Spoleto, il Festival dopo Ronconi
riparte da quattro registi italiani
Castellucci, Cavani, Dante e Martone si confrontano nell'edizione 2016
Il direttore Giorgio Ferrara: "La qualità ha fatto triplicare le presenze"
Anteprima
MICHELA TAMBURRINO
ROMA
G
iorgio Ferrara marca il
suo Festival dei Due
Mondi di Spoleto, si
serve di contrassegni forti che
siano cardini di indiscutibile
qualità. Morto Ronconi che lo
ha appoggiato per anni, ecco il
quartetto di registi italiani sui
quali il nostro fonda nuove radici: Mario Martone, Emma
Dante, Romeo Castellucci e Liliana Cavani.
Ognuno con una sua poetica
antitetica a quella dell'altro,
ognuno pronto a raccontare la
sua visione del mondo e del teatro. Un approccio di qualità
molto apprezzato da dal ministro Franceschini che parla
del Festival come «di una nostra eccellenza apprezzata nel
mondo, ottima occasione di riflessione su come sta cambiando in Italia il clima culturale».
Certo è che i teatri sono pieni,
il pubblico premia la qualità, di
contro gli investimenti sono
ancora molto insufficienti.
Così, per bilanciare con numeri da favola, ecco che l'edizione numero 59, in scena nella
cittadina umbra dal 24 giugno
al 10 luglio, prevede 50 titoli e
più di 150 aperture di sipario
equamente distribuite tra opera, prosa, musica e danza, più
eventi speciali e mostre d'arte,
una manna per le oltre 70 mila
presenze previste e un contributo statale, mai troppo benedetto, di tre milioni di euro.
Si apre con la seconda parte
della Trilogia Mozart-Da Ponte (la prima è stata lo scorso
anno) ovvero con Le Nozze di
Figaro,
direttore James
Conlon, scene dei premi Oscar
Dante Ferretti e Francesca Lo
Schiavo e si chiude con il tradizionale concerto in piazza che
vedrà per la prima volta sul
podio a Spoleto sir Antonio
Pappano alla guida dell'Orchestra di Santa Cecilia, solista
Stefano Bollani al pianoforte:
in programma Schoenberg,
Lehar e Gershwin. Evento speciale dopo la chiusura, Roberto Bolle che inizia dalla piazza
di Spoleto la sua tournée.
Tra gli appuntamenti imperdibili, due grandi aperture
al teatro dell'Est: lo spettacolo
monstre del teatro russo
Vakhtangov con una riduzione
in prosa deìì'Eugene Onegin di
Puskin, regia di Ruimas Tuminas, con cinquanta attori in
scena che ricorda i grandi
spettacoli di Strehler o di Pina
Bausch; la Batsheva Dance
Company israeliana con Spoleto Decadence e il Balletto Nazionale Ceco con un Romeo e
Giulietta integrale di Prokofiev
letto modernamente. Attenzione all'opera più corta mai
fatta da Nekrosius, A Hunger
Artist, l'ultimo racconto di
Kafka in esclusiva per il Festival. Della serie belle scritture,
in scena anche II casellante di
Andrea Camilleri e Giuseppe
Di Pasquale con Moni Ovadia e
Emma Dante con Odissea A/R.
Di rilievo anche il Concerto
italiano con musiche di Monteverdi diretto da Rinaldo Alessandrini grazie al sostegno
della Fondazione Carla Fendi e
L'eduardiana Filumena Marturano riletta da Liliana Cavani con Mariangela D'Abbraccio e Geppy Gleijeses; Iaia Forte in Volarlo. Mario Martone
dirige Alba Rohrwacher nei
Tre Risvegli di Patrizia Cavalli.
Tra gli affezionati, Bob Wilson,
Tim Robbins in doppia veste di
MEDIA
regista e musicista ed Eleonora Abbagnato che sarà Carmen
nel balletto di Amedeo Amodio
Ezio Mauro porterà in scena Thyssen Opera Sonora, cronaca dell'incidente della Thyssen di Torino con Umberto Orsini. Tra gli oratori anche Corrado Augias ed Ernesto Galli
Della Loggia con tre meditazioni su guerra, democrazie e
cristianesimo, accompagnato
da Adriana Asti. E il dj Jeff
Mills che mette insieme la sua
musica tecno a quella della Roma Sinfonietta Orchestra.
