opéra de Lyon presenta
L’Arlésienne
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Fabrizio Migliorati
febbraio 7, 2017
racconto musicale di Georges Bizet
adattamento musicale da Naoki Tsurusaki
estratti dalle Lettres de mon moulin di Alphonse Daudet
regia Sébastien Davis
voce recitante Anne Girouard
flauto Catherine Puertolas
oboe Hélène Mourot
clarinetto Sandrine Pastor
fagotto Cédric Laggia
corno David Pastor
arpa Sophie Bellangerz
durata 1 ora circa
la
nuova creazione dell’Ensemble Agora
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www.opera-lyon.com
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