Marco Bocci al Teatro Masini di Faenza nei panni dell'artista Amedeo Modigliani Mercoledì 17 Febbraio 2016 Lo spettacolo scritto e diretto da Longoni andrà in scena da venerdì 19 a domenica 21 febbraio. Sul palco anche Romina Mondello, Claudia Potenza, Giulia Carpaneto, Vera Dragone Con lo spettacolo Modigliani, scritto e diretto da Angelo Longoni, proseguono gli appuntamenti con la grande Stagione di Prosa 2015/16 del Teatro Masini di Faenza. A vestire i panni del celebre e tormentato pittore sarà Marco Bocci, affiancato da Romina Mondello, Claudia Potenza, Giulia Carpaneto e Vera Dragone. Lo spettacolo, in scena da venerdì 19 a domenica 21 febbraio alle ore 21, racconta la storia e gli amori dell’artista livornese, una vita vissuta in uno dei momenti più dinamici e stimolanti del ‘900 europeo. Come consuetudine, Marco Bocci e le attrici della pièce incontreranno il pubblico nel secondo giorno della loro permanenza faentina, sabato 20 febbraio alle ore 18 al Ridotto del Teatro Masini. L’ingresso all’incontro sarà, come sempre, gratuito. Raccontare la vita e l’opera di Amedeo Modigliani oggi, non significa solo rendere omaggio a uno dei pittori più famosi e amati al mondo ma anche rendere omaggio a un periodo storico. Dietro all’autore delle donne dal collo lungo c’è una vita vissuta in uno dei momenti più dinamici, movimentati, e stimolanti della storia del ‘900 europeo. Libertà - Bellezza - Verità – Amore: queste sono le parole chiave del movimento d’artisti provenienti da tutto il mondo e residenti nei quartieri parigini di Montmartre e Montparnasse. Raccontare Modigliani significa rappresentare anche una delle storie d’amore più famose e commuoventi che abbiano mai riguardato un artista. Come in Romeo e Giulietta, l’amore tra Amedeo e la sua Jeanne Hebuterne non può sopravvivere agli amanti. Grande finale Faenzanotizie.it tragico e romantico di un amore totalizzante, come, del resto, era totalizzante la vita di Parigi in quel magico inizio di secolo. Non si può raccontare Modigliani senza descrivere le donne che lui ha amato e dipinto, con la loro dolcezza, la loro impenetrabilità e sensualità. Ed è proprio il mondo femminile che è al centro di questo spettacolo che racconta la vita parigina del pittore attraverso quattro donne significative della sua vita. Quattro personaggi reali ma anche simbolici che scandiscono i diversi periodi della sua arte e della sua vita affettiva. L’amore e l’arte sono gli argomenti principali della narrazione, sempre collegati fra loro attraverso un continuo dialogo intrecciato che costituisce l’essenza del carattere e della psicologia di Amedeo. I quattro personaggi femminili attraverso i quali si percorrerà la vita parigina di Amedeo sono: Kiki di Montparnasse, prostituta e modella famosissima nell’ambiente artistico parigino. Quando la conosce, Amedeo è appena arrivato nella capitale francese. La figura di Kiki è importante nella vita di Modì perché segna l’incontro con un mondo nuovo e sconosciuto per il giovane livornese. Attraverso Kiki viene in contatto con gli atteggiamenti liberi e disinibiti dell’ambiente artistico e, nella sua testa, l’idea borghese dell’arte viene soppiantata da quella boehmienne. Grazie a Kiki conosce tutti gli artisti dell’epoca: Utrillo, Picasso, Soutine, Brancusi, Rivera. Ed è Kiki però che gli fa amare tutto ciò che lo porterà alla distruzione hashish, oppio e assenzio: “la fata verde”. Anna Achmatova, poetessa russa, magra, alta, bel viso, capelli neri, occhi da cerbiatta, sposata col poeta Nikolaj Gumilev. L’intesa tra lei e Amedeo è altissima soprattutto dal punto di vista intellettuale. Anna lo calma, lo aiuta a contenere il consumo di alcol e droga. Tra di loro nasce un amore spirituale e carnale, profondo e pieno di rispetto reciproco. La Achmatova sarebbe potuta diventare il vero grande amore della vita di Amedeo, la donna perfetta per lui, ma era troppo legata alla sua terra di origine ed era sposata. Anna estrae il meglio da Amedeo, lo fa parlare e riflettere, sa anche contraddirlo, i loro discorsi sull’arte mettono in luce le sue convinzioni. Quando Anna se ne va da Parigi, Amedeo crolla però nella disperazione e nei suoi vizi. Quando non è sostenuta dall’amore, la sua psiche non regge e lo spirito della sua arte si affievolisce. Beatrice Hatings, ricca bella, colta, 5 anni più grande di lui. Divorziata da un pugile. Femminista, progressista. Una giornalista che scriveva da Parigi e inviava le “Impressions of Paris” al quotidiano britannico The New Age. Figura di primo piano nei circoli bohèmien della capitale francese. Con Amedeo Beatrice ha una controversa relazione da conviventi. Lei posa per numerosi suoi dipinti e disegni. Il loro è un grande amore, ma è anche caratterizzato da scenate furibonde. Beatrice ha un forte influsso su Modì ma, insieme, i due fanno scintille, entrambi sono passionali, litigiosi e rancorosi. Beatrice crede nel talento di Amedeo, lo spinge a fare solo il pittore e a lasciar perdere la scultura per la quale Amedeo ha un’autentica passione. Il marmo è pesante ed è difficile da spostare e da scolpire, la polvere che produce fa malissimo ai polmoni e gli causa tosse e crisi respiratorie. Beatrice lo aiuta in tutti modi, gli paga tele e pennelli, lo fa mangiare ma è anche troppo dominante e impositiva e non concepisce che l’arte non abbia uno sbocco commerciale immediato. I due, dopo una tormentata relazione, si scoprono incompatibili. Finalmente nella vita di Amedeo entra la giovanissima Jeanne Hébuterne. Gli amici di Amedeo vedono un cambiamento in lui e dicono: “quest’amore lo salverà”. I genitori di Jeanne disapprovano l’amore della figlia per un ebreo, straniero, malato e povero in canna. In breve, però, la ragazza, di fronte all’ennesimo aut aut della famiglia, lascia per sempre la casa paterna. Grazie a lei Amedeo migliora in tutto, sia come artista, che come uomo. Amedeo, vicino a Jeanne, sembra un altro, ma la sua salute è minata dalla tubercolosi. Quando Jeanne rimane incinta del secondo figlio, Amedeo muore all’Hospital de la Charitè. È il 24 gennaio 1920. Jeanne, straziata, si butta dalla finestra del quinto piano all’indomani della morte di Amedeo, uccidendo con sé anche la creatura che portava in grembo. Biglietti: da 12 a 23 € + ddp. Prenotazioni tel. (0546/21306) tutti i giorni feriali dalle ore 10 alle ore 13. Nelle sere di spettacolo, la biglietteria del Teatro Masini aprirà alle ore 20. Prevendite online su vivaticket.it. Info: 0546/21306 - www.accademiaperduta.it -Facebook: teatromasini - accademiaperduta Spettacolo Faenzanotizie.it