Il 25giugno Eleonora Abbagnato apre
il cartellone della danza con la
«Carmen», due atti per la coreografia
di Amedeo Amodio (foto sopra)
59
edizioni
E Festival dei
Due Mondi
nacque nel
1958, ideato
da Gian
Carlo Menotti
Il direttore
Giorgio
Ferrara
dirige il
Festival
dal 2007
Tim
Robbins
Ci sarà nella
doppia veste
di regista e
di musicista
Qui a fianco,
una scena
di «Odissea
A/R»:
lo spettacolo
ideato e diretto
da Emma
Dante
è al Festival
dei Due Mondi
di Spoleto
dal 6 al 10
luglio
MEDIA
il Spettacoli I 31
Qui a panno,
una scenadi «Odissea
A/R»:
lo spettacolo
ideato e diretto
da Emma
Dante
è a!Festiva!
dei Due Mondi
di Spoleto
dal 6 al 10
luglio
G
59
edizioni
Il Festival dei
Due Mondi
nacque nel
1858, ideato
do Gian
Carlo Menotti
li
Tim
Robbins
CI sarà nella
doppia veste
dì regista e
di musicista
iorgio Ferrara marca il
suo Festival dei Due
Mondi di Spoleto, si
serve di contrassegni forti che
siano cardini di indiscutibile
qualità. Morto Ronconi che lo
ha appoggiato per anni, ecco il
quartetto di registi italiani sui
quali il nostro fonda nuove radici: Mario M a r t o n e , E m m a
Dante, Romeo Castellucci e Liliana Cavani.
Ognuno con u n a sua poetica
antitetica a quella dell'altro,
ognuno pronto a raccontare la
sua visione del mondo e del teatro. Un approccio di qualità
molto apprezzato da dal minis t r o Franceschini che parla
del Festival come «di una nostra eccellenza apprezzata nel
mondo, ottima occasione di riflessione su come sta cambiando in Italia il clima culturale».
Certo è che i teatri sono pieni,
il pubblico premia la qualità, di
contro gli investimenti sono
ancora molto insufficienti.
Così, per bilanciare con numeri da favola, ecco che l'edizione n u m e r o !59, in scena nella
cittadina u m b r a dal 24 giugno
al 10 luglio, prevede 50 titoli e
più di 150 a p e r t u r e di sipario
equamente distribuite t r a opera, prosa, musica e danza, più
eventi speciali e m o s t r e d'arte,
una m a n n a per le oltre 70 mila
presenze previste e mi contributo statale, mai troppo benedetto, di tre milioni di euro.
Si apre con la seconda p a r t e
della Trilogia Mozart-Da Ponte (la prima è stata lo scorso
anno) ovvero con Le Nozze di
Figaro,
direttore
James
Conlon, scene dei premi Oscar
Dante Ferretti e Francesca Lo
Schiavo e si chiude con il tradizionale concerto in piazza che
vedrà p e r la p r i m a volta sul
podio a Spoleto sir Antonio
Pappano alla guida dell'Orches t r a di S a n t a Cecilia, solista
Stefano Bollani al pianoforte:
in p r o g r a m m a Schoenberg,
Lehar e Gershwìn. Evento speciale dopo la chiusura, Roberto Bolle che inizia dalla piazza
di Spoleto la BUS tournée.
Spoleto, il Festival dopo Ronconi
riparte da quattro registi italiani
Castellucci, Cavani Dante e Martone si confrontano nell'edizione 2016
Il direttore Giorgio Ferrara: "1 & qualità ha l'atto triplicare le presenze"
T r a gli a p p u n t a m e n t i imperdibili, due grandi aperture
al teatro dell'Est: lo spettacolo
m o n s t r e del t e a t r o r u s s o
Vakhtangov con u n a riduzione
in prosa diAYEu.ge.ne Onegin di
Puskin, regia di Ruimas Tuminas, con cinquanta attori in
scena che ricorda Ì grandi
spettacoli di Strehler o di Pina
Bausch; la Batsheva Dance
Company israeliana con Spoleto Decadence e il Balletto Nazionale Ceco con un Romeo e
Giulietta integrale di Prokofiev
letto m o d e r n a m e n t e . A t t e nzione all'opera più corta mai
fatta da Nekrosius, A Munger
Artist, l'ultimo r a c c o n t o di
Kafka in esclusiva pei - il Festival. Della serie belle scritture,
in scena anche II casellante di
Andrea Camilleri e Giuseppe
Di Pasquale con Moni Ovadia e
E m m a Dante con Odissea A/R.
