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20 ottobre 2015 - Rovigo, Spettacoli
Eva Robin's sul palco del Teatro Studio
A sinistra Eva Robin's
Con lo spettacolo 'Jackie e le altre'
Inaugura con lo spettacolo 'Jackie e le altre - Un altro pezzo dedicato a Elfride Jelinek' la rassegna
organizzata dal Teatro del Lemming con il patrocinio del Comune di Rovigo. Lo spettacolo, produzione dei
bolognesi Teatri di Vita per la regia di Andrea Adriatico, andrà in scena mercoledì 21, giovedì 22 e venerdì
23 ottobre alle 21 presso il Teatro Studio di viale Oroboni a Rovigo.
Jacqueline Kennedy, cruda e graffiante protagonista del lavoro, rievoca la sua storia, il rapporto con John
Kennedy, il tragico omicidio del Presidente seduto al suo fianco, le scappatelle del marito con Marilyn
Monroe … Tutto questo nel fiume di parole scritto da Elfriede Jelinek, l’autrice austriaca premio Nobel per
la letteratura. Il testo di Jelinek, profondo e a tratti cerebrale, nella forma di un lungo flusso di coscienza
analizza lucidamente il personaggio di Jacqueline. L’autrice riversa tutti i complessi, le tragedie familiari,
la meschinità della donna di potere vista come contraltare all’altra grande celebrità americana dell’epoca,
nonché leggendaria rivale in amore, Marilyn Monroe. Jacqueline esalta se stessa come icona, pura forma,
involucro, dell’essere femminile: dispiegando tutta l’eloquenza di un ego smisurato, Jackie parla della sua
figura come farebbe qualsiasi donna attenta all’esternazione della propria immagine, costantemente
dipendente dall’opinione altrui. Ma proprio nello spazio intimo del monologo, in un continuo scambio tra
“dentro” e “fuori”, la donna parte dalla descrizione del suo punto vita per arrivare a confessare episodi
intimi della sua vita privata, senza pudori. Nel monologo a quattro voci, virtuoso e incalzante, gli episodi
più celebri della vita di Jacqueline Kennedy scorrono così sulla scena come le stazioni di un dramma
personale che a poco a poco si rivela essere la grandiosa costruzione di un mito dei nostri giorni. Jackie è
figura di pura rappresentanza, in cui persino i sentimenti sono asserviti alle esigenze della ragion di stato.
Per questo la fisicità della donna scompare dietro agli abiti, anzi la sua stessa figura si riduce ai capi
indossati, alla maschera esibita.
Nella resa scenica di Andrea Adriatico Jackie si quadruplica attraverso un monologo che perde la sua
organicità e si districa tra quattro attrici, vestite in maniera omogenea, con l’abito nero classico che
contraddistingueva la first lady americana. Questa moltiplicazione dell’immagine rappresenta il fulcro
concettuale dello spettacolo, un’idea registica che serve a raffreddare l’intimità del testo: “serializzando”
l’icona di Jackie come le note serigrafie di Andy Warhol, Adriatico tenta di contestualizzare il personaggio
facendo del monologo un’opera pop e postmoderna.
Per niente casuale la presenza nel cast in scena, insieme ad Olga Durano, Anna Amadori e Selvaggia Tegon
Giacoppo, di Eva Robin’s, all’anagrafe Roberto Maurizio Coatti, che pur appartenente per nascita al sesso
maschile, nella vita e nello spettacolo ha adottato esclusivamente un ruolo e un look di genere femminile.
Nota per aver preso parte come interprete a svariati film (tra i quali Belle al Bar e I miei più cari amici di
Alessandro Benvenuti , Luna e l’altra di Maurizio Nichetti, Gioco al massacro di Damiano Damiani,
Tenebre di Dario Argento e Tutte le donne della mia vita di Simona Izzo), Eva Robin’s collabora da tempo
alle produzioni teatrali e cinematografiche di Adriatico, stringendo con Teatri di Vita un sodalizio artistico
che dura da quasi vent’anni.
Nato a L’Aquila nel 1966, Andrea Adriatico lavora fin dagli esordi delle sue regie teatrali imponendo uno
stile spregiudicato di fusione tra i generi, affrontando autori e tematiche complesse con un’ispirazione visiva
e narrativa di taglio cinematografico. Tra gli autori messi in scena Beckett, Brasch, Koltès, Pasolini,
Mishima, Cocteau, Copi. I suoi spettacoli sono stati presentati in teatri e festival italiani ed europei (Francia,
Germania, Ungheria, Slovenia, Macedonia) con importanti coproduzioni, da Santarcangelo dei Teatri alla
Biennale di Venezia al festival Orizzonti di Chiusi (che collabora, insieme al Festival Focus Jelinek, alla
produzione di Jackie e le altre). A Bologna ha fondato nel 1993 il Centro Internazionale Teatri di Vita. Dal
2000 comincia anche una carriera nel cinema. Tra il 2000 e il 2002 crea tre cortometraggi ospitati in
numerosi festival internazionali, dove si aggiudicano diversi premi. Nel 2004 firma il suo primo
lungometraggio Il vento, di sera, invitato al Festival del Cinema di Berlino e successivamente ospite di oltre
venti festival internazionali in tutto il mondo, vincendo il Roseto Opera Prima Film Festival. Il suo secondo
film, All amore assente (Andres and me), presentato nel 2007 al London International Film Festival, vince il
Premio Speciale della Giuria al Festival di Annecy. Nel 2010 firma, insieme a Giulio Maria Corbelli, la regia
del film documentario +o- il sesso confuso, racconti di mondi nell era aids, che fa il punto della situazione
sulla pandemia che ha travolto il nostro secolo. Appena uscito, il film vince il Premio Internazionale Emilio
Lopez a Pescara e il premio come miglior film documentario al Mix di Milano. Ultimo suo lavoro è il
docufilm Torri, checche e tortellini. Andrea Adriatico è anche giornalista ed è stato docente del Dams di
Bologna.
Tag: teatro studiolemmingeva robin's
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