Di rilievo anche il Concerto
italiano con musiche di Monteverdi diretto da Rinaldo Ales-
li 2ò aiiiffiw Eleonora Abbagnato apre
il cartellone della danza con la
«Cai meu\; due arti per io cureu.^rafio
di Amedeo Amodio (foto sopra)
"Le rockstar non esistono
Io al massimo sono rock 2.0"
Gianluca Grignani celebra 2( ) anni di musica con un disco di duetti
"Voglio solo essere libero, i mici eccessi hanno fatto male solo a me"
Intervista
S
ono arrivato a un
momento della vita
per cui la libertà
artìstica vale più di qualsiasi
altra cosa»: Gianluca Grignani è al telefono dalla sua casa
alle porte di Milano, i due figli
più piccoli dei quattro che ha
avuto dalla moglie Francesca
(ora anche sua fotografa) giocano in sottofondo: «Domani dice lui - esce un album importante, il disco della maturità,
non un punto di arrivo».
Il titolo è Una strada in mezzo al cielo,come l'unico inedito
tra le 17 tracce che celebrano
20 anni di carriera. Grignani
ha chiamato i colleghi che si sono guadagnati la sua stima (LÌgabue, Elisa, Luca Carboni,
Carmen Consoli, Max Pezzali,
Federico Zampagliene...) per
duettare in mi «uuplugged semiacustico» con i successi e
quasi tutti i brani dei primi album Destinazione paradiso e
Fabbrica di plastica riarrangiati
da Fabio Massimo Colasanti, il
preferito di Pino Daniele.
C'è qualcuno che ha chiamato e
non ha accettato?
«Sempre il solito, che parla bene di me e poi non risponde al
telefono. E sì che il Komandante l'ho chiamato più e più volte.
Biagio Antonucci era preso con
il suo disco e non siamo riusciti
a chiudere. Ma mi giorno o l'altro accadrà. Anche Eros era in
studio... Si sa come vanno certe
cose. Non vanno, punto».
È diventato «politico»? È stato al
Concertane del 1 ' maggio.
«Lo volevo da anni ma il mio ex
manager, di destra, me lo impediva perché "mia rockstar non
Chi nonduettacon
me? Il Komandante
che parla benedi me
e poi non risponde al
telefono. E poi Eros
e Biagio che avevano
impegni. Ma con loro
prima o poi accadrà
ci va". Ma già quando sono sceso dal palco del primo Sanremo
ho capito che le rockstar non
esistono. Chi è una rockstar - ? In
Italia forse Lucio Battisti e De
André, ma io? 1 discografici dicono che sono il "Rock 2.0"».
Però qualche volta II suo essere
rock l'ha fatta finire nei guai.
«Facendo male solo a me stesso. Con quella storia dei Carabinieri di Riccione e della resistenza a pubblico ufficiale stavo
per perdere mia moglie. Francesca se ne andò di casa, passai
la notte più brutta di tutta la
mìa vita. Se perdessi lei e i bambini potrei impazzire».
Poi c'è stata la storia della caduta
sul palco a un concerto. Una vita
troppo spericolata?
«Mi faccia chiarire una volta
per tutte. Unn sera, tornato in
albergo dopo un concerto, finii
in una rissa per uno scambio di
persona. Non dormii per la tensione e per la paura, cosi, il giorno dopo, una volta davanti al
pubblico mi sono accasciato
per la stanchezza, tutto qui».
MEDIA
sandrini grazie al sostegn o
della Fondazione Calia Fendi e
L'eduardiana Filumena Mart u r a n o riletta da Liliana Cavalli con Mariangela D'Abbraccio e Geppy Gleijeses; Iala Forte in Volarlo. Mario M a r t o ne
dirige Alba R o h r w a c h e r nei
Tre Risvegli di Patrizia Cavalli.
Tra gli affezionati, Bob Wilson,
Tim Robbins in doppia veste di
regista e musicista ed Eleonora Abbagnato che sarà Cannen
nel balletto di Amedeo Amodio
Ezio Mauro porterà in scena Thyssen Opera Sonora, cronaca dell'incidente della Thyssen di Torino c o n U m b e r t o Orsini. Tra gli oratori anche Corrado Augias ed Ernesto Galli
Della Loggia con tre meditazioni su guerra, democrazie e
cristianesimo, accompagnato
da Adriana Asti. E il dj Jeff
Mills che m e t t e insieme la sua
musica tecno a quella della Rom a Sinfonietta Orchestra.
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Altre voci
Qui a fianco,
Gianluca
Grignani,
44 anni; nel
imam album
«Una strada in
mezzo al cielo»
cantano con lui
anche Ligabue,
Elisa,
Luca Carboni,
Carmen
Consoli,
Max Pezzali
Porterà il disco dal vivo?
«Lo sto già facendo con concerti a sorpresa nei club. Cinque,
massimo dieci giorni prima della serata posto le informazioni
su Facebook e la gente arriva.
Farò così per tutta l'estate. Intanto sto preparando i due concertoni di Milano (Alcatraz, 1"
dicembre) e Roma (Atlantico
Live, ?>). Mi aspetto che chi ha
cantato sul disco venga trovarmi e - ma non dovrei dirlo - ho
già qualche sì».
La "Fanciulla"
alla Scala
Protagonista
il suggeritore
SÌ chiama Marco Manari. Il
«maestro rammentatore» è
scritto in piccolo sulla locandine della Scala, ma martedì il
suggeritore è stato il vero coprotagonista della Fanciulla
del West, lo spaghetti-western
di Puccini.
È successo che la protagonista annunciata, il soprano
olandese Eva-Maria Westbroek, sia stata messa fuori
combattimento da una tracheite alla fine delle prove. Il
giorno prima della «prima» è
arrivata una primadonna di
riserva. Barbara Haveman,
olandese anche lei, che però
non cantava Minnie da due
anni e naturalmente non conosceva la produzione, ria fatto due giorni di prove matte e
disperatissime, compresa una
la mattina stessa della recita,
e poi «è andata su».
Ovvio che non fosse preparatissima. Dunque per salvare
la salvatrice Mimari ha fatto
gli straordinari, suggerendole
parole e attacchi, ben percepibile dalla platea, dove si sentiva u n a curiosa eco e ogni
duetto diventava un terzetto.
Haveman ha comunque sbagliato diverse entrate, dimenticato una frase, pasticciato
con le parole. Però ha portato
a casa la recita, perfino hi crescendo, ed è stata applauditaVìttima collaterale del turnover sopranile, il debutto
dell'edizione critica, epurata
«La Fanciulla del West»
dalle «migliorie» di Toscanini
e senza tagli. Riccardo Chailly
ha passato le ultime due settimane a spiegarla a giornali e
pubblico. Ma la sua primadonna non poteva conoscerla e alla line ha potuto riaprire solo i
tagli che non riguardavano la
parte di Minnia II resto è rimandato alla terza recita, in
diretta radio e al cinema, il 10.
Peccato, perché q u e s t a
Fanciulla è uno spettacolo eccellente. Sono solidi e sicuri
bandito e sceriffo, Roberto
Aronica e Claudio figura, ottimi i comprimari, specie Carlo
Bosi e Alessandro Luongo, eccellente il coro. Soprattutto, la
direzione di Chailly e la regìa
di Robert Carsen sono entrambe stratosferiche
Chailly fa di Fanciulla quel
grande poema sinfonico con
voci del miglior E)00 che è, liquidando i puccmismi lino a
trasformare l'unica vera romanza «pucciniana» dell'opera in un'angosciosa marcia funebre. Idem il West di Carsen,
mito cinematografico (con
tanto di spezzoni di film), teatro nel teatro dove la realtà è
finzione e viceversa. Fino a risolvere genialmente l'impossibile finale, con lei-diva che
se ne va con il fuorilegge redento in paltò da commendatore, e ai cowboy nou resta
che cercare l'eterno femminino nel cinema che proietta
Tlie Girl of the Golden West.
Molti applausi, con buu! per
Carsen dei soliti hooligan.